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LETTERE EBRAICHE E CODICE BIBBIA...

 
IL FACCIA A FACCIA ALLA FINE DEL SETTIMO GIORNO

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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LA FORMA DEL NUMERO SETTE »

IL NUMERO SETTE NELL'ANTICO TESTAMENTO
Dio ha creato il mondo e tutto ciò che contiene con la parola.
Dio disse e tutto fu, ed ecco che "I detti del Signore sono puri, argento raffinato nel crogiuolo, purificato nel fuoco sette volte." (Salmo 12,7)
Argento raffinato è "koesoef saruf" "dal trono () del Verbo scende a saziare () il soffio " onde dai cieli lo Spirito di Dio si effonde sulla terra.
Questo trono era ritenuto essere in Orione in cui il trono come si vedrà s'intravede nel nome ebraico.
Poi, la costellazione delle Pleiadi, ritenuta dagli antichi costituita dalle sole sette stelle visibili ad occhio nudo, citate da Esiodo e da Omero nell'Odissea e da Tolomeo, con quel numero sette affascinava.
Era come una sigla del Creatore nel cielo.
Le Pleiadi d'altronde con le sette stelle dei carri dell'Orsa Maggiore e Minore ed Orione hanno meritato le seguenti citazioni nell'Antico Testamento:

  • Giobbe 9,9 - "Crea l'Orsa e l'Orione, le Pleiadi e i penetrali del cielo australe."
  • Giobbe 38,31s - "Puoi tu annodare i legami delle Pleiadi o sciogliere i vincoli di Orione? Fai tu spuntare a suo tempo la stella del mattino puoi guidare l'Orsa insieme con i suoi figli?"
  • Amos 5,8 - "Colui che ha fatto le Pleiadi e Orione, cambia il buio in chiarore del mattino e stende sul giorno l'oscurità della notte..."

Costellazione di Boote con Arturo



Costellazione di Orione


In effetti l'Orsa che lì è definita sarebbe secondo alcuni la stella Arturo della costellazione di sette stelle di Boote, la più luminosa delle stelle dopo Sirio.
Si può così ritenere che le costellazioni principali perché le più visibili a occhio nudo, ritenute allora di sette stelle, erano proprio considerate indicazione di una manifestazione del Creatore.


Le Pleiadi


Pleiadi "Kimah" "vaso da cui è la vita ad uscire ";
Tra l'altro visivamente chiaramente si vedeva in cielo la di Kimah
Ovidio afferma che "Quae septem dici, sex tamen esse solent" (le quali si dice siano sette, ma tuttavia sono solite essere sei)
Orione "Kesi"l "trono () è del Potente ";
Orsa... Arturo "a'ish" o "vedo essere luminosa ".
Le costellazione si chiamavano i Nomi e nome è Shem da cui deriva la parola i cieli "shamaim" .

Nell'alfabeto latino solo alcune lettere hanno valore numerico: la I uno, la V cinque, la X dieci, la L cinquanta, la C cento, D cinquecento e M mille.
Nell'Antico e nel Nuovo Testamento scritti in ebraico e in greco tutte le lettere hanno anche un valore numerico.
L'ebraico ha un alfabeto, senza vocali, costituito da 22 lettere consonanti, in cui le prime nove hanno valore numerico dall'1 al 9, le successive nove servono per le decine dal 10 al 90, le ultime quattro servono per le centinaia dal 100 al 400, secondo lo schema seguente:


L'alfabeto greco ha invece 27 lettere, in cui le prime nove hanno valore numerico dall'1 al 9, le successive per le decine, le ultime otto servono per le centinaia secondo lo schema seguente:


(lettera sigma scritta in finale di parola prende la forma di )
Il numero 7 pare veramente importante nella Bibbia proprio nell'Antico Testamento, e sembra proprio stare ad indicare il sigillo della divinità, della sua perfezione e completezza perciò accompagna e sottolinea molte vicende in cui si manifesta Dio e la sua volontà.
Ho sinora sottolineato come nelle Sacre Scritture per i credenti lo Spirito che le permea viene da Dio ed è rappresentato dal n° 7 che numero che fa presente Dio e le cose che vengono da Lui; è quindi considerata una cifra perfetta e sacra per eccellenza.
Questo fu il comando che riferì Mosè al ritorno dal monte Sinai prima di erigere il santuario "...Queste sono le cose che il Signore ha comandato di fare: Per sei giorni si lavorerà, ma il settimo sarà per voi un giorno santo, un giorno di riposo assoluto, sacro al Signore. Chiunque in quel giorno farà qualche lavoro sarà messo a morte. Non accenderete il fuoco in giorno di sabato, in nessuna delle vostre dimore." (Esodo 35,1-3)
In ebraico 7 è "shoeb'a" e si scrive con queste tre consonanti e 7 giorni è un periodo d'azione, "la luce dentro agisce ", ma anche fa presente lo stare in esilio il cui radicale è , quindi "in esilio () sentirsi " che va messo in parallelo con cessare lo "shabat" "luce dentro completa ", "stare in esilio () finito " e che portano al comando di non accendere il fuoco nelle case nel sabato "luce in casa termina ", perché tanto si sarà in compagnia speciale con lo Spirito di Dio che illumina tutti (le donne delle case ebree accendono i lumi al tramonto del venerdì prima che venga il Sabato con la sua liturgia di "shabat "della luce in casa il segno ").
Le stesse lettere formano il radicale del verbo che si usa per "giurare"; ciò conferma come il 7 era considerato strettamente connesso col cielo.
Gesù, infatti, dice al riguardo: "Avete anche inteso che fu detto agli antichi: Non spergiurare, ma adempi con il Signore i tuoi giuramenti; ma io vi dico: non giurate affatto: né per il cielo, perché è il trono di Dio; né per la terra, perché è lo sgabello per i suoi piedi; né per Gerusalemme, perché è la città del gran re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno." (Matteo 5,33-37)
Se in luogo della lettera Shin si usa la lettera Sin che ha lo stesso segno, ma con una puntatura diversa, la parola significa "sazietà, abbondanza" che fa ancora comprendere come il 7 sia una pienezza.

