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SE L’UOMO VIENE DAL CIELO LÀ TORNA
di Alessandro Conti Puorger

(Vedi anche: "L'uomo nuovo: sogno e realtà di un alchimista cristiano")

Chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo?
Per rispondere a queste domande, latenti in chi riesce a sollevare la testa ed a vedere il cielo stellato, si sono sentiti coinvolti uomini in ogni tempo e latitudine e c’è ancora qualcuno che pensa che l’uomo abbia fatto un lungo viaggio, perché in definitiva non si sente di questo mondo.

UOMO PERSONA INSCINDIBILE IN CORPO E ANIMA
Di quanto vagliato da chi l’ha preceduto sembra restare poco di sedimentato all’uomo d’oggi, il cui tempo s’è accorciato per la velocità delle attività e delle distrazioni moltiplicate.
Il massimo d’apertura all’extraterrestre che c’è, e già non è poco, e che ci viene da più parti ripetuto che l’uomo, è costituito da anima e corpo!
Questo è il semplicistico schema che è entrato nel pensare comune, veicolato dai mass-media che sovente riportano mal filtrate scienza, filosofie e religioni, campi che sono interattivi.
Tale pensare poi tende pure a ridurre il concetto d’anima a quello di mente, quasi che sapienza ed intelligenza siano la stessa cosa.
La massa è portata così sempre più a confondere i ruoli degli psicologi con quello dei sacerdoti e viceversa, per poi adire all’aiuto di parapsicologi e maghi e ciò è misura della tendenza che c’è a confondere superstizione con fede e questa col bigottismo.
Quella parte d’umanità, sempre più numerosa, che si sta secolarizzando e globalizzando grazie alla tecnologia e s’inoltra nel pragmatismo scientifico, è di fatto spinta ad abbandonare sapienze antiche - come se per buttare l’acqua sporca fosse da gettare via anche il bimbo che sta nella tinozza - ed inizia o finisce di ritenere l’anima un’obsoleta impalcatura, perché per la scienza ciò che non ha peso e non è misurabile non esiste e prende in modo semplicistico ritenute scorciatoie che possono portarlo fuori strada.
L’identità dell’uomo è così sempre più pensata relegata nella scatola cranica, ed è uscita dal cuore che resta solo la sua sede poetica.
In tale scia sono così anche attuati ed attentati interventi sulla vita che rasentano vere e proprie manomissioni ed alcuni, pur se ancora progetti chiusi nei cassetti, prima o poi cercheranno il loro momento di gloria.
È recente la notizia che in Inghilterra vogliono usare embrioni malati per esperimenti utili per i sani, e prima o poi qualcuno proporrà il trapianto massimo, Frankenstein docet, d’una testa su un corpo per continuare la vita di chi ha il corpo malato e la testa sana.
Eppure una persona è quello che è anche per il fisico che ha, perché se non l’avesse avuto non si sarebbe sviluppato con quell’animus!
Risulta che già il trapianto di un organo, come il cuore, o una mano, reca problemi psicologici al trapiantato, s’immagini che aberrazione sarebbe l’avere il corpo d’un altro, pur se tecnicamente divenisse possibile.
Il progetto della persona troverebbe un grande ostacolo e sarebbe completamente mutato per la residua vita, in quanto l’identità dell’uomo non è come un software che può essere istallato su qualsiasi hardware compatibile.
Per restare nello schema, c’è, infatti, perlomeno tutto un software d’istruzioni e d’esperienze acquisite col corpo, prodotte con la crescita e lo stare nel corpo specifico, che sarebbe perduto.
È come il lancio di un missile; non basta aver programmato tutto, occorre che anche avvenga bene, vale a dire che ciascun uomo è un progetto che non basta sia ben fatto sulla carta (nella mente) ma deve essere portato a compimento fino al massimo dei dettagli in quanto il progetto, "ingegneristicamente" parlando, finisce ad opera compiuta e collaudata.
Ci sono quindi i medici del corpo, della mente e dell’anima in tutte le loro branche.
Ora, però se riuscissimo a raggruppare tutta la materia dei nuclei di atomi che costituiscono il nostro corpo, cervello compreso, annullando le distanze atomiche ed interatomiche non so se la pallina che ne verrebbe fuori sarebbe visibile.
Noi, grazie alle frequenze d’onda che sviluppiamo, con i nostri organi sensoriali vediamo e percepiamo un corpo, ma invece siamo praticamente vuoti, fatti essenzialmente di energia che è vita e che emette frequenze, mentre la materia è un accidente che può anche essere ridotta quasi a nulla ed organizzata in altro modo.
In definitiva, il corpo è ciò che da noi è percepibile dell’uomo e di quanto lo anima.
Inoltre, abbiamo capacità d’auto-svilupparci, acquisendo materia d’accrescimento partendo praticamente dal nulla e in poche cellule abbiamo già programmi, non tutti sondati, capaci di portarci alla dimensione adulta e nelle donne è in grado di produrre programmi aggiuntivi di gestazione che sono gioielli di sapienza.
Tra l’altro ci si domanda ancora a che serva tutta la massa celebrale che abbiamo, visto che per le conosciute esigenze sembra che ne basterebbe meno del 10%.
Abbiamo cioè un potere interno d’energia vitale capace di organizzarsi, e tale ordine noi non lo sappiamo gestire, perché non conosciamo appieno e non sappiamo se abbiamo altri programmi finali di trasferimento... e mutazione in altra dimensione in corpi non definibili altro che col termine di "gloriosi".
Quest’energia in definitiva siamo noi e diviene impossibile separare i componenti visibili corpo, dall’energia di qualsiasi tipo ivi comprese quelle non conosciute, che possiamo definire anima.
Non siamo in grado di sondare il nostro universo e non possiamo concludere se non siano possibili mondi paralleli di dimensioni superiore e se noi siamo soltanto sezioni operanti nel mondo con le dimensioni che conosciamo.
Non è escluso che una parte di noi si sta sviluppando in dimensioni sconosciute, ancora non intersecatesi con il mondo che noi definiamo reale, onde eventuali trasferimenti possono avvenire in tempo "reale" senza necessariamente dover implicare motori o mezzi speciali ed altre diavolerie del genere.
Entrando nell’infinitamente piccolo e nell’immensamente grande, vedendone le meraviglie e non ritenendo che il tutto sia dovuto al caso, molti hanno valutato sempre più probabile il dover ammettere l’esistenza d’esseri superiori, e quindi d’una gerarchia sapiente fino all’Essere assoluto, che avrebbe dotato l’uomo d’una vita complessa, cioè di un’anima come non meglio identificata identità spirituale, il che avvicina il tema al campo religioso.
Ciò poi ha comportato l’interrogarsi sulla problematica del libero arbitrio e, pur senza cadere nel manicheismo, ha aperto anche la possibilità di forze che tendano alla negazione del progetto di "Dio", aprendo così la possibilità dell’esistenza di una volontà negativa che può anche investire l’uomo.
Cioè, chi ammette che Dio o qualche altra forza superiore all’uomo esista non può negare l’esistenza del demonio e di forze che si oppongono, ed ecco che si apre lo schema a base di "guerre stellari" o di tanti film dell’orrore.
Vi è, infatti, anche tutta una gamma di fenomeni, non spiegati completamente, che hanno aspetti sondati da psichiatri e medici della mente e che virano alcune volte nell’ossessione, con manifestazioni non sostenute da valide spiegazioni scientifiche, ritenute possessioni diaboliche, su cui operano maghi, parapsicologi, fino a quei sacerdoti che esplicano la funzione di esorcisti.
Tra le componenti anima e corpo vi sono connessioni così forti che non consentono scissioni; si pensi, infatti, a come alle vicende "dell’anima" sono ormai attribuite conseguenze nel corpo sintetizzate nel verbo "somatizzare" e che vari rami della medicina alternativa orientale tende per tradizione a curare assieme le due parti.
In effetti, poi, un po’ in tutte le culture c’è la tendenza a differenziare nella stessa anima due aspetti, uno legato più alla medicina e l’altro più alla religione.
Appaiono così definibili:
  • un’anima vitale, intesa come respiro o alito principio vita di tutti gli esseri viventi, sede di pensiero, volontà e sentimenti, fondamento dell’individualità dell’uomo;
  • un’anima libera, vincolata solo in modo superficiale al corpo, copia incorporea dell’uomo, che dopo la morte ne perpetua l’esistenza individuale, in un mondo a venire per il monoteismo, oppure si reincarna in altra figura umana o animale, nel buddismo, induismo e varie religioni naturalistiche.
È però nella cultura greca che ci fu netta opposizione tra:
  • il dualismo corpo-anima, degli Orifici, dei Pitagorici e soprattutto di Platone e quindi dei neoplatonici - cioè il corpo come stazione di transito dell’anima con la conseguente preesistenza e trasmigrazione delle anime stesse - che per la sua larga entratura fu utilizzato, ma non integralmente sposato, dal cristianesimo della prima ora come argomento d’evangelizzazione tra i pagani;
  • il monismo Aristotelico di corpo-anima con il suo ilemorfismo di corpo come forma sostanziale dell’anima, onde il corpo, materia potenziale, diviene attuale e reale per mezzo dell’anima stessa.
Questi temi, anche se ormai più che bi-tri-millenari non sono lontani da noi e sono alla radice della problematica del diritto dell’embrione e del feto, che può assumere aspetti giuridici diversi a seconda di quale delle due teorie viene di volta in volta a prevalere.

