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RACCONTI A SFONDO BIBLICO...

 
TEMPO-ETERNITÀ

di Alessandro Conti Puorger
 
 

Tempo-eternità: "Un midrash"
Haggadah per Pesah - Il Disegno di Dio.


Racconto (haggadah) pasquale giudeo-cristiano, a sfondo midrashico, del XX sec. d.C. che sintetizza idee nate nello scrutare le scritture, ritrovato a Roma nella caverna dove studio.
È un breve racconto per i bambini e per adulti, "perché se non vi farete come bambini..."
Ha le caratteristiche di un dramma teatrale, con rapidi cambiamenti di situazione.
Le scene principali, l’iniziale e la finale, si svolgono nella Sala del Convegno nel regno dei Cieli nella Domenica Eterna.
Tutto accade in contemporanea, la creazione, la vita del mondo, la sua storia e la fine; questo è un accorgimento per cercare di simulare l'eternità ove il tempo non esiste.
(È veramente tutto immaginario, evocato da letture per decriptazione)

1 - Il Santo, l'Onnipotente, Benedetto Egli sia, nelle lodi d’alcuni angeli sente un accordo stonato:
"Come non amarti per la Tua potenza e per la Tua gloria!"

Con la Sapienza e con la Parola, convoca l’assemblea di tutte le schiere nella Sala delle Riunioni.
È la Sala Nuova, allestita per fare vedere a Mosè quanto realizzare perché gli uomini si preparino ad accogliere il Messia.
La Parola proclama il Loro Progetto: "Sia la luce..."
E gli angeli compresero: "Inizia a portarsi in un corpo."
La Parola prosegue: "Siano... lo spazio, l’universo, il mondo, le creature, tutto a servizio d'un essere che ami Dio, l’uomo."
Dio vede che è cosa buona; quinto giorno.

Alla pausa, l’arcangelo Lucifero, il più luminoso, con doppio ordine d'ali, duce della schiera a sinistra, seduto davanti all’Altissimo nel settore centrale, fa cenno di voler porre una domanda.
Gli è concesso.
" Questo essere Lo crei libero?"
"Sì." rispose il Santo "La Verità lo fa libero."
"Come non può amarti vedendoti?" disse l'arcangelo.
Ed il Benedetto: "Mi farò conoscere poco a poco."
E l’arcangelo: "Se non Ti vede, però, potrebbe amare un altro."
"Il creato, la vita e la libertà gli rendono visibile il Nostro amore e può amare l'Amore." risponde il Benedetto.
"Qualcosa mi sfugge - replicò Lucifero - ma se lo fai libero la libertà implica anche... la possibilità di... come dire... di annullarti e come fa se sei immutabile."
"Noi - sussurra il Santo - Ci diamo a Lui nel mondo con la debolezza di bambino."
Sussulta il pavimento di zaffiro e trema tutta l’assemblea.
Inizia un bisbigliare nel settore di Lucifero; dicono:
"Un progetto ardito... Basta un niente perché non si realizzi. Chiediamo un rinvio."

Il Padre con lo Spirito Santo guarda la Parola che dice a Gabriele:
"Muoviti per il Figlio di Dio."
Questi parte.


2 - Il progetto di Dio, la Parola che si fa carne, come la pioggia "non torna indietro... compie ciò per cui è mandata."
Il Progetto della Parola si compie.
Sulla terra è mezzogiorno.

Scende Gabriele nel Santuario, fu così che Zaccaria senza speranza diventò muto, ma la speranza rinacque quando Elisabetta sua moglie, nonostante l’età gli partorì il figlio Giovanni, come aveva detto l’angelo.
A Nazareth a mezzogiorno è ad annunciare a Maria il concepimento e la nascita della luce del mondo!
E Le dice: "Ecco concepirai un figlio... lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù"; cioè avrebbe aperto un corpo alla Parola.
Dormiva e sognava Giuseppe il sonno del giusto e lui Gabriele in visione notturna gli disse dell’onore e dell’onere di cui era eletto e anche lui disse il suo sì.
A Gabriele la Parola aveva detto con precisione ciò che doveva dire, lettera per lettera, perché l'annuncio fosse chiaro a Giuseppe, cultore della parola, ed a Maria, che era stata istruita fin da piccola nel Santuario anche in lingua sacra.

