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SAN GIUSEPPE...
GESÙ IL VIRGULTO, IL GERMOGLIO DI DAVIDE
di Alessandro Conti Puorger
parti precedenti:
"TITULUS CRUCIS" »
UN SALTO NEL MONDO EGIZIO »
NAZARENO O NAZOREO »
I "NATZOREI" »
QUESTIONI FUORI DAI CANONI »
DUE FORME DI MESSIANISMO »
ANCORA SUI "NATZOREI"
Già nel Nuovo Testamento il termine "natzoreo" è usato per definire i cristiani, cioè seguace di Cristo, come in Atti 24,5 ove San Paolo è definito loro capo, e poi lo stesso termine servì per indicare alcuni gruppi di giudeo-cristiani (Epifanio "Contro le eresie", 29,7-9).
I cristiani comunque, di fatto, in ebraico moderno sono chiamati "notzirim" e le fonti rabbiniche informano che erano odiati dagli ebrei e radiati come setta eretica dalle sinagoghe.
In un "Talmud" babilonese rinvenuto nella Ghenizah (deposito di vecchi testi sacri) del Cairo in un'antica formula della "Birkat ha - minim", o benedizione per i "minim" nella dodicesima benedizione dell'Amidah, i "natzirim" erano associati ai "minim" e maledetti tre volte al giorno nelle loro preghiere.
La comunità giudeo-cristiana, infatti, fino al 70 d.C, frequentava il Tempio e le sinagoghe, ma furono scomunicati perché proteggevano i "gentili", soprattutto i romani, e non rispettavano il principio della separazione tra circoncisi e i non circoncisi.
Tornando al discorso base, sul monte degli Ulivi, vista la folla con le spade, Gesù "...disse loro: Chi cercate? Gli risposero: Gesù, il Nazareno
"
".
Disse loro Gesù: Sono io! Vi era con loro anche Giuda, il traditore. Appena disse loro Sono io, indietreggiarono e caddero a terra. Domandò loro di nuovo: Chi cercate? Risposero: Gesù, il Nazareno
"
".
Gesù replicò: Vi ho detto: sono io. Se dunque cercate me, lasciate che questi se ne vadano, perché si compisse la parola che egli aveva detto: Non ho perduto nessuno di quelli che mi hai dato." (Giovanni 18,4-9)
Lo stesso Vangelo quando in 1,46 dice "Gesù, il figlio di Giuseppe di Nazaret" scrive
"
",
ora, invece, al Monte degli Ulivi quelli che lo cercavano dicono per due volte "Gesù, il Nazareno"
"
".
Per me questa è una chiara traccia; infatti, se in Giovanni 18,5 e 7 l'autore avesse voluto dire semplicemente Gesù della città di Nazaret si sarebbe dovuto trovare scritto
"
",
invece ciò non si verifica.
Ora, a quei tempi le persone erano definite o come "Tizio figlio di Caio", come dice in Giovanni 1,46 quando scrive "Gesù figlio di Giuseppe"
"
",
oppure come "Tizio (sottinteso della città) di X", come s'è visto sopra quando lo stesso versetto 1,46 cita Giuseppe di Nazaret
"
"
o, del pari, in analogia a quando lo stesso autore in Giovanni 19,38 menziona Giuseppe d'Arimatea
"
".
Chi lo cercava, invece voleva proprio il
,
non interessava uno di Nazaret, ma il "virgulto", un davidico preciso di nome Gesù.
In definitiva, dopo tutto ciò precisato, il "titulus" sulla croce avrebbe il massimo di scherno da parte dei Romani per il popolo e la religione ebraica, in quanto sta a dire, guardate che fine fanno fare i romani al vostro Messia, in quanto il senso che pare autentico per la scritta ivi citata da Giovanni sarebbe da leggere:
Gesù il germoglio = davidico, il re dei Giudei.
Il Corano usa il termine al plurale "nazareni" e vi sono 14 citazioni spesso assieme alla parola ebrei, 7 volte nella "sura" della Vacca, 5 in quella della Mensa o Tavola Imbandita, una ne "Il Pentimento" e una ne "Il Pellegrinaggio".
In Mensa, 82 si legge in italiano " Troverai che i più acerrimi nemici dei credenti sono i Giudei e politeisti e troverai che i più prossimi all'amore per i credenti sono coloro che dicono: In verità siamo nazareni (Nasāra) , perché tra loro ci sono uomini dediti allo studio e monaci che non hanno alcuna superbia."
Nel Corano tra i 99 attributi di "Allah", spiccano "Rahman" il Misericordioso, "Rahim" il Compassionevole, "Nāsir" a cui è associato il concetto di vittorioso.
Vari califfi presero nel loro l'appellativo onorifico (laqab) anche di "al-Nāsir", cito 'Abd al-Rahmān III che nel 929 in Spagna si proclamò califfo con l'appellativo "al-Nāsir li-din Allāh" ossia "il vincitore per la religione di "Allah".
La città Irachena di Nassiriya, in cui ci fu nel 2003 un attentato suicida in cui morirono 28 persone tra cui 19 soldati italiani, fu fondata nel 1872 e prese il nome dal suo fondatore lo Sceicco "Nāsir al-Sa'dūn".
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