ALLE RADICI DELLE PAROLE BIBLICHE DELL'ANIMA
L’uomo, persona integrale inscindibile o invece dissociabile in corpo e anima, è perciò un tema molto ampio che ha risposte diverse perché trovano la loro radice nell’idea antropologica che hanno dell’uomo le varie religioni.
Tra queste per noi però ha particolare interesse comprendere e recepire come il concetto si sia sviluppato nell’ebraismo, nel cristianesimo e nell’islam, cioè nelle tre religioni monoteiste che si rifanno all’Antico Testamento; tutto ciò ovviamente a partire dall’ebraismo che fu l’origine delle altre.
Ricordo che alla base c’è una rivelazione, cioè una manifestazioni spontanea, ritenuta extraterrestre, del Dio del roveto ardente e del Sinai, che ha riversato conoscenza che hanno portato frutto.
In primis è da porre attenzione sul termine che definisce "l’anima", per il quale nell’ebraico biblico si hanno due termini:
  • noepoeshn, dallo stesso radicale npsh, respirare, alito, respiro, anima di uomini e animali, animo come sede dei sentimenti, desideri affetti;
  • nishamah - nishamat, dal radicale ansare , alito soffio, spirito, anima, essere vivente.
Ora, la storia d’Abramo, il padre della fede, al quale si rifanno le tre le religioni monoteiste, è narrata nel libro del Genesi, ed è là, allora, che è da cercare la chiave di volta dell’idea "sull’anima".
Questa idea viene poi avvalorata dalla constatazione che, scrutando tutti i libri che costituiscono il canone ebraico della Bibbia, esce in modo inconfutabile il fatto singolare, senz’altro voluto, e perciò d’eccezionale interesse, che l’unico versetto in cui entrambi tali due termini e si trovano impiegati assieme è nel Capitolo 2 della Genesi, proprio al versetto 7 in cui è descritto il modo particolare con cui Dio creò l’uomo e lo pose nel paradiso terrestre, che così recita:

"(allora) plasmò il Signore Dio



l’uomo con la polvere della terra (rossa)



e soffiò nelle sue narici un alito di vita



e divenne l’uomo un essere vivente." (Gen. 2,7)



Le precedenti volte che si trova sono in:
  • Gen. 1,20 al momento della creazione dei primi animali, pesci e uccelli (5° giorno);
  • Gen. 1,21 alla creazione dei mostri marini;
  • Gen. 1,24 alla creazione del bestiame (6° giorno);
  • Gen. 1,30 quando Dio parla di tutti gli esseri viventi eccetto l’uomo.
Cioè si trova a caratterizzare l’aspetto della vita primitiva del regno animale soggetto all’uomo, mentre la prima volta che si trova è proprio nel versetto Gen. 2,7 quando è formato l’uomo, e la volta successiva è in Gen. 7,22 al momento del diluvio, quando è raccontato che morirono tutti gli esseri viventi, animali e uomini compresi, salvo i salvati nell’arca.
Inoltre c’è un atto di Dio specifico: soffiò.

