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RACCONTI A SFONDO BIBLICO...

 
LA DURATA DELLA CREAZIONE

di Alessandro Conti Puorger
 
 

Il presente articolo non nasce dall'intenzione di fare profezie sulla fine del mondo, ma è un'applicazione venuta spontanea dalla decriptazione di alcuni versetti del Levitico, libro centrale della Torah, che mi ha portato a fare alcune considerazioni sulla durata della Creazione.

Ho cercato d'interpretare il pensiero dell'autore del libro della Genesi che però al riguardo aveva delle proprie idee, il tutto in armonia con l'idea centrale del pensiero che la Bibbia ebraica, con i segni originali, contenga un messaggio segreto.

Un giorno della creazione ha, per comune ammissione, durata indeterminata ed è considerato un modo convenzionale per indicare il tempo di una tappa portata a compimento.
Accogliendo la fede nell’incarnazione di Dio nella storia in Gesù di Nazaret c’è stato un evento certo da porre a confronto con la nascita d’Adamo.
Le date di nascita dell’uno e dell’altro, anno più anno meno, ce le dicono il N.T. per il primo e l’A.T. per il secondo.
Inserendo questi momenti nella scala dei tempi della creazione si può cercare di arrivare a trovare quanto pensava al riguardo la scuola degli autori del libro della Genesi, o comunque quanto ne deriva con gli elementi che sono stati forniti da tale testo.
Sappiamo che Adamo nacque nel 6° giorno e Gesù Cristo nel 7°, giorno tutt’ora in corso.
Nei tempi antichi ed anche ai tempi di Gesù il giorno iniziava con le tenebre, quando il sole del giorno precedente tramontava all’orizzonte, poi venivano le ore di luce cioè il giorno vero e proprio; quindi la successione era tenebre-giorno.

Rileggiamo con questo pensiero il 1° giorno:
"Dio disse; Sia la luce! E la luce fu. Dio vide che la luce era cosa buona separò la luce dalle tenebre e Dio chiamò la luce giorno e le tenebre notte. E fu sera e fu mattina primo giorno." (Gen 1,3-5)

Sembra scorgersi così una diversità rispetto allo scandire del tempo sulla terra; Dio inizia questa creazione dalla situazione preesistente in cui esistevano le tenebre (che definisce notte) creando la luce con il "Sia la luce!" con cui inizia il primo giorno, per cui la successione è giorno-notte.

Quel 1° giorno, cioè, non inizia con la notte, ma vi termina.
"E fu sera - quindi, passò il giorno - e fu mattina - ossia passò la notte - primo giorno."

C’è così prima la descrizione del fatto che compete alla tappa del giorno, poi la sera, la notte fino alla mattina ed alla fine di questa si completa quel giorno.
In tutti i giorni della creazione si ripeterà: E fu sera e fu mattina (n°) giorno meno che nel 7° in quanto in quello ancora viviamo.
Quei 7 giorni, così, sono diversi da quelli del mondo, non solo per durata, ma anche perché giorno e notte sono invertiti rispetto a quelli in terra per gli uomini d’allora, per i quali il nuovo giorno iniziava al tramonto del giorno precedente; il che forse vuole indicare che gli uomini nel mondo vivono nelle tenebre anche quando c’è la luce del sole, nel senso che i giorni reali iniziano con le tenebre, che sono la prima parte del giorno nuovo e, di fatto, restano notte anche se c’è il tempo della luce solare, se nel contempo non c’è conversione a Dio.

Lui, Dio, opera di giorno, infatti, salvo il settimo che essendo in corso non fa la precisazione di rito, tutte le opere della creazione le compie di giorno e Gesù nel Vangelo di Giovanni (9,4s) dice:
"Dobbiamo compiere le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può più operare. Finché sono nel mondo sono la luce del mondo."

Quel riferimento alla luce ed alle opere di Dio è un esplicito riferimento alla creazione; infatti Gesù "detto questo sputò per terra, fece del fango con la saliva…" (Gv 9,6) compie così un atto simile a quello che operò il Padre per creare Adamo e con questo ridette la vista al cieco nato, che appunto non aveva mai visto la luce.

