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RICERCHE DI VERITÀ...

 
LA LUCE DEL DIO UNICO - UN BAGNO NEL NILO

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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ALCUNI COMMENTI SULL'INNO DEL SOLE
Dell'inno al sole di Akhenaton mi sono interessato in "Storia e mito degli ebrei in Egitto".
Di tale inno sono state trovate 6 versioni simili nelle tombe di dignitari di Akhenaton, ma il testo più completo è quello trovato a Tell el-Amarna nella tomba n. 25 destinata ad Ay, già consigliere di Akhenaton poi faraone, pare per 4 anni, dopo la morte di Tutankhamon.
La tomba non fu usata da Ay e la sua mummia fu trovata in un altro sito.
Quel testo, inciso sulla roccia della parete destra del corridoio d'ingresso della tomba è su 13 colonne che coprono quasi tutta la superficie della parete.
Pur se il testo in sito oggi risulta in alcune parti deteriorato è disponibile una trascrizione completa prodotta negli anni 1883-1884 da Urbain Bouriant, per cui l'inno è stato interamente tradotto come qui riporto.

I - Tu ti ergi glorioso ai bordi del cielo, o vivente Aton! Tu da cui nacque ogni vita. Quando brilli dall'orizzonte a est riempi ogni terra della tua bellezza sei bello, grande, scintillante. Viaggi sopra le terre che hai creato, abbracciandole nei tuoi raggi, tenendole strette per il tuo amato figlio. Anche se sei lontano, i tuoi raggi sono sulla Terra. Anche se riempi gli occhi degli uomini, le tue impronte non si vedono.

II - Quando sprofondi oltre il confine occidentale dei cieli la terra è oscurata come se fosse arrivata la morte; allora gli uomini dormono nelle loro stanze, il capo coperto, incapaci di vedersi tra loro; vengono loro sottratti i tesori da sotto la testa e non lo sanno. Ogni leone esce dalla sua tana, tutti i serpenti emergono e mordono. Il buio è totale e la terra silente: Colui che li ha creati riposa nell'orizzonte.

III - La terra s'illumina quando sorgi con il tuo disco scintillante di giorno. Davanti ai tuoi raggi l'oscurità è messa in fuga il popolo delle Due Terre celebra il giorno, tu lo svegli e lo metti in piedi, loro si lavano e si vestono, sollevano le braccia lodano il tuo apparire, poi su tutta la terra cominciano il proprio lavoro.

IV - Le bestie brucano tranquille, gli alberi e le piante verdeggiano, gli uccelli lasciano i nidi, aprono le ali lodandoti. Tutti gli animali saltellano sulle zampe tutti gli essere alati volano e si posano di nuovo tornano alla vita quando sorgi.

V - Le navi salpano su e giù per il fiume. Alla tua venuta si aprono tutte le strade. Di fronte al tuo volto i pesci saltano nel fiume. I tuoi raggi raggiungono l'oceano verde. Tu sei colui che mette il seme maschile nella donna, tu sei colui che crea il seme nell'uomo, tu sei colui che risveglia il figlio nel ventre della madre e l'accarezzi perché non pianga. Anche nell'utero sei la sua balia. Tu dai respiro a tutta la tua creazione, apri la bocca del neonato, e gli dai nutrimento.

VI - Quando il pulcino cinguetta nell'uovo gli dai il respiro perché possa vivere. Tu porti il suo corpo a maturazione in modo che possa rompere il guscio. E così quando lo rompe corre sulle sue zampette, annunciando la sua creazione.

VII - Quante sono le tue opere! Esse sono misteriose agli occhi degli uomini. O unico, incomparabile dio onnipotente, tu hai creato la terra in solitudine come desidera il tuo cuore, gli uomini tu hai creato, e le bestie grandi e piccole, tutto ciò che è sulla terra, e tutto ciò che cammina, tutto ciò che fende l'aria suprema, tu hai creato strani paesi, Khor e Kush e anche la terra d'Egitto, tu metti ogni uomo al posto giusto con cibo e possedimenti e giorni che sono contati. Gli uomini parlano molte lingue, sono diversi nel corpo e nella pelle, perché tu hai distinto popolo da popolo.