Sul Giordano, è mezzogiorno di domenica.
Giovanni Battista solleva Gesù dalle acque.
Lo Spirito Santo scende su di Lui con la violenza d’una colomba.

Nella sala del Convegno Lucifero incalzò: "Onnipotente ed Onnisciente, Tu sai che avrà sofferenze! Perché non soprassedere al progetto?"
"Che è la sofferenza?" nell'assemblea domandarono in coro le schiere.
Il Santo riprese: "Voi non la conoscete, ma Lucifero si preoccupa di molte cose. E tu Lucifero di chi ti preoccupi, del bambino o dell'uomo?"
"Lucifero, Lucifero dove sei?"
Lucifero a capo della schiera degli angeli ribelli è uscito per andare a tramare il NIENTE contro quel Progetto stolto per loro.
È così che la sofferenza entra nel mondo per invidia del diavolo.
Inizia il sesto giorno, la sera in cui il traditore esce dall'Assemblea.


3 - L'astuto Lucifero non aveva ascoltato l’intero progetto.
La Parola allora proclama: "Facciamo l’uomo a nostra immagine e a nostra somiglianza."
"Questo è il mio Figlio diletto, ascoltatelo! Onoratelo!"
E gli angeli in coro: "Benedetto colui che viene nel nome del Signore."
Ed il Santo rende chiaro: "Ciò che l’uomo trova nel mondo è un modello da cui trarre esperienza per raggiungere nella libertà il desiderio di Noi ed essere come Noi. Può scegliere il nostro progetto o no ed ha ciò che vuole."

L’arcangelo Michele con voce chiara e forte prosegue le lodi proclamando: "Chi è come Dio grande in Santità? Chi è come Dio che trasforma la debolezza in forza e la stoltezza in sapienza?"
Poi chiede di parlare ed esordisce: "Vedo Lucifero che spaventa l’uomo, gli agita davanti la gloria ed il potere. Con l’inganno della sofferenza gli fa credere che non è libero e che la felicità non è per Lui. L'ha incapsulato nella paura della morte e non può dare la vita. Nemmeno spera nella liberazione."
Il Santo, Benedetto Egli sia, scioglie l’assemblea e fa cenno agli arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele di trattenersi.

La Parola dice:
"Padre è giunta la mia ora, vado", e dà gli incarichi...:
  - a Michele lo mandò a combattere portando una parola di speranza e di conversione;
  - Gabriele andò con le sue schiere a far luce su una stalla e ad annunciarlo ai pastori;
  - Raffaele andò a proclamare che la Croce è medicina di Dio, per chi "Volge lo sguardo a colui che avete trafitto."

La Sapienza conclude:
"Ecco l'Uomo: La sofferenza s'è fatta uomo, è passione, bramosia dell’amore Nostro; è come possiamo metterci alla portata dell'uomo, è estremo atto d’amore per incontrarlo."

Dio vede che il sesto giorno è cosa molto buona, tanto che Mosè alla vigilia del sabato fa prendere doppia razione di manna.
E spira il sesto giorno; è il tramonto del giorno della parascève.
Già splendono le luci del sabato.


4 - Avendo portato a compimento il Progetto, il settimo giorno il Santo proclamò il Riposo in cielo e in terra.
Alle prime luci del Sabato quando Lucifero si fu assicurato che quel crocifisso, Gesù, detto il Cristo, era stato deposto nel sepolcro e che la pietra rotonda era stata sigillata, convocò tutti i suoi ad una riunione.

I capi settore fecero una lunga e dettagliata esposizione della situazione delle nazioni.
A notte fonda, Lucifero dispose una breve sospensione per consultarsi e per cercare di decidere con i più fidati gli indirizzi per la conclusione dell’incontro.
Lucifero, che s'era riservato la responsabilità sulla Palestina, dove lo conoscono come Sammaele, era in dubbio se riferire o meno i fatti gravi là accaduti in cui c’erano evidenti segni di una inconcepibile ribellione.
I riformatori furono decisi; debbono sapere!
Fu riconvocata l’assemblea degli angeli ribelli.

