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CREAZIONE FISICA E SPIRITUALE "DIRE" E "PARLARE"
Il testo del Genesi 1 relativo alla prima "creazione" al versetto 3 la fa iniziare in questo modo: "Dio disse
:
Sia la luce! E la luce fu".
Dio creatore, in quel momento chiamato "'Elohim"
,
creò in sei tempi, detti "giorni", tutto ciò che esiste nel mondo fisico, ivi compresa dopo gli animali, per ultima, la prima coppia, l'uomo, Adamo, "'Adam",
,
infatti, poi il testo dice "E Dio creò l'uomo
a sua immagine; a immagine di Dio lo creò: maschio e femmina li creò". (Genesi 1,27)
Dio, quindi, col "dire", e in ebraico col pronunciare
"vei'omer", che si può interpretare "e
fu
a originare
la vita
nel corpo - corpi
",
creò, "bar'a"
"da dentro
il corpo
originò
",
come se, Dio in un parallelo antropomorfico avesse un corpo e la creazione uscisse dalla Sua bocca.
Il testo ebraico di Genesi 1 poi, per otte volte, propone
,
"Dio disse...":
- Genesi 1,3 - "Dio disse: Sia la luce..." 1° giorno;
- Genesi 1,6 - "Dio disse: Sia il firmamento..." 2° giorno;
- Genesi 1,9 - "Dio disse: ...appaia l'asciutto..." 3° giorno;
- Genesi 1,11 - "Dio disse: la terra produca..." 3° giorno;
- Genesi 1,14 - "Dio disse: ci siano fonti di luce..." 4° giorno;
- Genesi 1,20 - "Dio disse: Le acque brulichino..." 5° giorno;
- Genesi 1,24 - "Dio disse: La terra produca esseri viventi..." 6° giorno;
- Genesi 1,26 - "Dio disse: Facciamo l'uomo..." 6° giorno.
Questo radicale
con la lettera
pone in evidenza un iniziare, un originare, il che implica un susseguirsi di altro, un continuare, fino a che si completano i sei giorni della creazione, ma... dopo sei periodi si verifica una sospensione.
Dio, infatti, precisa Genesi 2,1-4, si riposò nel settimo "giorno".
Questo è lo "shabat"
della creazione.
È terminata la creazione fisica!
Occorre ora la collaborazione dell'uomo per portarla a compimento...
Il creato è pronto, la casa dell'uomo è completata; è ora che Adamo vi entri coscientemente e "accenda
dentro
il tutto
"
come fanno le donne ebree in nella loro casa alla entrata dello "shabat".
Tutto quanto fino allora creato da Dio era ed è stato preparato perché il vertice della creazione, la creatura pensata e amata per cui il tutto è stato creato, accettasse volontariamente d'essere portata alla perfezione della stessa santità di Dio per poter godere a pieno della Sua esistenza.
Ora occorreva che Adamo, che non aveva chiesto di nascere, consentisse di aderire al disegno di Dio accettando di far sì che ciò potesse compiersi su di lui ed essere aiutato da Dio a vivere felice in eterno.
Che Dio desidera formare un essere particolare consegue da quel: "Facciamo l'uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza..." (Genesi 1,26)
Le lettere del nome Adamo
dicono anche "l'Unico
l'aiuta
per la vita
",
sottinteso per la vita in pienezza, quella eterna.
Per iniziare a prepararlo Dio mise Adamo in una scuola ove Lui l'avrebbe istruito, il "Gan beEden" o "Paradiso Terrestre" (Genesi 2,8), un giardino, "gan"
,
ove "scorre
l'energia
",
luogo protetto, ma con ogni genere di delizie, "e'doen"
,
ove c'è "dell'Eterno
l'energia
",
perché imparasse, "lo coltivasse e lo custodisse" (Genesi 2,15).
L'uomo però alla prova deviò dal percorso e si pervertì accettando la catechesi del serpente, come accenna il "midrash" di Genesi 3, ossia i progenitori valutarono Dio un nemico della propria libertà, e ancorché creature vollero essere indipendenti dal Creatore, ergendosi a padroni assoluti della propria vita.
Nell'umanità nacque la falsa furbizia, in lui vinsero l'orgoglio con l'idea di primeggiare e la menzogna per cui si spogliò della potenziale veste di figlio di Dio e gli restò solo il ruolo di creatura perdendo la propria dignità.
In definitiva i progenitori preferirono rivestirsi di foglie di fico!
La morte entrò nel mondo col fratricidio di Caino su Abele in Genesi 4, quindi, si arrivò all'evento "diluvio" ove il Creatore propose l'idea di "alleanza".
