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SAN GIUSEPPE...

 
IL VANGELO DELLE LETTERE DI SAN PAOLO

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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SAN PAOLO E "CRISTO"
Saulo nacque nel 5-10 d.C. a Tarso, porto della Cilicia sul Mediterraneo a sud della Turchia davanti l'isola di Cipro da famiglia ebrea della tribù di Beniamino in diaspora in quella provincia ove secondo lo storico Dione Crisostomo del I-II secolo Pompeo e poi Augusto avevano concesso il beneficio imperiale della "civitas" romana di cui avrebbe usufruito anche la famiglia dell'apostolo dedita alla fabbricazione e al commercio di tende; Saulo, infatti, nel corso della sua vita si dichiarò e fu riconosciuto come romano col nome di Paolo.
Fu formato nell'ebraismo a Gerusalemme alla scuola di Gamaliele (Atti 22,3), quindi, fu un ferrato fariseo e parlava il greco, l'ebraico, l'aramaico e il latino.
Elementi personali su Paolo si ricavano essenzialmente dagli Atti degli Apostoli, libro edito attorno al 70 d.C. con il Vangelo da Luca di Antiochia che fu collaboratore di Paolo, da questi definito in Filemone 24 "compagno di lavoro".

Di se stesso Paolo scrive in Galati 1,13-14, "Voi avete certamente sentito parlare della mia condotta di un tempo nel giudaismo: perseguitavo ferocemente la Chiesa di Dio e la devastavo, superando nel giudaismo la maggior parte dei miei coetanei e connazionali, accanito com'ero nel sostenere le tradizioni dei padri."; si era negli anni tra il 33 e il 36 d.C..

Saulo nel libro degli Atti degli Apostoli è ricordato come nemico dei cristiani, in:

  • Atti 7,58 - al momento del martirio del diacono Stefano, era il 33 d.C., "...i testimoni deposero i loro mantelli ai piedi di un giovane, chiamato Saulo";
  • Atti 8,1 - "Saulo approvava la sua (Stefano) uccisione";
  • Atti 8,3 - "Saulo intanto cercava di distruggere la Chiesa: entrava nelle case, prendeva uomini e donne e li faceva mettere in carcere.",
Il libro Atti in 11,19-26 informa della persecuzione alla Chiesa di Cristo seguita all'uccisione di Stefano e come alcuni dispersi convertirono circa nel 37 d.C. molti giudei a Antiochia.
Secondo gli Atti degli Apostoli e le stesse sue lettere Paolo al momento della propria "conversione" ebbe almeno due visioni di Gesù, poi ricevette notizie di Lui nelle conversazioni con altri cristiani, ma non incontrò mai personalmente il Rabbi quando predicava, insomma non lo conobbe direttamente quando era in vita (7 a.C. - 30 d.C.) sebbene fosse stato suo coevo, 5-10 - 64-67 d.C..

La conversione di Paolo al "cristianesimo", che allora era detto "Via", quindi, un "cammino" tracciato nel complesso delle credenze giudaiche per arrivare alla "Santità" proposta da IHWH, avvenne attorno al 36 d.C., e le sue visioni del Signore sono narrate nel libro degli Atti degli Apostoli in 9,1-20 e in 22,1-21 e sono accennate in 2Corinti 12,1-5; si trova, infatti, in Atti 9,1-3: "Saulo, spirando ancora minacce e stragi contro i discepoli del Signore, si presentò al sommo sacerdote e gli chiese lettere per le sinagoghe di Damasco, al fine di essere autorizzato a condurre in catene a Gerusalemme tutti quelli che avesse trovato, uomini e donne, appartenenti a questa Via."