Lucifero chiamò l’attenzione di tutti per i fatti incredibili che avrebbe esposto e con voce tagliente iniziò:
"L'uomo che Dio ha messo sulla terra si è veramente pervertito, lo avete constatato tutti, ma ora ha superato ogni limite. Nella mia giurisdizione un mestatore del popolo ha avuto l’ardire di dichiararsi figlio di Dio; blasfemo contro Dio e contro di noi, e sostiene che anche noi gli siamo sottomessi."
Portarono anche una legione di testimoni. "Raccontate."
Disse Leviatano, che è il loro Magistrato alle acque: "Alcuni dei nostri giovani sprovveduti, che giravano per proprio conto li ha impressionati e li fatti entrare in certi animali che poi ha fatto precipitare in mare e sono tornati a casa."
"È astuto come un serpente!"
"Chi è contro i serpenti? Forse allora è dei nostri?" dissero quelli dei serafini che erano tra di loro.
Fu concluso di nominare una commissione d’inchiesta.
Poi furono aspramente rimproverati i capi diretti di quei giovani sconsiderati e fu emessa l’ordinanza: "Tutti gli associati fuori giurisdizione prima di qualsiasi attività si debbono presentare al Magistrato di zona."
Lucifero, infine, concluse: "Oggi è stato proclamato riposo, ma appena finisce esporremo nella Sala delle Riunioni la situazione tutta intera. È da chiedere che venga annullato il progetto."
Anche se tutti erano consenzienti discussero tutto il giorno sabato e la notte seguente su come esporre i fatti, e sulle tattiche da adottare alle eventuali obiezioni.


5 - In quella notte, nel buio silenzioso della casa della morte, si sente una voce di tuono che chiama con autorità:
"Adamo, Adamo, dove sei? Svegliati dal sonno."
"Eccomi - risponde - Sono quaggiù con Eva, ma sono lo sposo della morte, sono sotto il suo baldacchino, chi sei?"
"Sono tuo figlio, sono della tua carne."
"Ho tanti figli tutti come me incatenati da quando Lucifero sotto forma di serpente ci ha ingannati."
Si sente rimbombare nelle volte tenebrose: "Io sono tuo Figlio, sono libero, sono il liberatore, sono il figlio che hai intravisto in Abele, quello che hai sempre sperato."
All’unisono ci fu un grido d'esultanza.
Il manto funereo si lacerò.
"Abramo, Abramo."
E questi: "Eccomi m'ero addormentato, come quando passò la fornace ardente, sono qui con tutti i miei figli."
"Io sono la promessa, sono il tuo unico figlio, quello che hai intravisto in Isacco, quello che da sempre hai sperato."
Ed Abramo con Isacco ride di gioia e con lui tutti i suoi.
Un alleluia a piena voce s'alza dalle celle della morte e fa crollare l’effimero firmamento nero frapposto davanti all’uomo.
Uno ad uno, chiamati per nome, vengono liberati dai lacci.
Ciascuno s'avvicina al suo corrispondente e così si trova vicino nemico con nemico, ma senza il velario nero nulla d'ostile aveva più senso ed ognuno chiede all’altro il perdono.
"Ti perdono", "Ti perdono".
Questo moltiplicato all’infinito s'eleva, s'accumula, riempie l'abisso e si forma una via d'uscita spianata davanti a loro.
"È appianata nella steppa, la strada, per il nostro Dio."


