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DECRIPTAZIONE BIBBIA...

 
IL DIO VIVENTE

di Alessandro Conti Puorger
 
 

UNA DEFINIZIONE IMPORTANTE
È noto che per le tre religioni dette "abramitiche" - ebraismo, cristianesimo ed islamismo - il "Creatore del cielo e della terra" è lo stesso Dio, il Dio di Abramo.
La religione islamica, infatti, è anch'essa basata sulla fede in quel Dio Creatore, come recita il Corano 35,1: "Lode ad Allah, Creatore dei cieli e della terra, che ha fatto degli angeli messaggeri dotati di due, tre o quattro ali. Egli aggiunge alla creazione quello che vuole. In verità Allah è onnipotente."
Nel primo racconto della creazione della Bibbia - capitolo 1 della Genesi - è detto che lo Spirito di "Dio 'Elohim aleggiava sulle acque". (Genesi 1,b)
La terra ferma non appariva, coperta da quelle.



Dio "'El", aleggia sopra "he-Yam".
Quella lettera "he" è sia articolo ebraico, ma vale anche graficamente come spazio aperto, uscire entrare..., quindi Dio esce sul mare, vale a dire, là dove ci sono le acque .
Così, con un'immagine, è stato scritto e descritto il primo nome di Dio, il mare (sottinteso dell'infinito), come appare nella Bibbia della visione al primo versetto della Genesi, - "'El-ohim".
Con il che, sin dall'inizio, si è avvertiti che:
  • le lettere ebraiche possono essere trattate come immagini;
  • il pensiero geroglifico è insito nel pensiero della Torah;
  • appena nella Bibbia si parla d'acqua e di mare, sopra c'è Dio che sovrintende e sorveglia l'acqua, cioè la vita, che in senso spirituale-allegorico è parte costitutiva del Suo Nome "Shem" .
L'acqua, infatti, è proprio vita e se ne rende ben conto chi abita vicino a deserti, inoltre le lettere della parola ebraica per acqua, "maim" , si trovano anche nel termine che definisce i cieli "shemaim" .
Tali lettere ci portano alla stessa immagine: il suo Nome sta sulle acque , è vita , è un mare .
Dio così si può immaginare anche attento alle acque d'ogni parto, pronto a partecipare il Suo Spirito al nascituro, perché in definitiva è padre e madre responsabile di tutti gli uomini della terra.


Di fatto, poi, la Bibbia ci dirà che Dio aprirà le acque del Mar Rosso e del Giordano ai figli d'Israele e poi a suo Figlio Gesù Cristo su cui, quando uscì dalle acque del battesimo, aleggiò la colomba, immagine corporea del Suo Santo Spirito che aleggia su tutti i cristiani che nascono dalle acque del battesimo nella Sua Chiesa.
La prima volta, infatti, che nella Bibbia si trova il termine "Chiesa" è nell'episodio detto del "primato di Pietro".
In tale episodio Chiesa è associato alla rivelazione di Gesù Cristo Figlio del "Dio vivente"; il Vangelo di Matteo 16,13-18, infatti, così lo presenta: "Essendo giunto Gesù nella regione di Cesarea di Filippo, chiese ai suoi discepoli: La gente chi dice che sia il Figlio dell'uomo? Risposero: Alcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti. Disse loro: Voi chi dite che io sia? Rispose Simon Pietro: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente. E Gesù: Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa."
Questa definizione, "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente", riferita a Gesù di Nazaret, è la verità rivelata da Dio Padre a un pescatore ebreo che viveva in Galilea delle Genti circa 2000 anni or sono.
Nel contempo, però, è il distillato di centinaia d'anni di meditazioni dell'ebraismo sulle Sacre Scritture, sul Figlio dell'Uomo, sul Messia, cioè il Cristo, sul Dio vivente e su una Sua filiazione.
Accade così che Gesù, che per i cristiani è proprio Dio incarnato, nei Vangeli cammina sulle acque! (Matteo 14,24-27; Marco 6,45-52; Giovanni 6,16-21)