È perciò indiscutibile la volontà dell’autore del libro del Genesi d’evidenziare una peculiarità dell’uomo rispetto agli animali, per la presenza d’una esplicito atto di Dio che l’ha dotato di parte del proprio respiro che è espressione antropomorfica per riferire il disegno d’includere l’uomo nella sua Santità e nella sua Luce, come è antropomorfica l’immagine di Padre e Figlio, che così in termini umani presentano realtà altrimenti incomprensibili.

L’autore del Genesi pone, peraltro, in evidenza che "plasmò il Signore Dio l’uomo con la polvere della terra", che cioè usò materiale preesistente, ma nel contempo tiene ad evidenziare che ci fu un vero e proprio atto creativo.
È così nel Genesi si può captare l’uomo quale essere particolare, in cui pur se esiste "un’anima - un respiro" come negli animali, cioè plasmato dalla terra, da Dio è stato evoluto fino a dotarlo di un’anima specifica , "un alito divino" unico, proprio solo dell’uomo, in quanto chiarirà il Genesi: "Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò." (Gen. 1,27)
Per lo "creò" usa ed i segni, che dicono di più sulla parola, suggeriscono "da dentro la mente (testa) l’originò ".
Cioè lo progettò e l’attuò!

E per riallacciarmi ad idee espresse prima e come vedremo più avanti: "con l’energia il Nome li segnò", "con l’energia che accende la vita li segnò."
(Tra l’altro la parola Adamo = Adam = può separarsi in = A = Uno = Unico e dam = = () = "essere simile", quindi all’Uno simile.)

Maschio e femmina ; non uomo e donna, ma entrambi uomo (come essere umano); vale a dire che il progetto di Dio è lo stesso ed il sesso è un accidente non fondamentale, ma contingente all’esistenza (tanto che la tradizione ebraica pensa che Adamo, prima d’essere separato da Eva, fosse un essere androgino).
Così, è inequivocabile, entrambi, uomo e donna, hanno l’anima (tra l’altro in Gen. 1,27 è usato due volte creò), checché volesse insinuare l’illuminismo attribuendo alla Chiesa dubbi su questo tema, mai da questa seriamente avuti, come ben chiarisce nel testo "L'anima delle donne" di Vittorio Messori.
Il fatto poi che l’anima fu infusa da Dio in Adamo prima della separazione di Eva dal suo costato ha provocato l’idea della ricerca dell’anima gemella.
Se si vuol proprio dividere l’uomo in componenti vi è allora chiara traccia non di due, ma almeno di tre elementi, come rileva San Paolo nella lettera I Tessalonicesi (5,23) quando dice:

"Il Dio della pace vi santifichi fino alla perfezione, e tutto quello che vostro,
spirito (pneuma),
anima (yuch) e
corpo (swma),
si conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo."

In questo filone, in cui l’anima rappresenta la parte divina dell’essere umano, immagine di Dio nell’uomo, s’inserirono però aspetti della concezione greca.
Chiaro avviso di ciò è nel libro della Sapienza (non canonico per l’ebraismo, ma per il cattolicesimo) scritto da un ebreo alessandrino del I° secolo a.C. in cui pare apparire un dualismo "un corpo corruttibile appesantisce l’anima." (Sap. 9,15)
Per contro in tutta la descrizione della creazione del libro del Genesi non è usata la parola corpo, geviyyah, che indica corpo vivo o morto anche d’animale, bensì è usata la parola bashar tradotto in genere con carne, ma "ogni carne" in ebraico è usato per dire anche "ogni individuo", "ogni uomo", che è ben più che sola carne.
Tra l’altro è di più di in quanto quest’ultimo è vicino a carcassa o a strumento di puro lavoro (come l’uso che si faceva dei corpi degli schiavi), con un accenno dispregiativo (popolo pagano si scrive con le stesse lettere).
La parola appare per la prima volta nel versetto Gen. 2,21, e poi nel 23 (due volte) e nel 24, proprio quando da Adamo, fatto addormentare, Dio trasse fuori Eva, la prima donna, madre di tutti i viventi.
Anche i termini uomo (Gen. 2,23) e donna (Gen. 2,22) appaiono per la prima volta in questi versetti:
  • Gen. 2,21 "Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull'uomo, che si addormento: gli tolse una delle sue costole e richiuse la carne al suo posto."
  • Gen. 2,22 "Il Signore Dio plasmò con la costola che aveva tolto all'uomo, una donna () e la condusse all'uomo."
  • Gen. 2,23 "Allora l'uomo () disse: Questa volta essa è carne della mia carne e osso delle mie ossa. La si chiamerà donna perché dall'uomo () è stata tolta."
  • Gen. 2,24 "Per questo l'uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne."
La parola carne riapparirà (Gen. 6,3-12-13-17-19) al momento della decisione del diluvio universale, perché la carne s’era corrotta:
  • "Allora il Signore disse: Il mio spirito non resterà sempre nell’uomo perché egli è carne () …" (Gen. 6,3)
  • "Allora Dio disse a Noè: È venuta per me la fine di ogni uomo (di ogni carne, dice letteralmente in ebraico) perché la terra a causa loro, è piena di violenza." (Gen. 6,12)
Questa carne corruttibile fu dal platonismo considerata contrapposta ad un’anima immortale (Sap. 3,1-3).
Tale dualismo, che può implicare una superiorità dell’anima sul corpo, l’ebraismo cercò di evitarlo ed il pensiero che questi ha dell’anima traspare dalla seguente preghiera recitata al mattino al risveglio:

"Mio Dio l’anima (nishamah) che mi hai dato è pura.
Tu l’hai plasmata in me, con il Tuo alito l’hai ispirata in me e tu la custodisci in me; un giorno tu la riprenderai, per rendermela in un futuro di cui siamo in attesa.
Per tutto il tempo in cui l’anima resterà in me, ti ringrazierò, o Signore, mio Dio e Dio dei miei padri, sovrano di tutti i mondi, Signore di tutte le anime.
Sii benedetto Signore che rendi le anime ai corpi morti." (da Berachot 60 b)

Per far soppesare la consistenza dell’idea unitaria corpo-anima pensata nell’ebraismo propongo invece la parabola di Rabbi Jehuda ha-Nasi, che evidentemente si riferisce al racconto del giardino dell’Eden:

"Un guardiano storpio e un guardiano cieco dovevano custodire un frutteto.
Disse quindi lo storpio al cieco: Vedo della frutta primaticcia nel frutteto, vieni, prendimi in spalla e raccogliamola per mangiarla.
Il guardiano storpio salì quindi sulle spalle del cieco, raccolsero la frutta e la mangiarono, ma quando giunse il padrone del frutteto capì cosa avevano fatto i due guardiani; fece sedere lo storpio sulle spalle del cieco e li giudicò come una sola persona. In tal guisa anche il Santo, benedetto Egli sia, riconduce l’anima nel corpo e li giudica come una sola cosa." (Sanhedrin 91 a - b)

Nel cristianesimo dei primi secoli parve prendere spazio l’idea platonica per travisamento di pensieri di S.Paolo, che però intendeva attestare la "carne" solo quale ambito e non causa del peccato.
Perciò poi ci soffermeremo a cercare di capire cosa intendesse Paolo con "carne", che non è da confondere semplicemente con "corpo".
È innegabile, infatti, l’unità fondamentale del corpo (carne) - anima per il cristianesimo che a riprova propone la risurrezione nel corpo glorioso del Cristo, che asserisce con autorità assoluta la sintesi eterna che si esplicita poi nel credo apostolico con "la risurrezione della carne" per la vita eterna.
Il credo cioè recepisce la profonda differenza tra corpo e carne ed asserisce la risurrezione di questa.
Per l’anima nel corpo fu poi definitivamente sintetizzata la formula di San Tommaso d’Aquino "anima unica forma corporis", onde anima e corpo sono principi distinguibili solo metafisicamente e non fisicamente, appartenenti ad un unico ente.
È così inconcepibile un corpo vivo senza anima, né un’anima che viva senza un corpo (sia pure diverso per glorificazione di quello d’origine); come afferma lo stesso San Paolo, e se si pensa che il tempo dopo morti non esiste, ma ha senso solo per chi è vivo nel mondo, si verifica che:
  • "Si semina un corpo animale, risorge un corpo spirituale. Se c’è un corpo animale, vi è anche un corpo spirituale, poiché sta scritto che il primo uomo, Adamo, divenne un essere vivente, ma l’ultimo Adamo divenne spirito datore di vita." (I Cor. 15,44s)
  • "In un istante in un batter d’occhio, al suono dell’ultima tromba; suonerà infatti la tromba e i morti risorgeranno incorrotti e noi saremo trasformati." (I Cor. 15,52)
Per avere un’idea di come i cristiani di 1400 -1500 anni fa pensavano l’anima, riporto il brano (VI.1-10) della "Lettera a Diogneto", fatta risalire al VI secolo d.C., che in forma apologetica contro i pagani, propone un paragone della funzione dell’anima nel corpo come quella dei cristiani nel mondo:
  1. A dirla in breve, come è l'anima nel corpo, così nel mondo sono i cristiani.
  2. L'anima è diffusa in tutte le parti del corpo e i cristiani nelle città della terra.
  3. L'anima abita nel corpo, ma non è del corpo; i cristiani abitano nel mondo, ma non sono del mondo.
  4. L'anima invisibile è racchiusa in un corpo visibile; i cristiani si vedono nel mondo, ma la loro religione è invisibile.
  5. La carne odia l'anima e la combatte pur non avendo ricevuto ingiuria, perché impedisce di prendersi dei piaceri; il mondo che pur non ha avuto ingiustizia dai cristiani li odia perché si oppongono ai piaceri.
  6. L'anima ama la carne che la odia e le membra; anche i cristiani amano coloro che li odiano.
  7. L'anima è racchiusa nel corpo, ma essa sostiene il corpo; anche i cristiani sono nel mondo come in una prigione, ma essi sostengono il mondo.
  8. L'anima immortale abita in una dimora mortale; anche i cristiani vivono come stranieri tra le cose che si corrompono, aspettando l'incorruttibilità nei cieli.
  9. Maltrattata nei cibi e nelle bevande l'anima si raffina; anche i cristiani maltrattati, ogni giorno più si moltiplicano.
  10. Dio li ha messi in un posto tale che ad essi non è lecito abbandonare.
Ovviamente si parla dell’anima perfetta, nishmat, soffiata da Dio che risorgerà la carne purificandola col fuoco della risurrezione.
Molte di queste idee si trovano peraltro anche nella seguente parabola ebraica, di cui in qualche modo sono simili le forme, che dimostra la continuità di pensiero in questo campo delle due spiritualità che hanno lo stesso fondamento:

"Come il Santo, Benedetto Egli sia,
colma il mondo intero, così l’anima colma tutto quanto il corpo;
Come il Santo, Benedetto Egli sia,
vede e non è visto, così anche l’anima vede e non è vista;
Come il Santo, Benedetto Egli sia,
nutre il mondo intero, così l’anima nutre tutto quanto il corpo;
Come il Santo, Benedetto Egli sia,
è puro, così anche l’anima è pura;
Come il Santo, Benedetto Egli sia,
dimora nelle stanze più interne, così anche l’anima dimora le stanze più interne.
Venga dunque colei che raccoglie in sé queste cinque qualità e lodi Colui che raccoglie in se queste cinque qualità." (in Berachot 10a)

E c’è il senso dell’amata che attende l’amato, perché sono un’anima sola.
Non a caso l’idea di fondo della parabola (midrash) tracciata dal Genesi è di Adamo ed Eva in una carne sola.
Eva, tratta da Adamo ha per la logica del racconto la stessa anima d’Adamo, perché Dio non risoffiò su Eva, ma "Il Signore Dio plasmò con la costola che aveva tolto all'uomo, una donna e la condusse all'uomo." (Gen. 2,22)

Per l’Islam, sotto l’influsso greco l’anima (dall’arabo nafs, vicina al noepoesh ebraico) è incorporea, "non è racchiusa nel corpo", né gli sta vicina, essa gli sta attaccata come l’amante lo sta alla sua amata, "è creata, quando i corpi sono completi, ma è immortale" (Al Baydawi); l’anima lascerebbe il corpo nel sonno, quando si sogna. (Ibn Qayyim al Diawzziyya)

DECRIPTIAMO LA GENESI
Provo ora a sondare con il sistema di decriptazione di "Parlano le lettere" inserito in "Decriptare le lettere parlanti delle sacre scritture ebraiche" le parole chiave noepoesh e nishamah, nishamat per anima, maschio , femmina , donna e bashar per carne e già queste sono tracce che aprono un discorso che poi verrà sviluppato nella decriptazione di alcuni versetti del Genesi.