6 - Cammina per primo il Potente, vero potente perché ha sconfitto la morte.
Con Lui alla testa, si forma una lunga carovana.
I battezzati, unti nel balsamo del Suo Nome sono di tunica bianca sopravestiti.
Inizia il cammino dell’esodo; non c’è luna, non ci sono stelle.
Nel buio sono illuminati dalla sola luce del Cristo.
È l’inizio delle notti delle notti.
È l’origine di un nuovo tempo.
La notte, Lilit, la sposa del male, è stata vinta.
È la notte tanto attesa; è la notte che non è più notte, in cui Cristo ha distrutto le tenebre.
È la notte della Pasqua.
Tutti i fratelli di Gesù acclamano festanti ad una sola voce: "Il Cristo ha vinto le tenebre, le tenebre..." e "Il Signore è il mio pastore... alle acque della vita mi conduci."
I presbiteri consegnano a tutti lampade piene d’olio, accese alla luce del Cristo, e le vesti candide del perdono.
Il pastorale del Cristo apre un varco nei flutti neri e sulla sua cintura è scritto "‘amet, 'amen, 'amen, fede, verità in verità"; inizia la vita completa, vero inizio della vita per molti.
Inizia il cammino, la volta nera si apre e diviene luminosa al Suo incedere.
Partono con gioia e in pace.
"Il lupo dimora con l’agnello,
la pantera si sdraia accanto al capretto,
il vitello e il leoncello pascolano insieme.
"
I monti e le colline esultano e gli alberi battono le mani.
Dalle tombe risorgono i morti.
È il giorno fatto dal Signore.
La colonna s'incammina verso la Sala delle Riunioni.
Il Cristo diviene immenso s’innalza nel foro del suo cuore quello provocato da Longino sciamano i risorti.


7 - All’alba dell’ottavo giorno, il primo dopo il sabato, Lucifero ed i suoi sono al loro posto nel settore centrale della Sala Nuova delle Riunioni nella quale c'è un nuovo trono a destra del trono della gloria.
Piacevolmente sorpreso, si disse "Finalmente ha capito!", ma con la sua celestiale umiltà si diresse al proprio posto, in prima linea al centro del settore centrale, faccia a faccia davanti al seggio dell’Altissimo.
Il Santo Benedetto Egli sia, iniziò rivolgendosi proprio a lui e domandò: "Da dove vieni?"
Lucifero rispose: "Da un giro della terra che ho percorsa."
Il Santo, Benedetto Egli sia, riprese e continuò a domandare: "Hai posto attenzione al Nostro Progetto?"
Lucifero, felice di quella domanda, si alza più luminoso del solito e l’assemblea pende dalle sue labbra.
Attende un attimo prima di rispondere per farsi vedere bene da tutte le schiere; poi si muove e si porta nello spazio davanti al trono, quindi apre le ali e risponde:
"Il Vostro Progetto a Nostro parere..."
"Nostro, di chi?"
Un terzo della schiera celeste si alzò, la schiera di Lucifero!
E lui fiero riprende: "Il Vostro Progetto a Nostro parere è da annullare, perché..."
Fu interrotto.
Il Santo fece suonare la tromba, lo Shofar Gadol.
La volta cristallina vibra e ne amplifica il suono.
Mentre la tromba suona, la Sua voce di tuono, simile al fragore di grandi acque quando eruppero nel grande abisso, si sente proclamare: "Il modello del progetto è cancellato, rimane solo ciò che è Nostro."
Il settore di Lucifero si produsse in un applauso scrosciante che non fu notato per il suono della tromba.
Subito, tempo, spazio, sole, cielo e terra si rattrappirono nel NIENTE.
Poi il Benedetto fa un cenno a Gabriele: "Annuncia l'Emmanuele."
Gabriele fa rotolare la porta rotonda della Sala fatta con un unico zaffiro, e contemporaneamente a Gerusalemme rotola la pietra rotonda dal sepolcro dov’è stato sepolto quel Gesù, detto il Cristo.
Al vibrare dell’ultimo squillo di tromba dalla porta di zaffiro della sala entra un essere di luce, in veste bianche sfavillanti, con l’aspetto di Figlio d’Uomo, con una bandiera su un’asta, e dietro un esercito immenso d'eguali a Lui, armati di spade scintillanti.
Tutti si misero alla destra del trono della gloria.
Il Figlio d’Uomo si siede sul trono che è stato preparato.
Lucifero, interroga con voce roca vibrante d’ira e con luce rossastra: "Chi sono, da dove vengono?"; si associa il coro di tutte le schiere.
E il Santo dichiara: "Ecco l’Uomo che ha mangiato l’albero della vita ed ora è come Noi."
"Impossibile", urlò Lucifero ed accusò: "Gli uomini sono tutti mentitori, adulteri, fornicatori, ladri, fattucchieri, assassini, idolatri; ho le prove."
Il Santo disse: "Abbiamo sentito l’accusa; il giudizio è aperto ed ora Figlio èffetà, parla."
Questi, manifestò la Sua gloria difendendo gli accusati.
Lucifero, ormai violetto, balbettò: "Ma... sei... sei... sei la Parola, ed aveva pronunciato il numero della bestia (666)."
Proseguì: "Signore, Signore...",
La Parola disse: " Non ti conosco."
Dici "Signore, Signore, ma hai fatto la mia volontà? Non sei dei nostri altrimenti saresti rimasto con noi."
"Questi m'hanno riconosciuto ed hanno fatto la volontà del Padre mio; questi sono mia madre e i miei fratelli. Sono uomini, ma il loro peccato l'hanno lavato nel sangue dell’agnello; vedi hanno vesti candide come neve. Tu sei un mentitore."
Lucifero ormai opaco, con voce spenta tentò ancora: "Ma io non ho peccato Signore ... io li ho visti."
E il Cristo con voce di tuono: "Ricordi un uomo che tentasti nel deserto? Sono io. Ricordi che entrasti in Giuda per tradire il maestro? Quel maestro sono io. Ricordi che con i tuoi hai incitato il popolo per deviare la giustizia di Pilato? Ricordi che assieme a loro sotto la croce incitavi il popolo? Ricordi che hai giocato a dadi per avere la mia tunica? Il tuo Crocifisso sono io. Io sono il serpente innalzato. Poi hai proclamato il verdetto: colpevole, morte, crocifiggi. Ricordi che ti sei riservato la personale giurisdizione sul mio popolo, perché vedevi segni di ribellione alla tua signoria? Quello è il mio popolo prediletto. Ti ricordi come incitasti il faraone, come facesti chiudere i miei fratelli nei lager? Allora dimmi chi ha peccato?"
Lucifero, con tutti i suoi, un terzo delle stelle del cielo, ormai spenti, come tizzoni fumanti, sull’impeto del loro orgoglio corrono impazziti come cavalli e con stridore di denti cadono nel mare di zolfo, dov’è la seconda morte, dove il loro verme non muore e la fiamma non si spegne.
La porta di zaffiro si richiude.
I fratelli di Gesù si siedono al centro dell’emiciclo.


