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LETTERE EBRAICHE E CODICE BIBBIA...

 
ODIO E AMORE

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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L'ODIO NELLA BIBBIA
I messaggi fondamentali dei Sacri Testi ebraico-cristiani della Tenak e della Bibbia sono convergenti sull'amore e su amare come legame essenziale che Dio offre all'uomo, e che a questi chiede una risposta, infatti:

  • "Dio è amore" (1Giovanni 4,16);
  • i comandamenti a base di tutta la Legge o "Torah", come del resto rispose Gesù agli scribi, sono riassumibili a due, ma strettamente connessi con l'amore.
"Il primo è: Ascolta, Israele. Il Signore Dio nostro è l'unico Signore; amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. E il secondo è questo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Non c'è altro comandamento più importante di questi." (Marco 12,29-31)

Ciò nonostante si trova il seguente oracolo del Signore a Israele nel libro del profeta Malachia: "Vi ho amati, dice il Signore. E voi dite: Come ci hai amati? Non era forse Esaù fratello di Giacobbe? Oracolo del Signore. Eppure ho amato Giacobbe e ho odiato Esaù. Ho fatto dei suoi monti un deserto e ho dato la sua eredità agli sciacalli del deserto." (Malachia 1,1-3)

In questo versetto "ho odiato" è scritto "sane'ti" dal radicale SN'a usato per il verbo che, appunto, in italiano generalmente viene è tradotto con "odiare".
È comunque quello il radicale di un verbo pieno di sfumature con significati che vanno dall'odiare con un'intensa ostilità al detestare con malanimo e rancore e con attesa di vendetta, all'opporsi, o anche solo per evidenziare alcune intenzioni di fastidio che portano a evitare un soggetto, o all'impulso di manifestare un senso di ripugnanza, fino al non corrispondere e simili.
Quando tale verbo, però, si trova in un paragone, ossia a descrivere un sentimento più forte rispetto a un altro più debole il che, in definitiva, comporta una scelta o preferenza per una delle due persone o argomenti in contrapposizione, quel verbo in genere è tradotto con un "non preferire".

Ecco che in quel caso specifico Malachia in 1,1-3 intende dire che Dio non ha preferito Esaù, quindi l'ha odiato, ma ha amato Giacobbe, quindi l'ha scelto tra i due, certo per i comportamenti di quest'ultimo che non erano tali da poterlo eleggere a capostipite del suo popolo, perché evidentemente Esaù non temeva Dio e non praticava la giustizia.
Del resto San Pietro negli Atti degli Apostoli 10,34s ebbe proprio a dire: "In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persone, ma chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque popolo appartenga, è a lui accetto".
(Vedi: "Vino nella Bibbia: causa d'incesti e segno del Messia")

Ecco cosa dicono le tradizioni ebraiche su Esaù:
"Esaù, era figlio d'Isacco e di Rebecca e gemello più anziano di Giacobbe. I due fratelli erano completamente diversi nel carattere, e l'aggressività d'Esaù nei confronti di Giacobbe si manifestò perfino mentre erano insieme nel grembo della madre. Esaù era un idolatra fin da embrione lottava per uscire dal grembo di sua madre ogni volta che lei passava vicino a un luogo in cui si adoravano gli idoli; egli divenne un cacciatore esperto grazie al fatto di aver sottratto un mantello magico già appartenuto ad Adamo. Il giorno in cui vendette il suo diritto di primogenitura al fratello Giacobbe, era appena tornato a casa dopo aver commesso un omicidio, uno stupro e un adulterio. Si burlava nella fede in Dio e della Risurrezione diceva di non sapere che farsene del ruolo sacerdotale che come figlio primogenito doveva svolgere all'interno della famiglia... Esaù divenne il simbolo prima del crudele Impero Romano e poi del mondo cristiano del Medioevo con i sui atteggiamenti ostili nei confronti dei discendenti di Giacobbe. Tra i mistici si crede che Esaù rappresenti l'aspetto del male nel mondo degli uomini, che sarà infine distrutto al tempo del Messia. Isacco dopo aver subito l'esperienza traumatica dell'Akedah (di quando doveva essere sacrificato dal padre), non ebbe più una vita normale, anche se a quel tempo aveva 37 anni. La sua vista era debole, perché mentre era legato, aveva guardato fisso il cielo e aveva visto Dio. I suoi occhi erano stati colpiti dalle lacrime degli angeli, che erano cadute su di lui mentre essi piangevano ed egli aspettava di essere ucciso. La semplicità d'Isacco spiega la sua preferenza per Esaù, che era davvero un figlio malvagio. Per Esaù fu facile suscitare una buona impressione in Isacco, che era ormai quasi cieco. Anche Giacobbe riuscì a ingannare suo padre facendosi dare la benedizione che aveva riservato al figlio maggiore." (A.Unterman)

