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DECRIPTAZIONE BIBBIA...

 
LA SACRA SCRITTURA ANNUNCIA L'INCARNAZIONE

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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LA LINGUA DI DIO »

I PIÙ ANTICHI REPERTI DI SCRITTURA EBRAICA
La fragilità del materiale dei documenti biblici - papiri e pelli - ci ha privato dei più antichi testi del canone biblico.
Pur se il ritrovamento dei rotoli di Qumran ha colmato parzialmente il vuoto, spostando l'età del più antico testo ritrovato dal X secolo d.C. al I secolo a.C., il vuoto permane per i secoli precedenti.
Andando indietro, su com'era la scrittura di quei testi si può al massimo risalire ai tempi di David e di Geremia e questa può essere ricostruita solo con l'aiuto di documenti in materia dura: cilindri in pietra, timbri, sigilli, tavolette, frammenti di terraglia o "òstraka" sui quali si scriveva con l'inchiostro e con calami e steli.
Ritrovamenti principali di scrittura in materiali non flessibili sono avvenuti a Gabaon, Gezer, Tell Qasìleh, Lakish, Dhiban.

La scrittura ebraica antica non ha subito forti variazioni nel corso dei secoli come si constata dai:

  • 75 ostraca di Samaria segnanti gli acquisti di vino e olio per il palazzo reale di Geroboamo II (circa 760 a.C.);
  • quelli di Lakish (597-587 a.C.) antica città d'Israele seconda solo a Gerusalemme sulla fine del regno di Giuda, che ci dicono di riflesso com'era la scrittura ai tempi di Geremia e del suo segretario Baruk, sono 22 scritti "'ostrakon" di corrispondenza in paleo ebraico trovati nel corso delle campagne di scavo tra il 1932 e il 1938 dall'archeologo britannico James Leslie Starkey, decifrati e pubblicati dal prof. Naftali Herz Tur-Sinai e uno è stato scoperto nel 1966, forniscono importanti informazioni su la paleografia, ortografia, vocabolario e grammatica del ebraico antico.
Importante è l'iscrizione di Siloe, il cui testo racconta l'incontro dei due fronti di scavo, trovato inciso nel tunnel lungo 533 m detto di Ezechia perché da questo re fatto scavare all'incirca nel 700 a.C. per portare acqua dalla sorgente di Ghihon, fuori le mura di Gerusalemme, al pozzo di Siloam in Silo.


Iscrizione di Siloe e trascrizione

Il più importante reperto però proviene da Dhiban a nord dell'Arnon, oggi in Giordania ed è la "Stele di Mesa".
Quella che fino a qualche anno fa si riteneva il più antico esteso reperto di scrittura ebraica era, appunto, l'incisione sulla stele di Mesha, in basalto nero, alta 124 cm, larga 71 cm, spessa 35 cm e arrotondata in alto, scoperta nel 1868 nel sito archeologico dell'antica Dibone o Dhiban, databile attorno alla metà del IX secolo a.C., forse 840 a.C. e esposta dal 1873 a Parigi al Museo del Louvre.


Stele di Mesha esposta al museo del Louvre

È detta anche pietra moabita, perché inizia con: Io sono Meša, figlio di Kemoš[yat], re di Moab, di Dibon.
Mesa fu re di Moab nel IX secolo a.C. ed evidentemente fece erigere quella stele a propria gloria ed in onore del dio Kemosh o Chemos (citato in Numeri 21,29; Giudici 11,24; 1Re 11,7.33; Geremia 48,7.13) sulle vittorie contro Israele e contro Edom.
Su 34 righe, contiene la testimonianza di Mesha, re di Moab, su Omri, il terzo re d'Israele dopo Geroboamo, re d'Israele nel periodo 884-873 a.C. e su Acab, figlio di Omri, oppressori dei Moabiti, come risulta da 2Re 3.
Nella 4-5 riga si trova, infatti, chiaramente ricordato Omri, re d'Israele.


