POPOLO IN DIASPORA
di Alessandro Conti Puorger
UN POPOLO TRA L'EUFRATE E IL NILO
Attorno al 4.000 a.C., nel "mondo conosciuto" chiamato dagli antichi greci "Ecumene",
"",
ossia "dove si abita", due grandi popoli e civiltà cominciavano a sorgere, gli Egizi e i Sumeri.
V secolo a.C. Ecumene secondo Erodoto
Il popolo di cui intendo dire, invece è quello dei discendenti di Abramo, personaggio che secondo la Bibbia è vissuto attorno al 2000 a.C., quando quelle civiltà erano in pieno sviluppo.
Questi, com'è noto, è il padre nella fede delle religioni dette abramitiche: Ebraismo, Cristianesimo, Islamismo.
Abramo era un ebreo e tali sono anche tutti i suoi discendenti che si dividono in due rami principali e tanti rami minori, nati dai figli avuti con:
- Sara, la moglie che era sterile dalla quale per precisa volontà di Dio nacque Isacco, padre di Israele, da cui viene il ramo degli Israeliti;
- Agar, la serva egiziana di Sara, dalla quale nacque Ismaele, quindi, il ramo degli Ismaeliti;
- Ketura, sposata dopo la morte di Sara, quindi in tardissima età dalla quale nacquero i figli cadetti, tra cui Madian (Genesi 25).
Uno tra gli avi di Abramo fu Eber (Genesi 10,24).
Questi nacque dopo il diluvio, fu il 12° nella linea dei primogeniti di Set, figlio della prima coppia dei progenitori, Adamo, e il 4° della linea dei primogeniti di Noè, quindi, fu la terza generazione di Sem, figlio di Noè.
Il nome Eber, in ebraico "E'voer"
,
prepara proprio il nome del popolo, poi detto degli Ebrei, "I'vri"
(Genesi 39,14) o "I'vrim"
(Genesi 40,15), come risulta per la prima volta dal racconto di Giuseppe in Egitto.
Tale nome ha le stesse lettere del radicale del verbo
dal significato vasto di "passare, attraversare, varcare, superare" che implica un andare oltre, fisico o etico, da cui derivano i termini di "margine, bordo, frontiera, sponda" e "
al di là", da cui anche "passo o guado" che è "e'varah"
.
Nasce la domanda: perché
al di là? Come nasce quel nome?
A tale proposito vale ricordare il racconto del "diluvio" (Genesi 6-9) e la tavola dei popoli e delle lingue dei nati dai discendenti di Noè (Genesi 10) che prese terra con l'Arca in Anatolia sul monte Ararat, 5.137 metri, il più alto monte d'Europa, quindi, del mondo allora conosciuto cui segue in Genesi 11 nella piana della regione di
Sinar l'episodio detto della "torre di Babele" e in Genesi 10,10-11, quando parla del mitico sovrano Nimrod, "valente nella caccia", discendente di Cam, quella località l'aveva citata, dicendo: "L'inizio del suo regno fu
Babele, Uruch, Accad e Calne, nel paese di
Sinar. Da quella terra si portò ad Assur e costruì
Ninive, Recobòt-Ir e Calach, e Resen tra Ninive e Calach; quella è la grande città."
Sinar è poi menzionata pure in Giosuè 7,21; Isaia 11,11; Daniele 1,2 e Zaccaria 5,11 ove è usato come sinonimo di Babilonia.
Territorio tra Nilo e Eufrate scenario della Torah - In rosso la zona di Sinar
I geografi greci, invero, chiamarono con il nome di:
- Mesopotamia, paese tra i due fiumi, la parte superiore della pianura, tra l'Eufrate e il Tigri;
- Babilonia la parte inferiore tra i due fiumi fino al mare;
- Assiria la regione dell'alto Tigri fin presso i monti dell'Armenia al nord e della Media all'est;
- Susiana o Elam la regione sud a oriente oltre il Tigri, detta Choaspes ove c'era la citta di Susa ai tempi di Ciro.
