BibbiaWeb.net - di Alessandro Conti Puorger

Decriptare la Bibbia - di Alessandro Conti Puorger Autore   Contatti    Cerca      Home     
BibbiaWeb 2017  
Decriptare le lettere parlanti delle sacre scritture ebraicheSan Giuseppe - Clicca qui per consultareParlano le lettere
Cerca negli articoli
Consulta le rubriche
  Lettere ebraiche
    e codice Bibbia
  Decriptazione Bibbia
  Attesa del Messia
  Vangeli
    e Protovangeli
  Ricerche di verità
  Racconti
    a sfondo biblico
  San Giuseppe

Decriptare la Bibbia
  Tutti gli articoli
  Indice
     brani decriptati
  Articoli più letti

 

DECRIPTAZIONE BIBBIA...

 
DALLA BIBBIA: BENEDIZIONE E MALEDIZIONE

di Alessandro Conti Puorger
 
 

    parti precedenti:

I MATTONI DELLA CREAZIONE »

IL SIGNORE CONTINUA A CREARE
Il 1° capitolo del libro della Genesi termina con queste parole: "Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. E fu sera e fu mattina: sesto giorno." (Genesi 1,31)
Questo dire "essere cosa buona" è, in definitiva, costatare anche che è bella, stante il doppio significato della parola ebraica usata, "tov" .
Questo è un gioire di Dio sul "funzionale" dell'opera fatta, un'esclamazione che fa trapelare la soddisfazione del Sommo Artefice.
Le lettere di quel "tov" rivelano che "il cuore - l'amore , portò dentro " a ciò che aveva fatto.
Tale esclamazione in quei 31 versetti del capitolo 1 è ripetuta ben sette volte, precisamente:

  • una volta ai versetti 4 della 1a tappa, 18 della 4a e 21 della 5a;
  • due volte ai versetti 10 e 12 della 3a e 25 e 31 della 6a;
  • nessuna volta nella 2a tappa.
Nella "Torah", nulla è scritto senza motivo, quindi, certamente quella è un'informazione da interpretare.
Perché quel commento è evitato nella 2a tappa quando furono separate dal firmamento, chiamato da "'Elohim" cielo, le acque di sopra da quelle disotto?
Quella divisione forse era un qualcosa di necessario, non evitabile, un atto doveroso di pura giustizia.
Per contro quella considerazione è riportata due volte per la:
  • 3a tappa, sia quando apparve dal mare l'asciutto, chiamato terra, sia quando questa produsse i primi semi, germogli, erbe e alberi da frutto;
  • 6a tappa, sia quando furono prodotti gli esseri viventi, bestiame, rettili e bestie selvatiche, sia quando fu fatto l'uomo che fu l'apice di quella creazione, definita molto buona.
Accade che tutto quello che "'Elohim" aveva fatto "era buono".
Ecco che, allora, i mostri marini tra cui poi apparirà il Leviatano (Giobbe 3,8; 40,25; Salmo 74,14, Isaia 27,1), i rettili, tra cui vi sarà il serpente tentatore (Genesi 3,1) e ogni bestia selvatica, ivi compresi altri mostri del male quali Raab (Isaia 51,9) o il Behamot (tradotto come ippopotamo in Giobbe 40,15-24), come creati da Dio erano buoni, ma conclude il pensiero apocalittico ebraico, sono evidentemente divenuti sede di esseri intrufolatisi per altra via.
In quell'immaginario sono tali esseri pensati quali incarnazioni di un innominato dell'assemblea celeste, contrario al progetto divino, precipitatosi per fuggire e opporvisi nelle acque di sotto.
(Vedi: "Il midrash della pesca gloriosa")

Era accaduto che nella 1a tappa era stata creata la luce "'or" ; di conseguenza erano state separate le tenebre "choshoek" il cui rebus di base potrebbe alludere al "chiudere la luce (degli occhi) col palmo delle mani ".
(Vedi: "Tempo-eternità")

Era l'inizio del progetto "l'Unico avrebbe portato un corpo ", insomma Dio stava preparandosi a creare l'uomo perfetto, a Sua immagine e somiglianza, se questa creatura avesse accettato di venire adeguatamente formata.

Si deve concludere però che alcuni angeli, mossi da un capo ribelle, si sarebbero opposti non volendo risultare poi essere inferiori a quel nuovo essere progettato e, prendendo spunto dell'esistenza delle tenebre, vi si nascosero e, appena possibile, nella 2a tappa della creazione, potrebbero essere fuggiti nascondendosi nelle acque che avvolgevano la terra.

