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LETTERE EBRAICHE E CODICE BIBBIA...

 
ODIO E AMORE

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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L'ODIO NELLA BIBBIA »
COME NACQUE L'ODIO »
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L'ODIO NEI VANGELI »

L'ODIO NEGLI ALTRI SCRITTI DEL NUOVO TESTAMENTO
Vi sono alcuni temi al di fuori dei Vangeli negli scritti del Nuovo Testamento in cui la questione dell'odio è trattata sotto aspetti particolari.
L'inquinamento da parte del male dilagato nel mondo dopo le vicende del "midrash" della "caduta" di Genesi 3 quando i nostri avi Adamo ed Eva hanno deciso di vivere senza Dio, provocò la nascita dell'odio nella terra.
Appena dopo il peccato che originò quel diniego nacquero i loro primi figli, Caino e Abele, ed ecco, come già accennato, si verificò l'esplosione d'odio di un fratello contro l'altro e Abele ne restò ucciso.

Quel racconto di Genesi 4 del primo fratricidio intende sottolineare che essendo l'umanità preda del maligno è ineluttabile che gli uomini si odiano e solo una particolare grazia divina può salvare da questa situazione.

San Paolo nella lettera che scrive a Tito, responsabile della comunità cristiana di Creta, un greco, compagno e collaboratore di Paolo (Galati 2,1-3 e 2Corinzi 8,23), che si pensa battezzò dato che lo chiama "mio vero figlio nella medesima fede" (Tito 1,4), attesta che qualcosa del genere s'è compiuto anche per i seguaci di Gesù Cristo in quanto scrive: "Anche noi un tempo eravamo insensati, disobbedienti, traviati, schiavi di ogni sorta di passioni e di piaceri, vivendo nella malvagità e nell'invidia, degni di odio e odiandoci a vicenda. Quando però si sono manifestati la bontà di Dio, salvatore nostro, e il suo amore per gli uomini, egli ci ha salvati non in virtù di opere di giustizia da noi compiute, ma per sua misericordia mediante un lavacro di rigenerazione e di rinnovamento nello Spirito Santo, effuso da lui su di noi abbondantemente per mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro, perché giustificati dalla sua grazia diventassimo eredi, secondo la speranza, della vita eterna." (Tito 3,3-7)

Tra le lettere dette "cattoliche", ossia senza un indirizzo specifico a una particolare comunità, la lettera di Giacomo in 4,4 sostiene proprio che occorre odiare il mondo proprio per la sua generalizzata "globalizzazione" nei confronti del nemico dell'uomo e di Dio, cioè di quella sua energia malefica che è stata imbarcata dall'umanità tutta intera: "Gente infedele! Non sapete che amare il mondo è odiare Dio? Chi dunque vuole essere amico del mondo si rende nemico di Dio." (Giacomo 4,4)

Altra situazione tra due persone in cui può nascere sentimento di repulsa, quindi di odio, fino ad assumere aspetti estremi è nei rapporti di coppia.
Il matrimonio se costituisce un contratto basato su sentimenti e interessi soltanto umani non corrisponde a quello dell'alleanza perfetta, quindi eterna, pensata dal Creatore per la prima coppia, il cui cemento sarebbe stato lo stesso amore che promanava da lui, il che rendeva loro e la loro progenie figli di Dio, alleanza invece rotta col peccato che li mise in inimicizia con Dio e tra loro.
Cristo fa la critica, a matrimoni del genere e alle aggiunte di Mosè al dettato divino della Torah con l'atto di ripudio, infatti:

