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IL VESTITO D'ADAMO
di Alessandro Conti Puorger

LE FRANGE DEL MANTELLO DI LUCE
La "mamma" e il "papà" d'Adamo fu Dio.
Adamo, per il racconto del Genesi, nacque senza placenta e nel passato si chiesero se nacque con l'ombellico o meno.
Alcuni attribuiscono il detto "nato con la camicia" al fatto, considerato di buon auspicio, dei rari casi in cui si nasce con la placenta intorno, espulsa di solito dalla mamma in un secondo tempo.
Il modo di dire "nato con la camicia" allude però anche alla fortuna di nascere in una famiglia dotata d'ogni bene e sotto questo aspetto è senz'altro applicabile al nostro progenitore Adamo.
Esaminiamo però più a fondo quelle pagine per vedere se il testo accenni ad un vestito particolare per Adamo nel paradiso terrestre.

Nel libro del Genesi al Capitolo 2, prima che la donna fosse formata come individuo separato, Dio comandò all'uomo: "Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché quando ne mangiassi, certamente moriresti." (Genesi 2,16.17)
Il "mangiare " che in questi due versetti pare detto tre volte, in effetti lo è per quattro, perché nel dire "tu potrai mangiare" scrive , cioè "da cibo lo mangerai" con l'analoga forma che usa per il verbo morire in "certamente moriresti", ove pur se pare esservi una sola volta in effetti scrive "di morte morirai" , cioè come traduce e la Bibbia di Gerusalemme, "diventeresti passibile di morte".
La conoscenza del bene e del male è riservato a Dio e se uno s'abroga quella decisione è avvertito, ciò può comportare il prezzo della vita.
Questo è il pensiero, l'uomo è creatura, quindi sottoposta alla sovranità di Dio e non può decidere da se stesso il bene e il male.
All'uomo non è negata la conoscenza della realtà, che è evolutiva nella storia delle persone delle culture e dei gruppi umani in quanto mutano i perché e gli approcci acquisibili da parte d'una creatura ragionevole, né il discernimento morale che l'uomo innocente, puro, integro aveva.
Dentro di sé, egli scopre "una legge che non è lui a darsi, ma alla quale invece deve obbedire" (Gaudium et spes n° 16).
La verità morale non varia, è un invito ad amare da verificare nella pratica con la regola d'oro positiva "fai agli altri ciò che vuoi fatto a te" e negativa "non fare agli altri ciò che non vuoi fatto a te", condivisa dalle grandi religioni e da grandi filosofi "Agisci in modo da trattare l'umanità, nella tua come nell'altrui persona, sempre come un fine, mai come semplice mezzo" (Kant).
Il mangiare quel frutto è atto d'orgoglio e d'indipendenza da Dio tanto più che nel racconto Dio l'avrebbe reso partecipe con discernimento dei principi e, cioè gli avrebbe Lui stesso dato quando ritenuto opportuno quel frutto, visto che il Signore stava lì anche Lui nel giardino pronto a colloquiare con l'uomo.
È come se nel giardino un padre avesse un roveto e avesse detto al figlioletto non t'avvicinare a mangiare le more altrimenti ti pungerai... te le darò io.

In quei due versetti alle altre due volte in cui è detto "mangiare" l'unisce alla preposizione articolata che contiene il bilaterale MN = :
  • non devi mangiare ;
  • perché quando lo mangiassi .
Nelle rubriche:
  • "Ricerche di verità"... con l'articolo "Spirito creato in 7 tappe - Genesi codice egizio-ebraico" ho approfondito e discusso l'idea che il Capitolo 1 del libro del Genesi non riguardi la creazione fisica del mondo e dei suoi abitanti, ma tappe con cui la fede nel Dio unico provoca la creazione di un uomo nuovo e della società messianica, "la nuova Gerusalemme";
  • "Vangeli e protovangeli"... con l'articolo "Manna, cibo degli angeli, figura del Messia" nel paragrafo La "manna" cibo di Adamo ho considerato che l'autore del Genesi potesse essere consistente l'idea di suggerire che il cibo di Adamo, essere unico, maschio e femmina, fosse la manna , la "vita degli angeli ", in quanto il Genesi è da considerare un midrash che in questa fase rivisita in forma di mito preparatorio l'uscita dall'Egitto.
Nel racconto, proprio nell'ambito del 6° giorno della seconda descrizione della creazione nel Capitolo 2 del Genesi, si trova tre volte il bilitterale MN "nessuno lavorava il suolo e faceva salire dalla terra l'acqua dei canali per irrigare tutto il suolo - allora il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente. Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l'uomo che aveva plasmato. Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, tra cui l'albero della vita in mezzo al giardino e l'albero della conoscenza del bene e del male" (Genesi 2,6-7-9) ed ora del pari in Genesi 2,16-17 si trova 2 volte nella forma .
In questi due versetti appare due volte la morte con quel di "morte morirai", espressione usata nelle leggi che prevedono la pena di morte, cioè l'atto di mangiare quel frutto che simboleggia il peccare, merita la morte.
È in primo luogo da osservare ciò che il comando di Dio comporta: Adamo morirà dentro il giorno; infatti, dice "...perché quando lo mangiassi", e quel "quando " è dentro al giorno, non quello fisico del ciclo solare in cui mangia, ma entro il giorno della creazione, cioè il 6° giorno.
In estrema sintesi per l'umanità si bloccherà e non godrà dello sviluppo futuro, cioè la sua creazione per tappe si fermerà.

Le lettere ebraiche lette con i criteri ed i significati che ho fissato in "Parlano le lettere" sono convergenti e coadiuvano con quanto sopra, infatti:

"...perché nel giorno che di mangiare anelerai () la manna che porta vita si porterà a finire per la purezza portata alla fine ", cioè "...perché nel giorno che di mangiare anelerai la manna che porta vita si porterà a finire per la purezza portata alla fine."

Anche qui si conclude che il cibo d'Adamo prima del peccato era la manna.
Adamo ed Eva fisicamente sopravvivranno, il frutto non provocò una morte istantanea, ma la condanna espressa poi in Genesi 3,16-19 segnala la morte fisica come fase finale d'una vita grama e infelice.
Nulla è detto dello sviluppo successivo della creazione che resta nella volontà di Dio e che svilupperà nel settimo giorno dopo la morte di Adamo ed Eva. Quando riinnizierà la storia di salvezza con l'uomo. (Vedi "La durata della Creazione")
Appare il concetto di morire nel panorama delle possibilità dell'esistenza dell'uomo; non v'è spiegazione, eppure Adamo comprende il concetto di morire ed anche ciò, per la logica del racconto, porta a pensare che questo non è narrazione dello sviluppo della creazione fisica, in quanto non c'era stato, infatti, ancora nessuno "morto".
Il racconto perciò appare sempre più una ricerca sui grandi principi che muovono l'umanità di cui uno, inequivocabilmente, è la paura della morte.
Vagliamo più a fondo a questa idea nel racconto.

I due progenitori, Adamo e la sua donna nel paradiso terrestre "...erano nudi... ...ma non ne provavano vergogna." (Genesi 2, 25)
Erano nudi... senza vestiti o vivevano in modo aperto allo scoperto senza nulla nascondere, dal radicale ebraico "essere scoperto" ?
Con una lettura spezzando la parola e considerando le lettere anche come apportatrici di significati grafici tipo ideogrammi si ha "vedevano/sentivano alta la loro esistenza di vita ".
Quelle stesse lettere, con diversa vocalizzazione, portano anche ad "astuto".
Giocando evidentemente su ciò il Capitolo 3 della caduta dei progenitori inizia subito dopo con queste parole: "Il serpente era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio".
Astuto deriva dal radicale "essere astuto" (Vedi 1Samuele 23,22) usato anche per l'accumularsi delle acque (Esodo 15,8) e richiama l'idea di chi alza la testa più in altro per vedere prima degli altri cosa si approssima.
Tra le lettere ebraiche l'unica che emerge dal quadrato di riferimento è la lettera "lamed" che rappresenta la testa del faraone con l'emblema del serpente ureo.


L'idea della persona che vuole primeggiare gli egizi la collegavano alla figura dello sciacallo, per il loro lungo collo e questo animale, che si nutre di carogne, e strettamente connesso alla morte (Vedi l'articolo "Tracce di geroglifici nel Pentateuco" paragrafo "I Patriarchi").
Secondo il mito, Anubis, il dio sciacallo antropomorfo-zoocefalo con corpo umano la testa di cane o sciacallo di Cinopolis (Kasa)nel Medio Egitto aiutò Iside a ritrovarne i resti di Osiride e ne fu il mummificatore.
È la divinità signore dell'oltretomba, aveva potere essenzialmente sui morti, aveva sede di culto nella necropoli dedicata ai riti funerari, alle operazioni di mummificazione, guidava i defunti agli inferi cioè accompagnava per mano lo spirito dei defunti nel Duat, protettore della necropoli.
Presiedeva ai riti funerari, il suo nome ricorre nelle più antiche preghiere dei morti che li accompagnatore dei morti, come dimostra la sua assimilazione, nella tarda cultura sincretistica greco-egiziana, al dio greco Ermete Psicopompo (guida delle anime) col nome Ermanubi; Ermete e Anubi, assiste Horus e Thot nella pesatura del cuore dei defunti.
Presiede al tribunale dell'oltretomba, utilizzando la bilancia e confronta il peso del cuore del defunto con quello di una piuma.
Anubi era la prima divinità che il defunto incontrava: era lui che doveva pesare l'anima del morto.



