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DECRIPTAZIONE BIBBIA...

 
DALLA BIBBIA: BENEDIZIONE E MALEDIZIONE

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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I MATTONI DELLA CREAZIONE »
IL SIGNORE CONTINUA A CREARE »
CONSACRARE »
IL VERBO BENEDIRE »
IL "BENEDIRE" NEI SALMI »

LA BENEDIZIONE NELL'EBRAISMO
La benedizione di IHWH discende sul popolo solo attraverso i sacerdoti come esplicitamente stabilisce il Signore stesso e ordina a Mosè nel seguente brano del libro dei Numeri: "Il Signore parlò a Mosè e disse: Parla ad Aronne e ai suoi figli dicendo: Così benedirete gli Israeliti, direte loro..." (Numeri 6,22-23)

La benedizione prescritta è la seguente: "Ti benedica il Signore e ti custodisca. Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia. Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace." (Numeri 6,24-26)

Nella benedizione tre volte si fa presente il nome Signore IHWH.
Due volte viene citato il suo volto "panaiu" e la lettera "pe" lo fa presente.
Il Signore oltre a benedire custodisce e il radicale di "custodire" è .
Questo custodire, di fatto, leggendo i significati grafici delle lettere di è come avere un sigillo col suo nome sulla fronte, "il Nome sulla testa " essere insomma pecora del suo pascolo e come tale si è conservati con cura dal Buon Pastore.
Questo volto di Dio deve risplendere , fare grazia , volgersi verso colui che viene benedetto e concedergli pace .
I cristiani sanno che Gesù Cristo è il volto del Padre.
Lui stesso, infatti, l'asserì nel Vangelo di Giovanni:

  • Giovanni 1,18 - "Nessuno mai ha visto Dio. Il Figlio unico, che è nel seno del Padre, Lui lo ha rivelato."
  • Giovanni 14,9 - "...Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre. Come puoi dire: mostraci il Padre?"
Negli Atti degli Apostoli nella sua predicazione San Pietro a Gerusalemme al portico di Salomone ebbe a dire agli Israeliti "Voi siete i figli dei profeti e dell'alleanza che Dio stabilì con i vostri padri, quando disse ad Abramo: Nella tua discendenza saranno benedette tutte le famiglie della terra. Dio, dopo aver risuscitato il suo servo, l'ha mandato prima di tutto a voi per portarvi la benedizione e perché ciascuno si converta dalle sue iniquità." (Atti 3,25s)

San Paolo conferma che Gesù ha portato sulla terra agli uomini la benedizione di Dio Padre e al riguardo, ad esempio, scrive ai:
  • Romani 15,29 - "...giungendo presso di voi, verrò con la pienezza della benedizione di Cristo"
  • Galati 3,6-11 - "Abramo ebbe fede in Dio e gli fu accreditato come giustizia. Sappiate dunque che figli di Abramo sono quelli che vengono dalla fede. E la Scrittura, prevedendo che Dio avrebbe giustificato i pagani per la fede, preannunziò ad Abramo questo lieto annunzio: In te saranno benedette tutte le genti. Di conseguenza, quelli che hanno la fede vengono benedetti insieme ad Abramo che credette. Quelli invece che si richiamano alle opere della legge, stanno sotto la maledizione, poiché sta scritto: Maledetto chiunque non rimane fedele a tutte le cose scritte nel libro della legge per praticarle. E che nessuno possa giustificarsi davanti a Dio per la legge risulta dal fatto che il giusto vivrà in virtù della fede."
  • Efesini 1,3-6 - "Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli, in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità, predestinandoci a essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo, secondo il beneplacito della sua volontà."
La benedizione sacerdotale, in definitiva, è la concretizzazione per Israele della benedizione fatta ad Abramo e Gesù Cristo, il volto del Padre, l'ha portata a tutti i popoli, tramite la Sua Chiesa, il nuovo Israele di Dio.
Ecco che questa benedizione, allora, spesso è usata anche dai genitori cristiani sui propri figli; il testo di quella benedizione, infatti, conclude il capitolo Numeri 22 con queste parole: "Così porranno il mio nome sugli Israeliti e io li benedirò." (Numeri 6,27) e i cristiani fanno parte del nuovo Israele di Dio.

È una promessa perennemente aperta.
Questa benedizione, in effetti, è la trasmissione dell'impronunciabile Nome divino, ossia del Tetragramma sacro IHWH sugli Israeliti che diventano per questo "santi", ossia appartenenti a Lui e si chiama "benedizione sacerdotale", ma il sacerdote, come ho chiarito, è solo un tramite.
Tale benedizione è pronunciata in sinagoga, ogni giorno, ogni sabato o festa.
Il sacerdote si pone davanti l'Arca Santa della sinagoga o "aron", si toglie le scarpe, si fa lavare le mani e canta la benedizione, ovviamente in ebraico.
Si leva le scarpe, perché fa presente il venire invaso dallo Spirito di Dio che deve trasmettere agli astanti.
Essendo presente Dio il luogo diviene sacro e come fece Mosè al roveto ardente il sacerdote, come detto, si deve scalzare (Esodo 3,5).
Le mani poi del sacerdote sono pulite e il palmo delle due mani è quindi senza sporcizia per trasmettere la rettitudine di Dio che passa da quelle mani su chi viene benedetto.


