BibbiaWeb.net - di Alessandro Conti Puorger

Decriptare la Bibbia - di Alessandro Conti Puorger Autore   Contatti    Cerca      Home     
BibbiaWeb 2017  
Decriptare le lettere parlanti delle sacre scritture ebraicheRicerche di verità - Clicca qui per consultareParlano le lettere
Cerca negli articoli
Consulta le rubriche
  Lettere ebraiche
    e codice Bibbia
  Decriptazione Bibbia
  Attesa del Messia
  Vangeli
    e Protovangeli
  Ricerche di verità
  Racconti
    a sfondo biblico
  San Giuseppe

Decriptare la Bibbia
  Tutti gli articoli
  Indice
     brani decriptati
  Articoli più letti

 

LETTERE EBRAICHE E CODICE BIBBIA...

 
LE PAROLE EBRAICHE, REBUS PARLANTI,
PORTANO AL MESSIA

di Alessandro Conti Puorger
 

    parti precedenti:

LA PAROLA EBRAICA »
PAROLE E IMMAGINI »
IL SANGUE DELL'UOMO VECCHIO E DELL'UOMO NUOVO »

LA CONOSCENZA E L'ETERNITÀ
Proseguo nell'esame che mi ha portato all'immagine con cui ho provato a spiegare la parola "sangue" "dam" e di "nascere" .
Il passo successivo è considerare il bi-letterale che da luogo alla parola "mano", "è una mano ", usata anche per "braccio" in senso proprio e figurato, anche per "manici" e "anse" di un vaso Isaia 45,9, ma pure per "cippo" (Ezechiele 21,24), "monumento, stele, obelisco" (Esodo 17,16; 1Samuele 15,12; 2Samuele 18,18) "tenone o asse" (Esodo26,17-19 e 36,22-24), quindi, ha in sé anche l'idea della mascolinità che "sta (davanti) alla porta " nel senso figurato di organo sessuale femminile come ho prima detto.

In appunto si vede chiaramente la lettera "iod" che è come un pugno di una mano, e indica "forza" il quale pugno da raccolto così , si apre così , quindi, manifesta tutti i poteri di una mano che può chiudersi e lottare, ma anche aiutare e contrastare essendo come un'anta di una porta che può opporsi o lasciare entrare o infine anche sbattere, quindi, battere e scuotere. Se le lettere di mano, "iad" sono disposte al contrario accade che la mano si è contratta in un pugno , accade cioè o che si è spazientita e passa ad una azione di forza o che nel chiudersi ha preso quanto doveva, voleva o desiderava, quindi, in qualsiasi modo è come se dicesse basta!
E in ebraico, infatti, "dai" sta a significare quanto basta, sufficiente, abbastanza... solo il necessario.

Torniamo alla lettera "iod" che è come un attrezzo che "forza la porta ", come un batacchio sulla stessa.


Per il misticismo cabalistico Ebraico, la lettera "iod" , il numero perfetto dieci, rappresenterebbe l'organo sessuale maschile a riposo, in quanto il segno può apparire loro come quello di una mano contratta con il dito indice piegato che sporge.
La "iod", quindi, sarebbe indice di potenza, che lancia il seme fecondante, simbolo della creazione della vita fisica.
In Isaia 57,8-10 si parla di una porta, di un letto, di un trescare e di una mano che è un eufemismo per termine diverso che nasconde potenza e soprattutto il membro virile dell'amante metaforico di Israele infedele, che verso il suo Dio i profeti hanno spesso paragonato a una donna adultera.
Appare, allora, opportuno estendere l'esame ai radicali che contengono lo stesse lettere .

Comincio con due radicali molto istruttivi e , entrambi con le stesse lettere, ma permutate da cui si vedrà bene che l'ordine di presentazione delle icone del rebus ha grande rilevanza nel definire il significato in relazione alla direzione di lettura della strisciata che, ricordo, in ebraico va da destra verso sinistra.
Il primo radicale di quei due, è essenzialmente relativo a "conoscere, sapere" che non è solo con "la mano sentire ", ma molto di più.
Il verbo conoscere è quello che la Torah usa per indicare le relazioni sessuali.
Al riguardo basta ricordare i seguenti versetti del libro della Genesi:
  • Genesi 4,1 - "Adamo conobbe Eva sua moglie che concepì e partorì Caino."
  • Genesi 4,17 - "Ora Caino conobbe sua moglie, che concepì e partorì Enoc."
  • Genesi 4,25 - "Adamo di nuovo conobbe sua moglie, che partorì un figlio e lo chiamò Set."
  • Genesi 24,16 - Rebecca "La giovinetta era molto bella d'aspetto, era vergine, nessun uomo si era unito a lei" ove, nel testo ebraico in effetti è scritto "nessun uomo l'aveva conosciuta ".
Si trova ancora in Numeri 31,17 e Giudici 11,39 e 19,25.
Il Vangelo di Luca, poi, pur se scritto in greco, richiama tutto il significato biblico di "conoscere" quando Maria ricorda la sua verginità, come in Rebecca, con queste parole "Allora Maria disse all'angelo: Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?" (Luca 1,34)