Immagini e geroglifici di Anubi

In definitiva il serpente, spesso velenoso che in genere vive in tane sotterrane ha portato all'idea del cobra e quindi a quello aureo sul capo del Faraone, all'immaginario egizio, ai loro dèi, ad Anubi e che questi evoca il pensiero della paura della morte.
Questo essere zoomorfo, che impersona il male, tentò la donna e il discorso verte proprio sulla morte: "...disse alla donna: È vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino? Rispose la donna al serpente... del frutto dell'albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete. Ma il serpente disse alla donna: Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male." (Genesi 3,2-5)
La donna mangiò il frutto, lo diede anche all'uomo e subito dopo il testo commenta: "Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture." (Genesi 3,7)

Giobbe e David dicono:

"M'ha spogliato della mia gloria, m'ha tolto dal capo la corona." (Giobbe 19,9) "Ma tu, o SIGNORE, sei uno scudo attorno a me, sei la mia gloria, colui che mi rialza il capo." (Salmo 3,3)

Quelli prima erano i vestiti di Adamo!
Erano la Gloria di Dio!

Provo a decriptare il versetto Genesi 3,7 pensando all'evento:




"Si portò a finire il soffio che riversava la grazia , n'uscì la sorgente , ad invecchiare furono . Uscì la vita , portata era stata a bloccare nell'esistenza l'energia che portava la rettitudine spazzata (). Fu un verme () nella vita ad entrare nei viventi che porta nell'esistenza alla fine il soffio che li saziava () dall'alto . La perversità () fu ad agire , dal mantello uscirono . Nelle midolla uno straniero li segnò ."

"Si portò a finire il soffio che riversava la grazia, n'uscì la sorgente, ad invecchiare furono. Uscì la vita, portata era stata a bloccare nell'esistenza l'energia che portava la rettitudine spazzata. Fu un verme nella vita ad entrare nei viventi che porta nell'esistenza alla fine il soffio che li saziava dall'alto. La perversità fu ad agire, dal mantello uscirono. Nelle midolla uno straniero li segnò."

Si trova che quel è il lembo di un vestito, falda, una frangia.
Le lettere di ci dicono "la Luce portavano del Potente ", cioè uscirono dalla luce del potente che li illuminava.
Da Dio veniva un mantello che ricopriva l'uomo; quello era il vestito di Adamo!
È quella luce che rende l'uomo simile () al Potente , altrimenti è solo come l'erba che tagliata si dissecca.
Infatti, usato al plurale in Esodo 28,34 nel manto del sommo sacerdote in Isaia 6,1 ove i lembi del mantello di Dio riempivano il tempio.
Sparito quel mantello è ovvio che i progenitori si sentirono nudi.
Senza una protezione è così destinato a morire, l'uomo è come una pila elettrica che esaurirà l'energia accumulata.
Se gli occhi della mente non vedono più Dio l'uomo si sente solo anche se con la sua donna, si vede nudo internamente, cadono le risposte sul proprio essere e su tutto quello che lo circonda e sente paura.
In quel versetto Genesi 3,21 si parla di paura e questa è connessa al buio perché vi si possono nascondere ostacoli e imprevisti, perciò c'era come un buio interiore, un buio ontologico.
L'orgoglio comporta di esaltare l'opera delle proprie mani, il sentirsi capace d'essere Dio, ma messo alla prova l'uomo valuta tutta la sua impotenza.
Il profeta Ezechiele, pur se parla del re di Tiro, fa un chiaro riferimento ad Adamo nell'Eden con:
  • "Poiché il tuo cuore si è insuperbito e hai detto: Io sono un dio, siedo su un seggio divino in mezzo ai mari, mentre tu sei un uomo e non un dio, hai uguagliato la tua mente a quella di Dio... (Ezechiele 28,2); .
  • "Tu eri un modello di perfezione, pieno di sapienza, perfetto in bellezza; in Eden, giardino di Dio, tu eri coperto d'ogni pietra preziosa: rubini, topazi, diamanti, crisoliti, onici e diaspri, zaffiri, carbonchi e smeraldi; e d'oro era il lavoro dei tuoi castoni e delle tue legature, preparato nel giorno in cui fosti creato. Eri come un cherubino ad ali spiegate a difesa; io ti posi sul monte santo di Dio e camminavi in mezzo a pietre di fuoco. Perfetto tu eri nella tua condotta, da quando sei stato creato, finché fu trovata in te l'iniquità." (Ezechiele 28,12-15)
Il racconto del Genesi propone un rimedio da parte di Dio: "Il Signore Dio fece all'uomo e alla donna tuniche di pelli e li vestì." (Genesi 3,21)

Il termine "ketonet", suggerisce più d'un vestito, ma la veste di funzione particolare, una veste sacra.

Nel Pentateuco oltre che nel Genesi la prima volta che è usato quel termine è in Esodo 28 ove si descrivono le vesti dei sommi sacerdoti:

"Ed ecco gli abiti (begadim) che faranno: il pettorale (hoshen) e l'efod , il manto (m'eil) la tunica damascata (ketonet tashbes) , il turbante (mitzhnoefooet) e la cintura ('abnet) . Faranno vesti sacre per Aronne tuo fratello e per i suoi figli, perché esercitino il sacerdozio in mio onore." (Esodo 28,4)

Tale termine è usato per la tunica variopinta di Giuseppe (Genesi 37,3) che suscita la gelosia dei fratelli e quella indossata da Tamar, figlia di Davide, "perché cosi vestivano, da molto tempo, le figlie del re ancora vergini" (2Samuele 13, 18) .
Citazione chiarificatrice sull'importanza di quella veste collegata ad una funzione è l'oracolo in Isaia contro un certo Sebnà, uno straniero divenuto maggiordomo di Ezechia: "Ti toglierò la carica, ti rovescerò dal tuo posto. In quel giorno chiamerò il mio servo Eliakim. figlio di Chelkia; lo rivestirò con la tua tunica (ketonet), lo cingerò con la tua sciarpa e metterò il tuo potere nelle sue mani. Sarà un padre per gli abitanti di Gerusalemme e per il casato di Giuda. Gli porrò sulla spalla la chiave della casa di Davide; se egli apre, nessuno chiuderà; se egli chiude, nessuno potrà aprire. Lo conficcherò come un paletto in luogo solido e sarà un trono di gloria per la casa di suo padre." (Isaia 22, 19-23) .
Adamo aveva una tunica regale, era il principe del giardino... così conclude anche San Basilio il Grande (Cesarea di Cappadocia 329-379) "Dio creò l'uomo a sua immagine e somiglianza. Lo fornì d'intelligenza e di ragione a differenza di tutti gli altri viventi della terra. Gli diede la facoltà di deliziarsi della stupenda bellezza del paradiso terrestre. E finalmente lo costituì sovrano di tutte le cose del mondo." (Regole più ampie Risp 2,24 - PG31 - 914-915)

I PARAMENTI DEL SOMMO SACERDOTE
Questa vestito regale è quello che in Esodo 28 è proposto per il Sommo Sacerdote in cui fa spicco l'Efod il cui nome l'ebraico biblico applica a tre diverse realtà:
  • l'efod strumento divinatorio che serviva a consultare Iahwe, contiene le sorti sacre attraverso le quali si consultava Iahweh (1Samuele 14,18s; 23,9s; 30,8; Confr. 14,41 nota) compare all'epoca dei Giudici (Giudici 17,5; 18,14s) si parla dell'efod di Gedeone (Giudici 8,26s) condannato come simbolo d'idolatria e cessa di essere menzionato nei racconti posteriori a Davide (allusione in Osea 3,4);
  • l'efod bad, perizoma di lino che portavano i ministri del culto;
  • l'efod del Sommo Sacerdote, grembiule sostenuto da una cintura con bretelle a cui è attaccato il "pettorale del giudizio" (Esodo 28,15ss) e il pettorale porta le sorti sacre, Urim e Tummim (Esodo 28,30; Lv. 8,7-8).
Tornando al versetto del Genesi 3,21 sulla tunica, lì in effetti pelli è al singolare, cioè Dio fece una tunica di pelle per l'uomo; cioè da un vestito di "luce " ebbero solo un vestito di pelle (la pelle è quanto si vede portare sul corpo ), così mentre prima "l'Unico portavano nella mente " viene evidenziato che "peccano () col corpo (o con la mente = testa )".
Come se fossero divenuti opachi, si era spenta la "luce" della grazia che li rivestiva e si sentirono nudi.

Nell'ultima parte del poema di Gilgamesh (a versione più completa nota del VII secolo a.C., incisa su undici tavolette di argilla, fu rinvenuta nel palazzo del re Assurbanipal a Ninive), miitico personaggio re dei Sumeri che regnò in Uruk va alla ricerca dell'unico uomo che conosce il segreto dell'immortalità, Utnapishtim, re di Shuruppak sopravvissuto al diluvio, trovatolo in Dilmun - "dove sorge il sole" - riceve però indicazioni su un'erba come il biancospino con la proprietà il "vecchio ritorna giovane" con l'aiuto del battelliere Urshanabi la raccoglie in fondo al mare, ma mentre si riposa accanto a un ruscello, un serpente la porta via e dopo averla mangiata, cambia pelle.
C'è un passo in cui Utanapishtim, rimprovera Gilgamesh di trascuratezza non degna del suo rango regale e insiste: "poni sul capo un nuovo turbante; fagli indossare un vestito che lo rinobiliti. Fino a che egli non giunga alla sua città, fino a che non compia il suo viaggio, che il suo vestito non si scolori, che sia nuovo, che sia nuovo."
Anche nella tavoletta VI, dopo l'uccisione del mostro Khubaba, Gilgamesh si riveste dei suoi attributi regali: "Lavò la sua sporcizia, fece brillare le sue armi, ributtò i suoi capelli sulla schiena; gettò via i suoi sporchi vestiti e ne indossò di puliti, si rivestì dei paludamenti regali e li legò con una cintura."