C'è poi il seguente versetto in Genesi 29,31 che spiega quel radicale nei paragoni, ove può valere anche per dire "trascurare": "Ora il Signore, vedendo che Lia veniva trascurata ("senu'ah" ), la rese feconda, mentre Rachele rimaneva sterile." (Genesi 29,31)

Non è un mistero (Genesi 29) che Giacobbe preferiva Rachele e che invece il suocero Labano con inganno dopo 7 anni di servizio per prima gli dette in moglie Lia, la figlia più anziana che Giacobbe si trovò nel letto la mattina dopo la prima notte di nozze e poi con la promessa di stare altri 7 anni a servizio del di lei padre ebbe l'amata Rachele.

La prima volta che si trova "odiare" nella Bibbia è nel libro della Genesi al capitolo 26,27 quando, prima di fare alleanza con "Abimelek", ai suoi inviati, Isacco disse: "Perché siete venuti da me, mentre voi mi odiate e mi avete scacciato da voi?"

In prospettiva con la storia di salvezza che Dio porta avanti con l'uomo quel fatto capitato a Isacco insegna che l'odio non esclude la possibilità di fare alleanza, quando, addirittura chi la propone fosse addirittura Dio in cui non c'è un atto di chiusura del cuore, che non può odiare la propria creatura, ma piuttosto è solo una non approvazione o non accettazione di un comportamento.
Del resto il fatto che faccia alleanza con l'uomo dimostra che l'odio non è per il peccatore, ma per il peccato, anzi per lo spirito negativo provocato dal male che è in lui e che Dio in tal caso veramente "odia".
Si trova, infatti, nei libri deuterocanonici in:
  • Giuditta 5,17 - "In realtà fin quando non peccavano contro il loro Dio erano nella prosperità, perché il Dio che è con loro odia il male."
  • Ester 8,12d - "...si lusingano di sfuggire a Dio, che tutto vede, e alla sua giustizia che odia il male."
Sembra una tautologia, Egli ama com'è e non il proprio contrario, che non vuole essere e che ha pensato solo perché esista come possibilità di una libera scelta per la crescita dell'uomo.

Com'è mio solito, mi sono interrogato su quale potrebbe essere la scena del rebus da leggere costituito dalle tre "vignette" del radicale "SN'a" di quelle tre lettere dell'alfabeto ebraico?
Ciascuna lettera di tale alfabeto, infatti, è depositaria di un messaggio grafico.

Le due lettera "Sin" e "Shin" che hanno lo stesso segno base sono relative al "fuoco" a una "luce", la "Nun" è una "energia" positiva o negativa e, infine, la lettera "'Alef" riguarda "l'origine, l'originare, l'iniziare e il numero 1".

La risposta per il rebus SN'a , allora, è provare "accesa energia per uno " o "fuoco emettere per uno ", anche come una semplice irritazione temporanea o un essere infastidito quale lo "scaldarsi con energia per uno " che mi paiono tutte risposte utili a chiarire.

