PROFETISMO DONO DEL CIELO
di Alessandro Conti Puorger
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INTERPRETI DELLA DIVINITÀ »
CREAZIONE FISICA E SPIRITUALE "DIRE" E "PARLARE" »
CRISTO, SOLE DELL'UNIVERSO
Il relazionarsi di Dio, l'Essere Assoluto, con l'uomo si adegua alle barriere sensitive umane, quindi, come abbiamo visto coinvolge il "dire" e il "parlare" il che implica una "bocca" che promani il messaggio il quale, assume oggettività di fatto, quindi, di "creazione", perché la Sua "parola" ha il potere di compiersi.
Ora, i 22 segni dell'alfabeto ebraico oltre che essere icone sono riferibile a Dio e la Torah propone che quelle lettere, tutte e solo consonanti, quindi impronunciabili di per sé, le ha pensate per l'uomo e proposte proprio Lui, il Creatore, avendole incise col proprio dito (Esodo 31,18 e 34,28; Deuteronomio 9,10) sulle due Tavole di pietra della Legge date a Mosè sull'Oreb XXXIII secoli orsono e furono il codice con cui quel "profeta" produsse le prime Sacre Scritture.
Poi il libro dei Numeri, il IV della Torah, in 12,8 riferisce che Dio stesso disse di Mosè: "Bocca a bocca parlo con lui, in visione e non per enigmi, ed egli contempla l'immagine del Signore..." ove il testo ebraico di "Bocca a bocca parlo con lui..." è: "poeh 'oel poeh 'adaboer bo" ossia
.
Ecco che la lettera che riguarda la "bocca", come del resto è evidente dal suo segno, è la 17a lettera di quell'alfabeto, la "pe",
=
,
ed ecco che dalle lettere di quel versetto, guardate come una "strip" o serie d'immagini, pare evidente l'uscita dalla prima bocca
del soffio della divinità, ossia del bi-lettere
che con altra vocalizzazione significa proprio "Dio", quindi, "dalla bocca
uscite
da Dio
nella bocca
(del profeta) entrano
dell'Unico
le parole
che da dentro
porterà
"
Questa lettera
allora può ben prestarsi a far pensare al Verbo che è bocca e voce di Dio stesso per creare con la parola, con cui offre una "nuova alleanza", una comunione completa nella carne, un corpo per accompagnare il dire con la dimostrazione e far passare dall'udire di suoni all'ascolto, "shema'"
,
ossia al mettere in pratica la parola, infondendo l'energia necessaria senza la quale si resta nell'ambito di creatura per "accendere
nei viventi
l'agire
"
sottinteso di figli di Dio.
Lui, il Verbo dimostra con l'esempio della croce e con l'energia che emetterà dal Suo corpo risorto "quale sia l'ampiezza, la lunghezza, l'altezza e la profondità" dello "amore di Cristo che supera ogni conoscenza" (Efesini 3,18s), amore totale impedito all'uomo della carne, se non viene creato nello spirito, per la paura della morte, come dice Ebrei 2,14s: "Poiché dunque i figli hanno in comune il sangue e la carne, anche Cristo allo stesso modo ne è divenuto partecipe, per ridurre all'impotenza mediante la morte colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo, e liberare così quelli che, per timore della morte, erano soggetti a schiavitù per tutta la vita."
L'energia, l'essenza che Dio emana è l'amore per tutti senza differenza di persone, per chi l'accoglie o no, per amici e nemici, l'amore che vince la morte e pare proprio potersi cogliere che il fine ultimo di Dio con la creazione è far godere della natura divina anche altri esseri, gli uomini, da Lui voluti a Sua immagine e somiglianza, appena avessero volontariamente aderito al Suo disegno.
Ora, per i fedeli delle tre religioni abramitiche - ebraismo, cristianesimo, islam - il sole è una manifestazione del creato che si presta a essere un segno che fa portare la mente Dio stesso, che con la propria energia ha provocato la creazione della vita come il sole che con le emissioni elettromagnetiche consente la vita sulla terra grazie ai raggi da cui viene energia in forma di luce e calore.
Del resto il sole ha avuto grande influenza nell'immaginario delle religioni antiche come l'egizia, i miti romani e greci che lo personificavano, l'atzeca e l'inca.