8 - L’assemblea ad una sola voce intona il cantico di Mosè:
"Precipitò nel mare cavallo e cavaliere..."
Lodi nuove, perché nell'assemblea s'ode la voce dell’uomo.
Davanti al trono ora ci sono quattro esseri viventi negli aspetti di uomo, leone, vitello ed aquila, ciascuno con triplo ordine di ali perché erano stati candidi come colombe e più astuti del serpente.
Un canto nuovo, in cui per la prima volta è proclamato il Nome Santo e misterioso che nemmeno gli angeli potevano pronunciare e ne fu svelata dagli esseri viventi tutta la larghezza, l’altezza e la profondità: con l’inno: "Jesù ha vinto la morte..." e "L’Esistente, dai pascoli della terra, ci ha portati al giardino del cielo."
Quindi apparve una grande mensa a cui tutti presero posto e l’Assemblea Nuova intonò: "Santo, Santo, Santo è il Signore Dio degli eserciti..."
Attraverso la volta di cristallo si vide cielo e terra nuovi.
Anche la volta di cristallo sparì e si vide la Nuova Gerusalemme in mezzo ad un giardino di delizie.
È l’ora sesta dell’ottavo giorno, l’ora in cui il tempo è stato redento, la Domenica eterna, illuminata dalla Luce del Cristo, Agnello senza macchia.

"La città non ha bisogno della luce
del sole, né della luce della luna
perché la gloria di Dio la illumina
e la sua lampada è l’agnello"
IAHVEH
vide che era molto molto molto buona la nuova
Gerusalemme

a.contipuorger@gmail.com


									

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