Quelle lettere però comportano una promessa perché:
  • "la risurrezione porterà il Potente per resistere ";
  • "simili () al Potente saranno ";
  • "a bruciare porterà il serpente nell'esistenza ".
In quel versetto Genesi 3,21 si trova una parola "tuniche ", leggibile questo termine "della rettitudine completa degli angeli porta il segno" anche come promessa "alla rettitudine completa degli angeli li riporterà alla fine" e che apre un grande squarcio di tradizioni ebraiche che confermano quanto si va dicendo.
Provo così a leggere le lettere ebraiche di quel versetto Genesi 3,21.



"A portare sarà in azione la risurrezione nell'esistenza che alla perversità del serpente nell'uomo porterà il rifiuto bruciandolo completamente e la rettitudine completa degli angeli riporterà per finire il peccare () con i corpi/mente . A riportarsi sarà nei cuori il Nome ."

"A portare sarà in azione la risurrezione nell'esistenza che alla perversità del serpente nell'uomo porterà il rifiuto bruciandolo completamente e la rettitudine completa degli angeli riporterà per finire il peccare con i corpi/mente. A riportarsi sarà nei cuori il Nome."

Questo manto e quella tunica sono recuperati dall'ebraismo con la preghiera.
Ogni osservante indossa un oggetto che fa sensibilmente memoria di quella purità e santità in cui desidera rientrare.
La preghiera della Shema' che l'ebreo recita nei momenti importanti è formato da tre passi della Torah:
  • "Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo. Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze. Questi precetti che oggi ti dò, ti stiano fissi nel cuore; li ripeterai ai tuoi figli, ne parlerai quando sarai seduto in casa tua, quando camminerai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai. Te li legherai alla mano come un segno, ti saranno come un pendaglio tra gli occhi) e li scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle tue porte)." (Deuteronomio, 6,4-9)
  • "Se obbedirete diligentemente ai comandi che oggi vi do, amando il Signore vostro Dio e servendolo con tutto il cuore e con tutta l'anima, io darò al vostro paese la pioggia al suo tempo: la pioggia d'autunno e la pioggia di primavera, perché tu possa raccogliere il tuo frumento, il tuo vino e il tuo olio; farò anche crescere nella tua campagna l'erba per il tuo bestiame; tu mangerai e sarai saziato. State in guardia perché il vostro cuore non si lasci sedurre e voi vi allontaniate, servendo dei stranieri o prostrandovi davanti a loro. Allora si accenderebbe contro di voi l'ira del Signore ed egli chiuderebbe i cieli e non vi sarebbe più pioggia e la terra non darebbe più i prodotti e voi perireste ben presto, scomparendo dalla fertile terra che il Signore sta per darvi . Porrete dunque nel cuore e nell'anima queste mie parole; ve le legherete alla mano come un segno e le terrete come un pendaglio tra gli occhi; le insegnerete ai vostri figli, parlandone quando sarai seduto in casa tua e quando camminerai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai; le scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle tue porte, perché i vostri giorni e i giorni dei vostri figli, nel paese che il Signore ha giurato ai vostri padri di dare loro, siano numerosi come i giorni dei cieli sopra la terra." (Deuteronomio, 11,13-21)
  • "Il Signore aggiunse a Mosè: Parla agli Israeliti e ordina loro che si facciano, di generazione in generazione, fiocchi agli angoli delle loro vesti e che mettano al fiocco di ogni angolo un cordone di porpora viola. Avrete tali fiocchi e, quando li guarderete, vi ricorderete di tutti i comandi del Signore per metterli in pratica; non andrete vagando dietro il vostro cuore e i vostri occhi, seguendo i quali vi prostituite. Così vi ricorderete di tutti i miei comandi, li metterete in pratica e sarete santi per il vostro Dio. Io sono il Signore vostro Dio, che vi ho fatti uscire dal paese di Egitto per essere il vostro Dio. Io sono il Signore vostro Dio". (Numeri, 15, 37-41) Amen
È su questo ultimo passo che sono fondate le usanze dei:
  • tefillin, due scatolette di pelle nera che contengono lo Shema' e che con cinghie si legano sul braccio sinistro e sulla fronte dagli ebrei maschi per il rito mattutino Shacharit nei giorni feriali;
  • tallit "mantello della preghiera", è un quadrangolo in cotone, seta o lana bianco, di solito decorato con delle righe blu, ai cui quattro angoli vengono attaccati dei fiocchi, i tzitzit. Sono scialli della preghiera mattutina, che indicano che l'uomo è legato a Dio ed accerta che l'uomo vuole avere un abito spirituale nitido con alcuni fili azzurri che lo legano al cielo;
  • Tallit katan un camiciotto con quattro frange che si porta sotto il vestito e le cui frange fuoriescono sopra i pantaloni;
  • tzitzit o frange che pendono dai tallit, anche il Deuteronomio 22,12 propone: "Metterai fiocchi alle quattro estremità del mantello con cui ti copri." Gli tzitzit erano formati da diversi fili bianchi e da un filo blu/violetto (tekehelet) e venivano applicati anche ai quattro angoli della veste. Attualmente i sono formati da quattro fili bianchi, di cui uno lungo;
  • mezuzah, rotoletti con lo Shemah in piccole teche sugli stipiti delle porte di casa. Il nome della preghiera è tratto dall'inizio: "Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo. Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze" (Deuteronomio 6,4ss) che è anche espressione di credo dell'ebraismo nel monoteismo.
L'amarlo con tutta l'anima comporta essere coscienti, quindi, dicono i rabbini anche quando "Egli si prende la tua anima ", cioè prima di dormire, di svenire, d'essere torturati, di morire, e ad ogni risveglio o quando ti si strappa un pezzo d'anima, alla morte d'un congiunto e d'un amico.
Lo Shemah, si recita in piedi durante la preghiera dell'alba "Shacharit" e della sera "Maariv" assieme all'Amidah, o "preghiera delle diciotto benedizioni".
La tradizione ebraica afferma che un ebreo avvolto nel tallit è come un angelo del Signore degli eserciti.
I morti vengono sepolti col loro tallit, ma le frange di un angolo sono tagliate, perché ormai non può più rispettare i precetti.

ADAMO ED EVA E LA GIMATRIA
Per la gimatria, criterio di ricerca ebraico in base al valore numerico della parola quale somma dei numeri attribuiti alle singole lettere (che sono solo consonanti), è da porre particolare attenzione a parole con identico risultato, perché in genere hanno profondi collegamenti o aiutano a trovare sviluppi di concetti.
Con tale strumento provo ad avvicinare quelle pagine relative alla prima coppia.
Inizio dal tetragramma sacro ineffabile, YHWHil cui risultato numerico è:

= ( = 10) + ( = 5) + ( = 6) + ( = 5) = 26
Il radicale di HYH esistere o esistenza risulta essere 20
= ( = 5) + ( = 10) + ( = 5) = 20

Con i significati grafici delle lettere esprimendo la lettera il concetto di recare si conclude che YHWH = 26 reca = 6 l'esistenza = 20
Lo stesso valore 20 di esistenza lo fornisce anche la lettera = 20
Si potrebbe concludere per la gimatria che YHWH = 26 è colui che reca = 6 ciò che è la sostanza dell'immagine della lettera = 20, ossia:

= ( = 20) + ( = 6) = 26

La lettera nasconde perciò un segreto perché numericamente corrisponde al valore numerico dell'esistenza ed è proprietà essenziale di Dio come l'esistere.

Prima della creazione, non esisteva il nulla, esisteva solo Dio.
Per la tradizione della qabbalah secondo Rabbi Itzhaq Luria, per creare, la luce infinita s'è contratta, ritirata, al "centro dell'infinito" e questo ritirarsi e/o contrarsi è la teoria del tzimtzum, fase che precede il big-beng.
Per creare qualcosa che non fosse se stesso, l'Infinito si sarebbe auto limitato ed avrebbe creato un ambito (lo spazio n'è solo un aspetto) privo di sé, ove la creazione ha potuto aver luogo, mantenuto da una forza al contorno chiamata Shaddai "Onnipotente" o "Dio del campo", "forza del campo ()" che fa sì che non venga di nuovo invaso.
Con tale nome Dio si manifestò ai patriarchi (vedi Esodo 6,3) e si trova molte volte in Genesi (17,1; 28,3; 35,11; 43,14; 48,3; 49,25) ed in Giobbe.
Questa forza si contrappone per volontà di Dio a se stesso.
È affermato che esistono, in ordine decrescente, quattro mondi:
  • dell'Emanazione - "Atzilut", corrisponde alla Yod di ;
  • della Creazione - "Brià", corrisponde alla prima he ;
  • della Formazione - "Yetzirà", corrisponde alla lettera vav ;
  • dell'Azione - "'Assiya", corrisponde alla seconda he .
Per i cabbalisti, Dio trova modo di rioccupare in un certo modo lo spazio lasciato vuoto; perciò c'è una seconda fase del tzimtzum.
Se rioccupasse questo spazio con se stesso Dio annullerebbe la possibilità della creazione ed allora, reintegra la non esistenza in forma rarefatta e contratta come raggio di luce che è l'energia dalla quale sono creati i mondi (cioè con un sé stesso uguale e distinto, capace di essere percepito, perché assume la corporeità; il 1° giorno del libro del Genesi ne è il racconto, con i segni per Luce leggo: "per l'Unico reca i corpi " e visto in forma cristiana "l'Unigenito si porterà in un corpo ") e questa energia, per divenire materia si trasforma poi è captata da 10 ricevitori dette Sefirot, ampolle che raccolgono e condensano la luce che le ha create.
La luce, raggiunta la prima Sefirah la riempie e l'eccesso passa alla successiva e via di seguito, fino alla quarta, ma questo contenitore esplode, come tutte le successive. (la Cabbalà la definisce "rottura dei vasi"; è la teoria d'Isaac Luria - 1569 - alcune scintille d'energia sono rimaste intrappolate, compito dell'uomo è liberarle ed a ricomposizione - Tikkun - compiuta con tutte le luci finalmente riunite, la Torah rivelerà i misteri e le combinazioni verbali nascoste ed arriverà il Messia. Ogni individuo ha la propria parte da compiere con l'osservanza dei precetti con mistica kavvanah o intima intenzione.)
Le prime tre Sefirot, sono nel mondo a portata di mano dell'uomo, raggiungibili, ma separate: la corona eccelsa, la rettitudine, qualità precipua di Dio, l'intelligenza-prudenza e la saggezza-sapienza e la prima delle sefirot, che è la corona , inizia con la che traduco "rettitudine", sostanza divina come "essere".