Personificazioni del sole: romana, inca e atzeca
Ora, la 21
a lettera dell'alfabeto ebraico, "shin" o "sin"
,
graficamente si presenta come tre raggi che escono da una porzione di sole, quindi, sta a indicare una sfera di significati attinenti alle proprietà di tale astro.
Accade insomma che la lettera "shin", la 21
a dell'alfabeto ebraico, iniziale della parola "sole", "shoemoesh"
,
come icona assume tutte le significazioni grafiche proprie di sole e come lui sorge, risorge, illumina, accende, dona il fuoco, infuoca, arde e simili concetti.
Ecco allora che il nome di Dio, usato dai patriarchi, "'El Shddai",
,
si può pensare anche come quegli sia l'Essere che "origina
la potenza
del sole
in aiuto
degli esseri
".
L'ebraismo è solito definire l'ineffabile IHWH come "il Nome", "ha"
"Shem"
per cui è intuibile che intenda dire che è Lui che "accende
la vita
",
Lui è il vero sole, in definitiva è "la luce della vita" e Gesù si presenta proprio come il Nome in Giovanni 8,12 quando afferma: "Di nuovo Gesù parlò loro:
Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita".
Ora, nella parola "sole" in ebraico, essendo
=
,
c'è anche il bi-lettere del Nome di nomi, quello di Dio, Shem
,
per cui da
esce il concetto "del Nome
il fuoco
",
ossia il sole manifesta il fuoco dell'Unico, il suo calore che è il suo amore anche geloso; infatti, Lui è l'Ardente, il
"Chammah", termine sinonimo di sole, l'astro che "serve" il mondo dei viventi, come del resto dicono le stesse consonanti HM in egizio.
Gesù del resto dirà di se stesso in Luca 12,49: "Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso!"
La "Birkat Hachama"
,
l'ebraica "Benedizione del Sole", recita "Benedetto sei Tu, o Signore, nostro Dio, Re dell'Universo, artefice delle opere della Creazione" e viene pronunciata ringraziando di aver creato il sole quando tale astro completa il suo ciclo di 28 anni e l'equinozio si verifica nuovamente al tramonto del martedì, ossia nella stessa posizione che aveva quando secondo Genesi fu creato nel 4° giorno e viene detta appunto il mercoledì mattina.
Nell'Ebraismo un anno solare, infatti, è stimato a 365,25 giorni, come nel calendario giuliano, vige il ciclo solare di 28 anni.
Tale benedizione è recitata ogni 10.227 (28x365,25) giorni e l'ultima volta lo fu l'8.04.2009 (14 Nisan 5769 del calendario ebraico) che coincise con la vigilia di "Pesach".
Il sorgere giornaliero, con la sua luce e il suo calore che reca la vita è insito nel nome ebraico "shoemoesh"
di "sole" "sorge
,
nell'acqua
,
risorge
",
l'occidente, infatti, rispetto alla Palestina è il mare.
C'è pure il concetto che questi salva
+
in quanto
è il radicale di "salvare" da cui, appunto, viene il nome di Mosè
,
infatti, col suo sorgere e risorgere ogni mattina salva con la sua luce e il suo calore dalle tenebre, dal freddo, dal gelo e in definitiva dalla morte, per cui il Cristo, "il Risorto
che salva
(
)
"...dalla morte, quindi è lo "Shoemoesh"
per antonomasia.
Pur se l'ebraismo rifugge dal presentare Dio con immagini, il sole serve da allegoria per far paragoni con le proprietà divine; dice, infatti, il Salmo 84,12:
"Perché sole e scudo è il Signore Dio..."
"Sole e scudo" è "shoemoesh vumagen"
,
quindi, il Signore "accende
la vita
simile
(
)
nei viventi
(ossia dona la Sua vita) con lo scorrere
dell'energia
".
Questa energia è la vita angelica che Lui promana, il vero pane degli angeli, la manna, "man"
,
le cui lettere alludono proprio alla "vita
angelica
"
che Lui, l'Amen
,
il "Sì" del Padre reca col dono della fede e della stabilità, ossia "'amunah"
,
che porta alla vita eterna.