È evidente che la trasmissione della "fede" del resto come oggi poteva avvenire solo con la predicazione e la chiamata alla "Via" e nulla c'era ancora di scritto sul ministero pubblico di Gesù di Nazaret, chiamato "Il Signore" dai suoi seguaci.
Il libro degli Atti, appunto, definisce "Via" il cammino seguito dai cristiani, ossia dai seguaci di quel Gesù, ritenuto dai suoi apostoli e discepoli essere il Cristo, il Messia di IHWH; del resto il Vangelo di Giovanni 14,6 riporta che Gesù stesso disse di sé: "Io sono la via, la verità e la vita."
Questa è la Via della salvezza, la Via del Signore, la Via di Dio, che gli altri ebrei definivano "setta", "la setta dei nazorei" (Atti 24,5), ramo sorto dal ceppo del giudaismo, dal tronco di Iesse.
Altre 8 volte questo libro degli Atti parla di questa Via, precisamente in:
  • Atti 16,17 - Un'indovina, investita da spirito di divinazione, "...si mise a seguire Paolo e noi, gridando: Questi uomini sono servi del Dio altissimo e vi annunciano la via della salvezza."
  • Atti 18,25 - "Questi (Apollo) era stato istruito nella via del Signore e, con animo ispirato, parlava e insegnava con accuratezza ciò che si riferiva a Gesù, sebbene conoscesse soltanto il battesimo di Giovanni."
  • Atti 18,26 - "Egli (Apollo) cominciò a parlare con franchezza nella sinagoga. Priscilla e Aquila lo ascoltarono, poi lo presero con sé e gli esposero con maggiore accuratezza la via di Dio."
  • Atti 19,9 - "Ma, poiché alcuni si ostinavano e si rifiutavano di credere, dicendo male in pubblico di questa Via, (Paolo) si allontanò da loro, separò i discepoli e continuò a discutere ogni giorno nella scuola di Tiranno."
  • Atti 19,23 - "...scoppiò un grande tumulto riguardo a questa Via."
  • Atti 22,4 - "Io (Paolo), perseguitai a morte questa Via, incatenando e mettendo in carcere uomini e donne, come può darmi testimonianza anche il sommo sacerdote e tutto il collegio degli anziani. Da loro avevo anche ricevuto lettere per i fratelli e mi recai a Damasco per condurre prigionieri a Gerusalemme anche quelli che stanno là, perché fossero puniti."
  • Atti 24,14 - Paolo davanti al governatore Felice dice "Questo invece ti dichiaro: io adoro il Dio dei miei padri, seguendo quella Via che chiamano setta, credendo in tutto ciò che è conforme alla Legge e sta scritto nei Profeti..."
  • Atti 24,22 - "Allora Felice, che era assai bene informato su quanto riguardava questa Via, li congedò..."
Il racconto della conversione di San Paolo prosegue, confermato dal parallelo in Atti 22, con "E avvenne che, mentre era in viaggio e stava per avvicinarsi a Damasco, all'improvviso lo avvolse una luce dal cielo e, cadendo a terra, udì una voce che gli diceva: Saulo, Saulo, perché mi perseguiti? Rispose: Chi sei, o Signore? Ed egli: Io sono Gesù, che tu perseguiti! Ma tu alzati ed entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare. Gli uomini che facevano il cammino con lui si erano fermati ammutoliti, sentendo la voce, ma non vedendo nessuno. Saulo allora si alzò da terra ma, aperti gli occhi, non vedeva nulla. Così, guidandolo per mano, lo condussero a Damasco. Per tre giorni rimase cieco e non prese né cibo né bevanda." (Atti 9,3-9)

A Damasco un discepolo nome Anania, devoto osservante della Legge e stimato da tutti i Giudei là residenti, ebbe una visione di Gesù che lo inviò a Saulo: "...gli impose le mani e disse: Saulo, fratello, mi ha mandato a te il Signore, quel Gesù che ti è apparso sulla strada che percorrevi, perché tu riacquisti la vista e sia colmato di Spirito Santo. E subito gli caddero dagli occhi come delle squame e recuperò la vista. Si alzò e venne battezzato, poi prese cibo e le forze gli ritornarono. Rimase alcuni giorni insieme ai discepoli che erano a Damasco, e subito nelle sinagoghe annunciava che Gesù è il Figlio di Dio." (Atti 9,17-20)

San Paolo stesso poi in Atti 22,17-22 con le seguenti parole riferisce di un'altra visione avuta del Signore: "Dopo il mio ritorno a Gerusalemme, mentre pregavo nel tempio, fui rapito in estasi e vidi lui che mi diceva: Affrettati ed esci presto da Gerusalemme, perché non accetteranno la tua testimonianza su di me. E io dissi: Signore, essi sanno che facevo imprigionare e percuotere nelle sinagoghe quelli che credevano in te; e quando si versava il sangue di Stefano, tuo testimone, anche io ero presente e approvavo, e custodivo i vestiti di quelli che lo uccidevano. Ma egli mi disse: Va, perché io ti manderò lontano, alle nazioni."

