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RICERCHE DI VERITÀ...

 
ALZATI, RIVESTITI DI LUCE

di Alessandro Conti Puorger
 
 

LUCE DEL MONDO
Per il cristiano la veste bianca o "alba" è il segno di "Luce" che Dio dona con la dignità perduta ai figli di Adamo al loro rinascere col "Battesimo", nel "nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo", come figli di Dio e coeredi di Cristo.
Nel libro del Nuovo Testamento detto "Apocalisse" c'è una forte tensione per tale veste che è ricordata tante volte, come in:
  • Apocalisse 3,4 - "...cammineranno con me in vesti bianche."
  • Apocalisse 3,5 - "Il vincitore sarà vestito di bianche vesti..."
  • Apocalisse 20,7-8 - "...sono giunte le nozze dell'Agnello; la sua sposa è pronta: le fu data una veste di lino puro e splendente..."
La profezia al capitolo 60 del libro del profeta Isaia relativa alla Città di Dio, la nuova Gerusalemme, splendida Città del Cielo propone:
  • Isaia 60,1 - "Alzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te."
  • Isaia 60,14 - "Ti chiameranno Città del Signore, Sion del Santo d'Israele"
  • Isaia 60,19-20 - "Il sole non sarà più la tua luce di giorno, né ti illuminerà più il chiarore della luna. Ma il Signore sarà per te luce eterna, il tuo Dio sarà il tuo splendore..."
È quella "la città dalle salde fondamenta, il cui architetto e costruttore è Dio stesso" (Ebrei 11,10) che il libro dell'Apocalisse in 21,2 intravede scendere dal cielo: "E vidi anche la Città santa, la Gerusalemme nuova, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo."
(Come si vedrà, il tema si ritrova nella decriptazione di Levitico 10, punto centrale della Torah.)

La "Luce" è il distintivo della Città di Dio e il Vangelo di Giovanni la riferisce a Gesù di Nazaret, l'Agnello e ogni suo seguace che aspira a esserne cittadino è portatore di riflesso della "Luce" del Signore, onde come rivestito di un vestito splendente per l'energia divina che l'investe, il fedele è simile a un'ape che al posarsi lascia polline celeste e produce frutti per il Regno di Dio; infatti, "Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui". (Luca 10,5s)

Le tenebre del mondo sono state squarciate quando, giunto il tempo di usare misericordia verso l'umanità immersa nelle tenebre dell'errore, IHWH, il Misericordioso, s'affacciò dai cieli e al roveto ardente disse a Mosè "...il grido degli Israeliti è arrivato fino a me e io stesso ho visto l'oppressione con cui gli Egiziani li tormentano". (Esodo 3,9)

Il Signore con gli eventi della Torah ha cercato il nido ove far spuntare il virgulto, figlio di Dio e dell'Uomo, il "nazer" annunciato dal profeta Isaia: "Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto ("nazer" ) germoglierà dalle sue radici" (Isaia 11,6) e il Vangelo di Giovanni 1,9 col dire "Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo" avverte che Dio non solo ha visto, ma è anche venuto in terra in un uomo per rivestire di luce l'umanità.

Quella profezia della luce e di una Città speciale si ritrova nel "discorso della montagna" quando Gesù a chi lo segue, i primi catecumeni, dice: "Voi siete la luce del mondo" e prosegue, "non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli." (Matteo 5,14-16)

Quella città sopra un monte è la nuova Gerusalemme del Messia.
I discepoli recano la luce che Padre con il "Kerigma", la "predicazione" del Figlio che accende lo Spirito Santo in chi ascolta.

San Paolo ai catechizzati della chiesa di Filippi, in linea con questi pensieri, propone: "...siate irreprensibili e semplici, figli di Dio immacolati in mezzo a una generazione perversa e degenere, nella quale dovete splendere come astri nel mondo." (Filippesi 2,15)

La profezia luminosa di Isaia 60 comportava che l'innesco di tutto sarebbe stata proprio Gerusalemme col suo Tempio, specchio di una città futura che si costruisce nei cieli e che era attesa scendere in terra alla fine dei tempi grazie al Messia portatore di Luce.
Il cristianesimo che ha invaso il mondo, nato dal ceppo dell'ebraismo è proprio l'attuazione di tale profezia, infatti:
  • Isaia 60,3 - "Cammineranno i popoli alla tua luce, i re allo splendore del tuo sorgere."
  • Isaia 60,16 - "Io sono il Signore tuo salvatore e tuo redentore, io il Forte di Giacobbe."
  • Isaia 60,21 - "Il tuo popolo sarà tutto di giusti."
perché giustificati dal Signore come del resto conclude San Paolo, "tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, in virtù della redenzione realizzata da Cristo Gesù." (Romani 3,23s)

Nitido è il pensiero di Isaia e netta la sua profezia ed ecco che all'inizio del successivo capitolo, il 61, Isaia annuncia proprio la venuta del Messia che aprirà il tempo della grazia: "Lo spirito del Signore Dio è su di me perché il Signore mi ha consacrato con l'unzione; mi ha mandato a portare il lieto annunzio ai miseri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri, a promulgare l'anno di misericordia del Signore..." (Isaia 61,1s) e questo è proprio il brano di Isaia che Gesù lesse nella sinagoga di Nazaret all'inizio della predicazione (Luca 4,16-30).

Iniziava con lui la lotta finale della luce contro le tenebre, iniziata sin dai tempi dei patriarchi Abramo, Isacco, Giacobbe e poi di Mosè, finché Dio si scelse e istruì il popolo da cui sarebbe partita l'illuminazione per tutti i popoli.

Visto che "Tutta la Sacra Scrittura, ispirata da Dio, è anche utile per insegnare, convincere, correggere e educare nella giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona" (2Timoteo 3,16) vi ho cercato quali remore quel popolo frappose all'invito di Dio, in quanto esemplificative delle reazioni di chi, di fatto, in qualche modo non entra o ritarda nel cammino di conversione, il che è un po' un pericolo per tutti.

Come m'è solito, m'avvicino a quelle antiche Scritture pure col potente strumento della lettura delle parole ebraiche in base ai significati grafici delle lettere (Vedi colonna destra delle pagine di questo mio Sito) che aiuta a far sgorgare idee che ne chiariscono parti importanti; dice, infatti, il profeta Geremia "La mia parola non è forse come il fuoco - oracolo del Signore - e come un martello che spacca la roccia?" (Geremia 23,29) per cui le scintille d'illuminazione da una sola parola sono tantissime e non vanno disperse perché hanno importanti aspetti che aprono la mente e il cuore.

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