VIII - Negli Inferi tu fai sì che il Nilo straripi, conducendolo a tuo piacimento a portare vita agli egizi. Anche se tu sei signore di tutti loro, signore delle loro terre, ti affatichi per loro, brilli per loro, di giorno sei il disco solare, grande nella tua maestà, anche alle terre lontane hai portato la vita, stabilendo per loro un'inondazione del Nilo nei cieli, che cade come le onde del mare bagnando i campi su cui abitano. Quanto eccelse sono le tue vie, o Signore dell'eternità! Hai stabilito un Nilo nei cieli per i forestieri. Per il bestiame che cammina ogni terra, ma per l'Egitto il Nilo sgorga dall'aldilà. I tuoi raggi nutrono campi e giardini. È per te che vivono.

IX - Tu fai le stagioni per il bene delle tue creature, l'inverno per rinfrescarle, l'estate perché possano gustare il tuo calore. Hai creato cieli lontani in cui tu possa risplendere. Il tuo disco nella tua solitudine veglia su tutto ciò che tu hai fatto apparendo nella sua gloria e brillando vicino e lontano. Dalla tua unicità dai corpo a milioni di forme città e villaggi, campi, strade e il fiume. Tutti gli occhi ti osservano, lucente disco del sole.

X - Non c'è nessuno altro che ti conosca tranne Akhenaton, tuo figlio. Gli hai dato comprensione dei tuoi intenti. Lui capisce il tuo potere. Tutte le creature del mondo sono nelle tue mani, proprio come tu le hai fatte. Con il tuo sorgere, esse vivono. Con il tuo tramonto, esse muoiono. Tu stesso sei la durata della vita. Gli uomini vivono attraverso di te. I loro occhi sono ricolmi di bellezza fino all'ora del tuo tramonto. Ogni fatica viene messa da parte quando tu sprofondi a ovest.

XI - Tu hai stabilito il mondo per tuo figlio, lui che è nato dal tuo corpo, Re dell'Alto Egitto e del Basso Egitto, che vive nella verità, Signore delle Due Terre, Neferkhepure, Wanre il Figlio di Re, che vive nella verità, Signore dei Diademi, Akhenaton grande nella lunghezza dei suoi giorni. E per la Nobile Moglie del Re lei che lui ama, per la Signora delle Due Terre, Nefernefruate-Nefertiti, possa lei vivere e fiorire per l'eternità.

Ho evidenziato in grassetto alcuni passi che intendono definire l'identità di quella divinità e li metto in parallelo a quanto nella Bibbia:

  • "...vivente Aton...", il "Dio Vivente" è attributo dato a IHWH per 7 volte nell'Antico Testamento - Giosuè 3,10, 2Re 19,4.16; Isaia 37,4.17; Daniele 6,27 e 14,25 - e 2 volte nel Nuovo Testamento in Matteo 26,63 e Ebrei 9,14.
  • "Quante sono le tue opere!" ricorda Salmi 66,3; 86,8; 92,6; 104,24 e 139,14.
  • "O unico, incomparabile dio onnipotente..." per quanto riguarda "Dio Unico" è da ricordare Deuteronomio 6,4 "Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo", poi Daniele 3,45 e Malachia 2,10 e nel Nuovo Testamento Giovanni 10,3, 1Timoteo1,17 e 6,15 nonché Giuda 25, mentre "Dio Onnipotente" si trova 10 volte nell'Antico Testamento e 5 nel Nuovo Testamento.
Dice poi Akhenaton nel suo "Inno al sole":
  • "Non c'è nessuno altro che ti conosca tranne Akhenaton, tuo figlio..." che ricorda parole di Gesù nel Vangelo di Matteo 11,27: "Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare".
  • "Tu hai stabilito il mondo per tuo figlio" come scrive San Paolo in Colossesi 1,16c: "Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui."
  • ha vari paralleli col Salmo 104,24-28: "Quanto sono grandi, Signore le tue opere. Tutto hai fatto con saggezza, la terra è piena delle tue creature. Ecco il mare spazioso e vasto: li guizzano senza numero animali piccoli e grandi. Lo solcano le navi, il Leviatan che hai plasmato perché in esso si diverta. Tutti da te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno. Tu lo provvedi, essi lo raccolgono, Tu apri la mano, si saziano di beni."
In altro paragrafo ho citato l'VIII parte di questo Inno per sottolineare il pensiero di due fiumi Nilo, uno in cielo e uno in terra; ora al riguardo preciso quanto segue.
Nella C.E.I. 2008, traduzione in Italiano della Bibbia, la parola "Nilo" si trova 42 volte "Nilo" di cui 28 volte nella "Torah" e 14 negli altri libri dell'Antico Testamento.