Se ne ricava che Lui opera per conto del Padre nell’ambito del settimo giorno e in questo tempo ha portato a compimento la creazione ed ha cessato in tale giorno dal lavoro; il che l’esplicita sulla croce con il: "Tutto è compiuto!" (Gv 19,30b)

Il Verbo, incarnatosi nel 7° giorno, ha recato a compimento la creazione ed ora nel mondo, nello scorcio della giornata, lavora la chiesa sua sposa, che come la luna illumina la notte in cui siamo, ed attende il Suo ritorno nella gloria e l’8° giorno.

Molti sono i racconti dei miracoli operati da Gesù di sabato ed in occasione della guarigione d’un paralitico, immagine dell’umanità ancora impedita a camminare, il Vangelo Giovanni (5,16) dice:
"Per questo i Giudei cominciarono a perseguitare Gesù, perché faceva tali cose di sabato."

Gesù voleva in effetti correggere l’idea che in quel 7° giorno Dio si riposò e basta; infatti Lui, il Figlio, di sabato opera.
A chi lo contestava Gesù rispose loro: "Il Padre mio opera sempre e anch’io opero." (Gv 5,17); cioè anche se è il 7° giorno e tutti pensate che Dio si riposò, non è così; io, Gesù, opero per il Padre che opera in Me.

Alla fine dei tempi, secondo l’Apocalisse, non vi sarà più giorno e notte, ma solo giorno, le tenebre ed il tempo non ci saranno più.
Finché esisterà il male esisterà il mondo.
Per lasciarci la libertà della scelta ha creato il tempo nel cui scandire estirpa quelle tenebre che nel 1° giorno con la luce confinò.

L’enucleare il buono da ciò che non lo è, per poi eliminare il cattivo alla fine è la modalità esemplificata nella parabola del grano e della zizzania; perciò il demonio da Dio verrà escluso dall’eternità, a cui l’uomo è destinato, e sarà precipitato nella Geenna creata secondo il Talmud prima della creazione del mondo.
Il tempo con le sofferenze resteranno solo per lui e per i suoi; quindi il male per l’uomo è un accidente che serve per la crescita nella libertà, ma che finirà, come tutto ciò che lo riguarda, che nella Bibbia è rappresentato con la bestia.
La tenebra, in cui si colloca il demonio, era preesistente alla creazione descritta dalla Genesi e la tradizione accenna alla ribellione d’un arcangelo che coinvolse una parte degli spiriti angelici.

Nell’Apocalisse (12,3), ove c’è la visione del drago, è detto che questi nella ribellione coinvolgerà 1/3 di quelli:
"Allora apparve un’altro segno nel cielo: un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi; la sua coda trascinava giù un terzo (0,666) delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra."

Il demonio si presentò ad Eva per la prima volta in forma di serpente, che di per se non è il male, ma che in quell’occasione fu oggetto di possesso da parte del maligno.
Nel giorno in cui fu creato il serpente - che è lo stesso 6° giorno in cui fu creato l’uomo - Dio s’espresse favorevolmente su quanto compiuto in quella giornata, anche se in quel giorno Adamo ed Eva furono tentati, e iniziò la storia della salvezza e il commento a quel giorno non fu il rituale "Dio vide che era cosa buona", ma invece "era cosa molto buona".
Anche nel 5° giorno, quando furono creati i mostri marini, in cui poi s’immaginò incarnarsi il male, Dio commentò che era cosa buona.
Adamo fu creato nel sesto giorno, ma non avendo ancora nulla a che fare col demonio, non c’era ancora per lui tenebre, ossia la notte.
Queste, essendo la negazione della luce, quindi della verità eterna, perciò dell’eternità stessa, scandiscono il tempo che fa invecchiare con tutti i guai connessi.
Le tenebre del 6° giorno è da ritenere che fossero per l’uomo una eventualità, se l’avesse scelte sarebbe invecchiato, altrimenti sarebbe rimasto nell’eternità.
La luce di Dio aveva solo lo scopo di confinarle, non perché fossero più forti di Dio che solo ne consente il permanere, per di porre l’alternativa per la crescita dell’uomo nella libertà onde potesse scegliere di tentare di vincere il male - come fece l’uomo Gesù - ed allora il tempo si sarebbe fermato, come si fermò per Cristo che rientrò con la risurrezione nella vita eterna.
Il tempo, così, fu creato per limitare la vita del maligno che, appunto, non esisterà per sempre.
Da ciò si può concludere che, facendo un parallelo con lo scandire della giornata che conosciamo, l’ora del 6° giorno in cui fu creato l’uomo doveva essere mezzogiorno, perché in Lui non c’è ne ombra né tenebre, lo stesso momento che diventerà eterno nell’8° giorno.
La storia della salvezza tende appunto ad un giorno in cui Lui resta fisso nel cielo; mezzogiorno eterno.
Se non ci fosse stato il peccato il sole d’Adamo sarebbe rimasto sempre a mezzogiorno del 6° giorno, lo stesso momento della sua creazione, in quanto in lui non ci sarebbero state tenebre; di ciò c’è un cenno nel Genesi (3,8) dopo il peccato: "udirono il Signor Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno e l’uomo e sua moglie si nascosero dal Signore Dio…".
La brezza (annuncia Dio che viene a parlargli; infatti, ad Elia sull’Oreb Dio si presentò con un vento leggero, Vedi: 1 Re 19,1-18) viene nel pomeriggio verso la sera per l’incremento della differente temperatura tra monte e valle causa d’una corrente ascensionale dell’aria scaldata nelle ore più calde nella valle che viene soppiantata da quella più fresca del monte.
Dopo il peccato si faceva sera; l’uomo era entrato nella trappola del tempo che però era scattata per salvarlo e quindi fu scacciato da Dio da quel posto protetto affinché "non prenda dell’albero della vita, lo mangi e viva sempre" (Gn 3,22b) rimanendo per l’eternità nella sofferenza del peccato lontano da Dio.
Per Adamo la vita terrena fu di 930 anni (Vedi: Gen 5,5).
L’ora del tramonto (ore 18) è il momento allegorico più idoneo per il momento della morte di Adamo.

