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SAN GIUSEPPE...
IL VANGELO DELLE LETTERE DI SAN PAOLO
di Alessandro Conti Puorger
parti precedenti:
DALLE SCRITTURE, IL "RISORTO" »
IL "MISTERO" DI CRISTO »
SAN PAOLO E "CRISTO" »
DA TRADIZIONE A "SCRITTURA" »
L'APOSTOLO DELLE GENTI »
CRISTO NELLE LETTERE DI PAOLO »
AVVISAGLIE DI ERESIE »
IL CRISMA PROFETICO
Ora, San Paolo è l'apostolo che incarna anche un particolare cristiano di oggi, e ce ne sono, che pur non essendo vissuti tra il 27 e il 30 d.C., al tempo della missione terrena di Gesù, perciò avendolo veduto solo spiritualmente, riceve attraverso la Chiesa e le Sacre Scritture il dono della fede e sente la chiamata a partire, itinerante, in missione per evangelizzare, cioè portare la buona notizia, ossia il Vangelo di Gesù Cristo dedicando così tutta la propria vita ad annunciare la gioia di Cristo morto e risorto a chi non lo conosce, incurante delle sofferenze che gli vengono per questo motivo.
Del resto Gesù ai discepoli nel Vangelo di Giovanni ha promesso:
- Giovanni 15,11 - "...la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena."
- Giovanni 17,13s - "...perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato loro la tua parola..."
Un'ultima domanda: che sarebbe il cristianesimo senza l'apporto della predicazione di Paolo e i suoi scritti?
Paolo ha un solo strumento: la parola e la Parola è il Cristo per cui separare Gesù da Paolo sarebbe togliere parte della Parola.
Se non ci fosse stato Paolo, Cristo avrebbe scelto un altro perché la Sua parola fosse diffusa tra le genti!
Paolo e i suoi scritti sono parte integrante della rivelazione cristiana ed è la dimostrazione pratica che il vivere con il Gesù storico per gli apostoli della prima ora fu una scuola che in Paolo si era realizzata con la conoscenza delle Scritture. I "dodici", però, furono apostoli a pieno titolo solo dopo la Pentecoste del 30 d.C., quando ricevettero il carisma con la discesa del crisma profetico, ossia l'unzione
dello Spirito Santo che viene dal Cristo, il Messia, il "Meshiach"
.
San Paolo pur senza avere quella scuola ebbe come loro quel dono grazie allo Spirito Santo che lo invase e dimostrò che il Cristo storico non salva se non muore e risorge: "In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto" (Giovanni 12,20) e gli bastò incontrare il Risorto per essere come i dodici.
Lui, il Cristo, lo unse
"la vita
del Risorto
fu a racchiudergli
",
infatti, scrive San Paolo in Galati 2,20: "Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me. Questa vita nella carne, io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me."
È una buona notizia per tutti i cristiani che non hanno conosciuto Gesù nella carne, infatti, la vita di San Paolo è testimonianza che rende credibile che: "...noi non fissiamo lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili, perché le cose visibili sono di un momento, quelle invisibili invece sono eterne. " (2Corinzi 4,18)
Sant'Ireneo (II secolo) nel trattato "Contro le eresie" su "La missione dello Spirito Santo" scrive: «l Signore concedendo ai discepoli il potere di far nascere gli uomini in Dio, diceva loro: "Andate, ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo." (Matteo 28,19) È questo lo Spirito che, per mezzo dei profeti, il Signore promise di effondere negli ultimi tempi sui suoi servi e sulle sue serve, perché ricevessero il dono della profezia. Perciò esso discese anche sul Figlio di Dio, divenuto figlio dell'uomo, abituandosi con lui a dimorare nel genere umano, a riposare tra gli uomini e ad abitare nelle creature di Dio, operando in essi la volontà del Padre e rinnovandoli dall'uomo vecchio alla novità di Cristo. Luca narra che questo Spirito, dopo l'ascensione del Signore, venne sui discepoli nella Pentecoste con la volontà e il potere di introdurre tutte le nazioni alla vita e alla rivelazione del Nuovo Testamento.»
Il fuoco dello Spirito Santo che reca Pentecoste rende gli uomini che investe dei roveti ardenti (Vedi: Esodo 3) che portano per il mondo la voce del Risorto che parla tra le fiamme di un cristiano che vive del fuoco di Lui e ricorda il primo inviato a testimoniarlo, Mosè che liberò dalla schiavitù d'Egitto, il popolo Pasquale.
Lo Spirito Santo che induce ad annunciare il fuoco interiore della fede in Cristo è amore vero e chi lo reca dona la propria vita, il proprio tempo e i resto che ha perché altri abbiano la vita vera.
È vero amore perché è anche per il nemico, in quanto, si rivolge sia a chi lo accoglie, sia a chi perseguita.
a.contipuorger@gmail.com
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