  • Luca 20, 34-36 - "I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni dell'altro mondo e della risurrezione dai morti, non prendono moglie né marito; e nemmeno possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, essendo figli della risurrezione, sono figli di Dio."
  • Matteo 19,3-9 - "Allora gli si avvicinarono alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: È lecito ad un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo? Ed egli rispose: Non avete letto che il Creatore da principio li creò maschio e femmina e disse: Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola? Così che non sono più due, ma una carne sola. Quello dunque che Dio ha congiunto, l'uomo non lo separi. Gli obiettarono: Perché allora Mosè ha ordinato di darle l'atto di ripudio e mandarla via? Rispose loro Gesù: Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli, ma da principio non fu così. Perciò io vi dico: Chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di concubinato, e ne sposa un'altra commette adulterio".
San Paolo prende spunto dalla nuova alleanza conclusa da Gesù Cristo nel proprio sangue e nella propria carne con la Chiesa e propone il matrimonio perfetto tra i due, Cristo e la Chiesa, a paradigma del nuovo rapporto matrimoniale che altri non è che quello delle origini, mai manifestatisi a pieno ed ecco che nella lettera agli Efesini 5,25-33 scrive: "E voi, mariti, amate le vostre mogli, come Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla santa, purificandola per mezzo del lavacro dell'acqua accompagnato dalla parola, al fine di farsi comparire davanti la sua Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata. Così anche i mariti hanno il dovere di amare le mogli come il proprio corpo, perché chi ama la propria moglie ama se stesso. Nessuno mai infatti ha preso in odio la propria carne; al contrario la nutre e la cura, come fa Cristo con la Chiesa, poiché siamo membra del suo corpo. Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua donna e i due formeranno una carne sola. Questo mistero è grande; lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa! Quindi anche voi, ciascuno da parte sua, ami la propria moglie come se stesso, e la donna sia rispettosa verso il marito."

Ancora la lettera cattolica 1Giovanni chiarisce in modo evidente che l'amore non sgorga dal cuore dell'uomo se non grazie all'apporto di quello che sgorga dal costato di Cristo.
Solo attingendo a quell'amore si cancella l'inimicizia e l'odio tra gli uomini e nasce l'amore per i fratelli, cioè per tutti gli altri uomini del mondo essendo tutti creati dallo stesso Dio che è il vero padre e madre di ciascuno.

Dice infatti in più punti quella lettera:
  • 1Giovanni 2,9-10 - "Chi dice di essere nella luce e odia suo fratello, è ancora nelle tenebre. Chi ama suo fratello, dimora nella luce e non v'è in lui occasione d'inciampo."
  • 1Giovanni 3,13-15 - "Non vi meravigliate, fratelli, se il mondo vi odia. Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli. Chi non ama rimane nella morte. Chiunque odia il proprio fratello è omicida, e voi sapete che nessun omicida possiede in se stesso la vita eterna."
  • 1Giovanni 4,19-21 - "Noi amiamo, perché egli ci ha amati per primo. Se uno dicesse: Io amo Dio, e odiasse il suo fratello, è un mentitore. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede. Questo è il comandamento che abbiamo da lui: chi ama Dio, ami anche il suo fratello."
L'espressione "Noi amiamo, perché egli ci ha amati per primo" del versetto 1Giovanni 4,19 ci riporta alla radicale ebraico del verbo amare e alle lettere che lo formano, infatti, l'amore è l'essenza, ciò che dal numero 1 = il primo, il Creatore, esce - apre = per il - al numero 2 = , l'essere che ha messo a capo della creazione il principe che ha voluto si facesse uomo.

Del resto l'amore perdona ogni genere di peccato e addirittura vince la morte "perché forte come la morte è l'amore, tenace come il regno dei morti è la passione: le sue vampe sono vampe di fuoco, una fiamma divina!" (Cantico 8,6)

Gesù nell'episodio in Luca 8,47 della peccatrice che gli unse i piedi a casa di un fariseo ebbe a dirgli "Per questo ti dico: le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato. Invece quello a cui si perdona poco, ama poco".
Si è ormai compreso che amare poco è amare di meno per cui quel dire al fariseo di fatto implica che rispetto a lei lo "odia"; lei se ne va perdonata mentre da lui... si attende la conversione e il passaggio ad un amore pieno.

Una considerazione sull'odio e sull'amore, si può infine estrarre anche dal libro dell'Apocalisse.
L'amore è "calore" verso Dio e il suo rifiuto "l'odio" un rifiuto netto, è certamente da segnalare come freddezza nei Suoi confronti.
L'uomo che ama o che lo odia ha comunque un rapporto con Lui il che è molto meglio di niente o di ben poco.
Dio preferisce un rapporto d'amore addirittura anche conflittuale e di negazione rispetto a un tiepido comportamento "religioso" o ad un ateismo pratico e strisciante che di fatto risultano essere praticamente indifferenti... né freddi, né caldi nei riguardi di chi come Dio richiede amore.

In Apocalisse 3,14-16, infatti, si trova: "All'angelo della Chiesa di Laodicea scrivi: Così parla l'Amen, il Testimone fedele e verace, il Principio della creazione di Dio: Conosco le tue opere: tu non sei né freddo né caldo. Magari tu fossi freddo o caldo! Ma poiché sei tiepido, non sei cioè né freddo né caldo, sto per vomitarti dalla mia bocca."

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