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RICERCHE DI VERITÀ...

 
INVESTIGHIAMO SUL PECCATO ORIGINALE

di Alessandro Conti Puorger
 
 

Propedeutico a questo articolo è "Da maledizione a benedizione - da superstizione a fede" in "Vangeli e Protovangeli"

PROFETISMO
Il profetismo è una manifestazione religiosa che ha coinvolto in vari modi un po' tutti i popoli e le nazioni del mondo conosciuto nell'arco di tempo che la storia riesce a scrutare.
I re ed i potenti si rivolgevano a maghi, indovini e profeti le cui precipue qualità sfumavano con quelle degli altri per cercare d'ottenere pronostici sugli eventi che riguardavano loro e i loro popoli onde avere assicurazioni che il dio che interpellavano era propenso o meno in una specifica situazione.
Il cercare responsi sul futuro è ancora oggi un campo praticato nonostante la ritenuta maturità acquisita dall'umanità.

Il "profeta" nella Bibbia, il "nebi'a" è colui che parla incaricato da Dio per rivelare verità o volontà divine.
I significati grafici delle lettere ebraiche secondo "Parlano le lettere" ci dicono:
  • inviato in cui dentro c'è l'Unico ;
  • l'energia dentro c'è dell'Unico .
Rivelatore del vero profeta è la verità, cioè il compiersi di ciò che dice.
Il falso profeta è chi non dice la verità.
Il padre di tutti i falsi profeti, quindi, è il demonio.

I profeti biblici si distinguono nettamente da sciamani, santoni, dervisci, guru e simili degli altri popoli, perché rispetto a tutti questi non hanno nulla d'esaltato.
I divinatori in genere, maghi e astrologi babilonesi, invece, conseguivano il loro stato di falsa estasi divinatoria con musica, danze, grida ed eccitanti, così potevano anche venire posseduti, come i "mantis" greci tipo Cassandra, Tiresia o Pitia, da una diversa personalità, onde si riteneva parlassero con la divinità.
Babilonia, infatti, era piena di maghi e di astrologi che pronunciavano pronostici su qualsiasi cosa e per qualsiasi tempo come ricorda il profeta Isaia: "Ti sei stancata dei tuoi molti consiglieri: si presentino e ti salvino gli astrologi che osservano le stelle, i quali ogni mese ti pronosticano che cosa ti capiterà. Ecco, essi sono come stoppia, il fuoco li consuma; non salveranno se stessi dal potere delle fiamme. Non ci sarà bracia per scaldarsi, né fuoco dinanzi al quale sedersi. Così sono diventati per te i tuoi maghi, con i quali ti sei affaticata fin dalla giovinezza." (Isaia 47,13-15)
Per contro in genere i profeti biblici sono investiti improvvisamente dallo spirito senza preparazione e parlano da inviati coscientemente in nome di Dio.
Il richiamo di base dei profeti biblici poi è l'invito alla giustizia e al cambiamento della vita col richiamo ad evitare la falsità, cioè comportamenti che vengono considerati indotti dal maligno, padre della menzogna.
Nei popoli vicini i profeti, spesso, erano dei medium in trance, cioè la divinità o l'imbroglio s'esprimeva senza la consapevolezza della persona o questa faceva finta di ciò.
Che il profetismo ebraico fosse esercitato senza esaltazione psichica è chiaro se si considera quale esempio il caso di Debora che nel contempo era giudice, quindi con riconosciuta autorità e con comportamenti pragmatici: "...era giudice d'Israele una profetessa, Debora, moglie di Lappidot. Essa sedeva sotto la palma di Debora, tra Rama e Betel, sulle montagne di Efraim, e gli Israeliti venivano a lei per le vertenze giudiziarie." (Giudici 4,4-5)
I profeti dell'Antico Testamento, inoltre, non erano nemmeno dispensatori d'oracoli ambulanti che profetizzavano ai singoli il futuro vivendo di "elemosina" come facevano indovini o maghi dei gentili.
Il sacerdote ebraico, il kohen, poi, era anche un poco profeta in quanto, oltre che a sacrifici e a processioni, provvedeva anche alla divinazione in caso di ritenuta necessità.
Alcuni profeti erano pure anacoreti e portavano un mantello di pelo (1Re 19,13; 2Re 1,8; Zaccaria 13,4) come Elia, Eliseo, Giovanni Battista.
I profeti pagani, sopratutto i cananei, praticavano danze frenetiche con la "saltatio claudicans", "il saltellare zoppicando" dei profeti di Baal, come ricordato al popolo ironicamente ed in modo sarcastico da Elia "Fino a quando zoppicherete con i due piedi? Se il Signore è Dio, seguitelo! Se invece lo è Baal, seguite lui!" (1Re 18,21)
Alcune volte i profeti biblici cadevano in una estasi comportamentale particolare senza preavviso, come:
  • i settanta anziani in Numeri 11,25;
  • Sansone in Giudici 14,6.
Di comportamenti del genere costituiti da spontanei esaltazioni si legge in 1Samuele 10,5-6 quando Samuele avverte Saul che il Signore lo investirà: "Giungerai poi a Gàbaa di Dio, dove c'è una guarnigione di Filistei e mentre entrerai in città incontrerai un gruppo di profeti che scenderanno dall'altura preceduti da arpe, timpani, flauti e cetre, in atto di fare i profeti. Lo spirito del Signore investirà anche te e ti metterai a fare il profeta insieme con loro e sarai trasformato in un altro uomo."
Così pure accade a messaggeri di Saul in 1Samuele 19,20-24.
Occorre però discernimento, perché lo stesso comportamento esteriore poteva esserci con possessioni diaboliche come nel caso descritto in 1Samuele 18,10 "Il giorno dopo, un cattivo spirito di Dio irruppe su Saul, il quale si mise a fare il profeta in casa".
Quel Dio, in effetti, è il plurale "'elohim", termine usato anche per i falsi dèi (Genesi 35,2; Esodo 12,12; 20,3), e nel caso specifico anche per lo spirito maligno il che conferma comunque una provenienza non solo umana.
Così pure accade a messaggeri di Saul in 1Samuele 19,20-23 ove il testo al versetto 24 osserva: "Anch'egli si tolse gli abiti e continuò a fare il profeta davanti a Samuele; poi crollò e restò nudo tutto quel giorno e tutta la notte. Da qui è venuto il detto: Anche Saul è tra i profeti?"
Questo "comportarsi da profeta" poteva quindi essere causato anche da uno spirito malvagio e dal momento di quella invasione iniziò il processo degli errori di Saul che lo portò alla fine.
Fenomeni, invece, d'estasi mistica interiore sono segnalati solo per Daniele ed Ezechiele.