Si associa sempre l'idea di Dio con il concetto di amore che in ebraico è 'AHBH = ( = 1) + ( = 5) + ( = 2) + ( = 5) = 13, cioè l'esatta metà del valore numerico di YHWH; l'amare è, infatti, concetto di relazione che implica due soggetti che s'amino, come sottolineato da "Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò. Dio li benedisse e disse loro: Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra." (Genesi 1,27s)
Dio si produce come immagine in una coppia; amare si può allora leggere: l'Unico nel mondo in due esce .
Da ciò esce il concetto trinitario colto sinteticamente da Paolo con "La grazia del Signore Gesù Cristo, l'amore di Dio e la comunione dello spirito Santo siano con tutti voi." (2 Corinzi 13,13; interessante e curiosa combinazione, Capitolo 13, versetto 13)

A cosa corrisponde anche 13?

Corrisponde a Unico = UNO = ( = 1) + ( = 8) + ( = 4) = 13
Uno 13 che ama 13 e uno 13 che ama 13 porta alla somma di 52
Accade che figlio = ( = 2) + ( = 50) = 52

Nella seconda descrizione della creazione per uomo esce anche un altro termine oltre quello di Adamo, infatti è detto: "Allora l'uomo disse: Questa volta essa è carne dalla mia carne e osso dalle mie ossa. La si chiamerà donna perché dall'uomo è stata tolta. Per questo l'uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne." (Genesi 2,23.s)

Infatti, uno = 13 che ama = 13 e uno = 13 che ama = 13 porta alla somma di 52.
Accade che figlio = ( = 2) + ( = 50) = 52 è una carne sola di quei due.

Lo stesso risultato si ottiene se si scrive "in padre e madre" si ha ancora ( = 40) + ( = 1) + ( = 6) + ( = 2) + ( = 1) + ( = 2) = 52

Scrivendo "donna e l'uomo" e leggendo da sinistra a destra si trovano 2 fuochi e in mezzo Yahwèh "il fuoco che non si consuma", la coppia perfetta è coesa e il suo cemento è Dio, perché c'è amore reciproco.
Uomo o marito = ( = 1) + ( = 10) + ( = 300) = 311
Donna o moglie = ( = 1) + ( = 300) + ( = 5) = 306
La somma 617 corrisponde a due lettere del fuoco 2( = 300) = 600 e resta 17 chè è pari a "bene" = ( = 9) + ( = 6) + ( = 2) = 17
Quando marito e moglie si accendono tra di loro è bene.

Ritorno al versetto "Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò..." (Genesi 1,27)
Maschio è "zacar" e femmina "neqebah" ).
Maschio "pungente, penetrante", "arma su liscio corpo " vale 227.
= ( = 7) + ( = 20) + ( = 200) = 227
Femmina "la forata", "energia rovescia dentro al mondo " "energia nel ventre " ha un valore di 157.
= ( = 50) + ( = 100) + ( = 2) + ( = 5) = 157

Sia nel maschio che nella femmina c'è il concetto di "essere puro, essere innocente" per i radicali di analogo significato e :
  • , essere puro, innocente () nel corpo ;
  • , esseri puri, innocenti () da dentro usciranno .
Il rapporto tra maschio e femmina della coppia primigenia, quindi davanti a Dio, è comunque puro.
Dal punto di vista della gimatria la differenza dei valori in ebraico tra maschio e femmina (227-157) è pari a 70.

Lo stesso risultato di 70 si ottiene dalle lettere di Adamo ed Eva (Adam we Chavah) :

= ( = 40) + ( = 4) + ( = 1) = 45
= ( = 6) + ( = 8) + ( = 6) + ( = 5) = 25

Nell'immaginario della scuola dell'autore/i alla Torah è ritenuto che tutti i popoli della terra fossero appunto 70 onde Adam ed Eva sta ad indicare la totalità, del genere umano; che da progenitori importanti la pienezza di discendenza fosse 70 lo provano i seguenti versetti:
  • "I figli che nacquero a Giuseppe in Egitto sono due persone. Tutte le persone della famiglia di Giacobbe, che entrarono in Egitto, sono settanta." (Genesi 46,27)
  • "Tutte le persone nate da Giacobbe erano settanta..." (Esodo 1,5)
Su tale scia ci accorgiamo che luce 'aor = ( = 1) + ( = 6) + ( = 200) = 207, cioè è come = 20 la luce = 207 è pari a maschio ed in senso cristiano, come legge l'Apocalisse, + "questi " è "l'Agnello ": "La città (la nuova Gerusalemme) non ha bisogno della luce del sole, né della luce della luna perché la gloria di Dio la illumina e la sua lampada è l'Agnello." (Apocalisse 21,23)

Abbiamo osservato che Dio fece ad Adamo ed Eva delle tuniche di pelle "aor " parola che ha suono come quello della parola luce 'aor, ma con valore gimatrico pari a:

= ( = 70) + ( = 6) + ( = 200) = 276

Alla luce 207 si è perciò aggiunto un qualcosa che ha valore 69.
La pelle sostituisce la luce di cui erano vestiti.
Essendosi girati dalla parte opposta, forse è la chiave di tutto il discorso, infatti "quando si sono girati" equivale a:

= ( = 2) + ( = 60) + ( = 2) + ( = 5) = 69

LILITH, LA TENTAZIONE DI ADAMO
Nel Capitolo 2 del libro del Genesi, di fonte iahvista, secondo racconto della creazione conservato ad integrazione, c'è un tempo, dopo che Adamo è stato posto nel paradiso terrestre col comando di non mangiare dell'albero della conoscenza del bene e del male a quando dalla sua costola Dio plasmò la donna (dal versetto 18 al 23) in cui Adamo è solo nel paradiso terrestre.
È da ricordare che tutto ciò si svolge nel VI giorno - tempo che ha la durata imprecisata, per l'autore dell'ordine almeno delle migliaia di anni.
Il versetto Genesi 2,18 inizia con un "Poi ...", durata imprecisata in un tempo imprecisato, in cui sempre per l'autore di questo capitolo Adamo è rimasto solo.
Se ne sente l'eco nel commento di Dio: "...il Signore Dio disse: Non è bene che l'uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile. Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di bestie selvatiche e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all'uomo, per vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque modo l'uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome. Così l'uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutte le bestie selvatiche, ma l'uomo non trovò un aiuto che gli fosse simile." (Genesi 18-20)
Quanto tempo sarà passato?
Perché si parla solo di bestie selvatiche e tra questi gli uccelli?
Che faceva Adamo?
Su tutto ciò evidentemente hanno indagato per secoli i sapienti ebrei con le più strane elucubrazioni.
"Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull'uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e rinchiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio plasmò con la costola, che aveva tolta all'uomo, una donna e la condusse all'uomo."(Genesi 2,21s)
Adamo "si addormentò" sembra un atto normale umano ma questi implica sogni ed implica anche lunghe notti da solo.
Come si fa a dire questo?
Beh prima si dice che furono che Dio plasmò dal suolo anche tutti gli uccelli del cielo e quel tutti comporta anche gli uccelli notturni, da cui si arriva alla conclusione che le giornate trascorrevano normalmente, ma che non esisteva l'invecchiare perché di certo Adamo non aveva ancora mangiato di quel albero.
Se ne deduce perciò che esisteva la notte lail o lailah in cui Adamo normalmente dormiva come ogni uomo e... sognava.
Alcuni si sono detti con chi passava allora le notti Adamo?
La risposta è stata: evidentemente con qualche "notturna".
Ora "la notturna " per antonomasia è la civetta e si trova una sola volta nell'Antico Testamento nell'ambito dell'Apocalisse detta di Isaia dei Capitoli 34 e 35 relativa alle guerre finali di Iahwèh contro il male impersonato da Edom il complesso dei paesi nemici dichiarati che circondavano Israele: "Gatti selvatici si incontreranno con iene, i satiri si chiameranno l'un l'altro; vi faranno sosta anche le civette (Lilit) e vi troveranno tranquilla dimora." (Isaia 34,14)
Nell'immaginario ebraico Lilit è un demone femminile che vaga tra le rovine.
Il Genesi procede nel racconto con questa esclamazione da parte e Adamo "Allora l'uomo disse: Questa volta essa è carne dalla mia carne e osso dalle mie ossa. La si chiamerà donna perché dall'uomo è stata tolta". (Genesi 2,23)
Come se ci fosse stata un'altra volta!
Per la tradizione cabalistica, in effetti, Adamo prima di incontrarsi carnalmente con Eva ebbe ebbe a questionare ed ebbe la sua "tentazione" da parte di quell'essere femminile con Lilith, ma senza accoppiarsi con essa.
C'è un riferimento a Lilith come prima moglie d'Adamo nell'alfabeto di Ben-Sira (IX-XI secolo d.C.) intitolato a Yeshua ben Sira (II secolo a.C.) ma in realtà di autore anonimo e lì è detto che Lilith rifiutò le richieste di Adamo durante il rapporto sessuale e l'abbandonò. Disse: Non starò sotto di te, ed egli disse: E io non giacerò sotto di te, ma solo sopra. Per te è adatto stare solamente sotto, mentre io sono fatto per stare sopra. Lilit pronunciò infuriata il nome di Dio (Sham El), prese il volo ed abbandonò il giardino del Paradiso, rifugiandosi sulle coste del Mar Rosso. Lilit abbandonò il Paradiso di propria iniziativa, prima della caduta dell'uomo e non toccando l'Albero della Conoscenza non fu condannata alla mortalità In seguito Lilit si accoppiò con Asmodeo (Shamael che rappresenta il vento polveroso del deserto) e vari demoni che trovò oltre il Mar Rosso, creando una infinita generazione di Jinn. Adamo chiese a Dio di riportare indietro Lilith cosi tre Angeli, chiamati Senoy, Sansenoy e Semangelof, furono mandati per ricercarla. Quando i tre angeli trovarono Lilit le ingiunsero di tornare minacciandola di morte, lei rispose che non sarebbe potuta tornare da Adamo dopo aver avuto relazioni con i demoni e che non sarebbe potuta morire in quanto immortale. Ma quando gli angeli minacciarono di uccidere i figli che lei aveva generato con i demoni li supplicò di non farlo promettendo che non avrebbe toccati i discendenti di Adamo ed Eva, se si fossero pronunciati i nomi dei tre angeli.
Ci sono le seguenti superstizioni su Lilit:
  • per odio contro i figli di Eva uccide i neonati nella culla togliendogli il fiato e c'era la superstizione di tracciare un cerchio intorno alla culla coi nomi degli angeli protettori;
  • tenta gli uomini nel sonno provocando eiaculazioni notturne onde genera i demoni (gli jinn della tradizione arabo-islamica).
Pare evidente che in questa idea del mito di Lilit s'è inserito un tentativo di sincretismo col mito greco di Pallade Atena, che incarna il senno e la ragione.
Il mito della figlia di Zeus, che rappresenta l'idea di prudenza e senno, data alla luce già adulta dalla testa di Zeus con l'aiuto da ostetrico di Efesto, dio del fuoco, che gli aprì la testa è narrato da Esiodo nella sua Teogonia.
Atena è detta glaucopide, "dagli occhi azzurri " sia "dagli occhi di civetta", da glaucos (azzurro) o glaux la civetta, l'animale, sempre vigile, che la rappresenta.

Adamo "conobbe" Eva solo dopo il peccato e la cacciata dal paradiso.
Tornando, infatti, al racconto, il Genesi indica al Capitolo 4 il primo congiungimento tra Adamo con Eva dopo la perdita dello stato di grazia: "Adamo si unì a Eva sua moglie, la quale concepì e partorì Caino ...poi partorì ancora suo fratello Abele..." (Genesi 4,1s)
Per la Qabbalah Adamo però avrebbe rifiutato per 130 anni di congiungersi con lei; in tale tempo avrebbe disperso il seme a terra da cui sorsero molti demoni.
Dopo l'inciso del racconti di Caino e Abele è detto: "Adamo si unì di nuovo alla moglie che partorì un figlio e lo chiamò Set..." (Genesi 4,25a)
"Adamo aveva 130 anni quando generò a sua immagine, a sua somiglianza un figlio e lo chiamò Set. Dopo aver generato Set Adamo visse ancora 800 anni e generò figli e figlie." (Genesi 5,3s)

Nel Talmud è detto: "In tutti quegli anni (130 anni dall'espulsione dal giardino dell'Eden) durante i quali era bandito, Adamo generò fantasmi e demoni maligni e demoni femmina (demoni della notte), come è detto nelle Scritture (Genesi 5,3s)... quando vide che attraverso di lui la morte era divenuta punizione spese 130 anni in dissolutezze, tagliò i ponti con sua moglie per 130 anni, indossò vestiti di fico per 130 anni." (R. Jeremiah b. Eleazar-Erubin 18b)

GLI ABITI DEI SACERDOTI
La decriptazione del versetto Genesi 3,7 tramite le lettere ci portò ad accostarci al Capitolo 38 dell'Esodo ove sono descritti i paramenti del sommo sacerdote.

Di seguito riporto il testo C.E.I.

Esodo 28 - Gli abiti dei sacerdoti - Testo C.E.I.
Tu fa' avvicinare a te tra gli Israeliti, Aronne tuo fratello e i suoi figli con lui, perché siano miei sacerdoti; Aronne e Nadab, Abiu, Eleazaro, Itamar, figli di Aronne. Farai per Aronne, tuo fratello, abiti sacri, che esprimano gloria e maestà. Tu parlerai a tutti gli artigiani più esperti, ai quali io ho dato uno spirito di saggezza, ed essi faranno gli abiti di Aronne per la sua consacrazione e per l'esercizio del sacerdozio in mio onore. Ed ecco gli abiti che faranno: il pettorale e l'efod, il manto, la tunica damascata, il turbante e la cintura. Faranno vesti sacre per Aronne tuo fratello e per i suoi figli, perché esercitino il sacerdozio in mio onore. Essi dovranno usare oro, porpora viola e porpora rossa, scarlatto e bisso. (Esodo 28-1-5)

Faranno l'efod con oro, porpora viola e porpora rossa, scarlatto e bisso ritorto, artisticamente lavorati. Avrà due spalline attaccate alle due estremità e in tal modo formerà un pezzo ben unito. La cintura per fissarlo e che sta sopra di esso sarà della stessa fattura e sarà d'un sol pezzo: sarà intessuta d'oro, di porpora viola e porpora rossa, scarlatto e bisso ritorto. Prenderai due pietre di onice e inciderai su di esse i nomi degli Israeliti: sei dei loro nomi sulla prima pietra e gli altri sei nomi sulla seconda pietra, in ordine di nascita. Inciderai le due pietre con i nomi degli Israeliti, seguendo l'arte dell'intagliatore di pietre per l'incisione di un sigillo; le inserirai in castoni d'oro. Fisserai le due pietre sulle spalline dell'efod, come pietre che ricordino presso di me gli Israeliti; così Aronne porterà i loro nomi sulle sue spalle davanti al Signore, come un memoriale. Farai anche i castoni d'oro e due catene d'oro in forma di cordoni, con un lavoro d'intreccio; poi fisserai le catene a intreccio sui castoni. (Esodo 28-6-14)

Farai il pettorale del giudizio, artisticamente lavorato, di fattura uguale a quella dell'efod: con oro, porpora viola, porpora rossa, scarlatto e bisso ritorto. Sarà quadrato, doppio; avrà una spanna di lunghezza e una spanna di larghezza. Lo coprirai con una incastonatura di pietre preziose, disposte in quattro file.
Una fila: una cornalina, un topazio e uno smeraldo: così la prima fila.
La seconda fila: un turchese, uno zaffiro e un berillo.
La terza fila: un giacinto, un'agata e un'ametista.
La quarta fila: un crisolito, un onice e un diaspro.
Saranno inserite nell'oro mediante i loro castoni. Le pietre corrisponderanno ai nomi degli Israeliti: dodici, secondo i loro nomi, e saranno incise come sigilli, ciascuna con il nome corrispondente, secondo le dodici tribù. Poi farai sul pettorale catene in forma di cordoni, lavoro d'intreccio d'oro puro. Farai sul pettorale due anelli d'oro e metterai i due anelli alle estremità del pettorale. Metterai le due catene d'oro sui due anelli alle estremità del pettorale. Quanto alle due altre estremità delle catene, le fisserai sui due castoni e le farai passare sulle due spalline dell'efod nella parte anteriore. Farai due anelli d'oro e li metterai sulle due estremità del pettorale sul suo bordo che è dalla parte dell'efod, verso l'interno. Farai due altri anelli d'oro e li metterai sulle due spalline dell'efod in basso, sul suo lato anteriore, in vicinanza del punto di attacco, al di sopra della cintura dell'efod. Si legherà il pettorale con i suoi anelli agli anelli dell'efod mediante un cordone di porpora viola, perché stia al di sopra della cintura dell'efod e perché il pettorale non si distacchi dall'efod. Così Aronne porterà i nomi degli Israeliti sul pettorale del giudizio, sopra il suo cuore, quando entrerà nel Santo, come memoriale davanti al Signore per sempre. Unirai al pettorale del giudizio gli "urim" e i "tummim". Saranno così sopra il cuore di Aronne quando entrerà alla presenza del Signore: Aronne porterà il giudizio degli Israeliti sopra il suo cuore alla presenza del Signore per sempre. (Esodo 28-15-30)

