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DECRIPTAZIONE BIBBIA...

 
L'UOMO È COME UN ALBERO

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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L'ALBERO DELLA CROCE GLORIOSA
L'uomo fu formato con elementi terreni - la polvere del suolo - ed elementi celesti - acqua e soffio di Dio, quindi, era proteso verso la terra e verso il cielo; doveva scegliere e scelse la terra.
Il nostro modo di pensare cerca, infatti, di evitare i sogni e pragmaticamente a chi sogna troppo diciamo "stiamo con i piedi per terra".
Ciò la dice lunga sul nostro radicamento, stante la costatazione che l'uomo, formato di atomi d'elementi della terra di fatto a questa torna, com'è detto in Genesi 3,19 e non intende pensare, non volendo credere ai sogni, che Dio certamente conserva il suo spirito.
Eppure la fede cristiana, contro ogni logica terrena, annuncia al mondo tramite i suoi fedeli, cioè la sua sposa, la Chiesa, che un uomo, Gesù di Nazaret, condannato a morte senza colpa alcuna, passò per il supplizio orrendo della croce, su cui morì, con ferite di ogni tipo, poi gli aprirono il fianco con un colpo di lancia, quindi, fu sepolto, ma dopo tre giorni risorse dai morti e il suo corpo non subì la corruzione, vale a dire i suoi atomi non sono tornati alla terra, ma con il corpo divenuto glorioso, anima e divinità sono saliti in "Cielo", perché era il Figlio di Dio, il Messia atteso dagli ebrei.
Il che conferma che le radici pensate da Dio per l'uomo erano il cielo e che il corpo terreno è solo un involucro di quello glorioso celeste che Dio gli ha preparato, una tunica di pelle di cui è cenno in Genesi 3,27.

Tale fatto del Crocefisso in pratica dice che il Creatore e Signore ha indicato all'umanità chi seguire per entrare nella vita eterna cui l'uomo aspira; infatti, " disse Gesù: Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me." (Giovanni 14,6)

Quella croce con il "Crocefisso" si può pensare come un albero il cui tronco, la croce stessa, si coprì di foglie, "a'loeh" , infatti, su questa fu innalzato, in ebraico pure , in olocausto "o'lah", ancora , il Crocifisso stesso, da cui venne il frutto, "peri" , "il Verbo con il corpo stava ".

Quella croce fu così albero di benedizione, il contrario esatto dell'albero della conoscenza del bene e del male che per la disobbedienza portò la maledizione. È albero di redenzione in quanto il cielo, che era stato chiuso all'umanità dalla scelta di Adamo, è riaperto, e questa è la benedizione.
Del resto Gesù porta la vera e unica conoscenza necessaria, quella di Dio Padre, "Dio nessuno l'ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato." (Giovanni 1,18)

Certamente, per l'uomo con i piedi piantati per terra l'albero della croce è in odio e ne ha paura, eppure fu il carro di fuoco con cui Dio portò in Cielo Gesù, il Messia, che tornerà nella gloria.
Certamente proprio l'albero della "Croce Gloriosa" con il suo prezioso frutto di Gesù Cristo morto per l'amore nei riguardi dell'umanità per riportare pace con Dio, rende veri questi versetti del Salmo 85,11-14: "Amore e verità s'incontreranno, giustizia e pace si baceranno. Verità germoglierà dalla terra e giustizia si affaccerà dal cielo. Certo, il Signore donerà il suo bene e la nostra terra darà il suo frutto; giustizia camminerà davanti a lui: i suoi passi tracceranno il cammino."

La croce per chi radicato in terra è un'atroce condanna, ma con gli occhi del Cielo, riconoscendo di incontrarvi il frutto della salvezza di Cristo risorto, diviene gloriosa trasformandosi in scala che introduce in un mondo nuovo ed eterno.
Dio con la croce di Suo Figlio ha inteso piantare un nuovo albero radicato in cielo di cui il frutto si può mangiare in terra.

La 18a lettera dell'alfabeto ebraico, la "tsade" = , graficamente si presenta come una valle con una via che sale o che scende e significa un salire - alzarsi - su o scendere - giù, ma ecco che guardando dalla terra, la parola "e'ts" , in ebraico "albero - legno", viene spontaneo leggere: "vedo alzarsi ".

Dice il profeta Isaia 55,7-8: "L'empio abbandoni la sua via e l'uomo iniquo i suoi pensieri; ritorni al Signore che avrà misericordia di lui e al nostro Dio che largamente perdona. Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie. Oracolo del Signore."

Il Signore chiede la conversione, il tornare indietro da pensieri fatti, da vie viziate ed errate, la Sua parola va presa in modo diverso da quelle del mondo ed allora ecco che va pensata la croce quale albero che viene dal cielo.

A questo punto proviamo a leggere quel bi-letterale di "albero" da Lui pronunciato in modo diverso "vedo scendere ", del resto "Cielo" è il luogo spirituale che sovrasta il mondo terreno fatto di cielo e terra ove dalla tradizione è collocato il trono del Creatore da cui tutto proviene.

Si trova nel libro dell'Apocalisse 21,1-2: "E vidi un cielo nuovo e una terra nuova: il cielo e la terra di prima infatti erano scomparsi e il mare non c'era più. E vidi anche la città santa, la Gerusalemme nuova, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo."
Questo versetto porta all'immagine del meraviglioso mosaico absidale della Chiesa di San Clemente a Roma.



La mano di Dio fora il firmamento e reca la corona sul legno su cui s'è immolato e offerto come frutto Suo Figlio Unigenito, incarnatosi in Gesù di Nazaret. Ivi, la Croce Gloriosa pare come sospesa tra cielo e terra e con lei scende sulla terra la Chiesa, la sposa, e la colombe, gli apostoli che portano lo Spirito Santo.
Gesù, come riferisce il Vangelo di Giovanni, ebbe a dire, quanto in appresso:
  • Giovanni 3,31 - "Chi viene dall'alto è al di sopra di tutti; ma chi viene dalla terra, appartiene alla terra e parla secondo la terra. Chi viene dal cielo è al di sopra di tutti."
  • Giovanni 6,53-57 - "Gesù disse loro: In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno."
  • Giovanni 8,23 - "E diceva loro: Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo."
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