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VANGELI E PROTOVANGELI...

 
DA MALEDIZIONE A BENEDIZIONE
DA SUPERSTIZIONE A FEDE

di Alessandro Conti Puorger
 

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IL MALOCCHIO
È quella del malocchio un'idea ancestrale.
Tanti sono i "nemici" che si presentano all'uomo e ne contrastano l'esistenza a partire dalla natura stessa con i fulmini, gli allagamenti improvvisi, gli incendi, la siccità, i terremoti, gli tsunami... le malattie, le belve, le tribù nemiche.
Per l'uomo primitivo la natura, i suoi fenomeni fisici e gli stessi animali feroci erano controllati da enti imponderabili, ma il nemico che lo spiava per rubare, uccidere e razziare era un male oggettivo su cui poteva agire se si presentava.
S'immagini la paura nell'intravedere l'occhio di uno sconosciuto che guata tra il fogliame della foresta verso il proprio villaggio e verso i propri affetti e beni.
È quello certamente un occhio cattivo e, l'esperienza atavica dice che da quello sguardo verrà del male al villaggio e ai suoi abitanti!
Facciamo un passo indietro e torniamo a nostro homo religiosus.
Ora, accade, che in un ambito in cui sono indeterminati i parametri che regolano la buona riuscita di una vita, sperata da sempre senza malattie, in agiatezza e comodità, quel homo si rivolge ai propri dèi, ma se gli accade qualche evento che interpreta come negativo le cose sono due, o ha sbagliato qualcosa nel rapporto col proprio dio o altri sono intervenuti per rovinare quel suo rapporto inimicandogli il dio di quel fenomeno.
E chi può essere se non il nemico che lo spia, l'insidia e spera che muoia?
Avrà sicuramente fatto dei voti, dei regali, dei sortilegi per attrarre quel dio, quello spirito, dalla sua parte... allora è da provvedere in modo eguale e contrario!
Tutto ciò è valutare Dio con i propri sentimenti e quel dio diviene un demone.
Dagli occhi che di nascosto lo guatano è come se fosse uscita un'energia negativa e contro questa cosa fare?
Questa è l'idea del "malocchio", idea antica e radicata nell'umanità di tutti i tempi e di tutte le culture, e ha portato a concludere e a ritenere che vi sia un potere dello sguardo che può arrecare malasorte all'altra persona se invidiata e/o detestata.
Ecco la credenza di un'intercessione negativa verso il soggetto sbirciato con occhio cattivo onde gli viene scaricata contro da parte di chi "super - sta" una scarica d'energia negativa che provoca disgrazie.
Si consolidò così l'idea che il potere del male è nell'uomo capace di condizionare le divinità in proprio favore e contro gli altri.
Si pensi ad esempio a come Omero descrive nell'Iliade la cosmogonia di tutti gli dèi dell'Olimpo divisa in due schiere, chi contro i greci e chi contro i troiani.
Ciascuna delle due parti in guerra faceva sacrifici ai propri dèi che parteggiavano sfacciatamente per l'una o l'altra parte.

Emile Durkheim, celebe sociologo francese, antropologo e storico delle religioni, ebbe a concludere: "La magia ha preceduto la religione, e sempre la precede sino a quando, elevandosi a cerimonia sociale, di comunità, non viene a confondersi con essa", infatti, gli elementi magici e religiosi erano fusi.
In Egitto si pensi al Libro dei morti, in Babilonia ai vari esorcismi ed in India all'Atharva Veda da cui s'apprende che la religione vedica s'inquinò con stregoneria e magia, tanto che è lo stregone, colui che tratta con gli spiriti, che viene ad assumere il ruolo predominante, come peraltro accadde nei riti greci e romani.

