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ATTESA DEL MESSIA...

 
IL TEMPIO DEL MESSIA E LA CITTÀ DI DIO

di Alessandro Conti Puorger
 
 

UN POPOLO IN CAMMINO
Per il cristianesimo Gesù di Nazaret è il Re Messia che tornerà alla fine dei tempi per guidare, vittorioso sul male, l'umanità risorta nel suo Regno di giustizia e di pace; è Lui che vide Santo Stefano quando disse: "Ecco, io contemplo i cieli aperti e il Figlio dell'uomo che sta alla destra di Dio". (Atti 7,56)
Frutto della sua prima venuta è la discesa dello Spirito Santo che con lingue di fuoco fu sulla Chiesa nascente come dono che si rinnova capace d'illuminare la vita del vero cristiano che segue Gesù Cristo tanto da renderlo sale e lievito nel mondo e luce per le genti, testimonianza cioè di una via di salvezza per tutti gli uomini che cercano verità, amore e pace.
Il fedele, in effetti, è in una continua missione in cui, in modo spontaneo, col proprio vivere pur nella normalità la propria vita, annuncia il mistero di Gesù Cristo morto e risorto e l'attesa della sua venuta finale per cui "...secondo la sua promessa, noi aspettiamo nuovi cieli e una terra nuova, nei quali avrà stabile dimora la giustizia." (2Pietro 3,13)
In estrema sintesi, Dio: "...ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui." (Giovanni 3,16s)
Sotto la guida vittoriosa del Cristo Risorto, stando nel popolo di Dio, chi lo segue è parte del popolo in cammino, il nuovo Israele, e conseguirà la conquista della nuova terra promessa, la Gerusalemme celeste, alla stregua di quanto fece l'antico popolo d'Israele che, sotto Giosuè, conquistò la terra di Canaan che Dio allora aveva promesso ed entrerà nella Città di Dio nei cieli.
In tal modo è completata la traiettoria iniziata a tracciare da IHWH, vittorioso con l'Esodo e con l'apertura del mare, poi proseguita con la conquista della terra promessa, figura questa appunto di un mondo che deve venire.
Ora, se si va ad esaminare la storia narrata dai libri della Bibbia, quel popolo, l'antico Israele, agli inizi, sempre in movimento, a diversità degli altri popoli, non aveva un Tempio.
Al concetto base di Tempio c'è, infatti, un'idea pagana e superstiziosa, perché per quei popoli era la casa di un dio, "Ma l'Altissimo non abita in costruzioni fatte da mano d'uomo, come dice il Profeta (Isaia 66,1s): Il cielo è il mio trono e la terra sgabello per i miei piedi. Quale casa potrete edificarmi, dice il Signore, o quale sarà il luogo del mio riposo? Non forse la mia mano ha creato tutte queste cose?" (Atti 7,48-50)
I pagani cercavano così d'esorcizzare le vicende pubbliche e private della vita illudendosi di possedere la chiave del tutto, con un idolo chiuso in una cella a completa disposizione per loro.
Il popolo d'Israele, in verità, aveva solo un Tabernacolo che erigeva nelle soste del proprio peregrinare per contenere l'arca santa con le tavole della legge consegnate a Mosè sull'Oreb a ricordo del patto con la divinità, perché Dio, l'Emmanuele (Isaia 7,14), era loro alleato e li precedeva indicando il cammino.
Le indicazioni delle modalità costruttive di quel Tabernacolo, cioè della Tenda del Convegno, infatti, in verità, erano state date da Dio stesso a Mosè sul monte Sinai: "Eseguirete ogni cosa secondo quanto ti mostrerò, secondo il modello della Dimora e il modello di tutti i suoi arredi... Guarda ed eseguisci secondo il modello che ti è stato mostrato sul monte." (Esodo 25,9.40)
Era perciò quel Tabernacolo che realizzarono nel percorso dell'Esodo la visione spirituale di quel tempio celeste che era da estendere alla terra, idea di quanto per il futuro era già pensato nei cieli dall'Eterno come proiezione finale della storia di salvezza e come realtà celesta assoluta e perenne quale dimora escatologica dei giusti dalla nascita di Adamo fino alla fine dei tempi.

Nella penultima traduzione C.E.I. in Italiano della Bibbia si trova 72 volte "Tempio del Signore" e 20 "Tempio di Dio", mentre il termine "Tempio" da solo è citato 783 volte, di cui 671 nel Vecchio Testamento e 112 nel Nuovo Testamento, il che fa comprendere come la l'idea di Tempio nella nuova "era" del cristianesimo è radicalmente mutata.
L'idea pagana di un dio separato e nascosto in un ambito sacro fu sostituito dall'ebraismo primitivo con un Dio che esce in guerra e siede sui cherubini dell'arca della testimonianza, ma poi, quando il popolo s'insedia, flette nell'idea di un Tempio in cui la "Shekinah" , o presenza di Dio, risiede nel Santo dei Santi dove il Sommo Sacerdote entra una sola volta l'anno. (Il radicale del verbo ebraico di derivazione di "mishkan" , vale a dire Tabernacolo è relativo a "posarsi, riposarsi, soggiornare, dimorare, abitare" da cui il pensiero d'abitazione e vicino.)
La disposizione di piazzali e di ambienti con cui si perveniva alla cella del Santo dei Santi simboleggiava la creazione e la struttura del cosmo, idea questa analoga a quella che avevano gli egizi, con mutata cosmologia, per i loro templi, come vedremo e che Salomone fece propria con la costruzione del I Tempio a Gerusalemme.

