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ATTESA DEL MESSIA...

 
DAL DESERTO AL GIARDINO

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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GUARDIAMO ALLE ORIGINI
Quel "mentre tutti dormivano" della parabola della zizzania porta a pensare alle notti che separano i giorni o fasi della creazione in cui, sostiene Gesù, operò anche un nemico.
Com'è noto, per la Bibbia cristiana, ma anche per la Tenak ebraica, "tutto" ciò che esiste ebbe inizio così: "In principio Dio creò il cielo e la terra." (Genesi 1,1a)
Questo "tutto" è l'atto creativo prodotto da un Ente, definito nelle traduzioni in italiano col termine "Dio" e l'autore ispirato, in quel modo di descrivere, con quel "Dio", intende definire la potenza assoluta e superiore a ogni altra da cui deriva ed è delegata ogni potenza, vale a dire ciò che si può definire in ebraico con la sequenza delle lettere 1° = e 12° = dell'alfabeto ebraico, ossia "'El" .
Tali due lettere, lette come ideogrammi, danno luogo a pensare alla "origine di della potenza ", quindi, alla causa prima di ogni potenza. ("Parlano le lettere").

Il numero 1+12, tra l'altro, in parallelo al Regno che attende attuazione sulla terra, Regno che dovrebbe far specchio a quello dei Cieli, trova una sua esplicitazione e attuazione concreta con l'esistenza, voluta da Dio, delle 12 tribù d'Israele alla sequela, appunto, del Dio Unico e con la chiamata, nei Vangeli, dei 12 apostoli da parte del Signore Gesù, il Cristo.
È però da tenere presente che tra quei 12 Gesù, che non poteva non sapere, chiamò a partecipare anche uno che si manifesterà essere un traditore.

Il termine "'Elohim" del testo ebraico che è tradotto con "Dio", la "'El" è però presente con una desinenza che pare un plurale "forse" per dire "Il Dio degli dei" e pur se quel nome è di solito coniugato con verbi al singolare, accade che alcune volte è coniugato al plurale, come nel caso della creazione dell'uomo in Genesi 1,26 ove è scritto "Facciamo l'uomo a nostra..." (Genesi 1,26)
Tale nome "'Elohim" , infatti, se si leggono le lettere dell'alfabeto ebraico, come icone, può dar luogo all'idea di "Unione delle Potenze per aprire l'esistenza della Vita ".

Quella parola ha la stessa forma ugaritica "'l-h-m", che come l'ebraico non ha lettere per le vocali, vocalizzata come "Elohim", col significato di dei o magistrati, usata per i figli di "El", divinità cananea.
Con lo stesso termine di "'Elohim" nella Tenak, peraltro, sono definiti anche dei e potenti, eroi e semidei di cosmogonie pagane ad esempio egiziane, insomma "le divinità" o uomini che si propongono come dei.
Ad esempio, nei Salmi 8,6 e 138,1 "'Elohim" è riferito ad angeli, a giudici nel Salmo 82,6, a un essere potente - il fantasma di Samuele - in 1Samuele 28,13 e a "dei" nel versetto Isaia 41,23 "Annunziate quanto avverrà nel futuro e noi riconosceremo che siete dèi (Elohim )."

Nel libro dei Numeri 33,3-4 i potenti egiziani sono degli "'Elihem", infatti, è scritto:

"Partirono da Ramses il primo mese, il quindici del primo mese. Il giorno dopo la Pasqua, gli Israeliti uscirono a mano alzata, alla vista di tutti gli Egiziani, mentre gli egiziani seppellivano quelli che il Signore aveva colpiti tra di loro, cioè tutti i primogeniti, quando il Signore aveva fatto giustizia anche dei loro dei."

E per "i loro dei" è usato ed era morto anche il primogenito del Faraone che come tale era da annoverare tra i figli di Ra.
Ovviamente in tal caso con le lettere come icone è da leggere in senso relativo come "uno che potente è nel mondo tra i viventi ".
Il Creatore, che per l'ebraismo è un'unità assoluta, per contro è immaginato in modo antropomorfico come il Re del Regno superiore che, però, come i re della terra, ha una corte con tutta un'assemblea da lui presieduta di potenti del regno con cui condivide decisioni importanti.
Si trova, infatti, "Michea disse: Per questo, ascolta la parola del Signore. Io ho visto il Signore seduto sul trono; tutto l'esercito del cielo gli stava intorno, a destra e a sinistra." (1Re 22,19)