Nell'ambito delle culture mediterranee, una delle più antiche, l'Egizia, aveva un particolare senso del sacro nei riguardi dell'occhio del dio Ra o di Horus, che poteva essere benevolo o malevolo.
occhio del dio Horus Dall'occhio escono sguardi e alcune volte lacrime come da una sorgente.
Nell'iconografia egizia ciò è evidente e lo sguardo porta un'energia che esce a spirale, come è ben evidenziato dall'occhio di Ra, porta novità o lacrime di gioia o di dolore.
L'occhio sinistro in genere era malevolo e il destro benevolo e si pensava che persone malevole lo invocassero contro chi era in qualche modo invidiato.
C'era in Egitto l'usanza di truccare gli occhi con ombretto e rossetto come strumento di protezione e di risposta contro le negatività dell'Occhio Malevolo.
I Greci usavano dipingere un occhio alla prua delle navi da guerra per proteggersi dall'Occhio Malevolo.
Sempre in Egitto v'era il dio "Apopi" o "Apep", divinità del buio e del caos, rappresentato come un serpente dalle molte spire, simbolo del male e delle forze del caos, tradizionale nemico del dio-sole Ra, che tenta di ostacolare il cammino della barca sulla quale il sole viaggia ogni notte per impedirne il sorgere tentando di frenarne il viaggio attraverso il Duat. (Vedi: "Vittoria sul drago - Sanati nel Giordano")
Uno dei vari compiti del Faraone sulla terra è compiere il rito di togliere il malocchio di Apopi con un rituale magico.
occhio di Apopi Tale rituale contro il malocchio è detto "skr hm", colpire la palla.
Vi sono raffigurazioni, come quella di sopra a Deir el Bahari, Luxor, Edfu, Dendera, del re che nella destra una mazza per colpire e frantumare una sfera che ha nella sinistra che come dichiarano i testi della scena rappresenta è l'occhio di Apopi e tutto ciò il Faraone lo compie in presenza di una divinità che pare Iside dea della magia.
L'idea di una sfera di cristallo da guardare da parte delle chiromanti forse ha proprio origine dall'occhio di Apopi.
C'era poi, Bes, divinità minore egizia, raffigurato a forma di brutto nanerottolo vecchio, con gambe storte, ma con varie armi nelle mani, per scacciare i pericoli in ogni situazione, anche dalle partorienti e dai bambini, quindi protettore dal malocchio e dio della casa.
Il "malocchio" dai Romani era detto Oculus Malus è chiamato Mal Occhio, in greco "to matiasma" da "mati" occhio, ne parlarono Socrate, Platone ed Aristotele ed è nell'immaginario di Ebrei, Cristiani e Musulmani.

Anche Mosè nella Torah parla di occhio cattivo e per due volte di seguito in Deuteronomio 28,53-57: "Durante l'assedio per l'angoscia alla quale ti ridurrà il tuo nemico, mangerai il frutto delle tue viscere, le carni dei tuoi figli e delle tue figlie che il Signore, tuo Dio, ti avrà dato. L'uomo più raffinato e più delicato tra voi guarderà di malocchio il suo fratello e la donna del suo seno e il resto dei suoi figli che ancora sopravvivono... La donna più raffinata e delicata tra voi, che per delicatezza e raffinatezza non avrebbe mai provato a posare in terra la pianta del piede, guarderà di malocchio l'uomo del suo seno, il figlio e la figlia, e si ciberà di nascosto di quanto esce dai suoi fianchi e dei bambini che partorirà..."
L'occhio malevolo in ebraico "a'yin hara'" o "ra' a'yin" in cui permane l'idea originaria, il male "ra'" che è come il dio egizio Ra.
Le lettere ebraiche che indicano l'occhio stanno anche ad indicare "sorgente" onde l'occhio diviene "sorgente aperta al male " interiore dell'individuo.
In Proverbi 23,6 si trova nella forma : "Non mangiare il pane di chi ha l'occhio cattivo e non desiderare le sue ghiottonerie, perché come chi calcola fra di sé, così è costui; ti dirà: Mangia e bevi, ma il suo cuore non è con te."
Stesso concetto si ritrova in greco nel libro deuterocanonico del Siracide:

  • 14,10 "Un occhio cattivo è invidioso anche del pane..."
  • 31,13s "Ricordati che l'occhio cattivo è un male. Che cosa è stato creato peggiore dell'occhio? Per questo esso lacrima in ogni circostanza. Dove guarda l'ospite, non stendere la mano; non intingere nel piatto insieme con lui."
Questa osservazione "...non intingere nel piatto insieme con lui" ci porta a Matteo 26,23 "Colui che ha intinto con me la mano nel piatto, quello mi tradirà." Si comprende così che il citare quel atto voleva sottolineare che in quel momento Giuda aveva l'occhio malevolo, come quando uno spirito analogo entrò in Saul per indurlo a cercare d'uccidere Davide.
Il Vangelo di Giovanni collega la figura di Giuda l'Iscariota in modo evidente a persona entrata nel possesso del diavolo, onde l'occhio malevolo viene a questi collegato:
  • 6,70 "Gesù riprese: Non sono forse io che ho scelto voi, i Dodici? Eppure uno di voi è un diavolo!"
  • 13,2 "Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo."
Nello stesso Vangelo si rivolge così ai Giudei che lo contestavano disse: "...da Dio sono uscito e vengo... Per quale motivo non comprendete? ...Perché non potete dare ascolto alla mia parola. Voi avete per padre il diavolo e volete compiere i desideri del padre vostro." (Giovanni 8,42-44)
Ecco così che entra in scena questo personaggio, il demonio, satana, i diavolo con tutti i suoi angeli ribelli che, di fatto, è il motore dell'occhio cattivo perché vive anche negli uomini.
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