Provando a seguire quest’idea ne deriverebbe che:
- un’ora della creazione sarebbe di 930/6 = 155 anni;
- un giorno di creazione sarebbe di 930 x 4 = 3720 anni;
- tutta la creazione durerebbe 7 x 930 x 4= 26.040 anni

Esiste il seguente interessante accostamento.
La volta stellata cambia lentamente di posizione nel cielo rispetto all’asse terrestre; questo è un moto apparente in quanto chi ruota è l’asse terrestre che descrive in 25.920 anni la superficie di un doppio cono con vertice al centro della terra e ciò con uno scarto solo dello 0,46% rispetto al tempo che si deduce dalla creazione del Genesi.
Si ha così che la posizione delle costellazioni nel cielo di questa notte si ritroverà in posizione assoluta esattamente così tra 25.920 anni.
Questo fenomeno sembra che fosse noto già agli antichi egiziani costruttori delle piramidi che avevano predisposto i condotti nella piramide di Cheope in direzione di una precisa costellazione (Vedi: "Impronte degli dei" di Graham Hancock e "Custode della Genesi" di Graham Hancock e Robert Bauval - edizione Corbaccio) anche se ufficialmente risulta che la cultura occidentale prese coscienza della "precessione degli equinozi" dalla cultura greca; fu infatti Ipparco di Nicea che negli anni 161-126 a. C. osservando il cielo lo pose in relazione alle osservazioni di 150 prima da parte di Aristillo e Timoceri.

Proviamo a dividere quel tempo per i 7 giorni della creazione; si ricava 25.920:7=3702,85 anni (1 ora = 154 anni) molto vicino a quanto ottenuto con il ragionamento di cui sopra.

In definitiva è ragionevole ritenere che l’autore del Genesi ha pensato per i 7 giorni alla durata della precessione degli equinozi.

Dalle traduzioni lettera per lettera (Vedi: Decriptare la Bibbia, Il metodo dei segni) dei versetti 12,5 e 25,21 del Levitico qui sotto riportate si ricava poi che, secondo le profezie, il Messia sarebbe nato nella seconda parte del settimo giorno, quando il demonio era al massimo potere in terra, nel momento 0,666 di quel giorno; cioè ai 2/3 del giorno 7°.

Lv 12,5 "Ma, se partorisce una femmina sarà immonda due settimane come al tempo delle sue regole; resterà sessantasei giorni a purificarsi dal suo sangue."