Guardiani del trono sono quattro serafini, definiti i quattro esseri viventi dal libro dell'Apocalisse, come risulta combinando i seguenti versetti:

  • Isaia 6,2 - "Attorno a lui stavano dei serafini, ognuno aveva sei ali; con due si copriva la faccia, con due si copriva i piedi e con due volava. Proclamavano l'uno all'altro: Santo, Santo, Santo è il Signore degli eserciti. Tutta la terra è piena della sua gloria."
  • Apocalisse 4,8 - "I quattro esseri viventi hanno ciascuno sei ali, intorno e dentro sono costellati di occhi; giorno e notte non cessano di ripetere: Santo, santo, santo il Signore Dio, l'Onnipotente, Colui che era, che è e che viene!"
Il fatto che la prima parola della Bibbia, in ebraico, "Ber'ashit", "In principio" ha portato a considerare che quello possa non essere stato il primo atto creativo e nella cultura ebraica, essendo importante il ruolo delle lettere, come abbiamo visto, gli antichi maestri si sono domandati perché il testo fondamentale dell'ebraismo, la Torah, non ha inizio con la prima lettera del loro alfabeto, la "'alef" corrisponde al numerale "uno" e hanno elaborato anche il seguente "midrash": "La 'alef protestò al cospetto del trono divino e disse alla presenza di Dio: Signore del mondo, io sono la prima delle lettere, eppure tu non hai creato il tuo mondo cominciando da me. Rispose Dio: Il mondo intero e tutto ciò che esso contiene è stato creato solo per merito della Torah, ma verrà il giorno in cui io verrò sul monte Sinai a elargire la Torah e allora la farò cominciare con te. Perché è scritto: Io sono il Signore Dio tuo!"

Così, con la lettera "'Alef" , iniziano i 10 comandamenti, detti anche le 10 parole, in quanto lì il discorso apre con un "'Anochi" che corrisponde a "Io sono": "Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d'Egitto, dalla condizione servile..." (Esodo 20,2)

Sul fatto che Dio abbia guardato nella Torah c'è un altro midrash: "È normale che quando un re umano costruisce un palazzo egli non lo costruisca in base alla propria saggezza, ma in base a quella dell'artista. L'artista poi, non lo costruisce in base alla propria saggezza, ma ha progetti e documenti che gli dicono come fare stanze e come fare corridoi. Il Santo Benedetto Egli Sia ha fatto lo stesso. Ha guardato nella Torah ed ha creato il mondo". (Bereshit Rabbà)

La lettera "bet" = = 2 d'inizio di quel "Ber'ashit" può far presumere che fu prima creato dell'altro, almeno la Torah stessa, in quanto, essendo per i maestri d'Israele il nome completo di Dio, era prima che il mondo fosse.
Nel Talmud vi sono spunti midrashici che portano a pensare a una ripresa di creazione di cui Dio non era soddisfatto, quindi a un ri-creare da un caos iniziale con l'imposizione di ordine a forze contrapposte ("Bereshit Rabbah" 3,7).

La stessa assemblea celeste sarebbe in un continuo divenire in quanto: "Il Santo, benedetto Egli sia, crea ogni giorno una compagnia di nuovi angeli, ed essi cantano una nuova canzone davanti a Lui e svaniscono." (Bereshit Rabbah 78,1; Eikhah Rabbah 3,23)
Convinzione generale è poi che l'invio del Messia era nel piano del Creatore fin dalla nascita dell'Universo, come propone il Talmud: "Sette cose furono create prima che il mondo fosse: la Torah, il pentimento, il Paradiso, Gehinnom, il Trono della Gloria, il Tempio, e il nome del Messia" (Pesiqta 54a) e "Il Re Messia nacque fin dall'inizio della creazione del mondo, perché è entrato nella mente (di Dio), prima ancora della creazione del mondo." (Pesiqta Rab 152B)

Il che fa presumere che l'idea della creazione fosse quella dell'incarnazione.
Quell'Ente, "'Elohim" è da presumere che fosse stato già costituito da colui che è la Corona del Regno, dall'emanatore d'ogni esistenza, dal Dio Unico, il tre volte Santo - Padre, Figlio la Parola o Verbo e Spirito Santo ossia la Sapienza - per gestire e portare in porto il progetto, la Torah.
Lo spirito della Torah avrebbe dovuto incarnarsi nel nuovo creato in un essere libero che avesse scelto di perseguire la perfezione, la santità e la rettitudine del Creatore, quello che la "Kabbalah" (tradizione ricevuta) pensa come "l'Adam Kadmon", l'archetipo, il fine dell'albero sefirotico, progetto intralciato da un nemico che poi istigò scelte errate da parte dell'umanità.