Farai il manto dell'efod, tutto di porpora viola con in mezzo una scollatura per la testa; il bordo attorno alla scollatura sarà un lavoro di tessitore come la scollatura di una corazza, che non si lacera. Farai sul suo lembo melagrane di porpora viola, di porpora rossa e di scarlatto, intorno al suo lembo, e in mezzo porrai sonagli d'oro: un sonaglio d'oro e una melagrana, un sonaglio d'oro e una melagrana intorno all'orlo del manto. Esso rivestirà Aronne nelle funzioni sacerdotali e se ne sentirà il suono quando egli entrerà nel Santo alla presenza del Signore e quando ne uscirà; così non morirà. (Esodo 28-31-35)

Farai una lamina d'oro puro e vi inciderai, come su di un sigillo: Sacro al Signore. L'attaccherai con un cordone di porpora viola al turbante, sulla parte anteriore. Starà sulla fronte di Aronne; Aronne porterà il carico delle colpe che potranno commettere gli Israeliti, in occasione delle offerte sacre da loro presentate. Aronne la porterà sempre sulla sua fronte, per attirare su di essi il favore del Signore. Tesserai la tunica di bisso. Farai un turbante di bisso e una cintura, lavoro di ricamo. (Esodo 28-36-39)

Per i figli di Aronne farai tuniche e cinture. Per essi farai anche berretti a gloria e decoro. Farai indossare queste vesti ad Aronne, tuo fratello, e ai suoi figli. Poi li ungerai, darai loro l'investitura e li consacrerai, perché esercitino il sacerdozio in mio onore. Farai loro inoltre calzoni di lino, per coprire la loro nudità; dovranno arrivare dai fianchi fino alle cosce. Aronne e i suoi figli li indosseranno quando entreranno nella tenda del convegno o quando si avvicineranno all'altare per officiare nel santuario, perché non incorrano in una colpa che li farebbe morire. È una prescrizione rituale perenne per lui e per i suoi discendenti. (Esodo 28-40-43)

Ho così iniziato a guardare dentro dal versetto 33 al 35 col metodo di decriptazione di cui ho detto e vi si trova una situazione che calza perfettamente con quanto si è esposto sulla situazione del vestito perduto da Adamo; riporto la decriptazione del primo con la riprova e poi la decriptazione di tutti e tre.

Esodo 28,33 - Farai sul suo lembo melagrane di porpora viola, di porpora rossa e di scarlatto, intorno al suo lembo, e in mezzo porrai sonagli d'oro




Esodo 28,33 - Si portarono a vedere il dono indicato dall'alto . In un simile () il Potente era stato a portare nel corpo la vita degli angeli . Era stata la perfezione () finalmente riportata delle origini . Nel corpo in cammino d'un vivente si portava l'energia per il verme finire , per rinnovare () le esistenze . Dall'alto il mantello s'era riportato della pienezza . Ad abitare s'era in una casa portato il Verbo . Si vedeva la vita degli angeli essere in questi entrata . In una casa una figlia aveva portato la rettitudine . In un vivente la pienezza dentro era ad abitare .

Esodo 28,33 - Si portarono a vedere il dono indicato dall'alto. In un simile il Potente era stato a portare nel corpo la vita degli angeli. Era stata la perfezione finalmente riportata delle origini. Nel corpo in cammino d'un vivente si portava l'energia per il verme finire, per rinnovare le esistenze. Dall'alto il mantello s'era riportato della pienezza. Ad abitare s'era in una casa portato il Verbo. Si vedeva la vita degli angeli essere in questi entrata. In una casa una figlia aveva portato la rettitudine. In un vivente la pienezza dentro era ad abitare.

Esodo 28,34 - La parola sentirono i viventi di un angelo per "questi" nel mondo. Dentro si portò in un corpo dai viventi per recare energia, dalla bocca sentiranno la manna da questi uscire. Nel pozzo dei viventi riportò degli angeli dall'alto le frange da cui erano usciti dal seno in cui erano del Potente (mantello) che li avvolgeva, dentro cui erano ad abitare.

Esodo 28,35 - Riporterà l'esistenza alta delle origini. Rigenererà con l'energia potente della risurrezione i corpi. A tutti riporterà lo spirito che agiva. A rovesciare porterà il serpente che si portò dentro ad abitare alle origini e di Dio rientrerà la santità. La potenza nelle persone ci risarà. Il Signore porterà il fango delle origini a finire e porterà il rifiuto all'esistenza della morte.

Ho così proceduto alla decriptazione dell'intero Esodo 28-1,43 che di seguito riporto.

ESODO 28 DECRIPTATO
Esodo 28,1 - Si porterà, verrà nel mondo per riversare nei corpi dentro la divinità che c'era con la rettitudine. Riverrà l'Unico a rigenerarla. La bella vita la rettitudine riporterà, riverranno figli che saranno portati dall'Unico, alla fine porterà i morti a cui recherà la rettitudine. Dentro invierà la forza che sarà a risorgere i corpi. La divinità per la potenza della rettitudine riuscirà, l'energia li riporterà potenti ad essere. Rioriginati usciranno i corpi per l'energia degli angeli in aiuto dentro riportata. Dal Padre saranno con Lui. La divinità la forza nei corpi riporterà, ricominceranno ad essere con puri corpi, a casa con gli angeli saranno dell'Unico ad entrare tra i canti.

Esodo 28,2 - Portata in azione la risurrezione saranno tutti col mantello che c'era della santità dal Potente all'origine generati. Belli i viventi tutti nella gloria porterà dal Potente alla fine al volto nella felicità.

Esodo 28,3 - E verranno alla fine per l'aiuto ricreati dal Potente. Per la rettitudine il vigore anelato ci risarà. Dal Potente a casa beati nella pienezza tutti saranno portati. Lo spirito di sapienza si riporterà in azione per la risurrezione portata. Riverranno dentro alla fortuna che c'era alle origini. Rigenerati tra gli angeli del Potente al vertice rivestiti di rettitudine entreranno ad abitare; col Potente staranno.

Esodo 28,4 - Porterà al maledetto entrato con tradimento nell'esistenza dei viventi l'Unico a bruciare nei corpi, lo spazzerà in una voragine di fuoco, lo rifiuterà. Il soffio che portò sangue con rovine dal cammino finirà. Con l'angelo finito, finirà lo stare in esilio. Su i viventi innalzerà con gli angeli il Verbo. Alla fine li porterà l'Unigenito figlio nel cuore e si vedranno simili dentro la sorte che c'è per i Santi per il serpente delle origini uscito dai corpi. Inviata nei fratelli sarà la rettitudine che portandosi nei cuori l'energia sarà a portare del serpente a spengere il letamaio.

Esodo 28,5 - E ad entrare i viventi saranno nell'assemblea sperata. Verranno questi ad entrarvi per l'ingresso in tutti nel mondo della perfezione del Crocefisso portata venuto dall'Unico nel corpo con anche il rifiuto finale per la fine portare al serpente. Dal tempo usciranno rinnovati, saranno portati a rivenire gli usciti nel sesto (giorno).

Esodo 28,6 - Gli porterà in azione la distruzione finale nel mondo. L'ira porterà per bloccare questi nel mondo in cui dentro entrò con l'oppressione. Il serpente che in tutti entrò all'origine nei corpi scapperà dai viventi l'energia. La fine porterà col serpente al tempo. Per rinnovare sarà a portare il fuoco della risurrezione nei viventi che brucerà di questi il verme che agisce; risorti usciranno dalla prigione i rapiti.

Esodo 28,7 - Riaccesa in tutti sarà la rettitudine del Crocifisso. Il Verbo in tutti i compagni a finire sarà l'esistenza del serpente a recare. La divinità per rinnovarli sarà a riversare che a sollevare riporterà tutti in cui sarà a portarsi; riporterà i prigionieri puri.

Esodo 28,8 - I portati in prigione rapiti l'Unico libererà; tutti porterà alla felicità. Dall'alto sarà portata la rettitudine in seno che brucerà la perversità nei viventi, la vita degli angeli riporterà saranno nell'esistenza questi a rientrare. Perfetti tutti riporterà con gli originari corpi. Riscorrerà nei viventi l'energia e a tutti riporterà la potenza che agiva. Tutti rinnovati saranno portando da luminosi sole in questi i corpi.

Esodo 28,9 - Portati dal Potente li verserà nell'assemblea tutti. Verranno i risorti col Crocifisso per stare dal Padre con gli angeli per stare nella luce. Nel mondo i viventi si porteranno nel Verbo, tutti si chiuderanno nel Crocifisso che a sollevare sarà dal mondo i viventi nel Nome. Li porterà finalmente figli essere per stare da risorti alla vista del Potente.

Esodo 28,10 - I risorti nel Risorto entreranno. Salverà i viventi. Integri l'innalzerà. Dal Padre inviato al mondo dai fratelli, tutti li riporterà. L'Unigenito avrà indicato la risurrezione dalla morte nel mondo risorgendo. Della risurrezione uscì nel mondo l'energia (quando) ne portarono in croce il corpo. Fu dal seno la potenza ad uscire. Dall'Unigenito Figlio uscì la risurrezione tra i lamenti in croce. La rettitudine il Crocefisso portò per rinascere integri.

Esodo 28,11 - Viventi videro risorto uscire dalla tomba il corpo. La risurrezione il Padre inviò al Verbo. Al Crocefisso riportò la vita, lo strappò dai morti, libero venne per la seconda volta al mondo. Dell'Unico il Figlio era. In seno la potenza aveva acceso in un uomo che figlio era d'Israele che i viventi farà tornare alla fine salvati. Ad abitare su li riporterà tutti. Questi entreranno dentro al Crocifisso che avevano visto risorto che nel mondo riverrà tra i viventi.

