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DEUTERONOMIO 7
È questa di Deuteronomio 7 di cui ho citato alcuni versetti in altro paragrafo, una pagina dura da digerire, perché invece di amore pare istigare nel popolo di Dio un irrefrenabile e inconciliabile ostilità verso i popoli diversi dal proprio, detti dei "goim"
,
e non la pace e l'amore di Dio Amore.
Il brano di Deuteronomio 7 è costituito da 26 versetti, proprio come 26 è il valore numerico in ebraico del Tetragramma Sacro IHWH
,
cioè dell'amore corrisposto (2x13 = 2 "'ahavah " = 2 che si amano), eppure nessuna pietà sembra trovarvisi per i nemici il che potrebbe sembrare un'aberrazione.
Questo capitolo Deuteronomio 7, peraltro, ne spiega addirittura i perché il che potrebbe sembrare un'aberrazione.
Eppure, come si trova in 2Timoteo 3,16: "Tutta la Scrittura, infatti, è ispirata da Dio e utile per insegnare, convincere, correggere e formare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona".
Violenza chiama violenza e allora, come si può giustificare "parola di Dio" tale brano che nonostante quanto sembra contraria all'universale amore di Dio è pagina della sacra Scrittura, addirittura della Torah e che se letta in Chiesa dai cristiani, rispondono "Parola di Dio"?
Come tale quindi va considerata, eppure Deuteronomio 7, in effetti, incita alla guerra, ma anche se questa è per la conquista della terra promessa oggi non trova alcuna giustificazione se non ricorrendo a pensieri traslati.
È da tenere, allora, conto che tale conquista, di fatto, è allegoria del regno di Dio che si deve attuare in terra.
Solo in questo senso e non in altri questa pagina assume valore d'insegnamento e d'incitamento alla radicalità di una lotta spirituale.
Per leggere questa pagina, che pare indurre appunto alla contraddizione in termini, all'aberrazione di una "guerra santa" in cui possono cadere le religioni, è da ricordare il comandamento della rivelazione di Gesù dall'amore al nemico, reso possibile grazie al Suo Spirito frutto della Sua morte in croce e della risurrezione.
"La nostra battaglia, infatti, non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti." (Efesini 6,12)
Si tratta di una guerra spirituale, che richiede un totale radicalismo contro i principi del male, "Quale intesa tra Cristo e Beliar, o quale collaborazione tra un fedele e un infedele? Quale accordo tra il tempio di Dio e gli idoli?" (2Corinti 6,15s), ma non contro le persone.
La lotta non è, infatti, contro il prossimo che è da amare comunque pur se fosse stato impossessato dal male, perché in tal caso sono in schiavitù, ma pur sempre nostri fratelli.
Del resto tutto ciò è in vista del combattimento finale in cui il Messia uscirà vittorioso definitivamente.
La guerra però è da portare avanti da ciascun cristiano nella propria vita mosso dal battesimo e dalla carità che implica, ossia dall'amore per il prossimo in cui sono compresi i nemici, per lo scopo di affermare la Verità.
Del resto questa pagina ci ricorda - versetto 8 - che "il Signore vi ama", ma è da meditare sul fatto che ama tutti gli uomini che ha creato.
Vi si trova - versetto 9 - anche che Dio è fedele, che mantiene l'alleanza e la bontà per mille generazioni con coloro che lo amano.
Il versetto 13 con "Egli ti amerà, ti benedirà, ti moltiplicherà" implica il coadiuvare il Signore stesso secondo il suo mandato "Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura" (Marco 16,15) per far tornare a Dio i suoi figli con l'evangelizzazione affinché s'acceleri l'attuazione del "venga il Tuo Regno" (Matteo 6,10; Luca 11,2b) che ogni cristiano chiede nella preghiera del Padre Nostro insegnata da Cristo Gesù.
Di questa "vendetta fra le nazioni e punire i popoli" parla il Salmo 149,6-9 col dire: "Esultino i fedeli nella gloria, facciano festa sui loro giacigli. Le lodi di Dio sulla loro bocca e la spada a due tagli nelle loro mani, per compiere la vendetta fra le nazioni e punire i popoli, per stringere in catene i loro sovrani, i loro nobili in ceppi di ferro, per eseguire su di loro la sentenza già scritta. Questo è un onore per tutti i suoi fedeli."
Mi sono chiesto se interrogato come Gesù avrebbe risposto sul significato di quella pagina di Deuteronomio 7.
Pur se ciò non è dato sapere con precisione è noto che ai Giudei del suo tempo increduli della sua testimonianza ebbe a premettere: "Il Padre ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, perché voi ne siate meravigliati." (Giovanni 5,20)
Poi facendo capire che il Padre gli ha dato un potere che, in effetti, è profetizzato nella Torah, quindi anche in Deuteronomio 7, ad un certo punto della discussione proseguì: "Voi scrutate le Scritture, pensando di avere in esse la vita eterna: sono proprio esse che danno testimonianza di me. Ma voi non volete venire a me per avere vita... vi conosco: non avete in voi l'amore di Dio... e non cercate la gloria che viene dall'unico Dio? ...Mosè ha scritto di me. Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole?" (Giovanni 5,39-47)
Questo discorso fa pensare che vi sia una chiave di lettura della Torah che se usata s'ottengono "scrutando" pagine di secondo livello che tutte parlano di Lui, il Messia, fine ultimo annunciato dalla Torah.
Questa fu l'idea motrice della mia ricerca di una chiave di decriptazione di cui a "Decriptare le lettere parlanti delle sacre scritture ebraiche" che ha poi prodotto quel criterio con i tanti risultati di cui i vari miei articoli con cui ho decriptato tantissime pagine della Tenak o Bibbia ebraica come risulta dall'"Indice" dei brani biblici decriptati negli articoli di questo mio Sito.