noepoesh e si ottengono i predicati:
  • "invia soffio caldo ", che parla, appunto, di respiro;
  • "energia che il soffio ha acceso ", ci dice dell’esistenza di una energia vitale;
  • "angelo che parlando illumina ", che apre la mente all’idea dell’angelo custode;
  • "angelo superbo ", che unito al precedente predicato porta a pensare che nell’anima esista un combattimento tra un angelo buono e un angelo cattivo ed evidentemente i platonici vi avranno visto istinto e ragione.
nishamat e nishamah, i cui predicati la descrivono pienamente:
  • "invia luce agli uomini "
  • "energia per risorgere dai morti "
  • "prestata () agli uomini "
  • "energia che dal Nome esce "
  • "energia che risorgerà i viventi alla fine "
  • "con l’energia il Nome li segnò "
  • "con l’energia che accende la vita li segnò "
È tutta una sinfonia di predicati che sono alla base della teologia sull’anima e che possono essere stati anche suggeritori di idee per formarne il concetto e le conseguenze ad esso connesse.

zacar, è anche con le stesse lettere "memoria", radicale di "ricordare":
  • "colpisce il vaso della mente/testa ", il ricordare;
  • "ha un arma sul liscio corpo ", ne indica il sesso;
  • "puro corpo ", funzione proprie voluta dalla prassi religiosa;
  • "pura mente ", funzione di capo della coppia;
  • "colpire l’agnello ", funzione sacerdotale;
  • "colpito agnello ", l’agnello pasquale, maschio, nato nell’anno da sacrificare.
neqebà, dal radicale nqb forare, "la forata":
  • "l’energia rovescia da dentro fuori ", che descrive il fatto che è forata;
  • "essere puro da dentro uscito ", c’è l’idea che esce dal puro corpo d’Adamo;
  • "energia nel ventre ", riguarda la capacità di figliare;
  • "angelo nel ventre ", idea d’accoppiamenti impuri col demonio (che ci sono nella tradizione ebraica).
‘ish, uomo, "dell’Unico l’essenza ", "dall’Unico è acceso ", "dell’Unico è luce". ("Voi siete la luce del mondo" Mat. 5,14)

‘isshà, donna, moglie, le stesse lettere formano la parola fuoco; "l’Unigenito alla luce uscirà" ("Dio mandò suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge". Gal. 4,4)

bashar, con i seguenti predicati racconta una storia:
  • "Abita un fuoco nel corpo ", che parla di un corpo caldo, cioè vivo;
  • "dentro l’illumina la mente/testa ", è più della materia bruta;
  • "che dentro brucia nel corpo ", parla di passione;
  • "dentro nemico ( = )", parla di un’avvenuta invasione;
  • "dentro lotta ()", dentro si verifica un combattimento;
  • "vergogna ( = ) del corpo ", è la causa di una lotta persa.
È nell’ambito dell’anima vitale, la , più legata alla carne quella "che dentro brucia nel corpo " è dove, come dice San Paolo nella lettera ai Romani, che s’accende il combattimento, "dentro lotta".
Da ciò l’incomprensione sul pensiero del peccato relativo alla carne, che è dell’insieme corpo-anima vitale dell’uomo-vecchio, dell’uomo che ha origini antiche, dell’uomo con l’anima terrena, sia pure spinta al massimo livello, come si arguisce da questi versetti, in cui tutto si collega alla mente e quindi agli istinti:

come se carne fosse l’insieme del corpo e del noepoesh, cioè il corpo vivente, l’uomo con tutta la sua psiche, pensieri, intelletto, sentimenti, a guisa che in sia da comprendere psiche (yuch) e corpo (swma).

"Io trovo dunque in me questa legge: quando voglio fare il bene, il male è accanto a me acconsento nel mio intimo alla legge di Dio, ma nelle mie membra vedo un’altra legge che muove guerra alla legge della mia mente e mi rende schiavo della legge del peccato che è nelle mie membra." (Rom. 7,21-23)

E prosegue:

"E se lo Spirito (pneuma) di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi." (Rom. 8,11)

LA CREAZIONE DELL'UOMO E DELLA DONNA
Poiché la Bibbia, per la tradizione ebraica, ha settanta facce, nel senso che è veicolo d’idee nascoste nelle sue lettere, che originariamente erano tutte egualmente distanziate tra loro senza formare parole compiute, ho provato a sondare alcuni versetti del Genesi, secondo il metodo che uso, ponendo il soggetto e la situazione nel contesto della descrizione tradizionale esterna della creazione.
Di seguito riporto il risultato come s’è prodotto e poi tutto di seguito il testo ricavato.

Gen. 2,7 "allora il Signore Dio plasmò l'uomo con la polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente."





"E fu , per stare giù in un corpo , del Signore la divinità . V’entrò , per starvi a vivere . Venne da uomo ad agire . Il soffio in un corpo della vita angelica entrò . Di un uomo del mondo si portò il soffio chiuso dentro .
I Variante - Dell’Unico il soffio è . Gli portò l’energia per risorgere dai morti in vita .
II Variante - L’Unico soffiò la colomba ( Spirito Santo) che illuminerà l’uomo nella vita .
Sarà i viventi a portare a stare per l’esistenza sulla nube a vivere . Da potenti angeli del Volto alla luce vivranno ."

Gen. 2,7 "E fu, per stare giù in un corpo, del Signore la divinità.
V’entrò, per starvi a vivere.
Venne da uomo ad agire.
Il soffio in un corpo della vita angelica entrò.
Di un uomo del mondo si portò il soffio chiuso dentro.
I variante) Dell’Unico il soffio è. - Gli portò l’energia per risorgere dai morti in vita.
II variante) L’Unico soffiò la colomba (Spirito Santo) che l’uomo nella vita.
Sarà i viventi a portare a stare per l’esistenza sulla nube a vivere.
Da potenti angeli del Volto alla luce vivranno."
Cioè l’anima nell’uomo è una vera incarnazione di Dio, il disegno dell’incarnazione, "l’Adam Kadmon" "l’uomo delle origini" profetizzato in Gen. 1,26-27, perfetto prima del peccato, visto da Ezechiele nelle sembianze d’uomo, concretatosi nel Figlio di Dio fattosi uomo in Gesù di Nazaret, il Cristo (Il carro di fuoco di Ezechiele: ufo e/o macchina del tempo? in "Decriptare la Bibbia").
Dio ha posto nell’uomo il progetto di sviluppo che l’illumina nella crescita sempre che l’uomo non lo rifiuti.
Questa idea si sviluppa e si concretizza nel racconto della formazione della donna tratta da Adamo.
Accade però dalla lettura dei segni che è la sposa del Cristo che viene ad entrare nel Suo costato e portata con Lui nella gloria del Padre.

