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LETTERE EBRAICHE E CODICE BIBBIA...

 
CIRCONCISIONE E BATTESIMO

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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PREMESSA SUL TEMA DELLA CIRCONCISIONE »
LA CIRCONCISIONE NELLA STORIA »
I VANGELI E LA CIRCONCISIONE »
LA CIRCONCISIONE NELLA TORAH »

COSA DICONO LE LETTERE EBRAICHE SUL TEMA
Il trattato "Makkoth 23b" del Talmud stabilisce che la Torah ha 613 "mitzvot", cioè comandamenti, dei quali 248 positivi, "mitzvot a'seh", ossia del fare e 365 negativi, divieti, "mitzvot lo taaseh", vale a dire del non fare.
Il numero 248 era considerato il numero che definiva l'insieme delle ossa del corpo umano e 365 sono i giorni dell'anno.
Siccome parlare di tutte le ossa è parlare dell'intera persona (ricordo "Allora l'uomo disse: Questa volta è osso dalle mie ossa" in Genesi 2,23), con quei numeri si intende dire che l'integrità, di ciascun uomo o donna ebreo, viene dal rispettare tutte le norme, almeno quelli possibili per ciascun sesso e nel proprio ruolo di vita, senza mai violare i precetti negativi, ecco il senso dei 365 giorni dell'anno.

Il precetto della "Milah" è una delle 613 "mitzvot", ma per la "gimatria" essendo associabile alle lettere di "Berit" proprio il numero 612, per l'ebreo la "Berit Milah" assomma in sé il ricordo di rispettarle tutte:

"Milah" + = 1 + ( = 400) + ( = 10) + ( = 200) + ( = 2) = 1+ 612 = 613

Il numero sotteso dalle lettere della parola Torah invece è 621:
= (5 + ) = (200 + ) = (6 + ) = (400 + ) = 621

Tra Torah 621 e alleanza 612 resta un 9, corrispondente alla lettera tet che è icona di un cuore, quindi, dell'amore, quello che lega Dio all'uomo e che chiede una analoga risposta.
L'uomo che vuole essere integro, infatti, è tenuto nella propria vita a rispondere all'unico comandamento, quello dell'amore per Dio e per il prossimo, questo è il vero patto di alleanza, visto che siamo tutti voluti dal Suo amore.
Nel precedente paragrafo avvicinandoci al tema, poi, abbiamo visto sorgere dai testi alcune parole ebraiche specifiche relative alla circoncisione.
Le ricordo qui di seguito:

  • circoncidere, dal radicale ;
  • circoncisione, "mulah" ;
  • chi circoncide, il "mohel" ;
  • prepuzio, "a'relah" ;
  • "a'relim" "quelli col prepuzio", in definitiva i non circoncisi;
  • piede e piedi "regal","regali" e "regalim" , e .
Comune a tutte quelle parole c'è la lettera "lamed" .
Tale lettera ha una stranezza rispetto alle altre 21 dell'alfabeto ebraico.
Nella forma usuale dei testi liturgici degli ebrei l'alfabeto è detto rabbinoquadrato, perché quei segni sono racchiudibili ciascuno in un quadrato, salvo la lettera "lamed" la cui punta esce fuori in alto e la lettera "qof" che fuoriesce in basso da quel quadrato ideale.



La "lamed" , quindi, pare essere una lettera ambiziosa che nell'immaginario ben può rappresentare chi emerge per vera potenza o chi cerca di affermarsi con l'astuzia.
Per l'aspetto grafico della lettera, allora, viene alla mente il versetto del libro della Genesi che introduce in modo midrashico la causa di tutti i mali dell'umanità, quello dell'istinto del male che porta a sopraffare ed emergere sugli altri con astuzia: "Il serpente era il più astuto di tutti gli animali selvatici che Dio aveva fatto" (Genesi 3,1).

Questa "lamed" può, quindi, essere vera potenza o il suo negativo, vale a dire una millantata potenza ed ecco che in ebraico si ha il termine "dio" "'el" e il termine della negazione, il contrario "l'o" , il no, origine del radicale del verbo che è usato per "non riuscire, non ottenere, fallire, stancarsi, affaticarsi, non potere, essere incapace ed anche seccare", ossia tutto quello che l'uomo vorrebbe evitare e che pare proprio essere lontano da quanto desidera il Dio Unico per l'uomo, essendo Dio l'essere assoluto di piena potenza e di conclamata "misericordia".

Tornando al tema, ricordo che quanto è eliminato dalla circoncisione è il prepuzio a’relah ", parola in cui spiccano le lettere di "a'r" "nemico, rivale".
(Vedi: "a'r" in 1Samuele 28,16 e Siracide 37,5 e in Isaia 14,21 ove è tradotto "rovine")

Alla luce di questa considerazione per "a'relah" si può allora pensare "il nemico serpente/potente esce ", quindi, ecco l'idea di eliminarlo con un taglio che esprime il proposito di proseguire in tale intento in tutta la propria vita facendo così parte della comunità alleata con Dio dei nemici di quel nemico.
Di conseguenza circoncisione, "mulah" e chi circoncide, "mohel" è l'atto o chi "dai viventi porta il serpente a uscire " o che "da un vivente porta il serpente fuori ".
Vista sotto tale aspetto è chiaro come la circoncisione si possa ritenere come un segno esterno che presuppone un desiderio di alleanza col Dio, negata alle origini dai progenitori dell'umanità, alleanza affermata da Dio stesso come vedremo nelle Sacre Scritture dell'Antico Testamento.

