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LE 22 SACRE LETTERE - APPUNTI DI UN QABALISTA CRISTIANO
di Alessandro Conti Puorger

L'articolo si sviluppa in due parti ed una appendice:

I Parte - Appunti e lettere parlanti, non solo in ebraico, ove sono riportati considerazioni e pensieri sulla Qabalah e sui segni ebraici.
II Parte - Integrazione delle schede delle 22 lettere, che implementano quelle d'inizio delle mia ricerca e che le rafforzano e comprovano l'idea.
Appendice - Midrash della creazione con le lettere tratto dello Zohar.

PRIMA PARTE: APPUNTI E LETTERE PARLANTI NON SOLO IN EBRAICO
COME MI AVVICINAI ALLA QABALAH
Agli inizi degli anni ottanta capitò d'imbattermi con le lettere dell'alfabeto ebraico, segni che mai prima avevo notato.
Fu come aver incontrato l'anima gemella, un colpo di fulmine.
Rimasi folgorato dall'espressività di quelle lettere e sentii la curiosità di cercare dove abitassero per saperne di più.
Fui, così, spinto alla ricerca, perché per me era evidente che quei segni erano portatori di messaggi grafici.
Se è così, mi dissi, quelli rimanevano inespressi nelle traduzioni della Bibbia, ma permanevano solo nel testo con i caratteri originali.
Era una spinta irrefrenabile, superiore.
Appena potevo ero a rimirare quelle lettere di cui m'ero copiato in grande gli esemplari con pennarello nero su 22 cartoncini bianchi formato A4.
Le guardavo con piacere e mi sentivo invadere di pace e di acutezza.
Mi venivano idee e volevo sapere tutto su di loro!
M'imbattei in un libricino "Sefer Yetzirah o il Libro della Creazione", guardai la conclusione, diceva. "Qui termina il libro delle lettere di Abramo nostro patriarca, chiamato Sefer Yetzirah. Chiunque mediterà su di esso aumenterà la misura della propria sapienza."
Quel piccolo libro mi portò ai "Sefer ha-Zohar o Libro/i dello Splendore" ove in un passo lessi: "...vi sono nella Torah varie vesti, vari volti chiamati: volti che si mostrano e volti che non si mostrano. Il Santo, sia egli benedetto, si rivela nella Torah, ad ognuno secondo le proprie azioni e secondo il luogo da cui provengono la sua anima, il suo spirito e il suo soffio vitale e non altrimenti."
Mi dissi, anch'io come cristiano ho Abramo come padre nella fede e sono erede delle promesse, quindi, a me stava parlando anche con le lettere ebraiche e c'era tutto un volto della Bibbia che avrei dovuto e potuto conoscere.

Qui, nella home del sito, nella colonna a destra sono, così, riportate le icone delle lettere ebraiche.
Cliccando su queste s'aprono le relative 22 sintetiche schede che predisposi nel 1996-98 quando definii il metodo poi inserito in "Parlano le lettere" con cui trovo pagine di secondo livello nella Bibbia ebraica secondo le aspettative che espressi in "Decriptare le lettere parlanti delle sacre scritture ebraiche".
Negli anni successivi, ne sono prova gli articoli dell'anno 2005, "Tensione dell'ebraismo ad una Bibbia segreta" e "Il cristianesimo di fronte ad una Bibbia segreta", nel campo dell'esegesi cristiana, cercai tracce utili a sostenere l'idea di contenuti nascosti, indagati nel passato, ma senza un risultato a tutto campo.
La ricerca di ulteriori contenuti in definitiva convergeva col motore della mia ricerca intesa, infatti, ad acquisire, per decriptazione, pagine di 2° livello, ma senza manipolazione del testo originario.
La Torah, infatti, nasce come un linguaggio altamente criptico, perché formata da una serie ininterrotta di consonanti, senza cioè una precostituita suddivisione in parole, e priva di vocali.
Presi in quei tempi atto che in ambito ebraico lo studio della Torah e delle Sacre Scritture, era su tre livelli, come del resto avviene in ambito cristiano anche se con modalità diverse:
  • Peshat, per il significato di superficie del testo o interpretazione letterale;
  • Remez, per il significato allusivo simbolico, metaforico e/o allegorico del testo;
  • Derash, livello omiletico, modo rabbinico o interpretativo di leggere il testo.
  • Fu altresì evidente che a questi metodi alcuni studiosi n'aggiungevano un quarto, non meglio descritto, il Sod, la lettura nascosta, esoterica dei segreti della Torah tramite cui per questi stessi studiosi s'arriverebbe al vero significato dell'ebraismo e questi sono gli studiosi della Qabalah, una tradizione esoterica della mistica ebraica.
    Qabalah, anche con due "b" e con iniziale che può variare in K o in C (Cabala termine di connotazione negativa a causa della "smorfia napoletana") è parola traslitterata dal termine ebraico che significa "ricevere"; quindi è un sapere appreso dallo studio e dalla trasmissione orale.
    In me si concretò però l'idea che i concetti essenziali della Torah orale, di quanto cioè in aggiunta allo scritto che secondo la tradizione avrebbe ricevuto Mosè, si potesse estrarre dalla Torah scritta.
    Direi, perciò che "dal seno () (della Torah) guizza fuori ".
    Come si vedrà più avanti, evidentemente a parola Qabalah è stata pure letta quale modus con cui Dio "versò dentro la potenza nel mondo ".
    Compresi che quello studio attingeva ad una sapienza antica e ritenni che i Farisei, che traevano deduzioni dalle Sacre Scritture ebraiche non condivise dai Sadducei, fossero gli antenati cultori di una ricerca anche esoterica - dal greco esoterikos "esoterikos" interno, dentro - nei sacri testi, lettura che molto ha a che vedere con la cosiddettà Torah orale, perché questa ritengo che a ciò attinge.
    Gesù di Nazaret, peraltro, pur se ha contrastato i farisei per la loro ipocrisia su molti punti, di fatto non ha discusso le loro interpretazioni, anzi era a loro più vicino che ai Sadducei.
    Gesù stesso insegnava come un rabbino fariseo, ma con un'autorità maggiore, perché tra l'altro metteva in pratica, e molti degli insegnamenti di Gesù non sono lontani da quelli di certi farisei o di rabbini, almeno così risulta dal Talmud.

    Esisterebbe così un codice nella Torah decifrabile se ci si dota di strumenti idonei che, però, non dovrebbero falsare la disposizione delle lettere originarie.
    La Torah ed in genere tutta la Tenak o Bibbia ebraica, perciò, è da riguardare come una miniera in cui all'interno c'è un filone d'oro, di cui quegli studiosi erano alla ricerca, e ciò coincideva con quello che cercavo io.
    L'acronimo, peraltro, di quei quattro metodi Peshat, Remez, Darash e Sod dà luogo al termine PaRDeS, vale a dire il Paradiso.
    Era evidente che per me quel filone d'oro non poteva coincidere altro che col Messia, soggetto di tutte le seconde pagine nascoste in quegli scritti.
    Tra l'altro la parola Torah inizia con radicale di "investigare"; e ci mi diceva di investigare i segni, anche le singole lettere "segni portare alla mente aprendoli ".
    Le tecniche che usavano i qabalisti essenzialmente erano:

    Gematria o gimatria criterio che, basandosi sul fatto che ciascuna delle 22 lettere è anche un numerale, ritiene che vi sia equivalenza di qualche proprietà fra due parole le cui lettere abbiano lo stesso valore somma dei numeri delle singole lettere.
    Ecco due esempi di collegamenti evidenti.
    Tra genitori e figli:
    • le parole madre "'Em" ( = 40 e = 1) e padre "'Ab" ( = 2 e = 1) hanno 44 per valore gimatrico della somma delle lettere;
    • del pari il figlio "ioeloed" ( = 4, = 30, = 10) ha valore 44.
    Tra consolatore "Menachem" e germoglio "Semach", una delle definizioni del Messia:
    • consolatore "Menahem" ( = 40; = 50; = 8; = = 40) valore 138;
    • germoglio "Semah" ( = 90; = 40; = 8), valore pure 138.
    A volte è usata una gimatria più semplice, perché si tralasciano gli zeri e il tutto si riporta ad un numero tra 1 e 9 che nel primo dei due casi citati è 8 (4+4) e nel secondo è 3 (1+3+8 = 12 quindi 1+2 = 3).

    Notaricon, un sistema d'abbreviazione ove una parola è considerata acronimo di una frase, come nel caso di Pardes o Paradiso, e viceversa si può sostituire una frase con una sola parola, prendendo le lettere iniziali.
    Ad esempio, le iniziali delle parole del titolo del Salmo 92 "Mizmor shir hashabat" indicherebbero "MShh" Mosè e le lettere di Adamo "'AdaM" sarebbero l'acronimo di tre nomi, di "'Adam stesso", di "David" e di "Moshè".

    Temura o permutazione, dal radicale "cambiare", onde secondo varie regole, una lettera viene sostituita con un'altra dell'alfabeto e per ottenere un nuovo termine integralmente diverso; comprende anche lo spezzare le parole come nel caso ad esempio della parola cielo "Shamaim" che si può vedere composta da composti "Maim" acqua più la lettera che indica anche graficamente un fuoco "'ech" .

    Di tali tre sistemi mi servo rare volte della gimatria per aiutare certi pensieri, mai del Notoricon e il Temura in genere lo considero un alterare il testo, salvo lo spezzare le parole che era possibile, perché la sequenza originaria delle lettere era senza pre-divisione in parole.
    A ciò ho aggiunto la lettura dei significati grafici dei concetti intrinseci alla singola lettera ebraica il che è in linea con un pensiero della Qabalah.
    Le tecniche, che ho considerate utili per chi vuole leggere in trasparenza le Sacre Scritture in cui c'è il Santo Spirito, insegnate dal rabbino Abraham Abulana, rientrano in 5 categorie che sono presentate nel Sefer Yetzirah: "Ventidue Lettere della Fondazione - Le incise, le intagliò, le permutò, le pesò e le trasformò. Con esse dipinse tutto ciò che è formato e tutto ciò che formerà."; il soggetto è evidentemente il Creatore.
    I primi 4 passi coincidono a come va trattata ogni lettera nel mio metodo.
    Incidere è guardarla e tenere la sua immagine nella mente senza che svanisca.
    Intagliare è immaginarla anche da sola nello scritto.
    Permutare significa unirla ad altre vicine nello scritto per formare parole.
    Pesare le lettere ebraiche è usare la gimatria, ma non serve per avere pagine di 2° livello, ma per avere nuove idee, invece pesare intendo il valutare il significato da darle nella rosa ristretta dei suoi significati ideografici nel contesto del versetto.
    Trasformare le lettere è sostituirla con un un'altra e ci sono molti codici, ma è variare il testo.

    La Qabalah, peraltro, è così classificata:
    • Pratica, che non mi interessa, tratta la magia dei talismani e delle cerimonie.
    • Non scritta comunicata verbalmente nella tradizione insegnante allievo.
    • Dogmatica con parti dottrinali ove spiccano i trattati Il Sepher Yetzirah o Libro della Formazione, Lo Zohar, Il Sepher Sephiroth o Libro delle Emanazioni e l'Asch Metzareph o Fuoco Purificatore ermetico e alchemico.
      Sefer ha-Zohar o il Libro dello Splendore o semplicemente Zohar è la parte più importante della corrente qabalistica.
      Zohar è un termine generico che di un complesso composito ove la parte principale è di Mosè di León (1250-1305), scritto in aramaico per far credere che l'opera fosse del II secolo di Shimon bar Yohai, sapiente del Tamud.
    • Letterale sull'uso delle lettere e dei numeri che usa quei sistemi tecnici; è questa che ritengo partecipe dei miei stessi intenti.
    La Qabalah è così una disciplina con vari livelli: esoterico o segreto, filosofico e morale, simbolico e, infine, letterale.
    In questi 6 anni dopo il 2004, quando nelle mie ricerche ho trovato in scritti vari cenni ed idee particolari convergenti col mio pensare nel Talmud, nei Midrash e nella Qabbalah ebraica, saltuariamente li annotavo e li ho conservati.
    Ho quindi ordinato e scelto le considerazioni più salienti a conforto ulteriore del mio decriptare e dell'interpretazione delle lettere.
    Riporterò prima le considerazioni generali e poi le specifiche sui singoli segni.
    Prima darò ancora alcuni cenni generali sulle lettere ebraiche così importanti per la mia ricerca tanto da farmi definire un qabalista cristiano.