Proseguo con gli stessi criteri e modalità alla decriptazione dei seguenti versetti che raccontano nella parte nascosta tale situazione.

Gen. 2,19 "Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di bestie selvatiche e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all'uomo, per vedere come li avrebbe chiamati; in qualunque modo l'uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome."






E sarà giù dal corpo del Signore la divinità ad uscire con forza con l'acqua che ai viventi invierà ; uscirà dall'Unigenito col sangue fuori . Per la rettitudine la potenza nella tomba ci risarà nel Crocifisso che uscirà risorto dalla porta fuori e verrà () della sposa () alla vista , e le parlerà che dal mondo in cielo la porterà per stare a casa uniti . Dio riuscirà tra gli uomini potente alla vista (), si riporterà il Crocifisso vivo nel mondo , sarà per l'incontro con il serpente a portarsi . Di tutti l'Unigenito risorgerà i corpi . Sarà a versare nei corpi la divinità ed uscirà dagli uomini l'angelo superbo che vi vive . Fuori porterà il peccatore bastonato .

Gen. 2,20 "Così l'uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutte le bestie selvatiche, ma l'uomo non trovò un aiuto che gli fosse simile."





E saranno a versarsi nel corpo dell'Unigenito aperto gli uomini risorti dalla morte . Guizzando , tutti vi entreranno dentro , dal mondo vivi usciranno con potente volare entreranno in cielo e camminando con vigore saranno con il Crocifisso ad uscire . La devastazione portata dal serpente all'uomo il rifiuto ha conseguito . La forza nel corpo della rettitudine inviata nel cammino l'aiuto avrà portato .

Gen. 2,21 "Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull'uomo, che si addormento: gli tolse una delle sue costole e richiuse la carne al suo posto."




E saranno al volto del Potente a stare ; fuori portati dal mondo nella divinità entrati staranno da vivi . Il Crocefisso nel corpo , per il sangue uscito ha innalzato l'uomo e saranno a stare risorti tra gli angeli e saranno a sedersi/versarsi nell'assemblea dell'Unico . Strappati () dall'abisso ( = ) del tempo saranno stati portati . E saranno stati serrati dentro il risorto corpo del Crocifisso in uno sposalizio .

Gen. 2,22 "Il Signore Dio plasmò con la costola che aveva tolto all'uomo, una donna e la condusse all'uomo."





E saranno da figli con il Signore in Dio ad entrare per starvi i viventi ; verranno alla protezione vedendo da beati il Potente . Seduti/versati nell'assemblea a vivere con gli angeli entreranno gli uomini . Al Potente l'Unigenito i risorti dal mondo porterà ; condurrà in Dio ad entrare gli uomini .

Gen. 2,23 "Allora l'uomo disse: Questa volta essa è carne della mia carne e osso delle mie ossa. La si chiamerà donna perché dall'uomo è stata tolta."





Portati saranno nell'Unico a vivere con i corpi . Entreranno gli uomini in Questi , ne verranno il Volto a vedere , in seno () Gli scenderanno i viventi (in quanto) nel seno () giù dei viventi fu portata dentro la risurrezione che il verme () dentro avrà bruciato nei corpi . Essendo stato il serpente colpito verranno () con il diletto Unigenito dall'Unico alla luce (in cui) vi entreranno per la rettitudine che sarà nei viventi . Gli uomini dal Potente a sedersi/versarsi nell'assemblea entreranno per questa (la rettitudine) venuta ().

Gen. 2,24 "Per questo l'uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne."





Innalzati () dalla rettitudine gli angeli saranno a vedere questi dentro all'Unico essendo risorti . L'Unigenito alla fine dal Padre a stare li porterà , avendola (la rettitudine) portata l'Unigenito dalla croce . L'Unigenito alla Madre la portò , riportandosi alla porta di casa gliela riversò dentro . La Donna () a tutti la portò e nel mondo fu a recarla dal cuore illuminando le menti/teste dei fratelli l'aiutò .

Gen 2,25 "Ora tutti e due erano nudi, l'uomo e sua moglie, ma non provavano vergogna."



E sarà ad uscire (la Donna), essendo stata portata dal Risorto con gli angeli ; apertamente i viventi li vedranno (Il Crocifisso e la Madre) in alto . Risaranno (poi) vivi ad uscire Adamo e la moglie () (Eva) che il Crocifisso avrà riportati . Ed il rifiuto (così) sarà stato completo , (tanto che) la vergogna ( = ) a bruciare avrà portato .

Si ottiene un discorso inatteso e nel contempo completo e conseguente.
La scena inizia con Gesù in croce sul calvario!

Gen. 2,19 - E sarà giù dal corpo del Signore la divinità ad uscire con forza con l'acqua che ai viventi invierà; uscirà dall'Unigenito con il sangue fuori.
Per la rettitudine la potenza nella tomba ci risarà nel Crocifisso che uscirà risorto dalla porta fuori e verrà della sposa (la Chiesa nascente) alla vista, e le parlerà che dal mondo in cielo la porterà per stare a casa uniti.
Dio riuscirà tra gli uomini potente alla vista, si riporterà il Crocifisso vivo nel mondo, sarà per l'incontro con il serpente a portarsi.
Di tutti l'Unigenito risorgerà i corpi.
Sarà a versare nei corpi la divinità ed uscirà dagli uomini l'angelo superbo che vi vive. Fuori porterà il peccatore bastonato.

Gen. 2,20 - E saranno a versarsi nel corpo dell'Unigenito aperto gli uomini risorti dalla morte.
Guizzando, tutti v'entreranno dentro, dal mondo vivi usciranno con potente volare entreranno in cielo e camminando con vigore saranno con il Crocifisso ad uscire.
La devastazione, portata dal serpente all'uomo, il rifiuto ha conseguito.
La forza nel corpo della rettitudine inviata nel cammino l'aiuto avrà portato.

Gen. 2,21 - E saranno al volto del Potente a stare; fuori portati dal mondo nella divinità entrati staranno da vivi.
Il Crocefisso nel corpo, per il sangue uscito ha innalzato l'uomo e saranno a stare risorti tra gli angeli e saranno a sedersi nell'assemblea dell'Unico.
Strappati dall'abisso del tempo saranno stati portati.
E saranno stati serrati dentro il risorto corpo del Crocifisso in uno sposalizio.

