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L’UOMO NUOVO: SOGNO E REALTÀ D’UN ALCHIMISTA CRISTIANO
di Alessandro Conti Puorger

(Vedi anche: "Se l’Uomo viene dal cielo là torna")

Chi è in grado di escludere che vi siano altri universi?
Innanzitutto spiego perché mi definisco un alchimista cristiano.
La mia educazione e la mia fede sono radicate nel cristianesimo; m'interesso di decriptazione della Bibbia ebraica e porto avanti un metodo per scrutare tali scritti facendo parlare le lettere ebraiche come disegni.
Nel "Dizionario di usi e leggende ebraiche" di Alan Unterman (Editori Laterza) sotto la voce "alchimia" tra l'altro leggo:
"...si credeva che le tecniche di combinazione delle lettere (gematria, alfabeto ebraico...) che consentiva ai mistici di controllare il potere creatore divino, corrispondessero alla combinazione degli elementi chimici che erano a centro degli esperimenti alchemici."
Non ardisco a tanto ovviamente, né cerco di produrre oro dal piombo, ma sono un alchimista cristiano perché uso lettere ebraiche per far parlare un testo nascosto dall'Antico Testamento che è profetico della vita del Cristo in Gesù di Nazaret.

Ciò premesso entro nel vivo del discorso.

UNIVERSI E ALTRE DIMENSIONI
Chi è in grado di escludere che vi siano altri universi?
La Bibbia, che inizia con la lettera ebraica = B = 2 e non con la lettera = A = 1, anche attorno a questa idea ai sapienti ebrei ha dato tanto da pensare.
La dottrina della creazione dal nulla è accolta dall’ebraismo come interpretazione naturale del racconto dei Capitoli 1, 2 e 3 del Genesi, anche se esistono midrash per i quali il mondo sarebbe stato creato dai resti di mondi precedenti ed in tal senso alcuni leggono i primi due versetti di Gen. 1.
La kabbala, nel medioevo, invece seguì la via dell’emanazione di mondi a vari livelli fino ad arrivare alla essenza divina.
Se si va però un po’ a fondo si ricava che anche questa è un’idea biblica, sia dell’Antico sia del Nuovo Testamento.
Di ciò si rinviene traccia là ove si parla dei cieli dei cieli:

- Deut. 10,14; 1Re 8,27; Neh. 9,6; Sal. 68,33;
- Sal. 148,4 "Lodatelo cieli dei cieli";
- Is. 64,1 "Oh, se tu squarciassi i cieli e scendessi";
- Is. 65,17 "Ecco io creo dei nuovi cieli" e Is. 66,22.

Anche nel Nuovo Testamento vi sono accenni di più cieli:

- Ef. 4,10 "Colui che discese è lo stesso che anche ascese al disopra di tutti i cieli, per riempire tutte le cose."
- 2 Cor. 12,2 "Conosco un uomo in Cristo che, quattordici anni fa, - se con il corpo o fuori dal corpo non lo so, lo sa Dio - fu rapito fino al terzo cielo."

