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SAN GIUSEPPE...

 
GIUSEPPE, PADRE NELLA FEDE DEL FIGLIO DI DAVIDE

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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DAVIDE E I FIGLI DI DAVIDE
Davide, figlio di Iesse di Betlemme, il secondo re d'Israele (1011-971 a.C.), fu uomo scelto secondo il cuore di Dio.
Disse così, infatti, il profeta Natan a Saul "...il tuo regno non durerà. Il Signore si è già scelto un uomo secondo il suo cuore (kilevavo ) e lo costituirà capo del suo popolo, perché tu non hai osservato quanto ti aveva comandato il Signore" (1Samuele 13,14) ma Davide certamente non fu uno stinco di santo.

In effetti, il termine "lev" e "levev" in ebraico non indica precisamente il cuore, ma piuttosto la sede dell'intelletto, della coscienza psicologica ed etica, sede di percezioni, emozioni, desideri e dei pensieri.

Quanto li è tradotto con cuore è da interpretare come "secondo quanto pensava", "secondo l'intento", insomma Davide era l'uomo opportuno, all'uopo delle necessità di quel tempo, insomma un uomo come voleva e riteneva utile per quei frangenti il Signore e poi aveva anche una spiccata sensibilità.
Davide, quando fu unto da Samuele, era un pastore, l'ottavo dei figli di Iesse, il più giovane, ma allorché fu investito dallo Spirito di Dio (1Samuele 16,1-13) diventò un eroe davanti al popolo quando uccise il gigante filisteo Golia che si burlava dei migliori guerrieri d'Israele, ma poi, entrato al seguito di Saul, alla lunga destò nel re invidia che si tramutò in odio, indi Davide dovette fuggire e si dette alla macchia con vari seguaci e fu anche mercenario di altri re.
Morto Saul, Davide regnò in tutto per 40 anni; a 30 anni diventò re della tribù di Giuda e regnò per 7 anni e sei mesi a Ebron, poi su tutto Israele per 33 anni con capitale Gerusalemme, detta appunto "la città di Davide".
Tanti sono i meriti e i demeriti di Davide, un uomo di grande fede, pastore, cantore, poeta, tanto che dopo 3000 anni ebraismo e cristianesimo proclamano e cantano i Salmi da lui scritti, fu anche prode e instancabile guerrigliero e guerriero, anche violento in guerra, ma rispettoso in genere dell'autorità quando riconosceva che veniva da Dio e fu anche grande peccatore, ma ebbe almeno il merito di riconoscerne molti davanti a Dio; i più ricordati sono:

  • L'omicidio di Uria, soldato dell'esercito, marito dell'amante Betsabea, perpetrato da Davide usando la propria autorità di re che lo face mettere in prima linea ove fu ucciso, "Davide, infatti, aveva scritto una lettera a Ioab e gliela mandò per mano di Uria. Nella lettera aveva scritto così: Ponete Uria in prima fila, dove più ferve la mischia; poi ritiratevi da lui perché resti colpito e muoia" (2Samuele 11,14s), ma Natan lo accusò in nome del Signore e gli disse: "Così dice il Signore, Dio d'Israele: Io ti ho unto re d'Israele e ti ho liberato dalle mani di Saul, ti ho dato la casa del tuo padrone e ho messo nelle tue braccia le donne del tuo padrone, ti ho dato la casa di Israele e di Giuda e, se questo fosse troppo poco, io vi avrei aggiunto anche altro. Perché dunque hai disprezzato la parola del Signore, facendo ciò che è male ai suoi occhi? Tu hai colpito di spada Uria l'Hittita, hai preso in moglie la moglie sua e lo hai ucciso con la spada degli Ammoniti. Ebbene, la spada non si allontanerà mai dalla tua casa, poiché tu mi hai disprezzato e hai preso in moglie la moglie di Uria l'Hittita. Così dice il Signore: Ecco io sto per suscitare contro di te la sventura dalla tua stessa casa; prenderò le tue mogli sotto i tuoi occhi per darle a un tuo parente stretto, che si unirà a loro alla luce di questo sole; poiché tu l'hai fatto in segreto, ma io farò questo davanti a tutto Israele e alla luce del sole." (2Samuele 12,8-12) Cosi poi avvenne.
  • Il peccato d'orgoglio e di mancanza di fede quando fece il "censimento" di quanti del popolo erano idonei alle armi; l'episodio è raccontato in 2Samuele 24 e 1Cronache 21 in cui è detto che Satana (1Cronache 21,1), essendo contro Israele, incitò Davide a fare il censimento di quanti erano i suoi sudditi e questi dette incarico al generale Ioab che vi provvide. Dopo 9 mesi (lunari) e 20 giorni, pressoché il tempo di una gestazione, Ioab riportò il risultato e "In tutto Israele risultarono 1.700.000 uomini atti alle armi; in Giuda risultarono 470.000 uomini atti alle armi. Fra costoro Ioab non censì i leviti né la tribù di Beniamino, perché l'ordine del re gli appariva un abominio." (1Cronache 21,5s) Davide si rese conto che aveva peccato e aveva irritato il Signore, perché non s'era fidato di Lui e voleva misurare le proprie forze dimenticando che il vero re che gli faceva vincere le guerre era il Signore stesso, onde chiese perdono e si rimise alla punizione del Signore. Il profeta Gad riferì che il Signore per riparazione proponeva tre anni di carestia o tre mesi di fuga davanti al nemico oppure tre giorni di peste. Davide preferì di cadere nelle mani di Dio, che mandò la peste. L'angelo stava per colpire Gerusalemme e Davide, si comportò come Mosè quando Dio pareva avere l'intenzione di punire Israele, implorò il Signore dicendo: "Non sono forse stato io a ordinare il censimento del popolo? Io ho peccato e ho commesso il male; costoro, il gregge, che cosa hanno fatto? Signore Dio mio, sì, la tua mano infierisca su di me e sul mio casato, ma non colpisca il tuo popolo". (1Cronache 21,17) L'angelo del Signore a Gerusalemme si fermò nell'aia di un certo Aranuah, ove poi sarà costruito il Tempio.
Davide in effetti, intendeva trasportare l'arca di Dio, dalla casa di Abinadàb in Baalà di Giuda a Gerusalemme, ma avvenne un fatto che lo fece desistere.
Mentre la stavano trasportando su un carro tirato da buoi l'arca parve cadere e Uzzà, figlio di Abinadàb, allungò la mano per trattenerla, ma rimase fulminato.
Davide allora fece trasferire l'arca del Signore in casa di Obed-Edom di Gat e il Signore benedisse Obed-Edom e tutta la sua casa.
Davide allora trasportò l'arca nella città di Davide, con somma gioia tanto che le danzò davanti cinto solo da un efod di lino e la fece sistemare in una tenda, ma Dio non gli permise di costruire il tempio, ma gli promise che gli avrebbe costruita una casa e un regno saldo per sempre, ma questa promessa riguardava un tempo lontano che si compirà poi con la venuta del Cristo.
Davide ebbe tantissime donne, mogli e concubine; sposò anche una figlia di Saul, Mikal che il re nei primi tempi gli aveva promessa in sposa se che Davide avesse ucciso cento filistei e Davide ne uccise duecento e, a riprova, portò i loro prepuzi.
Quando Davide scappò da Saul che lo voleva uccidere il padre costrinse Mikal a sposare un altro uomo, ma dopo la morte di Saul Davide volle che gli fosse restituita come moglie legittima, ma da questa non ebbe figli e il perché è raccontato in 2Samuele 6,1-23.

Mikal, infatti, vedendolo danzare seminudo davanti all'arca lo disprezzò in cuor suo e gli disse: "Bell'onore si è fatto oggi il re di Israele a mostrarsi scoperto davanti agli occhi delle serve dei suoi servi, come si scoprirebbe un uomo da nulla! Davide rispose a Mikal: L'ho fatto dinanzi al Signore, che mi ha scelto invece di tuo padre e di tutta la sua casa per stabilirmi capo sul popolo del Signore, su Israele; ho fatto festa davanti al Signore. Anzi mi abbasserò anche più di così e mi renderò vile ai tuoi occhi, ma presso quelle serve di cui tu parli, proprio presso di loro, io sarò onorato! Mikal, figlia di Saul, non ebbe figli fino al giorno della sua morte." (2Samuele 6:20-23)

Alla morte di Saul Davide prese il suo harem che implementò continuamente quando fu re a Gerusalemme: "Questi sono i figli che nacquero a Davide in Ebron: il primogenito Amnon, nato da Achinoam di Izreèl; Daniele (Kileab per 2Samuele 3,3) secondo, nato da Abigail del Carmelo; Assalonne terzo, figlio di Maaca figlia di Talmài, re di Ghesur; Adonia quarto, figlio di Agghìt; Sefatìa quinto, nato da Abital; Itram sesto, figlio della moglie Egla. Sei gli nacquero in Ebron, ove egli regnò sette anni e sei mesi, mentre regnò trentatré anni in Gerusalemme. I seguenti gli nacquero in Gerusalemme: Simèa, Sobab, Natan e Salomone, ossia quattro figli natigli da Betsabea, figlia di Ammièl; inoltre Ibcar, Elisama, Elifelet, Noga, Nefeg, Iafia, Elisamà, Eliada ed Elifelet, ossia nove figli. Tutti costoro furono figli di Davide, senza contare i figli delle sue concubine. Tamàr era loro sorella." (1Cronache 3,1-9)

