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LETTERE EBRAICHE E CODICE BIBBIA...

 
ALFABETO EBRAICO, TRONO DI ZAFFIRO DEL MESSIA

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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IL TRONO DELLA GLORIA
Il discorso che si ricava dalle decriptazioni è univoco e compatto e non lascia dubbi che l'intenzione è chiarire quanto comporta il patto, cioè il piano dell'incarnazione e della salvezza, l'idea, cioè, che in forza d'una alleanza stipulata con i padri si sarebbe verificato un intervento che si legge nel libro del patto in modo di visione, ossia per decriptazione.
In definitiva, le lettere dell'alfabeto ebraico nella Bibbia sono come le cellule staminali del corpo umano, capaci di trasformarsi nei tessuti di quel corpo unico in cui circola lo stesso DNA in cui prende corpo lo Spirito di Dio che l'autore fisico dello scritto ritiene essere appunto quello che gli ha ispirato tale preparato all'incarnazione.
Ogni piccola catena di quelle lettere ci può condurre all'identità dell'ispiratore e già quello scritto è una prima forma d'incarnazione.
Grande è il rispetto per la Torah, che in senso estensivo è il nome di tutto il canone biblico ebraico.
Basta citare che in Sinagoga si celebra un giorno dedicato alla "gioia della Torah - Simchat Torah" alla conclusione annuale della sua lettura.
Il nono giorno di Sukkot (a Gerusalemme il giorno prima) si tirano fuori i rotoli santi dell'aron ha kodesh, l'armadio che li contiene in Sinagoga, vi si lascia solo una candela accesa a segno della luce che emana la Torah e tutti i fedeli maschi portano a turno i rotoli in giro per la sala in corteo, cantando e danzando, fanno sette giri ed ognuno sale a turno all'ambone a recitare una benedizione alla Torah.
Non è da dimenticare poi il grande rispetto in campo cristiano per le Sacre Scritture, si che alle letture nelle liturgie si conclude con "Parola di Dio" ed il Vangelo è portato in processione a significare che vi circola lo spirito del Cristo.
In pratica, quei libri, sono il supporto di questa alleanza la cui espressione fu con le lettere ebraiche, veicoli atti a far circolare quello Spirito, da cui è nata l'immagine allegorica del trono su cui siede colui che è l'ispiratore stesso, l'Unigenito, la Parola, il Verbo, il Messia, il Cristo.
In forza del versetto "Il Signore disse a Mosè: Sali verso di me sul monte e rimani lassù: io ti darò le tavole di pietra, la Torah = e i comandamenti che io ho scritto per istruirli" (Es. 24,12) la tradizione ebraica conclude che Dio avrebbe preso le due pietre su cui erano incisi i 10 punti del patto dal trono della Gloria, appunto di zaffiro.
Tali Tavole erano leggerissime, sostenute dalle lettere incise da Dio, che non vi erano appoggiate ed erano leggibili da parte a parte.
Dopo il peccato degli Israeliti per il vitello d'oro le lettere lasciarono le tavole che divennero pesantissime, caddero dalle mani di Mosè e si spezzarono.
Il trono sopra cui Dio siede in trono in cielo è definito il Trono della gloria - Kisse ha-kavod, descritto in Ezechiele (1,26), ha mosso la fantasia di tanti mistici.
Al riguardo, rinvio alla lettura di "Il carro di fuoco d'Ezechiele: UFO e/o macchina del tempo?", che riporta anche la decriptazione dei primi due Capitoli di Ezechiele, conformi per contenuto all'intimo succo del Patto che comportava l'incarnazione totale.
Gesù, nel Vangelo di Matteo ricorda questo Trono della Gloria che tanto aveva entratura ed attesa a quei tempi con queste parole: "In verità vi dico: voi che mi avete seguito, nella nuova creazione, quando il Figlio dell'uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d'Israele." (Mat. 19,28)
Una croce, cioè una Tau stagliata verso il cielo di zaffiro di Gerusalemme in un giorno di primavera.
Chi era stato ritenuto il Messia dai suoi discepoli veniva innalzato sulla croce.
Lui, l'Unigenito colui che doveva venire in terra 'ares .
Le parole di Isaia ronzavano nell'orecchio "Così dice il Signore: Il cielo è il mio trono e la terra lo sgabello dei miei piedi" (Is. 66,1) onde la lettura di terra 'ares apparve agli amanti della parola in tutto il suo riferimento all'evento "dell'Unigenito il corpo sollevarono ".

L'Apocalisse rileva "Io sono il Primo e l'Ultimo e il Vivente" (Ap. 1,17b) abitava "dentro un corpo che era in croce " era il compimento del patto dell'alleanza, della , era , Iahveh.
Gli ebrei si domandarono se avesse chiamato Elia che doveva venire ad annunciare il Messia (Mt. 27,47).
Tra le lettere estreme dell'alfabeto ebraico sulla testa c'era una scritta "Gesù il Nazareno, il Re dei Giudei" (Gv. 19,19) ed alla mente viene nella sequenza alfabetica .
"Ecce homo" aveva detto Pilato; , profeticamente con riferimento al patto ed al mistero dell'incarnazione,

- "uscì inviato nel mondo l'Unigenito per aiutare i viventi ";

- è un uomo grondante sangue e dimostra che ha combattuto per rispettare il patto "uscì inviato nel mondo l'Unigenito nel sangue ".

Si fece buio su tutta la terra, vi furono fenomeni di lampi e tuoni.
Anche i pagani riconobbero che era figlio di Dio. (Mt. 27,54)
Ha il costato aperto, versò dal fianco sangue ed acqua, cioè "verso da bere " formando la parola cioè "arcobaleno".
Si stava realizzando la profezia degli scritti alfabetici.
La descrizione profetica del trono sul carro di fuoco d'Ezechiele (1,25-28) era calzante: "Ci fu un rumore al disopra del firmamento che era sulle loro teste. Sopra il firmamento che era sulle loro teste apparve come una pietra di zaffiro in forma di trono e su questa specie di trono, in alto, una figura dalle sembianze umane. Da ciò che sembrava essere dai fianchi in su, mi apparve splendido come l'elettro e da ciò che sembrava dai fianchi in giù, mi apparve come di fuoco. Era circondato da uno splendore il cui aspetto era simile a quello dell'arcobaleno nelle nubi in un giorno di pioggia. Tale m'apparve l'aspetto della gloria del Signore. Quando la vidi, caddi con la faccia a terra e udii la voce di uno che mi parlava", colpì gli spettatori della crocifissione (Vedi: "Il quadrato del SATOR è il carro di fuoco di Ezechiele?").
Di fatto, i vangeli sottolineano che la croce era profezia dell'elevazione del Messia al trono della gloria.
La festa dell'Esaltazione della S. Croce è il 14 settembre e nell'inno dei Vespri si recita: "Ecco il vessillo della croce, mistero di morte e di gloria: l'artefice di tutto il creato è appeso ad un patibolo".
Nel 1984, in Canada in occasione di tale festa Giovanni Paolo II disse: "Continuiamo a proclamare fino ai confini della terra il suo potere salvifico: "Exaltatio Crucis!": "la gloria della santa croce"!

a.contipuorger@gmail.com


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