Prevale evidentemente nella formazione l'immagine di "dalet" come porta della donna, quindi conoscere è "aver forzato la porta con l'azione " o "aver forzato la porta col sentire ", ma estendendo il significato il sentire è di ogni tipo, udire, vedere, toccare, odorare, gustare, quindi il cogliere con la mente e col cuore ecc..

Questo conoscere e sapere s'estende così ad ogni scibile e implica molto di più del memorizzare, ma soprattutto un aver provato, verificato, accertato.
La porta è vista come un primo ostacolo superabile da chi voglia non fermarsi, ma occorre aprirla e andare oltre fino all'essenza.
Le lettere permettono di esprimere tale concetto e per questo interessa la loro posizione; infatti, il vedere, sentire, udire è dopo la porta , onde quel radicale si può sintetizzare in "essere dalla porta a vedere " sottinteso quello che c'è oltre, "l'essenza oltre la porta vedere ", implica l'atto di aprire l'ambito nascosto.

In Osea 2,22 si legge, parla il Signore "Ti farò mia sposa per sempre, ti farò mia sposa nella giustizia e nel diritto, nella benevolenza e nell'amore, ti fidanzerò con me nella fedeltà e tu conoscerai il Signore" da cui si profila che il rapporto sarà un conoscere completo come quello tra due sposi, molto più del solo rapporto fisico, ma totalizzante al massimo livello.

Questo conoscere l'aveva già assaggiato Mosè quando ebbe a dire al Signore: "Vedi, tu mi ordini: Fa salire questo popolo, ma non mi hai indicato chi manderai con me; eppure hai detto: Ti ho conosciuto per nome, anzi hai trovato grazia ai miei occhi. Ora, se davvero ho trovato grazia ai tuoi occhi, indicami la tua via, così che io ti conosca e trovi grazia ai tuoi occhi; considera che questa nazione è il tuo popolo. Rispose: Il mio volto camminerà con voi e ti darò riposo." (Esodo 33,12-14)

Con ciò Mosè dice che l'essere conosciuti da Dio implica il riconoscere che è da attribuire a Lui il proprio nome, infatti, Dio gli dice "Ti ho conosciuto per nome", nome che vuol dire "salvato" visto che è il radicale di salvare, infatti, Dio lo ha salvato e, appunto, questo fatto implica per conseguenza l'aver trovato grazia ai suoi occhi, espressione che si trova tante volte nel testo biblico.
Mosè, infatti, ha un rapporto speciale con Lui, sul monte per due volte 40 giorni e 40 notti; si è inoltrato nella conoscenza di Dio, conoscenza che si dice, appunto, "dea'" o e "dea't" "(oltre) la porta vedere ", "dalla porta vedere entrando " o "(oltre) la porta vedere tutto ."

Conoscenza = Oltre la porta vedere


L'occhio, ovviamente è quello del soggetto, un omino che cammina lungo la riga del testo da destra verso sinistra.
Il secondo radicale di quei due, è relativo a:
  • indicare, stabilire, costituire il tempo, il luogo o la pena;
  • adunarsi, convenire con qualcuno;
  • essere collocato, essere posto, essere drizzato.
Se si cerca porta della città si trovano ben 25 citazioni nella Bibbia; era questo il luogo convenuto di solito con uno slargo o piazza (2Cronache 32) ove si riunivano gli anziani e avvenivano i giudizi e le riunioni.
Dalla porta della città si vedeva chi entrava e usciva e si coglievano tutte le possibili notizie sulle novità interne e che potevano venire dall'esterno; ed ecco, allora, l'immagine di base del radicale "saremo a vederci alla porta ".
Da tale radicale derivano sia:
  • comunità, assemblea, "e'dah" , in genere di persone, ma il termine è esteso anche ad animali per dire mandria, sciame, stormo, nel senso "si vedono (quelli dalla stessa) porta Usciti ";
  • incontro, accordo, appuntamento, "moe'd" e convocazione, chiamata, appello, "moa'd" oppure designazione "moa'dah" "viventi che si portano in assemblea ".
Altro radicale che ritengo sia un derivato di è che riguarda il rendere testimonianza, testimoniare, deporre "si fa sentire portandosi alla porta ", sottinteso della città, dove c'erano gli anziani.