La storia dice che quell'area di
Sinar nel 4000. a.C. era sede dei Sumeri, abitanti di "Šumer", egiziano "Sangar", detti "ki-en-gir" da "ki" = terra, "en" = titolo, "gir" = colto, civilizzato, quindi, "luogo dei signori civilizzati", insediatisi nella Mesopotamia a sud, nell'odierno Iraq sud-orientale, zona di Babilonia dal 1500 a.C. in avanti.
I Sumeri con i contemporanei Egizi sono considerati le prime civiltà note sorte attorno al bacino del Mediterraneo, ossia del mondo conosciuto e, come gli Egizi, i Sumeri avevano una scrittura a base di pittogrammi, che portò alla scrittura cuneiforme e poi all'alfabeto ugaritico rinvenuto da tavolette della antica citta Ugarit, sulla costa continentale dell'antica Siria davanti a Cipro.
alfabeto ugaritico
tavoletta ugaritica
La scrittura assira o sumerica è in caratteri cuneiformi a forma di chiodi, di cunei orizzontali e verticali o a ferro di lancia per gli strumenti usati per incidere l'argilla umida a forma di saponetta su cui scrivevano e che poi veniva cotta.
Gli scritti su tavolette d'argilla ritrovati e decifrati degli antichi Assiri che vivevano a nord nel territorio più montuoso e "difficile" rivelano che erano rudi conquistatori e hanno mostrato che in Mesopotamia c'erano due linguaggi, l'assiro di Ninive e il sumero-accadico della Caldea con capitale a Babilonia, gente più pacifica.
La storia vede l'alternarsi del predominio di questi popoli, un popolo sull'altro:
- primo impero caldeo, fino al XIV secolo a.C.;
- primo impero assiro, fino al X secolo a.C.;
- secondo impero assiro, da 1000 anni fino al 625 a.C.;
- secondo impero caldeo, dal 625 al 533 a.C.
Ciò premesso, nel IV libro della Torah o Pentateuco, in Numeri 24,24 si viene a sapere che "Eber" era anche il nome di una regione
al di là del grande fiume Eufrate, nella Bibbia ebraica il "Perat"
e, allora, pare lecito arguire che il personaggio Eber, discendente di Noè, s'insediò proprio in quella zona oltre il fiume Eufrate.
Ivi, infatti, si troverà poi, in Ur, ad abitare la famiglia da cui nacque Abramo, il 6° nella linea dei suoi primogeniti; anzi Eber secondo i dati forniti dal libro della Genesi ai tempi di Abramo era ancora vivente.
Insomma, emigrando dall'Ararat, arrivati i suoi antenati in zona di Sinar, dispersi dal volere divino, Eber era andato aldilà dell'Eufrate per cominciare a uscire da quell'area infuocata e terra d'idolatria.
Del resto la famosa torre fu il segno sottolineato dalla Bibbia dell'anelito dell'umanità di allora che si affacciava alla finestra della "civiltà" di "farsi un Nome", cioè un idolo visibile da adorare, inizio di una deleteria globalizzazione arrogante che, in effetti, intendeva adorare solo se stessa.
Abramo, il cui nome allora era Abram, con la moglie Sara, allora ancora Sarai, viveva assieme al padre Terah e al fratello Nacor nella terra natale, Ur dei Caldei (Genesi 11,28), appunto in Mesopotamia, terra dei due fiumi, sulla sponda occidentale dell'Eufrate presso la confluenza col Tigri.
Vale la pena prendere nota delle lettere ebraiche che definiscono "Ur dei Caldei", "'Ur"
"kaseddim"
ove si notano le lettere
del termine "demonio", poi le lettere
le quali, secondo la vocalizzazione che è data (inserita nei testi della Bibbia solo nei primi secoli dell'era moderna), se come "'or", significano "luce" e se come "'ur", significano "fuoco, pira, rogo", quindi, fornace, poi "kaseddim"
nell'Antico Testamento è termine usato per indicare "indovini e astrologi" e da questi alla magia nera poco ci passa.
Accadrà anche in questo mio articolo di trovare interpretazioni di parole ebraiche con l'uso dei significati grafici delle 22 lettere di quel alfabeto e tale modo di operare apre la comprensione di aspetti non immediati.
Tali lettere, infatti, sono anche icone in grado di trasmettere messaggi.
