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IL SACRO E IL SANTO NELL'EBRAISMO
Nello scorrere il testo in ebraico della Torah ci si rende conto che non si trova una differenza terminologica per distinguere i concetti di "santo" e di "sacro", ma è usato un unico termine derivante dal radicale del verbo QDSh
.
Tale verbo, infatti, è usato nei suoi tempi e modi, in senso transitivo e intransitivo per esprimere la seguente rosa di concetti: essere santo, essere consacrato, dichiarare sacro, santificarsi, consacrarsi, purificarsi, consacrare, santificare, mostrarsi santo, mostrare santità.
La prima volta che nella Torah si trovano quelle tre lettere QDSh
è in Genesi 2,3 ove "Dio benedisse il settimo giorno e lo consacrò...", e quel "consacrò" è "iqaddish"
.
Dato che il libro dell'Esodo è ritenuto aver preceduto quello della Genesi accade, invero, che la prima volta in assoluto temporale in cui appare
QDSh è da ritenere sia in Esodo 3 quando il Signore, IHWH, si rivelò a Mosè nell'episodio del roveto ardente e, dopo averlo chiamato, gli disse: "Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai è suolo santo!" (Esodo 3,5)
Presente il Signore quel lembo di terra in quel momento era divenuto santo. Quel "suolo santo!" viene definito in ebraico come una "terra santa" = "qodoesh 'ademat " =
.
Lui, il Signore, IHWH è, infatti, "il Santo di Israele", l'Unico, la sola fonte di "santità" per l'ebraismo e per il cristianesimo.
Relativamente al cristianesimo, quelle due parole sono molto importanti, infatti, tenuto conto che il verbo essere in ebraico può essere implicito, che il segno
in corsivo a tutti gli effetti è una croce
+
e ci parla di un Crocifisso, che a fine parola
=
,
queste due parole scritte pensando la
separata in questo modo
-
-
,
pensando a Gesù in croce danno luogo a: "l'Uomo
Crocefisso - in Croce
(è sottinteso) il Santo
";
C'è di più, se si seguono i criteri di decriptazione di "Parlano le lettere" e le schede delle stesse sui loro simboli a destra delle pagine di questo mio Sito si può sostenere che: "origine
dal sangue
del Crocefisso
(è sottinteso) la santità
".
La definizione, "il Santo di Israele", si trova per 20 volte nella Tenak o Bibbia ebraica, per 5 volte in 1Re 19,22; Salmi 71,22; 78,41; 89,19; Geremia 50,29 e per 15 volte nel profeta Isaia 1,4; 12,6; 30,11.12.15; 37,23; 41,14.20; 43,3.14; 45,11; 47,14; 48,17; 54,15; 60,9 tra cui le più significative sono:
- 30,15 - "il Signore Dio, il Santo di Israele";
- 43,3 - "io sono il Signore tuo Dio, il Santo di Israele, il tuo salvatore";
- 54,5 - "tuo sposo è il tuo creatore, Signore degli eserciti è il suo nome; tuo redentore è il Santo di Israele".
E poi da ricordare quanto Isaia scrive in 6,1,3: "Nell'anno in cui morì il re Ozia, io vidi il Signore seduto su un trono alto ed elevato; i lembi del suo manto riempivano il tempio. Attorno a lui stavano dei serafini, ognuno aveva sei ali; con due si copriva la faccia, con due si copriva i piedi e con due volava. Proclamavano l'uno all'altro: Santo, santo, santo è il Signore degli eserciti. Tutta la terra è piena della sua gloria."
Tornando al roveto, quel luogo era divenuto santo perché stava ospitando la presenza del Santo, fonte della santità da cui ha origine tutto ciò che è santo.
Se la presenza poi in un luogo del "Santo" fosse ripetitiva quel luogo sarebbe perennemente santo come fu ritenuto dai Giudei il "Santo dei Santi" nel Tempio di Gerusalemme, altrimenti resterebbe come memoria una terra su cui fu presente "il Santo", quindi diventerebbe "sacra" a memoria dell'evento.
Ritengo importante interrogarsi sul perché il santo e il sacro, che proviene solo dal Dio d'Israele, sono espressi da quelle lettere QDSh, quindi, come e perché i significati grafici impliciti nelle lettere ebraiche possono aiutare a spiegare quei concetti se si leggono quelle tre lettere
come un rebus formato da tre figure guardate da destra a sinistra?
Ora, il versetto Luca 1,78 del cantico di Zaccaria, ricordato il "Benedictus", recita: "verrà a visitarci dall'alto un sole che sorge".
Occhio, questo sole non viene da oriente, ma dall'alto.
