BibbiaWeb.net - di Alessandro Conti Puorger

Decriptare la Bibbia - di Alessandro Conti Puorger Autore   Contatti    Cerca      Home     
BibbiaWeb 2017  
Decriptare le lettere parlanti delle sacre scritture ebraicheLettere ebraiche e codice Bibbia - Clicca qui per consultareParlano le lettere
Cerca negli articoli
Consulta le rubriche
  Lettere ebraiche
    e codice Bibbia
  Decriptazione Bibbia
  Attesa del Messia
  Vangeli
    e Protovangeli
  Ricerche di verità
  Racconti
    a sfondo biblico
  San Giuseppe

Decriptare la Bibbia
  Tutti gli articoli
  Indice
     brani decriptati
  Articoli più letti

 

RICERCHE DI VERITÀ...

 
ALZATI, RIVESTITI DI LUCE

di Alessandro Conti Puorger
 
 

    parti precedenti:

LUCE DEL MONDO »
LA CORONA DELL'ETERNITÀ »
UN POPOLO DI DURA CERVICE »
LA MORMORAZIONE »

INVOCARE LA MORTE
Torniamo al tema della mormorazione che nasce nel percorso nel deserto dal popolo, perché chiamato alla scuola di Dio per farlo abituare ad anteporre le esigenze dello spirito a quelle del corpo, non sempre riesce a sopportare.
Ecco che la Sacra Scrittura come esempio e insegnamento si sofferma sul popolo in cammino nel deserto che nelle difficoltà rimpiange le cipolle e la pentola della carne che mangiava in Egitto, dimentichi del dono della libertà e destano discorsi farneticanti tanto che addirittura è preferito il morire al proprio stato nonostante i prodigi visti.

A fronte di ciò si accende l'ira del Signore, infatti, in Numeri 11 nel parallelo racconto dell'episodio della manna e delle quaglie, accadde che: "il popolo cominciò a lamentarsi aspramente agli orecchi del Signore. Li udì il Signore e la sua ira si accese: il fuoco del Signore divampò in mezzo a loro e divorò un'estremità dell'accampamento. Il popolo gridò a Mosè; Mosè pregò il Signore e il fuoco si spense. Quel luogo fu chiamato Tabera, perché il fuoco del Signore era divampato fra loro. La gente raccogliticcia, in mezzo a loro, fu presa da grande bramosia, e anche gli Israeliti ripresero a piangere e dissero: Chi ci darà carne da mangiare? Ci ricordiamo dei pesci che mangiavamo in Egitto gratuitamente, dei cetrioli, dei cocomeri, dei porri, delle cipolle e dell'aglio. Ora la nostra vita inaridisce; non c'è più nulla, i nostri occhi non vedono altro che questa manna..." (Numeri 11,1-6)

Ancora una volta ci fu l'intercessione di Mosè e il Signore gli disse: "Dirai al popolo: Santificatevi per domani e mangerete carne, perché avete pianto agli orecchi del Signore, dicendo: Chi ci farà mangiare carne? Stavamo così bene in Egitto! Ebbene il Signore vi darà carne e voi ne mangerete. Ne mangerete non per un giorno, non per due giorni, non per cinque giorni, non per dieci giorni, non per venti giorni, ma per un mese intero, finché vi esca dalle narici e vi venga a noia, perché avete respinto il Signore che è in mezzo a voi e avete pianto davanti a lui, dicendo: Perché siamo usciti dall'Egitto?" (Numeri 11,18-20)

L'episodio di Tabera è ricordato anche in questo modo in Deuteronomio 9,22: "Anche a Tabera, a Massa e a Kibrot-Taavà voi provocaste il Signore."

Quel "Taberah" significa incendio in quanto c'è il radicale di ardere e in vari salmi - 49,11; 73,22; 92,7 e in Proverbi 12,1 e 30,2 - usato come aggettivo "baa'r" sta per "insensato, idiota", insomma uno dal cervello bruciato, come in Salmo 49,11: "Vedrai infatti morire i sapienti; periranno insieme lo stolto e l'insensato e lasceranno ad altri le loro ricchezze."