"Si recò l’Artefice per rovesciare da dentro fuori alla fine il serpente impuro () dal cuore dei (giorno). Fu in un vivente la rettitudine inviata per bloccarlo. Al segno uscì per portarsi del sessantasei del giorno dei giorni , in uomo in esilio () a guizzare nel sangue fu, per carità entrò nel corpo nel mondo."
(Della creazione nel settimo giorno, precisamente al momento 6,666 dei giorni della creazione, cioè al sesto giorno finito e ai 2/3 del nuovo giorno.)

Lv 25,21 "io disporrò in vostro favore un raccolto abbondante per il sesto anno ed esso vi darà frutti per tre anni."




"Si portò giù affinché fosse finita; fu a venire () dentro il corpo, la rettitudine completa fu nel cammino della vita, dentro per bruciare l’angelo uscì, entrò al sesto (dei giorni) finito, ad operare () finalmente venne , segni dentro recò l’Unigenito al mondo del serpente,

(il sottolineato può avere due letture)

a. ... per tre uscì di anni tra i viventi";
b. ... nella terza parte uscì degli anni tra i viventi".

(a. sarebbe relativa allora ai tre anni del ministero pubblico di Gesù;
b. indicherebbe invece il momento della 1a venuta del Signore rispetto ai giorni della creazione, il punto focale della storia della salvezza di Gal 4,4 "Ma quando venne la pienezza dei tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da Donna, nato sotto la legge."

La lettura b. induce il seguente ragionamento:

il Signore sarebbe venuto sulla terra nella ultima delle tre parti del settimo giorno della creazione, precisamente alla fine della seconda delle tre parti in cui è divisibile questo giorno, cioè finito il giorno 6 al momento 666/1000 degli anni di durata dell’ultimo giorno della creazione. Cioè, il tempo opportuno, la pienezza del tempo fu quando il potere del demonio era al massimo, infatti, quel numero con tutti 6 lo indica. Vd. Apocalisse 13,18.)

Per definire i 2/3 del giorno c’è il dubbio se sia da considerare:
- solo le ore diurne del giorno, per cui alle ore 14 = 6+2/3x12;
- l’intera giornata di 24 ore e così alle ore 16 = 2/3x24.

Dalla nascita di Gesù, che è il Messia venuto nel nascondimento, all’alba (ore 6) dell’8° giorno, in cui riverrà, ma nella gloria degli angeli e ci porterà nella dimensione dell’eternità, è così d’attendere 16 ore o 14 ore di creazione, cioè le 4 ore o le 2 ore dello scorcio del 7° giorno, dalle 14 fino al tramonto (18) o dalle 16 fino al tramonto, e le 12 ore della notte (fino alle 6 della prima luce).

Ne consegue che seguendo questo ragionamento dedotto dalla Genesi per il ritorno sarebbe da attendere l’anno giubilare 2150 d. C. oppure il 2450 d. C.. (14x154-6=2150 oppure 16x154-6=2458, considerato che Gesù, per errori del calendario Giuliano, è nato in effetti 6 anni prima rispetto alla data da cui inizia il I sec. d. C.; Gregorio XIII rettificò gli anni da 365 gg e ogni 4 anni inserì un anno bisestile di 366 gg, ma. tolse 3 giorni ogni 400 anni - infatti gli anni 1700, 1800 e 1900 non furono bisestili).

Alla luce di queste considerazioni si può procedere ora ad un parallelo tra la vita d’Adamo e quella di Gesù nella settimana di passione che è figura della settimana della creazione.
Gesù mori sulla croce il venerdì, il 6° giorno della settimana; fu messo in croce a mezzogiorno l’ora in cui peccò Adamo, morì verso le le ore 15 (le 3 del pomeriggio secondo i sinottici), il che è intermedio e congruente i suddetti orari, e risorse nel terzo giorno tra la fine del 7° giorno e l’alba della domenica (8°giorno).
Adamo fu creato nel 6° giorno in esso peccò e morì, risorgerà il terzo giorno all’alba dell’8° giorno; la morte fisica d’Adamo fu al tramonto alle sei del pomeriggio corrispondente all’ora del Venerdì Santo quando fu sepolto il corpo di Gesù.
A mezzogiorno Gesù fu crocifisso (corrispondente al momento in cui inizio il tempo per Adamo); infatti (Lc 23,44): "verso mezzogiorno il sole si eclissò e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio."