Il versetto porta al libro del profeta Malachia 3,20: "Per voi invece, cultori del mio nome, sorgerà il sole di giustizia ("shoemoesh"
"tsedaqah"
)
con raggi benefici e voi uscirete saltellanti come vitelli di stalla".
È un sole "shoemoesh"
particolare, ha raggi benefici perché, separando le lettere, si legge è "un
- sottinteso sole - che salva
()".
Il profeta Isaia 41,2 s'interroga "Chi ha suscitato dall'oriente colui che chiama la vittoria sui suoi passi?" e vittoria è salvezza da qualcuno o da qualcosa che contrasta, quindi, dal nemico implicitamente presente se c'è una vittoria.
Quanto lì è tradotto "oriente" è "mimmizerach"
,
ove
"zerach" è "sorgere", vale a dire "da dove sorge" e di solito il sole sorge da oriente, dal punto cardinale est che in ebraico si dice anche "qadim"
.
Isaia in 41,14 si risponde a quanto s'è chiesto al 41,2: "io vengo in tuo aiuto - oracolo del Signore tuo redentore è il Santo di Israele."
Quello che sorge, allora, è un sole di giustizia, asserito poi da Malachia al 3,20, per cui quell'oriente non è quello fisico tradizionale e chi sorge per il combinato di Isaia 41,2 e 41,14 è il Santo d'Israele
"qedosh ishra'el", quindi, essendo del Santo
è da
"
portato
il sole - luce - fuoco
"
e non sorge dall'oriente
"qadim", ma da
.
La grafia della lettera "qof" =
per la sua parte destra propone la lettera "rosh" =
di "testa" che si piega tanto da apparire simile alla parte occipitale della testa.
La bi-consonante
,
allora, va recepita come a parte piatta simile al palmo di una mano "dalet"
che poi si piega per divenire occipite, quindi, è il "vertice" ove la testa comincia a piegarsi, come del resto conferma la parola
"qadqod", ad esempio in Genesi 49,26, che significa proprio cucuzzolo, cranio e capo.
Il sole di giustizia, in definitiva, viene dal Santo e si porta dalla cima
,
quindi, dall'alto per cui "il sole che sorge dall'alto" è una lettura di "santo"
,
"dal vertice
si porta
il sole
",
dato che la lettera "Shin" =
è l'iniziale di sole = "shoemoesh"
e, a questo punto viene da ricordare che sul luogo detto del cranio Gesù manifestò la Sua Santità.
Un sole che sorge dall'alto, come dice il Benedictus, è un sole che non spunta dall'est, ma dallo zenit, ossia corrisponde a quando il sole fisico sta a metà della sua corsa, cioè a mezzogiorno, cioè sul cucuzzolo del suo arco nel cielo.
Per conseguenza in lui e da lui non viene ombra, ma soltanto luce e non vi sono tenebre, come del resto confermano:
- Giobbe 34,22 - "Non vi è tenebra, non densa oscurità, dove possano nascondersi i malfattori."
- 1Giovanni 1,5 - io è luce e in lui non ci sono tenebre."
Tra concetti e parole in ebraico relative al "Santo", in primis si ha
"qadosh" e "qadush" di significato ampio, per santo, sacro, sacrosanto e consacrato e si trovano collegate, ad esempio, espressioni del genere:
- un profeta santo in 2Re 4,9;
- un popolo santo in Esodo 19,6;
- un giorno santo, sacro, consacrato in Deuteronomio 7,6;
- un giorno consacrato al Signore in Neemia 8,9-11;
- acqua santa o benedetta in Numeri 5,17;
- luogo santo in Levitico 6,9;
- il consacrato in Ezechiele 42,13;
- colui che gli appartiene, l'eletto in Numeri 16,57;
- Santuario, dimora dell'Altissimo in Salmo 46,5.
Si ha anche "qodoesh"
,
per santità, sacralità e come aggettivo di santo o consacrato, ossia in genere
"santo per il Signore".
Si ha poi anche "qadesh" per prostituto e "qedeshah"
per una prostituta sacra come in Deuteronomio 23,17-18.
La Tanak per indicare la prostituta ordinaria usa il termine "zonah" mentre "qedeshah" per la prostituta "consacrata", sacerdotessa dei tempi dei culti pagani che si accoppiavano compiendo riti sessuali.
La prostituzione cultuale non aveva posto però nel giudaismo come chiaramente si evince da Deuteronomio 23,17-18: "Non vi sarà alcuna donna dedita alla prostituzione sacra tra le figlie d'Israele, né vi sarà alcun uomo dedito alla prostituzione sacra tra i figli d'Israele. Non porterai nella casa del Signore tuo Dio il dono di una prostituta né il salario di un cane (di un pagano), qualunque voto tu abbia fatto, poiché tutti e due sono abominio per il Signore tuo Dio."