Ora, "a'r" è come "tsar" significa "nemico" e si può pensare per "Taberah": "indica che dentro un nemico uscì "; dice, infatti, il Salmo 97,3: "Un fuoco cammina davanti a lui e brucia tutt'intorno i suoi nemici ."

Questa ira del Signore intende far recepire al lettore che chi cade in tali mormorazioni è come se cadesse nella rete della morte che il maligno desidera per l'uomo e che l'uomo stesso poi invoca.
La prima volta che mormorarono fu prima del miracolo dell'apertura del mare quando i fuoriusciti lo trovarono davanti e dietro l'esercito del Faraone.

Eppure avevano già sperimentato la potenza del Signore per le famose 10 piaghe che il Signore aveva inflitto all'Egitto; dice Esodo 14,10-14 che: "Quando il faraone fu vicino, gli Israeliti alzarono gli occhi: ecco, gli Egiziani marciavano dietro di loro ! Allora gli Israeliti ebbero grande paura e gridarono al Signore. E dissero a Mosè: È forse perché non c'erano sepolcri in Egitto che ci hai portati a morire nel deserto? Che cosa ci hai fatto, portandoci fuori dall'Egitto? Non ti dicevamo in Egitto: Lasciaci stare e serviremo gli Egiziani, perché è meglio per noi servire l'Egitto che morire nel deserto! Mosè rispose: Non abbiate paura! Siate forti e vedrete la salvezza del Signore, il quale oggi agirà per voi; perché gli Egiziani che voi oggi vedete, non li rivedrete mai più! Il Signore combatterà per voi, e voi starete tranquilli."

Gli Israeliti, insomma, recriminano quanto avevano detto a Mosè e ad Aronne prima che iniziassero le famose piaghe: "Il Signore proceda contro di voi e giudichi; perché ci avete resi odiosi agli occhi del faraone e agli occhi dei suoi ministri, mettendo loro in mano la spada per ucciderci!" (Esodo 5,21)

Dio, infatti, aveva manifestato la potenza gloriosa al popolo che ha "fatto uscire dall'Egitto, da una fornace per fondere il ferro" (1Re 8,51) e aprì il mare e passarono all'asciutto, invece gli Egiziani sparirono ricoperti dalle onde, ma nel libro dell'Esodo più volte, con sorpresa, quelli che avevano assistito al miracolo dell'apertura del mare avevano a recriminare e ripeterono questo ritornello: "Fossimo morti per mano del Signore nel paese d'Egitto, quando eravamo seduti presso la pentola della carne, mangiando pane a sazietà! Invece ci avete fatti uscire in questo deserto per far morire di fame tutta questa moltitudine" (Esodo 16,3) ove c'è un evidente riferimento ai primogeniti e alla notte di Pasqua quando l'angelo del Signore passò, saltò le case segnate dal sangue dell'agnello pasquale e morirono solo i primogeniti degli egiziani.

La seconda volta fu in Esodo 17,2s ove: "Il popolo protestò contro Mosè: Dateci acqua da bere! Mosè disse loro: Perché protestate con me? Perché mettete alla prova il Signore? In quel luogo (Refidim) dunque il popolo soffriva la sete per mancanza di acqua; il popolo mormorò contro Mosè e disse: Perché ci hai fatti uscire dall'Egitto per far morire di sete noi, i nostri figli e il nostro bestiame?", come se ancora non fossero stati spettatori di nulla!

Poi, ancora, quando gli esploratori tornarono e 10 su 12 riferirono dei popoli che abitavano la terra promessa accadde che: "diffusero tra gli Israeliti il discredito sulla terra che avevano esplorato, dicendo: La terra che abbiamo attraversato per esplorarla è una terra che divora i suoi abitanti; tutto il popolo che vi abbiamo visto è gente di alta statura" (Numeri 13,32) e vi fu una grande rivolta, esposta in Numeri 14: "Allora tutta la comunità alzò la voce e diede in alte grida; quella notte il popolo pianse. Tutti gli Israeliti mormorarono contro Mosè e contro Aronne e tutta la comunità disse loro: Fossimo morti in terra d'Egitto o fossimo morti in questo deserto! E perché il Signore ci fa entrare in questa terra per cadere di spada? Le nostre mogli e i nostri bambini saranno preda. Non sarebbe meglio per noi tornare in Egitto? Si dissero l'un l'altro: Su, diamoci un capo e torniamo in Egitto." (Numeri 14,1-4)