Ne discende il termine "testimone" "e'd" , colui che "avendo visto aiuta " vale anche per testimonianza, prova, garanzia, notaio in quanto attestatore, certificato e credenziale.
Si pensi però che quelle stesse due lettere lette come "a'd" in Genesi 49,27 e in Isaia 33,23 starebbero a significare "preda o bottino" e l'immagine che penso possa riferirsi a questo termine è il prendere a man bassa, quindi "azione di mano " essendo la lettera corrispondente a un segno egiziano che indica un avambraccio teso e sta per azione.

Interessante poi è una parola usata dal profeta Isaia quando scrive "Siamo divenuti tutti come una cosa impura, e come panno immondo sono tutti i nostri atti di giustizia; tutti siamo avvizziti come foglie, le nostre iniquità ci hanno portato via come il vento" (Isaia 64,5), in quanto, per immondo si trova "i'ddim", plurale di "i'ddah" che vari vocabolari traducono "mestruo", quindi panno dei mestrui; e torna in gioco la porta come organo del sesso femminile, "vedo dalla porta uscito ".

Il che fa comprendere che resta traccia comunque dell'idea di una porta della vita in senso fisico di nascita di un figlio, di un aborto o addirittura del mestruo.

Altro modo molto più usato per scrivere e dire mestruazione invece è "niddah" che vale anche per immondizia, spazzatura lordume, impurità, ossia "inviato dalla porta fuori " ove la "dalet" assume i due significati di porta della donna per il mestruo e della porta di casa per la spazzatura.
Esiste poi "o'd" per ripetizione, durata e come avverbio "ancora" nel senso di "vedere portarsi alla porta " un portarsi e un riportarsi, implica il concetto di durata, onde, per traslato, un continuare di ripetizioni porta al pensiero di eternità che è "a'd" "vedersi alla porta ".
L'eternità "a'd" , quindi è un continuare, è stare per sempre davanti ad una porta, sottinteso della conoscenza, "dea'" ossia vedere sempre una nuova porta.

Sarà l'esperienza dell'amore, un eterno protrarsi di quello del Cantico dei Cantici che, infatti, si conclude così "Fuggi, mio diletto, simile a gazzella o ad un cerbiatto, sopra i monti degli aromi!" (Cantico 8,14), ove grazie alla comunione con l'Amore, si avranno continue esperienze ciascuna appagante, ma sempre nuove.

Eternità = Vedo sempre avanti una (nuova) porta


Che farà il fedele, infatti, per l'eternità?
Crede che sarà per sempre in comunione col Signore inoltrandosi nella sua conoscenza per essere sempre più conforme a come Lui vuole.
Essendo l'Essere infinito e onnisciente per ottenere la sua conoscenza "dea" piena ci sarà l'eternità, quindi, ci sarà di continuo una porta da superare.
Questi pensieri fanno venire in mente il brano del Vangelo di Giovanni, quando Gesù si definisce sia il pastore sia la porta delle pecore; lui "chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce" e qui ribadisce "In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Io sono la porta : se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo." (Giovanni 10,1-9)

Lui, Gesù è la porta che sta davanti a loro che lo ascoltano e lo vedono.
La situazione che si crea è quella di un , questi, infatti, vedono e ascoltano Lui è l'Eterno, come lo stesso Vangelo aveva fatto notare quando Pietro disse "Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna" (Giovanni 6,68), ma se passeranno attraverso di Lui, cioè supereranno la porta col suo aiuto, vedranno i pascoli, quelli celesti, per cui pare tratteggiarsi la parola conoscenza .
Le pecore evidentemente cercano i pascoli eterni, l'Eden , "e'doen" o Paradiso che ci parla di una "eternità con gli angeli ".
Il fatto che Gesù ha voluto porre più volte l'attenzione sul fatto che è la porta e attraverso lui si è salvati porta proprio a ricordare come si dice e si scrive in ebraico la parola "porta", ossia "dalet" .
In questo le prime due lettere ci ricordano il radicale di "liberare, trarre fuori", infatti, il secchio, con cui "si tira fuori" di dice "deli" (Numeri 24,7 e Isaia 40,15) quindi in modo allegorico grazie a quel radicale nascosto la "dalet" porta al concetto che libererà, tirerà fuori.
Quel Vangelo ha poi altri versetti importanti collegati a questo tema, infatti, al versetto 11 dice "Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore..." e lo ripete al versetto 15, "...do la mia vita per le pecore" e in quella parola "porta" "dalet" c'è anche quel = di fine parola che profeticamente pare proprio avvertire che tale liberazione avverrà grazie al sacrificio della croce.
Ecco che "Io sono la porta delle pecore" in ebraico evoca le seguenti lettere:
  • io sono
  • la porta
  • delle pecore
Con la decriptazione si ottiene:

"Io sono nel mondo per liberarvi (); dalla croce risorgerete potenti , uscirà dai corpi la malattia dei viventi ". Libererà della causa della la malattia dei viventi ossia dal "nascosto serpente che c'è " nei viventi.