    LE LETTERE DEGLI ANGELI
    iscrizioni proto sinaitiche Sulle lettere ebraiche s'aprì una ulteriore angolatura secondo cui guardarle quando tra 1905 e 1906, negli scavi che dirigeva nella regione delle miniere di turchese del Sinai, "Serabit El-Kahdim", Sir Flinders Petrie trovò dei segni particolari, circa 150 che furono dette "iscrizioni proto sinaitiche".
    Si poterono così riconoscere circa 30 segni pittografici o ideografici diversi tra loro, incisi circa 3500 anni fa che, si concluse, erano come geroglifici semplificati di un sistema alfabetico acrofonico, vale a dire ove in ogni lettera è stilizzato un concetto, una casa, acqua, una testa... ed è iniziale del nome rappresentato o di un sistema misto, acrofonico e per immagini.
    Tali segni pare fossero appunto elaborazione di popolazioni semitiche costrette probabilmente in quelle miniere a lavori forzati per i faraoni.
    Quei segni sono elaborazione dell'alfabeto geroglifico, che pur esiste, anche se non molto noto, costituito da 26 segni.

    Come ho detto in "Lettere ebraiche segni celesti della Torah" l'archeologia ancora non è riuscita pienamente a spiegarsi come è nato il sistema di scrittura detto geroglifico che si manifesta come senza sviluppi nella storia, scodellato quasi già evoluto.

    A questo punto è il caso di ricordare la questione discussa a distanza tra i qabalisti e gli studiosi di alfabeti.
    Per i primi, tradizionalisti, le lettere usate nell'alfabeto ebraico sono dono di Dio.
    Per gli studiosi di alfabeti sono un'evoluzione di segni.
    Per i tradizionalisti la lingua che parlava Dio col primo uomo restò nella famiglia dei primogeniti, gelosamente conservato dopo la dispersione delle lingue di Babele, fu scritto sulle tavole consegnate al Sinai dal dito di Dio stesso e quel codice servì a Mosè per scrivere e traslitterare le parole ebraiche.
    Sta il fatto che:
    • nella zona sinaitica, i discorsi dei tradizionalisti e dei razionalisti s'incrociano;
    • haribù e/o ebrei facevano parte dei possibili frequentatori del Sinai;
    • l'epoca delle iscrizioni è compatibile alla parentesi temporale di Abramo che in Egitto di cui parla la Bibbia in Genesi 12,10-20 e del vice faraone Giuseppe.
    Chi attribuisce a Dio l'alfabeto ritiene che le 22 lettere siano una immagine delle 22 lettere che sono attorno al trono di Dio e col quale creò il cielo e la terra e con cui dette il nome ad ogni cosa.
    Le energie creative che vengono da Dio sarebbero state trasmesse con la parola in porzioni d'energia modulata e da ciò a pensare che le lettere abbiano dei poteri il passo è breve, infatti, c'è stato anche chi è passato ad una visione magica, del tutto da respingere da parte di un cristiano, di tentare di usare le energie, che quelli con superstizione ritengono sarebbero insite nelle lettere stesse, per influenzare la realtà con formule tipo "abracadabra" che in ebraico sottende appunto il pensiero "creerò "'Abr'à" con la parola "cadaber".

    Quei segni, peraltro, si possono trovare collegando astri visibili nel cielo, come scrive Cornelio Agrippa di Nettesheim astrologo e studioso di arti ermetiche del XVI secolo: "si trova delineata nelle costellazioni" (De occulta philosophia, 1510).
    Il pensiero del libro della Genesi è che all'origine, c'era un'unica lingua, quella con cui Dio parlava ed insegnò ad Adamo nel giardino dell'Eden che arrivò a Noè, ma rimase solo nel ramo dei primogeniti di Sem, quindi di Eber e d'Abramo: "La generazione che volle erigere la Torre di Babele abusò, in senso magico, di questa lingua santa per imitare... l'azione creatrice di Dio... la lingua santa risulta da allora mescolata con elementi profani..." (Gershom Scholem, "Nome di Dio e la teoria qabalistica del linguaggio", Milano 1998).

    Certo che accompagnati alla lingua c'erano anche i segni, ed erano la lingua e la scrittura di Dio che era denominata dagli ebrei: "celeste", perché il codice fu poi ridato al Sinai da Dio, il Dio degli dèi, 'Elohim il Signore degli angeli.
    Era all'origine di tutte le lingue e scritture, compreso l'alfabeto ebraico e gli stessi geroglifici egizi.
    Questo pensiero fa dire ad Attanasio Kircher che "...gli alfabeti di tutte le lingue recano in sé le tracce della antiche lettere". (A. Kircher, "Turris Babel", Amsterdam, 1679); infatti, Kircher, gesuita, scienziato e storico tedesco del XVII secolo era convinto anche lui, almeno così gli avrebbero detto rabbini del tempo, che i segni delle lettere ebraiche li avessero suggeriti gli angeli.

    lettere ebraiche e stelle Nel rinascimento ed anche più tardi si collegarono le lettere ebraiche alle stelle.
    Certo è che in cielo tra le stelle, si potranno sempre individuare formazioni che ricordino le lettere ebraiche unite anche in modo diverso rispetto alle costellazioni note e... Mosè era stato tante notti a guardare le stelle sul Sinai.
    La lettera 'alef ad esempio dicono si possa individuare nella costellazione del Toro che si trova in una delle regioni più ricche di astri, perché vi brillano Castore e Polluce dei Gemelli, Procione del Cane Minore, il gigante Orione, ai piedi del quale c'è la splendente Sirio del Cane maggiore.
    I popoli tra cui vivevano gli ebrei erano dediti all'astrologia ed al culto degli astri, perciò Israele viene ammonito: "Così dice il Signore: Non imitate la condotta delle genti e non abbiate paura dei segni del cielo, perché le genti hanno paura di essi. Poiché ciò che è il terrore dei popoli è un nulla, non è che un legno tagliato nel bosco, opera delle mani di chi lavora con l'ascia"; cioè la loro religione è falsa." (Geremia 10,2s)
    La fine del regno di Giuda è deciso, perché i suoi sudditi, come quelli del regno del nord, si sono inchinati alla milizia celeste degli astri (Geremia 8,2 e Sofonia 1,5).
    Israele è posto, infatti, da muraglia per garantire il culto all'unico vero Dio.

    il creato e le 22 lettere Egualmente, le porte della conoscenza non sono gli astri, ma quelli manifestano la creazione di Dio; su quelli sono incisi i suoi segni e tutto il creato sussiste all'interno delimitato e definito da quelle 22 lettere che sono le porte del creato.
    Ci si può, infatti, domandare perché le lettere sono 22.
    Sta il fatto che 22 è la circonferenza di un cerchio di diametro pari a 7, approssimata con il lieve eccesso dello 0,04%; infatti p = 3,1416 e 22/7 = 3,1429.
    Il numero 7 ci porta ai giorni della creazione e alle 7 luci della Menorah o candelabro a sette braccia.
    Un arco ideale nel cielo che contorna il trono di Dio e si specchia nel creato; ma su questi pensieri tornerò più avanti.
    Gli egizi ritenevano la loro scrittura ispirata dal dio Thot, che trova poi il parallelo in Grecia con Hermes, fondatore delle teorie ermetiche.
    Quel Thot, forse, fu la deificazione di una persona che propose, sviluppò ed ebbe il potere di far applicare in larga scala un suo metodo.
    In contrapposizione l'informazione che sulla scrittura ci vuole fornire la Bibbia ed in particolare la Torah è, in opposizione a quel pensiero, e sostiene che la scrittura è un dono del Dio Unico dall'origine dei tempi che si inquinò con invenzioni di segni profani, ma che Dio stesso purificò e li dette rinnovati quando scrisse le tavole della testimonianza ed espose a Mosè assieme alla forma di scrittura quanto doveva essere riportato.
    Quei segni, peraltro, erano allora ben chiari per un egiziano - ebreo, vissuto per molti anni nei territori di Madian e nella penisola del Sinai, padrone dei segni sinaitici e dei geroglifici e che parlava sia l'ebraico, sia l'egiziano antico ed anche idiomi in uso nella penisola del Sinai.
    Mosè, in effetti, era esperto in tutta la sapienza degli egiziani, come ci confermano le varie tradizioni:
    • la storia dell'Esodo: "Mosè era un uomo assai considerato nel paese d'Egitto, agli occhi dei ministri del faraone e del popolo." (Esodo 11,3b)
    • la tradizione cristiana con "Mosè venne istruito in tutta la sapienza degli Egiziani ed era potente nelle parole e nelle opere." (Atti 7,22)
    È da pensare pragmaticamente, infatti, che se Mosè ha scritto qualcosa, lo ha fatto utilizzando la lingua ebraica con segni Proto-Canaanei e Proto-Sinaitici derivati dai geroglifici, infatti, le iscrizioni trovate nelle miniere di turchese di Serabit-al-Khadim al Sinai, usano meno di 30 segni con un sistema consonantico.

    segni sinaitici Quei segni sinaitici in cui c'era una idea innovativa furono poi ulteriormente trasformati e trattati e fu un modo di scrittura che si diffuse nel medio oriente.
    L'area d'influenza era tra i grandi imperi assiro-babilonese ed egizio e formò gli alfabeti moderni con l'invenzione fenicia delle vocali.
    Erano un evidente ponte tra l'Egizio, l'Ebraico e il Fenicio.
    Recentemente il 15-07-2005 nel sito archeologico di Tel Zayit nella piana di Giuda di Beth Guvrin a 2 Km a ovest di Lachis e circa a 30 Km da Hebron, hanno trovato in un muro, databile dagli strati con tracce di incendio alla fine del X secolo, una pietra d'angolo calcarea con due righe di lettere dell'intera serie dell'alfabeto ebraico, secondo l'ordine tradizionale, incise su un lato e una vaschetta a forma di ciotola sull'altro.
    Quella pietra forse era servita per libagioni propriziatorie prima della costruzioone dell'edificio e l'alfabeto inciso era per evocare poteri magico - apotropaici contro il male.
    Al riguardo del potere dell'alfabeto si racconta che Isaaq Luria qabalista del XVI secolo che aveva incontrato un uomo semplicissimo che non sapeva leggere ma le cui pregjiere erano particolarmente efficaci e che gli narrò che recitava l'alfabeto sicuro che Dio avrebbe preso le lettere e le avrebbe trasformate in parole di preghiera.
    The New York Times del 9-11-2005 riportò la notizia e il 20-11-2005, il Dr. Tappy (Direttore degli scavi Zeitah e G. Alberto Shoemaker docente di Bibbia e Archeologia a Pittsburgh Theological Seminary) e epigrafista P. Kyle McCarter (William Albright Foxwell Professore di Ancient Near Eastern Studies della Johns Hopkins University) hanno tenuto una lezione "Il Tel Zayit Stone: una nuova iscrizione del X secolo a.C. dal Shephelah della Giudea".
    Potrebbe essere questa una scoperta importante e pietra miliare nella storia dell'alfabeto che conforta la tesi che tra geroglifici, scritture sinaitica e alfabeto fenicio, vi sia il proto cananeo e il ponte dell'alfabeto ebraico.

    lapide di Siloe Quegli ideogrammi sinaitici accostati ai 22 segni dell'alfabeto ebraico, sono una chiave che permette di far nascere ed appoggiare alcune idee di icone ispiratrici e sulla volontà di conservazione in quelle lettere ebraiche di immagini, che poi sviluppatesi, si ritrovano nel carattere rabbino quadrato in forma residuale.
    Fino ad allora la più antica iscrizione in ebraico era la lapide di Siloe dell'VIII secolo a.C., quella sopra riportata, scritta con i segni precedenti al rabbino quadrati, quelli usati nell'area cananea fenicia.