A Mosè, che chiese perdono per il popolo, il Signore rispose: "Io perdono come tu hai chiesto; ma, come è vero che io vivo e che la gloria del Signore riempirà tutta la terra, tutti gli uomini che hanno visto la mia gloria e i segni compiuti da me in Egitto e nel deserto e tuttavia mi hanno messo alla prova già dieci volte e non hanno dato ascolto alla mia voce, certo non vedranno la terra che ho giurato di dare ai loro padri e tutti quelli che mi trattano senza rispetto non la vedranno." (Numeri 14,20-23) da cui si deduce che almeno 10 furono le gravi mormorazioni del popolo durante il cammino nel deserto.

Poi il Signore disse: "Fino a quando sopporterò questa comunità malvagia che mormora contro di me? Ho udito le mormorazioni degli Israeliti contro di me. Riferisci loro: Come è vero che io vivo, oracolo del Signore, così come avete parlato alle mie orecchie io farò a voi! I vostri cadaveri cadranno in questo deserto" (Numeri 14,28) ove in definitiva, dice il Signore, avete parlato mormorando contro di me, siete stati di dura cervice , ossia mi avete voltato le spalle in quanto non vedevo il vostro volto, ma le vostre teste e siete stati "nemici della Parola " allora siete e sarete solo dei "poegoer" "cadaveri, carcasse" che camminano, perché "la Parola col suo soffio fugge dai vostri corpi " destinati solo a morire nei prossimi 40 anni nel deserto.

Il Signore, infatti, prosegue: "Nessun censito tra voi, di quanti siete stati registrati dai venti anni in su e avete mormorato contro di me, potrà entrare nella terra nella quale ho giurato a mano alzata di farvi abitare, a eccezione di Caleb, figlio di Iefunnè, e di Giosuè, figlio di Nun" e ripete ancora due volte la parola cadaveri nei versetti 32 e 33 "i vostri cadaveri cadranno in questo deserto. I vostri figli saranno nomadi nel deserto per quarant'anni e porteranno il peso delle vostre infedeltà, finché i vostri cadaveri siano tutti quanti nel deserto."

Tutta la vita dell'uomo, anche per i più "fortunati", è pur sempre una precarietà, perché soggetta a eventi che lo superano - cataclismi, guerre, rovesci di fortuna, e di salute - per cui il desiderare di morire piuttosto che stare nella precarietà è manifestazione negativa sia in senso materiale, perché l'uomo si lascia andare, sia spirituale, perché vive nel buio, senza speranza.
L'uomo che è un essere inscindibile di corpo e spirito, se senza speranza però è solo l'involucro di uno spirito morto, quindi, è un cadavere che cammina.

Un altro episodio in cui chiara è la mormorazione e l'incontrollato desiderio di morte che implicitamente comporta è quello raccontato in Numeri 20 quando a Qadesh morì Maria, la profetessa, sorella di Mosè e Aronne; siamo qui alle "acque di Meriba" dove gli Israeliti litigarono con il Signore, ma egli si mostrò santo in mezzo a loro e vi fu il miracolo dell'acqua uscita dalla roccia.

Accadde allora che: "...tutta la comunità degli Israeliti arrivò al deserto di Sin il primo mese, e il popolo si fermò a Qades. Qui morì e fu sepolta Maria. Mancava l'acqua per la comunità: ci fu un assembramento contro Mosè e contro Aronne. Il popolo ebbe una lite con Mosè, dicendo: Magari fossimo morti quando morirono i nostri fratelli davanti al Signore! Perché avete condotto l'assemblea del Signore in questo deserto per far morire noi e il nostro bestiame? E perché ci avete fatto uscire dall'Egitto per condurci in questo luogo inospitale? Non è un luogo dove si possa seminare, non ci sono fichi, non vigne, non melograni, e non c'è acqua da bere." (Numeri 20,1-5)

Colpisce in questo racconto quel: "Magari fossimo morti quando morirono i nostri fratelli davanti al Signore!"

