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di Alessandro Conti Puorger
 
 

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In definitiva il cristianesimo è nato in seno al giudaismo del I secolo.
Gesù di Nazaret, il Messia, uomo e Dio creduto dai cristiani, è un figlio del popolo d'Israele come lo sono i Dodici che scelse per iniziare la predicazione che in un primo momento si rivolse solo agli ebrei e ai proseliti.
Le sue radici ebraiche sono attestate in modo chiaro nei 4 Vangeli canonici - Matteo, Marco, Luca, Giovanni - e negli scritti del Nuovo Testamento.
Al riguardo, basta andare a guardare il numero di citazioni che si trovano in particolare in ciascuno di quei quattro Vangeli e nel libro degli "Atti degli Apostoli", estratte dai libri della Bibbia ebraica, da loro detta Tanak e Antico Testamento dai cristiani.
Scorrendo i testi dei Vangeli, vi si trovano i seguenti versetti brani dell'Antico Testamento.

126 citazioni nei sinottici:

  • Matteo 1,23; 2,6.15.18; 3,3; 4,4.6.7.10.15.16; 5,27.31.33.38.43; 8,17; 9,36; 11,35.36; 11,10.29; 12,7.18.19.20; 13,14.15.32.35.42.50; 15,4.8.9; 16,27; 19,4.5; 19,7.18.19; 21,5.9.13.16.42; 22,24.32.37.44; 23,39; 24,29.30.31.38.64; 27,9.19; 27,35.43.46.
  • Marco 1,2.3; 4,12.32; 6,34; 7,6.7.10; 8,18; 9,48; 10,6.7.8.19; 11,9.10.17; 12,10.11.19.26.29.30.32.33.36; 13,14.24.25.26; 14,27.62; 15,24.34.
  • Luca 1,15; 2,23.24; 3,4.5.6; 4,10.11.12.18.19; 7,22.27; 8,10; 10,27; 12,53; 13,19.27.35; 18,20; 19,38.46; 20,17.28.37.42.43; 21,26; 21,27; 22,37; 23,30.
Nel Vangelo di Giovanni, tali citazioni sono ormai rare e precisamente in 1,23.51; 2,17; 6,31; 12,13.15.38.40; 13,18; 16,25; 19,24.36.37.

In definitiva, la frequenza di quei versetti nei singoli Vangeli è in calare:
  • 61 per Matteo;
  • 34 per Marco;
  • 31 per Luca;
  • 13 per Giovanni.
La frequenza maggiore è in Matteo, in quanto, scrive principalmente per i giudei, infatti, la tradizione indica che fosse in aramaico una sua prima edizione non pervenutaci.
Il fatto che nel Vangelo di Giovanni, il più tardivo dei 4 canonici, le citazioni dell'Antico Testamento sono poche conferma che man mano il "kerigma" di Cristo è portato alle nazioni pagane, si diradano le citazioni stesse.
(Vedi: "Vangeli, profezie attuate dal Cristo")

Per quanto riguarda il libro degli Atti in ben 50 versetti vi sono citazioni dell'Antico Testamento:

1,20; 2,17.18.19.20.21.25.26.27.28.34.35; 3,13.22.25; 4,24.25.26; 7,3.5.6.7.18.27.28.32.33.34.35.37.40.42.43.49.50; 8,32.33; 13,33.34.35.41.47; 14,15; 15,16.17.18; 23,5; 28,26.27.

Tutte quelle citazioni mostrano l'intensa ricerca delle profezie sul Cristo, il Messia, ricerca intrapresa sin dalla prima ora dai discepoli di Gesù di Nazaret nei testi delle Sacre Scritture ebraiche.
Il che dimostra che vi erano anche dei cultori delle Scritture tra i discepoli che presto investigando in quelle cercarono di far comprendere ai fratelli provenienti dall'ebraismo come quanto l'evento salvifico della venuta nella carne del "Giusto" il Figlio di Dio da loro attestato era annunciato dai profeti e dalla Torah stessa come è narrato nell'episodio della lapidazione del diacono Stefano in Atti 7,51-53.

