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ATTESA DEL MESSIA...

 
IL REGNO DEI CIELI

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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RAPPORTO DI SUDDITANZA
Il rapporto di un uomo e di una donna, di qualsiasi luogo siano e qualunque credo professino, perché sia felice e duri a lungo occorre che nel suo svilupparsi s'istauri un certo equilibrio con una relazione fiduciaria che implica "amore", in quanto come dice un proverbio, se non viene dal cuore... maledetto chi me lo fa fare.
Questo del rapporto uomo donna è un utile paradigma per far comprendere anche le problematiche di un regno in cui tra popolo e re se non c'è un rapporto di alleanza pressoché matrimoniale col tempo vi saranno slabbrature gravi e scontentezze con conseguenze rivolte, quali ripudi, colpi di mano che daranno luogo a atti di repressione e gravi contrasti.
Occorre, infatti, un rapporto che implichi reciproca fedeltà e se un re non la manifesta nei rapporti personali e con la propria famiglia come fa a rispettarla nei rapporti con il popolo?
La storia ci insegna che sotto tale aspetto ci sono sempre state gravi carenze dalla gran parte dei re della terra e che i migliori regni hanno certamente sempre avuto qualche pecca, in quanto si verifica poi che i re, anche i migliori, "usano il popolo" e la rivoluzione francese relativamente recente, con gli statuti dei regni europei del XIX e XX secolo ci ricordano l'esistenza di questa problematica antica, ma pervenuta a piena criticità in epoca moderna.

La Bibbia dà questo brano che riguarda le parole dette da Samuele a quelli che gli aveva chiesto un re fa trapelare chiaramente il pensiero del Signore sul rapporto di sudditanza in un regno terreno.

Disse: "Questo sarà il diritto del re che regnerà su di voi: prenderà i vostri figli per destinarli ai suoi carri e ai suoi cavalli, li farà correre davanti al suo cocchio, li farà capi di migliaia e capi di cinquantine, li costringerà ad arare i suoi campi, mietere le sue messi e apprestargli armi per le sue battaglie e attrezzature per i suoi carri. Prenderà anche le vostre figlie per farle sue profumiere e cuoche e fornaie. Prenderà pure i vostri campi, le vostre vigne, i vostri oliveti più belli e li darà ai suoi ministri. Sulle vostre sementi e sulle vostre vigne prenderà le decime e le darà ai suoi cortigiani e ai suoi ministri. Vi prenderà i servi e le serve, i vostri armenti migliori e i vostri asini e li adopererà nei suoi lavori. Metterà la decima sulle vostre greggi e voi stessi diventerete suoi servi. Allora griderete a causa del re che avrete voluto eleggere, ma il Signore non vi ascolterà." (1Samuele 8,11-18)

Ho evidenziato in grassetto quanto riguarda le donne in quei versetti, ove però non si parla di un'altra questione più delicata relativa proprio alle donne prese per i servizi di ogni tipo del re e della corte.
La società ebraica pare che ormai ammettesse la poligamia, nonostante che "da principio non fu così", considerata l'istituzione monogama di "divenendo una sola carne" in Genesi 2,24.

Gesù, infatti, poi sul concubinato ebbe a dire "Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli, ma da principio non fu così. Perciò io vi dico: Chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di concubinato, e ne sposa un'altra commette adulterio". (Matteo 19,8s)

Oltre alla norma che consente il ripudio della moglie che si trova in Deuteronomio 24,1-4 in 17,14-17 tale libro prevede quanto segue nel caso dei re: "Quando sarai entrato nel paese che il Signore tuo Dio sta per darti... e dirai: Voglio costituire sopra di me un re come tutte le nazioni che mi stanno intorno, dovrai costituire... come re colui che il Signore tuo Dio avrà scelto... uno dei tuoi fratelli; non... uno straniero... egli non dovrà procurarsi un gran numero di cavalli né far tornare il popolo in Egitto... Non dovrà avere un gran numero di mogli... neppure abbia grande quantità di argento e d'oro."