Dio, infatti, non aveva desistito dal proprio disegno e aveva cercato tra gli uomini degli alleati, Enoch prima del diluvio, poi Noè e finalmente Abramo.
L'uomo era stato creato sulla terra, ma per divenire un essere del cielo, infatti, dice il Salmo 33 al versetto 6: "Dalla parola
del Signore
furono fatti i cieli, dal soffio
della sua bocca
ogni loro schiera
"
e l'intento di Dio era che gli uomini facessero parte delle Sue schiere
"salissero
a casa
dell'Unico
a vivervi
".
Dio, emettendo la propria energia, ha provocato la creazione dell'universo e la vita e quella energia secondo la stessa Sacra Scrittura pare proprio essere stata espressa ed emessa dalla sua bocca, dal Suo Verbo, la Sua Parola, con cui ha creato tutto quanto esiste emettendo il Suo soffio col "dire".
Ora Dio è l'Essere Assoluto che non siamo in grado d'immaginare altro che con categorie e caratteristiche umane, per cui ha provveduto alla creazione facendosi captabile, conferendo il potere alla Sua Parola, il Suo Verbo che il Cristianesimo chiama il "Figlio Unigenito", "Ben"
,
nel senso che in Lui "abita
l'energia
"
propria di Dio che, quindi, è detto, Padre, "'Ab"
,
Padre dell'Unigenito, l'"Abba'"
in modo familiare come si rivolge a Lui Gesù.
Alla creazione, quindi, ha operato quella che il Cattolicesimo definisce la SS. Trinità, Padre
,
Verbo
o Parola
e Spirito Santo
.
Ecco, doveva proseguire la creazione con la parola da parte della "Parola"
,
in modo da forgiare nell'uomo lo spirito nel tempo disponibile della scuola della vita terrena.
Ora, se si cerca quando per le prime volte la Genesi, il primo libro della Bibbia, usa le lettere
di "parola" "dabar", tradotta anche come "ordine, comando o comandamento", si trova:
- la prima volta in Genesi 8,15 dopo il diluvio, quando "Dio ordinò
a Noè: Esci dall'arca..." e questi obbedì; Noè in ebraico è
il "nocchiero", da
"guidare", figura di chi "l'energia
racchiusa
apre
"
o la cui "energia
nelle tombe
entra
",
ossia di chi alla fine guiderà l'umanità redenta;
- la seconda volta in Genesi 11,1 a Babele, "Tutta la terra aveva un'unica lingua e uniche parole
",
l'uomo da solo si era dato un proprio comandamento e i suoi figli crebbero con questo, ma non era parola
di Dio;
- la terza volta in 12,4 ad Abram dopo la chiamata, "Allora Abram partì, come gli aveva ordinato
il Signore..."
Si può dedurre che appena inizia l'opera di redenzione con l'istruzione dell'uomo a figlio appare il verbo
e questa provoca appunto la "istruzione", in ebraico
"Torah" che "a completare
reca
il corpo - popolo
nel mondo
".
L'opera di Dio, informa il testo della Bibbia, non si è esaurita solo col "dire" della creazione fisica, ma comporta un tempo che dura fino alla venuta di Cristo per portare a compimento il piano con l'aiuto dell'uomo; infatti, mentre il mondo Dio lo crea col "dire", ossia col radicale ebraico di
,
al compimento provvede con la "Parola", dal radicale
.
Abbiamo considerato che la creazione da parte di Dio secondo Genesi 1,1-2,4 avvenne in quei "sei giorni", finché creò "'Adam", la prima coppia, poi si riposò.
Per portare a compimento la creazione Dio avrà da attendere da parte dell'uomo il sì, intanto, come dice San Paolo in Romani 8,22 "la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto" e in 2Corinzi 1,19s afferma che il sì è intervenuto con Cristo Gesù: "Il Figlio di Dio, Gesù Cristo... non fu sì e no, ma in lui vi fu il sì. Infatti tutte le promesse di Dio in lui sono sì", Lui è l'alleanza, la "berit"
fatta carne, come il cibo, "barih"
per tutti in quanto "dentro
il corpo
fu
ad entrare
"
e "dentro
col corpo
fu
in croce
".
Del resto cos'è un'alleanza se non la ricerca di un aiuto?
Dio la preannunciò con l'evento del "diluvio".
Tutto ciò non perché Dio ha qualche bisogno, essendo Onnipotente, ma in quanto vuole che l'uomo non fosse un automa, ma libero, quindi, il Creatore doveva pur attendere che questi desiderasse operare secondo la Sua volontà.
