BibbiaWeb.net - di Alessandro Conti Puorger

Decriptare la Bibbia - di Alessandro Conti Puorger Autore   Contatti    Cerca      Home     
BibbiaWeb 2016  
Decriptare le lettere parlanti delle sacre scritture ebraicheRicerche di verità - Clicca qui per consultareParlano le lettere
Cerca negli articoli
Consulta le rubriche
  Lettere ebraiche
    e codice Bibbia
  Decriptazione Bibbia
  Attesa del Messia
  Vangeli
    e Protovangeli
  Ricerche di verità
  Racconti
    a sfondo biblico
  San Giuseppe

Decriptare la Bibbia
  Tutti gli articoli
  Indice
     brani decriptati
  Articoli più letti

 

ATTESA DEL MESSIA...

 
DAL DESERTO AL GIARDINO

di Alessandro Conti Puorger
 
 

    parti precedenti:

PROGETTO IN CORSO D'OPERA »
IL MISTERO DEL MALE »
GUARDIAMO ALLE ORIGINI »
LA RIPRESA DEI LAVORI »
LA LUCE DEI PRIMI GIORNI »

IL SEME DELLO STRANIERO
Dalla lettura del capitolo 2 del libro della Genesi si può concludere che la prima moglie destinata a essere madre dell'umanità, dall'uomo fu chiamata "Donna", che in ebraico significa anche "Moglie" , "'isshah", infatti, così è scritto: "La si chiamerà donna, perché dall'uomo è stata tolta." (Genesi 2,23)
Questa "Donna o Moglie" però, dopo che la prima coppia ebbe peccato, sentita la sentenza del Signore che l'uomo ricevette per aver fallito dando ascolto alla consorte (Genesi 3,17), dal marito fu chiamata con un nome nuovo, come a dire non sei la moglie che m'aspettavo: "L'uomo chiamò sua moglie Eva, perché ella fu la madre di tutti i viventi". (Genesi 3,20)

