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DECRIPTAZIONE BIBBIA...

 
UOMO, RIVESTITI DELLA TUA DIGNITÀ

di Alessandro Conti Puorger
 
 

DIGNITÀ, BENE INALIENABILE
In verità, tutti gli esseri umani nascono uguali in dignità.
Da dove viene questo pensiero?
Chi garantisce tale dignità?
È solo un'utopica aspirazione nata da una pia idea filosofica e/o religiosa?
Questa dignità, di fatto, è una verità costitutiva, ma non riconosciuta da tutti e purtroppo, sovente, resta soltanto a livello potenziale e/o di mero intento etico.
Nelle varie parti del mondo, in modo diverso a causa dei ceti delle classi e dei livelli sociali, non è ritenuta degna di considerazione, né tanto meno trova attuazione.
Prova ne è che non tutti, di fatto, sono in un vero stato di libertà e con pari diritti e, spesso, nemmeno sono in condizione di poterli invocare.
Tale stato di cose va certamente a demerito della razza umana sul piano razionale, oltre che spirituale, in quanto, risulta che si comporta globalmente in modo animalesco avvalorando la legge del più forte e della prevaricazione sugli altri pur se in teoria le grandi organizzazioni e gli stati lo negano, ma poi, di fatto, principale criterio dirimente i rapporti, in generale, è l'interesse economico.
Eppure, da oltre 3.000 anni nel mondo, è entrata un'illuminazione, estesa in modo graduale con l'affermarsi delle religioni dette "abramitiche" - ebraismo, cristianesimo e islamismo - seguite nel mondo, almeno nominalmente da circa il 55% degli oltre 7 miliardi degli abitanti del pianeta, che affermano che tutti hanno stessi e unici progenitori, creati da Dio, onde tutti sono fratelli aventi diritto ad una pari dignità.

Ho trovato questo pensiero, che condivido, di Moni Ovadia, noto libero pensatore e artista di teatro di origine ebraica, che definisce la dignità come una madre, infatti, dice: "Io credo che la dignità sia il grembo materno in cui hanno gestazione tutti i diritti. La dignità precede i diritti. La dignità è qualcosa che nasce da un'intuizione interiore individuale, poi si riverbera nella società attraverso le relazioni interindividuali. La dignità la percepisci dentro di te, è qualcosa che si intuisce, che attiene all'assoluto: è il fine, non il mezzo. I diritti hanno bisogno di una struttura giuridica, ma la dignità viene prima."

Quel grembo materno non è altro che le viscere di misericordia del Creatore da cui discende la nostra inalienabile dignità.
Un proverbio arabo, infatti, dice: "Alzati nudo davanti a Dio ed egli ti vestirà".
Questa è la vera e sola fonte da cui per riflesso viene dignità all'uomo!

È essenziale che la globalizzazione si spinga piuttosto a confermare gli uomini nella fede in Dio che, invece, è dimenticata e rifuggita ormai come fosse retaggio di arretratezza e occorre che ciascuno che già la pratica resti saldo in tale fede onde favorire che tutti gli uomini entrino nella coscienza d'essere fratelli e si compia il disegno di una vera eguaglianza di libertà e diritti per tutti.
È, allora, necessario che ciascuno non perda la speranza nella misericordiosa giustizia del Signore e si presenti in preghiera spiritualmente nudo davanti a Lui, l'unico che può rivestirlo della Sua luce fino a che tale atteggiamento sia comune alla maggioranza delle persone tanto da condizionare e modificare i criteri di gestione delle leve di comando del mondo.
Forse questa è un'utopia.

Il destino secondo le Sacre Scritture è che il mondo finirà; infatti, i credenti nel Dio unico sanno bene che "...secondo la sua promessa, noi aspettiamo nuovi cieli e una terra nuova, nei quali avrà stabile dimora la giustizia." (2Pietro 3,13; Isaia 65,17)

Questo tema dell'essere vestito da Dio stesso trova, infatti, le sue radici nelle antiche Sacre Scritture dell'ebraismo accettate dalle religioni abramitiche che fin dagli inizi della Torah ci pongono davanti il rapporto dell'uomo con il proprio Creatore.
Ecco che con queste pagine approfondirò l'affascinate tema della dignità che ci viene da Dio e lo farò attingendo a quegli scritti nella loro scrittura originaria anche con l'uso del contributo che forniscono i significati grafici intriseci nelle 22 lettere ebraiche di cui alle schede che si ottengono cliccando sui loro simboli a destra delle pagine di questo mio Sito che formano le varie parole utilizzando significati e regole del sistema di decriptazione "Parlano le lettere" nato dalle considerazioni di "Decriptare le lettere parlanti delle sacre scritture ebraiche".