Nella "Torah", le citazioni di parola "Nilo" sono 6 in Genesi 41,1-25, tutte nel racconto dei sogni del Faraone a Giuseppe, e 22 volte nel libro dell'Esodo.
In ebraico per quel Nilo si trova "ye'or", scritto come o che con l'articolo è e ha pure finale in in Esodo 1,22 .
Può voler dire "fiume" in generale, ma è usato quasi esclusivamente per Nilo e in Isaia 33,21 si trova al plurale e allude ai canali del Nilo.
Il Nilo, quindi, è "ha-'or" ma le lettere sono quelle di "luce" in Genesi 1,3", quindi stante alle lettere il Nilo "è luce ", infatti, le sue acque sono splendenti sotto i raggi del sole e riflettono la sua luce.
Di solito fiume, invece, è "nahar" da quel radicale che vuol dire "scorrere" "l'energia dei monti " ma anche "splendere", "in quanto, come per il Nilo si vede luccicare il sole sulle acque, da cui anche luce del giorno, "neharah" ln Giobbe 3,4.

Del resto il "grande fiume" "Perat nahar gadol" in Deuteronomio 1,7 è il fiume Eufrate come pure in Genesi 15,18: "In quel giorno il Signore concluse quest'alleanza con Abram: Alla tua discendenza io do questa terra, dal fiume d'Egitto al grande fiume, il fiume Eufrate".
Qui si trova il "nahar Mitsarim", per "fiume d'Egitto" che per il Targum Yonatan alluderebbe al Nilo, ritenuta però opinione minoritaria, in quanto, non sarebbe il Nilo visto che secondo il testo è da ritenere come confine, quindi, tenuto conto di Giosuè 13,3 e 1Cronache 13,5 sarebbe il canale Sicor, "Shichor" identificato con l'attuale "Wadi Al Arish" proprio al confine tra Egitto e Israele, circa 145 Km a est del canale di Suez.
Quando in Genesi 1,3 "Dio disse: Sia la luce! E la luce fu", quelle lettere ebraiche di quanto in grassetto lette da un Egiziano antico tra l'VIII secolo a.C. e il III secolo d.C. che conoscesse anche la lingua ebraica e i suoi segni avrebbe ben potuto leggere "Sia il Nilo! E il Nilo fu."

Del resto anche il Salmo 65,9-14 pare avere reminiscenze di quell'Inno al sole, infatti, ne ricorda il "segno" del suo percorso da "oriente a occidente", come pure sottolinea la presenza de "il fiume di Dio" che in tal caso chiama "poeloeg" ove "la Parola del Potente guizza " e recita: "Gli abitanti degli estremi confini sono presi da timore davanti ai tuoi segni: tu fai gridare di gioia le soglie dell'oriente e dell'occidente. Tu visiti la terra e la disseti, la ricolmi di ricchezze. Il fiume di Dio è gonfio di acque; tu prepari il frumento per gli uomini. Così prepari la terra: ne irrighi i solchi, ne spiani le zolle, la bagni con le piogge e benedici i suoi germogli. Coroni l'anno con i tuoi benefici, i tuoi solchi stillano abbondanza. Stillano i pascoli del deserto e le colline si cingono di esultanza. I prati si coprono di greggi, le valli si ammantano di messi: gridano e cantano di gioia!"