Gen. 2,22 - E saranno da figli con il Signore in Dio ad entrare per starvi i viventi; ne verranno alla protezione vedendo da beati il Potente.
Seduti nell'assemblea per vivere con gli angeli entreranno gli uomini.
Al Potente l'Unigenito i risorti dal mondo porterà; condurrà in Dio ad entrare gli uomini.

Gen. 2,23 - Portati saranno nell'Unico a vivere con i corpi.
Entreranno gli uomini in Questi, ne verranno il Volto a vedere, in seno Gli scenderanno i viventi (in quanto) nel seno giù dei viventi fu portata dentro la risurrezione che il verme dentro avrà bruciato nei corpi.
Essendo stato il serpente colpito, verranno con il diletto Unigenito dall'Unico alla luce (in cui) v'entreranno per la rettitudine che sarà nei viventi.
Gli uomini dal Potente a sedersi nell'assemblea entreranno per questa (la rettitudine) venuta.

Gen. 2,24 - Innalzati dalla rettitudine gli angeli saranno a vedere questi dentro all'Unico essendo risorti.
L'Unigenito alla fine dal Padre a stare li porterà, avendola (la rettitudine) portata l'Unigenito dalla croce.
L'Unigenito alla Madre la portò, riportandosi alla porta di casa gliela riversò dentro.
La Donna a tutti la portò e nel mondo fu a recarla dal cuore illuminando le menti dei fratelli l'aiutò.

Gen. 2,25 - E sarà ad uscire (la Donna), essendo stata portata dal Risorto con gli angeli; apertamente i viventi li vedranno (il Crocifisso con la Madre) in alto.
Risaranno (poi) vivi ad uscire Adamo e la moglie (Eva) che il Crocifisso avrà riportati.
Ed il rifiuto (così) sarà stato completo, (tanto che) la vergogna a bruciare avrà portato.

CARNE COME CORPO ABITATO
Restano ora da sondare con la decriptazione i versetti del Genesi in cui per la prima volta appare la parola carne.
Inizierò dal primo versetto del Capitolo 6.
La traduzione usuale da luogo ad pezzo ostico mai ben compreso, episodio definito difficile da parte dei commentatori.
Questi suggeriscono il riportare da parte dell’autore del Genesi, sia pure senza aderirvi, l’antico mito di razze di superuomini ed osservano che il giudaismo in questi "figli di Dio" ha visto angeli colpevoli, mentre i Padri della Chiesa dal IV sec. vi considerano unioni tra le discendenze di Set e di Caino.(Vd. Bibbia Gerusalemme, nota al Capitolo Gen. 6)

Gen. 6,1 "Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla terra e nacquero loro figlie,"



E fu nel mondo la forza della rettitudine che c'era ad uscire ammalata nell'uomo per il serpente che nei corpi da padrone il soffio ad inviare fu . Entrò nell'uomo la perversità () ad abitare ; con l'energia portò a segnare chi partorisce . E la potenza uscì dai viventi .

Gen. 6,2 "i figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle e ne presero per mogli quante ne vollero."





E fu nei corpi lo spirito dei morti dell'angelo (ribelle), essendo uscita la divinità che entrata era nei viventi . Vennero () figli portati segnati nel mondo , uomini (da cui) la rettitudine era nei cuori dentro finita per l'entrata energia della perversità (). Furono rovesciati nella prigione , portati dal serpente nel mondo . Nei viventi l'angelo pose ( = ) una piaga . Il serpente delle donne () i corpi che abitava ad accendere () portava .

Gen. 6,3 "Allora il Signore disse: Il mio spirito non resterà sempre nell'uomo, perché egli è carne e la sua vita sarà di 120 anni."





Furono ad iniziare esseri ribelli () ad esistere nel mondo portati ad uscire dai potenti in cui la calamità portavano dell'angelo (ribelle) nei corpi . Si portò a vivere () dentro l'uomo il serpente per agire , perché () dentro sviando () i viventi fuori li portava dall'Unico Dentro gli bruciava di saziarsi l'essere portandosi a vivere nei giorni , dall'Unico fuori . Ma per agire del Principe in un mare di fuoco l'angelo entrerà !

Gen. 6,4 "C'erano sulla terra i giganti a quei tempi - anche dopo quando i figli di Dio si univano alle figlie degli uomini e queste partorivano loro dei figli: sono questi gli eroi dell'antichità, uomini famosi."







Nel mondo caduto , fu con i viventi ad entrarvi , fu a portarsi dentro la terra ad abitare nei giorni a vivere . Entrato nel mondo dalle matrici portò a scorrere la vita . Iniziò ad ardere () la forza della rettitudine . L'angelo con l’Unico accese contesa . Desiderarono () dentro (altri) angeli che furono maledetti a stare . La divinità che dentro abitava () finì d'uscire dall'uomo portatasi a starvi (ormai) una potenza impura (). Il serpente entrato a vivere nel mondo , dai viventi , entrando , uscì la superbia () nei corpi . Fu nei viventi ad iniziare ad accendere il verme () dell’operare in modo perverso . Nei viventi iniziò l'oblio del Nome .

Gen. 6,5 "Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che ogni disegno concepito dal loro cuore non era altro che male."





Ed il timore del Signore con la rettitudine fu dai corpi da dentro ad uscire per il cattivo completamente entrato nell'uomo . Dentro la terra portò il maligno la tribolazione (). Le macchinazioni nei cuori portò . Nei corpi versò il male . In tutti nel mondo fu a portarsi a vivere .

Gen. 6,6 "E il Signore si pentì di aver fatto l'uomo sulla terra e se ne addolorò in cuor suo."



Ma fu a sentire compassione il Signore . La rettitudine per spazzarlo () bruciandolo dal mondo venne in un uomo . Dentro la terra portò la forza per finire l'idolo . Dio dal serpente a casa si portò .

Tratta l’autore nel testo nascosto come la superbia ha invaso e pervaso l’umanità. Vista l’anima come un’estensione divina nell’uomo, l’uomo è immagine di Dio nel mondo, ma essendovi completo il libero arbitro può sussistere anche la volontà della negazione di Dio e con ciò l’anima può essere invasa dalla negazione dell’essere.

