LA SCRITTURA
di Alessandro Conti Puorger
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LA TORAH VIENE DAL CIELO
Appena terminò di scrivere le 10 "Parole" sulle due pietre "l Signore disse a Mosè: Così dirai agli Israeliti: Voi stessi avete visto che vi ho parlato dal cielo!" (Esodo 20,22) ove per "dal cielo" il testo scrive
"min hashamaim" e appunto nella "Mishnah" il "Sefer Torah" è chiamata "Torah min hashamayim" ossia "Torah dal Cielo" e quel testo di studio ebraico della Torah in "Sanhedrin" 10,1 è precisato: "Questi non hanno porzione nel Mondo a Venire: Chi dice... la Torah non viene dal Cielo".
Il Talmud poi in "Midrash tan?uma" sostiene: "Su cosa era scritta la Torah prima di essere data? Non poteva essere scritta su argento e oro, poiché non esistevano prima che il mondo fosse creato... (fu scritta) sul braccio del Santo, che sia benedetto."
Nei seguenti brani dell'Antico Testamento è citato lo
,
"ha-iad IHWH", questo "braccio del Signore" che allude alla "Torah":
- Numeri 11,23 - "Il Signore rispose a Mosè: Il braccio del Signore è forse raccorciato? Ora vedrai se la parola che ti ho detta si realizzerà o no".
- Isaia 51,9 - "Svegliati, svegliati, rivestiti di forza, o braccio del Signore. Svegliati come nei giorni antichi, come tra le generazioni passate. Non hai tu forse fatto a pezzi Raab, non hai trafitto il drago?"
- Isaia 53,1,2 - parlando del Servo di IHWH, "Chi avrebbe creduto alla nostra rivelazione? A chi sarebbe stato manifestato il braccio del Signore? È cresciuto come un virgulto davanti a lui e come una radice in terra arida. Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per provare in lui diletto", brano ricordato nel Vangelo di Giovanni 12,38.
Il braccio del Signore è la Sua potenza, in particolare la sua "mano" "iad"
che opera la creazione e crea l'uomo e il dito di quella mano ha scritto il Decalogo sulla pietra.
La potenza di Dio che crea questo mondo, la Sua mano è il Verbo, la "Parola" di Dio per cui "
tutto è stato fatto per mezzo di lui" (Giovanni 1,3) "Parola di Dio", infatti, è "debar 'Elohim"
(esempio in 1Samuele 9,27) e le lettere suggeriscono "con la mano
creò
il Potente
il mondo
con gli esseri
viventi
".
Si trova, infatti, nella Torah in:
- Esodo 31,18 - "Quando il Signore ebbe finito di parlare con Mosè sul monte Sinai, gli diede le due tavole della Testimonianza, tavole di pietra, scritte dal dito di Dio."
- Deuteronomio 9,10 - "il Signore mi diede le due tavole di pietra, scritte dal dito di Dio, sulle quali stavano tutte le parole che il Signore vi aveva dette sul monte, in mezzo al fuoco, il giorno dell'assemblea."
Come fosse un potentissimo raggio Laser!
La tradizione ebraica ritiene che le Tavole fossero incise da una parte all'altra e si potessero leggere sia davanti sia sul retro: miracolosamente si leggevano allo stesso modo su entrambi i lati e per la lettera "samek"
che presenta un vuoto all'interno la pietra pur se incisa tutt'intorno restava sospesa.
Quella pietra, come vedremo, era preziosissima per valore.
I Vangeli parlano o alludono alla mano e al dito di Dio quando Gesù in:
- Luca 11 20 - dice: "Se invece io scaccio i demoni con il dito di Dio, è dunque giunto a voi il regno di Dio."
- Giovanni 8,6-8 - davanti all'adultera e a chi voleva lapidarla "Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col dito per terra. E siccome insistevano nell'interrogarlo, alzò il capo e disse loro: Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei. E chinatosi di nuovo, scriveva per terra", Lui che per i cristiani è il Verbo di Dio che scrisse il Decalogo, intendeva ricordare in particolare in quel modo il comandamento di "Non uccidere".
Si trova poi nel libro del profeta Isaia 49,15s questo passo con un commento del Creatore, padre e madre dell'uomo, finalità dell'opera della sua mano assieme alla città che gli sta preparando, la Nuova Gerusalemme: "Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se queste donne si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai. Ecco,
ti ho disegnato sulle palme delle mie mani, le tue mura sono sempre davanti a me."
Il Verbo, la Parola di Dio sta guardando al progetto, al modello che ha disegnato, che si trova nella Torah del Cielo, quindi, sulla sua mano, infatti, è scritto "a'l kaffim chqqotik"
.
Il palmo della Sua mano è la faccia interna,
,
della lettera "Kaf"
la 11
a dell'alfabeto e "tatuato"
è fissato
con segni
per cui con quel dire, seguendo i significati grafici delle lettere, è stato tratteggiato il radicale ebraico del verbo usato per dire "scrivere"
,
da cui la parola "katab" per "scrittura" e "ketubah"
per documento scritto come quello d'uso per sancire gli obblighi del marito verso la moglie nei matrimoni ebraici.
Nell'Antico Testamento in ebraico oltre che in Esodo 32,16 "scrittura" su trova nel versetto Ester 8,9
e in Daniele 5,15
,
mentre in Daniele 1,4 e 1,17 è usato il radicale
impiegato in genere anche per citare un documento scritto.
