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SAN GIUSEPPE...

 
L'ACQUA DI MIRIAM

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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COME IN CIELO COSÌ IN TERRA »
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TORNIAMO ALLE ACQUE DI MARA »
I TRE FRATELLI »
IL POZZO DI MIRIAM »
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NUMERI 12 - DECRIPTAZIONE »

LA BIBBIA DA RAGIONE A MIRIAM
Dopo la contestazione in Numeri 12 di Miriam a Mosè per il suo matrimonio con una donna straniera, definita Kushita, in effetti, poi nella Bibbia risulta assordante il silenzio nei riguardi della famiglia di Mosè.
Paiono perdersi, infatti, le tracce di Zippora e rare sono le notizie sui figli, Gherson e Elizier, e loro discendenti, mentre per quelli ci s'attenderebbe onori e incarichi.

Per volere divino Mosè esce dalla scena e mai si è trovata la sua tomba: "Mosè salì dalle steppe di Moab sul monte Nebo... di fronte a Gèrico. Il Signore gli mostrò tutto il paese... Mosè, servo del Signore, morì in quel luogo, nel paese di Moab, secondo l'ordine del Signore. Fu sepolto nella valle, nel paese di Moab, di fronte a Bet-Peor; nessuno fino ad oggi ha saputo dove sia la sua tomba. Mosè aveva centoventi anni quando morì; gli occhi non gli si erano spenti e il vigore non gli era venuto meno." (Deuteronomio 34,1-7)

La Torah chiude in quel modo senza notizie sulla discendenza di Mosè ed è così comprensibile che in tale occasione nulla è detto dei suoi figli che, visti i resoconti in Genesi dei funerali dei patriarchi, ove è messo sempre in evidenza che furono sepolti dai figli, in condizioni normali avrebbero dovuto avere un importante ruolo al momento della sepoltura del padre, e di che padre!
Ci si attenderebbe però di trovare cenno di loro nel libro detto di Giosuè, visto che parla della spartizione delle terre conquistate, in quanto sarebbe da attendersi che anche loro ne avrebbero dovuto aver parte, invece nulla!
Qualche cenno si trova nel libro dei Giudici sui parenti di Ietro, il suocero, ma ancora pare esservi silenzio sui figli di Mosè:

  • Giudici 1,16 - parla dei fratelli di Zippora, "I figli del suocero di Mosè, il Kenita, salirono dalla città delle Palme con i figli di Giuda nel deserto di Giuda, a mezzogiorno di Arad; andarono dunque e si stabilirono in mezzo al popolo" e i Keniti evidentemente erano una tribù nomade di Madian, paese di Ietro;
  • Giudici 4,11 - "Cheber, il Kenita, si era separato dai Keniti, discendenti di Obab, suocero di Mosè, e aveva piantato le tende alla Quercia di Saannàim, che è presso Kedes", in effetti, questo Obeb, considerato quanto riferisce Numeri 10,29 è il fratello di Zippora, ossia figlio di Ietro, suocero di Mosè.
Il testo di Giudici 18,27-31, fornisce una prima traccia quando in particolare riferisce sui Daniti: "Quelli dunque, presi con sé gli oggetti che Mica aveva fatti e il sacerdote che aveva al suo servizio, giunsero a Lais, a un popolo che se ne stava tranquillo e sicuro; lo passarono a fil di spada e diedero la città alle fiamme. Nessuno le prestò aiuto, perché era lontana da Sidòne e i suoi abitanti non avevano relazioni con altra gente. Essa era nella valle che si estende verso Bet-Recob. Poi i Daniti ricostruirono la città e l'abitarono. La chiamarono Dan dal nome di Dan loro padre, che era nato da Israele; ma prima la città si chiamava Lais. E i Daniti eressero per loro uso la statua scolpita Gionata, figlio di Ghersom, figlio di Mosè, e i suoi figli furono sacerdoti della tribù dei Daniti finché gli abitanti del paese furono deportati. Essi misero in onore per proprio uso la statua scolpita, che Mica aveva fatta, finché la casa di Dio rimase a Silo."
(""La tribù perduta di Dan" e "L'ebraismo antico coperto dal giudaismo" anche sui santuari di Silo e di Dan)

La precedente traduzione C.E.I, quella del 1975, non diceva "Ghersom, figlio di Mosè", ma riportava "Ghersom, figlio di Manasse".

