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L'AMORE NELL'EBRAICO BIBLICO
Il principale radicale in ebraico usato per il verbo "amare" con le sfumature di "voler bene, desiderare, affezionarsi, avere tenerezza" è
da cui discende
"'ahavah", vale a dire "amore", usato per definire anche "affetto, amicizia e tenerezza".
La prima volta che nella Torah è usato:
- il verbo "amare" è in Genesi 22,2 quando "'Elohim" dice ad Abramo "Prendi tuo figlio, il tuo unigenito che ami, Isacco..."
- il termine "amore" è in Genesi 29,20 "Così Giacobbe servì sette anni per Rachele: gli sembrarono pochi giorni, tanto era il suo amore per lei."
Quelle lettere ebraiche ci parlano come immagini di un rebus, infatti, in ebraico la lettera
"'alef", la prima dell'alfabeto, l'origine, l'inizio, è anche il numerale 1 per cui sta a significare anche unità e "bet"
,
la seconda dell'alfabeto, è il numerale 2 onde ne consegue che oltre ad indicare una casa, sta pure a significare dualità.
Queste due lettere
e
in ebraico definiscono il 'padre", "'ab"
,
ossia da 1 il 2, inizio della successione dei numeri naturali, quindi, di una genealogia di un serie, di una famiglia, l'origine
di una casa
.
La lettera "he"
ha avuto origine dal segno egizio
che è un recinto con una apertura, un riparo di canne, un campo, uno spazio, la campagna, l'esterno, il mondo, quindi, un percorso in cui si entra o si esce.
A questo punto il radicale
di amare in ebraico si può vedere come il processo per cui uno
si apre
al due
,
e viceversa nell'unità
entra - esce
una dualità
.
Il concetto ebraico di amore implica perciò un moltiplicarsi.
Un risultato del genere quando da luogo a frutti buoni è da vedere come risultato di un atto d'amore, quindi, implicito al moltiplicarsi secondo Dio è l'amare come è da dedurre dal fatto che in Genesi 1,22 il primo atto nei riguardi della prima coppia fu che "Dio li benedisse" e disse loro "Siate fecondi e moltiplicatevi"
"peru verebu".
Essere fecondi è
,
vale a dire fare frutto, "peri"
,
e questo è buono e si mangia, infatti, "nella bocca
il corpo
entra
.
Moltiplicarsi è
"un corpo
da dentro
esce
"
e anche
"corpo
con 2
Dentro
".
"Molto e grande" si dice e si scrive
"rav" e "rab" è profusione, gran quantità e poi mucchio è "rob".
Da questo viene anche la parola "rabbi" "mio maestro" e la parola "rabbino" sottinteso che sa molto.
I titoli "rabban" e "rabbi" oltre che nei Vangeli sono menzionati per la prima volta nella "Mishnah" attorno al III secolo d.C. e in "rabban" circola il pensiero che ha molti
figli
;
quindi, anche il rabbinato, ossia l'insegnare sottende un atto d'amore.
L'amore
"'ahavah", quindi, è visto come in "una unità
entrare,
dalla dualità
uscire
".
Ecco che un uomo che ama uscirà
dalla casa
del padre
come dice Genesi 2,24 "Per questo l'uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne", con la moglie formano una nuova unità, cioè si amano.
Per la "gimatria", ossia la tecnica ermeneutica rabbinica secondo cui a ogni parola ebraica è associabile il numero somma del valore delle proprie lettere e numeri uguali hanno una qualche proprietà comune, si ha:
- il valore di 8 per il radicale amare
=
(
= 2) +
(
= 5) +
(
= 1) = 8 corrispondente alla pienezza e all'eternità, ossia alla vita eterna, quella dopo il settimo giorno, l'ottavo senza tramonto, la domenica eterna;
- il valore di 13 per amore
=
(
= 5) +
(
= 2) +
(
= 5) +
(
= 1) = 13 la metà esatta del numero associabile al Tetragramma Sacro
IHWH che è pari a 26, infatti
=
(
= 5) +
(
= 6) +
(
= 5) +
(
= 10) = 26.
IHWH perciò è amore + amore, quindi un amore corrisposto, pieno.
L'amore
"'ahavah" è il cemento relativo a sentimenti relazionali del tipo più diverso.
Tra genitore e figlio.
Tutti i figli sono amati, e certe volte il verbo assume il senso di prediligere come nel racconto del sacrificio di Isacco, "il solo figlio che ami" dice "'Elohim" ad Abramo in Genesi 22,2 che equivale, infatti, al figlio che Abramo predilige.
Isacco prediligeva Esaù e Rebecca prediligeva Giacobbe in Genesi 25,28 e "Israele amava Giuseppe più di tutti i suoi figli" in Genesi 37,3.
Tra amici intimi.
Il verbo sancisce anche "amore" puro dell'amicizia vera, l'amare l'altro come se stesso, che supera ogni interesse come quella tra Gionata e Davide di cui è detto in 1Samuele 18,1 e 20,7.