C'è poi verso la fine di quel capitolo 10 di Giovanni il versetto 28 che recita "Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano." che rende giustizia a quella interpretazione fatta con le lettere da cui si concludeva sull'eternità e sulla conoscenza che sono appunto la prerogativa del Messia.

Certamente i fedeli cercano la porta per entrare e Gesù ha lasciato in questo mondo la sua Chiesa, "ianua coeli", la "Porta del Cielo" titolo appellativo alla Vergine Maria dalle Litanie Lauretane, attributi che le vengono dalle parole della Scrittura quali, "Sollevate, porte, i vostri frontali" (Salmo 23,7), "Aprì le porte del cielo" (Salmo 78,23) e "Questo luogo non è altro che la porta del cielo" (Genesi 28,17) onde questa è l'aiuto che guida nei cieli.

Un simile discorso di completo cambiamento di significato all'inversione delle lettere si presenta con la lettera "dalet" quando è unita con la lettera "'alef" .
A seconda della posizione nei due bi-letterali e si ha:
  • il radicale per "volare, librarsi, lanciarsi in volo" come in Deuteronomio 28,49, Geremia 48,40 e 49,22 e in Levitico 11,14 ove il "daa'h" è l'uccello detto nibbio, onde l'immagine che pare alla base del significato è della "dalet" interpretata come un'anta che sbatte, "battendo origina l'uscita ", cioè, battendo le ali, se ne va.
  • la bi-lettrale "'ad" , invece fa pensare a qualcosa che "origina un impedimento - una porta ", infatti, alcuni traducono nuvola, vapore che nasconde, appunto, il soggetto, da vedere, come in Giobbe 36,27 "Egli attrae in alto le gocce d'acqua e scioglie in pioggia i suoi vapori" e in Genesi 2,6 egualmente si parla di vapore che sale dalla terra.
Un altro radicale interessante è IDH per quei segni e con la "he" che indica entrare, uscire, aperto.
Questo radicale è da guardare con attenzione, per scorgere se si rinviene il significato legato ad un'immagine che si ritiene motrice.
Ed è proprio così.
Il significato di questo radicale è duplice:
  • "lodare", tessere le lodi, elogiare, riconoscere, proclamare, celebrare e simili, onde l'immagine base del rebus è "stare con le mani aperte ", come un orante:
  • scagliare, lanciare, espellere onde l'immagine diviene "è dalla mano a uscire ".

vai alla visualizzazione stampabile di tutto l'articolo

  invia questa notizia ad un amico


									
Copyright © 2017 BibbiaWeb - Tutti i diritti riservati. Riproduzione vietata.
[Bibbia home][inizio articolo]  Tutti gli articoli di
  LETTERE EBRAICHE E CODICE BIBBIA...
[Bibbia home][inizio articolo]
 
DECRIPTARE LA BIBBIA - Le lettere del RE
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera jod
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera kàf
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera lamed
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera mèm

DECRIPTARE LA BIBBIA - Ala a destra del RE
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera nùn
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera samek
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera 'ajin
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera pè

DECRIPTARE LA BIBBIA - Ala a destra estrema
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera sade
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera qòf
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera resh
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera s'in e shìn

DECRIPTARE LA BIBBIA - Ala a sinistra del RE
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera wàw
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera zàjin
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera hèt
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera tèt

DECRIPTARE LA BIBBIA - Ala a sinistra estrema
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera bèt
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera ghimel
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera dalet
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera hè

DECRIPTARE LA BIBBIA - Il primo e l'ultimo
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera 'alef
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera taw


Bibbia Home | Autore | Perché Bibbiaweb? | Contatti | Cerca | Links
info@bibbiaweb.net  
Per i contenuti tutti i diritti sono riservati ad Alessandro Conti Puorger
BibbiaWeb

Alessandro Conti Puorger Alessandro Conti Puorger
Via Eleonora d'Arborea 30 - Roma - Italy

Realizzazione EdicolaWeb Edicolaweb.net
Via S. Maria a Cintoia 14/b - Firenze, Italy