Le mogli principali furono Micol, la superba, Abigail la saggia, e Betsabea, l'amata e su ciascuna di esse nei libri storici dell'Antico Testamento vi sono racconti che ne narrano le vicende.
Del pari i figli, come risulta dagli stessi libri, non furono proprio neanche loro degli stinchi di santi.
Ecco alcuni fatti che dimostrano le loro attitudini.
Amnon, il primogenito, fece violenza alla sorellastra Tamar e suo fratello Assalonne, terzogenito di Davide, l'uccise per vendicare la violenza su Tamar.
Quattro anni dopo Assalonne cercò d'usurpare il regno, congiurò contro il padre e a Hebron si proclamò re, ove sostenuto da Achitofel, già consigliere di Davide, lo costrinse a fuggire s'insediò a Gerusalemme ove e prese le concubine del padre.
Cusái, un fedele a Davide s'infiltrò e convinse Assalonne invece di dare subito caccia a Davide fuggitivo di preparare un esercito per affrontarlo, ma nel frattempo Davide s'era organizzato, ma non volle guidare l'esercito contro il figlio; lo guidò Joab e in un duro scontro nella foresta di Efraim l'uccise Assalonne che a cavallo di un mulo era rimasto impigliato con i lunghi capelli tra i rami di una quercia.

Dopo la morte di Assalonne nella famiglia iniziarono lotte interne per assicurarsi la successione al trono e quanto segue è raccontato in dettaglio nel 1Re al capitolo 1 che presento decriptato in appendice con le regole di "Parlano le lettere".
Adonia (IHWH è il Signore), figlio di Davide e di Agghit, avanzava delle pretese di successione al trono, sostenuto dallo stesso generale Ioab, capo dell'esercito e nipote di Davide e il sacerdote Abiatar.
L'esercito e la classe sacerdotale erano divise tra il partito di Adonia e quello di Salomone figlio di Betsabea, sostenuto dal sacerdote Zadok, da Benaia il comandante della guardia reale e dal profeta Natan.
Natan informò Betsabea di un colpo di stato tentato da Adonia e lei a Davide disse: "Signore, tu hai giurato alla tua schiava per il Signore tuo Dio che Salomone tuo figlio avrebbe regna dopo di te, sedendo sul tuo trono. Ora invece Adonia è divenuto re e tu, re mio signore, non lo sai neppure" (1Re 1,17-18 La promessa a Betsabea che Samuele sarebbe stato re è da ritenere sia stata data da Davide nell'intimità.)
Davide allora inviò Zadok, Natan e Benaia a ungere re Salomone presso la fonte di Ghihon che forniva acqua a Gerusalemme.
Davide aveva consolidato il Regno ma non aveva potuto portare a termine il disegno di costruire a Gerusalemme il Tempio per il Signore, ma aveva ammassato materiali anche preziosi di ogni genere per la sua edificazione.

Davide al riguardo aveva detto a Salomone: "Figlio mio, io avevo deciso di costruire un tempio al nome del Signore mio Dio. Ma mi fu rivolta questa parola del Signore: Tu hai versato troppo sangue e hai fatto grandi guerre; per questo non costruirai il tempio al mio nome, perché hai versato troppo sangue sulla terra davanti a me. Ecco ti nascerà un figlio, che sarà uomo di pace; io gli concederò la tranquillità da parte di tutti i suoi nemici che lo circondano. Egli si chiamerà Salomone. Nei suoi giorni io concederò pace e tranquillità a Israele. Egli costruirà un tempio al mio nome..." (1Cronache 22,7-10a)

Davide aveva evidentemente travisato le parole del Signore che aveva parlato della discendenza di Davide non nell'immediato, infatti, il Signore aveva detto: "...egli sarà figlio per me e io sarò padre per lui. Stabilirò il trono del suo regno su Israele per sempre" (1Cronache 22,10b) e non fu così, basta ricordare che:
  • Adonia, saputo che Salomone era stato fatto re ebbe paura e chiese pietà e Salomone che parve concederla, ma morto Davide, Salomone si sbarazzò di Adonia e di Ioab.
  • Salomone ebbe tantissime mogli e concubine anche straniere che lo portarono ad adorare i loro idoli e a essere permissivo nei riguardi del loro culto.
  • Alla sua morte vi su la scissione del regno in due parti e al figlio Roboamo restò solo il regno di Giuda e Beniamino mentre le altre tribù seguirono Geroboamo e formarono il regno d'Israele detto del Nord.
La storia di Davide e dei suoi figli fa comprendere come il Signore della storia sa trarre il bene anche dal male.
Certo in questa situazione generale di peccato risuona il Salmo 51,7 "Ecco, nella colpa sono stato generato, nel peccato mi ha concepito mia madre."
Da questa famiglia, circa 900 dopo, a un padre Giuseppe e a una madre Maria, fu consegnato il Figlio di Dio, nato per intervento dello Spirito Santo senza ombra di peccato, Gesù di Nazaret che assumerà sulle proprie spalle e cambierà alla fine in bene la storia del mondo.

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