Tra un giovane e una giovane, amore integrale che coinvolge il corpo e l'anima come si trova tante volte nel libro chiamato Cantico dei Cantici 1,3.4.7; 2,4.5.7; 3,1.2.3.4.8.10; 7,6 e 8,4.6.7 che però non è un canto erotico, ma un'allegoria dell'amore che lega Dio e Israele.
Tra Dio e l'uomo e viceversa com'è chiaramente detto nel Deuteronomio:
- Deuteronomio 6,4s - "Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo. Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze."
- Deuteronomio 7,7ss - "Il Signore si è legato a voi e vi ha scelti, non perché siete più numerosi di tutti gli altri popoli - siete infatti il più piccolo di tutti i popoli -, ma perché il Signore vi ama e... mantiene la sua alleanza e benevolenza per mille generazioni, con coloro che l'amano e osservano i suoi comandamenti..." (di tutto il capitolo Deuteronomio 7 nel prosieguo fornirò la decriptazione secondo i criteri di "Parlano le lettere")
- Deuteronomio 30,15 - "Vedi, io pongo oggi davanti a te la vita e il bene, la morte e il male; poiché io oggi ti comando di amare il Signore tuo Dio, di camminare per le sue vie, di osservare i suoi comandi, le sue leggi e le sue norme, perché tu viva e ti moltiplichi e il Signore tuo Dio ti benedica nel paese che tu stai per entrare a prendere in possesso."
Nel Cantico dei Cantici l'amata trova il suo diletto e dice in 3,4 "...trovai l'amore dell'anima mia"
shoemmatsati 'at shoe'ahebah napeshi."
Sembrerebbe qui che l'amata ha trovato l'anima gemella, il che parrebbe in sintonia con il pensiero pagano espresso dal mito dell'androgino primigenio.
È però da considerare che il Cantico dei Cantici di Salomone che ha la veste di un libro di poesia che canta un amore erotico e pagano fu inserito nella Bibbia dagli ebrei, perché quella storia d'amore fu considerata in effetti, come ho accennato, un'allegoria che descrive in termini concreti il patto d'amore di Dio con Israele che è un patto, un'alleanza, nella carne, con l'anima e nello spirito, onde "l'amore dell'anima mia" da cui viene proprio l'anima stessa, ossia il Signore Dio, l'Unico, il Creatore.
Ciò che è impossibile all'animale, che ha solo l'istinto, il sentimento dell'amore vero viene direttamente dal Creatore che è colui che ha amato per primo e ha disegnato l'uomo perché potenzialmente gli fosse immagine e somiglianza.
Altro sinonimo ebraico di amore è "choesoed"
.
Oltre che con amore questo termine è tradotto con favore, grazia, misericordia, carità e benignità, gentilezza amorevole, come un obbligo di patto d'amore che va al di là del solo rispettare e seguire leggi o contratti, ma alcune volte lo stesso termine è usato anche per vituperio e vergogna in Levitico 20,17.
Il nome "choesoed"
designa la IV sefirot dell'albero delle 10 "sefirot" o emanazioni di cui tratta il "Sefer Yetzirah" la cui prima forma scritta è fatta risalire a dopo il II secolo d.C..
Queste "sefirot", sono strumenti della luce senza limiti infinita del Creatore con cui si rivela e continuamente rinnova e fa permanere il creato.
Di queste 10 ampolle d'energia divina che costituiscono l'albero sefirotico o il corpo dell'Adam Kadmon (Vedi: "Tensione dell'ebraismo ad una Bibbia segreta") sembra proprio che parli o così può interpretarsi il versetto 1Cronache 29,11 quando dice: "Tua, Signore, è la grandezza ("Ghedullah"), la potenza ("Ghevurah"), la bellezza ("Tiferet"), la vittoria ("Nezakh") e la maestà ("Hod"), perché tutto ("Kol"), nei cieli e sulla terra, è tuo. Signore, tuo è il regno ("Mamlachah"); tu sei colui che ti innalzi come testa ("Ro'sh") su ogni cosa."
1°, 2° e 3° la testa "Ro'sh" con le 3 sefirot, "Keter" ,"Chokmah" e "Binah".
4° "Ghedullah" e per alcuni "Choesoed".
5° "Ghevurah" e per alcuni "Din".
6° "Tiferet" e per alcuni "Rachamim".
7°,8° e 9° "Nezakh Hod Kol" per alcuni "Yessod".
10° "Mamlachah" altro nome di "Malkhut" e per alcuni "Shekinah".
Il valore gimatrico di questa parola
è 72, numero biblico importante.
=
(
= 4) +
(
= 60) +
(
= 8) = 72.
Sono, infatti, da ricordare:
- le 72 lingue confuse con l'episodio della Torre di Babele.
- i 72 d'Israele entrati in Egitto "Tutte le persone nate da Giacobbe erano settanta, Giuseppe si trovava già in Egitto." (Esodo 1,5) cui sono da aggiungere Efraim e Manasse figli di Giuseppe.