A che episodio si riferiscono gli Israeliti?
La Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente propone "Sarebbe stato meglio per noi esser morti insieme ai nostri fratelli che perirono davanti alla tenda del Signore!", ma quell'inciso in grassetto nel testo ebraico non c'è.

Forse si riferisce all'episodio della morte dei primogeniti egiziani per mano del Signore che nella notte di Pasqua saltò le case degli Israeliti segnate dal sangue dell'agnello.
(Vedi: "La risurrezione dei primogeniti" e "La perla nascosta nel rotolo di Rut del canone ebraico")

Mosè e Aronne però furono ritenuti colpevoli di disobbedienza, infatti, il Signore aveva detto al 20,8: "Prendi il bastone; tu e tuo fratello Aronne convocate la comunità e parlate alla roccia sotto i loro occhi, ed essa darà la sua acqua; tu farai uscire per loro l'acqua dalla roccia...", ma "Mosè alzò la mano, percosse la roccia con il bastone due volte e ne uscì acqua in abbondanza Ma il Signore disse a Mosè e ad Aronne: Poiché non avete creduto in me, in modo che manifestassi la mia santità agli occhi degli Israeliti, voi non introdurrete quest'assemblea nella terra che io le do." (Numeri 20,11s)

Poi muore Aronne, onde nello stesso capitolo 20 muoiono Maria e Aronne e a Mosè è annunciato che non entrerà nella terra promessa.

Al capitolo seguente Dio poi fece capire al popolo cosa volesse dire invocare la morte; infatti, prima del noto episodio del serpente di bronzo innalzato, menzionato da Gesù nel Vangelo di Giovanni al 3,14s, questa fu la premessa in Numeri 21,4-6: "Gli Israeliti si mossero dal monte Or per la via del Mar Rosso, per aggirare il territorio di Edom. Ma il popolo non sopportò il viaggio. Il popolo disse contro Dio e contro Mosè: Perché ci avete fatto salire dall'Egitto per farci morire in questo deserto? Perché qui non c'è né pane né acqua e siamo nauseati di questo cibo così leggero. Allora il Signore mandò fra il popolo serpenti brucianti i quali mordevano la gente, e un gran numero d'Israeliti morì."

vai alla visualizzazione stampabile di tutto l'articolo

  invia questa notizia ad un amico


									
Copyright © 2017 BibbiaWeb - Tutti i diritti riservati. Riproduzione vietata.
[Bibbia home][inizio articolo]  Tutti gli articoli di
  RICERCHE DI VERITÀ...
[Bibbia home][inizio articolo]
 
DECRIPTARE LA BIBBIA - Le lettere del RE
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera jod
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera kàf
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera lamed
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera mèm

DECRIPTARE LA BIBBIA - Ala a destra del RE
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera nùn
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera samek
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera 'ajin
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera pè

DECRIPTARE LA BIBBIA - Ala a destra estrema
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera sade
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera qòf
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera resh
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera s'in e shìn

DECRIPTARE LA BIBBIA - Ala a sinistra del RE
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera wàw
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera zàjin
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera hèt
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera tèt

DECRIPTARE LA BIBBIA - Ala a sinistra estrema
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera bèt
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera ghimel
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera dalet
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera hè

DECRIPTARE LA BIBBIA - Il primo e l'ultimo
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera 'alef
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera taw


Bibbia Home | Autore | Perché Bibbiaweb? | Contatti | Cerca | Links
info@bibbiaweb.net  
Per i contenuti tutti i diritti sono riservati ad Alessandro Conti Puorger
BibbiaWeb

Alessandro Conti Puorger Alessandro Conti Puorger
Via Eleonora d'Arborea 30 - Roma - Italy

Realizzazione EdicolaWeb Edicolaweb.net
Via S. Maria a Cintoia 14/b - Firenze, Italy