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di Alessandro Conti Puorger
 
 

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RICONOSCERE IL TEMPO DEL MESSIA
Gesù col suo richiamo costante alla concretezza del rapporto con Dio è scomodo e spesso non è riconosciuto.
Il suo richiamo del resto chiede una risposta radicale e di cambiare il modo d'interpretare la propria vita, ma per l'uomo, preso dal proprio trantran e dagli affari, è più facile un atto di rinuncia nei suoi confronti e alla conversione che che comporta, piuttosto che guardare finire il proprio ondivago comportamento.
Nessuno è esente da défaillance in tal senso per cui, distolti dalle cose del mondo, pur senza rasentare l'illecito, anche i migliori perdono di vista l'essenziale e così evidentemente si comportavano molti farisei al tempo dei Vangeli, in teoria fedelissimi alla Torah, ma nella pratica avevano perso il senso essenziale del rispettare l'alleanza, per cui la venuta del Messia per loro ormai era nel mondo dell'utopia.
Gesù ad alcuni farisei che gli chiedevano: "Quando verrà il regno di Dio? Egli rispose loro: Il regno di Dio non viene in modo da attirare l'attenzione, e nessuno dirà: Eccolo qui, oppure: Eccolo là. Perché, ecco, il regno di Dio è in mezzo a voi!" (Luca 17,20-21)

Nell'episodio della sua entrata in Gerusalemme, accolto festante dai suoi seguaci, lo stesso Vangelo fa presente che Gesù quando fu vicino alla vista della città pianse su di essa, dicendo: "Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, la via della pace. Ma ormai è stata nascosta ai tuoi occhi. Giorni verranno per te in cui i tuoi nemici ti cingeranno di trincee, ti circonderanno e ti stringeranno da ogni parte; abbatteranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata. Entrato poi nel tempio, cominciò a cacciare i venditori, dicendo: Sta scritto: La mia casa sarà casa di preghiera. Ma voi ne avete fatto una spelonca di ladri!". (Luca 19,42-46)

Lui, Gesù, era proprio la via della pace come dice il Vangelo di Giovanni 14,6: "Io sono la via, la verità e la vita".
Del resto il profeta Isaia nel capitolo 59,2.8 rimprovera aspramente il popolo di Dio che ha deviato dai suoi passi nei riguardi del Signore e dice: "Ma le vostre iniquità hanno scavato un abisso fra voi e il vostro Dio... Non conoscono la via della pace, non c'è giustizia nel loro procedere..."

Il Cristo purtroppo fu ed è rifiutato.
Il tempo della vita è quanto ha a disposizione l'uomo per prepararsi all'incontro con Dio, ma e se vive come se Dio non esistesse certamente non può rendersi conto che vive nel Regno di Dio che può chiamarlo in qualsiasi momento per l'incontro faccia a faccia.
Accade che molti, ai tempi di Gesù ed anche ai nostri, ritengono di non aver bisogno del Messia - salvatore o perché atei o, pur se si professano credenti, perché, di fatto, presentano una negazione intrinseca ritenendosi giusti e di meritare la vita eterna, senza il giudizio finale e l'intermediazione del Salvatore rendendo vana per loro l'opera di salvezza del Cristo, venuto per i peccatori.
Eppure, nessuno è senza peccato, come insegna l'episodio dell'adultera in Giovanni 8,1-11 quando Gesù disse "Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei" e tutti se ne andarono senza lapidarla.

Altri temono la persecuzione o di non essere più accettati e resistono allo Spirito Santo preferendo ciò che allontana dalla vita eterna.
C'è anche un pericolo per quelli che credono di seguire la via giusta per attenderlo, il pericolo di sedersi compiaciuti guardare il proprio ombelico spirituale, credendosi ormai "figli di Abramo", ossia figli della fede, ma "razza di vipere" li definisce il Battista in Matteo 3,7-9 e in Luca 3,7-9, epiteto che equivale a dire figli del serpente e figli delle tenebre.
Questo epiteto si ritrova poi in bocca allo stesso Gesù in:

  • Matteo 12,34 - "Razza di vipere, come potete dire cose buone, voi che siete cattivi? Poiché la bocca parla dalla pienezza del cuore."
  • Matteo 23,33-34 - "Serpenti, razza di vipere, come potrete scampare dalla condanna della Geenna? Perciò ecco, io vi mando profeti, sapienti e scribi; di questi alcuni ne ucciderete e crocifiggerete, altri ne flagellerete nelle vostre sinagoghe e li perseguiterete di città in città..."
Per accorgersi della presenza del Regno, insomma, occorre che l'uomo viva con lo spirito disposto a continua conversione in attesa della gioia dell'accoglimento del Messia.
I Salmi insegnano al fedele il segreto della felicità, il senso della vita e il modo di vivere di ogni giorno il proprio rapporto con Dio:
  • Salmo 90,12-15 - "Insegnaci a contare i nostri giorni e giungeremo alla sapienza del cuore. Volgiti, Signore; fino a quando? Muoviti a pietà dei tuoi servi. Saziaci al mattino con la tua grazia: esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni. Rendici la gioia per i giorni di afflizione, per gli anni in cui abbiamo visto la sventura."
  • Salmo 95,7-9 - " È lui il nostro Dio e noi il popolo del suo pascolo, il gregge che egli conduce. Se ascoltaste oggi la sua voce! Non indurite il cuore come a Meriba, come nel giorno di Massa nel deserto, dove mi tentarono i vostri padri: mi misero alla prova pur avendo visto le mie opere."
L'attesa è fruttuosa se resta a contatto con la Sua parola, perché come la goccia che scava la pietra fa intraprendere il doveroso lavoro di ogni giorno nei Suoi confronti per cogliere quanto si è in grado di cogliere della Sua sapienza e cambiare per raggiungere la "sapienza del cuore", vale a dire l'amore verso Lui e il prossimo, necessari per attendere nel modo giusto la Sua venuta.
Tutti e quattro i Vangeli canonici prima di narrare la vita pubblica di Gesù parlano del precursore, Giovanni il Battista.
In particolare il "prologo" del Vangelo di Giovanni dice di questi:
  • Giovanni 6-8 - "Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce."
  • Giovanni 29 - "Ecco l'agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo!"
Il Vangelo di Matteo poi prepara quanto dirà Gesù in Luca 17,20-21 con i versetti citati all'inizio del presente paragrafo: "In quei giorni comparve Giovanni il Battista a predicare nel deserto della Giudea, dicendo: Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!" (Matteo 3,1-2)

Il Battista rende concreto quanto profetizzato dal profeta Isaia 40,3 con: "Una voce grida: Nel deserto preparate la via al Signore", è l'anello che collega l'antica e la nuova alleanza, avverte che con Gesù viene ed è già presente il Regno dei cieli, quindi, invita alla conversione e alla Sua accoglienza.
Gesù è l'Agnello, quindi, il Servo di IHWH, il servo sofferente che non fu accolto nemmeno dai suoi, se non da pochi, l'ariete in sostituzione di Isacco.

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