Al riguardo, si vedano:
Tenendo presente tale peculiarità delle lettere ebraiche, si possono ottenere seconde facce d'interi versetti e capitoli, sempre relative al Messia, finalità nascosta di tutta la Sacra Scrittura giudaica, come si può trovare nei miei numerosi articoli tutti nel mio Sito.
Abramo, quindi, abitava in un luogo d'idolatri, in territori demoniaci come in una fornace ardente e il complesso di quelle lettere
suggeriscono per quel posto era un "rogo
,
un vaso
di fuoco
;
impedito
era
vivervi
".
L'idea di terra infuocata quale posto del demonio per il sito che sarà quello delle città storiche di Ninive e di Babilonia, luoghi di tanti cattivi ricordi tra l'VIII e il VI secolo a.C. per i discendenti di Abramo, appare poi in tutta evidenza nel racconto nel libro di Daniele al capitolo 3 detto dei "tre giovani nella fornace".
Il libro della Genesi al termine del capitolo 11,31-32 precisa: "Poi Terach prese Abram... Lot, figlio di Aran... e Sarai sua nuora... e uscì con loro da Ur dei Caldei per andare nel paese di Canaan. Arrivarono fino a Carran e vi si stabilirono... Terach morì in Carran."
Come Eber, anche Terach. padre di Abramo evidentemente aveva sentito l'impulso, certamente suscitato da Dio, d'emigrare e la meta è indicata in modo preciso, il paese di Canaan, ma con la famiglia si fermò a Carran ove nacque Aran, padre di Lot, ma la chiamata a proseguire in quella emigrazione fu riproposta da Dio ad Abramo in Genesi 12,1 quando: "Il Signore disse ad Abram:
Vattene dalla tua terra, dalla tua parentela e dalla casa di tuo padre,
verso la terra che io ti indicherò"; Abramo allora aveva 75 anni (Genesi 12,4).
Il libro della Genesi nel capitolo 12 poi, come un volo d'uccello, racconta che Dio fece attraversare ad Abramo tutto il vasto territorio che poi gli dirà essere destinato alla sua discendenza tra l'Eufrate e il Nilo, lo portò in Egitto, poi gli fece riattraversare il Nilo per cui ecco che i suoi discendenti assumeranno a pieno titolo il nome di Ebrei, cioè come di coloro che "aldilà" dei fiumi Eufrate e Nilo.
La traversata avanti e indietro fu il segnale di un percorso allusivo e profetico.
Da Ur = "'Ur" =
= fuoco, da cui Abram parte accompagnato da Dio arriverà fino al Nilo =
,
"sarà
illuminato
",
infatti, da lui poi "sarà
la luce
",
verrà il Messia, la vera Luce del mondo.
Al capitolo 15, poi è detto che: "
In quel giorno il Signore concluse quest'alleanza con Abram: Alla tua discendenza io do questa terra,
dal fiume d'Egitto al grande fiume, il fiume Eufrate; la terra dove abitano i Keniti, i Kenizziti, i Kadmoniti, gli Ittiti, i Perizziti, i Refaìm, gli Amorrei, i Cananei, i Gergesei e i Gebusei. " (Genesi 15,18-21)
L'alleanza vera di due che operano in sincerità e verità di fatto è come un matrimonio ove i bisogni di una parte sono anche dell'altra, quindi, una perfetta mutua collaborazione; sono come una persona sola che agisce per lo scopo comune.
Si dice che Abram, allora, volesse solo una discendenza e una terra come Dio che pure voleva un popolo e una terra che costituisse il trampolino di lancio per farsi conoscere dai tutti del mondo; entrambi, allora, erano alleati come in una guerra, per diradare le tenebre del mondo e recare la luce del Dio unico nelle menti e nei cuori per rinnovare profondamente l'umanità chiusa in se stessa, perché guidata dal più raffinato istinto animale, tesa all'affermazione del più forte.
Abramo doveva prepararne l'attesa, anche se per il momento non era ancora ben conscio di ciò che l'attendeva.