    lapide di Siloe Qui ci sono i due modi di scrittura in ebraico, l'attuale e il precedente.
    Quei secondi segni portarono poi ad esplodere l'alfabeto detto fenicio che fu diffuso nel VII - VIII secolo a. C. appunto dai Fenici, genti cananee fusesi con i popoli del mare, che commerciavano in tutto il mondo antico lasciando tracce in Mesopotamia, in Spagna, a Cipro e a Cartagine, con "scritture puniche" ed hanno generato, l'alfabeto greco e tramite questo tutte le grandi scritture occidentali compresi l'alfabeto etrusco e latino.
    L'uso di quell'alfabeto fenicio su monumenti è attestato dal sarcofago di Ahiram di Biblo del X secolo a.C. e in lapidi del IX secolo a.C. di iscrizioni dinastiche che comprovano legami di Biblo con l'Egitto.
    È da pensare che una mano a quei mercanti venne da qualche pensatore esperto in Scrittura; sta il fatto che il nome Bibbia viene da Biblo antica città fenicia nel Libano.
    Questa città per lunghi periodi fu sottoposta al controllo egizio, come risulta da tavolette d'argilla di corrispondenza diplomatica tra il sovrano di Biblo, Rid-Adda, e i faraoni Amenofi III ed Akhenaton, l'eretico monoteista.
    Questo faraone e la sua impostazione religiosa sono un fatto strano che pare illuminarsi se si pensa che Giacobbe e i suoi figli erano là da almeno duecento anni secondo i racconti dei libri del Genesi e dell'Esodo.
    Quella iscrizioni fenicia di Ahiram di Biblo sarebbe successive o coeve a quella ebraica di recente trovata al Tel Zayit.
    Importante è con scrittura moabitica la Stele che proviene da Dhiban a nord dell'Arnon (oggi in Giordania), detta di Mesa che fu re di Moab nel IX secolo a.C. e la fece erigere a propria gloria ed in onore del dio Kemosh (citato in Numeri. 21,29; Giudici 11,24; 1Re 11.7,33; Geremia 48,7-13) e contiene un testo di 34 righe che riferisce delle vittorie di Mesa contro Israele e contro Edom (chiarisce il racconto di 2Re 3,4-27. Scoperta nel 1868 e dal 1873 a Parigi al Louvre).
    Anche gli ebrei partecipavano con navi al commercio e evidentemente erano ben collegati con i fenici e con la loro formazione aderente alle Scritture certamente contribuirono.
    Nel libro 2 Cronache, peraltro, c'è un cenno a navi giudee e d'Israele ai tempi di Giosafat re di Giuda (870-848 a.C.) quando: "...Giòsafat, re di Giuda, si alleò con Acazia, re d'Israele, che agiva con malvagità. Egli si associò a lui per costruire navi capaci di raggiungere Tarsis. Allestirono le navi a Esion-Ghèber. Ma Elièzer, figlio di Dodava, di Maresa, profetizzò contro Giosafat dicendo: Poiché ti sei alleato con Acazia, il Signore ha aperto una breccia nei tuoi lavori. Le navi si sfasciarono e non poterono partire per Tarsis." (2Cronache 20,35-37)

    L'alfabeto ebraico però che coadiuvò alla trasformazione dai parte dei vicini fenici nell'alfabeto commerciale mantenne precipue particolarità.
    I segni usati rimasero solo consonanti, 22 lettere che servono anche da numeri.
    Ebbero una veste che cercò di conservare il messaggio grafico e con la forma progressivamente e lentamente evolutasi fino a quella detta rabbino quadrato, tutte restarono nelle dimensioni di uno stesso quadratino ad eccezione delle:
    • L = che spuntano con un apice in alto;
    • Q = con una gamba in basso.
    Vi sono due sole lettere che hanno dei segni staccati tra loro nell'ambito della stessa icona, la H = e la già segnalata lettera Q = .
    Un fatto del genere si ritrova solo nella lettera "i" dell'alfabeto moderno, ove furono gli amanuensi del Medioevo ad aggiungere quel punto sopra per distinguerla da altre lettere simili nella scrittura gotica.


    Ognuna di quelle 22 lettera è ritenuto non solo un segno di scrittura, ma anche un elemento che concilia la meditazione.
    In parallelo a religioni orientali ognuna delle 22 lettere è un Mandala col proprio:
    • Mantra, in sanscrito "manas" (mente) e "trayati" (liberare) suono per meditare;
    • Yantra strumento a supporto nella concentrazione con una figura archetipa;
    • Tantra insegnamenti spirituali, esoterico, morale o pratico.
    FUOCO NERO SU FUOCO BIANCO
    L'Antico Testamento in che lingua è scritto?
    Consideriamo i seguenti fatti con un discorso spinto al limite:
    • la Torah era costituita da segni separati senza suddivisione in parole;
    • i segni sono portatore di un proprio messaggio visivo;
    • quei messaggi se concetti assoluti superano la lingua e interloquiscono direttamente con l'immaginazione ed eccitano interferiscono coi lobi cerebrali.
    Propongo questo pensiero: "Se un sistema di scrittura, oppure un alfabeto, deve rendere visibile e pronunciabile il Verbo del Creatore, le lettere o le figure che lo compongono devono essere aperte ad una grande quantità di significati e interpretazioni, perché... nei linguaggi umani non c'è proposizione che non implichi l'universo intero; dire la tigre è dire le tigri che la generarono, i cervi... che divorò, il pascolo di cui si alimentarono i cervi, la terra che fu madre del pascolo, il cielo che dette luce alla terra." (J.L. Borges, scrittura del Do, in L'Aleph)
    Da ciò conseguirebbe che:
    • non è a priori necessario che il testo sia scritto in una lingua specifica, ma in una lingua profetica;
    • la suddivisione in parole di lingua ebraica è una delle tante possibili forme di decriptazione del testo stesso.
    Questo è l'estremo superiore del campo delle possibilità, come se l'autore o l'Autore avesse voluto dare una valenza universale al messaggio, l'estremo inferiore è la decriptazione in ebraico e tra questi due estremi vive tutto il campo di interpretazioni che fanno di quel testo un vero enigma.

    Cosa dice l'Antico Testamento sulla lingua ebraica?
    Tale lingua è chiamata:
    • yehudith di Giuda, 2Re 18,26, Isaia 26,11, 2Cronache 32,18 e Neemia 13,24;
    • Sefath Qanaan "labbro di Canaan" in Isaia 19,18;
    • Ivrith ebraico, solo nel Prologo del Sirach, Siracide o Ecclesiaste del II secolo a.C., libro scritto in greco.
    Il "Targum Yeushalaim" la chiama Lashon ha Qodesh, "lingua sacra"; quindi è appunto lingua particolare, ma dopo la traduzione dei 70 della Torah che aveva di fatto suddiviso quei segni in parole della lingua ebraica, fu individuata come ebraico.
    L'antica scrittura ebraica è la "Ketav Ivrith" e in particolare è detta scrittura quadrata, per le sue linee dritte, anche nota come "Ketav Assuri, scrittura assira e il "Talmud" (Sanhedrin 21b), informa che tale forma di scrittura fu adottata durante il periodo di Esdra, che la riportò dall'esilio in Babilonia.
    Sta il fatto che il libro dell'Esodo dice in modo inequivocabile: "Quando il Signore ebbe finito di parlare con Mosè sul monte Sinai, gli diede le due tavole della Testimonianza, tavole di pietra, scritte dal dito di Dio." (Esodo 31,18)
    Queste sono le tavole delle "10 parole" gli "ha-devarim a'sheret".
    Le prime tavole erano di zaffiro blu come il cielo e il trono di Dio.
    Mosè però ruppe quelle tavole in occasione dell'episodio del vitello d'oro.
    Secondo un midrash nei primi 40 giorni e 40 notti Dio avrebbe dato a Mosè il con le prime tavole il codice di scrittura divina "Ketav 'Ashurit" (da "'ashrei" beato) e nelle seconde tavole in pietra nel successivo periodo di 40 giorni e 40 notti furono riportati in "ketav Ivrith".
    I maestri tradizionalisti insegnano che i tornati dall'esilio di Babilonia ai tempi di Esdra e di Neemia ritennero che in quei tempi difficili era da rivelare la vera forma delle lettere che esisteva dall'eternità per aiutare i fedeli coi benefici influssi di quei glifi.

    È detto che il rotolo della Torah "Sepher Torah" contiene "fuoco nero su fuoco bianco" ("Idra Rabba", lo Zohar III, 132a), ma è un fuoco che non consuma, come quello del roveto ove Dio apparve a Mosè.
    Il colore nero è rappresentato dall'inchiostro, il sangue della Torah, ed evoca l'idea di vita, di forza e di movimento contenuti dal rotolo, mentre il bianco del supporto sono gli spazi che separano le lettere.
    Quel modo di definirla "fuoco nero su fuoco bianco" sta ad indicare che non tutto è palese, ma che possono sussistere più livelli di lettura celati nel bianco della scrittura; le lettere nere da sole non sono sufficienti a rivelarli perché possono essere accoppiate in parole in più modi.
    Sono, perciò, da interpretare anche gli spazi bianchi, mentre costringere il testo in una suddivisione in parole è ingessarlo e facendo così non si semplifica, ma si rende ancora più difficile svelare la complessità del messaggio.
    In questa allegoria le singole lettere sono cavalli di fuoco e le parole con cui si uniscono divengono carri di fuoco, ma convogliare l'energia in un modo o in un altro, cioè il definire i carri, è una scelta non nota a priori.
    Così il fuoco nero è il simbolo della Torah scritta e il fuoco bianco quello della Torah orale.
    Nahmanide Moshè mistico della Qabalh sostiene che il "Sepher Torah" ha preceduto la creazione e la Qabalah insegna che i misteri contenuti nel bianco si sveleranno con l'avvento del Messia.
    Conclusi che la Torah era come un codice a barre che narrava la storia del Messia per identificarlo al momento della sua venuta.

    LA CREAZIONE CON LE LETTERE
    Ciascuna delle 22 lettere è come un'ampolla che materializza una emanazione divina il che è avvenuto in 5 fasi.

    Fase 1
    Il non conoscibile "io sono", 'Anì che era il Tutto si contrasse e creò . "'Ain", il Nulla; cioè all'origine c'era solo Dio e anche il nulla fu creato.

    Fase 2
    Concentratosi tutto l'essere in un punto immateriale, la Yod primigenia, operazione detta "tsimtsum", formò un vuoto infinito.
    Quale è la più piccola lettera che si può pensare che rappresenti quello stadio dell'Essere Assoluto?
    La più piccola lettera dell'alfabeto ebraico è la Yod che sta sia in "Io sono" sia nel "Nulla", accompagnata dalla lettera che rappresento l'origine e dalla lettera = che ci parla di energia.
    Tale spazio creato è detto "Ein-Sof" (senza fine), generalmente tradotto con "Infinito".
    Non a caso quando Israele nacque col miracolo del Mare si aprirono le acque del mare dei giunchi o di Canne , poi entrato nell'immaginario come Mar Rosso e anche Mosè salvato dalle acque fu posto tra i giunchi Esodo 2,3.
    L'Essere divenne, così, un punto spirituale e materiale , un buco nero.
    Tutte le lettere sono state poi generate da questa:
    • 3 lettere madri 'Aleph, Mem e Shin;
    • 7 doppie perché esprimono due suoni, uno forte, l'altro dolce e cioè: Beth, Ghimel, Daleth, Kaph, Phè, Resh; Thau;
    • 12 lettere semplici, le restanti.
    Fase 3
    Si verificò l'esplosione, la concentrazione incontenibile dell'Essere produsse l'energia "'Or" , energia capace d'alimentare l'infinità dei mondi, detta Luce senza fine "Ein-Sof-'Or" .
    Una vibrazione dell'Essere fu emessa in 22 frequenze e assieme produssero quella luce suprema, la prima Parola della Creazione.
    "Dio disse: Sia la luce ! E la luce fu." (Genesi 1,3)
    Desiderio () di incarnarsi, di avere un corpo .

    Fase 4
    Le 22 frequenze si cercarono e si permutarono: "...come si permutano? Due pietre costruiscono due case. Tre pietre costruiscono sei case. Quattro pietre costruiscono ventiquattro case. Cinque pietre costruiscono centoventi case. Sei pietre costruiscono settecentoventi case. Sette pietre costruiscono cinquemila quaranta case." (Sepher Yetzirah 4,12a)
    Insito per loro era cercare di riformare la propria fonte perché avevano impressa in sé la "Legge dell'Amore" per la ricerca dell'Unità e accadde così che:
    • 2 produssero 2 vibrazioni, esempio e dettero e ;
    • 3, esempio e e ne dettero 6, - - - - - ;
    • 4 dettero 24 vibrazioni, da 5 ne nacquero 120, da 6 ben 720 e 5040 da 7.
    Implicite c'erano le Leggi Naturali Universali, la "Torah Elyon" - Legge Suprema e "A partire da qui continua, calcola ciò che la bocca non può esprimere e ciò che l'orecchio non può udire. Sono i sette pianeti nell'universo: Sole, Venere, Mercurio, Luna, Saturno, Giove, Marte, i sette giorni nell'anno, i sette giorni della creazione, le sette porte dell'anima, due occhi, due orecchie, due narici e la bocca. Con esse sono stati incisi i sette universi, le sette terre, le sette ore. È per questo che il sette è il beneamato sotto i cieli". (Sepher Yetzirah 4,12b)