La Lettera agli Ebrei del Nuovo Testamento, peraltro, propone: "Per fede noi sappiamo che i mondi - tonV aiwnaV - furono formati dalla parola di Dio" (Ebr. 11,3a).
Anche in quest’altro versetto si potrebbe tradurre i mondi: "(Dio) in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha costituito erede di tutte le cose e per mezzo del quale ha fatto anche il/i mondo/i" (Ebr. 1,2 - anche qui c’è tonV aiwnaV).
Nel creato può perciò esservi di tutto e nessuno può porre limiti a Dio.
Anche se non ci conosciamo, sicuramente abbiamo in comune almeno l’origine ; quella vera, che certamente c’è, qualunque essa sia.
Ci accomuna poi un altro fatto: viviamo in questo stesso pianeta, il terzo per distanza della stella detta sole, d’una galassia della Via Lattea.
Forse però, per essere precisi, sarebbe da aggiungere l'informazione di quale universo stiamo parlando, cioè dell'universo a quattro dimensioni spazio-temporale.
Abbiamo perso o forse non abbiamo ancora potere e/o memoria in altre dimensioni?
Non sappiamo ancora o non ci ricordiamo come tornarci o andarci?
Abbiamo avuto come un ictus o non siamo ancora cresciuti?
Stiamo crescendo o stiamo semplicemente morendo?
In definitiva tendiamo a zero o all’infinito?
È possibile perciò anche pensare che ciascuno di noi è un individuo che ha coscienza solo della propria proiezione "nella tridimensionale bidirezionale X, Y, Z spaziale e unidirezionale (+) temporale T", ma è una creatura più complessa che si va formando e che la nostra memoria, per ora è solo in quest’ambito, mentre la percezione e quindi la memoria intera, di chi si va integralmente formando, non è ancora matura per esprimersi.
In queste dimensioni abbiamo un potere, ma relativo, come pedine sulla scacchiera che possono solo andare avanti, ma un passo alla volta, diritti senza inciampi o storti alla bisogna, però senza fare salti e senza poter tornare indietro, camminando un po’ sul bianco e un po’ sul nero, e chi ha orecchi per intendere intenda!
Questa è la nostra scuola di crescita o palestra; tutto per un Re.
Alla fine della partita le pedine potranno forse capire l’intera strategia, se si trasformeranno in Regine arrivando alla casella finale.
Com’è accaduto ciò?
Beh, anche l’infinito lassù, l’immutabile per antonomasia è - se non fosse ritenuto assurdo - così mutabile che non sembra che muti, in quanto proprio se non creasse sarebbe mutabile.
È un infinito in perenne pulsione, un cuore ultracosmico.
La Vita che ama se stessa crea esseri che possano partecipare del Suo Essere e si genera in tutte le possibili sfaccettature, direzioni, dimensioni e modalità pur rimanendo immutabile nell’essenza.
L’origine , da dentro di sé - perciò padre in ebraico, ed in questo senso è proprio Padre di tutti - lancia, di continuo, progetti che umanamente parlando, dal chiuso porta della sua mente ad uscire come un vento ; lo "spirito" in ebraico e questo spirito percorre i creati delle varie dimensioni con un suo raggio d’energia creatrice.
Invia il Nome - vale a dire il Cielo dei cieli - il disegno/segno , il nishmat , soffia cioè l’anima d’un essere vivente che contiene appunto l’impronta di chi l'ha inviato , del Nome che l’ha emesso, un sigillo di vita , che ha completo il potere d’ordinare tutte le dimensioni che vuole nell’ambito del complesso dei "regni" ed universi che ha già creato.
Tutti siamo fatti con lo stesso sigillo, ma ciascuno è un esemplare unico e irrepetibile, libero ciascuno d’accettare d’interpretare a pieno il ruolo che ci spetta oppure no.
Nella Mishnah in Sanedrin IV è detto: "…per dire della grandezza del Santo, sia Egli benedetto, giacché l’uomo conia molte monete con un calco solo e tutte così s’assomigliano a vicenda, ma il Re dei re, il Santo, sia Egli benedetto, Lui ha coniato ogni uomo con il calco del primo uomo, e nessuno di loro assomiglia al suo collega . Per questa ragione ciascuno può dire: Apposta per me è stato creato il mondo."
Adamo è il primo uomo o piuttosto è il primo esemplare venuto, ma il conio è predisposto sul Nome che implica un modello perfetto e fa collocare la volontà dell’incarnazione a prima dei tempi?
Evidentemente il nishmat è come se avesse un codice interno con potere creativo - dentro dei corpi origine - del progetto che vuole attuare nei vari stadi d’evoluzione, e questo raggio inizia a fermarsi al livello del mondo di quell’universo con le dimensioni che nel progetto stesso è stabilito, e là in quell’ambito, che potrebbe anche non essere il nostro, attecchisce e si sviluppa.
Certo noi non possiamo che parlare e capirci con termini di qui, perciò la mente direzionale di cui parlo, per non definirlo semplicemente Dio, si può schematizzare il "luogo della corona" come dicono i kabbalisti il il vaso con i disegni nella mente/testa , da dove si portano come da un’assemblea gli inviati = angeli di comando, che sono anche i tutori del progetto; questi sono ad uscire per portarsi nei mondi cioè Iahwèh. (Sto utilizzando i significati delle varie lettere ebraiche di "Parlano le lettere" inserito in "Decriptare le lettere parlanti delle sacre scritture ebraiche").
Che vi possano essere spazi a più di tre dimensioni non è un problema per i matematici; i fisici poi si sono provati ad immaginare mondi con il tempo che si percorre anche in senso inverso e parlano d’antimateria e
È infatti dagli anni '30 che si parla di "materia oscura", ma recente è la notizia della scoperta del radiotelescopio dell'Università di Manchester, confermata dal telescopio di La Palma nelle Canarie, d'una galassia oscura, la VIRGO H 121, localizzata nell'ammasso della Vergine, a 50 milioni di anni luce da noi, 100 milioni di volte più grande del Sole e nonostante ciò invisibile e solo captabile dal radiotelescopio.
La fantascienza ha tutto ciò sondato in molte direzioni speculando su ipotetici stargate per altri universi, possibili per noi, visto che i buchi neri non sono praticabili.
Tutto ciò per rimanere nel misurabile fisicamente, ma vi sono altre dimensioni invisibili che non sono quantizzabili in questo mondo.
Ad esempio le sette dimensioni spirituali che hanno a base di misura la carità, ed entrando nell’ambito dell’antimateria, le corrispondenti sette dimensioni negative i cui riflessi si sentono anche in questo mondo, ma sono solo punte d’un sommerso che - ed è meglio così - non conosciamo.
Tra l’altro il versetto all’inizio del paragrafo della Lettera agli Ebrei (11,3) prosegue in tal modo: "sì che da cose non visibili ha preso origine quello che si vede" e quindi ammette che vi siano dimensioni di passaggio ignote ai nostri sensi.

UN PROGETTO CIFRATO AUTORIGENERANTESI
Mentre in questo mondo, nel caso specifico di quelli come noi, il progetto inviato di luce di vita si completa , insomma l’anima nishmat del progetto si esplica anche visibilmente con l’aggregazione d’atomi formanti molecole ordinate, rilevabili nel DNA, che si auto organizzano per divenire prima un embrione, poi un feto all’interno di simili a noi e poi… il bimbo che, stressato, è portato a condizioni di vita completamente nuove.
In pratica in senso figurato "muore", quello che era il feto, lascia come scoria la buccia della placenta… ed esce il neonato passando per un tunnel nero come la morte, ma morte non è, bensì è vita nuova.
Nasce un essere, uomo o donna nel mondo che conosciamo, ma questi non è tutto e solo quello che è, anche se è tutto ciò che possiamo verificare.
Sotto le nostre possibilità percepiamo, oltre il fisico, le qualità e le energie che il volto accendono, illuminano od infiammano ; in altre parole le capacità relazionali, di come e di cosa parla, di come agisce nell’ambito dei sentimenti e della razionalità, insomma psiche e ragione che animano il corpo "animale" .
Tutto ciò però è solo una sezione nelle dimensioni di questo mondo, in cui sono escluse molte altre, che ad alcuni sembrano solo sogni fantastici e vaneggiamenti.
Man mano che si cresce tutto cresce in noi, e con noi, ed il nostro essere completo si può dire deborda e lo vedono solo alcuni, se lo vedono, perché la ricezione riguarda campi e dimensioni che superano le qualità di qua, tanto che sono pochi coloro che si propongono come persone che ne hanno un qualche sentore, grazie a singolari doti percettive, che purtroppo molti millantano d’avere.
Si agisce di qua, ma si cresce non solo qua, ma anche lassù e/o laggiù, poi si vedrà di ciò che è stato costruito cosa attira di più...
In ciò però ha peso, e non da poco, la grazia, vale a dire per rimanere nei termini, l’aggiunta del peso del progetto, cioè dell’amore che il Progettista v’ha messo e che è certamente partigiano a favore della attuazione, ma… a regola d’arte.
Quest’architetto poi, in ogni ambito dimensionale, ha lasciato per noi almeno un grado di libertà, come la pedina dell’esempio prima fatto, d’andar diritto o deviare ed in questo sta il nostro libero arbitrio.
Come per un feto che cresce nel ventre d’una donna - e man mano che lui cresce e dà calcetti e si muove aumenta anche l’affetto ed il legame per lui della madre - c’è la crescita di un istinto, di un imprinting, perché di lei, della madre, s’abitua a sentirne i suoni, ma lui non lo sa.
Questi comprende, solo dopo che è nato e cresciuto, che in quei nove mesi i genitori l’attendevano e che in lui s’è formato l’istinto, trasformato ora in sentimento, quindi in amore per lei e per il padre, così, estrapolando, l’individuo cresce, senza averne piena coscienza, anche in dimensioni particolari, oltre che in questo mondo, accettando pian piano a vari livelli l’affetto che riconosce venire dall’alto e che dà vita.