Le prime lettere in ebraico della parte di versetto in rosso di Genesi 15,18 sono:
Tali lettere lette con le regole di decriptazione di "
Parlano le lettere" e con i significati grafici delle stesse nelle schede relative che si ottengono cliccando sui loro simboli a destra delle pagine di questo mio Sito, forniscono il seguente pensiero:
"A casa
sarà
a portarsi
dei viventi
del mondo
Lui
.
In un agnello
prescelto
il Signore
verrà
(
)
.
Di un primogenito
dentro
nel corpo
vivrà
da cibo
(
)
per tutti
."
E, in definitiva tutto di seguito si ottiene:
"
A casa sarà a portarsi dei viventi del mondo Lui.
In un agnello prescelto il Signore verrà.
Di un primogenito dentro nel corpo vivrà da cibo per tutti."
I due confini
Come ho riportato in "
La luce del Dio Unico - un bagno nel Nilo", di cui questo articolo in un certo senso è la prosecuzione, in Genesi 15,18 per "fiume d'Egitto" si trova il "nahar Mi
tsarim" e tale dire per Targum Yonatan alluderebbe al Nilo, ma tale opinione è ritenuta minoritaria, in quanto, il Nilo secondo il testo è da ritenere come confine, invece il Nilo fu sempre centrale nel territorio degli Egizi.
Al proposito però è da tener conto di quanto dicono:
- Giosuè 13,3 - sulle terre rimaste da occupare oltre i distretti dei Filistei e tutto il territorio dei Ghesuriti, "dal Sicor, di fronte all'Egitto, fino al territorio di Ekron, a settentrione, zona considerata cananea; i cinque principati dei Filistei - Gaza, Asdod, Àscalon, Gat ed Ekron - e gli Avviti";
- 1Cronache 13,5 - "Davide convocò tutto Israele, da Sicor d'Egitto fino all'ingresso di Camat, per trasportare l'arca di Dio da Kiriat-Iearìm."
Tale corso d'acqua il "nahar Mitsarim" sarebbe allora il canale Sicor, "Shichor" identificato con l'attuale Wadi Al Arish, proprio al confine tra Egitto e Israele, circa 145 Km a est del canale di Suez che ho indicato nella carta sopra riportata con con i confini a oriente e ad occidente del territorio promesso ad Abramo, territorio che comprendeva anche la Fenicia.
Alleanza è "berit"
e quei due fiumi sono i confini, i limiti
per il popolo degli Ebrei o "I'vri"
e quando devieranno dall'alleanza si troveranno in Egitto o a Ninive o a Babilonia.
Egitto
Babilonia
Lette da destra a sinistra di seguito le lettere di questo schema -
- paiono rivelare quale sia il connesso recondito pensiero, insomma dicono cosa avviene allo "sviare
(
)
dall'alleanza
".
Il popolo ebraico quando svia, verbo il cui radicale in ebraico è
"dai confini
si vede
uscire
",
dall'alleanza "berit"
,
va a succedere che si trova in Egitto o a Ninive o in Babilonia; così del resto è storicamente avvenuto.
Tale schema si può poi modificare come in appresso:
Fiume d'Egitto
Eufrate
Leggendo come prima, da destra a sinistra di seguito le lettere di questo ulteriore schema, si ottiene il seguente risultato: "Del Verbo
nel corpo
di un prescelto
Ebreo
vi sarà
l'energia
,
lo partorirà
(
)
la madre
.
Scenderà
nel corpo
a stare
il Vivente
".
Tutta la storia dell'ebraismo è profondamente solcata da questa problematica che ha portato a quel popolo tante sofferenze che hanno avuto l'effetto di potare l'albero nato dal ceppo di Abramo e farne scaturire semi che sono stati seminati in tutto il mondo e hanno portato frutti preziosi per l'umanità.
Da quel ceppo nasce tra il dono delle Sacre Scritture della Tenak, i libri dell'Antico Testamento in ebraico, tutti accolti e inseriti nella Bibbia cristiana che hanno preparato la buona notizia dei Vangeli, di Dio fattosi uomo nell'ebreo, Gesù di Nazaret.
Tutti i figli nella fede di Abramo essendo tutti tesi all'
aldilà, in quanto, desiderano il Regno del Re del Cielo, in ebraico sarebbero spiritualmente compresi nel termine di "ebrei".