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SAN GIUSEPPE...

 
L'ACQUA DI MIRIAM

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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IL POZZO DI MIRIAM
Secondo l'Haggadah (forma di narrazione usata nel Talmud), in un "midrash", conosciuto con il nome di "il pozzo di Miriam" si racconta di un pozzo errante che scomparve al morire di Maria a Kadesh, ma che si ripropose in forma diversa con Mosè e Aronne quando, praticamente subito dopo, fecero sprizzare acqua dalla roccia.

La sorella di Mosè, secondo quel racconto, aveva il merito di far in modo che al popolo non mancasse mai l'acqua, per tutto il periodo di permanenza nel deserto.

A Kadesh, morta Miriam , sepolto il suo corpo , infatti, scomparve l'acqua "maim" di mezzo a Israele come riferisce il libro dei Numeri "Ora tutta la comunità degli Israeliti arrivò al deserto di Sin il primo mese, e il popolo si fermò a Kades. Qui morì e fu sepolta Maria. Mancava l'acqua per la comunità", allora il popolo, avvertitane la mancanza, mormorò e ci fu un assembramento contro Mosè e contro Aronne e li, a Kadesh, si verificò proprio l'episodio della rupe dalla quale Mosè e Aronne fecero scaturire l'acqua (Numeri 20,1-13), le acque di Meriba, le acque della ribellione, dove "gli israeliti contesero con il Signore" e estrassero con forza l'acqua e lo fecero scavando come per far riuscire un corpo sotterrato.

L'episodio della morte di Miriam è accaduto a Kadesh, e dal suo stesso radicale viene la parola "Kaddish" che ricorda la "Mitzvah" di recitare appunto il "Kaddish" dopo la morte dei genitori per la durata di un anno, in verità per gli XI mesi che seguono la sepoltura.

Il pozzo di Miriam, da cui l'acqua sgorga spontaneamente, è immagine simbolica della spontaneità della fede nei riguardi di Dio e del dono della profezia e della dedizione a Lui che sgorgano spontanee e vive dal cuore dell'uomo e zampillano come acqua fresca di sorgente.
Questo pozzo di Miriam è anche "pozzo dell'esilio" che accompagnò ovunque sia Israele, con la saggezza dei sapienti, alla quale attingere per sopravvivere finché si è in esilio in questa terra, sia il nuovo Israele col pozzo battesimale della Chiesa, icona di Maria, da cui sgorga con l'acqua lo Spirito Santo.
Ciò evidentemente ebbe inizio con Abramo il padre della fede.

Il Talmud, infatti, fa risalire il dono del pozzo di Miriam ad Abramo stesso: "come ricompensa per l'offerta di acqua ai tre viandanti che Abramo ospitava, i figli di Israele ricevettero il pozzo di Miriam".

Dopo l'evento di Meriba, sempre in Numeri 20, muore Aronne nella tappa del monte Or e poi Edom vieta il passaggio agli Israeliti e gli impediranno di bere dai loro pozzi, ma appena (Numeri 21,3) viene invocato il nome del Signore riportarono una vittoria.
Aggirarono il paese di Edom, ma il popolo, mormorò di nuovo e ci fu il noto episodio detto del "serpente di rame", Numeri 21,4-9, richiamato da Gesù nel colloquio con Nicodemo in Giovanni 3.
(Vedi: "Innalzare il Messia" in cui, tra l'altro, riporto la decriptazione di Numeri 20 e Numeri 21)

Dopo il fatto del serpente di bronzo Israele riprese il cammino verso la Transgiordania e il libro dei Numeri a questo punto annota: "Di là andarono a Beèr. Questo è il pozzo di cui il Signore disse a Mosè: Raduna il popolo e io gli darò l'acqua. Allora Israele cantò questo canto: Sgorga, o pozzo: cantatelo! Pozzo scavato da prìncipi, perforato da nobili del popolo, con lo scettro, con i loro bastoni." (Numeri 21,16-18)

"Di là andarono a Beèr. Questo è il pozzo..." nel testo ebraico è: "vemassham B'erah hiva' hab'er 'ashoer 'amar IHWH"



Il radicale è relativo a "incidere" e per traslato si può usare per "dire con decisione" come un imprimere sulla pietra, da cui il "pozzo", come scavato.
Ecco che in quel posto che si chiama "B'erah" "dichiarazione", questa viene esplicitata con un canto sul pozzo "b'er".
La dichiarazione comunque c'è, ma è nascosta nelle lettere!
In quelle, leggendole singolarmente come icone con le regole e significati per il criptato di cui in "Parlano le lettere" c'è la promessa d'incarnazione:

"Si porterà per salvare () i viventi , la dichiarazione () esce da Lui , dentro (il mondo) da primogenito dal corpo di una donna () si vedrà (); vivrà in un corpo il Signore ".