    Fase 5
    La Luce destò un'esistenza simmetrica e opposta detta tenebre.
    L'energia delle vibrazioni trovò tutti i possibili gradi intermedi di rallentamento e solidificazione, le vibrazioni si ripiegarono su di sé, s'addensarono furono sempre più tangibili, ma sempre meno luminose.
    Le ventidue vibrazioni si solidificarono e si coagularono nello spessore delle tenebre, avviluppandosi nell'inchiostro nero dette lettere, che hanno introdotto le Leggi Naturali Universali nei mondi inferiori, sotto forma di una Torah scritta con l'ausilio delle lettere dell'"Alef-Bet".
    "In principio Elohim creò " Genesi 1,1, ossia creò le lettere da "Alef" alla "Taw".
    L'Universo fu creato con combinazioni di lettere.
    Il "Sepher Yetzirah" descrive così la formazione del mondo: "Ventidue lettere fondamentali: Egli le ha incise, scolpite, permutate, pesate, trasformate. Con esse ha rappresentato tutto Fuoco nero su fuoco bianco ciò che è stato e che sarà formato." (Sepher Yetzirah 2,2)
    "Ventidue lettere fondamentali: poste in un cerchio simile a un muro con 231 porte (22x21/2). Il cerchio ruota avanti indietro. Un segno spiega ciò: nel bene niente è meglio della gioia e nel male niente è peggio della peste. Come? Egli le ha permutate, le ha pesate e le ha trasformate. Alef con tutte e tutte con Alef. Bet con tutte e tutte con Bet. Esse si rinnovano dentro 231 porte. Si comprende così che tutto ciò che è formato e tutto ciò che è detto emana dal Nome unico. Egli ha formato la sostanza dal caos e ha tratto l'essere dal non-essere. Ha intagliato grandi colonne dall'aria inafferrabile. Ecco un segno: Alef con tutte e tutte con Alef. Egli ha contemplato, trasformato e fabbricato tutto ciò che è formato e tutto ciò che è detto: un solo Nome. Vi è un segno per questo: 22 oggetti in un solo corpo." (Sepher Yetzirah 2,4-6)
    Le 231 combinazioni che si ottengono estraendo le possibili coppie di lettere dalle 22, escludendo quelle prodotte dalla stessa lettera ripetuta, sono considerate porte o aspetti di Dio da cui deriva ogni cosa formata.
    Quanto detto è rappresentato nel cerchio che ho presentato nel precedente paragrafo e 231 sono le corde di quel cerchio.
    (Dati "n" punti su una circonferenza, il numero di corde "C" che connettono tra loro tutti i punti è C = n(n-1)/2 e se n = 22 si ha: C = 22x21/2 = 231)
    Il nome Israele nasconde in se il 231: si può, infatti, leggere e , ma è eguale a dire "Iesh" "è" e , se lo sostituisco con i numeri è = 200, = 1, = 30 quindi "è 231".
    Nel nome d'Israele è perciò nascosta la potenzialità delle porte della conoscenza.

    C'è poi un altro pensiero importante sulla Torah.
    Il testo della Torah che è scritta in un unico rotolo inizia con la lettera della prima parola "bereshit" di Genesi 1,1 "In principio Dio creo..." e come ultima lettera ha la dell'ultima parola Israele di Deuteronomio 34,12 "...davanti agli occhi di tutto Israele."
    Tutto è contenuto tra una e una il cui valore complessivo è 32 come quello della parola cuore leb (vedi: II Parte, la lettera bet).
    Il messaggio per il fedele è chiaro:
    il creato e le 22 lettere Sono quelle 22 lettere emanate e tracciate dal dito di Dio sul limitare dell'esistenza terrena e di ciò che ha creato, i limitare della creazione, i mattoni di ogni cosa e nel contempo i cippi di confine.
    Quello è per tale tradizione lo strumento adoperato dall'Eterno per creare l'universo, quindi avrebbe qualità soprannaturali.
    Tutto ciò che esiste è stato ottenuto dai loro incroci e accoppiamenti all'interno di quel muro trasparente che fa trapelare il Suo amore in base a cui tutto sussiste.
    Tutto è in vista di Lui, il centro dell'Universo, il Messia.
    La tradizione ebraica col carattere rabbino quadrato del loro alfabeto ritiene d'avere espresso la forma sacra originaria delle 22 lettere.
    Aldilà di discorsi fideistici sussistono i seguenti fatti:
    • grandi sono sapienza e cultura che sono venute dall'ebraismo;
    • per l'ebreo di qualsiasi condizione sociale lo studio della Torah e del Talmud sono obblighi distintivi e quelle sono a fondamento del loro sapere;
    • del pari fondamentale per l'ebreo sono le lettere del suo alfabeto;
    • approfondirle avvicina al segreto che ha contribuito alle antiche conoscenze.
    Dal I-II secolo d.C. dopo le guerre giudaiche ci fu una sosta nell'approfondimento di tutte le doti di quei segni ed entrarono nel mito.
    La ridotta conoscenza incitò più verso l'aspetto magico.
    In Oriente, la conquista islamica, col progressivo affievolirsi della tradizione aramaica, ridusse il sostegno linguistico e, in Occidente, venne a mancare il contributo gnostico ed ermetico frenato dal cristianesimo.
    Solo l'esoterismo musulmano e la Qabalah conservarono l'eco di tale cultura.
    I Maestri della mistica ebraica attribuiscono a quelle 22 lettere ideogrammi che esprimono le energie primordiali, la funzione di mattoni della costruzione del cosmo e sostengono che hanno come corpo, spirito e anima (Shabat 104).
    Viene anche proposta una rispondenza tra le lettere dell'alfabeto e le articolazioni del corpo umano.
    Di Bezalel, l'artigiano che fu chiamato nel deserto da Mosè a sovrintendere alla costruzione del Tabernacolo "Mishkhan", si afferma che: "Sapeva disporre le lettere dell'alfabeto con le quali furono creati il cielo e la terra" (Berachot 55).
    Il "Midrash" sostiene che la saggezza di Salomone derivava dal fatto che "Conosceva le lettere divine" (Midrash Mishlè).
    In definitiva, le lettere dell'Alef-Beit agiscono sulla triade cognitiva umana:
    • Vista con la forma della lettera, agendo sulla Sapienza o Chokhmah;
    • Udito col nome e suono della lettera, a favore dell'Intelligenza o Binah;
    • Intelletto con numerico e concetto, d'aiuto per la Conoscenza o Da'at.
    QABALAH E ALBERO DELLA VITA
    Il profeta Isaia XXVIII secoli fa sul popolo di Dio scriveva: "Dirò al settentrione: Restituisci, e al mezzogiorno: Non trattenere; fa' tornare i miei figli da lontano e le mie figlie dall'estremità della terra, quelli che portano il mio nome e che per la mia gloria ho creato e plasmato e anche formato." (Isaia 43,6-7)
    Questa frase è stata studiata a fondo dai qabalisti e vi hanno scorto quattro fasi per passare dal mondo di Dio alla manifestazione di Dio nel mondo.
    In quei versetti di Isaia è presupposto che il Creatore si manifesti al mondo tramite Israele nel cui nome appunto c'è anche le lettere di Dio.
    Quindi per primo atto di Dio è far agire il Suo Nome.
    Lo chiamano i qabalisti, il mondo del Suo Nome o della emanazione Atzilut, un mondo, appunto, emanato da Dio e che vive presso di Lui.
    Questa visione non è accettata dal cristiano, il Nome che agisce è Dio stesso, il Verbo, come dice San Giovanni nel prologo del suo Vangelo, il Figlio.
    "In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste." (Giovanni 1,1-3)
    Quel versetto di Isaia poi dice:

    "...ho creato ber'aitiu
    e plasmato yesartiu
    e anche formato a'shitiu".

    Ognuno di quegli atti di Dio vengono considerati sviluppi di mondi paralleli.
    È così che la Qabalah parla di 4 mondi paralleli i primi tre velati, sempre meno sottili, fino ad arrivare all'ultimo, materiale, palpabile e captabile dagli uomini:
    • Atzilut mondo della emanazione, presso Dio vi starebbero i Partzufim, superiori agli angeli, archetipi con cui Dio si riveste per avvicinarsi e rivelarsi poi nel mondo degli uomini.
    • Briah mondo della creazione esterno a Dio ove sono le sette realtà che precedettero la creazione del mondo: La Torah, il Trono della Gloria e gli angeli del Servizio, che cantano "Santo, Santo, Santo...", il Tempio, il nome del Messia, il Paradiso, l'Inferno, il pentimento.
    • Yesirah mondo della formazione, spirituale, delle forme angeliche anche del male che qui già si manifesta, dato che c'è libertà di scelta.
    • A'ssiah mondo materiale dell'azione o del fare (viene dal verbo ) ove anche il male può agire e l'uomo può operare scegliendo il senso giusto.
    Esaù che ha il nome del fare scelse di mal operare, ma Israele scelse la via del bene e Gesù dirà: "Dobbiamo compiere le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può più operare." (Giovanni 9,4)

    Nacque nei qabalisti la domanda dei modi con cui Dio si manifesta nel mondo.
    La risposta la trovarono esaminando attentamente questa frase pronunciata dal Re David: "Tua, Signore, è la grandezza, la potenza, la gloria, lo splendore e la maestà, perché tutto, nei cieli e sulla terra, è tuo. Signore, tuo è il regno; tu ti innalzi sovrano su ogni cosa." (1Cronache 29,11)
    Da tale versetto escono le parole che ho presentato in grassetto:
    • grandezza, "gedulah" , siccome il Signore "Buono e pietoso (misericordioso- Rachmah) è il Signore, lento all'ira e grande nell'amore" ove per amore usa "Hesed Rachmah". (Salmo 102,8) si considera equivalente Benevolenza, Clemenza, Misericordia "Rachmah", e l'Amore "Hesed".
    • potenza, "geburah" ;
    • gloria, in effetti è la bellezza, "tifoer'oet" ;
    • splendore o vittoria, "nesach" ;
    • maestà, "hod" ;
    • tutto, "qol" diviene yesod , perché di tutto fondamento;
    • regno, "melakah" .
    C'è poi "ti innalzi sovrano su ogni cosa" ove per sovrano è usata la parola testa-capo e un re sul capo ha la corona "keter" e per Salomone il re che costruì il Tempio per corona chiese sapienza "kochmah" e intelligenza "binah" .
    Fu così che le sette "qualità" o sue specifiche manifestazioni la cui pienezza è solo in Dio - amore, potenza, bellezza, fondamento, splendore, maestà e regno - si considerarono provenire della testa, corona, sapienza, intelligenza.

    il creato e le 22 lettere La sefirot Yesod corrisponde a quel tutto "qol" di quel versetto e le è stato dato il senso di Fondamento cioè Yesod ed attribuita la qualità di Verità.
    Fu così ideato dalla qabalah il diagramma detto dell'Albero della Vita formato da quei nomi che costituiscono come 10 ampolle o entità, dette ancora sefirot, in quanto in definitiva formate dalle sefirot delle vibrazioni specifiche delle lettere che costituiscono quei nomi e che vengono a descrivere specifiche potenzialità divine attributi o emanazioni che si manifestano in qualche misura percettibili nel mondo.

    Queste 10 ampolle sono collegate da ventidue canali, orizzontali, verticali e diagonali ciascuno corrispondente ad una delle 22 lettere dell'alfabeto ebraico.
    È come un albero con tre rami ciascuno costituito da 3 sefirot, ma il centrale si prolunga con la quarta del fusto.

    Quei rami corrispondono a tre vie che ogni uomo trova nel suo cammino.
    Iniziano tutte da Keter e terminano tutte col Malkut:
    • via del fuoco o maschile: Keter, Binah, Geburah, Hod, Malkut;
    • via dell'acqua o femminile: Keter, Kochmah, Hesed, Netsach, Malkut;
    • via regale: Keter, Tiferet, Yesod, Malkut;
    La via mediana o regale unifica gli opposti.

    Albero della Vita Attinge alla conoscenza completa sintesi di Binah e Kochmah come appare in questo albero sefirotico elaborato dai qabalisti in cui per la via regale centrale appare l'ampolla della conoscenza completa, la "da'at".

    L'Albero della Vita senza l'asse centrale può essere avvicinato a quello di tutte le polarità opposte nella creazione come maschile e femminile, quindi simile all'albero della conoscenza del bene e del male e la via regale, quella del giusto mezzo, sarebbe il fulcro della bilancia dell'anima.

    Tra forza geburah della via del fuoco e amore della via dell'acqua sarebbe perciò ad esempio da inserire la compassione.
    La via cristiana però si avvicina, e non a caso, a quella detta dell'acqua e predica l'amore anche al nemico.

    Il Verbo per creare il mondo avrebbe preso le forma dei segni dell'alfabeto, che emanano tutti dal Punto supremo cioè dal Keter.

    La complessa simbologia del candelabro a 7 bracciadi cui al libro dell'Esodo fu spiegata a Mosè direttamente dal Signore. ("Il candelabro a sette braccia e l'attesa del Messia")

    miniatura del XIV secoloLa tradizione qabalistica vede le dieci sefirot nei sette nodi sotto le luci, nei due nodi centrali e quello alla base.
    Il braccio centrale, è la Colonna dell'Equilibrio, i tre bracci di destra stanno per la Colonna della Grazia e i tre di sinistra per la Colonna della Severità.

