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VANGELI E PROTOVANGELI...

 
PENSIERI DAL E SUL TALMUD

di Alessandro Conti Puorger
 
 

PERCHÉ TALMUD
Il Papa, San Giovanni Paolo II, il 13 aprile 1986 nel famoso incontro nella sinagoga maggiore di Roma, tra l'altro, ebbe a dire alla comunità ebraica e a alla cristianità: "La religione ebraica non ci è 'estrinseca', ma in un certo qual modo, è 'intrinseca' alla nostra religione. Abbiamo quindi verso di essa dei rapporti che non abbiamo con nessun'altra religione. Siete i nostri fratelli prediletti e, in un certo modo, si potrebbe dire i nostri fratelli maggiori."

I cammini dei fratelli ebrei e cristiani, di fatto, si divisero dopo il 70 d.C. alla fine della guerra giudaica che terminò con la distruzione di Gerusalemme e del Tempio da parte delle legioni romane guidate dall'imperatore Tito.
Quell'evento pose la necessità agli ebrei di rafforzare la siepe attorno alla Torah e di fondare una nuova identità giudaica che era un ceppo con numerosi rami e sette, Sadducei, Farisei, Zeloti, Esseni, Erodiani, Samaritani, a cui dopo il 30 d.C. si erano aggiunti i Cristiani.
Il cristianesimo, di fatto nacque, a Gerusalemme nella Pentecoste del 30 d.C. e i Nazareni "Nozrim", perché seguaci di Gesù di Nazaret, furono chiamati cristiani per la prima volta ad Antiochia verso il 50 d.C..
La comunità giudeo-cristiana frequentava, infatti, il Tempio e le sinagoghe.
Un segnale dell'avvenuta separazione si ha due decenni dopo la distruzione del Tempio in un frammento di una preghiera (Amidah) trovato nella Ghenizzah del Cairo con una maledizione sugli eretici, "Birkat ha Minim", compresi i seguaci di Gesù di Nazaret che ammettevano i "gentili" non circoncisi.
Il cristianesimo, per contro, da quel cambiamento dei tempi ebbe la conferma di aver bene interpretato la storia con l'avere recepito a pieno la vocazione d'andare ad annunciare il Vangelo a tutti i popoli, attuando un intenso proselitismo nei confronti appunto dei pagani.
Dopo il 70 d.C., mentre il cristianesimo ha prodotto i propri scritti, detti Nuovo Testamento, l'ebraismo, la religione che per noi è "intrinseca", ha iniziato a produrre i propri, il Talmud (in ebraico dal radicale di insegnare L = M = D = ) che è una raccolta d'insegnamenti, studi e discussioni tra i sapienti e maestri dell'ebraismo su passi della Torah scritta e delle altre Sacre Scritture del canone ebraico.
Il giudaismo era stato ricco di una catena ininterrotta di trasmissione "orale" da padre a figlio e da maestro ad allievo, come ancora oggi si rinnova nelle scuole o "Jeshivot" - accademie rabbiniche.

La prima nota richiamata nel Talmud in Aboth I 1 fu il ricordare, infatti, che: "Mosè ricevette la Torah dal Sinai e la trasmise a Giosuè e Giosuè agli anziani e gli anziani ai profeti. E i profeti la trasmisero agli uomini della grande sinagoga. Questi dissero tre cose: siate cauti nel giudizio, educate molti scolari e fate un recinto/siepe attorno alla Torah."

Leggasi lì Torah o Legge come tutto quello che Dio disse sul Sinai, scritto o orale, "anziani" i giudici, i "profeti" sono i profeti veri e propri assieme ai personaggi storici importanti e positivi per la Torah, la grande sinagoga sono i capi d'Israele da Esdra e Neemia fino ai tempi di Alessandro il Grande.
I testi, sinteticamente detti nel loro complesso Talmud, si articolano nella "Mishnah" o ripetizione (da ShNH ripetere), relativa ai maestri fino al II secolo d.C., detto periodo tannaitico (dall'aramaico "tene" che vuol dire "studiare", "imparare") e nella "Ghemarah", scritti dal II al V secolo che raccolgono il lavoro dei maestri detti "Amoraim" (dall'ebraico "'amar", "interpretare").
L'ebraismo considera il Talmud secondo solo alla Tenak (la parte di Antico Testamento della Bibbia con testi ebraici o aramaici originati comunque con i segni dell'alfabeto ebraico).
Di Talmud esistono due recensioni, il Palestinese o Gerosolimitano (Talmud Jerushalmi) completato all'inizio del V secolo e il Babilonese (Talmud Babli) del VI-VII secolo e questi, assieme ai "Midrashim" e ad altri testi Rabbinici o mistici, sono ritenuti esplicazione della Torah orale, secondo l'ebraismo rivelata assieme a quella scritta da Dio sul Sinai a Mosè e trasmessa oralmente di generazione in generazione, tradizione ai tempi di Gesù accettata dai Farisei e da altri rami dell'ebraismo, ma non dai Sadducei che s'attenevano solo alla Torah scritta.

In Esodo 34,27 si trova "Il Signore disse a Mosè: Scrivi queste parole, perché sulla base di queste parole io ho stabilito un'alleanza con te e con Israele", da cui i fautori della Torah orale dedussero che ci fu tutta una parte rivelata da Dio, solo orale, che pure fu trasmessa.