Dopo il 1° capitolo del libro della Genesi ove sono descritte le 6 tappe della creazione, definite come i 6 giorni, pare terminare l'atto creativo e inizia il 2° capitolo Genesi 2,1-3 con le seguenti parole: "Così furono portati a compimento il cielo e la terra e tutte le loro schiere. Dio, nel settimo giorno, portò a compimento il lavoro che aveva fatto e CESSÒ nel settimo giorno da ogni suo lavoro che aveva fatto. Dio benedisse il settimo giorno e lo consacrò, perché in esso AVEVA CESSATO da ogni lavoro che egli aveva fatto creando."
(Vedi: "Spirito creato in 7 tappe - Genesi codice egizio-ebraico ")

Sono quelli i versetti dell'istituzione dello "Shabbat" , ossia del "cessare", quello definito come il giorno del riposo, il Sabato, tanto importante per l'ebraismo e non solo, il giorno della gratuità.

È questa invero la 7a tappa tutt'ora in corso, il giorno della creazione che l'umanità sta vivendo fino alla fine dei tempi.
Da quel momento, dal versetto Genesi 2,4 che recita "Queste sono le origini del cielo e della terra, quando vennero creati. Nel giorno in cui il Signore Dio fece la terra e il cielo" nella Bibbia inizia ad apparire il nome "Signore Dio", come "IHWH 'Elohim" e non più solo Dio come "'Elohim", tanto che, per questo fatto, nell'ottocento nacque l'ipotesi di una tradizione Elohista e una Jahvista da parte dello studioso biblico tedesco Julius Wellhausen per spiegarsi la formazione del Pentateuco.
Pare, comunque, doversi ritenere che il mandato della creazione che aveva coinvolto l'intera assemblea celeste ebbe a terminare e la 7a tappa è portata avanti dal presidente dell'assemblea celeste in persona, IHWH, servendosi ovviamente dei suoi angeli, secondo il proprio insindacabile giudizio.
In questa tappa però qualcosa doveva ancora essere portata a termine e ancora non è conclusa.
Due azioni, infatti, dovevano essere portate a compimento, ma entrambe coinvolgevano la volontà di una creatura che era stata dotata di "libero arbitrio" per cui l'esito veniva a dipendere anche dalle decisioni dell'uomo.
In questo senso sono anche da capire queste parole di Gesù che parlano appunto di un compimento: "Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto." (Matteo 5,17s)

Vi si parla di lettere come se appunto anche la singola lettera abbia importanza dando valenza a una lettura non ancora completa delle Sacre Scritture che però debbono compiersi appieno anche lettera per lettera.

Si legge peraltro nel Talmud (Eruvin 13): "R. Meir raccontava: Quando incontrai R. Yshmael questi mi domandò: Qual è la tua occupazione? Risposi: Lo scriba. E il Maestro: Fai bene attenzione al tuo lavoro che è opera divina. Se tu aggiungessi o togliessi una sola lettera dal testo, potresti causare la distruzione dell'universo".

Quanto è da approfondire in proposito è quel "Dio benedisse il settimo giorno e lo consacrò" ove appaiono quei due verbi ebraici:
  • benedire ;
  • consacrare, che è pari a santificare .
Sono queste parole pronunciate dal Creatore che non torneranno a Lui senza aver prodotto quanto desiderato, come abbiamo appreso da Isaia 55,11.
Quei due verbi sono il programma da sviluppare nel Sabato della creazione, in questo settimo giorno dello "Shabbat" in corso.
Si tratta, in definitiva, dell'opera che deve essere portata avanti dalla più alta di tutte le creature ossia da parte dell'uomo, ovviamente sotto l'occhio vigile del Signore Dio.

Dopo i racconti della creazione, dal capitolo 3 del libro del Genesi, ove in forma di parabola sapienziale o "midrash" è narrata la libera, ma errata, scelta fatta da Adamo, la coppia dei progenitori, caduti nell'inganno di un essere che li mise alla prova, tutta la Bibbia riguarda la storia degli interventi del Signore per redimerlo, ossia per santificarlo, rendendo completa la consacrazione della creazione tutta, fino a circa 2000 anni fa, quando, secondo la buona notizia dei Vangeli, fu partorito il Santo e si è entrati nel tempo finale.
Questo essere tentatore nell'immaginario ebraico, accolto dal cristianesimo, è considerato essere un angelo ribelle che ha avuto il ruolo di presentare l'opportunità di esercitare una scelta al primo uomo: Dio o la non esistenza.
L'uomo avendo scelto di vivere come se Dio non ci fosse o come se non lo amasse restò schiavo di quel parassita negativo che viveva succhiando la vita dagli uomini non avendone più di propria essendosi allontanato da Dio.
Dio, allora, per non perdere definitivamente la creatura che amava, altrimenti non l'avrebbe creata, scelse la strategia di porre un fine, ma solamente momentaneo, alla sua vita onde la schiavitù venisse a cessare e non fosse perenne.
Del resto risultò chiaro che il mondo era divenuto il regno del male, terra ormai di conquistare da parte del Signore per salvare le sue creature rese impure per il servaggio subito.
Narra Genesi 2, che l'uomo, evidentemente per poter crescere nella conoscenza del Signore, fu posto dal Signore stesso in un giardino, il "Gan Eden" o Paradiso terrestre, separato dagli altri territori invasi dal male, e sotto controllo del Signore che lo avrebbe addestrato e santificato.
Adamo stava crescendo nella conoscenza del Signore, protetto da influenze negative che erano evidentemente esistenti ecco che, infatti, entra nell'orizzonte del testo biblico la parola "male".
Essendogli stato proibito di mangiare dell'albero della conoscenza del bene e del "male", è da concludere che tra Dio e l'uomo era stato fatto un patto e se questo fosse stato rispettato l'uomo veramente sarebbe stato il Viceré della terra, da conquistare per conto e con l'aiuto di Dio.
Ecco che un estraneo s'intrufolò, forse proprio attraverso le acque che erano in comunicazione col mondo esterno, rifugio del fuggitivo e il Signore lasciò che venisse provata la iniziazione della coppia Adamo, ma questa fece la scelta sbagliata.
Secondo il pensare della Bibbia di conseguenza accadde che questa creazione, in cui s'era rifugiato il germe della ribellione al proprio Creatore fu investita da invecchiamento e morte.