Il progetto, invero, sarà ripreso e attuato nella nuova creazione annunciata da Gesù Cristo, come accenna San Paolo: "Ed egli ha dato ad alcuni di essere apostoli, ad altri di essere profeti, ad altri ancora di essere evangelisti, ad altri di essere pastori e maestri, per preparare i fratelli a compiere il ministero, allo scopo di edificare il corpo di Cristo, finché arriviamo tutti all'unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, fino all'uomo perfetto, fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo." (Efesini 4,11-13)

Per soddisfare l'immaginario collettivo di quei tempi, pur conservando l'idea monoteistica, nel testo della Genesi, il Dio Unico per l'ebraismo, Uno e Trino per i cristianesimo, a imitazione delle cosmogonie dei popoli vicini con gli dei della Bellezza, del Timore, del Rigore, pare come immaginato dotato di una specie di "Consiglio della Corona", quel "'Elohim".
La questione nell'ebraismo è controversa tra quanto nel Talmud, ove vi sono accenni sugli angeli creati nel secondo giorno della creazione e una formazione del Consiglio della Corona con un atto primigenio, con l'inserimento di creature angeliche, i vigilanti, dotati delle necessarie deleghe di potere, quali ministri del regno, infatti, nel libro di Daniele si legge... "Così è deciso per sentenza dei vigilanti e secondo la parola dei santi." (Daniele 4,14)
Questi vigilanti, secondo il pensiero proprio dell'autore dell'ultimo libro del Nuovo Testamento, ossia dell'Apocalisse (4,4), alla fine dei tempi sederanno su 24 seggi, infatti, "Attorno al trono c'erano ventiquattro seggi e sui seggi stavano seduti ventiquattro anziani avvolti in candide vesti con corone d'oro sul capo."

Samuel ben Meir (1085-1158) noto come Rashbam (acronimo di RAbbi SHmuel Ben Meir), nipote di Raschi e altri sostengono che il termine "'Elohim" indica proprio gli angeli, esseri staccati dalla materia, dotati d'intelligenza che porta all'azione.
Quello però che alla fine dei tempi prospetta l'Apocalisse ovviamente sarà un Consiglio del tutto rinnovato!
È da presumere, infatti, che alla fine il Consiglio sarà formato da 24 risorti, in quanto definiti "anziani", 12 provenienti dalla prima alleanza, quindi personaggi dell'ebraismo - patriarchi, profeti e re, Davide compreso - a cui saranno aggiunti i 12 apostoli del Cristo, come ha promesso Gesù stesso in Matteo 19,28. (L'idea pare ispirata alle 24 classi di sacerdoti, che portano le preghiere davanti a Dio, Apocalisse 5,8).
È là presunto che questi alla fine sostituiranno il primitivo cerchio di 12 creature angeliche con i poteri delegati e tale evento è indicato dall'Apocalisse tra gli atti finali che risolvono i destini a favore dell'uomo superando motivi dell'ostilità verso l'umanità che la tradizione pensa essersi manifestata da una parte di schiere angeliche capeggiate dal famoso Lucifero che non conveniva con quel progetto.
Dello stesso parere di Lucifero evidentemente era, ma vi aderiva in segreto, il delegato del Consiglio che monitorava la Giustizia ai fini di un Giudizio, Satana, un emissario di Lucifero; al riguardo, rammento la scena, immaginata ovviamente nei cieli, di quella assemblea celeste, narrata succintamente nel Libro di Giobbe 1,6-8 che riferisce questa situazione e circostanza: "Ora, un giorno, i figli ("beni" ) di Dio ( "'Elohim") andarono a presentarsi al Signore e anche Satana andò in mezzo a loro. Il Signore chiese a Satana: Da dove vieni? Satana rispose al Signore: Dalla terra, che ho percorso in lungo e in largo. Il Signore disse a Satana: Hai posto attenzione al mio servo Giobbe?", scena, che si ripete al capitolo 2,1-3.