"Dio vivente" si trova però per 31 volte nei libri più disparati della Bibbia:
  • 13 negli scritti canonici del Nuovo Testamento, Matteo 16,16 e 26,27, Atti 14,15, Romani 9,26, 2Corinzi 3,3 e 6,16, 1Timoteo 3,15 e 4,9, Ebrei 3,12; 9,14; 10,31 e 12,22, Apocalisse 7,2.
  • 18 in quelli detti dell'Antico Testamento, Deuteronomio 5,26, Giosuè 3,10, 1Samuele 17,26-36, 2Re 19,4-16, Salmi 42,3-9 e 84,3, Isaia 37,4-17, Geremia 10,10 e 23,36, Daniele 6,21-27 e 14,26, Osea 2,1.
In effetti, poiché in Deuteronomio 5,26 quel termine è solo nella traduzione dei 70 e non nella Tenak (Bibbia canonica degli ebrei), il più antico testo ebraico in cui appare la definizione di "Dio vivente", "'El chai", è in Giosuè 3,10 quando dice: "...da ciò saprete che in mezzo a voi vi è un Dio vivente".
Subito dopo s'aprirono le acque del Giordano e gli Israeliti, seguendo l'Arca dell'Alleanza portata dai Leviti, il carro di Dio, a piedi asciutti, l'attraversarono per la conquista della terra promessa.
Si aprirono le acque, come al Mar Rosso!
L'Arca, appunto il suo carro, con Dio come un guerriero seduto tra i cherubini, aveva accompagnato Israele praticamente dal Sinai e continuò a farlo in tutto il suo pellegrinare.
"'El chai" è l'unico Dio che veramente vive, messo in contrapposto agli idoli dei pagani, simulacri di divinità che non esistono "Hanno bocca e non parlano, hanno occhi e non vedono, hanno orecchi e non odono, hanno narici e non odorano. Hanno mani e non palpano, hanno piedi e non camminano; dalla gola non emettono suoni." (Salmo 115,5-7)
Il Dio di Abramo, in contrapposizione a quegli idoli, è "'Oelohei", cioè "il Dio esistente ()"; così di fatto si auto dichiarò a Isacco quando gli disse: "Io sono il Dio di Abramo, tuo padre..." (Genesi 26,24)
Avvicinando la definizione con lettere ebraiche di "'Oelohei", a quella di "Dio vivente", "'El chai" , è spontaneo notare che v'è una differenza solo per la lettera He mutata in lettera Chet .
Con una lettura a lettere separate v'è un passaggio concettuale sostanziale da Dio esistente (), quindi Signore di tutte le esistenze, ma che può anche essere lontano e non compartecipe, a Dio vivente , cioè partecipe di chi vive in questo mondo, il che presume un passaggio volontario da parte di Dio da una libertà totale, He acca aperta, ad un limitarsi, ad un costringersi, Chet acca chiusa, una kenosis, una discesa di livello in favore dell'uomo.
Il successivo passo è... l'incarnazione.
Perché? Appunto, per amore dell'uomo!
Era accaduto, e accade ancora, che verso Dio l'uomo in tutti i tempi e civiltà s'è proposto razionalmente in più ambiti, con ricerca filosofica, psicologica, teosofica, etica e magica, sviluppata su due grandi filoni:
  • verso il Dio intimo, nascosto, cercando di tratteggiarne l'essenza;
  • sui rapporti di Dio col mondo.
Esiste però una terza via, che se s'apre è certa, quella in cui Dio stesso palesa d'essere esistente, cioè si rivela, il che di per sé è indice di voler istituire un rapporto ravvicinato con l'uomo.
In tal caso, se lo fa, lo fa con modalità che il vivente è in grado di cogliere, onde la sua manifestazione appare con aspetti connaturati col vivente.
Questa via è quella proposta dai testi delle Sacre Scritture ebraiche e cristiane.
Il cristianesimo, per l'evento della risurrezione e dello Spirito Santo che ha fatto nascere e prosperare la Chiesa, ha poi proceduto per la propria via prendendo atto degli eventi storici e degli insegnamenti di Gesù di Nazaret, rivelatosi come il Messia Figlio di Dio.
Questi, ebbe a dire: "Quanto poi alla risurrezione dei morti, non avete letto quello che vi è stato detto da Dio: Io sono il Dio di Abramo e il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe? Ora, non è Dio dei morti, ma dei vivi". (Matteo 22,31s), vale a dire la resurrezione è connaturata ed implicita con l'idea di Dio eterno che vuole un concreto rapporto con l'uomo, prova ne è la Sua iniziativa con i Patriarchi.
L'ebraismo per contro, dopo la guerra giudaica (66-74 d.C.), la distruzione del Tempio d'Erode (70 d.C.) e la fine della guerra di Bar Kokeba (135 d.C.), in diaspora, ha ripensato all'alleanza con gli scritti dei maestri d'Israele.
Gli insegnamenti tramandati oralmente a commento della "Torah", messi per iscritto, furono la base del Talmud, raccolta di discussioni tra i sapienti e i maestri riguardanti le applicazioni e i problemi pratici della "Torah" scritta.
Il Talmud poi si sviluppò con la Misnah (ripetizione), discussioni dei maestri fino al II secolo d.C. e con la Ghemarah (completamento), compilato tra il II e il V secolo d.C., integrazione di quanto scritto nella sezione Misnah.
La ricerca ebraica riprese poi con la "qabbalah" speculativa, che indaga sui problemi teosofici e cosmogonici per tentare di conseguire illuminazione sui misteri di Dio e del mondo, e con una "qabbalah" pratica, che indaga sui nomi di Dio e sui misteri delle lettere e dei numeri anche a fini magici.
Per entrare nel vivo del tema dell'incarnazione e da pesare se almeno teoricamente sia ammissibile.
Al riguardo in primo luogo è da considerare che l'ebraismo ammette che "Il piccolo può contenere il grande" (Genesi Rabbat 5,7 perché "c'è forse qualcosa impossibile per il Signore?" (Genesi 18,14).
Allora, se l'infinito abita il finito, perché non sarebbe ammissibile che Dio possa anche farsi uomo?
Questo è lo snodo che ha portato alla divaricazione di fondo ebraismo-cristianesimo, poi se s'ammette ciò, resta solo da valutare se i testimoni della risurrezione sono credibili e, infine, accogliere la fede che però può venire solo come dono dallo Spirito Santo.
Certo è che il cristianesimo attesta che non v'è fine nell'abisso del nulla.
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