L'intento che si prefigge l'atto in pratica è che "nel vivente si porti il Potente a rientrare ", il che calza pure con l'intento del segno cristiano del battesimo, considerato che il peccato originale, verità di fede in cui i cristiani credono, ha diviso ogni uomo da Dio e il Signore ridona la sua grazia al battezzato.

C'è un versetto nel libro del profeta Isaia che nell'ambito di un discorso profetico richiama il popolo d'Israele alla conversione, infatti, dopo aver detto: "Su, venite e discutiamo - dice il Signore. Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come neve. Se fossero rossi come porpora, diventeranno come lana... Il tuo argento è diventato scoria, il tuo vino è diluito con acqua... Stenderò la mia mano su di te, purificherò come in un forno le tue scorie, eliminerò da te tutto il piombo." (Isaia 1,18.22.25)

In questi versetti di Isaia assieme c'è l'invito alla conversione, si parla di acqua e di una purificazione finale, ovviamente attraverso il fuoco, e tutto ciò richiama al battesimo e porta a pensare a Giovanni Battista quando dice: "Io vi battezzo con acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più potente di me e io non son degno neanche di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito santo e fuoco." (Matteo 3,11)

Nel testo ebraico, quel "...il tuo vino è diluito con acqua..." di Isaia 1,22b è: "sab'ek mahul bammaim" .

Il radicale è relativo al "bere, sorseggiare, trincare, ubriacarsi", quindi, non è detto che sia vino, ma potrebbe essere qualsiasi vivanda alcolica, anche birra e la traduzione di "sab'ek" sarebbe "il da voi bevuto".
Questo "quanto si beve", dice il testo, è "mahul" che per le lettere usate è simile a "mulah" che è circoncisione e a "mohel" che è chi circoncide; infatti, anche può leggersi "con l'acqua fuori si porta il serpente " e viceversa "con l'acqua a rientrare si porta il Potente ."

I dizionari biblici considerano "mahul" un participio passato di , quindi, un "tagliato", onde, continua quel versetto Isaia 1,22b, un tagliato con l'acqua "maim" ; perciò il vino tagliato con l'acqua nel modo di dire usuale è diluito annacquato o addirittura battezzato, come riportano i dizionari.
(Vedi: Dizionario di ebraico biblico di Luis Alonso Schohel)

Se si leggono con questo spirito le lettere ebraiche di quel versetti di Isaia 1,22b con i criteri di decriptazione di "Parlano le lettere", cioè di "sab'ek mahul bammaim" si ottiene: "per tornare all'originaria Rettitudine la vita (nuova) rientrerà , si riporterà il Potente dentro i viventi che saranno alle acque ."

Ciò porta al discorso di Gesù con Nicodemo in Giovanni 3,4-6: "Gli disse Nicodemo: Come può nascere un uomo quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere? Rispose Gesù: In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quello che è nato dalla carne è carne, e quello che è nato dallo Spirito è spirito."

Queste acque "maim" sono immagine di quelle del cielo "shamaim" che Dio separò disponendo il firmamento nel secondo giorno della creazione (Genesi 1,6-8), acque che secondo il comando del Signore, invocando nel Battesimo il Nome del Padre, di Gesù Cristo suo Figlio Unigenito e dello Spirito Santo che aleggiava sulle acque sin dalle origini, si rimettono in comunicazione dando l'originaria purità.

Gesù disse, infatti, in Matteo 28,18-20: "Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo."

Abbiamo così visto come sia vicino l'originario concetto di circoncidere in ebraico anche col tagliare con l'acqua e come vi sia allora analogia tra circoncisione e battesimo.
Ci si aspetterebbe poi che il segno di appartenenza al popolo di Dio non dovesse limitarsi alla parte maschile, eppure il segno della circoncisione non pone sullo stesso piano uomo e donna.
Per contro la religione pare chiedere un rapporto paritario di alleanza uomo e donna con il Creatore, visto che è sottolineato che: "Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò", (Genesi 1,27).

Il che fa intravedere che la circoncisione copra il rivestire di religiosità un'usanza, in quanto fa trasparire l'affermarsi di un maschilismo alieno dal concetto di parità davanti a Dio degli individui umani.
Ancora oggi, mentre per la conversione di un uomo all'ebraismo è chiesto tra l'altro la circoncisione, per la donna invece di tale segno è chiesto il bagno in acqua sorgiva, il rituale nella "miqvah".
Tenuto conto che i tutti del popolo di Dio, in effetti, per l'alleanza hanno fatto un matrimonio col Signore, tutti sono spose del Signore, ecco che in tal senso il battesimo è in perfetta linea anche con gli insegnamenti delle antiche Sacre Scritture.
Gesù disse loro, "Quando farete dei due uno... così che l'uomo non sia uomo e la donna non sia donna... allora entrerete nel Regno." (Vangelo apocrifo di Tommaso estratto da punto 22)

Grazie al battesimo San Paolo poi può precisare chiaramente "Non c'è più giudeo né greco; non c'è più schiavo né libero; non c'è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù. E se appartenete a Cristo, allora siete discendenza di Abramo, eredi secondo la promessa." (Galati 3,28s)

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