Anche in questo mondo s’afferma che tutte le azioni dell’uomo sono scritte in cielo e vi sono cenni al giudizio finale su tutte le azioni compiute nel corpo.
Le dimensioni spazio e tempo (passato - presente - futuro), potrebbero coesistere in mondi sensibili alle dimensioni di crescita complete del nostro essere, solo che in quei mondi noi siamo forse ancora dei feti, perciò senza percezione, ma ci siamo, mentre chi può accedervi ci vede come siamo.
È esperienza di tutti che il progetto di crescita del corpo umano è programmato e si ferma dopo un certo tempo; similmente alla scuola della vita cresce l’individuo tutt’intero, finché un bel giorno si nasce.
Muore l’uomo di terra e nasce un essere nuovo passando per la morte , che in definitiva, accettando questo schema, è porta della vita nuova; ossia della vita porta a segno/al disegno .
L’energia che è in noi, e che ha formato l’essere completo, sarà in quel momento come ad esplodere ed il nostro essere, nel mondo che definiremo spirituale, ci attirerà e l’energia creativa di noi in noi ci risorgerà dai morti .
È questa, della resurrezione dei morti, idea che ha radici antiche, si pensi già solo agli Egizi e quante forze, capacità hanno profuso e quante opere hanno intrapreso e concluso per tale idea!
Il nostro essere attrarrà a sé l’intero costruito del nostro progetto in attuazione e tutto ciò che ci appartiene in modo indelebile, che è nato in questo mondo e nelle altre dimensioni, si compatterà e verrà a far parte per sempre d’un individuo nuovo che però completamente si riconosce ed è riconosciuto nella propria singolare ed unica personalità; l’anima completa , con la "carne" glorificata, che non vedrà più la corruzione, necessaria a garantirne la sua individualità.
Dice Gesù nel Vangelo di Giovanni al sapiente ebreo Nicodemo andato a trovarlo di notte "In verità, in verità ti dico, se uno non rinasce dall’alto, non può vedere il Regno di Dio." (Gv. 3,3) e non è un accenno da poco per l’autorità da cui viene.
I Cristiani praticano Il battesimo come segno efficace della volontà dall’alto del Nome , Padre , Figlio e dello Spirito Santo, di farci nascere a vita nuova; si muore in Cristo e si rinasce in Cristo.
Ciò si può vedere quale attuazione di quanto detto; cioè quando è il momento si sorge alle nuove dimensioni grazie all’energia che ci risorge dagli uomini a livelli superiori e si esce da quello spazio temporale, si lascia una buccia, quello che è il cadavere; ma il nostro essere completo, l’individuo intero , con un "corpo" nuovo, come una farfalla che lascia la crisalide, si porta al livello che gli compete per la crescita avuta, con una "materia" particolare che è propria di lassù, ma che rende possibile il riconoscimento della nostra "carne" integrale, che direi in termini umani, luminosa come:

- quella dell’angelo che annuncia la risurrezione: "Il suo aspetto era come la folgore e il suo vestito bianco come la neve." (Mat. 28,12);
- appare quella di Gesù nella trasfigurazione ove:
- "il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce" (Mt. 17,2);
- "le sue vesti divennero splendenti bianchissime; nessun lavandaio della terra potrebbe renderle così bianche" (Mc. 9,3);
- "il suo volto cambiò d'aspetto e la sua veste candida e sfolgorante" (Lc. 9,29);
- i due uomini che parlavano con Lui "Mosè ed Elia, apparsi nella loro gloria" (Lc. 9,31).

Per i contemporanei, che pure non conoscevano la corrente elettrica di grande potenza ed i fenomeni elettromagnetici, descrizioni del genere dovevano risultare per lo meno insolite, eppure sono simili a quelle descritte nell'Antico Testamento in occasione di teofanie sul Sinai, con fulmini e boati, d'azioni uscenti dall'Arca dell'Allenza (1 Sam. 6,6.7; 1 Cr.13, 9) e da carri celesti (Ezechiele 1).

RISURREZIONE SOGNO DEGLI ALCHIMISTI, REALTÀ IN CRISTO
Anche nel mondo egiziano c’è l’immagine del giudizio finale del morto e la dea Maat che su un piatto della bilancia in presenza del dio Anubi, mette la piuma della giustizia - leggerissima perché non misurabile in questo mondo - e sull’altro piatto il cuore dell’uomo con le azioni fatte in vita.
Già nel pensiero egiziano spiccava, infatti, la concezione di Ba, l’immagine dell’anima, il doppio spirituale dell’uomo, che potrebbe essere descritto come una specie di corpo stellare dell’uomo.
Per il mondo saremo morti, ma il nostro essere integrale lo portiamo via.
Ciò è quanto qui nel mondo è definito risurrezione dei morti.
E non finisce ovviamente così, l'idea è che il processo di perfezione continuerà in un’altra forma di tempo inimmaginabile da qui, che è in sintesi la vita eterna, e dotati del nostro corpo glorioso serviremo oltre il tempo in modo sempre più efficace la Vita.
Crescendo vi sono accenni nei sacri scritti che danno da pensare che avremo, su ordine che viene d’all’alto, di divenire portatori di progetti e di comandi nell’universo dimensionale dei livelli inferiori a quelli dove staremo e continueremo ad essere aiutati alla continua crescita dai livelli superiori che troveranno il modo di interagire con noi, in quanto la Vita è servizio ed in ciò si innesta l'idea degli angeli custodi.
"Beato quel servo che il padrone arrivando troverà al suo lavoro. In verità vi dico, lo metterà a capo di tutti i suoi averi." (Lc. 13,43s)
C’è la costruzione del Regno dei cieli in gioco e "A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più." (Lc. 12,48)
È da leggere la parabola dei talenti, Mt. 25,14-30, inserita prima del discorso sul giudizio finale nel cui ambito è scritto: "Beato servo buono e fedele … sei stato fedele nel poco ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone." (Mt. 25,23) e c’è l’accenno che, se uno è cresciuto in qualche campo specifico delle realtà di cui parlo, sarà impiegato in opere importanti: "A chiunque ha sarà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha." (Mt. 25,29)
Poi c’è anche la controparte a monito, in cui s’intravede un regno negativo: "E il servo fannullone gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti." (Mt. 25,30)
Siamo cioè angeli in crescita e lo saremo realmente e si attuerà appieno il sogno di Giacobbe: "Una scala poggiava sulla terra, mentre la sua cima raggiungeva il cielo; ed ecco gli angeli di Dio salivano e scendevano su di essa." (Gen. 28,12)
Il principio alchemico, che ha guidato gli antichi nella ricerca di una porta del cielo per mettersi in comunicazione con mondi astrali che l’uomo di tutti i tempi ha pensato che esistono, ma non può dimostrarne l'esistenza, è definibile nel concetto: "come in cielo così in terra".
Quello che gli alchimisti hanno sognato, cioè che i mondi spirituali e i mondi materiali siano compenetrati fra loro e si congiungano grazie alla luce che impregna ogni cosa si verificherà e si è già verificato.
L’archetipo dell’individuo totale è stato spesso rappresentato con l’immagine di un corpo di luce, ed i Vangeli l’hanno attribuito al Cristo, primo degli uomini e Dio nel contempo e per mezzo di Lui il Padre ha dimostrato che la Sua sorte è possibile anche per noi e che la vita quaggiù è un necessario, ma conveniente passaggio: "Chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me." (Mt. 11,38); croce come storia intesa come l'assumere interamente su sé il progetto esistenziale attribuitogli da Dio!
"Chi avrà trovato la sua vita la perderà; e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà." (Mt. 11,39), che si può anche leggere come: chi segue il proprio progetto di vita si perderà, chi segue il progetto che ha seguito il Cristo la troverà.
La risurrezione è vedere la luce; cioè la nascita dell’uomo dal corpo glorioso di cui parla San Paolo:

- "Così anche la risurrezione dei morti: si semina corruttibile e risorge incorruttibile, si semina ignobile e risorge glorioso, si semina debole e risorge pieno di forza, si semina un corpo animale, risorge un corpo spirituale." (1 Cor. 15,42.43)
- "In un istante in un batter d’occhio, al suono dell’ultima tromba; suonerà infatti la tromba e i morti risorgeranno incorrotti e noi saremo trasformati." (I Cor. 15,52)

Un corpo di luce bianca che attualizza il "come in cielo così in terra" rovesciandolo in "così in cielo come in terra".
Sul collegamento delle vicende in cielo ed in terra segnalo:

- "A te darò le chiavi del Regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli." (Mt. 16,19)
E la tiara o triregno dei pontefici ricorda l'esistenza di mondi inferi, terreni e superiori.
- la preghiera per eccellenza del cristianesimo che ci ha insegnato il Cristo stesso, Gesù di Nazaret, riportata nel Vangelo di Matteo (6,9b-13): "Padre nostro che sei nei cieli sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male", si chiede in definitiva l’attuazione senza ostacoli del disegno della volontà di Dio per tutti i suoi figli non solo in terra e c’è, così, evidente traccia di quanto gli alchemici hanno preso a loro motto.
Jung, s’interessò della figura del corpo luminoso nei suoi studi raccolti in "Il segreto del Fiore d’oro" affermando che se la prima metà della vita tende alla generazione e alla riproduzione, per perpetuare la vita fisica, lo scopo dell’esistenza spirituale, di solito privilegiata nella cosiddetta seconda metà della vita, sembra essere la generazione e la nascita simbolica di tale corpo dello splendore del diamante.
Anche nell’Opus alchemico si parla di un passaggio "dalla nigredo alla albedo" come trasformazione e purificazione della materia, che come scoria nel crogiolo viene purificata.
Gli alchimisti si riferivano al corpo di gloria, che sembra vivere dentro l’uomo e corrisponde, in campo biblico, a ciò che San Paolo definisce "Cristo in me".
Uno degli scopi dell’alchimia medioevale, frutto indubbio della kabbala ebraica, era appunto il recupero dell’uomo di luce nascosto nella materia.
L’immagine del corpo spirituale che emana luce bianca è una tradizione antica, si pensi all’aura dei santi, ed anche nella gnosi, ove un ruolo importante l’aveva la figura dell’uomo primordiale vestito di luce.
Zosimo dice che l’uomo terreno, di carne, porta in sé l’uomo spirituale.
Paracelso, medico e filosofo, ipotizza l’esistenza, d’un corpo semimateriale, immagine speculare di quello fisico, che chiama corpo sidereo o astrale: "Nella morte il corpo elementare va nella tomba col suo spirito, ma i corpi eterei vengono consumati nel firmamento."

PERCHÉ SERVE UN SALVATORE
Evidentemente i sapienti dell’ebraismo si sono però interrogati sulla tendenza all’errore che c’è nell’umanità e sulle oggettive colpe che ha l’uomo e quante di queste siano ineluttabilmente legate all’origine "polvere è, e polvere tornerà".
Risultava chiaro che nell’uomo c’è come una potenza avversa che lo spinge verso il basso e che contrasta la tendenza che pure sente a salire verso l’alto.
Caino, irritato perché Dio non sembrava gradire il suo sacrificio, si sentì dire da Dio stesso "…il peccato è accovacciato alla tua porta, verso di te è il suo istinto, ma tu dominalo." (Gen. 4,7), però il patatrac di Adamo ed Eva col serpente si era ormai verificato e anche Caino peccò e giù così via via tutti gli uomini.
Dio, allora, fece un segno sulla fronte di Caino, il segno della salvezza dei Cristiani, una croce (vedi: I primi vagiti delle lettere ebraiche nella Bibbia).
Se ne ricava che la conclusione non può essere quella evolutiva; cioè l’uomo da solo non ce la fa e pur con il diluvio universale nulla cambiò, perché il peccato ricominciò con i figli di Noè, subito dopo il diluvio con Cam.
Ciò che cambiò fu, secondo la Genesi, l’atteggiamento di Dio che iniziò un’alleanza (e le alleanze si fanno in vista di guerre) con l’uomo contro il male.
Ne è prova la visione del progressivo senso del dilagare del male e del peccato che si ricava dalla lettura dei primi capitoli del Genesi.
Tale stato di fatti comportava una storia di salvezza, per trarre fuori l’uomo da difficoltà oggettive di crescita, onde s’attuasse la promessa d’una vittoria finale da parte della stirpe della donna che "ti schiaccerà la testa".(Gen. 3,15b)
Per l’ulteriore crescita occorreva un atto creativo-salvifico, atto a piegare la bilancia a favore dell’uomo.
Nella lotta interiore dell’uomo contro "il male", che deve pur sempre sussistere e continuare, si sentì sempre di più la necessità e s’invocò una giustizia divina che tenesse conto e superasse le difficoltà dell’uomo per l’insita tendenza negativa che di fatto è ineluttabile, perché nell’uomo c’è l’istinto di conservazione, connesso alla decisione divina della crescita nella libertà, cioè in assenza della costante presenza del divino che altrimenti sarebbe frenante alla volontà personale.
Si valutò che dall’istinto bestiale non basta salire con la razionalità, che esaspera le capacità individuali con la volontà e la bravura, buone in sé ma che se suscitate dall’orgoglio, in definitiva esaltano lo spirito del primeggiare.
La pur buona volontà di anime elette e il volontarismo sociale non è in grado di trasformare ed elevare la massa degli afflitti e dei poveri della storia, che sono nella fame e nelle guerre: "i poveri li avrete sempre con voi". (Mt. 26,11; Mc. 14,7; Gv. 12,8)
Ovviamente se la creazione dell’uomo è terminata, tutto deve fare da solo l’uomo, ma se Dio avesse aperta o riaperta la via della carità tra gli uomini e tolta la paura della morte, l’uomo sarebbe stato salvato; è in un certo senso come Mosè, alla cui decisione Dio in definitiva s’associò, quando, dopo il peccato del vitello d’oro, ruppe le tavole scritte dal dito di Dio, così Dio riprese in mano il progetto.
Se, infatti, la morte fosse la parola definitiva sull’uomo sarebbero veramente inaccettabili le ingiustizie!
L’idea del Messia tra l’ebraismo e il cristianesimo oscilla tra due estremi:

- come atto definitivo che sancisce che l’uomo è arrivato agli ultimi tempi;
- come salvatore, cioè che compie un atto salvifico che apporta quanto serve all’uomo e che apre con la risurrezione una via altrimenti impraticabile.
Di tutto ciò si parla nei testi nascosti che si ricavano decriptando gli scritti ebraici dell’Antico Testamento.

SALMO 34 - LODE ALLA GIUSTIZIA DIVINA
Facciamo ora un passo in avanti andando a cercare un testo semplice e breve che abbia un nesso tra la giustizia di Dio e la decriptazione.
C’è una composizione, il Salmo 34, che le Bibbie commentate definiscono "Lode alla giustizia divina" che fa parte dei salmi alfabetici, ma delle 22 lettere manca la lettera n° 6 = = waw, quella che ha il numerale che ricorda la base del numero della bestia il 666 ed anche questo potrebbe indicare la volontà d’eliminare il male.
Numerosi nella Bibbia sono infatti i salmi, i poemi e le composizioni in cui l’autore ha iniziato ciascun verso con una diversa lettera dell’alfabeto ebraico e secondo tale successione alfabetica.
Nella Bibbia sono trattati in questo modo i:

- Salmi 9-10, 25 (di cui diremo dopo), 34, 37, 111, 112, 119, 145;
- Proverbi 31,10-31;
- Lamentazioni 1-4;
- Naum 1,2-8;
- Siracide 51,13-29.

Questa scelta ritengo che non sia solo un vezzo degli autori, bensì un avviso al lettore istruito alla decriptazione dei testi che vi troverà un testo nascosto di particolare interesse.
Con il mio metodo di "Parlano le lettere" inserito in "Decriptare le lettere parlanti delle sacre scritture ebraiche" procedo a cercare di far parlare il Salmo 34.

Riporto il testo esterno secondo la traduzione della CEI:

Salmo 34
1 - Di Davide quando si finse pazzo in presenza di Abimelech e, scacciato, se ne andò
2 - Benedirò il Signore in ogni tempo, sulla mia bocca sempre la sua lode.
3 - Io mi glorio del Signore, ascoltino gli umili e si rallegrino.
4 - Celebrate con me il Signore, esaltiamo insieme il suo nome.
5 - Ho cercato il Signore e mi ha risposto e da ogni timore mi ha liberato.
6 - Guardate a lui e sarete raggianti, non saranno confusi i vostri volti.
7 - Questo povero grida ed il Signore l’ascolta, lo libera da tutte le sue angosce
8 - L’angelo del Signore si accampa attorno a quelli che lo temono e li salva.
9 - Gustate e vedete quant’è buono il Signore; beato l’uomo che in lui si rifugia.
10 - Temete il Signore , suoi Santi, nulla manca a coloro che lo temono.
11 - I ricchi impoveriscono e hanno fame, ma chi cerca il Signore non manca di nulla.
12 - Venite, figli, ascoltatemi; v’insegnerò il timore del Signore.
13 - C’è qualcuno che desidera la vita e brama lunghi giorni per gustare il bene?
14 - Preserva la lingua dal male, le labbra da parole bugiarde.
15 - Sta lontano dal male e fa il bene, cerca la pace e perseguila.
16 - Gli occhi del Signore sui giusti, i suoi orecchi al loro grido di aiuto.
17 - Il volto del Signore contro i malfattori, per cancellarne dalla terra il ricordo.
18 - Gridano e il Signore li ascolta, li salva da tutte le loro angosce.
19 - Il Signore è vicino a chi ha il cuore ferito, egli salva gli spiriti affranti.
20 - Molte sono le sventure del giusto, ma lo libera da tutti il Signore.
21 - Preserva tutte le sue ossa, neppure uno sarà spezzato
22 - La malizia uccide l’empio e chi odia il giusto sarà punito. Il Signore riscatta la vita dei sui servi, chi in lui si rifugia non sarà condannato.

La decriptazione fornisce in un testo relativamente corto e succinto che nella prima parte, 34,1-10, conferma le motivazioni che avrebbero mosso Dio all’incarnazione della propria sostanza in un uomo, concordanti con quelle di "Se l’Uomo viene dal cielo là torna" connesse alla motivazione emersa dalla testo nascosto del brano Gen. 6,1-6.

Di seguito riporto la decriptazione (e, per brevità, solo la dimostrazione del primo versetto) di questa parte:

Sal. 34,1 "Di Davide quando si finse pazzo in presenza di Abimelech e, da lui scacciato, se ne andò."


"Il Potente per amore , alla vergogna ( = ) dell’angelo (ribelle) porterà fine . Verrà () nel cuore ad agire d’un vivente recandovi la potenza . Il Verbo . Inviato sarà dal Padre a stare tra i viventi in cammino per recare la forza per scacciare la perversità () portando nell’esistenza del Potente la rettitudine ."