Del resto, nell'episodio detto "dei discepoli di Emmaus" l'evangelista Luca segnala come Gesù stesso risorto "cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui." (Luca 24,27)

Ora, le profezie esplicite nella Torah sul tema del Messia, accolte dalla generalità dell'ebraismo, lette nei testi secondo i criteri usuali, sono però poche, e non assicurano a tutti loro che il Messia non sia solo un uomo eletto da Dio e non dotato di natura divina e quelle dei profeti, specie derivanti dai canti sul Servo di IHWH di Isaia, sono discusse nella loro interpretazione da parte degli ebrei stessi.
Gli evangelisti conoscevano chiaramente tale problematica e cercarono di rintuzzare registrando i numerosi incontri con i Sadducei in cui Gesù contesta le loro interpretazioni rigide sui testi scritti e sulla loro assenza di fede sulla risurrezione che, di fatto, peraltro sembra poco trovare radice nei testi canonici ebraici delle Sacre Scritture, eppure era opinione diffusa tra i farisei che evidentemente leggevano quei sacri testi in modo diverso dai sadducei stessi.
I Vangeli riportano in più occasioni le dichiarazioni con autorità di Gesù sull'esistenza di profezie nascoste nell'Antico Testamento che sono con Lui attuate se ben scrutate come in:
  • Matteo 5,17-18 - "Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento. In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto."
  • Giovanni 5,39 - "Voi scrutate le Scritture credendo di avere in esse la vita eterna; ebbene, sono proprio esse che mi rendono testimonianza."
Ebbe poi a dire ai giudei suoi contemporanei che non gli credevano: "...vi accusa: Mosè, nel quale riponete la vostra speranza. Se infatti credeste a Mosè, credereste anche a me; perché egli ha scritto di me. Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole?" (Giovanni 5,45-47)

Gesù chiede ai giudei cercatemi "scrutando" negli scritti del profeta Mosè quindi nella Torah e più in generale proprio nelle loro Sacre Scritture.
Il verbo "scrutare" in ebraico ha il radicale usato nei suoi vari tempi 27 volte nei testi dell'Antico Testamento e i significati grafici di quelle lettere implicano l'impegnarsi "nel nascosto versare la testa ", ossia un cercare con attenzione proprio anche con le stesse lettere visto che neanche una iota si perderà come abbiamo visto accenna Matteo 5,18.
Tali profezie dovevano essere note, come il fatto che il Messia avrebbe sofferto come il Giusto servo di IHWH e, quale evento che avrebbe attuato il Messia atteso, Gesù annuncia la sua passione in:
  • Matteo 16,21; 17,22.23; 20,17-19;
  • Marco 8,31; 9,31; 10,32-34;
  • Luca 9,22; 9,43,44; 18,31-34.
In particolare in questo ultimo annuncio dice di guardare agli scritti dei profeti "Poi prese con sé i Dodici e disse loro: Ecco, noi saliamo a Gerusalemme, e si compirà tutto ciò che fu scritto dai profeti riguardo al Figlio dell'uomo: verrà infatti consegnato ai pagani, verrà deriso e insultato, lo copriranno di sputi e, dopo averlo flagellato, lo uccideranno e il terzo giorno risorgerà. Ma quelli non compresero nulla di tutto questo; quel parlare restava oscuro per loro e non capivano ciò che egli aveva detto." (Luca 18,31-34)

Per cogliere l'attenzione dei cultori della parola di quei tempi, che tanta influenza avevano sul popolo ebraico e sui proseliti, gli evangelisti li chiamano a scrutare le scritture e le lettere degli antichi testi ove in modo esteso si trovano le profezie sul Messia per decriptazione, come del resto i contemporanei usavano anche leggere i testi delle scritture del codice biblico ebraico.
Vi sono, infatti, i riferimenti alle Scritture da Gesù asseriti, non si trovano con la sola lettura usuale della Bibbia, anche se l'autorità di Lui afferma che ci sono e capita di cercare nelle Bibbie commentate riferimenti, ma le note tacciono ed i riferimenti di Gesù alle profezie od alle promesse compiute restano velati. Al riguardo riporto di seguito una serie di versetti che ho raccolto:
  • Matteo 22,29 - Marco 12,24 - Gesù rispose: Siete in errore, perché non conoscete le Scritture né la potenza di Dio.
  • Matteo 26,56 - Ma tutto questo è avvenuto perché si adempissero le Scritture...
  • Marco 14,49 - Ogni giorno ero in mezzo a voi ad insegnare nel tempio, e non mi avete arrestato. Si adempiano dunque le Scritture!
  • Giovanni 7,38 - Colui che crede in me, come dice la Scrittura: Dal suo seno sgorgheranno fiumi d'acqua viva.
  • Giovanni 17,12 - Quando ero con loro, io li ho conservati nel tuo Nome che mi hai dato e li ho custoditi e nessuno è andato perduto, eccetto il figlio della perdizione, onde si adempisse la Scrittura.
  • Atti 1,16 - Fratelli, era necessario che si adempisse ciò che nella Scrittura fu predetto dallo Spirito Santo per bocca di David riguardo a Giuda, che fece da guida a quelli che arrestarono Gesù.
  • 1Corinzi 15,3-4 - Vi ho trasmesso dunque, anzitutto, quello che anch'io ho ricevuto: che cioè Cristo morì per i nostri peccati "secondo le Scritture", e che fu sepolto e risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture.
"Secondo le Scritture"! Quali Scritture?
I commentatori tacciono.
Queste scritture non erano certo i Vangeli, appena coevi e anche più tardivi della 1Corinzi, scritta nel 57 d.C..