Quelle potenze del Consiglio della Corona avevano dentro = l'energia = delegata dall'Essere = vale a dire dal Creatore, quindi, in senso traslato con un pensiero antropomorfico erano figli "beni" ; s'arguisce però che quanto in termini umani è definito il "ministero della Grazia", vale a dire della Misericordia, non fu delegato, ma restò nella gestione diretta della Corona stessa.
Proprio lo stesso termine ebraico "'El" , costituito dalla 1a e dalla 12a lettera dell'alfabeto ebraico, suggerisce una Assemblea ristretta della Corona, quindi del Dio Unico e di 12 potenze angeliche cooptate per vari ministeri delegati; in termini ingegneristici il Consiglio della Corona perciò era il "Gruppo di Progetto" che gli dava attuazione e nel contempo il "Controller", presieduto ovviamente dalla Presidenza, la SS Trinità, che dava l'input creativo.

Il racconto dei Vangeli, con un traditore nell'assemblea dei 12 apostoli, fa intuire, infatti che, del pari, nell'assemblea degli "'Elohim" in cielo vi fosse un infiltrato astutissimo, di cui Dio sa, ma di cui Dio deve dimostrare pubblicamente l'inettitudine con una prova inconfutabile, pagando peraltro anche col sacrificio diretto del Figlio per la fiducia accordata nel tentativo di salvare l'unità.
Il testo del libro della Genesi, al capitolo 1 informa dell'attività creativa portata avanti da quel Consiglio nel periodo indeterminato, suddiviso in sette fasi, definite "giorni", ma non solari, in quanto dettati dalla luce primigenia che come vedremo fu creata il 1° "giorno", mentre il sole lo fu al 4°.

Nei primi tre versetti del capitolo 2 dello stesso libro, poi si trova scritto: "Così furono portati a compimento il cielo e la terra e tutte le loro schiere. Dio, nel settimo giorno, portò a compimento il lavoro che aveva fatto e cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro che aveva fatto. Dio benedisse il settimo giorno e lo consacrò, perché in esso aveva cessato da ogni lavoro che aveva fatto creando."
In effetti, quel "Così" non c'è nel testo della Tenak o Bibbia ebraica e quel "compimento" può anche tradursi con "terminare" e quanto è stato tradotto con "schiere", in effetti, è al singolare, quindi un'unica sola schiera.

Ecco che la traduzione nei testi ebraici è: "Furono terminati il cielo e la terra e tutta la loro schiera. Dio terminò al settimo giorno la sua opera che aveva eseguito e si astenne al settimo giorno da tutta la Sua opera che aveva eseguito. Dio benedisse il settimo giorno e lo santificò, poiché in esso si astenne da tutta la Sua opera che Dio aveva creato per fare."

In definitiva quella in Genesi 2,1-2 piuttosto che una dichiarazione di "fine dei lavori" per quel "si astenne" pare essere piuttosto una semplice "sospensione" da parte del Consiglio della corona del Regno che evidentemente il Creatore aveva istituito quale Gruppo di Progetto prima della creazione.
Del resto quanto è tradotto con "la sua opera", è "mela'kettu", quindi , plurale di "mel'akah" lavoro, appunto, "i suoi lavori".
Appare, infatti, la parola "schiera" "tseba'am" e la "Da'at Mikrà" (Mikrà in ebraico indica le "Sacre Scritture" e vuol dire "lettura") spiega che ciò implica l'esecuzione obbligatoria di un'azione o di un servizio da parte di soggetti sacri o profani, di creature celesti o terrene.

Considerato valido il principio ribadito nella preghiera cristiana del Padre Nostro insegnata da Gesù: "...sia fatta la Tua volontà come in cielo così in terra..." (Matteo 6,10), ne consegue che la schiera degli uomini della terra è immagine perfetta delle schiera degli angeli del cielo. È poi da ricordare che le lettere che si trovano in "lavoro" "mel'akah" portano a ricordare (ove = a fine parola) con vocalizzazione "mal'ak" indicano "l'inviato, l'ambasciatore, l'angelo".
Quei versetti, all'inizio di Genesi 2, hanno così il senso di voler indicare che fu comunque conclusa una fase della creazione, quella della schiera del creato nel suo insieme, con due realtà separate e parallele, con all'apice angeli in cielo e uomini sulla terra, angeli comunque i secondi in carne ed ossa, e ciò è sottolineato a cura sempre del soggetto creatore, nominato nel brano da Genesi 1 fino a Genesi 2,3 sempre e soltanto come "'Elohim" , in forma di plurale, come anticipato, che comprende tutte le potenze proprie del "Creatore".