Quel "cantatelo" ha il senso di un "celebratelo" e fa pensare al potere del "celebrare", ossia di fare memoriale per riattualizzare gli eventi, come l'ebraismo ad esempio propone con il "seder" di "Pesach" e l'imperativo "sgorga" corrisponde a un "sorgi" e "risorgi", come appunto memoriale dei tempi di Maria per riportare operativo il pozzo che idealmente l'accompagnava.
I "principi" gli "Sharim" evidentemente sono i patriarchi - Abramo, Isacco e Giacobbe - e i nobili i "Nedibei" - Mosè, Aronne -, perché affiora il ricordo che loro avevano fatto sgorgare l'acqua, perforando la roccia, con la verga del comando, con bastoni di appoggio.

Il "midrash", in Bamidbar Rabbah, racconta che il pozzo di Miriam dopo la conquista della Terra Promessa si fissò in un punto del lago "Kinnereth", vicino a Tiberiade, si che un lebbroso che si bagnò vicino al pozzo guarì miracolosamente.

Tante sono nel folclore e nella tradizione ebraico le idee su tale pozzo e al riguardo, per non dilungarmi, riporto quanto dice il "Dizionario di usi e leggende ebraiche" di Alan Unterman (Laterza 1994): "Un miracoloso pozzo d'acqua che sgorgava da una pietra e che accompagnava gli israeliti nel loro vagare nel deserto dopo l'Esodo. Quando si accampavano, la pietra si arrestava e, quando si rimettevano in viaggio, anch'essa si muoveva. Il pozzo era stato creato da Dio al crepuscolo del primo venerdì sera della Creazione, proprio prima dell'inizio dello Shabbat. Era questo pozzo che i Patriarchi trovarono cercando acqua nella terra d'Israele e fu a questo pozzo che Eliezier, il servo di Abramo, si fermò quando stava cercando una moglie per Isacco, il figlio del suo padrone. Quando gli anziani delle dodici tribù gli si avvicinavano cantando, l'acqua sgorgava dal pozzo. Il suo gusto era di vino, di latte, di miele. Il pozzo prese il nome da Miriam, perché durò per quasi 40 anni nel deserto grazie ai suoi meriti. Quando Miriam morì il pozzo smise di dare acqua in abbondanza. Quando gli israeliti entrarono in Terrasanta il pozzo scomparve e Dio lo nascose nel mare di Galilea, dove lo si può talvolta ancora vedere se si guarda dall'alto. Una volta un lebbroso si stava bagnando nelle vicinanze e guari' dalla lebbra quando toccò inavvertitamente il pozzo. I mistici credevano che l'acqua del pozzo di Miriam aiutasse a purificare il corpo e che coloro che ne bevevano l'acqua diventassero capaci di capire gli insegnamenti della Kabbalah. Isaac Luria iniziò il suo discepolo Chaim Vital agli insegnamenti della Kabbalah dandogli da bere dell'acqua proveniente da un certo punto del mare di Galilea. Nell'età messianica il profeta Elia restituirà al popolo d'Israele il pozzo con le sue acque salutari".

L'acqua di Miriam si fa presente non solo sul cammino di Israele nel deserto, ma anche lungo la loro storia fino ai tempi messianici, infatti, è il pozzo da cui usciranno le acque da sotto la soglia del Tempio di cui parla Ezechiele.
Certamente queste tradizioni erano note nel I secolo d.C. e sono da considerare anche queste quinte dello scenario in cui opera la predicazione di Gesù, sia intorno al lago, sia in occasione dell'incontro al pozzo di Giacobbe con la Samaritana.
Giovanni, infatti, fa ampio uso del simbolismo dell'acqua e del pozzo e, tra l'altro, evidenzia come dal fianco del Crocefisso sia sgorgato non solo sangue, ma anche acqua (Giovanni 19,34) come del resto lo stesso Gesù aveva profetizzato "Chi ha sete venga a me e beva chi crede in me; come dice la Scrittura: fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno". (Giovanni 7,37s)

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