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di Alessandro Conti Puorger
 
 

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IL SANTO E I SUOI OPERAI
Con impazienza per l'apparente lentezza del giudizio di Dio verso gli empi, il paziente Giobbe al capitolo 21,18 si domanda: "Diventano essi come paglia di fronte al vento o come pula in preda all'uragano?"
Se ci sono pula e paglia, di conseguenza altri sono la messe e il grano.
La questione della giustizia divina e la fortuna sulla terra degli empi, che sono solo pula e paglia senza spiga con i chicchi, rispetto al buon grano dei timorati di Dio, è tema molto sentito nell'ebraismo, passato poi al cristianesimo.
La risposta di entrambi tali fedi è che Dio farà giustizia con la risurrezione dei morti e il giudizio finale su ciascun uomo.
Gesù, al riguardo, ebbe a dire ai suoi discepoli: "La messe è molta, ma gli operai sono pochi! Pregate dunque il padrone della messe che mandi operai nella sua messe!" (Matteo 9,37-38; Luca 10,2) ove la "messe" è esaltata 3 volte.
È evidente che quella di cui Gesù parlava era proprio quella messe particolare degli uomini tutti di questa terra che hanno bisogno di essere raccolti ed elevati alla dignità che era all'origine nell'intenzione del loro Creatore prima della scelta dei progenitore di vivere come se Dio non esistesse.
Occorre aspettare poi il capitolo 13, dopo il racconto della parabola del "seminatore", quando Gesù la conclude ai versetti 24-30 presentando un'altra parabola, chiarificatrice sul tema della messe, dicendo: "Il regno dei cieli si può paragonare a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma mentre tutti dormivano venne il suo nemico, seminò zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi la messe fiorì e fece frutto, ecco apparve anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: Padrone, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene dunque la zizzania? Ed egli rispose loro: Un nemico ha fatto questo. E i servi gli dissero: Vuoi dunque che andiamo a raccoglierla? No, rispose, perché non succeda che, cogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l'una e l'altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Cogliete prima la zizzania e legatela in fastelli per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio".

Andato poi a casa, Gesù in disparte riprese con i discepoli la parabola del seminatore e nello spiegarla aggiunse, versetti 37-43: "Colui che semina il buon seme è il Figlio dell'uomo. Il campo è il mondo. Il seme buono sono i figli del regno; la zizzania sono i figli del maligno, e il nemico che l'ha seminata è il diavolo. La mietitura rappresenta la fine del mondo, e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti gli operatori di iniquità e li getteranno nella fornace ardente dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, intenda!"

Giovanni il Battista, l'ultimo dei profeti dell'Antico Testamento, la voce che annuncia il Messia, infatti, aveva detto che: "Egli ha in mano il ventilabro, pulirà la sua aia e raccoglierà il suo grano nel granaio, ma brucerà la pula con un fuoco inestinguibile". (Matteo 3,1; Luca 3,17)

La risposta alla domanda di giustizia da parte di Giobbe c'è stata chiara e tonda, peraltro, in definitiva in piena concordanza con l'insegnamento dei farisei, in quanto. "il sole di giustizia" che spunterà dall'alto farà differenza tra grano buono e la zizzania che verrà arsa.
Quei farisei però pensavano di arrivare alla santità con il rispetto delle leggi o "mitzvot", ma la fondamentale differenza è che il grano buona lo semina il Santo, eppure è inevitabile che anche il grano buono abbia pula e paglia.

Dice il Salmo 53,4 "non c'è chi agisca bene, neppure uno", ossia non c'è chi faccia solo il bene, quindi, che non abbia pula e paglia.
Sarà solo il Messia che porterà alla purificazione, il resto, le scorie li brucerà, con fuoco inestinguibile, il fuoco della risurrezione che distruggerà solo il male.
Il Messia farà la mietitura e la raccolta del grano buono con gli operai che s'è preparato in terra, onde, venendo Lui dal cielo essendo quelli suoi inviati e ambasciatori, sono come angeli del cielo.
Nel libro del profeta Gioele 4,12s si trova: "Signore, fa scendere i tuoi prodi! Si affrettino e salgano le genti alla valle di Giòsafat, poiché lì siederò per giudicare tutte le genti all'intorno. Date mano alla falce, perché la messe è matura" e quella valle è il luogo ove è previsto il giudizio finale di Dio.

