BibbiaWeb.net - di Alessandro Conti Puorger

Decriptare la Bibbia - di Alessandro Conti Puorger Autore   Contatti    Cerca      Home     
BibbiaWeb 2017  
Decriptare le lettere parlanti delle sacre scritture ebraicheAttesa del Messia - Clicca qui per consultareParlano le lettere
Cerca negli articoli
Consulta le rubriche
  Lettere ebraiche
    e codice Bibbia
  Decriptazione Bibbia
  Attesa del Messia
  Vangeli
    e Protovangeli
  Ricerche di verità
  Racconti
    a sfondo biblico
  San Giuseppe

Decriptare la Bibbia
  Tutti gli articoli
  Indice
     brani decriptati
  Articoli più letti

 

ATTESA DEL MESSIA...

 
ECCO LO SPOSO! ANDATEGLI INCONTRO!

di Alessandro Conti Puorger
 
 

    parti precedenti:

SCRUTARE LA TORAH »
LA BIBBIA E LO SPOSO »
MATRIMONIO LIBERO? »
LO SPOSO GESÙ »
GLI INVITATI ALLE NOZZE »
SULLE NOZZE DI CANA »
LO SPOSO IN SINAGOGA »
LA SPOSA DELL'APOCALISSE »
ANNUNCIO DEL MATRIMONIO »
LO SPOSO DI SANGUE »

NELL'INTIMITÀ CON LA SPOSA
A conclusione di queste considerazioni sullo sposo riporto con piccole variazioni il paragrafo "Il Re nell'intimità con la sua sposa" di "Lo scettro di Dio, il bastone di Mosè e il Messia".
La Bibbia col Cantico dei Cantici propone la scena di due amanti nell'intimità.

Chi sono?
Prima di rispondere è da considerare che il testo del Cantico, in effetti, fu inserito nel canone biblico ebraico e cristiano perché è poema che nell'allegoria dell'amore totalizzante tra l'uomo e la donna - erotico, passionale, sentimentale e di dedizione pratica sotto tutti gli aspetti - fa trapelare il rapporto d'amore tra Dio e l'umanità chiamata a collaborare all'atto creativo, perché la loro unione è capace di produrre figli di Dio.

L'amata, vista con l'occhio particolare dell'ebraismo, è il popolo ebraico, ma nella visione più ampia dei profeti è il popolo di Dio e il singolo suo membro.
L'amata desidera, infatti, in Cantico 1,2 quel soffio vitale, "...soffiò nelle sue narici un alito di vita..." (Genesi 2,7)

L'incontro faccia a faccia, bocca a bocca, che altro non è che il ricevere lo Spirito di Dio, il Suo Spirito Santo creativo che supera l'unione dei soli corpi destinata a finire, ma consente all'amato di vivere nell'amata e con l'amata e all'amata di vivere nell'amato e con l'amato.

L'amata, infatti, chiede: "Baciami con i baci della sua bocca! Sì, migliore del vino è il tuo amore" e "M'introduca il re nelle sue stanze gioiremo e ci rallegreremo di te. Ricorderemo il tuo amore più del vino..." (Cantico 1,4)

Quel libro pur se dice di sé d'essere stato scritto da Salomone, in realtà da commentatori e da vari studiosi della Bibbia è considerato opera tardiva di scrittore anonimo del V secolo a.C., periodo quello dopo la ricostruzione del Tempio, quando il piccolo rotolo o "megillah" di quel poemetto cominciò ad essere usato nella liturgia pasquale ebraica.
Evidentemente, come si legge dai versetti iniziali, l'amato è il re!

Ma quale re?
Erano tornati dall'esilio e non v'era più un regno.
Il popolo tutto, i profeti e i cultori della parola di quei tempi attendevano l'avvento di una nuova età, estrapolazione di quella d'oro dei tempi di Salomone, per la restaurazione del regno del Figlio di Davide, l'amato, il Messia, che in Sion ossia a Gerusalemme riprendesse la sovranità finale ed aprisse l'epoca della fine dei giorni, ossia l'inizio di un regno eterno.