In effetti, già in Atti 9,15 il Signore apparso a Anania nei riguardi di Paolo aveva detto: "Va perché egli è lo strumento che ho scelto per me, affinché porti il mio nome, alle nazioni, ai re e ai figli d'Israele."

In tal modo è sostenuto che l'avvento di Gesù è atto universale e non solo questione giudaica, quindi era implicito che era da coinvolgere i pagani.

Le lettere di San Paolo sono i più antichi tra gli scritti del Nuovo Testamento.
Tra quelle la prima pare essere stata 1Tessalonicesi che risale al 51-52 d.C..
San Paolo, infatti, predicò a Tessalonica per tre sabati di seguito nella sinagoga secondo Atti 17,1-8 e con Sila formò una comunità di credenti; era il 50-51 d.C., poi scrisse a questi la lettera nell'anno seguente per cui passarono 21-22 anni tra la morte in croce di Cristo nella Pasqua del 30 d.C. e 1Tessalonicesi, il primo testo scritto del Nuovo Testamento che parla di Lui.

In questa lettera 1Tessalonicesi si trova:

24 volte il termine "Signore" di cui 10 riferito esplicitamente a Gesù,16 volte sia il titolo di "Cristo", sia il nome Gesù, 6 volte "Vangelo" di cui una volta di Cristo e 3 volte di Dio e 2 volte "Chiesa";
I seguenti versetti che riguardano la figura storica di Cristo.
  • 1Tessalonicesi 1,9-10 - "...vi siete convertiti dagli idoli a Dio, per servire il Dio vivo e vero e attendere dai cieli il suo Figlio, che egli ha risuscitato dai morti, Gesù, il quale ci libera dall'ira che viene."
  • 1Tessalonicesi 4,9 - "Riguardo all'amore fraterno, non avete bisogno che ve ne scriva; voi stessi, infatti, avete imparato da Dio ad amarvi gli uni gli altri."
  • 1Tessalonicesi 4,13-17 - "Non vogliamo, fratelli, lasciarvi nell'ignoranza a proposito di quelli che sono morti, perché non siate tristi come gli altri che non hanno speranza. Se infatti crediamo che Gesù è morto e risorto, così anche Dio, per mezzo di Gesù, radunerà con lui coloro che sono morti... il Signore stesso, a un ordine, alla voce dell'arcangelo e al suono della tromba di Dio, discenderà dal cielo. E prima risorgeranno i morti in Cristo; quindi noi, che viviamo e che saremo ancora in vita, verremo rapiti insieme con loro nelle nubi, per andare incontro al Signore in alto, e così per sempre saremo con il Signore."
  • 1Tessalonicesi 5,1-5 - "Riguardo poi ai tempi e ai momenti, fratelli, non avete bisogno che ve ne scriva; infatti, sapete bene che il giorno del Signore verrà come un ladro di notte. E quando si dirà: Pace e sicurezza, allora d'improvviso li colpirà la rovina, come le doglie una donna incinta; e nessuno scamperà. Ma voi, fratelli, non siete nelle tenebre, così che quel giorno possa sorprendervi come un ladro: voi tutti infatti siete della luce e figli del giorno; noi non siamo della notte, né delle tenebre."
    (Il giorno del Signore che verrà come un ladro si ritrova in 2Pietro 3,10 e in Matteo 24,43)
  • 1Tessalonicesi 5,23 - "Il Dio della pace vi santifichi interamente, e tutta la vostra persona, spirito, anima e corpo, si conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo."
Dalle suddette citazioni si ricava che il messaggio originario della predicazione di Paolo era basato sull'essenziale: "Gesù è Figlio di Dio".
In definitiva, come si può constatare, il Kerigma di San Paolo come dato per noto ai Tessalonicesi, che si ricava dal contenuto di tale lettera, è il seguente:

«Essere figli della luce consiste nel servire "il Dio vivo" amandosi gli uni gli altri e attendendo con fiducia il ritorno dai cieli del Figlio, Gesù. Il Padre, Dio, ha risuscitato dai morti Gesù. Prova evidente che è stata cancellata "l'ira di Dio"; ossia l'umanità è stata perdonata da peccati e trasgressioni. La vera e unica "Via" di salvezza, quindi, sta nel credere che Gesù, morto e risorto, è il Signore stesso. Ecco che ci sarà il giorno del Signore che verrà come un ladro di notte, quando tornerà discendendo dal cielo e risorgeranno i morti in Cristo.»

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