    SECONDA PARTE: INTEGRAZIONE DELLE SCHEDE DELLE LETTERE
    È ora di presentare le ulteriori considerazioni sulle forme delle 22 lettere ebraiche schedate ognuna sotto la lettera ebraica a cui si riferisce il pensiero.
    Nel presentarle partirò dal nome esatto delle lettere ebraiche.
    Assieme al valore gematrico della lettera presento anche il valore somma di tutte le lettere che forniscono il nome.
    Nel pronunciare il nome di una lettera, la prima lettera si chiama "niglé" = rivelata, mentre le altre sono le "nistar" = nascoste.
    Quattro lettere presentano come valore "niglé" = rivelata lo stesso valore delle lettere "nistar" = nascoste e sono:
    • la n° 6 la Vav ove la lettera nascosta è un'altra ;
    • la n° 10 la Yod ove unite le lettere nascoste valgono 10 come ;
    • la n° 13 la Mem ove la lettera nascosta è un'altra = ;
    • la n° 15 la Samek ove unite le nascoste valgono 60 come ;
    Tali lettere formano la parola "sium" = conclusione.

    'Alef Numero 1, nome 'Alef
    Il valore di per le lettere che ne formano il nome è 111 ( = 1; = 30; = 80)
    "'Alef" significa "insegnare".
    "...ti insegnerò la sapienza 'Alefkhà Hokmà." (Giobbe 33,33)
    "'oeloef", stesse lettere con diverse vocali significa mille, armenti, moltitudine di mucche, quindi anche bue.
    Nel fenicio o proto cananeo è bue.
    La 'Alef rappresenta Dio, Uno, Unico, quindi l'Eterno, il principio, il creatore.
    Si può immaginare formata tre parti:
    • una lettera Yod in alto a destra, simbolo del mistero del Pensiero supremo;
    • il segmento tipo Vav a diagonale dalla sinistra in alto alla destra in basso che simboleggia il firmamento superiore;
    • una lettera Yod in basso a sinistra, l'esistenza nel mondo inferiore.
    Nella lettera "Alef" tutte le fasi della creazione vi sono sintetizzate.
    È la lettera da cui dipendono i mondi superiori e inferiori.
    Con tale schematizzazione si avrebbero due "Yod", valore numerico 2x10 e una "Vav", valore numerico 6, quindi il complesso sottenderebbe il 26 cioè il valore somma delle lettere che formano il Tetragramma sacro, cioè il Nome Divino impronunciabile IHWH ( = 10, = 5, = 6, = 5)
    La lettera " 'alef" ci dice che la "vav" che rappresenta il collegamento, vale a dire la Torah porterà ad elevare lo "yod" della nostra "realtà inferiore" o "yod" di "realtà superiore", ma lo stesso concetto è espresso dal tetragramma , l'Essere da questo mondo ci porterà ad un altro mondo .
    Secondo il rabbino Isaac Luria le due Yod starebbero a rappresentare, la più alta, le acque superiori, la conoscenza illuminata, i cieli di sopra, mentre la più bassa, le acque inferiori, l'emotività dell'uomo, i cieli di sotto, e la Vav è il firmamento tra di loro.
    L'acqua più alta è l'acqua di gioia, l'esperienza di essere vicino a Dio, mentre l'acqua bassa è l'acqua di amarezza, l'esperienza di essere lontano da Dio.
    Questo lettera rappresenta Dio come Eterno, l'Essente, l'Esistenza assoluta sintesi di presente - passato - futuro, ero, sono sarò.

    Bet Numero 2, nome Bet
    Il valore di per le lettere che ne formano il nome è 412 ( = 2; = 10; = 400)
    Bet, Bayt o Beit, significa casa. (Gli darò sempre il suono di "b" pur se talvolta si legge "v")
    Il Tempio di Gerusalemme era la casa di Dio, "Bet hamiqdash", "...il mio Tempio si chiamerà casa di preghiera per tutti i popoli".(Isaia 56,7b)
    La differenza tra tempio "Miqdash" , valore 444 ( = 300; = 4, = 100; = 44) e casa Bayt valore 412, è 32 corrispondente al numero che delle lettere di cuore "leb" ( = 2; = 30).
    Quindi se nella casa si mette il cuore diviene un Tempio.
    La forma della lettera è un ambiente, un locale, un dentro chiuso su tre lati, una casa, una tenda, un luogo ove si può abitare, però con un lato aperto, per... aprirla all'ospite; insegna, infatti, la Mishnah: "Aprite le vostre case". (Avot 1,4)
    La forma di questa seconda lettera è come una lettera ebraica su una base. Ora, la lettera indica corpo, testa, il luogo ove vive il nostro io, ma questo è una casa mobile, mentre la è l'abitazione fissa del nostro corpo.
    L'immagine dell'uomo che abita nel proprio corpo come in una casa o tenda di argilla, si ritrova in:
    • Giobbe 4,19 "...chi abita case di fango, che nella polvere hanno il loro fondamento."
    • Isaia 38,12 "La mia tenda è stata divelta e gettata lontano da me..."
    • Sapienza 9,15 "...un corpo corruttibile appesantisce l'anima e la tenda d'argilla grava la mente dai molti pensieri."
    La Bibbia inizia con la lettera , per far intuire che il Santo, benedetto Egli sia, desiderava una dimora qui da noi e noi siamo di fatto coinquilini di Dio.
    Gesù di Nazareth fa comprendere che ha assunto in sé la figura di Tempio di carne col suo corpo quando disse: "Distruggete questo Tempio e in tre giorni lo farò risorgere... parlava del Tempio del suo corpo." (Giovanni 2,19-21)

    Ghimel Numero 3, nome Ghimel
    Il valore di per le lettere che ne formano il nome è 83 ( = 3; = 10; = 40; = 30)
    GML è il radicale del verbo maturare, retribuire, slattare, divezzare, donare e distribuire, mentre "gamal" vuol dire cammello e "gemul" retribuzione.
    È come una lettera "vav" con un lettera "yod" come un piede.
    La forma di Ghimel ricorda una persona con il piede teso, quindi porta all'atto di camminare di correre, di scorrere, una precisa volontà a procedere, al correre che è un camminare con grande determinazione.
    Se la indicava l'Unico, la la casa che si vuole costruire in terra, diviene immagine della Sua precisa volontà di camminare con l'uomo, di beneficarlo, di elargire carità e beneficenza, "Ghemilu Chasadim".
    Il nome della lettera e la sua forma ricordano un cammello dal lungo collo che appunto è come un bimbo svezzato e può andare lontano senza bere, atto a sopportare sforzi prolungati e aiutare i viaggiatori a sopravvivere nel deserto.

    Dalet Numero 4, nome Dalet
    Il valore di per le lettere che ne formano il nome è 434 ( = 4; = 30; = 400)
    "Dalet" il nome della lettera come suono è vicino a "doeloet" che significa porta, uscio, anta, battente.
    Come numero 4 fa pensare a:
    • le condizioni della materia per gli antichi, solido, liquido, igneo, gassoso;
    • i quattro elementi, terra, acqua, aria e fuoco;
    • i tipi psicologici, sensibile, emotivo, razionale, intuitivo.
    Dalet La lettera propone un elemento che impedisce di entrare a chi viene da destra o è aperto per chi viene in direzione ortogonale allo scritto, quindi una porta.
    La barra superiore può rappresentare l'architrave, il frontale di cui parla per due volte il Salmo 24: "Sollevate, porte, i vostri frontali, alzatevi, porte antiche, ed entri il re della gloria." (Salmo 24,7 e 9)
    Porta verso il trascendente, verso quella conoscenza.
    Dall'idea di battente viene quella di battere le mani, di alt, di impedimento, ma anche di apertura verso l'altro, di aiuto, aiutare, di annullamento del senso di istinto egoistico cioè di tutti gli atti che implica il concetto di mano.
    Elaborando minimamente il disegno quella lettera pare proprio una mano.
    Amore , ha le lettere del nome del Re David, con due dalet e da l'idea che "mano portano nella mano " segno tipico di due innamorati.
    Se la indicava l'Unico, la la sua volontà di camminare con l'uomo, la indica il suo desiderio di aiutarlo.

    Hei Numero 5, nome Hei
    Il valore di per le lettere che ne formano il nome è 15 ( = 5; = 10)
    Il nome "he" significa "Ohi!" ed è formata dalle lettere He e Yod .
    Espressione di sorpresa, di dolore (Ezechiele 2,10) o di gioia e del bambino appena esce dal seno materno e si apre all'esistenza .
    Il Talmud sostiene che il Creatore con le lettere Yod ed He , del Nome Divino Yah creò l'universo:

    Con la lettera Yod Egli creo' il Mondo a Venire, mentre con la lettera He creò questo Mondo" (Menachot 29b)
    Perciò conviene il Talmud che la è il mondo.
    Le tre linee costituenti la Hey si possono riguardare come le tre dimensioni dello spazio: altezza, larghezza, profondità.
    È la forma della capanna che serve all'ebreo per la festa di Sukkot, tre pareti da cui si può vedere il cielo.

    L'Essere entra e produce il mondo fisico, entra nel campo tridimensionale.
    Loew ben Bezalel Giuda ebreo mistico e filosofo di Praga del XVI secolo, noto per aver tentato di dar vita ad un Golem (forma d'uomo d'argilla) conferma che la lettera è il mondo e osserva anche lui che sarebbe formata da una Dalet ed una Yod che rappresenta l'Essere, quindi la spiritualità onde è bene stare nel mondo vivendolo nella dimensione spirituale.
    Il segmento separato della He può anche essere una lettera vav e se si riferisce il dalet alla porta naturale di entrata nella vita indica che l'uomo è stato portato dalla porta quindi è entrato nel mondo.
    Al proposito è da osservare che la lettera He come prefisso di una parola diventa un articolo determinativo il, lo, la, le, gli, i, e rende specifico quel nome per una funzione.
    È così da notare che nei giorni della creazione il giorno in cui fu formato l'uomo fu proprio, ed è l'unico giorno che è usato l'articolo, "il sesto giorno" mentre i precedenti 5 sono senza articolo "primo, secondo... quinto giorno", sono generici, tutto per preparare l'evento del 6° giorno e sarebbe da tradurre "Fu sera e fu mattino "il" sesto giorno (Genesi 1,31).
    La lettera He pare proprio un'apertura alla vita, e al riguardo si pensi che quando viene aggiunta da Dio la provoca, come nel caso di:
    • Abramo: "Non ti chiamerai più Abram ma ti chiamerai Abraham perché padre di una moltitudine di popoli ti renderò." (Genesi 17,5)
    • Sara: "Dio aggiunse ad Abramo: Quanto a Sarai tua moglie, non la chiamerai più Sarai, ma Sarah. Io la benedirò e anche da lei ti darò un figlio; la benedirò e diventerà nazioni e re di popoli nasceranno da lei." (Genesi 17,15)
    Sarai era sterile; dopo questo passo Sarah diventò fertile e concepì Isacco. La nuova lettera He posta alla fine del nome di Sarah implicò una maggiore femminilità e la possibilità di concepire un figlio. (Yalkut Hamelitzos)

    Vav Numero 6, nome Vav
    Il valore di per le lettere che ne formano il nome è 12 ( = 6; = 6)
    Il nome della lettera "Vav" indica uncino o chiodo, un gancio.
    Tale lettera in ebraico è una congiunzione, infatti, unisce concetti diversi, anche opposti, ed è pure usata come avversativo, "ma".
    Numericamente è 6 e dà l'idea della completezza del mondo fisico: sopra e sotto, destra e sinistra, avanti e dietro; infatti, il mondo fu completato fisicamente con l'uomo nel sesto giorno.
    Come forma tale lettera si può vedere come una Yod allungata , una Yod che si porta, che si sta spostando e lascia una scia, una trasformazione.
    Appunto per questo nell'ebraico biblico tale lettera "vav" è capace di invertire il tempo del verbo dal passato al futuro o dal futuro al passato.
    "Sia la luce, e la luce fu ". (Genesi 1,3)
    Pare essere un condotto che reca la vita, come la colonna vertebrale di un uomo, quindi una linea verticale, un pilastro, un uomo in piedi.
    Se si guarda alla frase con cui inizia la creazione "In principio Dio creò il cielo e la terra" (Genesi 1,1) la appare come forza di collegamento tra le scintille divine del cielo e della realtà terrena, porta l'essere del cielo a stare anche in terra, unisce spirito a materia.
    Guardando la questione sotto l'aspetto dell'alfabeto sappiamo che quel versetto Genesi 1,1 lo possiamo riferire all'alfabeto AT .
    "...creò il cielo e la terra":
    L'AT, l'alfabeto uscì dal cielo portò l'AT, l'alfabeto ad entrare nella terra .
    La l'Unico, la casa che si vuole costruire in terra, la volontà di camminare con l'uomo, indica il suo desiderio di aiutarlo in cioè in questo mondo e nel mondo a venire.