Il nome nuovo fu "Chavvah" detta comunemente Eva che viene dallo stesso radicale da cui proviene vita e vivente "chai" .
Non sarebbe stata madre degli uomini, ma di esseri viventi.
La prima volta che fu usato quel termine, "esseri viventi", fu nel versetto Genesi 1,28 quando "Dio li benedisse e Dio disse loro: Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra e soggiogatela, dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente che striscia sulla terra."
Vi è un evidente voluto accostamento degli "esseri viventi" ai serpenti con quel verbo che il testo usa per strisciare.
La seconda volta l'espressione "essere vivente" fu impiegato al momento della creazione dell'uomo: "Allora il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente" (Genesi 2,7), vale a dire e ricevette il respiro "nofoesh" come gli animali, ma non solo quello, infatti, non è soltanto un essere vivente "nofoesh chaiiah" con tale unica anima che da il respiro come a un animale, ma in lui c'è anche, come ho sottolineato in quel versetto Genesi 2,7, un alito di vita particolare che in ebraico è il "nishemat chaiim" , speciale dono di Dio dato con atto esclusivo all'uomo e che lo rende speciale.
L'uomo perciò ha anche un'anima celeste, "nishemat" e quella vita che aveva soffiato il Signore è una vita speciale "chaiim" pur se s'innesta su un animale se si pensa a Darwin che propone originato da primati.
In ebraico, infatti, vita è "chai" , mentre "chaiim" che termina con la desinenza è un plurale e ha anche in sé anche un raddoppio della iod come ad indicare un raddoppio d'esistenza , segnale così di un plurale duale, come di una doppia vita... profezia di risurrezione!
Questo segnale di vita raddoppiata si trova anche in Genesi 2,9 proprio quando il testo dice dell'albero della vita che il Signore piantò al centro del paradiso terrestre, ove per albero della vita è scritto "e'ts chaiim".
I nostri progenitori, sottoposti all'unica prova predisposta col diniego di mangiare dell'albero della conoscenza del bene e del male, ne mangiarono e fallirono onde entrambi i semi del bene e del male furono nella coppia, come entrato nel DNA pronto a essere passato alla discendenza.
La prima coppia fu scacciata dal paradiso terrestre e il Signore decretò in Genesi 3,19 che l'uomo tornasse alla polvere da cui era stato estratto.
L'uomo si vedeva così preclusa la seconda esistenza.
Ecco che allora fu che l'uomo chiamò la moglie Eva madre di tutti i viventi e non fonte di vita vera e completa come a dire: madre di chi ha "chiusa l'esistenza (solo a quella) nel mondo ".
Subito dopo, infatti, c'è il commento del "Signore Dio" che "disse: Ecco, l'uomo è diventato come uno di noi quanto alla conoscenza del bene e del male. Che ora egli non stenda la mano e non prenda anche dell'albero della vita , ne mangi e viva per sempre!" (Genesi 3,22) ossia non mangi dell'albero della risurrezione restando eternamente col seme malvagio.
Ciò, a riprova in definitiva che la vita che dava quell'albero era come quella che aveva dato Dio stesso e che aveva deciso di sospendere.
Il capitolo 4 del libro della Genesi, poi, subito dopo informa degli effetti di quel seme con la storia dei primi figli della coppia - Caino e Abele - e di come Caino uccise il fratello, onde si conclude che il primo frutto dell'aver mangiato di quell'albero fu un fratricidio, ossia l'entrata nel mondo della morte.
Tutti i discendenti di Eva, quindi l'umanità intera, ha di conseguenza in sé come una malattia genetica che impedisce lo sviluppo completo dall'uomo secondo l'originario disegno di Dio.
Il Signore scelse la via della misericordia, cioè trovare il modo di salvare il progetto ri - innestando la vita angelica e la risurrezione.
Occorre perciò uscire dalla filiazione di Eva ed avere una nuova madre!
Chi è la madre dell'uomo se non Dio stesso?
Occorre che Dio ci faccia vedere il suo volto!
La visione faccia a faccia fu, infatti, preclusa a Mosè come evidenzia il seguente passo del libro dell'Esodo in cui Dio gli disse: "Farò passare davanti a te tutto il mio splendore e proclamerò il mio nome: Signore, davanti a te. Farò grazia a chi vorrò far grazia e avrò misericordia di chi vorrò aver misericordia. Soggiunse: Ma tu non potrai vedere il mio volto, perché nessun uomo può vedermi e restare vivo. Aggiunse il Signore: Ecco un luogo vicino a me. Tu starai sopra la rupe: quando passerà la mia Gloria, io ti porrò nella cavità della rupe e ti coprirò con la mano finché sarò passato. Poi toglierò la mano e vedrai le mie spalle, ma il mio volto non lo si può vedere." (Esodo 33,19-23)
La visione faccia a faccia implica l'idea del momento fondante, quello del soffio iniziale di Dio nelle narici del primo uomo, con l'infusione dello Spirito eterno.
Il volto di Dio è il volto di Cristo e chi lascia morire l'uomo vecchio nel battesimo riceve lo Spirito dell'uomo nuovo; questa è la dottrina cristiana.

Nel Salmo 80 per 3 volte ai versetti 4, 8 e 20 risuona "Rialzaci, Signore, nostro Dio...", "Rialzaci, Dio degli eserciti...", "Rialzaci, Signore, Dio degli eserciti..." con l'invocazione "fa' splendere il tuo volto e noi saremo salvi...", con un crescendo che passa dall'invocare "'Elohim", a "'Elohim sebaot", e infine per ultimo a "IHWH 'Elohim sebaot", invocazione che chiede che il Signore si manifesti col suo volto, "panoeik" , cioè in persona e lo faccia splendere "ha'er" ossia mandi la sua luce "'eor" , quella che crea e fa nuovi, per ricreare l'umanità.
È una preghiera per la rinascita di Israele e nasconde una pagina messianica.
(Vedi: "I Cherubini annunciano la venuta dell'Agnello")

In quel "saremo salvi" s'intravede il nome di Gesù che salva.
Nel Vangelo di Giovanni, infatti, al capitolo 3 disse Gesù a Nicodemo "In verità in verità io ti dico, se uno non nasce dall'alto, non può vedere il regno di Dio" (3,3) e Nicodemo replicò "Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?" (3,4b) ("In verità in verità vi dico", peraltro, è un particolare modo di sottolineare la veridicità di un'affermazione usato 25 volte da Gesù Cristo nei Vangeli.)
Il grembo della madre è l'utero, che in ebraico si scrive e si dice "rachem".
Le lettere relative informano che è un "corpo che racchiude la vita " e è un "corpo che racchiude acqua ".
Le stesse lettere indicano anche "misericordia", infatti è ben difficile trovare chi è più misericordiosa di una madre e Dio è proprio come una madre ed ha viscere di misericordia!