Come ho evidenziato in grassetto, fin dai primi versetti del Cantico v'è una evidente tensione sul vino; perché?
Il vino è il primo prodotto di Noè dopo il diluvio e l'alleanza di Dio con l'umanità.
Il vino col pane sono poi, il segno del Messia, perché questi è re e sacerdote del Dio Altissimo di cui nel libro della Genesi al capitolo 14,18 è figura "Melchisedek" che incontra Abramo nel territorio della futura Gerusalemme: "Melchisedek, re di Salem, offrì pane e vino: era sacerdote del Dio altissimo". (Genesi 14,18)

Poi il tema della vigna dallo stesso Isaia è associato al popolo d'Israele:

  • Isaia 5,1-7 - "Il mio diletto possedeva una vigna sopra un fertile colle. Egli l'aveva vangata e sgombrata dai sassi e vi aveva piantato scelte viti; vi aveva costruito in mezzo una torre e scavato anche un tino. Egli aspettò che producesse uva, ma essa fece uva selvatica... Ebbene, la vigna del Signore degli eserciti è la casa di Israele..."
  • Isaia 27,2 - "La vigna deliziosa! Cantate di lei! Io il Signore ne sono il guardiano, a ogni istante la..."
Gesù stesso, il Messia, poi s'identificò con la vite: "Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto". (Giovanni 15,1-2)

Le parole che annunciano l'amore di Dio palesato con la morte e risurrezione di Cristo ossia, il "Kerigma", già fanno inebriare, perché il rendersi conto di ciò dopo la 1° Pentecoste quando San Pietro aprì la predicazione "Altri li deridevano e dicevano: Si sono ubriacati di mosto" (Atti 2,13) perché, appunto "Più inebriante del vino è il tuo amore." (Cantico 4,10)

Il profeta Isaia profetizza che quello del Messia sarà un Regno eterno aperto per tutti i popoli che verranno al Tempio del Signore .
  • Isaia 2,2 - "Alla fine dei giorni, il monte del tempio del Signore sarà eretto sulla cima dei monti e sarà più alto dei colli; ad esso affluiranno tutte le genti."
  • Isaia 56,7b - "...il mio tempio si chiamerà casa di preghiera per tutti i popoli".
La stanza più importante nel Tempio di Gerusalemme era il Santo dei Santi e l'amata del Cantico attende e auspica in definitiva di venire introdotta:
  • Cantico dei Cantici 1,12 - "Mentre il re è sul suo divano, il mio nardo effonde il suo profumo".
  • Cantico dei Cantici 2,4 - "Mi ha introdotto nella cella del vino e il suo vessillo su di me è amore."
Qual'è quel divano?
Perché si parla di profumo?
Qui, il riferimento all'Arca con i cherubini sul coperchio e al Tempio è evidente.

Salmo 99,1-2 - "Il Signore regna, tremino i popoli; siede sui cherubini, si scuota la terra. Grande è il Signore in Sion, eccelso sopra tutti i popoli."

V'è perciò una menzione chiara al Santo dei Santi ove cui c'era appunto l'arca con i cherubini sul coperchio, divano di Dio, e in cui c'era la presenza o "Shekinah" di Dio stesso, che in una visione antropologica è come un re sul trono, ma è un trono mobile trasportabile dai Leviti, il trono vero è in cielo!
L'arca è il trono-divano e i cherubini le spalliere del divano.
Viene poi ricordato il profumo e tra poco vedremo con chiarezza il perché.
Poi è detto "nella cella del vino", scritto e quelle lettere se lette con le regole "al tikrei" suggeriscono l'idea "di Dio nel tempio ".
(Per l'ebraismo ogni brano della Bibbia è ammissibile leggerlo con la tecnica esegetica "al tikrei", cioè "non leggere", ossia leggere in altro modo, con diversa vocalizzazione o forma ortografica rispetto alla usuale. L'uso "al tikrei" non esclude in ogni caso la lettura originaria del testo, e perciò si può più correttamente definire come "non leggere questo passo solo in modo usuale, ma anche in altro modo" e il procedimento permette una nuova interpretazione, perfino quando le leggi della grammatica e della sintassi rendono necessaria la sola lettura tradizionale.)