Sono pure menzionati vari luoghi biblici come Atarot e Nebo (Numeri 32,34), Dibon (Giosuè 13,9) e Bet-Diblataim (Geremia 48;22.24).
Quel reperto è il più antico riferimento extra-biblico sulla scrittura, ebraica antica e avvalora i racconti biblici.
La stele è scritta con una scrittura "ebraica" ed è un documento di grande importanza e interesse per lo studio di quella lingua e della formazione ed evoluzione dell'alfabeto ebraico.
È al riguardo, peraltro, da ricordare che la Bibbia fa discendere i Moabiti da Lot, nipote di Abramo, ed ecco che il moabita scritto sulla stele è un dialetto semita strettamente imparentato con l'ebraico biblico, quello usato proprio nei libri dei Giudici, di Samuele e dei Re con una grafia molto simile a quella israelita.
Guardandola, all'estrema destra della 18° riga si trova inciso il nome IHWH, il famoso Tetragramma Sacro, perché vi si dice che Mesha, da luoghi sacri per gli Israeliti saccheggiò dei vasi e li offrì al proprio dio Chemosh.
Datata come coeva alla stela di Mesha è l'iscrizione moabita da El-Kerak trovata in Giordania nel 1958, fatta incidere su basalto grigio-nero da Mesha o da suo padre Kemošyat.


Iscrizione moabita da El-Kerak

A questi importanti reperti moabiti le ricerche portate avanti in Israele hanno individuato i seguenti due importanti nuovi reperti utili per ricostruire la storia dello sviluppo della scrittura ebraica che indirettamente forniscono indicazioni sulle modalità oggettive di sviluppo della Torah.

A - Coccio di Khirbet Qeiyafa
Nel 2010 il professore Gershon Galil dell'Università di Haifa, decifrò una iscizione in inchiostro nero su un "'ostrakon" di anfora a forma di quadrilatero di lato di 15 cm datato attorno al 1000 a.C., scoperta in Israele nella valle di Elah, a Khirbet Qeiyafa che si trova circa al vertice ovest di un triangolo equilatero con base tra Gerusalemme e Hebron, proprio del periodo in cui in quella zona secondo la Bibbia Davide sconfisse Golia.
Su quel coccio, ripulito con cura, si sono trovate 5 righe di testo scritto però da sinistra a destra con solo i 4/5 dei 50 caratteri ben visibili in cui si riconoscono anche vari segni del proto ebraico.


Il contenuto tradotto dal prof. Galil suggerisce agli israeliti come si dovevano comportare con gli estranei e con i bisognosi quali orfani, schiavi e vedove, con comandamenti simili ai biblici, quali:
  1. Non dovresti far(lo), ma venerare il (Signore).
  2. Giudica gli schia(vi) e le vedo(ve), giudica gli orfa(ni)
  3. (e) gli estranei. Aiuta ("plead", perora a favore di) i neonati / aiuta i pove(ri e)
  4. le vedove. Riporta (riabilita i poveri) alle mani del re.
  5. Proteggi i pove(ri e) gli schiavi / (supporta) gli estranei.
Il testo è in lingua proto-cananea, usata da ebrei, filistei e da altre popolazioni della regione, ma con radici tipiche dell'ebraico e non di altre lingue semitiche, come 'asah per fece, "a'vad" per schiavi, "'almanah" per vedova, sono dette in modo diverso nelle altre lingue.
L'iscrizione è stata trovata in una piccola città dell'antica Giudea, onde molto ragionevolmente conclude il Galil; "Si può ora affermare che durante il X secolo a.C., durante il regno di re Davide, ci fossero scribi in Israele che erano capaci di scrivere testi letterari e complesse storiografie come il libro dei Giudici e i libri di Samuele".