In definitiva chi si astenne da sviluppi del progetto fu proprio "'Elohim", vale a dire l'insieme dell'assemblea celeste delegata, il "Consiglio della Corona" che nel suo assieme non fece altro dopo quei primi sei giorni e si riposò nel settimo.
Pare proprio, però che quell'assemblea nel suo complesso, evidentemente su decisione della Corona, sospese i lavori.
Il Creatore in persona, però, continuò l'attività della creazione per portare a buon fine l'opera, infatti: "Il mio aiuto viene dal Signore, che ha fatto cielo e terra... non si addormenterà il tuo custode. Non si addormenterà..." (Salmo 121,2-4)

Quella del Consiglio della Corona invece fu proprio una sospensione, perché il creato sotto ai nostri occhi appare in divenire e la storia non è pacificata, vale a dire il "tutto" non è interamente compiuto, ma è in corso d'opera.
A portare a interpretare in tal modo la situazione del creato sta che c'è morte e entropia con la corruzione e il decadimento nonché l'odio tra gli uomini, quindi, non è ancora pronto il Regno di Dio, il Suo "malkut" e questo Regno, atteso nella storia della salvezza, è oggetto d'invocazione, da parte dei cristiani nel "Padre Nostro" ove si chiede "...venga il tuo Regno...".

Si perviene così alla conclusione che il Creatore, l'Artefice, il Progettista è impegnato a seguire il progetto finché non sia condotto completamente in porto, come d'altronde avviene anche per ogni serio progetto terreno e un tale comportamento nei progetti ingegneristici è usuale per affrontare gli imprevisti in corso d'opera, ma nel caso della creazione del cielo e della terra, essendo il Creatore onnisciente e onnipotente, imprevisti non possono emergere, ne consegue allora che la decisione di monitorare e intervenire nel progetto in corso d'opera è da attribuire all'aver lasciato dei margini di libertà e di fiducia in soggetti creati in cielo e in terra cui è stato delegato un qualche potere.
La lettera ai Romani, infatti, interpreta evidentemente in una "sospensione" quella Sacra Scrittura, perché sostiene: "L'ardente aspettativa della creazione, infatti, è protesa verso la rivelazione dei figli di Dio. La creazione, infatti, è stata sottoposta alla caducità - non per sua volontà, ma per volontà di colui che l'ha sottoposta - nella speranza che anche la stessa creazione sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio... la creazione geme e soffre le doglie del parto fino ad oggi." (Romani 8,19-22)
Gesù, peraltro, come ho esordito, iniziò la missione terrena annunciando "...il Regno di Dio è vicino..." (Marco 1,15) ed ebbe modo di parlare con gli apostoli della "...nuova creazione..." (Matteo 19,28)
Tutto ciò, peraltro, è in linea con gli insegnamenti del Catechismo della Chiesa Cattolica, come si evince dai seguenti articoli:

302 - La creazione ha la sua propria bontà e perfezione, ma non è uscita dalle mani del Creatore interamente compiuta. È creata "in stato di via" (in statu viae) verso una perfezione ultima alla quale Dio l'ha destinata, ma che ancora deve essere raggiunta. Chiamiamo divina provvidenza le disposizioni per mezzo delle quali Dio conduce la creazione verso questa perfezione. Dio conserva e governa con la sua provvidenza tutto ciò che ha creato, "essa si estende da un confine all'altro con forza, governa con bontà eccellente ogni cosa" (Sapienza 8,1). Infatti "tutto è nudo e scoperto agli occhi suoi" (Ebrei 4,13), anche quello che sarà fatto dalla libera azione delle creature.

307 - Dio dà agli uomini anche il potere di partecipare liberamente alla sua provvidenza, affidando loro la responsabilità di soggiogare la terra e di dominarla. In tal modo Dio fa dono agli uomini di essere cause intelligenti e libere per completare l'opera della creazione, perfezionandone l'armonia, per il loro bene e per il bene del loro prossimo. Cooperatori spesso inconsapevoli della volontà divina, gli uomini possono entrare deliberatamente nel piano divino con le loro azioni, le loro preghiere, ma anche con le loro sofferenze. Allora diventano in pienezza "collaboratori di Dio" (1Corinzi 3,9) e del suo Regno.

Esaminiamo le cause che richiesero una ripresa dei lavori e proviamo a cercare di capire da parte di chi.

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