Graf Reventlow Henning "Storia dell'interpretazione biblica" (Piemme) a proposito di 1Corinzi 15,3-5 osserva: "Questa asserzione contenuta nella citazione paolina, ha suscitato negli esegeti non pochi problemi... Il riferimento non è un passo specifico - si parla delle Scritture al plurale -, ma a tutto il canone vetero testamentario, che è chiamato in causa come testimone della morte di Gesù e del suo risuscitamento. In questo modo si chiarisce un punto determinante: la giovane Chiesa è decisa a non lasciare al giudaismo le Sacre Scritture tramandate, ma ad interpretarle rapportandole all'evento Cristo."

Le numerose citazioni riportate nei Vangeli di sacri scritti dell'Antico Testamento, alcune volte anche ridondanti, servono a consentire al lettore proprio di accedere al testo completo con i segni originari, indipendentemente dalla lingua con cui sono scritti i Vangeli, testo che letto in modo esplicito o in modo implicito (per decriptazione) profetizza motiva e conferma l'evento di cui sono stati testimoni o che riportano gli stessi evangelisti.
Con la progressiva estensione dell'annuncio cui segue la crescita del grappolo delle comunità cristiane più lontane dall'ebraismo, quindi, accade che queste meno conoscono l'Antico Testamento, onde diviene meno pressante da parte degli Evangelisti riportare citazioni dei versetti degli antichi Sacri Testi, infatti, se poi il lettore diventerà un seguace senz'altro in lui nascerà il desiderio di accedere in qualche modo alle Sacre Scritture originarie per conoscere di più sul proprio Signore.
Ecco che i cristiani, sin dagli inizi attinsero alle sacre Scritture ebraiche e credettero che in esse circolasse lo spirito profetico della Parola di Dio che si fa carne e la Chiesa li accolse come ispirati da Dio tutti quei sacri scritti contenuti sia nella Bibbia ebraica che nella Bibbia greca.

Quei testi San Paolo in 2Corinzi 3,14-16 li chiamò Antico Testamento, infatti parlando dei figli d'Israele di allora scrive "Ma le loro menti furono indurite; infatti fino ad oggi quel medesimo velo rimane, non rimosso, quando si legge l'Antico Testamento, perché è in Cristo che esso viene eliminato. Fino ad oggi, quando si legge Mosè, un velo è steso sul loro cuore; ma quando vi sarà la conversione al Signore, il velo sarà tolto."

San Paolo si riferiva alla narrazione in Esodo 34,32-35 che riferisce: "Si avvicinarono dopo di loro tutti gli Israeliti ed egli ingiunse loro ciò che il Signore gli aveva ordinato sul monte Sinai. Quando Mosè ebbe finito di parlare a loro, si pose un velo sul viso. Quando entrava davanti al Signore per parlare con lui, Mosè si toglieva il velo, fin quando fosse uscito. Una volta uscito, riferiva agli Israeliti ciò che gli era stato ordinato. Gli Israeliti, guardando in faccia Mosè, vedevano che la pelle del suo viso era raggiante. Poi egli si rimetteva il velo sul viso, fin quando fosse di nuovo entrato a parlare con lui."

Questo racconto sottende che quanto riportato per iscritto è quanto riferito da Mosè con un velo sul viso, quindi il succo che se ne può trarre è che anche quello scritto è velato.

La parola usata per "velo" dal libro dell'Esodo in quell'episodio è "masvoeh", dal radicale per "sciogliere" usato ad es. nel Salmo 147,18.
Da quel radicale viene anche "massah" "prova", per cui quegli scritti vanno sciolti e messi a prova onde la loro "vita piena portare ad aprire ".

Il fatto che dopo la diaspora seguita alle guerre giudaiche la ermeneutica e l'esegesi biblica per la corretta interpretazione dei testi sacri fu portata avanti prevalentemente sulla bibbia in greco ha fatto perdere i vantaggi connessi all'aspetto dei significati grafici delle lettere ebraiche dimezzando in un certo senso il potenziale insito nelle Scritture in ebraico e aramaico.
Dal libro di Geremia ove in 31,31 si dice di una "nuova alleanza" e nei Settanta in greco di "Nuovo Testamento" "kainē diathēkē" dalla Chiesa nei primi secoli furono così chiamati gli scritti che esprimono la fede nel Cristo incarnato secondo le previsioni profetiche dell'Antico Testamento, allora ancora vive in tutte le sue possibili letture da intendere questo non come Testamento superato, ma come attuato in tutte le sue profezie.

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