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VANGELI E PROTOVANGELI...
SOFONIA - DIES IRAE
di Alessandro Conti Puorger
IL PROFETA SOFONIA
Il libro del profeta Sofonia
nella Tenak o Bibbia ebraica si trova al 9° posto dei profeti posteriori, se non si contano i grandi profeti Isaia, Geremia ed Ezechiele.
Sofonia, in ebraico, significa che "il Signore nasconde", "il Signore protegge", "riservato a Iah".
Notizie di questo profeta si trovano in pratica solo nel libro col suo nome.
Le uniche informazioni sono poi in pratica esclusivamente nel primo versetto: "Parola del Signore rivolta a Sofonìa figlio dell'Etiope (Kushi
),
figlio di Godolia, figlio di Amaria, figlio di Ezechia, al tempo di Giosia figlio di Amon, re di Giuda." (Sofonia 1,1) ove "Sofonia figlio di
Kushi" può indicare una provenienza, cioè figlio di Etiopi, più che il nome proprio del padre.
Alcuni ipotizzano che venga presentata una genealogia fasulla per collegarlo col re riformatore Ezechia, morto nel 687 a.C., ma la genealogia non afferma che l'avo Ezechia di Sofonia fosse re; allora quel nome è forse un semplice nome comune.
Se ne conclude comunque che il contesto storico del libro è prima della caduta di Gerusalemme nel 587 a.C., ma dopo la caduta del regno settentrionale nel 722 a.C., cioè Sofonia, come afferma quel versetto, profetizza sotto il regno di Giosia (640-609 a.C.) prima della riforma religiosa (640-630 a.C.).
Come Isaia e Michea erano stati testimoni della presa di Samaria (722 a.C.), capitale del regno di Israele del nord, Sofonia è il primo dei profeti inviato da Dio ad annunziare il disastro del regno di Giuda.
A quelli poi seguirono Geremia, Abacuc ed Ezechiele, ma il regno di Giuda non prestò attenzione.
In particolare la predicazione di Sofonia si sviluppa dopo l'ascesa al trono di re di Giuda di Giosia nel 640 a.C. quando era sentita la necessità di riforma religiosa.
I predecessori di Giosia, Amon e Manasse, avevano annullato nella pratica la riforma religiosa di Ezechia bisnonno di Giosia, riconsentendo pratiche pagane, il culto di Baal, l'astrologia, l'adorazione degli spiriti e il sacrificio di bambini, perseguitando poi anche i profeti (per la tradizione Manasse avrebbe condannato a morte Isaia).
Nel 621 a.C. Giosia attuò la propria riforma etico-religiosa, forse stimolato proprio dagli ammonimenti del profeta Sofonia e del profeta Geremia che aveva iniziato anche lui l'attività profetica.
Sofonia ha, infatti, profetizzato nei giorni di Giosia, re di Giuda (641-610 aC), in contemporanea con Geremia. (Su Geremia vedi in Attesa del Messia: "Dal libro del profeta Geremia: Il libro della consolazione")
Nel libro di Geremia si trovano riferimenti su un Sofonia, secondo sacerdote:
- Questa parola fu rivolta a Geremia dal Signore quando il re Sedecìa gli mandò il sacerdote Pascùr figlio di Malchìa, e Sofonìa figlio di Maasià. (Geremia 21,1)
- Così dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele: Perché hai mandato in tuo nome lettere a tutto il popolo di Gerusalemme e a Sofonia figlio di Maasià, il sacerdote, e a tutti i sacerdoti... (Geremia 29,25)
- Il sacerdote Sofonia lesse questa lettera in presenza del profeta Geremia. (Geremia 29,29)
- Il re Sedecìa inviò allora Iucàl figlio di Selemia e il sacerdote Sofonia figlio di Maasià dal profeta Geremia per dirgli: "Prega per noi il Signore nostro Dio". (Geremia 37,3)
- Il capo delle guardie fece prigioniero Seraià, sacerdote capo, e il secondo sacerdote Sofonia insieme con tre custodi della soglia. (Geremia 52,24)
Questo ultimo riferimento si trova anche in 2 Re 25,18.
Un Sofonia si trova citato anche in 1Cronache 6,21 e in Zaccaria 6,10.
Il libro, molto breve, in 3 capitoli per complessivi 53 versetti, il 1° di 18, il 2° di 15 e il 3° di 20, si sviluppa con:
- introduzione (1,1);
- annuncio della sentenza sul mondo (1,2-3);
- contro l'adulterio religioso (1,4-6);
- contro i potenti, i commercianti e gli increduli di Giuda (1,7-13);
- sentenza e annuncio del giorno del Signore (1,14-18);
- esortazione alla conversione (2,1-3);
- contro le nazioni di occidente, i Filistei (2,4-7), d'oriente, Moab e Ammon (2,8-11), a sud, Etiopia (2,12) e a nord, Assur (2,13-15);
- contro Gerusalemme (3,1-5);
- effetti della sentenza (3,6-8);
- la promessa di salvezza (3,8-20).
Sofonia denuncia il male dilagante nel mondo e per il mancato pentimento minaccia la rovina finale al regno di Giuda e ai suoi abitanti.
Per Sofonia il "giorno del Signore", che era visto quali rivincita della nazione sui suoi nemici, viene proposto come giorno del giudizio anche per il popolo giudaico, e di vittoria finale di Dio sul male, in definitiva il giorno della venuta del Messia.
La promessa di salvezza finale non riguarda solo il ritorno in patria e la restaurazione, ma anche la conversione dei popoli.
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