Il nascondimento del sole è in rapporto al fatto che Adamo appunto a mezzogiorno del 6° giorno peccò e cadde nelle tenebre in quanto si eclissò da Dio.
Gesù, che sulla croce da vero uomo segue la parabola di Adamo, sottolinea il fatto proprio in quell’ora: "Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: Elì, Elì, lemmà sabactani?, - che significa - Dio mio Dio mio, perché mi hai abbandonato?" (Mt 27,46), grido d’angoscia e non di disperazione, dice la nota della Bibbia di Gerusalemme, in quanto Gesù prega col Salmo 22 che conclude con la certezza della risurrezione: "A lui solo si prostreranno quanti dormono sotto terra, davanti a lui si curveranno quanti discendono nella polvere. E io vivrò per lui, lo servirà la mia discendenza. Si parlerà del Signore nella generazione che viene." (Sal 22,20s)
Il regno delle tenebre - per entrambi, Adamo e Cristo - aveva vinto provvisoriamente; infatti 2 ore dopo mezzogiorno (ai 2/3 del giorno) ci fu la massima potenza del nemico.
Le tre del pomeriggio la possiamo porre in parallelo all’ora del 6° giorno in cui Caino uccise Abele (i rabbini insegnano che il 6° giorno prima del tramonto del sole furono manifeste le lettere dopo che Caino uccise Abele: Il Signore impose a Caino un segno... anticipo della Toràh).

Ci possiamo anche chiedere: quando iniziò il 7 giorno?
L’alba le ore 6 del giorno 7° fu 8 oppure 10 ore di creazione prima della nascita di Cristo, e ciò dà luogo alle seguenti date:

- (154x8)+ 6 = 1238 a C.;
- (154x10)+ 6 = 1546 a C.

La prima delle due date corrisponde al tempo in cui gli Ebrei uscirono dall’Egitto, il che fa spostare il ragionamento definitivamente alla scelta che è da considerare le ore 14 quale "ora" di nascita di Gesù nel 7° giorno.
Mosè, infatti a 40 anni fuggì a Madian (Vedi: At 7,23 discorso di S. Stefano) perché aveva ucciso un Egiziano e, mentre era esule:
- "Nel lungo corso di quegli anni, il re d’Egitto morì … tornò, allora in Egitto per comando del Signore e … "(Es 2,23)
- "Mosè aveva 80 anni ed Aronne 83 quando parlarono al faraone. "(Es 7,7)
Chi era questo Faraone con cui parlarono? Sicuramente uno nuovo perché il precedente era morto.
Se Mosè dovette stette oltre 40 in esilio prima che i vecchio Faraone morisse dobbiamo individuare il nuovo in quello che ci fu dopo un faraone che ha avuto un regno molto lungo.
Nella XIX Dinastia dei Faraoni d’Egitto tra il 1308 a. C.; e il 1194 a. C., soltanto Ramsete II regno 67 anni tra il 1290 e 1224 a. C. (secondo per durata con 11 anni di regno fu Seti I).
La fine della schiavitù dovrebbe essere avvenuta dopo il regno di Ramsete II, cioè sotto il regno di Merenptah che si colloca nel 1224 a. C. data prossima a quella che abbiamo individuato con la durata dei giorni della creazione.
Dalla decriptazione dei versetti 2,12s e 3,1 del Cantico dei Cantici (al quale dedicheremo un prossimo articolo) risulta che l’inizio del 7° giorno coincise proprio con la consegna della Torah a Mosè, 50 giorni dopo il passaggio del Mar Rosso; cioè Dio, con la teofania a Mosè, e con i lampi e tuoni che videro gli Ebrei sotto il Sinai che rappresentano il segno dell’inizio della luce del 7° giorno, riparlò agli uomini con la Torah che consegnò agli Ebrei con il dono della scrittura sacra.
Finì, così, la collera del Signore ed iniziò il 7° giorno in cui terminerà la creazione che aveva preparato nei sei giorni precedenti e porterà alla fine colui che l’aveva intralciata.
Attorno al 950 a. C. fu costruito il Tempio di Salomone, cioè circa 2 ore dopo l’alba (1238-950): 154 del 7° giorno.
Il Tempio fu definitivamente distrutto nel 70 d. C. quindi tra le 14 e le 15 del 7° giorno.

grafico

In questa scala dei tempi ad es. la rivelazione a Maometto, 610 d. C., corrisponde a 4h dopo la venuta del Cristo; quindi proprio al tramonto (14+4=18) del 7° giorno; ed ora siamo in piena notte.