Tanto per avere una panoramica sui temi che possono provocare "odio" e per far comprendere che in ebraico è termine molto ampio che passa dal semplice fastidio all'opposizione totale, riporto alcuni versetti del libro dei Proverbi:
  • Proverbi 1,22 - "Fino a quando, o inesperti, amerete l'inesperienza e gli spavaldi si compiaceranno delle loro spavalderie e gli stolti avranno in odio la scienza?"
  • Proverbi 10,12 - "L'odio suscita litigi, l'amore ricopre ogni colpa."
  • Proverbi 11,18 - "Dissimulano l'odio le labbra bugiarde, chi diffonde calunnie è uno stolto."
  • Proverbi 14,17 - "Chi è pronto all'ira commette sciocchezze, il malintenzionato si rende odioso."
  • Proverbi 14,20 - "Il povero è odioso anche a chi gli è pari, ma numerosi sono gli amici del ricco."
  • Proverbi 14,17 - "È meglio un piatto di verdura con l'amore che un bue grasso con l'odio."
  • Proverbi 25,17 - "Metti di rado il piede in casa del tuo vicino, perché, stanco di te, non ti prenda in odio", cioè il fastidio è un inizio di odio.
Quelle lettere poi possono avere anche una lettura con accezione positiva quale "una luce inviare per iniziare o ricominciare ".
In tal caso odio SN'a è desiderio di illuminare chi sta nelle tenebre.
Ci sta anche, "ardere per la bella ()", attribuibile al Signore innamorato dell'uomo che va a ricercarlo geloso del rapporto che questi ha con il male.

Del resto, il Signore spesso appare ed è definito in tante occasioni nella Bibbia come fuoco divorante o divoratore quindi, "un fuoco energico origina ", ma come si costata nell'episodio di Esodo 3 del roveto ardente questo fuoco non consuma cose materiali come il roveto stesso, quindi è un "odio - amore" e serve per illuminare le tenebre, quindi si oppone e di conseguenza è nemico di chi le volesse produrre, vale a dire l'angelo ribelle della tradizione, che è apportatore di tenebre; infatti, San Paolo in Efesini 6,12 parla di "mondo di tenebra " quello che è invaso dall'angelo del male di cui parleremo.
Per contro nella lettera ai Colossesi lo stesso San Paolo scrive: "...ringraziate con gioia il Padre che vi ha resi capaci di partecipare alla sorte dei santi nella luce. È lui che ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del Figlio del suo amore, per mezzo del quale abbiamo la redenzione, il perdono dei peccati." (Colossesi 1,12-14)

Questo moto interiore può poi avere valenze gravi o meno fino a esternarsi con azioni energiche e più rilevanti.
Lo stesso radicale con la lettera "shin" anziché "sin" o sta per dormire e sonno, che porta a rinnovarsi, ma anche per il verbo "cambiare, alterarsi, mutarsi, essere differente, rinnovare, ripetere" ed ecco che "alterarsi () per uno " o nei paragoni "essere differente () per uno ", sottinteso dei due.

Il verbo SN'a nel testo della Tenak o Bibbia ebraiche nelle sue molteplici forme verbali si trova 163 volte di cui 37 nei cinque libri della Torah.
Nella Bibbia cristiana, per contro, cercando tutte le parole che comprendono "odio...", "odia..." e "odie..." si trova che vengono tradotti dalla C.E.I. edizione 1975 con il verbo italiano di odiare termini ebraici, aramaici e greci con una frequenza complessiva di 183 volte, di cui 35 nel Nuovo Testamento.

Accade che "sone'" ad esempio in Esodo 1,10 e Isaia 66,5 diviene sinonimo del termine "'oib" "nemico, rivale, avversario e antagonista", opposto a "'oheb" amato o anche di antipatico, che è in inimicizia, che è nemico.
Ecco che "sin'ah" è quindi "odio, rancore, avversione, antipatia". Infine, "seni'eh" è la sposa disdegnata, quella relegata al secondo posto, come in Deuteronomio 21,25; tenuto conto che con la lettera "shin" vale "secondo", quel termine si legge anche "la seconda da (sottinteso essere) prima uscita ".
Tra l'altro quel interno a quell'ultima parola porta anche a qualche tempo e modo derivante dalla coniugazione del radicale che riguarda il "ricusare" e il "disapprovare", inteso come "energia portare (contro) uno ".

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