Sal. 34,2 "Dell’Unico dentro un corpo la rettitudine entrerà.
Verrà il Signore da casa con la rettitudine.
Del serpente il tempo finirà, ai viventi sarà d’aiuto, la stoltezza a finire porterà dentro il Verbo dall’esistenza."

Sal. 34,3 "Dentro sarà la perversità a finire alla fine nel mondo del serpente.
Il potente angelo superbo è che fu ad accenderla in seno e per agire ad abitare fu nei viventi e standovi la luce ai viventi a chiudere portò."

Sal. 34,4 "In cammino per liberare si portò dal serpente il Signore.
Per venire fu a portare l’energia in un corpo ed a vivere in un vivente entrò.
Illuminazione alla Madre recò che vi si sarebbe chiuso per aiuto recare."

Sal. 34,5 "In aiuto dei poveri alla fine fu a venire il Signore e dai miseri per i lamenti si recò.
Dai viventi nella vergogna in cammino si portò.
In un corpo si recò finalmente a stare nel mondo per salvare dall’angelo (ribelle) che c’era."

Sal. 34,6 "Nel mondo dentro fu da un utero a portarsi, la divinità fu a recarvi ed un angelo a partorire recò.
Ed il Verbo inviato fu al mondo dei viventi.
Di Dio fu la purezza in un corpo portata."

Sal. 34,7 "Di Questi nel mondo si sentirono i lamenti al versarsi alla vista, ed il Signore si portò alla luce dal seno della Madre.
Dalla Sposa scese dal corpo.
(Quella alla quale) aveva portato l’indicazione fu a portarlo al mondo; Gesù portò."

Sal. 34,8 "La grazia uscì d’un angelo.
Fu nel mondo a portarsi.
Entrò la pienezza dentro dove c’è la corruzione.
In un corpo l’Unigenito fu a portarsi e fu nella prigione del serpente giù tra i viventi."

Sal. 34,9 "Per amore che sente per i viventi si portò ed a vedere recò la rettitudine che c’è nel cuore.
E da dentro il Signore da una donna col corpo fu ad uscire di uomo in cui era chiusa la pienezza che al mondo dentro portò."

Sal. 34,10 "Fu nel corpo di un primogenito a portarsi l’Unigenito.
Completamente il Signore la santità fu a portare.
La rettitudine che è dell’Unico fu inviata le midolla a riempire per riportare ad un corpo la potenza che era nei corpi (quando) all’origine fu recata."

Nella seconda parte del Salmo, 34,11-22, è profetizzato l’aiuto di Dio in Gesù Messia con l’apporto della salvezza che in pratica comporta l’ulteriore crescita grazie all’energia della risurrezione che fornirà quel che è venuto mancare, per vicende che all’origine hanno interferito col disegno dell’uomo provocandone col peccato la "caduta", e consentirà il passaggio di natura e ad un mondo perfetto.

Di seguito riporto la decriptazione (e, per brevità, solo la dimostrazione dell'undicesimo versetto) di questa parte:

Sal. 34,11 "I ricchi impoveriscono e hanno fame, ma chi cerca il Signore non manca di nulla."


"La rettitudine il Verbo lancerà () per cambiare i simili () ed il cattivo che dentro si porta sarà battuto . I corpi a risorgere sarà . Del Signore il rifiuto ci sarà alle tombe . La pienezza ai corpi riporterà per la rettitudine che la potenza nei cuori riporterà dentro ."

Sal. 34,12 "Il serpente arderà dentro per l’energia che ci sarà nei viventi con la risurrezione in seno portata.
Il serpente che è a stare nei corpi dall’origine finirà con la forza della perversità . Ricomincerà la potenza nei viventi che da fiacchi vivono."

Sal. 34,13 "Nei viventi sarà ad entrare dell’Unico la forza della risurrezione che entrerà nelle tombe; il soffio li rialzerà in vita.
Saranno le centinaia dentro i giorni a rivivere.
Al serpente che nei corpi all’origine si portò la fine nei cuori avrà portato dentro."

Sal. 34,14 "L’energia rialzerà i corpi con la potenza della risurrezione, ma ucciderà nei viventi il cattivo portandolo a bruciare.
Il soffio finirà di starvi per la rettitudine che nei viventi s’insinuerà nei corpi.
L’amarezza dai viventi uscirà."

Sal. 34,15 "Chi a riempire portò i corpi l’amarezza col peccare si vedrà bruciare.
Uscito dai cuori (dove) dentro abita per il rovesciato fuoco brucerà il serpente, ma nei viventi il portato aiuto li guarirà dalla perversità."

Sal. 34,16 "Si sentiranno i forti lamenti che saranno ad uscire.
Li porterà fuori il maledetto che cacciato sarà vomitato.
I viventi che portò all’origine a fornicare ( in ebraico vuol anche dire andare dietro ad altri dei) saranno a riportarsi a Dio; per la risurrezione portata si vedranno integri."

Sal. 34,17 "Nelle persone la forza che c’è della perversità, che dentro agisce, bruciata sarà nei corpi per l’azione potente entrata della rettitudine irrigata dal Crocifisso in cui visse l’Unigenito.
Dal corpo scese dalla ferita dell’Agnello con l’acqua."

Sal. 34,18 "Giù per agire a versare la recò il Signore Risorto dal seno portando dalla piaga la potenza che scese a saziare tutti i viventi del mondo salvandoli."

Sal. 34,19 "A versare dal corpo portò da dentro il Signore la potente energia (quando) spezzato fu il cuore . E venne in aiuto degli afflitti la forza dello Spirito di Gesù."

Sal. 34,20 "Nei corpi dentro porterà la fine del male e tutti giusti porterà i viventi . Dalla vergogna saranno salvati, angeli li porterà il Signore."

Sal. 34,21 "Risorti i viventi con i corpi tutti si vedranno rialzarsi dalla morte. Saranno portati da fratelli del Crocifisso a vivere ed entreranno tra gli angeli per l’entrata potenza dall’Unico inviata. Nel Risorto dentro il corpo entreranno."

Sal. 34,22 "Finirà la morte in tutti i corpi che risorti si vedranno.
Con il corpo si vedranno fuori riportarsi risorti.
Belli saranno a rialzarsi per l’aiuto che ci sarà stato che a vomitare il peccatore porterà.
Il Verbo porterà l’aiuto.
Dall’esistenza porterà fuori l’angelo superbo.
Il Servo sarà a riportarli, li condurrà potenti dall’Unico che saranno uniti al Nome, e tutti entreranno nell’assemblea; nei giri saranno o vivere dentro portati."