Nel "Diz. Unterman" si legge quanto segue:
"Shemittot: Cicli cosmici in ognuno dei quali il mondo viene a trovarsi sotto una nuova influenza spirituale … Una dottrina embrionale di schemittot si trova nelle opinioni sulla data dell’avvento messianico contenute nel Talmud, in cui si afferma che il mondo durerà per 6000 anni, i primi 2000 governati dal caos, i successivi 2000 sotto il controllo della Toràh. Gli ultimi 2000 saranno quelli in cui arriverà il Messia e poi ci saranno 2000 anni di quiete."
Per il calendario ebraico il 2000 d. C. corrisponde al 5760 e secondo questa opinione il termine dei 6000 anni avverrebbe nel circa 2240 d. C., quindi 2250 se si considera un anno giubilare.

Vediamo invece seguendo il ragionamento iniziato.
Il ritorno di Gesù per la risurrezione dei morti avverrebbe in occasione di un giubileo; infatti dal criptato di Lv 27,23 si legge:

Lv 27,23 "il sacerdote valuterà la misura del prezzo fino all’anno del giubileo; quel tale pagherà il giorno stesso il prezzo fissato, come cosa consacrata al Signore."




"E dalle tombe risorti, dentro la potenza riportata ad entrare per la rettitudine, dal mondo inviati verranno () nella piaga () nel foro del Crocifisso, usciti dal nemico con i corpi retti, così, per sempre , in un anno () indicato al mondo per un giubileo li condurrà dagli angeli, nel Crocifisso nell’abitacolo () tutti entreranno ordinati , così dentro un giorno entreranno da Lui nel santuario , con potenza saranno fuori portati dal mondo."

Si andrebbe così al giubileo 2450.
La venuta però può essere affrettata ed i tempi accorciati: "Poiché dunque tutte queste cose debbono dissolversi così, quali non dovete essere voi, nella santità della condotta e della pietà attendendo ed affrettando la venuta del giorno di Dio, nel quale i cieli si dissolveranno e gli elementi incendiati si fonderanno!" (2Pt 11s)

E Gesù nei Vangeli precisa:
- "Se quei giorni non fossero abbreviati, nessun vivente si salverebbe; ma a causa degli eletti quei giorni saranno abbreviati." (Mt 24,22)
- "E se giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro! Sappiate bene questo: se il padrone di casa sapesse a che ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa." (Lc 12,38s)

Quell’opinione ebraica del 2250 d. C., nella scala dei tempi che abbiamo costruito corrisponde circa all’aurora, un’ora poco più prima dell’alba; comunque il Signore verrà all’improvviso!
Da metà della notte, cioè già da ora, ogni momento però è buono; verrà all’improvviso per scelta strategica nei riguardi del nemico che si crede d’essere il padrone di casa.
Non si possono fare profezie; infatti: "Quanto a quel giorno e a quell’ora, però nessuno lo sa, neanche gli angeli del cielo e neppure il Figlio, ma solo il Padre." (Mt 24,36)
Il criptato del Levitico 26,12, come molti altri, dice: "dal mondo saranno portati di notte i popoli"; quindi prima dell’alba come assicura il Vangelo di Matteo al versetto 24,22.

Lv 26,12 "Camminerò tra voi, sarò vostro Dio e voi sarete il mio popolo."




"E per uscire alla fine dal mondo in cammino tutti saranno dentro nel Crocifisso a recarsi, come anelavano () li porterà fuori, sarà stata dalle esistenze finita la forza del serpente, della rettitudine la pienezza con la potenza rientrata sarà nei viventi, li riporterà venuti () dai morti , dal mondo saranno portati di notte i popoli ."

La fine sarà tra una Pasqua ed una Pentecoste.

Lv 25,8 "Conterai anche sette settimane di anni, cioè sette volte sette anni; queste sette settimane di anni faranno un periodo di 49 anni."




