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RICERCHE DI VERITÀ...

 
LA LUCE DEL DIO UNICO - UN BAGNO NEL NILO

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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DIO FA USCIRE DALL'EGITTO E SI RIVELA »

DA ATUM A ATON
Fu necessario che prendessi cognizione della cosmogonia egizia, ossia delle loro idee sulla "nascita del cosmo", sull'insieme dei miti e delle credenze d'origine dell'universo che aveva quel popolo ai tempi dell'esodo degli ebrei.
Mentre le religioni rivelate sorte dall'ebraismo attribuiscono tutto ciò che esiste a un Dio Unico, Creatore, ineffabile e non raffigurabile, gli Egizi avevano più miti sulle origini del mondo che prendono il nome dalle città ove essi nacquero, Ermopolis, Eliopolis, Menfi... tra cui la più importante è quella di Eliopolis, detta "eliopolitana".
L'esistenza in vita del popolo egiziano era ed è condizionata dalla produttività agricola delle larghe fasce spondali allagate periodicamente dalle piene del Nilo, quindi erano osservatori attenti della natura e del ritmo delle stagioni per i loro cicli agricoli e avevano la convinzione che un "qualcosa" fosse da sempre esistito e l'individuavano nel caos primigenio pensato come un fiume d'energia sceso dai cieli, esondato dal letto originario in cui scorreva, la Via Lattea, di cui il Nilo era il contraltare terreno.
Il Nilo del resto è il fiume principale dell'Africa e si snoda per circa 6671 km Scriveva Erodoto - V Secolo a.C. in "Storie" (I, 77, 1-2): "Tra gli Egizi, quelli che abitano nella parte seminata dell'Egitto sono di gran lunga i più dotti fra gli uomini con cui ho avuto a che fare, perché coltivano la memoria del passato di tutta l'umanità. Seguono questo regime di vita: si purgano per tre giorni di seguito ogni mese, nella convinzione che tutte le malattie derivino agli uomini dai cibi di cui si nutrono..."

Quel "qualcosa" preesistente a tutto ciò che esiste era il caos, detto il Nun, assunto a divinità primordiale indistinta che incorporava più entità.


Geroglifico del Nun primordiale

Tale geroglifico del Nun dice: è un dio del cielo che tanta... 3 orci ... d'energia ... 3 onde.
La concezione egizia era che accanto a un dio c'è sempre una dea, per cui la controparte femminile di Nun era Nunet, le acque primordiali, che invero non erano acqua, ma energia non meglio definita, rappresentata, appunto, da onde.
In quella cosmologia co-presenti al Nun c'erano poi altre tre coppie di divinità:
  • Keku e KukET, per tenebre;
  • Huh e HuhET, per infinità o illimitatezza;
  • Amon e AmonET per l'invisibilità.
Questo Caos primigenio, sotto l'azione di una "forza" detta Maat iniziò a sistemarsi e a formare l'universo ordinato con l'esistenza della vita sulla terra, quindi, all'ordine della natura seguì quello della società, sia in questo mondo, sia nel cielo.


La dea Maat

Tale forza fu divinizzata nella "idea" Maat, dea d'armonia, giustizia e verità, raffigurata con una piuma di struzzo sulla testa, con ali fuse alle braccia, nella destra ha un lungo scettro, simbolo di potere, e nella sinistra l'"ankh" , detto "chiave della vita", simbolo di "vita, vivente", di vita eterna.
Questo segno si trova in mano a varie divinità, in particolare ad Aton, indicato nelle tombe quale segno di speranza e di risurrezione e d'immortalità, donato al faraone o ad alti dignitari defunti.