B - L'alfabeto di Tell Zayit
È inciso su un masso calcareo trovato nel 2005 a 35 Km a sud ovest di Gerusalemme datato al più tardi alla fine del X secolo a.C., scritto da destra a sinistra e ha le lettere caratteristiche delle successive iscrizioni in ebraico. La faccia piana del masso che misura 37,5 cm x 27 cm x 15,7 cm di altezza, riporta l'alfabeto paleo ebraico su due linee:
  1. con le prime 18 lettere dell'alfabeto ebraico:
  2. con le altre 4 lettere .
Nonostante lo stretto periodo che distanzia - meno di un secolo - tra le due epigrafi del coccio di Khirbet Qeiyafa e dell'alfabeto di Tell Zayit pongono in evidenza che sia dovuta a al grande evento avvenuto nel X secolo in Giudea, dalla monarchia di David e poi di Salomone con la religione accentrata nel Tempio fucina di sacerdoti che provocarono il grande sviluppo della scrittura e stesero il testo della Torah come legge del Regno.

Dice al riguardo il libro del Deuteronomio in previsione dei futuri re, brano certamente aggiunto dai sacerdoti dopo la costruzione del Tempio: "Quando s'insedierà sul trono regale, scriverà per suo uso in un libro una copia di questa legge, secondo l'esemplare dei sacerdoti leviti. Essa sarà con lui ed egli la leggerà tutti i giorni della sua vita, per imparare a temere il Signore, suo Dio, e a osservare tutte le parole di questa legge e di questi statuti, affinché il suo cuore non s'insuperbisca verso i suoi fratelli ed egli non si allontani da questi comandi, né a destra né a sinistra, e prolunghi così i giorni del suo regno, lui e i suoi figli, in mezzo a Israele." (Deuteronomio 17,18-20)

Questa norma fa comprendere che potenzialmente ogni re, detentore per delega diretta di Dio del potere anche giudiziario con il consenso dei maggiori leviti avrebbe potuto integrare il libro della Legge.
È ritenuto che delle suddette raccolte fu proceduto da parte del clero di Gerusalemme a un'unificazione e a una generale revisione, che il sommo sacerdote Chelkia presentò poi al Re Giosia, e forse in ciò si nasconde il "ritrovamento del libro della legge " (2Re 23,25) al tempo (622 a.C.) di Giosia.

Il 2 libro dei Re ricorda come questo libro da molti regnanti fu ignorato e "ritrovato" ai tempi del re di Giuda Giosia e la sua rilettura provocò una profonda riforma religiosa: "Il sommo sacerdote Chelkia disse allo scriba Safan: Ho trovato nel tempio del Signore il libro della legge. Chelkia diede il libro a Safan, che lo lesse... Poi lo scriba Safan annunciò al re: Il sacerdote Chelkia mi ha dato un libro. Safan lo lesse davanti al re. Udite le parole del libro della legge, il re si stracciò le vesti." (2Re 22,8-11)

La dichiarazione di 2Re 22,8-11 che si trattava del libro della legge scoperto nel Tempio era formalmente vera, perché nel Tempio era stato elaborato dai sacerdoti sulla base d'elementi antichi.
Ciò comportò poi la redazione dei libri di Giosuè, Giudici, Samuele, Re in cui furono raccolti e rielaborati i più antichi scritti reperiti negli archivi regali.

Al tempo di Giosia, re di Giuda (640-609 a.C.), infatti fu dato corso ad una seria riforma della religione, sovvertita sotto Manasse ed Amon (687-640 a.C.) e fu normato il culto nel Tempio di Gerusalemme che nel 18° del regno, il 622 a.C., fu imposto come unico santuario legittimo, esaltando la Torah che fu (ri)codificata ed assunta come espressione globale della volontà di Dio.
A quel tempo la scrittura, però, era ancora con la forma antica delle lettere, simili, a quelle dell'iscrizione del re Mesa:


Questi segni sono intermedi tra i sinaitici e quelli elaborati al tempo di Qumran.
(Vedi: "Le 22 schede delle lettere ebraiche" e le schede da cliccare sulla destra delle pagine di questo mio Sito.)

Per cercare le forme di scritture precedenti a quelle della stele di Mesa è, quindi, giocoforza da guardare tra i segni delle scritture antiche - egiziana, sinaitica e d'altre vicine all'ebraica nell'area e nel tempo dell'evento "esodo".

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