Esodo 28,12 - Si riporterà il Risorto tra gli uomini; riverrà per la seconda volta. Rientrerà dell'Unico il Figlio per stare con i viventi. Rivedranno in cammino alla fine il Verbo che crocefissero nel mondo, prima liberato dal Padre rinviato sarà questo agnello. Tra gli angeli del Potente il Figlio sarà in Israele per perdonare. L'Unigenito a rigenerare con l'energia verrà per risorgere dalla morte i viventi. Il Potente in persona era, il Signore innalzato, il risorto dalla croce, colui che fu il retto crocifisso, il Verbo era che aveva portato la potenza in un maschio inviato.

Esodo 28,13 - E visto i risorti essere il Crocifisso i viventi nel risorto dentro saliranno tutti; in questi entreranno dentro.

Esodo 28,14 - Si porteranno a bere la rettitudine nel Risorto corpo del Crocifisso; questi gli entreranno dentro al cuore aperto da un'asta. Il corpo i viventi su un'altura potente del Crocifisso tutti vedranno. I risorti dal mondo verranno a vivere in seno al risorto che dal mondo da fune li porterà dagli angeli tutti. Dal Crocifisso dal mondo verranno sradicati con i corpi tutti dal mondo. Si vedranno dentro il Crocefisso tutti innalzati, li salverà; a casa saliranno tutti.

Esodo 28,15 - Portati si vedranno posti nell'assemblea i risorti con gli angeli i salvati dal Verbo per amore. Dal seno del risorto usciranno dalla prigione. Dall'esilio, anelanti si vedranno nella luce entrare dell'Unico, liberi finalmente si vedranno tra i luminosi angeli condotti. Questi vi entreranno dentro da perfetti dal Crocifisso condotti con gli originari corpi ove scorre la vita degli angeli. Avrà portato il verme a finire, li avrà rinnovati con la forza portata per bruciarlo nel fuoco. Avrà salvato dallo straniero, finitolo con l'azione della risurrezione, dal mondo verrà a portarli.

Esodo 28,16 - Le moltitudini porterà dalle rovine del mondo dove stanno. N'usciranno da retti per il soffio portato dal Potente in questi con i corpi in bella forma. Ad ardere avrà recato lo straniero che in tutti nei corpi si nascose dentro portandosi.

Esodo 28,17 - Ed alla pienezza alla fine a casa li condurrà per vivere da potenti. Verranno al Padre inviati Dai quattro (angoli) del mondo, per amore li porterà. Con i corpi saranno le centinaia di figli del cuore. Riporterà nel corpo Adamo che il Verbo per amore avrà aiutato dal mondo a riportare a casa ove lo verserà. Dal corpo tutti gli usciranno dal cuore per portarli con i corpi ad entrare; i fratelli avrà aiutato.

Esodo 28,18 - Ed entreranno in fila dal mondo i risorti figli. Al Volto al trono il Verbo li lancerà e saranno ad entrare dal Potente vivi.

Esodo 28,19 - Si portò al mondo per amore e in un corpo entrò per liberarli. Per dono con la potenza della risurrezione li salverà da chi dentro si portò recando l'inizio dell'ammalarsi dei viventi nel mondo.

Esodo 28,20 - Ed entrato nei cuori si portò nelle menti generando dentro forti rovine in tutti che poveri furono. La gioia uscì dai viventi e per il forte infuocato soffio entrato nei viventi l'angoscia fu la vita a colpire nel mondo gli abitanti. Fu ad uscire, essendosi portato ad abitare nei viventi da serpente, la portata originaria purezza.

Esodo 28,21 - Ed al mondo il Padre inviò a stare in un uomo del mondo l'esistenza che è degli angeli (il vino). Dall'alto accese in un uomo del figlio l'esistenza che fu ad accendere in un corpo la divinità onde a berla fossero dal suo seno per la risurrezione dei corpi aprire. Dall'alto accese la vita pura del Verbo che scelse di portarsi tra i viventi che a chiudere portò la purezza in un uomo. Innalzato la risurrezione dalla morte uscì nell'esistenza. Ci fu l'energia per il serpente bruciare inviata per spazzare estirpandolo da dentro ai cuori.

Esodo 28,22 - Portò in azione la risurrezione essendo in croce innalzato. Dalla tomba risorse. L'energia della risurrezione il corpo riaccese al Crocifisso. Sull'altura, dalla croce con l'acqua si vide. La risurrezione uscì in azione da dentro il Crocifisso. Da questi uscì da dentro il cuore. Gli aprì un'asta il corpo.

Esodo 28,23 - E si vide risorto chi fu in croce rialzatosi dalla tomba luminoso. Angeli luminosi ad indicarlo furono. Dal cuore dentro che il peccare in croce colpito l'aprì da dentro recò l'energia. Dal Crocifisso in croce venne da bere l'esistenza per il mondo. Nel cuore dentro si vedranno portarsi tutti. Dall'alto il risorto con gli angeli risarà alla fine. Porterà tutti fuori dalle tombe i risorti tra gli angeli.

Esodo 28,24 - Portò l'energia dalla croce il Crocifisso nel mondo; venne da bere l'essere. Una corda per tutti uscì, per questa gli entreranno dentro nell'apertura del cuore. Dentro, il peccare finito, da Dio li verserà. Su porterà alla fine gli usciti dalla tomba i rinnovati.

Esodo 28,25 - Porterà dall'Unico alla fine i risorti. Il Crocifisso sarà a riversarli su e finalmente nella luce tutti staranno. Dal mondo per la corda del Crocifisso in croce tutti tra gli angeli innalzerà. Il risorto dalla croce sarà nel mondo a salvarli, dal fango li riporterà. Alla fine porterà l'angelo che tutti aveva segnato nel mondo. In alto dei retti finirà il Verbo a condurre. Tutti dal mondo uniti libererà, dal maledetto li circonciderà; di persona sarà a condurli.

Esodo 28,26 - Porterà in azione in dono il Crocifisso la risurrezione che sceglierà ciò che è buono. Il peccare finirà colpendo entrando la vergogna negli uomini. L'originaria purezza rialzerà bruciando l'angelo che fu a versarsi giù e finirà del mondo la prigione bruciandolo. L'energia l'innalzato, che sul monte Calvo in croce avevano portato, dell'Unico, il Principe, Dio che agì creando, il Verbo portò l'aiuto; da dentro fu dal Crocifisso ad uscire.

Esodo 28,27 - Portata in azione la risurrezione saranno nel Crocifisso i risorti tutti a stargli nel cuore. Dentro si vedranno portarsi alla fine. In questi ad entrare dentro li porteranno gli angeli che dal Crocifisso in croce usciranno. Verranno in seno al Potente i risorti alla fine a stare. Per la rettitudine che dalla croce il Verbo ha portato segnò l'uscita dell'ira che portandosi nel sangue, perché nei cuori entrò dei viventi, la circoncisione nelle persone sarà a recare dal serpente che agisce negli uomini nelle midolla mangiandolo. La fine porterà nei viventi del male operare, il vigore riaccenderà dentro. Riuscirà l'originario soffio per il portato aiuto.

Esodo 28,28 - Portata che sarà nei corpi la rettitudine, la pienezza si riporterà che all'origine finì d'uscire per il nascondimento della luce dell'angelo nei viventi. Per amore dentro al tempo li portò Dio, per amore dentro al tempo entrò dell'Umico il Verbo che si portò in aiuto. Dentro il Verbo in croce fu per i potenti nell'oppressione. Dai Potenti su un colle in campo aperto fu portato, in croce l'innalzarono. Dalla tomba risorto a casa rientrò. Dell'Unico il Verbo portò all'essere impuro il rifiuto; fu per questo nella prigione ad entrare del mondo chiudendo della risurrezione l'energia in un vivente, innalzato l'ira gli portò che lo sbarrò.

Esodo 28,29 - Si portò per perdonare l'Unigenito. Entrò in un corpo con l'energia, venne per risorgerli dalla morte. Dentro da inviato fu in Israele in una casa si chiuse, l'illuminò un angelo, uscì da madre alla luce il Verbo. L'amore dall'alto in un cuore portò dentro, della casa primogenito si portò. Dio entrò nel santuario, guizzò in un maschio l'energia del Potente. In una persona ci fu il Signore integrale per essere d'aiuto.

Esodo 28,30 - Portarono gli angeli un segno per indicare che Dio si chiudeva. Una luce d'angeli uscì. Dalla madre alla luce dall'utero venne, la luce che era dei viventi si portò. Venne per scelta a vivere nei giorni del mondo. Fu a portarsi dall'alto il Potente in una casa. Si portò da primogenito partorito. L'energia dentro abitava in un corpo, in una persona c'era il Signore. Portarono gli angeli la luce dell'Unico per l'Unigenito, uscirono canti (quel) primogenito indicavano. Per salvare il Verbo per amore in un figlio stava d'Israele, in un fanciullo in una famiglia si portò. Il Potente Verbo tra lamenti, il Signore finalmente della madre era in mano.

Esodo 28,31 - Si portarono a vedere la luce che era ad indicarlo. Venuto da un seno era il Potente nel mondo. Dell'Unico il Verbo portava in mano una sposa. Era il Potente, la perfezione totale.

Esodo 28,32 - Ed al mondo fu ad entrare il Verbo. Fu dal corpo di una donna a portarsi. Una casa prescelta che si portava rettamente lo portò alla luce. Il Verbo, per cui l'esistenza ci fu del mondo, del Potente il Verbo s'era portato per il ritorno di chi era ad abitarlo (il mondo). Per i viventi alla vista la luce uscì per l'Unigenito nel corpo, per chi in cammino così il Verbo erano ad indicare in una grotta. L'Unigenito era nel mondo a stare. In campo aperto accompagnò il Potente dal primogenito obbedienti pastori.