Precisa, infatti, Isaia in 7,9b: "Ma se non crederete, non avrete stabilità".
Questa energia
=
esce dal Sole dell'Universo, ossia dal volto di Cristo e sono i raggi del Suo volto.
Il libro dell'Apocalisse coglie questa realtà quando in 22,5 proclama che nella Gerusalemme celeste, la Città di Dio, "
Non vi sarà più notte, e non avranno
più bisogno di luce di lampada né
di luce di sole, perché il Signore Dio li illuminerà"
Il Cantico delle creature di San Francesco dice del sole: "
Laudato sie, mi' Signore, cum tucte le tue creature, spetialmente messor lo frate sole, lo qual è iorno, et allumini noi per lui. Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore, de te, Altissimo, porta significatione."
Il Corano al versetto 35 della XXIV Sura
An-Nûr "La Luce" recita: "
Allah è la luce dei cieli e della terra. La Sua luce è come quella di una nicchia in cui si trova una lampada, la lampada è in un cristallo, il cristallo è come un astro brillante; il suo combustibile viene da un albero benedetto, un olivo né orientale né occidentale, il cui olio sembra illuminare senza neppure essere toccato dal fuoco. Luce su luce. Allah guida verso la Sua luce chi vuole Lui e propone agli uomini metafore. Allah è onnisciente."
La luce solare che riappare ogni mattina ha colpito l'immaginario dei fedeli abramitici e fa loro presente l'immutabilità dell'amore del Creatore nei confronti del creato e la sua misericordia.
Il Salmo 27,7-9 invoca: "Ascolta, Signore, la mia voce. Io grido: abbi pietà di me, rispondimi! Il mio cuore ripete il tuo invito: Cercate il mio
volto! Il tuo
volto, Signore, io cerco. Non nascondermi il tuo
volto, non respingere con ira il tuo servo. Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi, non abbandonarmi, Dio della mia salvezza" ove per tre volte si trova ricordato "fani"
,
il "volto", del Signore il quale è chiamato "Dio della mia salvezza", "'oelohei ishei'i" ossia "il mio Dio, il mio Gesù",
.
Quelle lettere del "mio volto", "fani"
,
sono profetiche e stanno ad annunciare il "Verbo
che emette
l'esistenza
", per cui la lettera
è vera energia di vita; del resto
è eguale a 50 come lo "è
vita
"
= 10+40 = 50.
Quei versetti assieme a tutto il Salmo li ho presentati decriptati col mio metodo in "
Sul Timore del Signore" ove riportai la dimostrazione di come si ottiene il testo di secondo livello del 27,9: "Non nascondermi il tuo
volto, non respingere con ira il tuo servo. Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi, non abbandonarmi, Dio della mia salvezza" che qui di seguito ripeto.
La divinità
dalla croce
da un foro
il Crocifisso
per guarire
(
)
inviò
.
Fu
la rettitudine
con la madre
ai viventi
.
Inviata
fu
la divinità
dalla croce
dal cuore
.
Da dentro
l'originò
col soffio
.
Dal servo
retto
la forza
dal corpo
in croce
fu
ad uscire
.
Era
a stare
nel Crocifisso
Dio
.
Il Crocifisso
dal cuore
alla luce
l'energia
fu
a recare
.
Il maledetto
(
)
che in croce
si vide
,
questi
Figlio
era
di Dio
che nel mondo
era stato
;
Gesù
era
.
E tutto di seguito si ha:
Salmo 27,7-9 -
La divinità dalla croce da un foro il Crocifisso per guarire inviò. Fu la rettitudine con la madre ai viventi. Inviata fu la divinità dalla croce dal cuore. Da dentro l'originò col soffio. Dal servo retto la forza dal corpo in croce fu ad uscire. Era a stare nel Crocifisso Dio. Il Crocifisso dal cuore alla luce l'energia fu a recare. Il maledetto che in croce si vide, questi Figlio era di Dio che nel mondo era stato; Gesù era.
A questo punto ho pensato di cercare nel testo del capitolo 1 del libro del Genesi quando e come per la prima volta si rinvenga la lettera "nun"
di energia.