Il Signore inoltre disse a Mosè: "...ti darò le tavole di pietra, la legge e i comandamenti che io ho scritto per istruirli" (Esodo 24,12) da cui conclusero: "Tavole di pietra è il Decalogo, Legge-"Torah" è il Pentateuco, Comandamento è la "Misnah", che "ho scritto" sono i Profeti e gli Agiografi, "perché li insegni loro" è la "Ghemarah"." (Ber 5 a)

In definitiva se la Torah scritta è il seme, l'orale è il frutto conseguente, onde conclusero che tutto ciò che sotto la guida di un maestro qualificato è prodotto nella sua scuola di Torah è come se fosse stato detto da Dio a Mosè, infatti, valse il principio "Anche ciò che un discepolo distinto era destinato a insegnare in presenza del suo maestro era stato già detto da Mosè sul Sinai." (p. Peah 17 a)

Al riguardo Rabbi Norman Solomon (The Talmud, 2009, p. xv) scrive: "Il Talmud babilonese con il suo nucleo della Mishnah è il testo classico dell'ebraismo secondo solo alla Bibbia. Se la Sacra Scrittura è il sole, il Talmud è la sua luna che ne riflette la luce."

Il Talmud ha, infatti, le sue radici nelle Sacre Scritture ebraiche, i Dottori vi attingono con un "com'è detto" o "com'è scritto" e ne danno interpretazioni, sussistendo il criterio: "Non è la Mia parola come un martello che frantuma la roccia? (Geremia 23,29): come il martello fa scaturire numerose scintille, così un versetto della Scrittura è suscettibile di molte interpretazioni." (Sanh. 34 a)

Le Sacre Scritture ebraiche, peraltro tutte accolte nella loro traduzione in greco nella Bibbia cristiana, dette "Ha-Sefarim", "I Libri" o "Tenak" (termine acronimo formato dalle tre lettere T N K di Torah, Nevi'im o Profeti e Ketuvim altri Scritti) sono per loro 24 libri, 5 della Torah o Pentateuco, 8 dei Profeti (Giosuè, Giudici, Samuele - I e II, Re - I e II, Geremia, Ezechiele, Isaia e i Dodici o Profeti Minori) e 11 degli Agiografi (Rut, Salmi, Giobbe, Proverbi, Qoelet, Cantico dei Cantici, Lamentazioni, Daniele, Esther, Ezra con Neemia e Cronache - I e II) per i cristiani preparano in forma profetica l'annuncio del Cristo e ne anticipano tratti del suo insegnamento che vengono portati a compimento dalla sua venuta alla fine dei tempi.

Per l'ebraismo quei testi sono fonte di vita, la sorgente del giardino dell'Eden, infatti, "Grande è la Torah che da la vita a coloro che la praticano, in questo mondo e nel Mondo Avvenire." (Pirké Aboth VI 25)
Dicono poi quei capitoli dei Padri circa la Torah: "Girala e rigirala perché c'è tutto; contemplala, e incanutisci e invecchia su di essa: e non allontanartene. Non puoi avere regola migliore di questa." (Pirké Aboth V 7)

Pur se il Talmud ha parti con duri aspetti polemici e irriverenti nei riguardi di Gesù e del primo cristianesimo con pareri di Dottori con netto antagonismo e inimicizia per i non ebrei, superati questi, il complesso è ricco di grande spiritualità e di buon senso, sempre connesso a interpretazioni scritturali.
La Chiesa Cattolica con il documento "Nostra Aetate" frutto del Concilio Vaticano II le cui leggi furono emanate da Paolo VI l'8 ottobre 1965, ha superato l'ostracismo a tali testi tanto che sia San Giovanni Paolo II, sia il Papa emerito Benedetto XVI, li hanno citati, ribadendo come la Chiesa Cattolica oggi s'oppone ad ogni forma di antisemitismo.

In particolare poi in "Nostra Aetate" si legge: "Essendo perciò tanto grande il patrimonio spirituale comune a cristiani e ad ebrei, questo sacro Concilio vuole promuovere e raccomandare tra loro la mutua conoscenza e stima, che si ottengono soprattutto con gli studi biblici e teologici e con un fraterno dialogo."

Ritenendo utile approfondire la conoscenza della cultura su cui s'innestò l'annuncio e le vicende di Cristo riportate dai Vangeli e dagli altri scritti cristiani, da tempo, ho iniziato ad investigare pure in quei testi cogliendo volta per volta brani particolari che mi colpivano man mano che l'incontravo e, ora, guardando nei miei appunti, ed integrandoli utilizzando in particolare l'antologia su "Il Talmud" di Abraham Cohen (Ed. Laterza), e "Der Talmud" di Gunter Stemberger,
(traduzione italiana Ed. Dehoniane Bologna) ho estratto vari pensieri che riporto in questo articolo, risultato di quel mio spigolare in quei testi sulle parti aventi collegamenti con argomenti d'interesse comune, evitando passi polemici contro il cristianesimo o altro e quelli particolari sul folklore, sulla superstizione, sul mal occhio e simili.

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