Guardando il testo ebraico, infatti, ci si rende conto che nel passato si voleva nascondere quel figlio di Mosè tant'è che nel nome di questi c'è aggiunta una () un poco sollevata per far capire al lettore che era un inserimento nel testo masoretico risultante non da tutti i testi antichi confrontati, onde si intendeva celare una scomoda verità e si leggeva Ghersom, figlio di Manasse ().
Si voleva, per carità di patria, velare il fatto che un figlio di Mosè costruiva statue d'idoli, insomma era un idolatra.
Quel richiamo a Silo fa accendere l'ipotesi che quel santuario restasse sotto il controllo dei discendenti di Mosè.
Silo si trovava tra le montagne di Efraim, quasi al centro dei territori conquistati da Giosuè e vi fu eretto un santuario a JHWH dove si conservava l'arca dell'alleanza (1Samuele 4,3).

Se i discendenti di Mosè dovevano avere un potere su un luogo quel santuario calza alla perfezione.
Risulta poi che la risiedeva il gran sacerdote Eli.

Si legge in 1Samuele 2,27: "Un giorno venne un uomo di Dio da Eli e gli disse: Così dice il Signore: Non mi sono forse rivelato alla casa di tuo padre, mentre erano in Egitto, in casa del faraone? L'ho scelto da tutte le tribù d'Israele come mio sacerdote, perché salga all'altare, bruci l'incenso e porti l'efod davanti a me. Alla casa di tuo padre ho anche assegnato tutti i sacrifici consumati dal fuoco, offerti dagli Israeliti."

Molti arrivano alla conclusione che l'antenato di Eli sia lo stesso Mosè, l'unico interlocutore diretto con Dio che officiò il rito dell'alleanza (Esodo 24), consacrò il tabernacolo, a offrire i primi sacrifici e unse Aronne (Esodo 29) e i suoi figli insomma era il sommo sacerdote e Aronne un suo delegato.

V'è poi nei libri che riguardano i tempi prima dei Re l'informazione che i figli di Eli si comportavano male e furono soppiantati per volere divino dal profeta e sacerdote Samuele.
Sorge il sospetto che siano stati apportati piccoli tagli per far sparire un'imbarazzante verità.
Ci si rende conto che negli elenchi e nelle varie genealogie, mancando riferimenti ai figli di Mosè in pratica la discendenza mosaica della famiglia sacerdotale era stata "scambiata" con una discendenza aronnide.
Se si verificano i passi di Re, Cronache, Esdra e Neemia si trova trovai che sacerdoti e leviti sono sempre nominati assieme, ma distinti a sottolineare il fatto che si tratta di due diverse famiglie, ma da un certo punto si specifica che i sacerdoti erano tali perché discendenti da Aronne, mentre i leviti discendevano da altre famiglie non specificate.
Solo più tardi nel 1Cronache (opera tardiva di autori ignoti, la cui redazione fu tra 330-250 a.C.) si legge che nel tempo di Davide:
  • 1Cronache 23,14s - "Riguardo a Mosè, uomo di Dio, i suoi figli furono contati nella tribù di Levi. Figli di Mosè: Gherson ed Eliezèr. Figli di Gerson: Sebuèl, il primo. I figli di Eliezèr furono Recabia, il primo. Eliezèr non ebbe altri figli, mentre i figli di Recabia furono moltissimi."
  • 1Cronache 26,25-28 - "Subaèl figlio di Gherson, figlio di Mosè, era sovrintendente dei tesori. Tra i suoi fratelli, nella linea di Eliezer: suo figlio Recabia, di cui fu figlio Isaia, di cui fu figlio Ioram, di cui fu figlio Zikri, di cui fu figlio Selomìt. Questo Selomìt con i fratelli era addetto ai tesori delle cose consacrate, che il re Davide, i capi dei casati, i capi di migliaia e di centinaia e i capi dell'esercito avevano consacrate, prendendole dal bottino di guerra e da altre prede, per la manutenzione del tempio. Inoltre c'erano tutte le cose consacrate dal veggente Samuele, da Saul figlio di Kis, da Abner figlio di Ner, e da Ioab figlio di Zeruià; tutti questi oggetti consacrati dipendevano da Selomìt e dai suoi fratelli."
Pare come se prima di questi tempi, forse anche prima di Esdra e Neemia, dai re di Giuda e dai sacerdoti, i soli che avevano accesso alle Sacre Scritture del Tempio di Gerusalemme, fossero state apportate le opportune omissioni nella Torah e negli altri scritti per far perdere le tracce dei discendenti di Mosè.
Un motivo potrebbero proprio essere i comportamenti scorretti di alcuni di questi come il caso citato della statua costruita dal nipote di Mosè e adorata dai Daniti, il caso dei figli di Eli e il caso di Cusan.
Circa questi, ancora nel libro dei Giudici, al capitolo 3,8-11 si legge: "L'ira del Signore si accese contro Israele e li mise nelle mani di Cusan-Risataim, re del Paese dei due fiumi; gli Israeliti furono servi di Cusan-Risataim per otto anni. Poi gli Israeliti gridarono al Signore, e il Signore suscitò loro un liberatore, Otniel, figlio di Kenaz, fratello minore di Caleb, ed egli li liberò. Lo spirito del Signore fu su di lui ed egli fu giudice d'Israele; uscì a combattere e il Signore gli diede nelle mani Cusan-Risataim, re di Aram; la sua mano fu potente contro Cusan-Risataim. Il paese rimase in pace per quarant'anni, poi Otniel, figlio di Kenaz, morì." ("Il primo giudice")