Gesù, in Marco 4,26-29 poi dice: "Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme nella terra; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce; come egli stesso non lo sa. Poiché la terra produce spontaneamente, prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga. Quando il frutto è pronto, subito si mette mano alla falce, perché è venuta la mietitura."

Alla fine dei tempi, scartata la zizzania, ci sarà la mietitura e la trebbiatura del grano scelto e ciò lo faranno, appunto, gli operai del Messia.
È a questo punto da inserire un altro concetto.
Leggiamo ora, ancora in altro modo, quel termine, il Santo, "qadosh" .
Questo Santo è anche un fuoco che può distruggere... e chi distrugge?
In ebraico "essere impuro" è gestito anche dal radicale verbo usato in particolare per la donna mestruata e le sporcizie relative e ecco che, allora, si può anche ritenere che il Santo "qadosh" è tale che "rovesciato l'impuro () lo brucerà ", essendo la "Shin" la lettera del fuoco "'esh" .
Risultando essere il Dio Unico da cui proviene avviene che:

  • "versa in aiuto la sua luce " benefica, per chi è in condizioni giuste;
  • "rovescia a sbarramento il suo fuoco ", a quanto s'oppone.
Torno ora a Isaia in 41,14 e prolungo la citazione aggiungendo il versetto 15 per cui si ha: "io vengo in tuo aiuto - oracolo del Signore tuo redentore è il Santo di Israele. Ecco, ti rendo come una trebbia acuminata, nuova, munita di molte punte; tu trebbierai i monti e li stritolerai, ridurrai i colli in pula."

Abbiamo visto che il Santo d'Israele "qedosh ishra'el" è il sole che sorge dall'alto e, subito dopo, Isaia parla di "trebbiare" che in ebraico ha il radicale per cui è immediato osservare che quel trebbiare si trova all'interno e pare proprio parola ispirata da "qedosh".
Ecco quindi le varie espressioni terribili di Dio che porta il fuoco, che viene a trebbiare, quindi a falciare il grano e a separare i chicchi, espressioni paiono essere originate da una lettura di santo "versa una trebbia ", nel "versarsi in mano porta un fuoco ".
Per contro vi sono letture anche più accattivanti, come "verserà un aiuto portando l'illuminazione " e "verserà un aiuto portando la risurrezione ".
Questo sole , allora, riversandosi renderà gli Israeliti dei , vale a dire delle trebbie per trebbiare, ossia li farà "santi".
Del resto il Signore aveva detto loro: "Siate santi, perché io, il Signore, Dio vostro, sono santo." (Levitico 11,44; 19,2; 20,7)
Ciò avverrà alla fine, appunto, per merito del Messia.
Gli Israeliti del resto furono trebbiati e raffinati nel loro esilio a Babilonia, infatti, Isaia in 21,9-10, nell'annunciare la fine dei tempi e la caduta di Babilonia, proclama: "È caduta, è caduta Babilonia! Tutte le statue dei suoi dei sono a terra, in frantumi. O popolo mio, calpestato, che ho trebbiato come su un'aia, ciò che ho udito dal Signore degli eserciti, Dio di Israele, a voi ho annunziato."