È norma questa evidentemente scritta nella Torah da qualche re dopo Salomone, infatti, tramite i sacerdoti solo loro potevano avere ingerenza su tale testo come si evince subito dopo: "Quando s'insedierà sul trono regale, scriverà per suo uso in un libro una copia di questa legge secondo l'esemplare dei sacerdoti leviti. La terrà presso di sé e la leggerà tutti i giorni della sua vita, per imparare a temere il Signore..." (Deuteronomio 17,18s)

Questione tipica, infatti, dei re che manifesta la tendenza di un rapporto viziato col popolo, è il comportamento nei riguardi delle donne, noto per il generale uso nel medio oriente nei tempi della Bibbia degli "harem" o ginecei, quelli che la Bibbia in Ester 2 chiama "case delle donne", ove il re teneva controllate da parte di eunuchi mogli e concubine.
L'harem era uno "status symbol"; più era numeroso, più evidentemente il regno era ritenuto importante e potente.
Sotto tale aspetto sono da ricordare gli episodi nella Genesi di:

  • Genesi 13,10-20 - Abramo in Egitto e di Sara concupita dal Faraone;
  • Genesi 20,1-18 - Abramo a Gerar e di Sara concupita dal re Abimelec;
  • Genesi 26,1-13 - idem o simile tra Abimelec di Gerar e Isacco per Rebecca.
I re d'Israele del tempo mitico di Saul, Davide e Salomone non furono esenti da tale "moda".

Saul, dice 1Samuele 14,50, aveva una moglie, Ainoam, figlia di Aimaaz, poi, più avanti in 2Samuele 3,7 il testo parla di una concubine di nome Rispa il che fa trapelare l'esistenza di un "harem", confermato poi da Natan quando disse a Davide per conto di Dio: "Io ti ho unto re d'Israele e ti ho liberato dalle mani di Saul, ti ho dato la casa del tuo padrone e ho messo nelle tue braccia le donne del tuo padrone..." (2Samuele 12,7)

Davide, quando regnava a Ebron, aveva già ben sei mogli, Ainoam di Izreel, Abigail di Carmel, Maaca, Agghit, Abital, Egla (2Samuele 3,2-5) e varie concubine tra cui quelle che già erano state di Saul, poi "prese ancora concubine e mogli di Gerusalemme, dopo il suo arrivo da Ebron: queste generarono a Davide altri figli e figlie" (2Samuel 5,13) e tra queste ci fu Betsabea, che dopo la relazione adulterina con lui divenne sua moglie (2Samuele 11,27) e Davide quando fuggì a causa di Assalonne (2Samuele 15,16), lasciò dieci concubine" a Gerusalemme.

Salomone come riferisce 1Re 11,1-3 "amò molte donne straniere, oltre la figlia del faraone: moabite, ammonite, edomite, sidònie e ittite, provenienti dai popoli di cui aveva detto il Signore agli Israeliti: Non andate da loro ed essi non vengano da voi, perché certo faranno deviare i vostri cuori dietro i loro dei. Salomone si legò a loro per amore. Aveva settecento principesse per mogli e trecento concubine; le sue donne gli fecero deviare il cuore."

Tra queste è da ricordare anche la regina di Saba.
(Vedi: "La regina del Sud e Salomone")

Queste donne fecero volgere il cuore di Salomone verso altri dei e seguì Astarte, divinità dei Sidoni, e Milcom, l'abominevole divinità degli Ammoniti. "Così, Salomone fece ciò che è male agli occhi del Signore..." (1Re 11,6)

Fu così che il Signore si sdegnò con Salomone, e gli apparve due volte comandandogli di non seguire altri dei e poi "disse a Salomone: Poiché ti sei comportato così e non hai osservato la mia alleanza né le leggi che ti avevo dato, ti strapperò via il regno e lo consegnerò a un tuo servo." (1Re 11,11) e avvenne proprio in tal modo.

Alla morte di Salomone il regno fu diviso e solo una parte, Giuda e Beniamino, passo al figlio Roboamo, mentre le altre 10 tribù formarono il regno del Nord con Geroboamo figlio di un funzionario di corte di Salomone.

Quel "fece ciò che è male agli occhi del Signore" nella Bibbia al tempo dei Re, sia del Nord, regno di Israele, sia del Sud, Regno di Giuda, è un ritornello che si ripete spesso nella descrizione di quei re che fanno i libri storici della Bibbia.
Tanto per fare degli esempi presi dal II libro delle Cronache, ancora sul tema delle donne inteso come indice di un serio e generalizzato adulterio in atto nei riguardi del rapporto di tutto il popolo con Dio, ricordo:
  • 2Cronache 11,21 - il re Roboamo ebbe diciotto mogli e sessanta concubine;
  • 2Cronache 13,21 - il re Abia prese quattordici mogli;
  • 2Cronache 24,3 - il re Ieoiada prese per lui due mogli.
Iniziò così la decadenza fino all'esilio di entrambi i regni del Nord (721 a.C.) da parte degli Assiri e del Sud (587 a.C.) da parte dei Babilonesi.
La guida del popolo da parte dei loro re fu un esempio disastroso; insomma si confermò il detto "il pesce puzza dalla testa".
Dirà Gesù "Ogni regno discorde cade in rovina e nessuna città o famiglia discorde può reggersi." (Matteo 12,25)

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