"E nel foro del Verbo nel corpo sul colle tutti così il settimo sabato (da quello della vigilia della Pasqua di risurrezione di tutti i viventi, vedi decriptazione Lv 23,5), al termine, i risorti inviati saranno a vivere nel risorto dentro, ad opera () dell’energia saranno i viventi portati dal mondo, saranno portati in cammino dei giorni nel settimo (cioè nell’ambito del settimo periodo della creazione) nel sabato finale usciranno (cioè alla vigilia della Pentecoste dell’Ultimo anno che sarà un anno giubilare), gli anni dei viventi finiti, il risorto a vedere li porterà i quattro esseri viventi (Vedi Ezechiele 1,5ss) alla luce degli angeli usciranno."

E nel versetto Lv 23,5 si legge:

Lv 23,5 "Il primo mese al decimo quarto giorno, al tramonto del sole sarà la pasqua del Signore;"



"Gli abitanti delle tombe dalle porte i risorti usciranno con i corpi originari simili () agli angeli, da dentro dai quattro (angoli del mondo) usciranno, riagirà per la risurrezione dei corpi il vigore che bloccherà anziani () divenire/essere, dentro sarà l'energia in azione nelle moltitudini sarà per i viventi la Pasqua in potenza del Signore ."
(Sarà per i viventi la vera Pasqua del Signore, come si legge nell'esterno del versetto; tutto avverrà un sabato dopo i vespri. Quella era l'ora delle celebrazioni festive dei primi cristiani, rimasta per tradizione nella Chiesa. Sembra che tutta l’escatologia, da risurrezione da parte del Messia, distruzione del male, cena messianica e ritorno alla casa del cielo si sviluppi in un tempo di sette settimane, tra una Pasqua e una Pentecoste. vedi decriptazione Lv 25,8 sopra riportata).

I Magi guardavano i cieli, controllavano la posizione degli astri e delle costellazioni secondo la precessione degli equinozi. Attendevano un particolare evento per quel tempo, perché sapevano qualcosa che noi non sappiamo più, ma che il metodo del segni ci ha aiutato a ricostruire.
È certo che attendevano un avvenimento celeste un segno dalle stelle per l’attuazione della profezia di Nm 24,17b "Una stella spunta da Giacobbe e uno scettro spunta da Israele".

A conferma del Vangelo di Matteo (cap.2) sulla stella, e che la tensione a quei tempi dell’attuazione della profezia era forte, sta il fatto che molti giudei nel 131 d. C. ritennero che fosse arrivato il Messia, riconosciuto anche dal grande Rabbi Akiva in Simeone Bar Kokeba (131-135 d. C. Grande rivolta Giudaica), detto appunto Bar Kokeba "il figlio della stella".

Il punto focale della creazione, è il 4° giorno che è il mediano dei sette giorni e corrisponde alla luce centrale del candelabro a 7 bracci.
Questo giorno parla della nascita dell’astro maggiore e dell’astro minore corrisponde a circa il 10.500 a. C. proprio quando per gli Egizi nella loro cosmologia apparvero Osiride e ad Iside e da quel momento iniziò la notte del 4° giorno (3702x7/2 -2450 = 15007 a. C.).
Tale data secondo alcuni ricercatori, fece corrispondere in cielo alla nascita la costellazione del Leone perfettamente all’est indicato dall’allineamento della Sfinge; la via lattea in quel momento nel cielo era in prosecuzione con la direzione del letto del Nilo e l’inclinazione della cintura d’Orione nel cielo rispetto all’est corrispondeva in terra agli allineamenti della piramide di Cheope con le due vicine rispetto alla direzione della Sfinge stessa.
Il Faraone con pochi altri attendeva la risurrezione probabilmente per una data in cui si fosse riverificata quella condizione e preparava la tomba e la nave per viaggiare dal Nilo sulla via lattea verso Orione?
Forse da questa idea, Mosè e i Leviti, provenienti da cultura egiziana hanno preso dalla loro cosmografia elementi per indicare che il Dio d’Israele era il vero Creatore.
Anzi non c’è da attendere così tanto per la risurrezione e tutti come il Faraoni saranno risorti.

Ap 22,1 - Mi mostrò poi un fiume d’acqua viva limpida come cristallo, che scaturiva dal trono di Dio e dall’Agnello.
(Il nuovo Nilo e la nuova Via Lattea)

Ap 22,5 - Non vi sarà più notte e non avranno più bisogno di lampada, né di luce di sole, perché il Signore Dio li illuminerà e regneranno nei secoli dei secoli.
(Cioè saranno tutti come il Faraone)

a.contipuorger@gmail.com


									

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