    Zayn Numero 7, nome Zayn
    Il valore di per le lettere che ne formano il nome è 67 ( = 7; = 10; = 50)
    Zain significa arma, spada, uno strumento che colpisce e comporta ferite, ma anche mammella che alimenta.
    La sua forma è quella di una mazza, un manico con un elemento sopra per colpire o un pugnale, fa pure pensare ad uno scettro.
    È come una lettera "vav" con una corona in testa .
    Se si considera la Vav come un uomo in piedi ecco che alcuni vedono nella zain una donna forte, perché: "Una donna forte è la corona del marito, ma quella svergognata è come carie nelle sue ossa." (Proverbi 12,4)
    È la zain anche la prima lettera del pronome dimostrativo "questo" .
    Il numero 7 è denso di significati nella Bibbia, sette sono i giorni festivi nei quali il lavoro è proibito e sono giorni di riposo chiamati Shabaton:
    • il primo e l'ultimo giorno di Pesach e Sukkot;
    • Shavuot;
    • Rosh Hashana';
    • Yom Kippur è Shabat Shabaton.
    Sette sono i giorni di Pesach e di Sukkot e sette settimane passano da Pesach a Shavuot.
    Sette anni dura il ciclo della Shmitah anno sabbatico della terra e sette per sette anni portano al giubileo.

    Chet Numero 8, nome Chet
    Il valore di per le lettere che ne formano il nome è 418 ( = 8; = 10; = 400)
    Avendo il valore di 8 alcuni considerano la formata da due dalet contrapposte ciascuna, appunto di valore 4.
    Il nome della lettera all'interno ha la parola vita ma anche la lettera finale che appunto fa pensare a vita finita cioè ad una tomba, infatti, pare proprio un posto chiuso, quindi c'è il senso del peccato e della paura.
    Il numero otto infatti ci parla di un ottavo giorno della creazione "la capacità dell'uomo di trascendere i limiti dell'esistenza fisica. (Maharal)
    Vista però la Chet come incontro di una Vav , uomo in piedi, e di una Zain , quale donna, corona del marito, si può pensare quel posto chiuso essere un luogo di santa riunione, il baldacchino nuziale, il posto sacro dell'assemblea umana o il santo luogo dell'assemblea celeste.
    Se anche si ritiene Chet come una dalet con una vav ancora si ha un luogo chiuso o il portale di un luogo chiuso.
    Otto sono i sacri vestimenti del Primo Sacerdote del Tempio (Esodo 28). Quattro sono le spezie per l'olio di unzione e quattro per l'incenso (Esodo 30,23). Otto sono gli strumenti musicali (sette più il coro - vedi Salmo 150 - tromba, arpa, cetra, timpani, flauti, cembali sonori e cembali squillanti) che accompagnano i Leviti durante il Servizio. Otto sono i giorni della Milà (circoncisione). Otto sono i fili dello Tzitzit. (Rav Bachia')

    Tet Numero 9, nome Tet
    Il valore di per le lettere che ne formano il nome è 419 ( = 9; = 10; = 400)
    La prima volta che si trova nella Torah è dopo la creazione della luce quando dice "Dio vide che la luce era cosa buona ." (Genesi 1,4)
    Perciò è lettera che richiama la bontà.
    La bontà è riuscire a tenere a bada il serpente che è dentro di noi; propone, infatti, Dio a Caino "...il peccato è accovacciato alla tua porta; verso di te è il suo istinto, ma tu dominalo." (Genesi 4,7b)
    La lettera si presenta proprio come un serpente che sta per srotolarsi, può diventare peccato "chittà" o bontà "tub" .
    "Se uno vede una tet in sogno, è un buon segno." (Baba Kamma 55a; Rashi).
    Il suo valore numerico 9 ricorda i mesi della gravidanza.
    L'essere arrotolato della lettera che poi divenire eretta, da destra a sinistra (come è scritto l'ebraico) ci parla di utero e della gestazione da embrione a uomo.
    È stato osservato che la linea dritta della tet segue la parte ripiegata e starebbe ad indicare nell'Albero Sefirotico o della Vita la vittoria dell'amore, via di destra dell'acqua sul Giudizio, via di sinistra del fuoco.
    Quindi si arriva al concetto di amore, onde è anche "tub" bontà è amore che si porta internamente e che si esplicita.
    Gli scrutatori della parola hanno osservato che nella Torah non si trova mai una lettera ghimel vicina ad una lettera tet , come dire non si deve scappare dall'amore, "get", infatti, nell'ebraismo è il documento del divorzio con cui il marito comunica alla moglie la fine del rapporto coniugale, ma ciò non è possibile nel patto col Signore, non rifiuterà mai l'amata.
    La si può pensare come una lettera kaf , quindi coppa, con innestata sulla sinistra una vav , perciò un recipiente in cui ci si può portare o da cui ci si porta fuori la Vav e l'idea rafforza l'idea di utero della donna; se si pensa all'utero di misericordia di Dio da dove la rettitudine della kaf si porta, si ha una certa corrispondenza tra il loro valore gematrico somma che è 26 con quello di IHWH il Tetragramma sacro che egualmente è 26, così la è una coppa piena d'amore, il cuore del Signore, appunto, le Sue viscere di misericordia.
    Il Talmud ci dice "Le prime Tavole della Legge (Esodo 20,2-14) sono in versione differente dalle seconde (Deuteronomio 5,6-18). Nella prima versione appaiono tutte le lettere dell'alfabeto tranne la tet. Nella seconda versione, appare la tet, nel quinto comandamento (onora il padre e la madre): ulema'an yitab lecha (e tu abbia bene). I saggi spiegano: Dio sapeva che Mosè avrebbe rotto le prime Tavole. Se esse avessero contenuto la parola tub (bontà), ciò avrebbe significato che si sarebbe spezzato tutto il bene della terra. Per togliere all'uomo questa preoccupazione, Dio tolse la tet dalla prima versione. (Baba Kamma 55a). "La seconda versione delle Tavole conteneva 17 lettere più della prima. La ghematria di tub (bontà) è proprio diciassette ( = 9; = 6; = 2). (Baal HaTurim)

    Yod Numero 10, nome Yod
    Il valore di per le lettere che ne formano il nome è 20 ( = 10; = 6; = 4).
    Il numero 10 ci porta ai 10 comandamenti o alle 10 parole.
    Per forma i qabbalisti vi vedono il punto del tsimtsum, cioè l'Infinito contratto, manifestazione dell'Essere, capace di sviluppare tutte le esistenze.
    Il punto "Yod", traccia la linea "Vav" e poi scorrendo "ghimel" porta alla superficie "dalet" e produce il mondo "he" successivamente, in una linea unidimensionale e superficie a due dimensioni.
    Il punto iniziale è la mano a pugno, il potere di Dio, la forza essenziale della "yud" piccolo che tiene il molto sono le 10 dieci Sefirot.
    La parola Yod , infatti, può essere letta come Yad che vuol dire mano.
    È un mano chiusa a pugno e denota potere e possesso.
    Sussiste il comando: "Apri generosamente la mano al tuo fratello povero e bisognoso nel tuo paese." (Deuteronomio 15,11), per questo il neonato ha le mani chiuse alla nascita, come a dire che il mondo intero è suo, ma quando l'uomo muore le mani sono aperte, ad indicare che non si porta dietro niente di fisico da questo mondo ed ha compiuto la sua missione.
    È stato fatto notare che la parola DIO, è permutazione della parola IOD, prima lettera del Tetragramma Sacro del nome di IHWH.
    Il potere della Yod fu data alla coppia dei patriarchi, infatti: "Per preparare il ruolo, così importante nella storia dell'uomo, di Abramo, al suo nome originario Abram, fu aggiunta una he, formando così una parola che significa "padre delle nazioni" ed a sua moglie Sarai, fu sostituita la Yod con una he, per diventare Sarah, così la Yod, di valore dieci, fu divisa in due he, ognuna delle quali vale cinque, una fu data ad Abramo, e l'altra restituita a Sarah, madre dell'umanità." (Berachot 13a) e nacque Isacco che inizia con la Yod e da questi Israele.

    Kaf Numero 20, nome Kaf
    Il valore di per le lettere che ne formano il nome è 100 ( = 20; = 80)
    Kaf significa palmo della mano e il palmo della mano serve da contenitore, quindi cucchiaio, anche "copricapo", "cupola", "corona".
    La kuppah o kippah è il copricapo che l'ebreo porta in sinagoga.
    "Signore, tu mi scruti e mi conosci... poni su di me la tua mano." (Salmo 139,1.5) usa appunto , quindi Kaf fa presente la mano di Dio.
    Con la kuppah in testa si rappresenta così la protezione di Dio e l'ebreo fa presente a se stesso che è da operare per il bene.
    La forma è quella di una coppa, ma ruotata di 90°, di un diadema, di una corona da mettere sulla testa Kuppa, Keter.
    I qabalisti vi vedono appunto la Corona o Keter essendo la Kaf l'iniziale della prima Sefirot della Testa dell'Albero della Vita.
    È l'essenza dell'esistenza trascendente, l'incognito che avvolge l'universo fisico, la natura di Dio che io chiamo "rettitudine" di Dio, un campo di forza oltre le galassie e che si trova in ogni anima.
    Ci sono tre corone: Keter Torah, Keter Kehunah e Keter Malkut; la corona della Torah, la corona del sacerdozio e la corona reale, ma la quarta corona, Keter Shem Tob, la corona del buon nome, è superiore a tutte e tre. (Avot 4,17)
    Il valore numerico di Keter-corona è 620 ( = 20; = 400; = 200), e rappresenta la totalita' delle mitzvot - 613 ordinate dalla Torah e delle sette mitzvot rabbiniche o noachiche. (Guray Haari')

    Lamed Numero 30, nome Lamed
    Il valore di per le lettere che ne formano il nome è 74 ( = 30; = 40; = 4)
    Il significato letterale della lettera "lamed" è quello di "imparare" o "insegnare" e la stesa parola Talmud deriva da tale concetto.
    I qabalisti la definiscono la "Torre che vola nell'Aria", una nave spaziale e la interpretano come una una Kof con una vav sopra.
    Altri come la vedono una r con una yod in alto.
    La Lamed è una lettera che si alza sopra tutte le altre in mezzo all'alfabeto, per questo rappresenta il Potente dei potenti, il Re dei re e chi lo vuole... scimmiottare, il serpente che voleva essere il più alto, il più astuto di tutti, il serpente guizzante.
    La Torah (Genesi 1,1) abbiamo visto inizia con la lettera bet e finisce (Deuteronomio 34,12) con la lettera lamed e vi si può leggere leb (cuore) o ibal (non). Dio ha detto ad Israele: "Figlio mio, se sei guidato da questi due termini - cuore, che rappresenta la sincerità, e non, che rappresenta la coscienza di ciò che si deve evitare, allora hai ubbidito a tutta la Torah". (Otiot Rabbi Akiva)
    La lettera Lamed usata come prefisso indica direzione, moto a luogo, scopo.

    Mem Numero 40, nome Mem
    Il valore di per le lettere che ne formano il nome è 80 ( = = 40; = 40)
    Pare proprio il ventre di una madre, il grembo materno.
    Da questa può uscire l'acqua del parto quindi è come una sorgente.
    Acqua che esce da una sorgente, acqua di vita.
    Pare come formata da una lettera vav vicina divaricata ad una lettera bet .
    In effetti la madre è la casa dell'uomo per 9 mesi e poi si porta nel mondo.
    Ogni lettera della parola MaMON, denaro, formata dalle lettere Mem, Vav e Nun ha la caratteristica che tutte e tre queste lettere hanno la prima e l'ultima lettera uguale (MEM - VAV - NUN), "Questo allude ad una triste fatto della natura umana: non importa quanto denaro uno abbia, egli ne vorrà sempre di più." (Midbar Kdeimot)

    Nun Numero 50, nome Nun
    Il valore di per le lettere che ne formano il nome è 106 ( = 50; = 6; = = 50)
    Il nome della lettera Nun in aramaico significa pesce e ricorda il profeta Giona ingoiato dal grande pesce ove stette tre giorni e tre notti per poi rinascere.
    La forma è di una vav o di una zain piegata.
    Il piegare implica una energia e di un crescere nel rialzarsi.
    Comporta così la capacità di trovare energia anche nei momenti più difficili.
    È radicale del verbo propagare, germogliare e implicando una propagazione dà luogo al termine "niyn" che indica discendente, prole e figlio.
    Conferma l'idea di contenere un'onda che si propaga nel tempo e nello spazio.
    Il nome della Nun si riferisce anche ad uno dei nomi segreti del Messia, Yinnon o germoglio "Il suo nome duri in eterno, davanti al sole germogli il suo nome. In lui siano benedette tutte le stirpi della terra e tutte le genti lo dicano beato." (Salmo 72,17)
    Il numero 50 secondo la Qabalh sarebbe il Numero delle Porte della conoscenza che la Qabalah stessa deduce dalle 50 domande che Dio pone a Giobbe e alle 50 immagini antropomorfiche che nella Torah accompagnano il Tetragramma Sacro.
    Se si pone come post fisso la lettera nun una qualità occasionale della lingua ebraica si trasforma in abituale; così uno che fa di tanto in tanto delle beffe "lez" è un "leizan" cioè un clown, uno "shakar" che talvolta mente diviene un Shakaran ossia un bugiardo cronico, un zeker è un ricordo e un zikaron memoria perenne.