Il libro dei Giudici inizia dopo la morte di Giosuè.
Nessun capo viene a sostituire le su funzioni che erano state piene e ogni singola tribù cominciò a fare di testa propria senza una strategia unitaria.
Al primo capitolo, probabilmente con aggiunte postume alla prima redazione, propone la tribù di Giuda, da cui verranno i re Davide e Salomone nonché poi i re del regno del Sud, come la prima delle tribù che dopo Giosuè riprese le guerre di conquista.
Ci si attenderebbe prima o poi l'inizio di una guerra contro qualcuno dei popoli di Canaan, invece il prosieguo del libro dei Giudici ci presenta come primo giudice, Otniel, che libera gli Israeliti da un oppressore che ad una prima impressione pare venire da lontano.
Il testo segnala uno sviamento grave degli Israeliti, come se fossero senza freni e guida e non avesse più nessuna influenza l'Arca dell'Alleanza e il santuario di Silo, anzi era in atto una generale apostasia.

Ecco che appare il primo di quelli che poi sono detti "giudici": "Gli Israeliti fecero ciò che è male agli occhi del Signore; dimenticarono il Signore, loro Dio, e servirono i Baal e le Asere. L'ira del Signore si accese contro Israele e li consegnò nelle mani di Cusan-Risatàim, re di Aram Naharàim; gli Israeliti furono servi di Cusan-Risatàim per otto anni. Poi gli Israeliti gridarono al Signore e il Signore fece sorgere per loro un salvatore, Otnièl, figlio di Kenaz, fratello minore di Caleb, e li salvò. Lo spirito del Signore fu su di lui ed egli fu giudice d'Israele. Uscì a combattere e il Signore gli consegnò nelle mani Cusan-Risatàim, re di Aram; la sua mano fu potente contro Cusan-Risatàim. La terra rimase tranquilla per quarant'anni, poi Otnièl, figlio di Kenaz, morì." (Giudici 3,7-11)

È definito come Cusan Risataim , re di Aram Naharaim.
Sembrerebbe un re della Mesopotamia, ma è antistorico, poi quel ricorda il termine Kushita dato alla moglie di Mosè e sorge il sospetto che con una piccola alterazione invece di scrivere, re di Edom , cambiando una "dalet" in "rash" l'abbiano mutato in Aram aggiungendo la notazione sviante dei due fiumi, Naharaim.

Si può, allora, pensare che l'oppressore non fu un re straniero invasore, bensì proprio un capo che subentrò a Giosuè nella guida del popolo ebraico, ma questi era anche un medianità col soprannome di Cusan Risataim, forse proprio il figlio di Mosè, Gherson, medianità cresciuto in Cusan, detto Risataim cioè dalla doppia malizia vale a dire "il terribile", forse proprio un co-titolare del tempio di Silo.

Potrebbe poi esserci un altro motivo per velare la storia dei figli di Mosè e di Silo, il fatto che dopo Salomone, con la divisione dei regni in quelli del Nord Israele con Geroboamo e del Sud, Giuda e Beniamino con Roboamo, non si volesse ricordare che la prima sede del santuario era stata la a Silo, a quei tempi ricadente nel regno del Nord in quanto ciò poteva dare ombra al Tempio di Gerusalemme.

In definitiva anche per tutti questi eventi postumi alla morte di Miriam è da concludere che fu profetessa anche quando, con la faccia dura come la pietra, preferì contrastare il fratello con quella che riteneva la verità che le scottava piuttosto che mormorare nel proprio intimo prendendo poi su di se le conseguenze.
Ciò che era grave, in pratica non era che Mosè aveva sposato una straniera, che è possibile se essa si converte, si pensi a Rut con Booz, e educa i figli alla Torah, ma il fatto che almeno il primo figlio ormai grandicello, Gherson, era stato educato fuori dall'ebraismo; infatti, era vissuto in terra pagana a casa di Ietro sacerdote di un idolo.

a.contipuorger@gmail.com

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