Benedizione sulla tomba di un sacerdote

Il sacerdote nell'atto del benedire si presenta con le mani alzate verso l'assemblea, i pollici riuniti e le dita delle mani unite due a due come si vede scolpito sulla tomba di un sacerdote ebreo morto nei primi dell'ottocento nella foto che presento qui sopra.
Le 4 coppie di dita riunite due a due fanno presente idealmente le 4 lettere del Tetragramma IHWH e il triangolo che si forma come si vede nella foto rappresenta il concetto di Dio con i suoi doni "Keter","Chokmah" e "Binah", ossia corona, sapienza e intelligenza.
Al momento della benedizione gli astanti si coprono la testa con lo scialle da cerimonia, il "Tallit", in quanto la benedizione implica proprio la presenza del volto di Dio che disse a Mosè in Esodo 33,20: "Ma tu non potrai vedere il mio volto, perché nessun uomo può vedermi e restare vivo".
Le mani del sacerdote che benedicono sono come una grata attraverso cui Dio guarda il fedele e l'anima di questi viene ristorata, simile per allegoria a quanto espresso nel versetto 2,9 del Cantico dei Cantici: "L'amato mio somiglia a una gazzella o ad un cerbiatto. Eccolo, egli sta dietro il nostro muro; guarda dalla finestra, spia dalle inferriate", per cui il muro sarebbero le spalle del sacerdote e le inferriata le sue mani.
Con tale benedizione i genitori benedicono i figli il venerdì sera all'inizio dello "Shabbat" e i rabbini benedicono lo sposo e la sposa sotto il baldacchino, detto "kuppah", e i ragazzi e le ragazze rispettivamente al "Bar" e alla "Bat Mitzvah".

Vi sono poi nell'ebraismo benedizioni liturgiche che iniziano in genere con "Benedetto sei Tu nostro Signore, re del mondo...
Chi le ascolta usa dire dopo il nome di Dio "Benedetto Egli sia e benedetto sia il Suo Santo Nome" e alla fine si dice "Amen".
Le benedizioni più importanti sono quelle:
  • previste nella liturgia sinagogale;
  • sui cibi e le bevande con cui si ringrazia Dio, fonte del sostentamento;
  • recitate prima di compiere delle "mitzvot".
Vi sono poi benedizioni per il pericolo scampato "birkat ha gomel" esempio dopo la traversata del mare o del deserto, la liberazione da una prigionia e per la guarigione da una malattia, dopo la nascita di un bambino.

Vi sono poi benedizioni per ogni occasione per ogni atto che si compie la mattina nell'alzarsi fino a quando si vede un arcobaleno.
La recitazione di benedizione prima e dopo il pasto sono obbligatorie e trovano il loro fondamento in Deuteronomio 8,10: "Mangerai, sarai sazio e benedirai il Signore, tuo Dio...", del resto mangiare senza ringraziare Dio, re del mondo, sarebbe una appropriazione indebita come rubare del cibo.

L'intero capitolo Numeri 6 l'ho riportato decriptato in " Gesù il virgulto, il germoglio di Davide" e i 6 versetti che riguardano la benedizione sacerdotale sono i seguenti:

Numeri 6,22 - A portarsi fu in aiuto. Da cibo si recò nel mondo Dio per salvare dal serpente, origine dell'essere ribelli.

Numeri 6,23 - La Parola di Dio, l'Unigenito, entrò in un corpo per rifiutare il serpente. Il Figlio fu a portargli il rifiuto a vivere in un corpo. Per spengerlo scelse, dentro un corpo, la rettitudine di recare. Venne in un figlio a stare in Israele. Da primogenito tra i viventi si portò. La potenza entrò nella madre.

Numeri 6,24 - E dentro la casa di un capo retto così il Signore si recò; era (infatti) il custode (di quella casa) un retto.

Numeri 6,25 - Fu del primogenito nel corpo il Signore, nella persona fu a recare la divinità, fu così a recare a esistere la grazia della rettitudine.

Numeri 6,26 - Fu una luce, per quel primogenito, a esistere nel mondo. Recò nel mondo, il Verbo, l'energia. Fu a recare la divinità. Fu la rettitudine a portare. Fu a sorgere il Re che della risurrezione reca la potenza ai viventi.

Numeri 6,27 - E, risorto in vita, si porterà quel primogenito dalla croce e con la risurrezione dai viventi spazzerà il serpente che vi abita. L'angelo ribelle che ci sta, sarà bruciato nei corpi dalla divinità. Portati a incontrare saranno il Padre con il corpo i retti viventi.

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