Aton dona l'"ankh" della vita


Aton dona l'"ankh" della vita (particolare)

L'"ankh" si trova nel nome del faraone Tut-"ankh"-Aton che sotto la spinta dei sacerdoti dovette cambiare il nome in Tut-"ankh"-Amon, ossia immagine = tut, vivente = "ankh" di Aton e poi di Amon.
Tra i Copti, eredi della lingua egizia antica come gli italiani del latino, quelli divenuti cristiani adottarono l'"ankh" chiamandolo "croce ansata" e ne fecero il simbolo cristiano della vita eterna donata all'uomo dal sacrificio di Cristo.
La piuma di Maat era usata per provare la purezza dell'anima del defunto il cui cuore, posto su una bilancia se pesava più della piuma restava negli Inferi.
L'ordine espresso da Maat s'opponeva al dio Apopi, idea del caos, della menzogna e della violenza, un grande serpente, incarnazione della tenebra, del male e del caos in continuo conflitto ancestrale tra bene e male.
Il pensiero è che il tutto tende a tornare al caos primigenio se non ci fosse Maat, questa forza ordinatrice che pazientemente determinata, mantiene e ordina al meglio tutto il creato.
L'uomo, quindi, è chiamato a operare secondo Maat altrimenti contribuisce a far ritornare l'esistente all'indifferenziato e caotico.


Geroglifico di Maat


Geroglifico di Apopi

A monte degli dei del panteon della creazione erano pre-esistenti le idee primordiali che intendono realizzarsi.
Una di queste è Maat, ma c'è ne sono anche altre, come Toth, la sapienza, inventore dei geroglifici e della scrittura e Ptah, che pronunciò il nome di Atum nella cosmologia di Menfi e questi sorse e fu poi il sole = Ra con tutte le sue mutazioni tra cui la stessa Maat fu ritenuta emanazione di Ra.

Al caos, insomma, fu sostituita una creazione ordinata che iniziò con l'apparire di una collina primordiale nel mare d'energia Nun, quella che sarà la pietra angolare della creazione.
Da questa collina secondo la teoria Eliopolitana si auto-generò quel dio Atum ITM che significa "completare, finire, portare a termine", incarnato nel sole al tramonto, aspetto serale di Ra che è il sole al massimo splendore, da cui viene quella "forza" detta Maat.

Sotto una rappresentazione di Atum in "Testi dei sarcofagi" si trova questo "suo" commento: "Io sono Atum, il creatore dei primi dei. Io sono Colui che diede alla luce Shu. Io sono il grande Lui-Lei. Io sono Colui Che fece ciò che Mi parve buono. Io presi posto nello spazio del Mio volere: Mio è lo spazio di coloro che si muovono."


Geroglifico di Atum

Quella egizia era, quindi, una religione "solare" ove il soggetto visibile ritenuto emanatore di Maat era, appunto, "il sole", chiamato:
  • Khepri al mattino, rappresentato da uno scarabeo stercorario dal termine egizio "hpr", che significa "cominciare a esistere", incarnava la quotidiana rinascita del sole simbolo di resurrezione in quanto si rigenerava come lo scarabeo dalla palla di sterco che fa rotolare davanti e che veniva collegata al disco solare che "rinasce" dopo la notte;
    (Vedi: lo scarabeo sterocario segue la via lattea)
  • Ra quando era splendente nel suo corso;
  • Atum, al tramonto, pronto a immergersi per il combattimento notturno contro Apopi e a risorgere vincitore il giorno dopo.
Al dio Atum dall'epoca della XVIII dinastia fu associato il dio Api, già anima respiro o figlio di Ptah associato quindi a Osiride rappresentato da un toro, quello che sarà la negazione del monoteismo di Akhenaton, come vedremo, per cui per i sacerdoti di Ammon Ra l'anima del dio Osiride dimorava nella figura bovina e nella Bibbia diverrà l'aberrazione del vitello d'oro adorato in luogo di IHWH.


HP Geroglifico


immagine del dio Api

In Egitto, sin dal periodo arcaico (2925-2700 a.C.), fin dalla II dinastia è esistito il culto del toro Api e di Hathor, la dea egizia primigenia, la madre terra-vacca con grandi corna bovine che contengono il disco solare o lunare.
Il loro culto, infatti, ha preceduto quello di Osiride, il padre celeste, del quale diventa sorella-compagna Iside, in cui Hator si trasforma.