    Samek Numero 60, nome Samek
    Il valore di per le lettere che ne formano il nome è 120 ( = 60; = 40; = = 20)
    Il radicale è di un verbo che significa poggiare, posare, avvicinarsi, sostenere, correggere, appoggiare, aiutare, sostentare, confortare, ristorare.
    La forma è quella di una circonferenza che racchiude un cerchio e pare una lettera di un corpo piegato ad avvolgere in sé riempito con un sostentamento spirituale o fisico.
    Può essere anche una lettera Kof che si chiude, ma è piena di qualcosa, è una mano piena di spazio o di ciò di cui si parla.
    D'altronde un cerchio porta il pensiero ad una pressione interna che ha messo in tensione l'involucro.
    Samech è il ciclo infinito, la fine che si innesta nell'inizio, un cerchio, un anello nuziale.
    Le scritte dei Dieci Comandamenti erano scavate in maniera che le Tavole erano completamente forate da una parte all'altra. (Esodo 32,15), le aree centrali delle lettere "samek", perciò, non avevano un supporto fisico e sarebbero dovute cadere, ma il Talmud racconta che avvenne un miracolo: "Nelle tavole, i centri erano sospesi." (Shabbat 104a)
    Da ciò si comprende che una lettera samek fa pensare anche ad un foro e a forato, forare; peraltro la parola "sas" indica tarma, tignola, che fora.
    Il n° 60 porta ai 60 alla Legge Orale, che consiste di sessanta trattati talmudici. (Otiot Rabbi Itzchak).
    Il perimetro della SAMECH denota Dio, il Protettore; il suo interno denota Israele, il dipendente. Il centro della "samek" allude al Mishkan o Tabernacolo, il luogo dove la Presenza Divina dimorava durante il viaggio nel deserto. (Otiot Rabbi Akiva)
    La lettera "samek" rappresenta per la Qabalah sostegno, protezione e memoria.

    A'yn Numero 70, nome A'yn
    Il valore di per le lettere che ne formano il nome è 130 ( = 70; = 10; = = 50)
    Come significato è occhio e sorgente, fontana, perciò significa percezione e visione, anche colore, e in aramaico pecore.
    Una sorgente reca l'acqua dalle profondità della terra alla luce del sole, così l'occhio reca la percezione del mondo alla mente dell'uomo. (Rav Hirsh, Genesi 3,5)
    Quale forma sembra una lettera nun inclinata verso destra, come ad indicare da dove proviene, su cui è inserita, divaricata, una lettera zain.
    Considerato che zain è come un attrezzo e nun rappresenta energia, ci dice di uno strumento che fa sentire l'energia esterna, un captatore.
    Strumento del genere sono i cinque sensi: vista, udito, tatto, odorato, gusto.
    Il valore di tutte le lettere che formano il nome della lettera, come visto è 130 che è pari a 5 volte 26 il numero gematrico del Tetragramma sacro, 5 sono i sensi che ci ha dato il Signore per captare Lui.
    L'occhio destro, il di sopra della nun pare, essendo questa inclinata, guardare il cielo, e l'occhio sinistro pare guardare la terra.
    I Saggi dicono: "l'udito non è comparabile alla vista" (Mechiltà, Esodo 19,9), infatti, vedere è proprio di Chokmah la sapienza e sentire di Binà, intelligenza.
    È stato anche proposta la forma della lettera "a'in" come una Yod allungata ed una zain (Beit Yossef); ciò per dire che la gimatria delle due lettere sarebbe così 17, come il valore di "tob" il bene e ciò insegna che si deve sempre guardare la gente con buon occhio, e giudicare gli altri favorevolmente, come dice il Salmo: "Possa tu vedere la prosperità di Gerusalemme per tutti i giorni della tua vita. Possa tu vedere i figli dei tuoi figli. Pace su Israele!" (Salmi 128,5s)

    Pe'i Numero 80, nome Pe'i
    Il valore di per le lettere che ne formano il nome è 81 ( = 80; = 1)
    La Pe'i sta per bocca, l'organo della parola.
    Guardando il disegno è anche un viso di profilo, una lettera r piegata con naso e apertura per la bocca.
    La lettera è come due case una girata verso l'altra, quindi 2+2 che si uniscono.
    Fa', così, presente il Messia in quanto si presentano 4 Spiriti come: "lo Spirito del Signore, spirito di sapienza e di intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di timore del Signore." (Isaia 11,2)
    Riferita a Dio è la bocca di Dio, quindi il suo Verbo.
    Pe'i porta alla comunicazione ad una Torah che parla.
    Il "Pei" è la lettera diciassettesima dell'alfabeto ebraico come il valore numerico della parola ebraica "tob", buono.
    La Qabalah osserva che la "pe'i" è formata da una kaf ed una yod .
    La kaf rappresenta il contenitore dello yod, ovvero solo la rettitudine contiene l'Esistenza, quella vera, la spirituale.
    Vi viene scorta allusione:
    • all'Arca dell'Alleanza e alle Tavole della Legge con i 10 comandamenti in essa contenuti;
    • all'anima contenuta nel corpo, perché aprendo bocca, parlando si rivela l'anima dell'uomo;
    • al Messia, un Retto in cui c'è l'Essenza di Dio, l'Essere assoluto.
    "Bocca a bocca parlo con lui, in visione e non con enigmi ed egli guarda l'immagine del Signore." (Numeri, 12,8)
    Il Verbo esce per insegnare al mondo .

    Sadi Numero 90, nome Sadi
    Il valore di per le lettere che ne formano il nome è 104 ( = 90; = 4; = 10)
    Sadìah è "intenzione", Numeri 25,20-22
    Porta all'idea di giusto "sadiq" che si comporta con buona intenzione.
    Per la Qabalah la lettera rappresenta giustizia e umiltà.
    Il valore gematrico di "sadiq" è 204 perché a 104 si aggiunge il 100 di .
    Fede "'amunah" vale 102 ( = 1; = 40; = 6; = 50; = 5) quindi il giusto ha valore doppio della fede perché vi crede e opera di conseguenza fedelmente.
    La parte superiore della lettera Sadi è molto simile a quella di una 'Alef .
    La parte inferiore invece è un prolungamento del segno trasversale che incorpora il piede inferiore della .
    C'è come l'intento di una comunicazione dal sotto a sopra e viceversa.
    Il giunto si avvicina al cielo e le sue preghiere e le sue opere vi salgono e la giustizia scendere sulla terra, perciò salire e scendere, giù e su, sono una lettura della lettera.
    I giusti aiutano nella risalita e tengono l'ago della bilancia e consentono l'equilibrio del bene contro il dilagare del male.
    "Il giusto è il fondamento del mondo." (Proverbi 10,25)
    Il fondamento è Yesod e si dice che il mondo appunto si regge sui giusti, altrimenti verrebbe distrutto.
    Per i Chassidim ogni generazione ha 36 giusti nascosti e 36 palesi pari a 72 che è il valore numerico della parola chesed che vuol dire "Amore".
    Quando Abramo chiese di salvare Sodoma per i giusti che vi vivevano, per i giusti sadiqim si trova scritto in Genesi 18,24 e non , allora "I giusti che vivevano in Sodoma non erano giusti in assoluto, ma solo confrontati con la popolazione locale". (Kol Ha Torah) e deduco:
    • , intenzioni () alte ,
    • , intenzioni () in spiga ().
    Qof Numero 100, nome Qof
    Il valore di per le lettere che ne formano il nome è 186 ( = 100; = 6; = 80)
    È l'unica lettera la cui gamba si estende in basso, al di sotto delle altre lettere.
    La lettera si può concepire come formata in più modi:
    • da una "r'esh" testa o corpo piegata e da una "vav" staccata come fosse l'icona di vomitare qualcosa, di rovesciare e di versare, inoltre la piegatura di destra mette in evidenza il dietro della testa, l'occipite, o il dietro del corpo, pare, allora, il corpo di un uomo seduto col suo bastone;
    • da una "r'esh" testa o corpo piegata, valore 200, e una "zain" , valore 7 e 207 è il risultato di raz segreto e di "'or" luce;
    • da una kaf e una vav valore quindi 26 come il Tetragramma sacro e siccome è la prima lettera di "qadosh" Santo, si parla di santità.
    I qabalisti sostengono che in questa lettera c'è pure la capacità di scendere negli inferi per liberare scintille di santità ivi prigioniere.
    La lettera "qof" richiama la parola quf che significa scimmia e la leggo così: "Rovesciato portare il volto ".
    L'uomo infatti ha posizione eretta e la scimmia cammina col volto verso il basso usando spesso le quattro mani.
    Il nome di Caino , il primo figlio dopo il peccato di Adamo ed Eva inizia con questa lettera e nel racconto di Caino e Abele si trova: "Il Signore disse allora a Caino: Perché sei irritato e perché è abbattuto il tuo volto? Se agisci bene, non dovrai forse tenerlo alto?" (Genesi 4,6)
    Santità o scimmia è l'ampio campo dell'uomo; creato ad immagine di Dio o una scimmia?
    L'uomo può scegliere di tendere alla santità o restare un animale con gli istinti dell'animale.
    È la 19° lettera e 19 anni dura il ciclo della luna rispetto al sole, il ciclo di Metone - astronomo greco che evidenziò che 19 anni solari corrispondono quasi esattamente a 235 mesi lunari e si può costruire un calendario lunisolare, sincronizzato cioè sia al corso del sole, sia a quello della luna.
    La luna rappresenta la figura femminile di Eva "Chavah" il cui nome ha lo stesso valore di 19.

    Reish Numero 100, nome Numero 200, nome Reish
    Il valore di per le lettere che ne formano il nome è 510 ( = 200; = 10; = 300)
    Il nome della lettera porta a testa e a povero.
    Pare proprio il profilo di una testa con la curvatura della nuca.
    È stato osservato che nel nome della lettera c'è che vuol dire "qualcosa"; è quindi una lettera che ha dentro qualcosa, ossia è una lettera incinta.
    Come testa dentro il qualcosa è il cervello; quindi è anche icona di testa e di mente e per traslato, poi, corpo.
    I qabalisti vedono in quella curva della nuca il segno di una volontà di cambiamento di direzione quindi un cenno alla teshubah o conversione, ritorno a Dio dopo una lunga lontananza.
    Il valore della lettera è 200 e in zuzim era il quantitativo di denaro che portava un povero ad essere ricco.
    La parola ebraica "e'sem" essenza, forza, corpo, ossaù in ghematria è 200. La testa e i corpo contengono così l'essenza della personalità.

    Shin Numero 300, nome Shin
    Il valore di per le lettere che ne formano il nome è 360 ( = 300; = 10; = = 50)
    Shin significa dente "shen" e i denti sono simbolo di sapienza, poiché sono 32, come il Sentieri della Sapienza, 10 sefirot più 22 lettere.
    Il nome porta anche a cambiamento e ripetizione dal radicale .
    Ha la forma di una fiamma e rappresenta la fiamma eterna.
    Le tre linee della Shin sono appunto come lingue di fuoco, tre yod che si elevano alimentate da uno stesso ceppo, il collegamento inferiore di base.
    L'unità dei Tre nell'Uno, i tre Patriarchi, i tre cammini dell'Albero della Vita, l'unione di Chokhmà, Binà e Da'at nella testa.
    La forma della lettera ricorda fenomeni naturali che sembrano sollevarsi verso il cielo a cercare Dio come rami di un albero, fiamme del falò, o un campo di fiori.
    Tale simbolismo si trova quando Mosè prega mentre Amalek attacca, ove Israele prevaleva se Mosè teneva alzate le sue mani (Esodo 17,11).
    Mosè, con la testa tra le braccia alzate pare proprio una shin. (Magen David).
    I nomi delle lettere che esprimono il nome di "'Elohim" "'Alef" 111- "lamed" 74 - "hei" 15 - "yud" 20 - "mem" 80 forniscono lo stesso valore gemiatrico 300 della lettera shin, come pure "Spirito di Dio" ove Spirito "ruach" ha valore 214 ( = 200; = 6; = 8) ed "'Elohim" di 86 ( = 1; = 30; = 5; = 10; = = 40).
    La shin pare indicare i tre livelli dell'amore come il bruciare di una candela:
    • una luce "nera" attorno allo stoppino che si carbonizza;
    • una luce "rossastra";
    • un'aurea chiara.
    L'amore terreno, l'amore spirituale e l'amore sublimato o completamente disinteressato che ha perso ogni residuo "carbonioso".