Il Tempio di Salomone  Il Tempio di Salomone

Il cristianesimo poi a tale riguardo muta completamente la visione: "Cristo, infatti, non è entrato in un santuario fatto da mani d'uomo, figura di quello vero, ma nel cielo stesso, per comparire ora al cospetto di Dio in nostro favore, e non per offrire se stesso più volte, come il sommo sacerdote che entra nel santuario ogni anno con sangue altrui." (Ebrei 9,24s)

Il cristianesimo, quindi, di fatto, non ha bisogno di templi, perché il Signore vive nel cuore dei suoi fedeli che sono in cammino nel mondo.
Liturgie comunitarie possono, infatti, venir celebrate dovunque, e lo si vede quando il Papa è in missione nel mondo, senza bisogno di un luogo particolare, anche se le Chiese consacrate sono il luogo più idoneo per le riunioni formative delle comunità cristiane.
Tali pensieri m'hanno portato ad approfondire i collegamenti tra il Dio d'Israele e il Tempio che, di fatto, per l'antico Israele non fu una costante.
Divenne, infatti, una realtà nel periodo della stabilità, ma la sua esistenza non superò i mille anni, vale a dire, fu come un solo giorno per Dio "...davanti al Signore un giorno è come mille anni e mille anni come un giorno solo." (2Pietro 3,8) e la sua costruzione va letta come avviso che Dio avrebbe abitato sulla terra e nel cuore degli uomini e che il peccato però può indurlo ad uscire da questi.

Nell'ebraismo sono da distinguere i seguenti periodi:
    tempo dei patriarchi;
  • esodo e insediamento in Canaan e Giudici XIII-X secolo a.C.;
  • tempo dei Re d'Israele, Saul Davide e Salomone IX-X secolo a.C.;
  • tempo dei due regni 931-731 a.C. per il regno del Nord o d'Israele e 931-586 per quello del sud o di Giuda;
  • giudaismo e ritorno dall'esilio babilonese e distruzione del Tempio 538 a.C. -70 d.C.;
  • epoca del Talmud fino al giudaismo attuale.
Per le origine nomadi ai patriarchi ed al più antico ebraismo, come accennato, era impraticabile il poter adire al concetto di un tempio stabile.
In Israele, i luoghi delle teofanie del Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe avevano reso santi i centri di pellegrinaggio successivi del popolo della terra promessa come Sichem, Betel e Mamre, Gerusalemme.
Quel tempo poi è caratterizzato dalla tendenza al nomadismo ed alla pastorizia.
Appaiono sacrifici d'animali, ma non di esseri umani.
Era importante il rispetto dell'ospitalità.
Sono favorite scelte di matrimoni nell'ambito della famiglia e del clan: "Ricordati di Noè, di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, nostri padri fin da principio. Essi sposarono tutti una donna della loro parentela e furono benedetti nei loro figli e la loro discendenza avrà in eredità la terra." (Tobia 4,12)