Ai tempi del Tempio, in effetti, solo il Sommo Sacerdote una volta sola ogni anno entrava nel Santo dei Santi ricordando al Signore il sangue dell'alleanza, ma la struttura e gli arredi del Tempio stesso suggerivano una tensione costante al desiderio d'entrare da parte di tutto il popolo oltre la tenda di separazione tra il Santo e il Santo dei Santi.
Ecco che il sangue rosso come il vino porta al pensiero della cella del vino per il Santo dei Santi ove risiede la "Shekinah" di Dio.

Nel Santo, davanti al Santo dei Santi, infatti, v'era l'altare dei profumi su cui due volte al giorno, al mattino ed alla sera, un sacerdote addetto, offriva bruciato con carbone in sacrificio una miscela d'incensi.
(Vedi: "Nel Santo l'altare dei profumi davanti al Santo dei Santi")

Questo altare dell'incenso "mizebeach qetoroet", anche detto altare d'oro o interno, era nell'ambito della Tenda del Convegno ove risiedeva la presenza divina che si posava su Israele come Re e veniva accolto con l'incenso, mentre il Santissimo era la stanza interna del trono dove c'era "l'arca del Dio degli eserciti che siede sui cherubini" (1Samuele 4,4), i cherubini del coperchio, il luogo del colloquio faccia a faccia con Mosè, o bocca a bocca, perciò luogo di "adorazione", ma anche d'amore nel parallelo tra lo sposo e la sposa, perché là lo spirito dello sposo entrava nella sposa che n'usciva col viso raggiante.
L'altare dei profumi in sé d'oro e con cornice lavorata a mo' di corona, nell'allegoria dello sposo e della sposa personifica la Regina tutta profumata con la corona, cioè il popolo d'Israele di Dio, che attende d'entrare nella cella del Re e s'annuncia con il profumo... le preghiere dei Santi... là dove saranno faccia a faccia, quell'anelata cella del vino per la sposa nel Cantico dei Cantici.

Il Cantico, infatti, più avanti pare voler ricordare anche il rito dell'incenso serale quando l'amato cioè il Signore dice: "Prima che spiri la brezza del giorno e si allunghino le ombre, me ne andrò sul monte della mirra e sul colle dell'incenso." (Cantico 4,6) e richiama il desiderio del perdono di Adamo che peccò e fu segnalato dallo spirare della brezza del giorno (Genesi 3,8).

Come dicevo, nella visione allegorica e antropomorfica di Dio c'è quella di Dio che regna sul trono, infatti, "Cantate inni a Dio, cantate inni; cantate inni al nostro re, cantate inni; perché Dio è re di tutta la terra, cantate inni con arte. Dio regna sui popoli, Dio siede sul suo trono santo." (Salmo 47,7-9)

Lo sposo del Cantico dei Cantici in definitiva è il creatore di tutta la terra!
Dal contesto si comprende che la sposa è appunto l'Israele di Dio, vale a dire è la comunità e ogni individuo di questa che ha accettato la sua alleanza, quella che il Signore ha sposato con l'atto scritto della Torah che altro non è che la "ketubah" del patto matrimoniale.

Del resto, lo abbiamo visto che lo dice chiaramente il profeta Isaia 54,5: "Poiché tuo sposo è il tuo creatore, Signore degli eserciti è il suo nome; tuo redentore è il Santo di Israele, è chiamato Dio di tutta la terra."

I cristiani non sono alieni da questo contesto perché hanno accolto il pane del suo corpo e il calice del vino della "...nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi" (Luca 22,20) e hanno avuto il mandato "...di fare questo in memoria di me" (Luca 22,19) e fanno parte del popolo santo di Dio.

"Voi siete la stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazione santa, il popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere meravigliose di lui che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua ammirabile luce; voi, che un tempo eravate non popolo, ora invece siete il popolo di Dio; voi, un tempo esclusi dalla misericordia, ora invece avete ottenuto misericordia." (1Pietro 2,9s)

I due, il re e la regina, sono nella camera nuziale e il re abbraccia la sua sposa.
È il momento fondante ed eterno perché tra l'altro scritto dall'eternità e insite nelle lettere dell'alfabeto ebraico che secondo la tradizione erano incise già prima dei tempi sul trono di Dio e che poi furono da Lui scritte sulle Tavole poste poi nell'Arca Santa, appunto il trono mobile dell'Altissimo.
(Vedi: "Alfabeto ebraico, trono di zaffiro del Messia")