Se si perde di vista tale luce, povertà, lotte di classe, rivoluzioni, guerre, terrorismo, distruzioni, genocidi e morti innocenti costelleranno il nostro futuro e quello dei nostri figli e nipoti.
In tale evenienza sarebbe perciò conclamata la definitiva vittoria di Satana, l'angelo accusatore nemico dell'uomo che quelle religioni tanto deprecano.

Che la lotta si sarebbe fatta dura negli "ultimi tempi" l'ha profetizzato ai suoi discepoli "Gesù l'autore e perfezionatore della fede" (Ebrei 12,2) quando, relativamente alla sua venuta finale nella gloria, esclamò "il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?". (Luca 18,8)

Il che implica che purtroppo il mondo per il male che esiste tende a implodere.
Egli, il Messia, è la nuova stirpe annunciata da Dio quando dice al nemico tentatore nella profezia di Genesi 3,15: "Io porrò inimicizia fra te e la donna, fra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno."

Di fatto un evento storico ha fatto sì che l'uguale dignità per tutti gli uomini da solo idea astratta è divenuta carne per rivelazione con l'incarnazione, morte e risurrezione di un uomo, Gesù di Nazaret.
Egli, pur se Figlio di Dio, venne nella carne per vincere la morte e restituire a ogni uomo la dignità schiaffeggiata dal demonio con lo spauracchio della morte.

Si fece uomo e morendo in croce per riparare gli errori di tutti gli uomini volle dimostrare che siamo figli di Dio, infatti: "Poiché dunque i figli hanno in comune il sangue e la carne, anch'egli ne è divenuto partecipe, per ridurre all'impotenza mediante la morte colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo, e liberare così quelli che per timore della morte erano soggetti a schiavitù per tutta la vita. Egli infatti non si prende cura degli angeli, ma della stirpe di Abramo si prende cura. Perciò doveva rendersi in tutto simile ai fratelli, per diventare un sommo sacerdote misericordioso e fedele nelle cose che riguardano Dio, allo scopo di espiare i peccati del popolo." (Ebrei 2,14-17)

La dimostrazione che Lui, Gesù, è proprio il sommo sacerdote che ci occorre è che Dio l'ha rivestito della veste di gloria della "risurrezione" a testimonianza che il Creatore non intende considerare annullata la dignità di ogni uomo fratello del Suo Cristo, resurrezione che sarà donata alla fine di questo giorno del giudizio aperto sin dalla Sua prima venuta.
L'uomo però deve tenere stretto questo lascito per non subire la sorte di quegli angeli che: "non conservarono la loro dignità, ma lasciarono la propria dimora", egli li tiene "nelle tenebre, per il giudizio del gran giorno." (Giuda 6)

Forse dici non ho bisogno di nulla da parte di Dio, perché il mondo, portato nelle tenebre della cecità, suggerisce che Dio non esiste, ma non sai, come dice il libro dell'Apocalisse, che senza Dio sei un infelice, un miserabile, un povero, cieco e nudo?

Quel libro che parla degli ultimi tempi suggerisce che è opportuno dotarsi dell'abito bianco "per coprire la vergognosa nudità" e di dotarsi "di collirio per ungerti gli occhi e recuperare la vista..." ossia di usare un prodotto che abbia gli effetti come quelli degli infusi ed estratti della pianta della belladonna per dilatare la pupilla e acquistare maggiore sensibilità spirituale per conoscere meglio la propria vera condizione, abito e collirio, che la Chiesa di Cristo offre a chi vuole seguire il Maestro che chiede al singolo seguace, "Sii dunque zelante e convertiti" (Apocalisse 3,18s)

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