SALMO 25 - PREGHIERA NEL PERICOLO
Una riprova si ha decriptando il Salmo 25, anche questo alfabetico, che in pratica, con altre parole, replica molti dei concetti del 34 e comprova la volontà di decriptazione dei Salmi alfabetici e l'unicità del tema di sfondo.
Riporto il testo della traduzione tradizionale del Salmo in italiano e il testo che ho decriptato con gli stessi criteri del 34, ma per brevità non riporto la dimostrazione.

1 - Di Davide. A te Signore elevo l'anima mia.
2 - Dio mio, in te confido non sarò confuso! Non trionfino su di me i miei nemici.
3 - Chiunque spera in te non resti deluso, sia confuso chi tradisce per nulla.
4 - Fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentieri.
5 - Guidami nella tua verità ed istruiscimi, perché sei tu il Dio della mia salvezza, in te ho sempre sperato.
6 - Ricordati, Signore, del tuo amore, della tua fedeltà che è da sempre.
7 - Non ricordare i peccati della mia giovinezza: ricordati di me nella tua misericordia, per la tua bontà, Signore.
8 - Buono e retto è il Signore, la via giusta addita ai peccatori.
9 - Guida gli umili secondo giustizia, insegna ai poveri le sue vie.
10 - Tutti i sentieri del Signore sono verità e grazia per chi osserva il suo patto e i suoi precetti.
11 - Per il tuo Nome, Signore, perdona il mio peccato anche s'è grande.
12 - Chi è l'uomo che teme Dio? Gli indica il cammino da seguire.
13 - Egli vivrà nella ricchezza, la sua discendenza possederà la terra.
14 - Il Signore si rivela a chi lo teme, gli fa conoscere la sua alleanza.
15 - Tengo i miei occhi rivolti al Signore, perché libera dal laccio il mio piede.
16 - Volgiti a me ed abbi misericordia, perché sono solo ed infelice.
17 - Allevia le angosce del mio cuore, liberami dagli affanni.
18 - Vedi la mia miseria e la mia pena e perdona tutti i miei peccati.
19 - Guarda i miei nemici: sono molti e mi detestano con odio violento.
20 - Proteggimi, dammi salvezza; al tuo riparo io non sia deluso.
21 - Mi proteggano integrità e rettitudine, perché in te ho sperato.
22 - O Dio, libera Israele da tutte le sue angosce.

Sal. 25,1 "Il serpente impuro sbarrato da Dio sarà con la rettitudine.
In forza della perversità l'angelo superbo sarà da bruciarsi dall'Unico."

Sal. 25,2 "La maledizione sarà dentro spenta nei cuori, strappata sarà da Dio l'origine della vergogna che entrò per il maledetto.
Per spazzare il serpente giù si porterà l'Unigenito.
Si porterà a stare ad abitare dov'è che il serpente sta."

Sal. 25,3 "In cammino tra i viventi con la rettitudine il serpente a rovesciare porterà. Sarà nella prigione a stare dentro.
Alla luce si porterà per stare ad abitare tra i simili del mondo.
In una famiglia si porterà in cammino per aiutare chi sta nell'amarezza che sarà a rovesciare da viventi."

Sal. 25,4 "Ad aiutare i fiacchi sarà con la rettitudine il Signore.
La perversità sbarrerà, spazzando l'angelo che s'è dall'origine nei corpi rinchiuso.
A portarsi a finire sarà la vergogna che giudicata è stata."

Sal. 25,5 "Entrerà in aiuto nei corpi la forza della rettitudine, frutto che ricomincerà negli uomini ardendo il serpente (la cui) vita giudicata è stata; bruciature gli verranno.
La divinità nel mondo fu in Gesù ad essere (portata) dall'Unigenito, che portato a crocefiggere la rettitudine a riversare portò.
Stando in croce, fu per tutti ad uscire; fu a portarla con l'acqua."

Sal. 25,6 "Dal ferito/colpito agnello, che nel corpo racchiusa con l'acqua era, fu la rettitudine il Signore a portare.
Con l'amore era così la rettitudine a stargli in seno.
Per un'asta del serpente con l'acqua uscì per i viventi del mondo."

Sal. 25,7 "Dal chiuso del cuore l'Unigenito portò per finire l'energia del peccare che nel corpo fu a recare il ribelle che fu maledetto.
Nel Crocifisso innocente nel corpo il vigore riempì, l'aiutò la rettitudine. Per questa, l'Agnello potente fu; rivenne la potenza in seno, l'energia nel cuore si riportò dentro così nel Signore."

Sal. 25,8 "Nel cuore si portò dentro, e la forza ne risorse il corpo.
Il Signore si rialzò, la rettitudine l'energia fu a riportarsi nel corpo, che riuscì dalla tomba.
Per amore l'Unigenito rifù tra i viventi a casa per aiutare i fiacchi."

Sal. 25,9 "Furono la via a sentire gli apostoli che a portarsi s'erano con la Madre. A casa vivo il Risorto parlò.
La carità portò (onde) fossero ad insegnare agli umili che in cammino si portassero."

Sal. 25,10 "Tutti uniti iniziarono un corpo/popolo/Chiesa, annunciando che in croce il Signore per amore si portò.
D'un primo uomo la potente energia ne rialzò il corpo, in cui fu per il patto (infatti patto = dentro al corpo sarà in croce ) a portarsi, ma in azione per aiutare tutti vi s'era portato."

Sal. 25,11 "Perché si rivedessero anime rette il Signore portò il perdono dalla croce. AI serpente che pecca, ad inviare fu la rettitudine.
La lanciò da dentro di Lui ..."

Sal. 25,12 "... ai viventi che saranno a colpirlo nel mondo.
Nel mondo l'Unigenito in forza della risurrezione lancia guai alla perversità.
È a recare nel corpo/popolo/Chiesa frutto con aiuto ai fiacchi che saranno eletti."

Sal. 25,13 "Agli apostoli parlò che la risurrezione avrebbe portato dentro i cuori e che dentro tutti la potenza sarà a riabitare.
Colpito il male, li avrebbe riportati ad essere forti con i corpi risorti; con l'originario corpo si alzeranno."