In tale alfabeto, proprio al centro, letto da destra, si trova la scritta "il mio re" e subito alla sinistra si trova la lettera che indica bellezza e amore, un pozzo, una sorgente tappata che mi viene tanto alla mente quando per l'amata, la "Bella" dice "Giardino chiuso tu sei, sorella mia, mia sposa, sorgente chiusa, fontana sigillata." (Cantico 4,12) e "Fontana che irrora i giardini, pozzo d'acque vive che sgorgano dal Libano." (Cantico 4,150)
(Vedi: scheda lettera "tet" cliccando sopra la colonna a destra delle pagine di questo mio Sito)

Ciò pare proprio colto dal versetto 2,6 del Cantico, peraltro ripetuto nel finale in 8,3 a sottolineare che tutto il Cantico ci parla solo dell'intimità di quel rapporto: "La sua sinistra è sotto il mio capo e a sua destra mi abbraccia."
Questa destra che abbraccia è il dolce giogo dello sposo: "Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero". (Matteo 11,30)

L'idea del Signore che sta alla destra si ritrova nel Salmo 16 ove David parla sia del Signore come calice e sia della sua protezione, onde sì che si riposa sicuri con lui alla propria destra: "Si affrettino altri a costruire idoli: io non spanderò le loro libazioni di sangue né pronunzierò con le mie labbra i loro nomi. Il Signore è mia parte d'eredità e mio calice: nelle tue mani è la mia vita. Per me la sorte è caduta su luoghi deliziosi: la mia eredità è stupenda. Benedico il Signore che mi ha dato consiglio; anche di notte il mio animo mi istruisce. Io pongo sempre davanti a me il Signore, sta alla mia destra, non potrò vacillare. Per questo gioisce il mio cuore ed esulta la mia anima; anche il mio corpo riposa al sicuro, perché non abbandonerai la mia vita negli inferi, né lascerai che il tuo fedele veda la fossa. Mi indicherai il sentiero della vita, gioia piena alla tua presenza, dolcezza senza fine alla tua destra." (Salmo 16,4-11)

Il Salmo 16 si trova decriptato nell'articolo in .pdf "Salmi del Salterio e di Qumran - Gesù e gli Esseni".
In questo decriptato tra l'altro si trova l'idea della sposa uscita dal costato di Cristo, ovviamente dalla parte destra:
  • Salmo 16,4 - Sarà il corpo dentro portato su un legno e crocifisso dai viventi. Per i fratelli dal corpo acqua uscirà. Dal corpo porterà la sposa, l'originerà da un foro. Sarà la rettitudine a inviare dal foro con cui sarà aperto. Ai viventi con l'acqua il sangue porterà. Per la rettitudine il Potente per primo ne risorgerà il corpo, riverrà risorto dalla morte il crocifisso. In seno la potenza della risurrezione nel Verbo crocifisso ci sarà.
Questo abbraccio, infatti, è fondante ed eterno, perché riguarda il passato, il presente ed il futuro; fondante, perché pensato sin dall'inizio dei tempi.
Riguarda il passato, perché è stato promesso da Lui, e atteso da entrambi coinvolti in una plurimillenaria storia di salvezza.
È atto presente, perché produce la gioia del vivere e del permanere nella fede.
È atto che riguarda il futuro, perché capace di generare i figli che saranno i fedeli del Signore.
Il versetto che cita la cella del vino dice: "Mi ha introdotto nella cella del vino e il suo vessillo su di me è amore." (Cantico 2,4)

È qui da notare:

«Mi ha introdotto "hebi'ani"
nella cella del vino" "'oel bet haiain"
e il suo vessillo "vedigelù"
su di me è amore "e'li 'ahabah"

Altro modo per dire vessillo in ebraico è "nes" e queste due lettere si trovano nella sequenza alfabetica ebraica partendo verso destra del "melki"
centrale.


Accade anche che partendo verso sinistra dopo la lettera si trova la parola "chazù" "visione, aspetto".

