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ATTESA DEL MESSIA...

 
L'ELEZIONE DI DIO PASSA PER LA MADRE

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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LA PRECOGNIZIONE DELLE MAMME »
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UNA RAGAZZATA RIVELATRICE »
LA MOGLIE PRENDE LE REDINI »
GIACOBBE VIENE BENEDETTO »
LA BENEDIZIONE DI ESAÙ »

REBECCA EVITA L'IRREPARABILE
Siamo alla fine del capitolo Genesi 27 con gli ultimi 6 versetti che aprono tutta la serie dei successivi avvenimenti.
Da questo momento l'odio di Esaù per il fratello raggiunge il massimo; infatti, "Esaù perseguitò Giacobbe per la benedizione che suo padre gli aveva dato. Pensò Esaù: Si avvicinano i giorni del lutto per mio padre; allora ucciderò mio fratello Giacobbe." (41)

Il versetto inizia con "Esaù perseguitò Giacobbe..." e il verbo usato nel testo ebraico è col significato di "serbare rancore, odiare, osteggiare, attaccare, aggredire" insomma si "accese il cuore vivacemente " e i testi ebraici nel caso specifico propongono il significato di odiare.
Pensano a un odio perenne, l'eterna rivalità tra i due, in quanto, Esaù pensò di uccidere il fratello dopo che fosse morto il padre, proposito che i discendenti avrebbero cercato di realizzare in ogni tempo.

Quel verbo con quelle lettere va chiarito.
Vi si trova il radicale che riguarda, l'allontanarsi, il deviare, il traviarsi, l'essere infedele, Esaù deviò dal fratello, si allontanò definitivamente, le loro vite furono divise, questa è la pura verità, ma da qui a dire che l'odiò fino a volerlo morto ce ne passa; è vero, Esaù a caldo lo pensò, come dice il versetto 41, ma Dio lo lavorò come capiremo più avanti.

Quelle lettere poi si trovano per il nome di una località "shittim" ultimo accampamento di Israele dopo l'esodo, prima di entrare nella terra promessa ove Israele peccò con le donne di Moab e il sito è ricordato in Numeri 25,1; 33,49, in Giosuè 2,1 e Michea 6,5, valle che sarà irrigata dalle acque che sgorgheranno dal tempio nella visione di Gioele 3,18.

Le donne straniere furono il motivo vero della divisione tra fratelli, deviarono lo spirito ebraico di Esaù e lo annacquarono nei suoi discendenti; insomma "Satan" , e le lettere hanno alla base lo stesso radicale , ci aveva messo lo zampino.

In modo o nell'altro, che il testo non spiega, "...furono riferite a Rebecca le parole di Esaù, suo figlio maggiore..." (42a) e per la sua particolare ispirazione di madre su suggerimento divino lei fu a conoscere queste intenzioni fratricide "...ed ella mandò a chiamare il figlio minore Giacobbe..." che, di certo, s'era nascosto per paura "...gli disse: Esaù, tuo fratello, vuole vendicarsi di te e ucciderti. Ebbene, figlio mio, dammi retta: su, fuggi a Carran da mio fratello Labano. Rimarrai con lui qualche tempo, finché l'ira di tuo fratello si sarà placata. Quando la collera di tuo fratello contro di te si sarà placata e si sarà dimenticato di quello che gli hai fatto, allora io manderò a prenderti di là. Perché dovrei venir privata di voi due in un solo giorno?" (42b-45)

La madre fu veramente una profetessa, quello che disse si avverò.

Giacobbe, come vedremo, partirà per Padd Aram, e rimarrà fuori per circa 20 anni per cui la madre non lo rivedrà, perché morrà prima e fu sepolta nella grotta di Macpela (Genesi 49,31).

Il Talmud Babilonese - Sotà 13°, scritto dopo la distruzione da parte dei Romani del Tempio, che come tra poco vedremo, furono ritenuti eredi di Edom, sostiene che Giacobbe e Esaù furono seppelliti nello stesso giorno nella grotta di Macpela in quanto "Chushim" (detto Usim in C.E.I. 2008 in Genesi 46,23) figlio di Dan, avrebbe tagliato la testa a Esaù quando stavano per seppellire Giacobbe, in quanto si opponeva a farlo seppellire lì e... Giacobbe, ormai li steso morto, avrebbe aperto gli occhi e sorriso, il che fa capire come agli ebrei erano ormai pervicaci nel loro odio per Edom.
Come può essere nata questa idea?