Il termine "Sacre Scritture" si trova citata due volte nelle lettere di San Paolo quando scrive:
- Romani 1,1-2 - "Paolo, servo di Cristo Gesù, apostolo per vocazione, prescelto per annunziare il vangelo di Dio, che egli aveva promesso per mezzo dei suoi profeti nelle sacre Scritture..."
- 2Timoteo 3,15-16 - "...fin dall'infanzia conosci le sacre Scritture: queste possono istruirti per la salvezza, che si ottiene per mezzo della fede in Cristo Gesù. Tutta la Scrittura. Infatti. è ispirata da Dio e utile per insegnare, convincere, correggere e formare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona."
Le Sacre Scritture, in cui c'è il Santo Spirito, insegna il rabbino Abraham Abulana (del XIII secolo vissuto in Spagna), in "Sefer sirte Torah" sono opera del Creatore che usò le: "
Ventidue Lettere della Fondazione - Le incise, le intagliò, le permutò, le pesò e le trasformò. Con esse dipinse tutto ciò che è formato e tutto ciò che formerà."
Ecco come va trattata ogni lettera:
- Incidere è guardarla e tenerne l'immagine nella mente senza che svanisca.
- Intagliare è immaginarla anche da sola nello scritto.
- Permutare cioè unirla, se occorre, a vicine nello scritto per formare parole.
- Pesare le lettere ebraiche è usare la gimatria.
- Trasformare le lettere presso i qabalisti vi sono varie regole, ma è sostituirla con un un'altra e ci sono molti codici, ma è variare il testo.
Di fatto quanto sopra tranne "Trasformare" pare descrivere come procedo col mio metodo di regole di decriptazione per ottenere pagine di 2° livello sull'epopea del Messia in "
Parlano le lettere" con i significati grafici riportati sulle schede che s'ottengono cliccando sui simboli delle singole lettere sulla colonna, guardando a destra, delle pagine di questo mio Sito e in "
Le 22 sacre lettere - appunti di un qabalista cristiano".
In effetti, il pesare con la gimatria non serve per avere pagine di 2° livello, ma per avere nuove idee, invece per "pesare" intendo il valutare il significato da dare alla singola lettera nella rosa ristretta dei suoi significati ideografici nel contesto del versetto.
Nel XIII secolo a.C. l'alfabeto fenicio, cananeo, ebraico, non erano ancora nati e secondo la "Torah", Esodo. 24,4a "
Mosè scrisse tutte le parole del Signore".
(Vedi: "
Alfabeto ebraico, trono di zaffiro del Messia")
Mosè scrisse tutte le "parole"
udite e le "scrisse"
,
cioè "portò
a esistere
in un piano - liscio
i segni
dentro
",
evidentemente con i segni del codice delle due tavole del Decalogo dategli da Dio.
È da pensare, infatti, che quel codice sia stato anche oggetto dell'istruzione ricevuta in quella lunga teofania.
Nella tradizione le "shefirot" dal radicale
sono immaginate come ampolle riempite d'energia divina, infatti, dividendo quel radicale si ha "coppe
per la mente
".
Tra le parafrasi possibili di "shefirot"
o
c'è anche: "girando
la parola
alla mente
portano
indicazione
"
e seguendo questo pensiero, girando la parola "shefirot"
,
si ottiene
che si spezza in Torah
(in quanto nello spazio tra una lettera e l'altra può sempre pensarsi una
segno di spazio aperto), e
,
perciò "la Torah
parla
dal rotolo
".
Nell'altro modo di scrivere "shefirot"
si trova la parola che in ebraico è usata per "zaffiro"
e che si trova proprio in Esodo 24,10 e poi in 28,18 e 39,11 che contiene le lettere di quel radicale
più la lettera
di IHWH.
Nelle teofanie Dio è, infatti, su pavimenti o trono di zaffiro.
È ora chiaro che lo zaffiro sta a rappresentare la Sacra Scrittura che viene dal cielo come dal cielo paiono venire le lettere che la costituiscono:
- Esodo 24,10 - "Videro il Dio d'Israele: sotto i suoi piedi vi era come un pavimento di zaffiro, simile in purezza al cielo stesso."
- Ezechiele 1,26 - "Sopra il firmamento che era sulle loro teste apparve come una pietra di zaffiro in forma di trono e su questa specie di trono, in alto, una figura dalle sembianze umane", nella visione del carro di fuoco di Ezechiele.
La nuova Gerusalemme è fondata sugli zaffiri:
- Isaia 54,11 - "Afflitta, percossa dal turbine, sconsolata, ecco io pongo sulla malachite le tue pietre e sugli zaffiri le tue fondamenta".
- Apocalisse 21,19 - "Le fondamenta delle mura della città sono adorne di ogni specie di pietre preziose... di zaffiro...".
Credevano gli antichi che il cielo, appunto, fosse una gigantesca pietra di zaffiro immacolato del blu più puro in cui è incastonata la terra.
Quando Mosè e gli anziani come racconta Esodo 24 salirono sul Sinai videro, infatti, Dio su un ripiano di zaffiro e le due Tavole erano fatte di quella pietra.
Blu o azzurro detto "teklet"
che allude alla perfezione di Salmo 119,96 "teklah"
,
originariamente era un filo che usciva dalle frange o "tzitzit", degli scialli da preghiera ebraici detti "tallit", che s'indossano per ricordare il rispetto dei comandamenti di Numeri 15,38s e il legame col cielo.
Per tale motivo il colore azzurro è stato scelto dallo stato d'Israele per le due strisce e per la stella di David su sfondo bianco della bandiera.