La morte si riversò su tutti gli esseri viventi come ricorda San Paolo nella lettera ai Romani 8,19-23: "L'ardente aspettativa della creazione, infatti, è protesa verso la rivelazione dei figli di Dio. La creazione, infatti, è stata sottoposta alla caducità - non per sua volontà, ma per volontà di colui che l'ha sottoposta - nella speranza che anche la stessa creazione sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio. Sappiamo infatti che tutta insieme la creazione geme e soffre le doglie del parto fino ad oggi. Non solo, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l'adozione a figli, la redenzione del nostro corpo."

In definitiva, partorito il Santo, il Cristo, il Messia, la creazione è ora nel tempo della gestazione dell'umanità, tempo lungo, ma definito, in cui si sviluppa la consacrazione che s'attuerà a pieno con la santificazione, cioè con la creazione dell'umanità santificata quando gli uomini, superata la caducità, saranno come figli di Dio.
In questo settimo giorno il Signore, di fatto, non si riposa, ma porta avanti il Suo disegno di salvezza ricreando l'uomo con il consenso dell'uomo stesso.

Scrisse Sant'Agostino in Sermo CLXIX, 13: "Dio, che ti ha creato senza di te, non può salvarti senza di te."
La storia di salvezza ha comportato la venuta nella carne della divinità stessa.

Scrive San Tommaso d'Aquino in Summa Teologica: "Nulla si oppone al fatto che la natura umana sia stata destinata a un fine più alto dopo il peccato. Dio permette, infatti, che ci siano i mali per trarre da essi un bene più grande."
Viene così definita "beata" la colpa di Adamo, perché essa portò agli uomini Gesù Redentore ed è celebre il "Beata colpa, che meritò tale e così grande Redentore" che si canta nell'Exultet o Preconio pasquale.
Questa colpa ha assicurato all'uomo, tramite Cristo, di vivere nei cieli con Lui.
Il Signore sarà ad agire fino a rendere compiuto il Suo Santo Nome , IHWH, scelto proprio per l'uomo, cui fu rivelato nell'episodio di Mosè al roveto ardente (Esodo 3), in quanto, invero, come dicono le lettere, "sarà dal mondo a portarlo fuori ".
L'umanità redenta sarà la sua sposa come ci rivela il libro dell'Apocalisse.

vai alla visualizzazione stampabile di tutto l'articolo

  invia questa notizia ad un amico


									
Copyright © 2017 BibbiaWeb - Tutti i diritti riservati. Riproduzione vietata.
[Bibbia home][inizio articolo]  Tutti gli articoli di
  DECRIPTAZIONE BIBBIA...
[Bibbia home][inizio articolo]
 
DECRIPTARE LA BIBBIA - Le lettere del RE
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera jod
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera kàf
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera lamed
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera mèm

DECRIPTARE LA BIBBIA - Ala a destra del RE
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera nùn
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera samek
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera 'ajin
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera pè

DECRIPTARE LA BIBBIA - Ala a destra estrema
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera sade
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera qòf
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera resh
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera s'in e sh́n

DECRIPTARE LA BIBBIA - Ala a sinistra del RE
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera wàw
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera zàjin
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera hèt
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera tèt

DECRIPTARE LA BIBBIA - Ala a sinistra estrema
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera bèt
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera ghimel
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera dalet
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera hè

DECRIPTARE LA BIBBIA - Il primo e l'ultimo
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera 'alef
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera taw


Bibbia Home | Autore | Perché Bibbiaweb? | Contatti | Cerca | Links
info@bibbiaweb.net  
Per i contenuti tutti i diritti sono riservati ad Alessandro Conti Puorger
BibbiaWeb

Alessandro Conti Puorger Alessandro Conti Puorger
Via Eleonora d'Arborea 30 - Roma - Italy

Realizzazione EdicolaWeb Edicolaweb.net
Via S. Maria a Cintoia 14/b - Firenze, Italy