Dan ebbe due porzioni di territorio in Israele e conquistò con la spada una parte a nord verso la Fenicia, presso la testa del territorio di Edom, dice, infatti, Giosuè 19,46-48, "Ma il territorio dei figli di Dan si estese più lontano, perché i figli di Dan andarono a combattere contro Lesem; la presero e la passarono a fil di spada, ne presero possesso, vi si stabilirono e la chiamarono Dan, dal nome di Dan loro capostipite. Questa fu l'eredità della tribù dei figli di Dan, secondo i loro casati: queste città e i loro villaggi." ed ecco, il figlio di Dan "Chushim" combatté e passò a fil di spada chi abitava a nord; del resto le lettere di quel nome dicono che nella "tomba pose ".
(Vedi: "La tribù perduta di Dan")

Torniamo alla storia dei due fratelli, la stessa madre, quindi, seppe come parlare al marito per convincerlo sull'opportunità che Giacobbe partisse e "Rebecca disse a Isacco: Ho disgusto della mia vita a causa delle donne ittite: se Giacobbe prende moglie tra le Ittite come queste, tra le ragazze della regione, a che mi giova la vita?" (46)

Rebecca è la progenitrice del popolo ebraico attraverso il figlio Giacobbe, da Dio stesso, poi, chiamato Israele.

Il Talmud, attraverso Esaù, la propone anche progenitrice del popolo romano; i due figli che si urtano e combattono nel suo grembo, prefigurano la futura inimicizia che dividerà i due popoli Israele e Edom e poi, appunto, con i romani.

Com'è nata questa idea nel Talmud?
Ricordiamo che il Talmud fu scritto per evitare la perdita di tradizioni dopo la diaspora del popolo ebraico a seguito delle guerre giudaiche in cui Roma distrusse Gerusalemme e il Tempio.

Tutto nascerebbe dalla profezia in Genesi 27,39 per cui Esaù avrebbe avuto secondo il testo masoretico "...parti migliori della terra sarà la tua sede e dalla rugiada del cielo dall'alto".

Esaù, Edom il "Rosso", ha come discendenti gli Idumei che la tradizione ebraica identifica come un popolo che si stanziò anche nella Sicilia della Magna Grecia.
Il Rashi, riprendendo tale antica tradizione, propone che con quella benedizione a Esaù s'aprirono, appunto, le porte di tale isola, detta anticamente "'i-taliah". All'interno del suo nome, infatti, c'è il biletterale "tal" di rugiada, la "'i-taliah shel Iawan", vale a dire "'i" Isola , della rugiada "tal" di IH un'isola di rugiada divina, ossia 'I - TAL - IAH, perciò ITALIA.

Ora ai tempi di Gesù di Nazaret, di Ponzio Pilato e di Erode, in Palestina operava per conservare la "Pax Romana" la gloriosa per Roma X legione, detta "Fretense", celebre dai tempi di Giulio Cesare, formata da siciliani della zona dello stretto o "fretum" di Messina che agitavano i labari rossi di Roma.



Unire il rosso Edom con nemici giurati da parte dei Giudei il passo fu breve.
Nemico giurato divenne, quindi, l'impero Romano, che sventolava sotto il naso dei giudei quei labari rossi e i facinorosi, zeloti e sicari, diventavano come tori nella corrida; del pari la cristianità che prese forza con l'imperatore Costantino fu ritenuta la logica continuazione di quell'impero.
Faccio notare che sul vessillo della "Legio Fretensis" è disegnato un cinghiale.
Per il mito greco gli dei dell'Olimpo nello scontro con Titani fuggirono e si trasformarono in animali; in particolare Ares, il dio della guerra, ebbe a trasformarsi in un cinghiale.

Al riguardo, è da ricordare l'episodio nei Vangeli (Matteo 8,28-34; Marco 5,1-20, Luca 8,26-39) dei maiali in cui si erano rifugiati i demoni che si precipitano e affogano nel lago e si dichiararono "Mi chiamo Legione, gli rispose, perché siamo in molti". (Marco 5,9)

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