Guardiamo, infine, al geroglifico di Aton, ITN , i segni dicono:

I, indica un fiore di loto "esisto, sono";
T, una pagnotta di pane;
N, un'onda, energia.

Sono il pane a inviare .

È spontaneo confrontare tale pensiero con quanto dice Gesù in Giovanni 6,32-35 "...non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti, il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo... Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!"

All'entrata trionfale a Gerusalemme "Gesù, trovato un asinello, vi montò sopra, come sta scritto: Non temere, figlia di Sion! Ecco, il tuo re viene, seduto su un puledro d'asina." (Giovanni 12,14-15) e asina in ebraico è "'aton" e pare alludere proprio a ATON, è Lui Gesù che lo comandava e lo cavalcava e profetizza il Suo ritorno, "Viene () portandosi dagli angeli - con angeli "!

Termino il presente lavoro con le sapienti considerazioni di Sant'Efrem, diacono del IV secolo della Chiesa d'Oriente tratto dai "Commenti sul Diatessaron" che in particolare m'invita a continuare la ricerca nelle Sacre Scritture che presenteranno cose sempre nuove, perché provenienti da una fonte inesauribile, infatti: "Chi è capace di comprendere, Signore, tutta la ricchezza di una sola delle tue parole? È molto più ciò che ci sfugge di quanto riusciamo a comprendere. Siamo proprio come gli assetati che bevono a una fonte. La tua parola offre molti aspetti diversi, come numerose sono le prospettive di coloro che la studiano. Il Signore ha colorato la sua parola di bellezze svariate, perché coloro che la scrutano possano contemplare ciò che preferiscono. Ha nascosto nella sua parola tutti i tesori, perché ciascuno di noi trovi una ricchezza in ciò che contempla. La sua parola è un albero di vita che, da ogni parte, ti porge dei frutti benedetti. Essa è come quella roccia aperta nel deserto, che divenne per ogni uomo, da ogni parte, una bevanda spirituale. Essi mangiarono, dice l'Apostolo, un cibo spirituale e bevvero una bevanda spirituale (1Corinti 10,2). Colui al quale tocca una di queste ricchezze non creda che non vi sia altro nella parola di Dio oltre ciò che egli ha trovato. Si renda conto piuttosto che egli non è stato capace di scoprirvi se non una sola cosa fra molte altre. Dopo essersi arricchito della parola, non creda che questa venga da ciò impoverita. Incapace di esaurirne la ricchezza, renda grazie per l'immensità di essa. Rallegrati perché sei stato saziato, ma non rattristarti per il fatto che la ricchezza della parola ti superi. Chi ha sete è lieto di bere, ma non si rattrista perché non riesce a prosciugare la fonte. È meglio che la fonte soddisfi la tua sete, piuttosto che la sete esaurisca la fonte. Se la tua sete è spenta senza che la fonte sia inaridita, potrai bervi di nuovo ogni volta che ne avrai bisogno. Se invece saziandoti seccassi la sorgente, la tua vittoria sarebbe la tua sciagura. Ringrazia per quanto hai ricevuto e non mormorare per ciò che resta inutilizzato. Quello che hai preso o portato via è cosa tua, ma quello che resta è ancora tua eredità. Ciò che non hai potuto ricevere subito a causa della tua debolezza, ricevilo in altri momenti con la tua perseveranza. Non avere l'impudenza di voler prendere in un sol colpo ciò che non può essere prelevato se non a più riprese, e non allontanarti da ciò che potresti ricevere solo un po' alla volta."

a.contipuorger@gmail.com

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