Quindi guardando ancora quella sequenza dell'alfabeto ebraico viene l'dea di "il vessillo del mio Re sulla bella di aspetto " che è stato poi riportato con parole diverse nel versetto Cantico 2,4.

A questo punto si può leggere il tutto espandendo dal centro:
  • verso destra "Si vedrà il Verbo scendere per versare nei corpi la risurrezione alla fine ";
  • verso sinistra "le aprirà le porte in alto dell'Unico ."
E di seguito: "Si vedrà il Verbo scendere per versare nei corpi la risurrezione alla fine il vessillo del mio Re sulla bella di aspetto le aprirà le porte in alto dell'Unico", quindi il vessillo è la bandiera di Cristo risorto.



Cristo risorto di Piero della Francesca

La sposa che attende di essere introdotta nella sala del re, il cui accesso è impedito dalla legge se il re non chiama, è tema che come abbiamo visto si trova nel libro di Ester.
Questa in quel racconto in Ester 1,6 e 7,8 si trova il termine divano che ha le stesse lettere di bastone .
Nel Cantico dei Cantici 1,12 e 3,7 quel termine invece si trova anche col significato di "lettiga":
  • Cantico dei Cantici 1,12 - "Mentre il re è sul suo divano, il mio nardo effonde il suo profumo";
  • Cantico dei Cantici 3,7 - "Ecco, la lettiga di Salomone: sessanta uomini prodi le stanno intorno, tra i più valorosi d'Israele".
In definitiva tutto era pronto e profetizzava la venuta dello sposo, il Messia.
(Vedi: "C'è il Messia nel Cantico dei Cantici?")

Il Vangelo di Matteo 25,6 ci invita "...Ecco lo sposo, andategli incontro!"
Ritornando alla sequenza dell'alfabeto a destra del mio RE secondo il procedere usuale di lettura da destra a sinistra si trovano le due lettere .


Secondo le regole di decriptazione, essendo le lettere tutte separate si può considerare anche ogni spazio aperto che le separa sostituibile all'occorrenza con una lettera che rappresenta proprio lo spazio aperto.
Abbiamo visto che nel racconto della prima rivelazione a Mosè in Esodo 3 e 4, il Signore si presenta con in fuoco in un roveto "senoeh" che non si consuma.
Quelle lettere ci portano all'idea del roveto con riferimento al racconto di Mosè e a quello della corona di spine che stretta colpisce la testa di Gesù e al cuore gli portano un'asta e sono la base della scritta INRI "Iesus Nazarenus REX Iudeorum", che fu il "Titulus" sulla croce fatto apporre da Pilato, ripetuto in ebraico, in greco e in lingua latina.

vai alla visualizzazione stampabile di tutto l'articolo

  invia questa notizia ad un amico


									
Copyright © 2017 BibbiaWeb - Tutti i diritti riservati. Riproduzione vietata.
[Bibbia home][inizio articolo]  Tutti gli articoli di
  ATTESA DEL MESSIA...
[Bibbia home][inizio articolo]
 
DECRIPTARE LA BIBBIA - Le lettere del RE
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera jod
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera kàf
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera lamed
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera mèm

DECRIPTARE LA BIBBIA - Ala a destra del RE
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera nùn
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera samek
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera 'ajin
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera pè

DECRIPTARE LA BIBBIA - Ala a destra estrema
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera sade
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera qòf
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera resh
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera s'in e shìn

DECRIPTARE LA BIBBIA - Ala a sinistra del RE
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera wàw
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera zàjin
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera hèt
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera tèt

DECRIPTARE LA BIBBIA - Ala a sinistra estrema
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera bèt
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera ghimel
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera dalet
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera hè

DECRIPTARE LA BIBBIA - Il primo e l'ultimo
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera 'alef
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera taw


Bibbia Home | Autore | Perché Bibbiaweb? | Contatti | Cerca | Links
info@bibbiaweb.net  
Per i contenuti tutti i diritti sono riservati ad Alessandro Conti Puorger
BibbiaWeb

Alessandro Conti Puorger Alessandro Conti Puorger
Via Eleonora d'Arborea 30 - Roma - Italy

Realizzazione EdicolaWeb Edicolaweb.net
Via S. Maria a Cintoia 14/b - Firenze, Italy