- i 72 saggi chiamati ad Alessandria d'Egitto da Tolomeo per tradurre in greco la Bibbia detta poi dei LXX (Lettera di Aristea).
- i 72 discepoli inviati in missione da Gesù (Luca10,1). Il Tetragramma Sacro
,
che vale 26, può collegarsi anche al numero 72; infatti, se si fa crescere il Nome ogni volta di una lettera, come qui in appresso, e si somma il tutto si ha proprio 72.
La prima volta che si trova
è in Genesi 19,19 ove Lot riconosce la "misericordia e benignità" che lo zio Abramo ha avuto per lui quando dice: "Vedi, il tuo servo ha trovato grazia ai tuoi occhi e tu hai usato una grande misericordia
verso di me salvandomi la vita".
È da considerare che il radicale
è relativo al rifugiarsi, al ripararsi, al proteggersi, al ritirarsi e al difendersi.
Le lettere ebraiche singole del radicale
ci parlano con la "chet"
di un nascondersi e di un chiudersi, con la "samek"
di un avvolgersi e di un foro, un buco e la "he"
di entrare, perciò da
esce il pensiero "di chiusura
avvolgersi
entrando
".
Il significato invece della lettera "dalet"
,
che è il segno che indica una mano aperta, può essere duplice in quanto può significare sia aiuto, sia impedimento come il segnale di "alt".
Si pensi poi che il concetto di accerchiare
e impedire
,
vale a dire, avvolgere le mani porta alla parola "sad"
che significa ceppi e in arnesi del genere si chiudevano i condannati.
Ecco, allora, perché si possono avere significati duplici per le lettere di "choesoed"
;
infatti, ci parlano di un sentimento, di un desiderio di stringere, avvolgere per difendere e di aiutare, quindi di un amore tenero pieno di cure e attenzioni, ma anche di una vergogna "chiudere nei ceppi "sad"
",
ossia di un "chiudere, accerchiare, impedire", quindi, vituperio e vergogna.
È il caso ad esempio di Levitico 20,17: "Se uno prende la propria sorella, figlia di suo padre o figlia di sua madre, e vede la nudità di lei ed essa vede la nudità di lui, è un'infamia ("choesoed"
);"
è un disonore, un vituperio.
Si ha poi un termine molto familiare "dod"
che è usato per "amato, diletto, fidanzato, amore" e al plurale sta per amori, tresche e carezze.
Riguarda l'amore anche erotico e carnale, ma comprende pure sentimenti profondi di amore a tutto tondo.
Si trova ben 32 volte nel libro del "Cantico dei cantici".
Celebre è la frase "Io sono per il mio diletto e il mio diletto è per me" in Cantico 6,3, " 'ani ledavidi vedavidi li"
.
L'idea di fondo di "dod"
sono due persone che si portano per mano "mano
portano
alla mano
".
È usato anche per definire lo zio al maschile (es. Levitico 20,20) mentre zia al femminile è "dodah".
Da tale termine viene il nome David che è scritto sia
sia
.
C'è poi un ulteriore termine, il radicale
usato 13 volte nella Torah nelle sue varie coniugazioni e tante volte negli altri libri della Tenak tra cui, come vedremo si trova nel Salmo 149,4 "Il Signore ama il suo popolo" ove per ciò che la C.E.I. traduce "ama" il testo ebraico scrive
.
Il significato di tale radicale è molto ampio e va da apprezzare, stimare, favorire ed essere favorevole, compiacersi, allietarsi, dilettarsi e anche amare.
Il rebus delle tre lettere
ci parla di "un corpo
che si alza
in campo aperto
",
quindi, un qualcosa di evidente che si nota e per cui "la testa
s'alza
sull'esterno
",
indi qualcosa di notevole che desta apprezzamento, voglia in chi guarda e gradimento, come si trova in Genesi 33,10 quando Giacobbe dice a Esaù: "No, ti prego, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, accetta dalla mia mano il mio dono, perché io sto alla tua presenza, come davanti a Dio, e tu mi hai gradito."
L'espressione "il Signore ama" nell'Antico Testamento oltre che in Salmo 149,4 si trova altre 6 volte nella Tenak tutte col verbo
:
- Salmo 11,7 - "Giusto è il Signore, ama le cose giuste";
- Salmo 37,28 - "Perché il Signore ama la giustizia";
- Salmo 87,2 - "il Signore ama le porte di Sion";
- Salmo 146,8 - "il Signore ama i giusti";
- Proverbi 22,11 - "Il Signore ama chi è puro di cuore";
- Osea 3,1 - "come il Signore ama gli Israeliti".
Si trova, infine, un pensiero con "Il Signore ama" nel deuterocanonico libro del Siracide 4,11-14: "La sapienza esalta i suoi figli e si prende cura di quanti la cercano. Chi la ama, ama la vita, quanti la cercano solleciti saranno ricolmi di gioia. Chi la possiede erediterà la gloria, qualunque cosa intraprenda, il Signore lo benedice. Coloro che la venerano rendono culto al Santo, e il Signore ama coloro che la amano."