GLI ULTIMI PROFETI
di Alessandro Conti Puorger
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L'ARCA DELL'EVANGELIZZAZIONE
Il popolo di Dio avanzava nel deserto guidato dal Signore che veniva immaginato seduto sui cherubini del coperchio dell'arca tanto che questa in 1Cronache 13,5 era chiamata proprio "Il Signore seduto tra i cherubini"; ed era Lui che diceva a Mosè quando partire per una nuova tappa e quando fermarsi.
Si legge, infatti, al riguardo nel libro dei Numeri: "Quando l'arca partiva, Mosè diceva: Sorgi, Signore, e siano dispersi i tuoi nemici e fuggano davanti a te coloro che ti odiano, Quando sostava, diceva: Torna, Signore, alle miriadi di migliaia d'Israele." (Numeri 10,35s)
Quest'arca che precede il muoversi del popolo di Dio è vista trasfigurata nella visione di Ezechiele in un carro di fuoco con le ruote che vanno in tutte le direzioni e portano una figura d'uomo.
(Vedi: "Il carro di fuoco d'Ezechiele: UFO e/o macchina del tempo?")
Con quel carro quella visione intendeva sottolineare che era finito il tempo dell'esilio e Dio si rimetteva alla testa per far muovere il popolo e riportarlo nella sua terra.
Per i cristiani la figura d'uomo che era su quel carro è, appunto, il Figlio dell'uomo - figlio di Dio, Gesù Cristo, mentre per gli ebrei è la figura dell'archetipo dell'uomo l'Adam Kadmon, l'uomo pensato da Dio prima del peccato.
Questa visione divenne oggetto della speculazione mistica del Merkavah.
La visione di Ezechiele inizia con: "Io guardavo ed ecco un uragano
(
sa'rah) avanzare dal settentrione, una grande nube e un turbinio di fuoco, che splendeva tutto intorno, e in mezzo si scorgeva come un balenare di elettro incandescente." (Ezechiele 1,4)
Del carro che porta in cielo Elia è detto "un carro di fuoco e cavalli di fuoco si interposero fra loro due. Elia salì nel turbine
(
"sa'rah") verso il cielo." (2Re 2,11)
Quel turbine o uragano
"sa'rah" che li connette non è certamente a caso.
Elia su quel carro di fuoco alla fine dei tempi tornerà col Messia e porterà tutti alla dimora celeste; cioè Dio verrà a prendere i suoi figli alla fine dei tempi.
La visione di Isaia sugli ultimi tempi, peraltro, propone: "Alla fine dei giorni, il monte del tempio del Signore sarà eretto sulla cima dei monti e sarà più alto dei colli; ad esso affluiranno tutte le genti." (Isaia 2,2)
Tutti i popoli debbono essere raccolti e portati alla Gerusalemme celeste.
Ed ecco che su questo tema s'inserisce il pensiero di San Paolo nella lettera ai Romani quando dice: "...la parola della fede che noi predichiamo. Perché se con la tua bocca proclamerai: Gesù è il Signore!, e con il tuo cuore crederai che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo. Con il cuore infatti si crede per ottenere la giustizia, e con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza. Dice infatti la Scrittura: Chiunque crede in lui non sarà deluso. Poiché non c'è distinzione fra Giudeo e Greco, dato che lui stesso è il Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che lo invocano. Infatti: Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato. Ora, come invocheranno colui nel quale non hanno creduto? Come crederanno in colui del quale non hanno sentito parlare? Come ne sentiranno parlare senza qualcuno che lo annunci? E come lo annunceranno, se non sono stati inviati? ...Dunque, la fede viene dall'ascolto e l'ascolto riguarda la parola di Cristo." (Romani 10,8-17)
La croce gloriosa con Gesù in trono portata su un carro mosso dagli angeli è icona di quel carro, la "merkabah", il carro di fuoco dell'evangelizzazione con cui è portato l'annuncio della venuta del Messia nella carne, della morte in croce e della risurrezione di Gesù di Nazaret.
L'evangelizzazione è, infatti, il modo con cui i popoli tutti usciranno dalla schiavitù del peccato del mondo e torneranno al Signore.
Il tempo del Messia, in effetti, ha inizio dal battesimo nel Giordano, atto con cui inizia il ministero terreno e la consacrazione, da parte dello Spirito Santo, di re, sacerdote e profeta, dell'uomo Gesù figlio di Dio; infatti: "In quei giorni Gesù venne da Nazaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E, uscendo dall'acqua, vide aprirsi i cieli e lo Spirito discendere su di lui come una colomba. E si sentì una voce dal cielo: Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto." (Marco 19-11)
Poi, com'è noto, inviò in missione prima a due a due, come i cherubini sopra l'arca, i dodici apostoli che aveva costituito e poi, pure a due a due, 72 discepoli, e "...predicavano che la gente si convertisse, scacciavano molti demoni, ungevano di olio molti infermi e li guarivano" (Marco 6,12s) per preparare il terreno nelle città in cui sarebbe passato poi Lui stesso, il Signore.
Dopo la sua morte e risurrezione, infine, la missione di preparare il terreno fino al tempo del suo ritorno nella gloria fu data ai cristiani e il Vangelo di Marco chiude i questo modo: "
Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demoni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno. Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio. Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre
il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano." (Marco 16,15-20)
Che cosa sono allora i cristiani?
Sono servi di Dio che portano la sua parola e preparano il terreno al Signore.
(Vedi: "
Filippo e il carro della prima evangelizzazione")
San Paolo nella lettera ai Romani conferma: "Ora invece, liberati dal peccato e
fatti servi di Dio, raccogliete il frutto per la vostra santificazione e come traguardo avete la vita eterna. Perché il salario del peccato è la morte; ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore." (Romani 6,22)
A questo punto vale ricordare la necessità di pregare per il buon esito dell'evangelizzazione, come suggerisce nostro Signore: "La messe è molta, ma gli operai sono pochi ! Pregate dunque il padrone della messe che mandi operai nella sua messe!" (Matteo 9,37s)
Gli eventi di questi ultimi tempi che infiammano tutto il mondo fanno pensare prossimo il momento del combattimento finale, della lotta della luce contro le tenebre del mondo, annunciata dall'Apocalisse contro le armate dell'anticristo, le armate di Gog e Magog.
(Vedi: "
Il combattimento finale: Gog e Magog")
a.contipuorger@gmail.com