Ciò accade subito prima dell'inizio dell'atto creativo, nel secondo versetto e si trova in una stessa parola ripetuta due volte e questa è proprio "volto o faccia o superficie"
,
ma non appare esplicitamente nella traduzione in italiano che recita semplicemente: "In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e
le tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque. Dio disse:
Sia la luce!..." (Genesi 1,1-3)
Siamo al momento dell'esordio, la luce "'or"
,
fu l'incipit, l'apertura della scena, si alzò il sipario e s'iniziò a dipanare il progetto dal titolo, "l'Unico
si porta
in un corpo
"
e che si fece una via tra le tenebre "chosheoek"
.
Tenebra è tutto il resto, insomma chi non se ne rende conto vive nella cecità assoluta, per questi, infatti, ci sono solo tenebre "chosheoek"
,
il cui rebus suggerisce che per lui è come se fosse "nascosto
il sole
in un vaso
".
Nel 2° versetto di Genesi 1, come dicevo, si trova per la priva volta la lettera "nun" in "a'l fenei"
ove potrebbe letteralmente essere tradotto come "...
le tenebre erano sulla faccia
dell'abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulla faccia
delle acque..." e passando ai significati grafici di quelle lettere si può anche pensare "nell'alto
del Verbo
l'energia
c'era
".
Pare proprio che San Paolo in 2Corinzi 4,6 abbia seguito un percorso del genere e abbia proprio letto in quel modo quei due "a'l fenei"
di Genesi 1,2, infatti, subito ricorda l'evento di Genesi 1,3 della creazione della luce e propone l'evento in questo modo: "E Dio, che disse:
Rifulga la luce dalle tenebre, rifulse nei nostri cuori, per far risplendere la conoscenza della gloria di Dio
sul volto (quindi "a'l fenei"
)
di Cristo."
Il prologo del Vangelo di Giovanni 1,5.19 al riguardo propone: "...la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l'hanno vinta... E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce." Gesù riprese questo tema quando "...disse: Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita." (Giovanni 8,12) e poi "...chi
cammina nelle tenebre non sa dove va. Mentre avete la luce,
credete nella luce, per diventare figli della luce." (Giovanni 12,35s)
La lettera agli Ebrei 12,2, infine, propone all'uomo di camminare "...tenendo fisso lo sguardo su
Gesù, autore e perfezionatore della fede. Egli in cambio della gioia che gli era posta innanzi, si sottopose alla croce, disprezzando l'ignominia, e si è assiso alla destra del trono di Dio."
Fu quindi Lui, il Cristo, il Messia che suscitò il dono della fede in Abramo il primo da Lui stesso definito profeta tanto da essere considerato "padre nella fede".
Al riguardo della fede di Abramo il libro del profeta Isaia al capitolo 51 dice:
- Isaia 51,1-2 - "Ascoltatemi, voi che siete in cerca di giustizia, voi che cercate il Signore; guardate alla roccia da cui siete stati tagliati, alla cava da cui siete stati estratti. Guardate ad Abramo vostro padre, a Sara che vi ha partorito; poiché io chiamai lui solo, lo benedissi e lo moltiplicai."
La lettera agli Ebrei al capitolo 11 dice:
- Lettera agli Ebrei 51,8-10 - "Per fede Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere in eredità, e partì senza sapere dove andava. Per fede soggiornò nella terra promessa come in una regione straniera, abitando sotto le tende, come anche Isacco e Giacobbe, coeredi della medesima promessa. Egli aspettava infatti la città dalle salde fondamenta, il cui architetto e costruttore è Dio stesso."
- Lettera agli Ebrei 51,17-19 - "Per fede Abramo, messo alla prova, offrì Isacco e proprio lui, che aveva ricevuto le promesse, offrì il suo unico figlio, del quale era stato detto: In Isacco avrai una discendenza che porterà il tuo nome. Egli pensava infatti che Dio è capace di far risorgere anche dai morti: per questo lo riebbe e fu come un simbolo."
La lettera ai Romani poi al capitolo 4 dice che egli divenne padre della fede dei circoncisi e dei non circoncisi perché:
- Lettera ai Romani 4,10 - "la fede fu accreditata ad Abramo come giustizia."