Gen. 6,1 - E fu nel mondo la forza della rettitudine che c'era ad uscire ammalata nell'uomo, per il serpente che nei corpi da padrone il soffio ad inviare fu.
Entrò nell'uomo la perversità ad abitare; con l'energia portò a segnare chi partorisce.
E la potenza uscì dai viventi.

Gen. 6,2 - E fu nei corpi lo spirito dei morti dell'angelo (ribelle), essendo uscita la divinità che entrata era nei viventi.
Vennero figli portati segnati nel mondo, uomini (da cui) la rettitudine era nei cuori dentro finita per l'entrata energia della perversità.
Furono rovesciati nella prigione, portati dal serpente nel mondo.
Nei viventi l'angelo pose una piaga.
Il serpente delle donne, i corpi che abitava, ad accendere portava.

Gen. 6,3 - Furono ad iniziare esseri ribelli ad esistere nel mondo portati ad uscire dai potenti in cui la calamità portavano dell'angelo (ribelle) nei corpi.
Si portò a vivere dentro l'uomo il serpente per agire, perché dentro sviando i viventi fuori li portava dall'Unico.
Dentro gli bruciava di saziarsi l'essere portandosi a vivere nei giorni, dall'Unico fuori.
Ma per agire del Principe in un mare di fuoco l'angelo entrerà!

Gen. 6,4 - Nel mondo caduto, fu con i viventi ad entrarvi, fu a portarsi dentro la terra ad abitare nei giorni a vivere.
Entrato nel mondo dalle matrici portò a scorrere la vita.
Iniziò ad ardere la forza della rettitudine.
L'angelo con l’Unico accese contesa.
Desiderarono dentro (altri) angeli che furono maledetti a stare.
La divinità che dentro abitava finì d'uscire dall'uomo portatasi a starvi (ormai) una potenza impura.
Il serpente entrato a vivere nel mondo, dai viventi, entrando, uscì la superbia nei corpi a stare.
Fu nei viventi ad iniziare ad accendere il verme dell’operare in modo perverso.
Nei viventi iniziò l'oblio del Nome.

Gen. 6,5 - Ed il timore del Signore con la rettitudine fu dai corpi da dentro ad uscire per il cattivo completamente entrato nell'uomo.
Dentro la terra portò il maligno la tribolazione.
Le macchinazioni nei cuori portò.
Nei corpi versò il male.
In tutti nel mondo fu a portarsi a vivere.

Gen. 6,6 - Ma fu a sentire compassione il Signore.
La rettitudine per spazzarlo bruciandolo dal mondo venne in un uomo.
Dentro la terra portò la forza per finire l'idolo.
Dio dal serpente a casa si portò.

LA VITA COME SCELTA
È in un certo senso confermato il pensiero dell’ebraismo della cacciata degli angeli ribelli, ma c’è di, più.
Dio dell’Antico Testamento conosce nel profondo cosa vuole veramente ogni uomo.
L’incarnazione di Dio, testimoniata nel Nuovo Testamento dai Vangeli, vuole essere la certezza che Lui ha dato della Sua volontà di salvare l’uomo nella sua interezza, tanto che viene addirittura a prenderlo fisicamente.
L’uomo per la Bibbia è sede d’una scintilla divina che personalizza per lui il progetto di sviluppo e nulla sarà perduto di lui, se lui non vuole perdersi.

"Vedi, io pongo davanti a te la vita e il bene, la morte e il male." (Deut. 30,15)
"Davanti agli uomini stanno la vita e la morte; a ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà." (Qoelet 15,17)

Se ci fermiamo al corpo e alla mente quelle sono destinate alla morte.

"Infatti la sorte degli uomini e quella delle bestie è la stessa; come muoiono queste muoiono quelli; c’è un solo soffio vitale per tutti." (Qoelet 3,19a)

Entrambi, infatti, hanno la .
Però l’uomo ha in se il potere della volontà che opera sulla psiche sui sentimenti e questi comandano le sue azioni e l’uomo integrale deve voler aderire al disegno di Dio:

"Ascolta Israele: il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo. Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore (), con tutta la tua anima () con tutte le tue forze ()." (Deut. 6,4.5);

infatti, il Vangelo di Matteo (Mt. 22,37), e gli altri paralleli che richiamano questo versetto, per anima usa psiche (yuch); e cuore, psiche e forze è tutto ciò è in potere dell’uomo, il resto lo fa Dio.

Allora lo Spirito di Dio nell’uomo, l’altra anima che non può che amare Dio, l’attira verso quella direzione e ve lo trascinerà tutt’intero "Tutti coloro che sono guidati dallo Spirito di Dio, costoro sono figli di Dio." (Rom. 8,14)

L’uomo non è perciò scindibile in anima e corpo!
Non solo, ma non è nemmeno scindibile da Dio e la vita in questo mondo è periodo di fidanzamento nel quale viene messa alla prova la fedeltà reciproca.

Certamente in Lui troviamo la nostra anima gemella come dicono i profeti:
  • Osea (2,21-22) "Ti farò mia sposa per sempre, ti farò mia sposa nella giustizia e nel diritto, nella benevolenza e nell’amore, ti fidanzerò con me nella fedeltà e tu conoscerai il Signore."
  • Isaia (62,5) "Si come un giovane sposa una vergine così ti sposerà il tuo architetto; come gioisce lo sposo per la sposa così il tuo Dio gioirà per te."
  • Ed in questo campo non sono ammesse fecondazioni eterologhe; cioè intromissioni esterne alla coppia.
    In questo contesto nel pensiero biblico dell’Antico e del Nuovo Testamento, l’essere umano, anima e corpo, è progetto di persona inscindibile nelle sue componenti voluta ed amata da Dio così com’è.
    Ha in se una perfezione di progetto atto a superare il tempo e lo spazio.
    È in definitiva un missile cielo-terra-cielo, a vari stadi che ha una capsula caricata d’energia iper-spazio-temporale, perciò divina: capace di condurre l’identità totale di ciascuno in dimensioni sconosciute, perché:

    "In lui viviamo, ci muoviamo ed esistiamo." (Atti 17,28)

    È questa la risposta della rivelazione biblica che risponde all’esigenza dell’uomo aldilà, ma non contro la scienza, e gli assicura che viene dal cielo e là tornerà.
    Siamo angeli intersecati su un mondo a 4 dimensioni.

    a.contipuorger@gmail.com

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