Api era il toro, tra i migliori selezionati nella valle del Nilo allevato a vita in un santuario a Saqqara con tutti gli onori dovuti a una divinità tanto che alla sua morte veniva imbalsamato, poi i sacerdoti partivano alla ricerca in tutto l'Egitto di un torello, nero con macchie bianche con le caratteristiche ideali; doveva avere tre macchie, una nera a forma di scarabeo sulla lingua, una bianca, quadrata, sulla fronte e una sul dorso a forma di aquila o di falco.
Il geroglifico di Atum è segnato dalla lettera M , una civetta, animale notturno che implica l'idea del tramonto, infatti, pare come uscito indebolito da una grande lotta, per cui dietro di lui doveva pur esservi chi gli ridava vigore ed ecco che ai tempi di Amenofi IV, della XVIII dinastia, s'impose il pensiero di quello che fu chiamato il "dio" Aton.

Evidentemente nacque il pensiero che dietro all'astro del sole, doveva esserci un motore, un ordinatore dell'energia N , un "Creatore" pur se ancora solo adombrante l'Unico da cui tutto ha origine, non solo un dio nel senso che gli egizi davano ai loro dei, ma molto di più.
Qui pare proprio ben inserirsi l'idea ebraica che suggerisce il libro della Genesi, arrivata i Egitto tramite i figli di Giacobbe-Israele, chiamati dal vice faraone Giuseppe ai tempi degli Hyksos, che forse influirono a far sorgere il monoteismo di Akhenaton, suggerendo l'idea di un solo Dio la cui immagine era il sole.
In altro paragrafo riporto con alcuni commenti l'Inno al sole di Akhenaton.


Geroglifico di Aton

Qui sopra ho evidenziato il geroglifico di Aton ove le prime due lettere IT sono come quelle di Atum e poi, però, appare l'energia N in luogo della M . Questo geroglifico, infine, e ciò è da soppesare bene, non ha il determinativo di dio come Atum, ma del segno sole e, aggiungo, in quel mondo tutto di coppie di dei e dee è ben strano che Aton non ha controparte femminile contrariamente alle varie divinità là definite.
Fu interpretato che Aton fosse un dio dei tanti del numeroso pantheon, ma forse per gli ideatori era solo un segno del "Creatore", il che eleva in dignità quel monoteismo e il suo culto come compresero bene i sacerdoti di Ammon - Ra.
Tendeva, infatti, a soppiantare il potere di tutti gli dei e dei sacerdoti, in particolare di Ammon, la cui casta sacerdotale era particolarmente potente.
Ammon-Ra era una delle tante metamorfosi di Ra, nato da una pacificazione tra le caste sacerdotali di Eliopoli e di Menfi dopo il periodo degli Hyksos.


Geroglifico di Ammon-Ra

Ecco che quel faraone Akhenaton nel IV anno del suo regno si costruì una nuova capitale, la "Città del sole".


La chiamò Akhet-Aton "Lo splendore di Aton" con due colline a est tra cui si poteva vedere sorgere il sole, definita, appunto col geroglifico come "la porta della terra", situata a metà strada tra Menfi e Tebe, oggi Luxor, ove ci sono i templi di Karnak, per allontanarsi dal potere dei sacerdoti.
Questi, infatti, lo consideravano e l'additavano come "eretico", perché annullava tutta la cosmogonia egizia lentamente da loro costruita che vivevano sulla credulità della gente.
Fecero così passare Aton come un dio minore rispetto al sole Ra - Ammon per cui ricevevano laute prebende.
ùIl profeta Isaia 19,18-25 pare ricordare quella città quando profetizzava: "In quel giorno ci saranno cinque città nell'Egitto che parleranno la lingua di Canaan e giureranno per il Signore degli eserciti; una di esse si chiamerà Città del sole. In quel giorno ci sarà un altare dedicato al Signore in mezzo al paese d'Egitto e una stele in onore del Signore presso la sua frontiera: sarà un segno e una testimonianza per il Signore degli eserciti nel paese d'Egitto. Quando, di fronte agli avversari, invocheranno il Signore, allora egli manderà loro un salvatore che li difenderà e li libererà. Il Signore si rivelerà agli Egiziani e gli Egiziani riconosceranno in quel giorno il Signore... Essi faranno ritorno al Signore..."

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