Dice, infatti, il Signore in Geremia 31,20 "Non è forse Èfraim un figlio caro per me, un mio fanciullo prediletto? Infatti, dopo averlo minacciato, me ne ricordo sempre più vivamente. Per questo le mie viscere si commuovono per lui, provo per lui profonda tenerezza. Oracolo del Signore" ove le parole in grassetto in ebraico sono "rachem 'rachemoenu" indi si commuove il suo utero.
In un passo del profeta Isaia (49,15) poi l'accostamento tra l'utero di Dio, la sua tenerezza con quello di una madre è palpabile; dice, infatti, il Signore: "Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se costoro si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai", ossia per allegoria il Signore ha un utero materno e atti di misericordia i "racemi" sono un plurale accrescitivo di "rahem", quindi, "uteri" onde la misericordia di Dio è simile a un "grande utero", un'unione infinita di tanti seni materni, vale a dire una bontà e una tenerezza infinita.
A immagine e somiglianza sua un utero come il suo era stato donato per creare figli di Dio nel mondo alla prima coppia, l'Adam voluto da Lui, ed in particolare era stato posto nella "Moglie", la "Donna" di quella coppia, che non fu considerata degna di proseguire nell'incarico, perché aveva tradito l'alleanza, onde i suoi sono tutti figli degeneri non riconosciuti.

Benedetto XVI nel suo libro "Dio e il mondo" pone in evidenza che " Dio è Dio. Non è né uomo né donna, ma è al di là dei generi. È il totalmente Altro. Credo che sia importante ricordare che per la fede biblica è sempre stato chiaro che Dio non è né uomo né donna ma appunto Dio e che uomo e donna sono la sua immagine. Entrambi provengono da lui ed entrambi sono racchiusi potenzialmente in lui. Tanto per incominciare dobbiamo dire che, se è vero che effettivamente la Bibbia ricorre nell'invocazione delle preghiere all'immagine paterna, non a quella materna, è altrettanto vero che nelle belle metafore di Dio gli attribuisce anche caratteristiche femminili. Quando ad esempio si parla della pietà di Dio, non si ricorre al termine astratto di pietà, appunto, ma a un termine gravido di corporeità, 'rachamim', il grembo materno di Dio, che simboleggia appunto la pietà. Grazie a questa parola viene visualizzata la maternità di Dio anche nel suo significato spirituale. Tutti i termini simbolici riferiti a Dio concorrono a ricomporre un mosaico grazie al quale la Bibbia mette in chiaro la provenienza da Dio di uomo e donna. Ha creato entrambi. Entrambi sono conseguentemente racchiusi in lui - e tuttavia lui è al di là d'entrambi."

Dio preparava una nuova "Donna" in sostituzione di Eva per dar luogo alla nascita attesa.
In questo modo il Vangelo di Giovanni annuncia la venuta dell'uomo nuovo, figlio di una "Donna" e figlio di Dio: "Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però l'hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati." (Giovanni 1,12s)

Fu così che nacque "Il figlio dell'Uomo", per opera dello Spirito Santo, da una "Donna" che gli fu madre "'am" in ebraico.
"...fu accolto come ospite il Signore che è venuto tra la sua gente, ma i suoi non l'hanno accolto. A quanti però l'hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio; in tal modo ha adottato dei servi rendendoli fratelli, ha riscattato dei prigionieri costituendoli suoi coeredi." (Su Marta dal Discorso 103 di Sant'Agostino)

Il Vangelo di Giovanni è particolarmente sensibile verso questa tematica, infatti, subito dopo gli inizi, alla fine del capitolo 2 nell'incontro con Natanaele, Gesù conclude il colloquio definendosi Figlio dell'Uomo: "...gli disse: In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell'uomo". (Giovanni 1,51) Per "Figlio dell'uomo" è da intendere il figlio atteso da "'Adam", il nome che Dio dette alla prima coppia; infatti, si legge nel libro della Genesi 5,2 "maschio e femmina li creò, li benedisse e diede loro il nome di uomo nel giorno in cui furono creati." e quel nome fu assunto poi dal maschio della coppia, ma se si sta attenti al testo ebraico, Dio mai gli diede da solo quel nome, ma spesso invece risponde il maschio per entrambi.
Andiamo ora al capitolo 3 di quel Vangelo, all'incontro di notte di Gesù con Nicodemo, quando Gesù asserì:

  • (5) "In verità in verità ti dico, se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio."
  • (14b.15) "...bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna".
  • (21) "Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio."
Occorre che Dio ci faccia rinascere di nuovo.
Con "In verità in verità...", "'amen 'amen" Gesù subito ricorda di aver fede "'amunah" in Lui, infatti fede e verità in Lui vanno a braccetto nel senso che una equivale all'altra.
Con quel dire Gesù pare proprio proporre d'aderire all'idea che occorre rientrare dentro "l'utero" di Dio per ricevere di nuovo il Suo Santo Spirito.
Spirito, infatti, in ebraico è "ruach" ed è tale che nei "corpi si porta nascosto " onde il corpo dell'uomo è la guaina dello spirito, perciò rientrando in Dio si è rigenerati e si riceve di nuovo l'adozione a figli "ben" in quanto nuovamente abbiamo "dentro l'energia ", la "nishmat" vale a dire, "l'energia del Nome che ci segna ", l'anima rinnovata pulita come quella che fu data all'origine della creazione dell'uomo in Genesi 2,7.
Per ottenerla occorre la grazia del perdono che s'ottiene per mezzo di Cristo Gesù, grazia che viene dall'alto con acqua "maim" e Spirito, "ruach" .
Ora, spirito e acqua è come ricordare, appunto, l'utero "rachemim" di Dio che per amore ci ha generato una prima volta.
Sulla croce Gesù emise il suo spirito "ruach" e versò acqua "maim" , annunciava così, grazie a lui, la presenza nel mondo dell'utero "rachemim" di Dio, disponibile per la salvezza, capace di generare figli di Dio simili "damah" a Lui, cioè dello stesso sangue "dam" versato in croce.

Sotto la croce c'è, infatti, la figura della madre che Gesù consegna al discepolo.
La madre ricorda l'utero da cui per opera dello Spirito Santo è nato Gesù, ed è immagine della Chiesa nata dal suo costato, segnale della misericordia di Dio, che da allora è oramai a disposizione di chiunque voglia avvicinarsi.
Occorre, infatti, aver fede in Lui.
Tutto il discorso con Nicodemo pone all'attenzione i termini di "verità" e di "credere", di conseguenza è esaltato il concetto di fede; Lui, Gesù, infatti, è l'Amen , cioè la verità che attesta Dio Padre ed è "...autore e perfezionatore della fede ("'amunah" )" (Ebrei 12,2)

Al capitolo 2, poi, quel Vangelo subito ci sorprende quando Gesù, durante l'episodio detto delle "nozze di Cana", alla madre che lo sollecitava d'intervenire, la chiamò "Donna", segno che l'evangelista sta focalizzando su di Lei l'attenzione per preparare l'evento della consegna a Lei della maternità di una umanità nuova per la "nuova creazione" nell'attesa del ritorno del Cristo risorto nella gloria.
Sotto la croce, infatti, Gesù nuovamente la chiamò "Donna" e fece quella famosa consegna e con quel gesto concluse la vicenda terrena; questo è il racconto: "Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: Donna, ecco tuo figlio! Poi disse al discepolo: Ecco tua madre! E da quell'ora il discepolo l'accolse con sé. Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: Ho sete. Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l'aceto, Gesù disse: È compiuto! E, chinato il capo, consegnò lo spirito." (Giovanni 19,25-30)

Maria diviene così icona della nuova assemblea della Chiesa universale ossia cattolica, dei chiamati da Dio per essere suoi figli, quindi fratelli di Gesù Cristo, figli per adozione di Dio Padre grazie allo Spirito Santo che viene donato alla nuova nascita col Battesimo che rende coeredi di Cristo, infatti: "Lo Spirito stesso attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo." (Romani 8,16s)
I battezzati vengono così a partecipare alla Santa Famiglia di Nazaret.
(Vedi: "Il primo matrimonio col Signore")

È Lei, infatti, Maria, sposa di Giuseppe, la vergine di Nazaret da cui ad opera dello Spirito Santo nacque Gesù, la madre attesa, icona della Chiesa, madre di tutti i cristiani, come d'altronde in sintesi asserisce il Catechismo:

963 - ...la Vergine Maria è riconosciuta e onorata come la vera Madre di Dio e del Redentore. Insieme però è veramente Madre delle membra di Cristo, perché ha cooperato con la sua carità alla nascita dei fedeli nella Chiesa, i quali di quel Capo sono le membra. Maria, Madre di Cristo, Madre della Chiesa.