Sal. 25,14 "Nel foro che con l'asta in mano fu con perversità il serpente a forzare il corpo dell'Unigenito, saranno a portarsi e dentro il corpo saranno del Crocifisso che li porterà del Potente nello splendore (ove) saranno a vederlo da vivi."

Sal. 25,15 "A vedere saranno gli angeli.
Staranno per sempre con Dio.
Saranno dal mondo portati fuori per stare con Lui?
Saranno portati su per stare con l'Unico a vivere con i corpi risorti.
Il Crocifisso col corpo a rivelarsi sarà."

Sal. 25,16 "In persona uscirà che:
- Dio è che portò la grazia degli angeli che è la rettitudine;
- fu a stare tra i viventi per l'aiuto portare ai miseri;
- dall'Unico inviato era stato."

Sal. 25,17 "Su con il corpo li porterà il Crocifisso nel cuore (dove) dentro saranno rigenerati alla vita, a casa li porterà a vivere.
Che vivi su li portasse speravano tutti.
Con il Signore su staranno.
Dell'Unico angeli saranno."

Sal. 25,18 "Dal corpo dell'Unigenito usciti alla vista angeli saranno.
Saranno portati i popoli nel Potente a stare, ma la distruzione del serpente in tutti per il peccare portato alla fine ci sarà stata."

Sal. 25,19 "Con il corpo nell'Unico entreranno.
Con l'Unigenito staranno ad abitare.
Saranno alla retta esistenza le moltitudini portate e nella luce con gli angeli verranno nell'assemblea a vivere nei giri, luminosi, belli, porteranno da angeli l'esistenza."

Sal. 25,20 "Bruciato l'essere ribelle nel mondo dell'angelo superbo, saranno portati fuori salvi tra gli angeli a stare.
Da Dio Padre li porterà il Risorto da retti a stare nell'assemblea.
Attorno staranno al Crocifisso; staranno nella casa dei retti."

Sal. 25,21 "Puri li porterà la forza che avrà risorto i corpi.
Saranno su a saziarsi con gli angeli dell'essenza della rettitudine; forza che a versare porterà per l'esistenza il Crocifisso, che è la rettitudine (in persona)."

Sal. 25,22 "Libere in Dio entreranno a stare le centinaia tutte.
Saranno del Principe di Dio i viventi la sposa su col corpo condotta (dalla quale) in croce fu portato."

IL DISCORSO DELLA MONTAGNA
Nell’immaginario umano abbiamo visto che è entrato il pensiero di mondi perfetti in cui l’uomo mentre vive non può entrare perché non ne ha percezione, ma di fatto se pur non v’entra in quei mondi crescono sue particolari dimensioni che gli daranno però frutto e che dopo la morte si ricongiungeranno a lui.
Ciò, pur se è entrato nell’immaginario, purtroppo cozza con la realtà in quanto gli alchimisti che pur cercavano di trovare una via (si pensi alla pietra filosofale, araba fenice della risurrezione) di fatto non risulta siano riusciti ad aprire un varco nella volta di cemento dell’esistenza della sofferenza.
Per contro la via aperta dal Cristo dalla croce alla risurrezione porta dalla speranza alla fede e produce frutti di carità.
Gesù definisce macarioi "beati", per opposizione ai mortali, i poveri uomini di questo mondo e nel discorso della montagna offre la fotografia dell’uomo nuovo ed assicura un contrappasso alle sofferenze patite dai poveri in spirito, dagli afflitti, dai miti, da chi ha fame e sete di giustizia, dai misericordiosi, dai puri di cuore, dagli operatori di pace e dai perseguitati per causa della giustizia, in quanto "Rallegratevi ed esultate, perché è grande la vostra ricompensa nei cieli." (Mt. 5,12)
Sono, infatti, tutte dimensioni non valutate in questo mondo, ma che quelli definiti già beati, hanno in modo accentuato nel Regno dei cieli, che esiste in contemporanea.
Tale discorso di Gesù, che è nei Capitoli 5, 6 e 7 del Vangelo di Matteo, inizia con le beatitudini e comprende il Pater Noster, è da leggere tutto di seguito.
Questo brano, fondamentale della vita cristiana, ci conforta nel sostenere che il mondo spirituale non è utopia, ma un modo concreto di vita, compiuto da tanti in incognito.
In definitivo il Regno di Dio inizia da qui su questa terra:

- Mt. 5,19 "Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli."
- Mt. 6,19-21 "Non accumulare tesori sulla terra, dove tignola e ruggine consumano e dove ladri scassinano e rubano; accumulativi invece tesori nel cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove ladri non scassinano e non rubano. Perché là dov’è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore."

C’è e conferma la costruzione in terra di un regno nei cieli:

"Il Regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione, e nessuno dirà: Eccolo qui o eccolo là: Perché il Regno di Dio è dentro di voi." (Lc. 17,21)

Dice il profeta Isaia (47,10): "Confidavi nella tua malizia, dicevi: Nessuno mi vede."
Il Vangelo di Matteo, proprio nel Discorso della montagna, per tre volte, quando parla del digiuno, dell’elemosina e della preghiera che vanno fatte in segreto, perché costruiscono l’uomo nuovo, afferma: "il Padre tuo che vede nel segreto ti ricompenserà." (Mt. 6,4)

Siamo cioè monitorati, ci sono mondi in cui siamo visibili.
Nulla di ciò che facciamo sarà perso, perché speculare nell'alto dei cieli, cioè in un universo da dimensioni particolari, ma completa e sfolgorante, 'è la realtà che si va formando in questo mondo; in tale scenario, del così in cielo come in terra, è perciò da inserire la visione dell'Apocalisse: "L'angelo mi trasportò in spirito su di un monte grande e alto, e mi mostrò la città santa, Gerusalemme, che scendeva dal cielo, da Dio, risplendente nella gloria di Dio... La città non ha bisogno della luce del sole, né della luce della luna perché la gloria di Dio l'illuminerà e la sua lampada è l'Agnello." (Ap. 21.10-23)
Dio non è lontano da noi, perché è nel cuore dell'uomo; perciò è da cercare seguendo la via di chi l'ha trovato e se la nostra anima è appannata, facciamoci pulire il vetro alla scuola dell'Agnello e troveremo la Sua immagine.
Raddrizziamo perciò i nostri sentieri e speriamo "perché egli è misericordioso e benigno, tardo all’ira e ricco di benevolenza e s’impietosisce riguardo alla sventura" (Gioele 2,13b) e noi esistiamo ed esisteremo grazie a Lui.

a.contipuorger@gmail.com

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