Dio per gli antichi vive oltre i cieli, immaginati come sfere, ognuna relativa ad uno dei più grandi corpi celesti allora conosciuti e che erano proprio 7: Luna, Mercurio, Venere, Sole, Marte, Giove, Saturno.
Da questi il 7 della settimana, i 7 giorni della creazione, le 7 luci della lampada della "menorah" che rappresenta la fede d'Israele.
Oltre queste 7 sfere, quindi oltre il settimo cielo, secondo il pensiero tomistico - aristotelico ripreso da Dante nella Divina Commedia, c'era una sfera detta "primo mobile" che guidava il moto delle sfere di sotto e più sopra c'era il cielo di Dio che i greci chiamavano Empireo. Tutto ciò va dato per scontato ed ecco che lo Spirito di Dio scese e provocò la creazione ed ora guida gli uomini.
Il numero 7 quindi permea tutto il creato.

Il primo versetto della Genesi scritto in ebraico è formato proprio da 7 parole e da 28=7x4 lettere: "In principio Dio creò il cielo e la terra." (Genesi 1,1)



Questo versetto si può dividere in due parti esatte di 2x7 = 14 lettere ciascuna:
  • soggetto e predicato 2x7=14;
  • complemento 2x7 = 14.
Passiamo dalle lettere ebraiche ai numeri corrispondenti:


Cielo "scemaim" in ebraico è un plurale di "Shem" il Nome con cui sinteticamente per allusione ci si riferisce a Dio stesso che è il Cielo assoluto.
Dio, "Shem" il Nome era nel suo cielo e creò i cieli di sotto, i nomi... vale a dire i segni zodiacali.
Dio "Elohim" con tutto il proprio creato, cielo "hashamaim" e terra "ha'ares" sono tre parole che hanno 14 lettere 2x7 ed hanno un valore complessivo numerico di 86+395+296 = 777 in cui il numero 7 la fa da padrone 111x7.
Le altre 4 parole residue del versetto hanno anche loro 14 lettere 2x7.

Accade così che il sette tende a sigillare i fatti connessi col cielo e voluti da Dio.
Vari, infatti, sono gli eventi che nell'Antico Testamento sono collegati al numero sette.
Scorrendo i testi ne cito alcuni.

In Genesi nel settimo giorno Dio completa la creazione con il riposo di Dio. Viene così indicato che l'origine del culto e della settimana liturgica sono connessi a fatti del cielo.
Noè porta nell'Arca sette coppie di ciascun animale puro e dopo sette giorni ci furono le acque del diluvio (Genesi 7,2-10) e quando manda fuori la colomba passano periodi di sette giorni prima del suo ritorno (Genesi 8,10).
Il settimo giorno dalla nascita avveniva la circoncisione dei maschi secondo il patto di Dio con Abramo (Genesi 17).
Abramo conclude un patto con Abimelech con sette agnelle (Genesi 21,28-31).
Come ho accennato in ebraico sette richiama un giuramento e viceversa ed ecco che quel patto fu fatto a Bersabea, il pozzo del giuramento (Beer = pozzo sheva' = giuramento).
Da Labano Giacobbe lavorò sette anni per Lia e altri sette per Rachele (Genesi 29,18-20; 29,27) e la settimana nuziale dura sette giorni (Genesi 29,28); poi quando Labano insegue Giacobbe per sette giorni (Genesi 31,23).
Giacobbe si prostra sette volte fino a terra quando incontra Esaù (Genesi 33,3).
Le vacche grasse e le vacche magre, come le spighe piene e le spighe vuote dei sogni del faraone sono sette (Genesi 41,17-24).

In Numeri Balaam, che vuole maledire Israele, inizia propiziandosi gli eventi col numero sette e fece costruire sette altari per sacrificarvi sette giovenchi e sette arieti (Numeri 23,1).
Chi avrà toccato un cadavere d'uomo è immondo per sette giorni. (Numeri 19,11).

