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RACCONTI A SFONDO BIBLICO...

 
IL GIARDINO DELL'EDEN

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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LE ACQUE
L'attuale configurazione geografica della Palestina dà luogo a notevoli differenze climatiche, con caratteristiche:

  • mediterranee sulla costa del Mar Mediterraneo;
  • temperate sugli altopiani e nella parte alta della valle del Giordano;
  • torride nel Ghor e nelle steppe di Moab e ad est di Gerusalemme e sul Mar Morto.
La quantità di precipitazioni è sensibile, sui 650 mm sulla parte medio settentrionale della valle e scende a 300-200 mm allo sbocco nel Mar Morto.
I venti di ponente che soffiano dal Mar Mediterraneo provocano infatti abbondanti precipitazioni sul versante occidentale dello spartiacque.
La neve è rara e sempre scarsa; non più di 3-4 giorni in gennaio e non tutti gli anni.
I venti freschi e secchi d'estate da Nord e Nord Est e d'inverno quelli da Sud Ovest e Ovest portano la pioggia.
Purtroppo frequenti sono in primavera ed autunno i venti caldi dall'Est, lo scirocco e dal Sud Est, il Kamsin, dannosi all'agricoltura.
Questo clima doveva in effetti essere splendidamente ideale prima del formarsi della depressione; la flora non poteva non essere che lussureggiante e la fauna certamente ricca e variata; insomma il "paradiso terrestre".
La zona è ricca di acque sia per la presenza del Giordano e dei suoi affluenti nonché per le sorgenti sulla sponda sinistra e con falde freatiche alla profondità di 10-15 metri.
Il terreno è fertile, come ha dimostrato la coltivazione delle nuove comunità ebraiche.
Rispetto ai territori limitrofi la valle del Giordano era una vera e propria oasi verde, piena di acque e di delizie; un sogno per i popoli nomadi.
Ricordiamo soltanto il racconto degli esploratori della terra promessa inviati da Mosè: "noi siamo arrivati nel paese dove tu ci avevi mandati ed è davvero un paese dove scorre latte e miele; ecco i suoi frutti" (Num. 13,27)
E i frutti sono quelli descritti al versetto Num. 13,23 "giunsero alla valle di Escol, dove tagliarono un tralcio con un grappolo d'uva, che portarono in due con una stanga e presero anche melagrane e fichi".
C'è un versetto del Genesi, quando Lot si separa da suo cugino Abramo, che descrive questa regione: "Allora Lot alzò gli occhi e vide che tutta la valle del Giordano era un luogo irrigato da ogni parte, prima che il Signore distruggesse Sodoma e Gomorra, come il giardino del Signore, come il paese d'Egitto, fino ai pressi di Zoar" (Gen. 13,10).
Zoar era nella pianura di Ghor a sud del Mar Morto.
Sodoma e Gomorra verranno distrutte poco dopo questa descrizione.
Questo versetto è a favore della nostra tesi, ma contiene un elemento che potrebbe opporsi è quel come.

Il versetto Gen.3,10 effettivamente conferma che la valle del Giordano aveva prima della distruzione proprio e incontrovertibilmente tutte le caratteristiche del giardino dell'Eden.
E di fatto, come avrebbe potuto accorgersi Lot che quello era proprio il paradiso terrestre, visto che non c'era vissuto? Poteva solo dire che era simile alla descrizione della tradizione orale avuta dai padri, perciò l’autore del Genesi mette quel come in bocca a Lot per far capire che per lui, autore del Genesi, quel luogo era proprio corrispondente a quello che aveva prima descritto in Gen. 2.

Il commento, invece, è poi per il lettore del Genesi che vive quando l'area è ormai depressa; c'è già il Mar Morto con tutta la desolazione relativa.
Il testo realisticamente, prendendo atto che di fatto la situazione attuale rende praticamente incredibile l'eventualità, mette sull'avviso il lettore che invece questa zona pur se così ridotta è identica a quella della descrizione del giardino.
Cioè il "come" non implica che non era quella.
Ora in tutte le religioni primitive antropomorfe le acque che vengono dal cielo sono state da sempre considerate come dono divino.
Il fatto che su questa terra del giardino, rispetto alle altre regioni, il cielo producesse pioggia in abbondanza, proprio al tempo opportuno, era un segno della predilezione divina.
Le acque di sopra, di Dio, che nel secondo giorno (Gen.1,6-8) erano state divise dalle acque di sotto con la creazione del "firmamento cielo", rappresentanti la vita che viene da Dio, si fanno presenti con il segno materiale della pioggia.
"Egli prepara la pioggia per la terra" (Sal. 147,8)
La presenza di nubi apportatrici di pioggia fa quindi presente il sacro e quindi Dio stesso.
Le nubi erano attese religiosamente.
La presenza di Dio nei racconti dell'Esodo viene infatti manifestata da una nube.
"Dio nella sua maestà, s'avanza sulle nubi" (Deut. 32,26)
"Il Signore marciava alla loro testa di giorno con una colonna di nube" (Es. 13,21a)
La siccità, la mancanza del dono della pioggia, indica infatti che il popolo è lontano dal disegno della Sua volontà.
"Io ho chiamato la siccità sulla terra" (Ag. 1,11a)
Quindi questo giardino è il segno concreto dell'amore di Dio; è l'oasi riservata ad Adamo perché cresca dalla dimensione di creatura a quella di figlio.
L'acqua che scende dal cielo, cioè Dio stesso, alimenta il fiume che scaturisce dal giardino e apporta la vita che va mescolandosi con le acque di tutta la terra che ne viene vivificata e tutto è in armonia.
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