Esodo 28,33 - Si portarono a vedere il dono indicato dall'alto. In un simile il Potente era stato a portare nel corpo la vita degli angeli. Era stata la perfezione finalmente riportata delle origini. Nel corpo in cammino d'un vivente si portava l'energia per il verme finire, per rinnovare le esistenze. Dall'alto il mantello s'era riportato della pienezza. Ad abitare s'era in una casa portato il Verbo. Si vedeva la vita degli angeli essere in questi entrata. In una casa una figlia aveva portato la rettitudine. In un vivente la pienezza dentro era ad abitare.

Esodo 28,34 - La parola sentirono i viventi di un angelo per "questi" nel mondo. Dentro si portò in un corpo dai viventi per recare energia, dalla bocca sentiranno la manna da questi uscire. Nel pozzo dei viventi riportò degli angeli dall'alto le frange da cui erano usciti dal seno in cui erano del Potente (mantello) che li avvolgeva, dentro cui erano ad abitare.

Esodo 28,35 - Riporterà l'esistenza alta delle origini. Rigenererà con l'energia potente della risurrezione i corpi. A tutti riporterà lo spirito che agiva. A rovesciare porterà il serpente che si portò dentro ad abitare alle origini e di Dio rientrerà la santità. La potenza nelle persone ci risarà. Il Signore porterà il fango delle origini a finire e porterà il rifiuto all'esistenza della morte.

Esodo 28,36 - Porterà in azione la risurrezione ad esistere alla fine giù, sarà a sollevare questi dal mondo. Dentro i cuori dalla perversità guarirà, la strapperà via completamente. In alto sarà a portare il Verbo tutti e la vita sigillerà nella santità. Per il serpente sarà una calamità.


Esodo 28,37 - Porterà a risorgere i morti, verrà a portarli in alto. Il soffio in tutti ci risarà del Potente. Alla fine a sposa scelta porterà per l'esistenza ad innalzare i viventi. Scenderà l'energia del Verbo che sceglierà alla divinità i viventi portare. Del Potente al Volto inviati saranno dal mondo per vivere su con gli angeli. Col Verbo tutti staranno per l'esistenza.

Esodo 28,38 - Li porterà dal mondo a stare fuori in alto, i viventi saliranno a chiudersi nell'Unico rigenerati angeli per il portato perdonare dell'Unico al mondo. Per il corpo inviato dell'Unigenito in croce per le colpe del mondo, la santità ci fu per i viventi. Una donna dal corpo fu a versare che d'aiuto gli fosse. Il Risorto rifù a casa ove gli apostoli stavano che furono il Risorto a vedere potente. In cammino perché l'indicasse l'inviò ai confini del mondo. La Santità nel mondo c'è; la madre la porta. Dal mondo fu ad uscire innalzandosi. La madre giù annuncia che il Crocifisso i viventi sarà a liberare. Un corpo su porta con gli apostoli, in loro la potenza nelle persone c'è del Signore.

Esodo 28,39 - Riporterà dallo stare in esilio su tutti dal mondo da retti. Il drago che li segnò nel sesto (giorno). Gli porterà in azione il fuoco che sarà da purezza a scendere dell'angelo il soffio finirà. La risurrezione lo sterminio dentro gli invierà nei cuori. Da tutti si vedrà bruciato uscire dal seno. La risurrezione rigenererà rovesciandolo dai viventi.

Esodo 28,40 - E nei cuori l'energia ci risarà che alle origini uscì dai corpi, l'energia del Crocifisso avrà operato con la risurrezione per l'entrata rettitudine che il drago finirà. A portarsi si vedranno dal Risorto che starà sul colle. Vi entreranno i viventi. Al Padre l'invierà nel cuore. Saranno i viventi portati a vivervi dall'altura ove si vide portato in croce. Tutti si vedranno nel Risorto entrare. Loro dal Potente nella gloria li porterà potenti nello splendore.

Esodo 28,41 - Li porterà ad entrare nel cuore il risorto dalla croce all'Unico integri verranno chi all'origine uscì. Tra i canti i fratelli saranno così riportati, riverranno col Figlio. Saranno portati all'Unico alla fine e li porterà il Messia che crocifisso venne dai viventi condotti alla pienezza. In croce venne ad essere col sangue portata la santità. Tutti verranno nella piaga ad entrare, tra gli angeli li porterà dal Potente a stare.

Esodo 28,42 - Portati a vedere la luce che esce dal Potente usciranno i viventi dalla piaga inviati dal foro saranno della casa alla porta. Guizzeranno così, dal foro che gli portò in croce nella carne il nemico con l'asta che l'aprì, vivi gli uomini tra gli angeli. Saranno i viventi portati all'Eterno. Li lancerà, così dai giorni del mondo sarà a portarli.

Esodo 28,43 - I condotti dal mondo saranno portati alla vista del Potente. Entreranno tra i canti che portare sentiranno. Al Potente dentro gli angeli saranno a portarli. Nell'intimo dell'Unico i viventi nello splendore i viventi si porteranno. Nell'eternità desiderata dentro camminando nella luce pura di Dio entreranno i viventi. Questi abiteranno nell'assemblea del Potente. Con luminoso corpo il Crocifisso vi abita al vertice simile al Potente. L'Uomo Unigenito si porterà alla vista portandosi con gli apostoli e la Madre. Il Crocifisso li avrà portati dalla prigione, li verserà tutti per sempre, li avrà accompagnati e potenti questi da compagni avrà portato. I fratelli nel corpo sarà stato a portare.

CONCLUSIONI
Metto in evidenza il risultato della decriptazione di due versetti, precisamente:
  • Portata in azione la risurrezione saranno tutti col mantello che c'era della santità dal Potente all'origine generati. Belli i viventi tutti nella gloria porterà dal Potente alla fine al volto nella felicità. (Esodo 28,2 decriptazione)
  • Ed al mondo il Padre inviò a stare in un uomo del mondo l'esistenza che è degli angeli (vino ). Dall'alto accese in un uomo del figlio l'esistenza che fu ad accendere in un corpo la divinità onde a berla fossero dal suo seno per la risurrezione dei corpi aprire. Dall'alto accese la vita pura del Verbo che scelse di portarsi tra i viventi che a chiudere portò la purezza in un uomo. Innalzato la risurrezione dalla morte uscì nell'esistenza. Ci fu l'energia per il serpente bruciare inviata per spazzare estirpandolo da dentro ai cuori. (Esodo 28,21 decriptazione)
Nella lettera agli Ebrei 1,10-12 c'è una citazione del Salmo 102 che al versetto 27 nella versione C.E.I. è tradotto partendo dalla Vulgata "...come un abito tu li muterai ed essi passeranno", ma ha una variante significativa per il tema considerato.
La citazione, che riporto, fa comprendere come l'idea di Dio che riveste come un mantello fosse idea corrente a quei tempi quel "da principio" avvalora la tesi che quello è il vestito che mancò ad Adamo e ad Eva quando s'accorsero d'essere nudi.

"...Tu, Signore, da principio hai fondato la terra
e opera delle tue mani sono i cieli.
Essi periranno, ma tu rimani;
invecchieranno tutti come un vestito.
Come un mantello li avvolgerai,
come un abito e saranno cambiati
;
ma tu rimani lo stesso, e gli anni tuoi non avranno fine." (Ebrei 1,10-12)

In definitiva si può concludere che Adamo nacque con la camicia!

Nel Vangelo di Giovanni l'autore sottolinea che Gesù Cristo segue le sorti di Adamo e viene spogliato però dagli uomini della sua tunica:
"I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti e ne fecero quattro parti, una per ciascun soldato, e la tunica. Ora quella tunica (citvna = = Ketonoet) era senza cuciture, tessuta tutta d'un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca. Così si adempiva la Scrittura:

"Si son divise tra loro le mie vesti
e sulla mia tunica han gettato la sorte.
E i soldati fecero proprio così." (Giovanni 19,23s)

Quella tunica era evidentemente una veste bianca portata sotto un mantello con le frange, ricordato in altri Vangeli così:
  • "E dovunque giungeva, in villaggi o città o campagne, ponevano i malati nelle piazze e lo pregavano di potergli toccare almeno la frangia del mantello; e quanti lo toccavano guarivano." (Mc. 6,56)
  • "Ed ecco una donna, che soffriva d'emorragia da dodici anni, gli si accostò alle spalle e toccò il lembo del suo mantello. Pensava infatti: Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò guarita." (Matteo 9,20)
L'attesa è d'essere ricostituiti nella posizione originaria che aveva Adamo, cioè di venire rivestiti dalla luce di Dio che ci donerà con la risurrezione: "Sappiamo infatti che quando verrà disfatto questo corpo, nostra abitazione sulla terra, riceveremo un'abitazione da Dio, una dimora eterna, non costruita da mani di uomo, nei cieli. Perciò sospiriamo in questo nostro stato, desiderosi di rivestirci del nostro corpo celeste: a condizione però di esser trovati già vestiti, non nudi. In realtà quanti siamo in questo corpo, sospiriamo come sotto un peso, non volendo venire spogliati ma sopravvestiti, perché ciò che è mortale venga assorbito dalla vita. È Dio che ci ha fatti per questo e ci ha dato la caparra dello Spirito." (2Corinzi 5,1-5)

La veste bianca del battesimo ci dona il vestito originario d'Adamo!

a.contipuorger@gmail.com

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