Nel libro dell'Esodo Madian aveva sette figlie e Mosè ne prese una in moglie (Esodo 2,16-21).
La Pasqua dura sette giorni (Esodo 11,15).
Il settimo anno è l'anno sabbatico, al pari del Sabato (Esodo 23,10-12).
Mosè attese sei giorni sul monte Sinai e il settimo il Signore chiamò Mosè dalla nube (Esodo 24,16).
La lampada del Tempio, la "Menerà", è a sette bracci (Esodo 25,37).
L'investitura dei sacerdoti dura sette giorni (Esodo 29,37).

Nel libro del Levitico dal secondo giorno di Pasqua: "Conterete sette settimane complete" (Levitico 23, 15-18) e sette settimane dopo la Pasqua sarà la Pentecoste, ed in tale festa saranno sacrificati sette agnelli.
La festa delle Capanne è nel settimo mese e dura sette giorni (Levitico 23,33-6).
Nei riti va fatta sette volte l'aspersione dell'altare (Levitico 8,11)
Alla nascita di un maschio la madre è impura per sette giorni (Levitico 12,2-3).
Dopo l'esame da parte di un sacerdote il sospetto di lebbra resterà isolato per sette giorni e se la piaga non si sarà allargata sulla verrà isolato per altri sette giorni e se non vi sono peggioramenti lo dichiarerà mondo (Levitico 13,5-6).
La donna mestruata resta immonda per sette giorni dalla fine del flusso del sangue (Levitico 15,19).
Il calendario liturgico era strutturato in un ciclo di 7 solennità o feste (Levitico 23); nel settimo anno sarà un riposo completo per la terra e il Giubileo è modellato sulla solennità di Pentecoste "tu conterai sette settimane di anni..." (Levitico 25)
Si contano sette settimane di anni e c'è il Giubileo, il settimo mese, il giorno stesso del "Kippur", al decimo giorno del settimo mese al suono della tromba "Shofar" è proclamata la liberazione di tutti gli abitanti del paese (Levitico 25,8-10).
La cerimonia d'ordinazione dei sacerdoti dura sette giorni (Esodo 29,35 Levitico 8,33; 9,1) ed il sacerdote doveva fare 7 aspersioni di sangue per l'espiazione dei peccati (Levitico 4,6).

Nel Libro di Giosuè Israele passa il Giordano, vengono circoncisi in quello che è un rito d'iniziazione collettivo (Giosuè 5,2-6).
Per prendere Gerico sette sacerdoti portarono sette trombe di corno d'ariete shofar davanti all'arca e il settimo giorno girarono intorno alla città per sette volte suonando le trombe e ad un gran grido del popolo entrarono senza ostacoli nella città nemica (Giosuè 6,4-5).

In 2Samuele Davide consegnò su loro richiesta sette nipoti di Saul ai Gaboniti e furono impiccati (2Samuele 21,5).

In 2Re 5 Naaman, generale del re di Siria, lebbroso, fu consigliato dal profeta Eliseo di bagnarsi per sette volte nel Giordano, lo fece e fu sanato.

Nel libro de Proverbi si legge:
  • Proverbi 6,16-19 - "Sei cose odia il Signore, anzi sette gli sono in abominio: occhi alteri, lingua bugiarda, mani che versano sangue innocente, cuore che trama iniqui progetti, piedi che corrono verso il male, falso testimone che diffonde menzogne e chi provoca litigi tra fratelli."
  • Proverbi 6,30-1 - "Non si disapprova un ladro se ruba per soddisfare l'appetito quando ha fame; eppure se è preso, dovrà restituire sette volte..."
  • Proverbi 26,25 - "Chi odia si maschera con le labbra, ma nel suo intimo cova il tradimento; anche se usa espressioni melliflue, non ti fidare, prché egli ha sette abomini nel cuore."
Nel libro di Giobbe, sette i figli maschi e aveva settemila pecore (Giobbe 1,1-18). Gli amici di Giobbe sedettero in silenzio accanto a lui in terra, per sette giorni e sette notti (Giobbe 2,13).
(Da ciò per il lutto di un familiare i congiunti Ebrei per sette giorni stanno in casa e i conoscenti vanno a trovarli per consolazione e preparano loro il cibo.)

Del pari la tenda del convegno e poi il Tempio sono costruiti seguendo un modello celeste che Mosè vide sul Sinai (Esodo 25,9-40).
Mosè è chiamato dalla nube il settimo giorno (Esodo 24,16).
Entrambi i due racconti sono chiusi dall'ordine di osservare il sabato cioè il riposo del settimo giorno.
Per contro il riposo comporta una nuova serie di eventi della settimana successiva che inizia in genere con un cambiamento.
Nel settimo giorno della creazione cioè l'oggi in cui viviamo si stanno preparando i cambiamenti del "giorno ultimo" in preparazione del giorno nuovo, l'8°, la domenica eterna dei cieli.
Avviso di ciò è al 7° capitolo della Genesi che si cambia il mondo col diluvio e nell'8° capitolo ci si trova in un mondo nuovo.
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