Appena però, all'inizio dell'esodo dall'Egitto, si può considerare esistere l'embrione di Israele come nazione, gli Israeliti si servirono di un tabernacolo o santuario smontabile.
Con lo stabilirsi poi nella regione siro-palestinese, apparvero altari su luoghi elevati e santuari fissi.
Solo a regno consolidato, sotto Salomone, nel 4° anno del suo regno iniziò la costruzione del Tempio Regale di Gerusalemme che intendeva essere l'unico ed esclusivo luogo di culto per tutto l'ebraismo.
Quando sussistettero entrambi i regni d'Israele del Nord e del Sud vi fu una lotta evidente per fissare il luogo preferenziale ove si manifestava la divinità.
Giuda aveva ormai eletto il santuario reale costruito da Salomone a Gerusalemme ed in cui era stata posta l'arca santa quale sede massima esclusiva di IHWH e Geroboamo il primo re del Nord prese le contromisure.
I re del Nord in definitiva cercarono di fare concorrenza a Gerusalemme con i propri santuari Sichem, Betel, Ghilgal, Dan e infine Silo.
Questo ultimo, Silo, fu scelto perché fu la località del primo accampamento ove fu eretto il tabernacolo dell'arca dopo l'entrata nella terra promessa sotto la guida di Giosuè, come risulta all'inizio del capitolo 18 del libro di Giosuè "...tutta la comunità degli Israeliti si radunò in Silo, e qui eresse la tenda del convegno Il paese era stato sottomesso a loro." (Giosuè 18,1)
Il re di Giuda, Giosia, poi soppresse i luoghi di culto locali e centralizzò il culto a Gerusalemme.
Dopo la distruzione del tempio di Gerusalemme nel 587 a.C., quando l'editto di Ciro ne permise la costruzione, per la ricostruzione i Giudei accettarono solo l'intervento di appartenenti alla propria tribù e tra l'altro sorse una profonda insanabile inimicizia cultuale con i samaritani considerati impuri.
Il Tempio fu costruito e distrutto due volte.
Il Tempio di Salomone o Primo Tempio, secondo la Bibbia, fu costruito da Re Salomone nel X secolo a.C. e completamente distrutto da Nabucodonosor II nel 586 a.C..
Il Secondo Tempio fu costruito al ritorno dall'esilio babilonese tra il 536 e il 512 a.C., poi restaurato nel 164 a.C. da Giuda Maccabeo.
Il Tempio di Erode fu poi, invero, solo un ampliamento anche se importante del Secondo Tempio, iniziato da Erode il Grande verso il 19 a.C. e terminato in tutte le sue parti solo nel 64 d.C. (secondo il Talmud nel trattato di Ghittin).
Il Secondo Tempio fu distrutto dall'imperatore Tito nel 70 d.C..
Il giudaismo ulteriore perciò s'è sviluppato in assenza del Tempio.
L'anno ebraico prevede 3 settimane di lutto prima del 9 di Av giorno di digiuno per la commemorazione della distruzione del Tempio, considerato il più grande giorno di lutto nazionale degli Ebrei.
Il lutto a ricordo del Tempio distrutto emerge negli atti più importanti della vita dei singoli ebrei e della comunità, quali:
  • in ogni casa nuova è lasciato un muro non intonacato;
  • nella cerimonia nuziale si rompe un bicchiere;
  • nel Seder di Pesach non c'è più l'agnello intero, ma solo uno zampetto.
Il Tempio è ormai il ricordo mitico dell'epoca dell'oro, l'era felice dell'infanzia, la cui perdita è inconsolabile quasi una seconda cacciata dal Paradiso Terrestre, perché da quella vita ideale, per il peccato del popolo e dei suoi capi, hanno ricevuto il castigo e la perdita inconsolabile.
Per l'ebraismo solo il Messia potrà riedificare la Casa del Signore e il terzo Tempio discenderà con Lui dal cielo e comincerà un'era di pace per tutta l'umanità.
Il Maimonide (1138-1204 d.C. detto il RaMBaM, acronimo del suo nome Rabbi Moshe Ben Maimon), filosofo, rabbino e medico spagnolo, sostiene che non si può sapere come avverrà esattamente, perché i dettagli non sono stati rivelati, ma il terzo Santuario sarà costruito dal Messia (Hilkhòt Melakhìm 11,4).

Il Tempio era detto in ebraico "bet ha miqdash" cioè casa del Santuario ed era costruito sul monte Moriah, il luogo dove Abramo stava per sacrificare il figlio Isacco.
Nella stanza più interna detta il Santo dei Santi in cui il Sommo Sacerdote poteva entrare una sola volta l'anno soltanto c'era la pietra di fondazione del mondo, la "Even Shetiyyah" , quella su cui s'addormentò Giacobbe e sognò la scala che portava in cielo da cui salivano e scendevano gli angeli di Dio e su tale pietra, almeno nel primo Tempio, posava l'arca del patto.
Secondo la tradizione ebraica Adamo fu formato dalla polvere del monte Moria e quando fu espulso dal giardino dell'Eden vi si fermò perché vicino v'era una entrata per il paradiso e lì morì, si che la tradizione cristiana con la sua iconografia lo considera sepolto sotto il calvario che era là non lontano.
Per la stessa tradizione ebraica la prima distruzione del Tempio avvenne per i peccati di idolatria, di omicidio e di immoralità sessuale dei re di Giuda e del popolo e la seconda per l'odio immotivato verso gli altri.
Per il cristianesimo Gesù Cristo è la pietra d'angolo di fondazione del mondo, la "Even Shetiyyah" , scartata dai costruttori (Salmo 118,22).
Solo Lui di fatto sarà ad entrare nel Tempio Santo di Dio nel cielo nella Pasqua del 30 d.C. quando squarciato il suo costato si squarciò il velario (citato da tutti i sinottici Matteo 27,51; Marco 15,38; Luca 23,45) con i cherubini che separava il Santo dal Santo dei Santi nel Tempio di Gerusalemme.
"Dell'Unico il Figlio risorto dalla Croce sarà ad entrarvi ", profezia della prossima distruzione e dell'apertura per tutti di un santuario celeste.
La sua entrata è primizia e promessa d'apertura anche per tutti gli uomini che l'anelano: "Avendo dunque, fratelli, piena libertà di entrare nel santuario per mezzo del sangue di Gesù, per questa via nuova e vivente che egli ha inaugurato per noi attraverso il velo, cioè la sua carne..." (Ebrei 10,19s)
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