Celebre è il profeta non-Israelita Balaam o "Bil'am figlio di Beor" di Petor sul fiume l'Eufrate, "paese dei figli di Amau", uomo stregato.
Nella letteratura rabbinica Balaam è uno dei 7 profeti gentili assieme a suo padre Beor, a Giobbe e a 4 amici.
Balaam aveva tra i non Ebrei una posizione come quella di Mosè, perché da semplice interprete di sogni passò a mago, poi lo spirito della profezia discese su di lui. (Midrash Numeri Rabbah 20)
Balaam però era un profeta che agiva su compenso e riceveva un salario, nella fattispecie da Balak re di Moab (Numeri 22,7) che voleva maledicesse Israele.
Nel Nuovo Testamento Balaam, infatti, è ricordato come esempio di falso profeta mosso da cupidigia e avarizia:
  • Giuda 1,11 "Guai a loro! Perché si sono messi sulla strada di Caino e, per guadagno, si sono lasciati andare alle seduzioni di Balaam e si sono perduti nella ribellione di Core."
  • 2Pietro 2,15-16 "Abbandonata la retta via, si sono smarriti seguendo la via di Balaam figlio di Bosor, al quale piacevano ingiusti guadagni, ma per la sua malvagità fu punito: un'asina, sebbene muta, parlando con voce umana si oppose alla follia del profeta."
asina di Balaam Balaam ha una asina più intelligente di Balaam stesso, il che fa comprendere che l'uomo è come un animale se non fosse investito dalla Spirito di Dio.
L'asina che Balaam cavalcava mentre andava per maledire Israele, infatti, si fermò davanti ad un angelo del Signore e l'ascoltò, indi, parlando, indusse Balaam a fermarsi per ascoltare di non maledire Israele.
Oltre al serpente nell'Eden, se mai fu un serpente, questa asina è l'unico altro caso di animale parlante presente nell'Antico Testamento.
Ciò conferma l'opinione che può verificarsi possessione diabolica anche di animali; si pensi, infatti, ai porci invasi dalla "legione" diabolica di cui è detto in Marco 5.
Come riporta Numeri 23 e 24 fu così che Balaam, su incarico diretto del Signore, anziché maledire, benedì Israele.
Eppure Balaam ha un nome profetico, perché il radicale è di "di andare in rovina", quindi doveva mandare in rovina qualcuno!
Dagli oracoli di Balaam si conclude che il Signore Dio:
  • guarda Israele in modo speciale, "Come maledirò quel che Dio non ha maledetto?" (Numeri 23,8);
  • non vuole che Israele sia maledetto;
  • protegge Israele, infatti, ha con lui un intimo rapporto;
  • donerà a Israele la terra e questo vincerà le battaglie;
  • lo conserva diverso da tutte le nazioni della terra: "ecco un popolo che dimora in disparte e tra le nazioni non si annovera." (Numeri 23,9)
  • lo benedice, infatti, il profeta dice, "Ecco, di benedire ho ricevuto il comando: egli ha benedetto, e non mi metterò contro." (Numeri 23,20)
  • nella visione profetica vede che "...non scorge colpa in Giacobbe, non ha veduto torto in Israele. Il Signore, suo Dio, è con lui e in lui risuona un'acclamazione per il re." (Numeri 23,21)
Tramite Israele il Signore prepara perciò salvezza dal maledetto delle origini e un popolo nuovo e diverso che non sarà della stirpe maledetta del serpente primigenio, da cui, secondo il cristianesimo verrà la donna che sarà causa di rovina per il serpente con il suo Figlio maschio.