Dopo aver mietuto, trebbiare a quei tempi le messi dei campi comportava accumulare e spargere a terra uno strato di steli con le spighe e batterli.
Quando i campi erano vasti sul raccolto abbondante si faceva passare una "trebbia", dal latino "tribulum", che era un carro trainato con ruote larghe con denti aguzzi a sega per separare i chicchi dalla paglia; da qui la notazione in Deuteronomio 25,4 "Non metterai la museruola al bue mentre sta trebbiando."
In modo allegorico, la flagellazione romana con i triboli, cui fu sottoposto nella sua passione Gesù, si può considerare la trebbiatura del Messia, mandato dal Padre come sacerdote e vittima per dare la propria vita in riscatto di tutti i peccati passati, presenti e futuri dell'umanità tutta intera e Gesù stesso aveva detto..." In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto." (Giovanni 12,24)

Il profeta Michea in 4,13 ricorda la profezia di Isaia sui tempi ultimi e prevede: "Alzati e trebbia, figlia di Sion, perché renderò di ferro il tuo corno e di bronzo le tue unghie e tu stritolerai molti popoli: consacrerai al Signore".

I discepoli che il Messia avrà raccolto e resi santi tra il tempo della sua prima venuta e la venuta finale sono inviati alla raccolta del grano buono, quindi, li ha "versati come trebbie "; questi sono: "coloro che sono stati santificati in Cristo Gesù, chiamati ad essere santi insieme a tutti quelli che in ogni luogo invocano il nome del Signore nostro Gesù Cristo." (1Corinzi 1,2)

La risurrezione poi brucerà la pula e la paglia e giudicherà lui stesso a zizzania.
San Paolo ricorda questa missione e parla appunto di trebbiare facendo il parallelo tra gli inviati del Messia e il bue che trebbia in:
  • 1Corinzi 9,9-10 - "Nella legge di Mosè, infatti, sta scritto: Non metterai la museruola al bue che trebbia . Forse Dio si prende cura dei buoi? Oppure lo dice proprio per noi? Certamente fu scritto per noi. Poiché chi ara, deve arare sperando, e colui che trebbia, trebbiare nella speranza di avere la sua parte."
  • 1Timoteo 5,17-18 - "I presbiteri che esercitano bene la presidenza siano considerati meritevoli di un duplice riconoscimento, soprattutto quelli che si affaticano nella predicazione e nell'insegnamento. Dice infatti la Scrittura: Non metterai la museruola al bue che trebbia, e: Chi lavora ha diritto alla sua ricompensa."
Il Messia, in definitiva ha mandato i suoi santi, "qadoshim" , li ha "riversati da aiuto - mano del Risorto per chi è in vita ."
Il "bue" del versetto di Deuteronomio 25,4 citato da San Paolo è uno "shor" che, decriptato lettera per lettera con riferimento a Gesù - Messia da luogo a pensare agli apostoli, infatti, "il Risorto ha portato un corpo ", ossia la Chiesa, che opera per Lui nel tempo tra le due venute, "di simili () un corpo ", del resto, "ognuno ben preparato sarà come il suo maestro." (Luca 6,40)

Il libro dell'Apocalisse, l'ultimo della Bibbia, al capitolo 7 nel parlare della visione dei "salvati" presenta i seguaci di Cristo in questo modo: "Uno dei vegliardi allora si rivolse a me e disse: Quelli che sono vestiti di bianco, chi sono e donde vengono? Gli risposi: Signore mio, tu lo sai. E lui: Essi sono coloro che sono passati attraverso la grande tribolazione e hanno lavato le loro vesti rendendole candide col sangue dell'Agnello."

La grande tribolazione è aver accettato nella propria vita la croce illuminata da Cristo e aver partecipato alle sue tribolazioni nella battaglia finale contro il male, ciò li ha certamente santificati; al riguardo basta ricordare questo passo della 1Pietro 4,12-14: "Carissimi, non siate sorpresi per l'incendio di persecuzione che si è acceso in mezzo a voi per provarvi, come se vi accadesse qualcosa di strano. Ma nella misura in cui partecipate alle sofferenze di Cristo, rallegratevi perché anche nella rivelazione della sua gloria possiate rallegrarvi ed esultare. Beati voi, se venite insultati per il nome di Cristo..."

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