- Lettera ai Romani 4,12 - per cui è padre di tutti coloro che: "camminano anche sulle orme della fede del nostro padre Abramo".
Lo stesso nome Abramo, "'Abraham"
con il bi-lettere
,
"'ab", suggerisce che è "padre
di un corpo - popolo
da cui uscirà
la vita
"
il che è poi rafforzato dal nome della matriarca Sara, "Sharah"
,
che a sua volta con le lettere propone il pensiero che di "illuminati
un corpo - popolo
uscirà
".
Per Isaia 51,1 Abramo è roccia e cava, quindi, è "il padre
ove l'energia
c'è
"
per cui da lui escono pietre vive, "'aboenei"
che in terra formeranno il Tempio del Signore, quelli che "dell'Unico
figli
sono
".
La pietra "'oeboen"
,
grazie alle lettere che formano tale parola nell'ebraismo diviene, allora, un modo per alludere al passaggio della solida tradizione, quindi, sostanzialmente della fede da padre, "'ab"
in figlio "ben"
"con dentro
l'energia
"
per cui i discendenti con quella tradizione anche loro avranno l'energia del padre e se si parla di fede, quella di Abramo.
Nel libro di Giobbe al capitolo 38,6s, quando il Signore gli parlò della creazione tra l'altro ebbe a dire: "Dove sono fissate le sue basi o chi ha posto la sua
pietra angolare, mentre gioivano in coro le stelle del mattino e plaudivano tutti i figli di Dio?" e lì la "
pietra angolare" è la "'oeboen pinnatah"
e la parola angolare ricorda molto le lettere di "fenei"
.
Di questa pietra parla Isaia 28,16: "Dice il Signore Dio: Ecco io pongo una pietra in Sion, una pietra scelta, angolare, preziosa, saldamente fondata: chi crede non vacillerà" ove in quelle lettere c'è un messaggio grazie ai significati grafici:
- pietra "'oeboen"
,
per cui "il Padre
invierà
;
- scelta "bochan"
,
dentro
la grazia
.
- angolare "pinnat"
,
col Verbo
che l'energia
dalla croce
uscirà
;
- preziosa "iqorat"
sarà
a versarla
dal corpo
crocefisso
.
In definitiva:
il Padre invierà dentro la grazia col Verbo che l'energia dalla croce uscirà, sarà a versarla dal corpo crocefisso.
San Paolo nella lettera agli Efesini 2,19-22 parla di Gesù Cristo, il Crocefisso, come pietra angolare, infatti: "Così dunque voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio, edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, e avendo come pietra angolare lo stesso Cristo Gesù. In lui ogni costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore; in lui anche voi insieme con gli altri venite edificati per diventare dimora di Dio per mezzo dello Spirito."
I figli di Abramo formano il "gregge", "oe'der"
del Signore, parola questa che grazie alle lettere usate allude che questo è "dell'Eterno
il corpo - popolo
".
Il gregge, peraltro, è formato da bestiame minuto, in ebraico di "tson"
le cui lettere, rimanendo in questa allegoria dell'energia uscita da Dio, sono "il gregge
del Suo pascolo" (Salmo 24,1; 79,3; 100,3) infatti, queste lettere paiono anche suggerire che su questo "scende
dall'Unico
l'energia
".
Nel libro del profeta Zaccaria in 10,3.4 si trova: "...
il Signore visiterà il suo gregge e ne farà come un cavallo da parata. Da lui uscirà la pietra d'angolo, da lui il chiodo, da lui l'arco di guerra, da lui tutti quanti i condottieri."
Tutte parole con le loro lettere descrivono il Cristo dei Vangeli, ossia "
il Signore visiterà il suo gregge", infatti:
- pietra d'angolo, "pinnah"
;
- il chiodo, "iated"
;
- l'arco di guerra, "qoeshoet milchamah"
;
- i condottieri, "noges"
.
Quelle parole dicono che quando il Signore visiterà il suo gregge accadrà che: "In persona
sarà
in croce
,
d'aiuto
verserà
da bere
della vita
il vigore
ai viventi
,
nel mondo
l'energia
recherà
a scorrere
della risurrezione
."