966 - Ella è nostra Madre nell'ordine della grazia.

È la madre "'am" (ove = ) nostra "nu" , in ebraico "'amenu" ossia è lei che alla fede "'amunah" ( = ) conduce e "alla verità conduce ".

È opportuno ricordare che in ebraico "verità" si dice anche "'emet" o "'oemoet".
Nella scrittura in rabbino quadrato, scrittura dei testi sacri, si scrive , ma è tradotta nella Bibbia in italiano anche con "sicuro, certo, retto, verace".
È, quindi, parola molto vicina, perché proveniente dallo stesso radicale, all'altro termine "'amen" , "fede", tradotta spesso anche con "vero e verità, così è" da cui il nostro "così sia" ed ecco che quelle due parole "'amen" e "'emet" , grazie alle lettere si aprono a questi pensieri:
  • Maria "madre degli apostoli ";
  • Maria "madre del Crocifisso ".
È alla sequela di questa madre che si perviene alla Fede e alla Verità.
Negli scritti del Nuovo Testamento vari sono i brani che parlano di "uomo nuovo" e di "uomo vecchio", di creatura nuova e di rigenerazione:
  • "Ma quando apparvero la bontà di Dio, salvatore nostro, e il suo amore per gli uomini, egli ci ha salvati, non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua misericordia, con un'acqua che rigenera e rinnova nello Spirito Santo, che Dio ha effuso su di noi in abbondanza per mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro, affinché, giustificati per la sua grazia, diventassimo, nella speranza, eredi della vita eterna." (Tito 3,4-6)
  • "Sappiamo bene che il nostro uomo vecchio è stato crocifisso con lui, perché fosse distrutto il corpo del peccato, e noi non fossimo più schiavi del peccato." (Romani 6,6)
  • "...per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo..." (Efesini 2,15)
  • "Ma voi non così avete imparato a conoscere Cristo, se proprio gli avete dato ascolto e in lui siete stati istruiti, secondo la verità che è in Gesù, per la quale dovete deporre l'uomo vecchio con la condotta di prima, l'uomo che si corrompe dietro le passioni ingannatrici e dovete rinnovarvi nello spirito della vostra mente e rivestire l'uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella santità vera." (Efesini 4,20-24)
  • "Non è infatti la circoncisione che conta, né la non circoncisione, ma l'essere nuova creatura." (Galati 6,15)
  • "Sia benedetto Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che nella sua grande misericordia ci ha rigenerati, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una speranza viva." (1Pietro 1,3)
  • "Dopo aver purificato le vostre anime con l'obbedienza alla verità per amarvi sinceramente come fratelli, amatevi intensamente, di vero cuore, gli uni gli altri, rigenerati non da un seme corruttibile, ma incorruttibile, per mezzo della parola di Dio viva ed eterna." (1Pietro 1,22s)
  • "Se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove." (2Corinzi 5,17)
  • "Vi siete infatti spogliati dell'uomo vecchio con le sue azioni e avete rivestito il nuovo, che si rinnova, per una piena conoscenza, ad immagine del suo Creatore." (Colossesi 3,9s)
Nella "Lettera" detta di Barnaba, sulla "nuova creazione" si legge:

"...Il Signore, per mezzo della remissione dei peccati, ci fece creature nuove e innocenti come bambini. Ci diede una dignità singolare quando disse: Facciamo l'uomo a nostra immagine e a nostra somiglianza, domini sugli animali della terra, gli uccelli del cielo e i pesci del mare (Genesi 1,26). Riferendosi poi alla seconda creazione, da lui operata, disse ancora: Ecco che io faccio le ultime cose come le prime. Di questo stato di nuova creatura parla l'autore sacro quando afferma: Entrate nella terra dove scorre latte e miele e prendetene possesso (Esodo 33,3) Ecco allora che noi siamo stati formati una seconda volta. Lo afferma il profeta: Ecco, dice il Signore, strapperò da loro (cioè da quelli predestinati dallo Spirito divino) i cuori di pietra e vi metterò cuori di carne (Ezechiele 11,19). Per questo si fece carne e abitò fra noi. Da allora il nostro cuore è diventato tempio santo e dimora del Signore. In altro luogo il Verbo si domanda: Dove mi presenterò a Dio, mio Signore, per celebrarlo? E risponde: Ti celebrerò nell'adunanza dei miei fratelli e canterò a te nel mezzo della riunione dei santi (Salmo 21,23). Vedete che siamo noi quelli della terra promessa!"

Finisce qui questa mia meditazione sulla "nuova creazione" aiutato da idee che trovano sviluppo da un uso particolare delle lettere ebraiche dei testi ebraici.
Il motore furono i versetti di Isaia 65,17-18: "Ecco, infatti io creo nuovi cieli e nuova terra; non si ricorderà più il passato, non verrà più in mente, poiché si godrà e si gioirà sempre di quello che sto per creare, e farò di Gerusalemme una gioia, del suo popolo un gaudio."
Associata a tale profezia al versetto Isaia 66,22 c'è poi la promessa di eterna alleanza col nuovo Israele: "Sì, come i nuovi cieli e la nuova terra, che io farò, dureranno per sempre davanti a me - oracolo del Signore - così dureranno la vostra discendenza e il vostro nome."
Queste antiche profezie furono certamente una concausa per la produzione della letteratura apocalittica degli ultimi due secoli a.C. e furono raccolte e sviluppate nei testi del Nuovo Testamento a seguito delle vicende di Gesù di Nazaret.
Al riguardo basta pensare al libro dell'Apocalisse 21,11 che si chiude con la visione dei nuovi cieli e della nuova terra e lo stesso San Pietro nella 2 lettera al proposito scrive: "E poi, secondo la sua promessa, noi aspettiamo nuovi cieli e una terra nuova, nei quali avrà stabile dimora la giustizia." (2Pietro 3,13)

In appendice riporto, senza dimostrazione, la decriptazione, prodotta col mio metodo, dei due capitoli finali riguardanti i tempi messianici del libro del profeta Isaia, il 65 di 25 versetti e il 66 di 24 versetti.
Rispettivamente nei miei articoli "Sette sigilli e sette trombe - il giorno del Signore" e "Gerusalemme la città del gran re" presentai la decriptazione dimostrata dei versetti Isaia 66,1-2 e 66,6-7 a cui rimando.

vai alla visualizzazione stampabile di tutto l'articolo

  invia questa notizia ad un amico


									
Copyright © 2016 BibbiaWeb - Tutti i diritti riservati. Riproduzione vietata.
[Bibbia home][inizio articolo]  Tutti gli articoli di
  ATTESA DEL MESSIA...
[Bibbia home][inizio articolo]
 
DECRIPTARE LA BIBBIA - Le lettere del RE
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera jod
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera kàf
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera lamed
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera mèm

DECRIPTARE LA BIBBIA - Ala a destra del RE
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera nùn
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera samek
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera 'ajin
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera pè

DECRIPTARE LA BIBBIA - Ala a destra estrema
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera sade
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera qòf
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera resh
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera s'in e shìn

DECRIPTARE LA BIBBIA - Ala a sinistra del RE
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera wàw
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera zàjin
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera hèt
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera tèt

DECRIPTARE LA BIBBIA - Ala a sinistra estrema
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera bèt
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera ghimel
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera dalet
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera hè

DECRIPTARE LA BIBBIA - Il primo e l'ultimo
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera 'alef
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera taw


Bibbia Home | Autore | Perché Bibbiaweb? | Contatti | Cerca | Links
info@bibbiaweb.net  
Per i contenuti tutti i diritti sono riservati ad Alessandro Conti Puorger
BibbiaWeb

Alessandro Conti Puorger Alessandro Conti Puorger
Via Eleonora d'Arborea 30 - Roma - Italy

Realizzazione EdicolaWeb Edicolaweb.net
Via S. Maria a Cintoia 14/b - Firenze, Italy