    Tav Numero 400, nome Tav
    Il valore di per le lettere che ne formano il nome è 406 ( = 400; = 6)
    Valore 400 come i pezzi d'argento di Abramo per l'acquisto della grotta di Macpela per seppellire Sarah, gli anni dell'esilio in Egitto, gli uomini di Esaù, gli uomini di David.
    Il significato del nome Tav, un segno portato , è sigillo impressione.
    Come ultima lettera dell'alfabeto è proprio il sigillo di Dio alla creazione.
    È il segno che Dio fece sulla fronte di Caino, infatti, la forma è quella di una di testa e l'asta di sotto è una vav rovesciata che pare essere come un dito che segna la testa, il "Sigillo del santo, Benedetto Egli Sia".
    Il segno della terza figura di cui sopra è l'interpretazione qabalistica della lettera che la vede come l'accoppiamento di una lettera dalet con la lettera nun che così esprimono l'idea di giudizio o giudicare.
    Alla fine, idea che esprime l'ultima lettera, non resta, infatti ,che il giudizio.
    Se Caino segnato dalla tav iniziale della Torah non si ravvedrà non resterà per lui che il giudizio finale.
    La tav è l'ultima lettera della parola "'emet" verità che è eterna, ma se da lei si toglie "'alef", il più piccolo particolare, resta solo "met" morte. (Maharal).
    Un Midrash immagina un consiglio di Dio con gli angeli prima di creare Adamo:

    "Bontà disse: Crea l'uomo, così che possa fare buone azioni.
    Verità replicò: Non creare l'uomo, perché sarà pieno di distorsioni.
    Giustizia disse: Crea l'uomo, affinché egli sia giusto.
    Pace si oppose: L'uomo sarà pieno di conflitti."

    Questo versetto riflette l'eco della conclusione di quel consiglio: "Misericordia e verità s'incontreranno, giustizia e pace si baceranno" (Salmo 85,11) perché Dio decise di appoggiava la creazione (Rashi).
    Prese e "...fu gettata a terra la verità; ciò esso fece e vi riuscì." (Daniele 8,12).
    Le Milizie del Cielo chiesero "La verità germoglierà dalla terra e la giustizia si affaccerà dal cielo." (Salmi 85,12)
    La verità, infatti, è così potente che prevarrà anche sulla terra, nonostante tutte le avversità. (Bereshit Rabbà 8,5)

    A questo punto l'alfabeto ci ha raccontato questo:

    L'Unico , costruita la casa per camminare con l'uomo, per aiutarlo in questo mondo e nel mondo a venire, si porterà ; colpito , dal chiuso del cuore l'Essenza della rettitudine guizzerà ai viventi , l'energia li riempirà , agirà il soffio del Verbo , li solleverà verserà nei corpi la risurrezione alla fine .

    APPENDICE: MIDRASH DELLA CREAZIONE CON LE LETTERE
    Riporto questo midrash tratto dal libro dello Zohar ("Le livre du Zohar", traduzione di Jean De Pauly, F. Rieder et Cie, Éditeurs - Paris 1925)

    È scritto. "Al principio", Rab Hammenouna, il Vegliardo, dice: Troviamo all'inizio della Genesi un rovesciamento dell'ordine delle lettere iniziali. Così, le due prime parole della Genesi hanno per iniziali la lettera Beth: ("Ber'eshith" - in principio - "Bar'a" - creò - e le due parole seguenti hanno per iniziali la lettera "'Alef" - "'Elohim" (Dio) "'Et". Ecco la ragione di questa inversione:
    Già duemila anni prima della creazione del mondo le lettere erano nascoste, e il Santo, Benedetto Egli sia, le contemplava e ne faceva le sue delizie.
    Quando volle creare il mondo, tutte le lettere, ma nell'ordine inverso, vennero a presentarsi davanti a lui.
    Fu la lettera Tav che si presentò per prima.
    Creatore dei mondi, ella disse, ti piaccia servirti di me per fare la creazione del mondo, perché io sono la lettera finale della parola "'Emet" - Verità - impressa sul tuo sigillo; e come tu stesso sei chiamato Verità, conviene al Re cominciare con la lettera finale della parola Verità e servirsene per fare la creazione del mondo. Il Santo, benedetto egli sia, le rispose: Tu sei, in effetti, degna; ma non conviene che io mi serva di te per operare la creazione del mondo, perché tu sei destinata ed essere impressa sulla fronte degli uomini fedeli che hanno osservato la legge dall'"Alef" alla "Tav", e a essere così mescolata alla morte, e anche perché tu formi la lettera finale della parola "Mavoet" - Morte. Per queste ragioni, non è bene mi serva di te per operare la creazione del mondo.
    La lettera "Tav" uscì immediatamente.
    Allora entrò la lettera Shin e, dopo aver fatto la stessa domanda, si avvalse dell'iniziale del nome divino "Shaddai", che è una "Shin"; È bene, ella disse, che ci si serva dell'iniziale del nome sacro "Shaddai", per operare la creazione del mondo.
    Le rispose: In effetti tu sei degna, tu sei buona e sei vera. Ma falsari si serviranno di te per affermare le loro menzogne, associandoti le due lettere "Qof" e "Resh", per formare così la parola "Sheqer - menzogna...
    Quando la lettera "Shin" ebbe udito queste parole, uscì.
    Vedendo ciò, le lettere "Qof" e "Resh" non osarono presentarsi.
    Successivamente entrò la lettera Saddi e fece la stessa domanda, richiamandosi al fatto che la parola giusti "Saddiqim" applicata agli uomini e a Dio comincia con la lettera "Saddi", sicché è scritto: Poiché il Signore è giusto - "Saddiq" ed egli ama la giustizia "Sedaqot". (Salmo 11,7).
    Dio le rispose: In effetti tu sei giusta; ma non è bene che io mi serva di te per creare il mondo, perché tu devi essere nascosta per non dare presa all'errore...
    Entrò quindi la lettera e fece la stessa domanda aggiungendo che la parola "Peduth" la Redenzione che Dio un giorno deve compiere nel mondo inizia con un "Pé".
    Dio le rispose: tu sei degna in effetti; ma anche la parola "Pescha" peccato inizia con un "Pé". Inoltre tu hai la testa abbassata, simbolo del peccatore che, vergognoso, abbassa la testa e tende le braccia.
    Alla lettera A'yin, Dio rispose che essa inizia la parola "A'von" - Crimine; nonostante essa facesse osservare che inizia anche la parola "A'nava", - modestia, il Santo, benedetto egli sia, le disse: Non mi servirò di te per creare il mondo.
    Quando essa uscì, entrò la lettera Samech e fece la stessa domanda delle lettere precedenti, richiamandosi al versetto in cui è detto: Il Signore sostiene tutti coloro che vacillano" (Salmo 145,14) e che comincia con una parola la cui iniziale è un "Samech" = sostegno.
    Dio le rispose: È precisamente a causa della tua destinazione che devi restare al tuo posto, perché, se io ti innalzassi dal tuo posto per servirmi di te per creare il mondo, cosa avverrebbe di coloro che stanno per cadere, poiché essi si appoggiano a te?
    La lettera "Samech" uscì immediatamente.
    Alla lettera Nun, che disse che le parole "Nor'a" - timore e "Nav'a" - bello iniziano con questa lettera.
    Dio rispose: Torna al tuo posto, perché è a causa tua che il "Samech" al suo ed appoggiati a lui essendo la "Nun" l'iniziale di "Nophelim" coloro che vacillano del versetto citato sopra.
    La lettera Mem disse che era l'iniziale della parola "Melech" - Re.
    È vero, le rispose Dio; ma non mi servirò di te per creare il mondo perché il mondo ha bisogno di un re; resta dunque al tuo posto con la altre lettere che formano la parola "Melech" cioè con la lettera "Lamed" e la lettera "Kaf"; non si addice al mondo restare senza Re.
    In quel momento la lettera Kaf, molto turbata, discese dal trono glorioso e gridò: Creatore dell'Universo, ti piaccia servirti di me per creare il mondo, perché sono l'iniziale della parola che esprime la tua gloria - "Cavod", Gloria.
    Quando la lettera "Caf" lasciò il trono, duecentomila mondi, ed il trono stesso, furono scossi e vacillarono; la scossa fu così violenta da minacciare che tutti i mondi andassero in rovina.
    Il Santo, sia Egli benedetto, disse allora a questa lettera: O "Kaf, kaf", perché continui a restar qui? Torna al tuo posto, non mi servirò di te per creare il mondo, perché sei l'iniziale della parola "Kala" che esprime lo sterminio. Ritorna dunque al tuo trono e restaci.
    Subito la lettera uscì e tornò al suo posto.
    In seguito entrò la lettera Yod e fece la stessa domanda, adducendo che era l'iniziale del Nome sacro. Dio le rispose: È già sufficiente per te essere incisa e contrassegnata in me e di essere il punto di partenza di tutta la mia volontà; non è bene staccarti dal mio nome...
    ...
    Entrò la lettera Beth dicendo: Creatore dell'universo, ti piaccia servirti di me per creare il mondo, perché sono l'iniziale della parola di cui ci si serve per benedirti "Baruch", sia benedetto in alto e in basso. Il Santo, sia Egli benedetto, le rispose: " È in effetti di te che mi servirò per creare il mondo e tu sarai anche la base dell'opera della creazione.
    La lettera Alef restò al suo posto senza presentarsi. Il Santo, sia Egli benedetto, le disse: "Alef, Alef", perché non ti sei presentata davanti a me, come tutte le altre lettere? Essa rispose: Signore dell'Universo, vedendo tutte le lettere presentarsi davanti a te inutilmente, perché avrei dovuto presentarmi anch'io? Poi, appena ho visto che hai già accordato alla lettera "Beth" questo dono prezioso, ho compreso che non si addice al Re celeste riprendere il dono che ha fatto ad uno dei suoi servitori, per donarlo ad un altro. Il Santo, sia Egli benedetto, le rispose: O "Alef, Alef", benché sia la "Beth" la lettera di cui mi servirò per creare il mondo, tu sarai la prima di tutte le lettere, e non avrò unità che in te; tu sarai la base di tutti i calcoli e di tutti gli atti compiuti nel mondo, e non si potrà trovare in nessun luogo unità, se non nella lettera "Alef".
    Il Santo, sia egli benedetto, ha creato le forme delle grandi lettere celesti alla quali corrispondono le piccole lettere di quaggiù. È perciò che le prime due parole della Scrittura hanno per iniziali due "Beth - Bereschith Bara" - le due parole seguenti due "Alef - 'Elohim 'Et" per indicare le lettere celesti e quelle del mondo di quaggiù, che in realtà sono altro che le sole e stesse lettere con l'aiuto delle quali tutto si opera nel mondo celeste e nel mondo di quaggiù.

    Rabbi El'azar afferma che una cosa è la creazione del mondo fisico, altra cosa è la creazione del mondo morale e spirituale. Il mondo materiale inizia con la Bet, la cui forma aperta avanti e chiusa dietro indica che si deve guardare solo alle cose in qualche modo "misurabili", ma quello spirituale e morale - qui rappresentato dai Dieci comandamenti - inizia con la Alef.
    Ma se è vero che il mondo spirituale è lo scopo della creazione, qual è il motivo per cui non è stato creato prima il mondo spirituale?
    Un altro midrash, sempre in Bereshit Rabbà, risponde a questa domanda: Sei cose hanno preceduto la creazione del mondo: alcune sono state create, altre sono state solo pensate (ma create successivamente). La Torà e il trono della gloria sono state create (con le lettere)... I patriarchi, il Santuario e il nome del Messia sono stati pensati di essere creati...
    Rabbi Ahavà figlio di Ze'irà affermava: anche la Teshuvà - pentirsi e tornare a Dio - è stata creata prima della creazione del mondo fisico. Tuttavia, non so quale dei due sia venuto prima: se la Torà è venuta prima del Trono della Gloria o il Trono della Gloria prima della Torà.
    Ha detto rabbì Abà figlio di Kahanà: La Torà ha preceduto il trono della Gloria... il versetto" Il Signore mi ha creato all'inizio della sua via prima delle sue opere fin da allora" (Proverbi 8,22) precede quanto è scritto nel verso "Saldo è il tuo trono fin dal principio, da sempre tu sei." (Salmi 93,2)

    mantello di Dio nella Cappella Sistina Rav Hunnà e rabbi Irmejà a nome di rabbi Shemuel figlio di Itzchak hanno detto: Il pensiero (della creazione) di Israele ha preceduto ogni cosa...
    Michelangelo nella Cappella Sistina pare aver colto questa idea e il mantello di Dio ha così la forma di un cervello in sezione quello in cui Dio ha pensato tutte le cose.

    La funzione di Israele e di coloro che si ispirano ai principi scritti nei 10 comandamenti è dare un senso alla propria azione e alla propria presenza.

    a.contipuorger@gmail.com

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