Il 7° periodo o "giorno" della creazione, "il Sabato", che tutt'ora è in essere, è quello della festa in cui avviene l'alleanza, il matrimonio tra Dio e l'umanità, tempo in cui si fa vivo l'uomo nuovo, il nuovo Adamo, lo Sposo, che trova "l'aiuto che gli corrisponda" (Genesi 2,18), ossia il Messia che trova la sua Donna, la Chiesa che fa nascere figli di Dio.
Ecco, allora, che il primo uomo che nella Bibbia, nel libro del Genesi al versetto 20,7 è definito da Dio stesso "profeta", è proprio Abram "nostro padre nella fede", che Dio scelse e chiamò e rivolse a lui la sua parola
.
Questi accettò la Sua chiamata e subito dopo il testo di Genesi 12,4 precisa: "Allora Abram partì, come gli aveva ordinato
il Signore", ove quel "aveva ordinato", in effetti, è da intendere "secondo la parola"
del Signore.
Dio aveva scelto un uomo, Abramo, per conferire la sua alleanza contro la globalizzazione del pensiero unico del mondo, quello di Babele.
Sarà questa parola
"un aiuto
dentro
la mente - testa
"
per Abramo e una promessa concreta in un prossimo futuro di "un aiuto
dentro
col corpo
"
con l'incarnazione della Parola in un figlio di Abramo.
Da quel momento inizia la seconda creazione, cui partecipa l'uomo.
In definitiva si può ritenere:
- ,
il dire è "madre
del corpo
";
- ,
il parlare è "aiuto
per il figlio
".
Da quando inizia quel "parlare" della Parola ha inizio la trasmissione della fede "'amunah"
,
sulla terra, ossia è da intendere che "dell'Unico
in un vivente
l'energia
entra
"
e da creatura si diviene figli!
La fede di Abramo si manifesterà in modo pieno e concreto nell'episodio del "sacrificio d'Isacco" (Genesi 22) ove il patriarca legò il figlio Isacco sulla legna del sacrificio, atto profetico di quando Gesù sarà inchiodato sul legno della croce.
Al riguardo il commentatore ebreo Rashi (XI secolo), ossia Rabbi Shlomo Yitzhaqi, osservò: "Come potrebbe un uomo (Abramo) di 137 anni legarne uno di 37 (Isacco), senza il suo consenso?" e il Talmud in Tankhuma' Vayera' 23 suggerisce l'idea che Isacco chiese d'essere legato per evitare che una reazione inconsulta e istintiva rendesse vano il sacrificio.
Un canto ispirato che è cantato nella notte di Pasqua, "Aqueda'", coglie questa situazione con queste parole: "Venite e vedete la fede sulla terra, un padre che sacrifica il suo unico figlio e il figlio carissimo che gli offre la gola!"
"L'angelo del Signore" fermò Abramo, fornì per l'olocausto un ariete con le corna impigliate in un cespuglio, figura di Gesù con la corona di spine, quindi "...chiamò dal cielo Abramo per la seconda volta e disse: Giuro per me stesso, oracolo del Signore: perché tu hai fatto questo e non hai risparmiato tuo figlio, il tuo unigenito, io ti colmerò di benedizioni e renderò molto numerosa la tua discendenza, come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare; la tua discendenza si impadronirà delle città dei nemici. Si diranno benedette nella tua discendenza tutte l nazioni della terra, perché tu hai obbedito alla mia voce." (Genesi 22,15-18)
Invero "perché tu hai obbedito" nel testo in ebraico della Tenak è un "perché hai dato ascolto", ossia "shema't"
da ascoltare
.
Ogni lettera è importante per cui
si può pensare come l'ascoltare Dio:
-
+
+
+
= "accende
un vivente
;
si sente
scelto
";
-
+
+
= "Il Nome
agisce
con una scelta
".
In definitiva ricevere il dono della fede, quindi, implica l'aver ascoltato una "parola" da parte di Dio e questa non può che uscire che dalla Sua bocca, il Verbo che suscita la "fede".
La fede nasce dall'ascolto della Parola di Dio!
In 2Corinzi 4,13s si trova questo pensiero: "Animati tuttavia da quello stesso spirito di fede di cui sta scritto: Ho creduto, perciò ho parlato, anche noi crediamo e perciò parliamo, convinti che colui che ha risuscitato il Signore Gesù, risusciterà anche noi con Gesù e ci porrà accanto a lui insieme con voi" in cui San Paolo cita il versetto 10 del Salmo 116 che la versione C.E.I. 2008 propone nella forma "Ho creduto anche quando dicevo: Sono troppo infelice", ma nel testo della Tenak come:
"Il
credere
è
così
la forza
originata
dalla Parola
.
Dall'Unico
inviata
è
.
Per agire
energia
è
in tutti
;
si è
nel vivere
dall'Unico
aiutati
".