È importante, infatti, considerare il versetto Numeri 23,23 "Perché non vi è sortilegio contro Giacobbe e non vi è magia contro Israele..." come a dire più chiaramente per Israele non servono "sortilegio " e "magia ", perché viene avvisato dal Signore stesso al tempo opportuno, infatti "...a suo tempo viene detto a Giacobbe e a Israele che cosa opera Dio."
"Chi ti benedice sia benedetto e chi ti maledice sia maledetto!" (Numeri 24,9b)

Tutto ciò è e da tenere presente nella voluta sequenza:
  • con Israele non vale nessuna divinazione e magia;
  • per Israele non v'è nessuna maledizione;
  • per Israele non vi sarà colpa.
Come leggere tutto ciò se non come profezia e promessa che da quel popolo verrà chi procurerà la salvezza da quella malattia "genetica" del peccato originale, infatti, in lui "Io lo vedo, ma non ora, io lo contemplo, ma non da vicino: Una stella spunta da Giacobbe e uno scettro sorge da Israele." (Numeri 24,17)

Gesù, vero uomo e vero Dio, inviato dal Padre, è un vero profeta e così si propone nel discorso in Giovanni 8,43-45: "Perché non comprendete il mio linguaggio? Perché non potete dare ascolto alle mie parole, voi che avete per padre il diavolo, e volete compiere i desideri del padre vostro. Egli è stato omicida fin da principio e non ha perseverato nella verità, perché non vi è verità in lui. Quando dice il falso, parla del suo, perché è menzognero padre della menzogna. A me, invece, voi non credete, perché dico la verità."

Certo è che nel giardino dell'Eden quando il "serpente" parlò alla donna iniziò con una domanda subdola che suggeriva una non verità "È vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?" (Genesi 3,1b)
Poi alla replica, illuse con un'altra affermazione che si rivelò menzogna: "Non morirete affatto!" (Genesi 3,4)
Ecco che così che quel "nachash" contemporaneamente fu menzognero e omicida, perché di fatto indusse all'errore e così Adamo con la sua discendenza fu soggetto alla morte, poi indusse al primo fratricidio - Caino uccise Abele - indi alla catena di fratricidi che, oramai detti omicidi, divenne infinita.
Tutto fu causato da una primitiva menzogna, perciò Gesù lo definisce "il falso", "menzognero e padre della menzogna".
Ora, menzogna, menzognero, falso sono termini che in ebraico si sintetizzano in "shoeqoer", parola dal radicale di "mentire, ingannare, portarsi slealmente, frodare".
Se si tiene conto che il radicale è di "dare a bere, abbeverare", è evidente che è un "dare a bere () alla mente/testa ".
Al riguardo si può ancora aggiungere che un modo per dire freddo in ebraico è "qor" onde considerando che la "Sh" è la lettera del fuoco le lettere ebraiche di "shoeqoer" dicono nel contempo "fuoco - freddo " che appunto è un palese falso, perché quei due termini sono antitetici.

Nella Torah si trova che questo radicale si presenta 7 volte e precisamente:

Esodo
  • 5,9 Sta parlando il faraone, figura incarnata del serpente primigenio: "Pesi dunque il lavoro su questi uomini e vi si trovino impegnati; non diano retta a parole false!" il che è emblematico, come il serpente di Genesi 3 in pratica dice che il Signore ha detto il falso "Non morirete affatto!" il faraone accusa di falsità Mosè e il Signore che gli ha parlato.
  • 20,16 "Non pronunciare falsa testimonianza contro il tuo prossimo."
  • 23,7 "Ti terrai lontano da parola menzognera."
Levitico
  • 5,22 e 5,24 contro chi giura il falso.
  • 19,12 "Non giurerete il falso servendovi del mio nome; perché profaneresti il nome del tuo Dio. Io sono il Signore."
Deuteronomio
  • 19,18 "Qualora un testimonio iniquo si alzi contro qualcuno per accusarlo di ribellione, i due uomini fra i quali ha luogo la causa compariranno davanti al Signore, davanti ai sacerdoti e ai giudici in carica in quei giorni. I giudici indagheranno con diligenza e, se quel testimonio risulta falso perché ha deposto il falso contro il suo fratello, farete a lui quello che egli aveva pensato di fare al suo fratello. Così estirperai il male di mezzo a te. Gli altri lo verranno a sapere e ne avranno paura e non commetteranno più in mezzo a te una tale azione malvagia. Il tuo occhio non avrà compassione: vita per vita, occhio per occhio, dente per dente, mano per mano, piede per piede."
È la falsità, quindi, che come reazione comporta la legge dell'occhio per occhio dente per dente.
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